Legainf 8-2014

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Anno XXV - N. 8 - 28 febbraio 2014
Primo piano
Sanicoop, la sanità in cooperativa
innova i servizi e risponde ai bisogni
Pozzi: “Innovare il servizio pubblico è l’unico modo per difenderlo”. Le esperienze realizzate
a pagina 2-4
Umbria
Costituita l’Alleanza
Cooperative
della Regione
L’Assemblea costituente
dell’Alleanza delle Cooperative dell’Umbria tenutasi
a Perugia, il 21 febbraio, si
è aperta con il sentito
omaggio promosso dal Presidente di Confcooperative
Andrea Fora a Gualtiero
Bassetti in procinto di essere creato Cardinale da
Papa Francesco e si è
chiusa con il colpo di scena.
Quando il Presidente nazionale di Confcooperative
Maurizio Gardini ha...
Nota della redazione
Questo numero è stato chiuso
il 27 febbraio 2014 alle ore 14,15
Legacoop
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Governo
Soddisfazione per la
nomina di Poletti
a Ministro del Lavoro
Turismo di Comunità
Presentato
al Congresso
del Turismo Rurale
Fondazione Unipolis
Rapportosusicurezza
e insicurezza sociale
in Italia e in Europa
Osservatorio SWG
Negli ultimi vent’anni
il miglior Premier
si chiama “nessuno”
Il mondo della cooperazione esprime soddisfazione e i migliori auguri pe
la nomina a Ministro del
Lavoro di Giuliano Poletti.
Un incarico che – secondo
il commento comune – costituisce un riconoscimento
all’impegno quotidiano che
il sistema cooperativo ed il
terzo settore vivono nel nostro Paese, dando corpo a
quella cultura del lavoro,
dell’impegno e del protagonismo sociale che saprà
sprigionare le energie...
Maurizio Davolio, Responsabile di Legacoop Turismo e Presidente di AITR...
E’ l’Italia alle prese con una
pressoché eterna transizione, senza che però si intraveda verso dove, verso
una meta, un approdo al
quale agganciarsi per cercare di avviare una comunque faticosa e problematica
risalita dal fondo della crisi.
Crisi che non è solo economica e sociale, ma, per molti
aspetti, ancor più culturale e
politica, persino identitaria.
E’ il Paese nel suo insieme,
sono i cittadini che non riescono a intravedere...
Non c’è stato premier che,
negli ultimi due decenni,
abbia davvero convinto gli
italiani. All’alba del nuovo
Governo Renzi si coglie un
certo timore rispetto alla
speranza che l’ex Sindaco
di Firenze possa essere finalmente ‘quello giusto’
L’Italia ha un nuovo Premier. Ma questa, ormai,
non è quasi più una novità.
Stavolta tocca a Matteo
Renzi provare a risollevare
il Paese e gli italiani affrontano questa fase...
Segreteria di Redazione:
Anna Colomberotto
Tel. 06-844.39.372
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Territori
Parma
Cooperazionesociale,
protagonista del
Welfare regionale
Riconoscere il ruolo che le
cooperative sociali hanno
assunto nel sistema...
Organo ufficiale
della Lega Nazionale
delle Cooperative e Mutue
Settimanale di notizie a cura
dell’Ufficio Stampa di Legacoop
Direttore Responsabile:
Massimo Tognoni
Registrazione al Tribunale di Roma
n. 00503/90 del 6-08-1990
Primo piano
2
Sanicoop, la sanità in cooperativa
innova i servizi e risponde ai bisogni
Pozzi: “Innovare il servizio pubblico è l’unico modo per difenderlo”. Le esperienze realizzate
Le cooperative tra medici alla prova della
‘tempesta perfetta’. Un insieme di fattori che
– dalla domanda sempre più complessa alle
risorse sempre più scarse passando per
un’organizzazione ormai superata – rendono
incerto il panorama dei servizi sanitari nel nostro Paese. Una prova da giocare tutta all’attacco. Perché “le cooperative sanitarie –
come spiega Maurizio Pozzi, presidente di
Sanicoop – vogliono difendere il servizio pubblico e, proprio per questo, vogliono innovarlo:
non possiamo accettare che si consumi, o
che le difese corporative lo consumino”.
Le cooperative alla sfida, dunque, dell’innovazione. In uno dei settori più delicati e importanti nella vita di ciascuno. In uno dei
momenti più complessi della sua storia. Ovvio
che o la si gioca in attacco o si fugge. “Chi
capisce la sfida – spiega Pozzi – si attiva, può
sbagliare, ma costruisce il nuovo”. Gli altri?
BASILICATA
“Si chiudono in una difesa tanto corporativa
quanto inutile, saranno comunque travolti e
porteranno a fondo con sé il sistema”. Su
questa sfida la cooperazione sanitaria, che si
riunisce oggi a Roma per il proprio congresso, gioca tutto il proprio peso.
Un peso non indifferente, a giudicare innanzitutto dai numeri. Le cooperative sanitarie
sono ormai 76 nel nostro Paese. La parte
prevalente è composta da cooperative di servizi ai medici di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia. Sono, in tutto, 49 più
due consorzi. Parliamo, complessivamente,
di oltre 2.500 medici associati per circa 3 milioni di assistiti che ricevono servizi dalle coo-
“La spesa farmaceutica?
Con la cooperativa scende senza misure repressive”
L’esperienza di Nuova Dimensione Medica in Basilicata
La cooperazione di medicina generale è sempre più partner
del sistema sanitario nazionale per il miglioramento delle cure
nel territorio. Egidio Giordano, presidente Cooperativa
Nuova Dimensione Medica di Lauria, racconta l’esperienza
realizzata nel distretto Lauria-Senise in Basilicata dal 2010.
“Grazie all’accordo integrativo regionale - spiega Giordano è stato concordato un intervento nel distretto finalizzato a ridurre le ospedalizzazioni e la spesa farmaceutica, non attraverso misure “repressive” verso i medici, ma sviluppando la
clinical governance”.
La cooperativa ha potuto sperimentare forme più evolute di
aggregazione attraverso equipe di assistenza primaria
ed “un patto della salute” con i direttori dei distretti pubblici
per la gestione di malattie croniche. “Questa esperienza –
sottolinea - ha prodotto importanti risultati. Un elemento cruciale sta nella possibilità di disporre di banche dati utilizzabili
per avere dati epidemiologici e clinici, inoltre ha prodotto miglioramenti nella relazione medico paziente, nell’appropriatezza prescrittiva farmacologica e la conseguente diminuzione
dei ricoveri ospedalieri”.
Con l’unificazione delle aziende sanitarie nel 2010, l’esperienza cooperativa è stata assunta come buona pratica nella
programmazione sanitaria regionale del Governo Clinico. Purtroppo - ha commentato - le aggregazioni funzionali dei medici non si sono costituite in tutto il territorio regionale perché
dopo l’accordo nazionale è mancato quello regionale”. La
forma cooperativa consente ai medici di avvalersi di una
forma associativa di aggregazione. Un cruscotto gestionale
utile per non disperdere le risorse.“È necessario diversificare
i modelli - ha comunque sottolineato Giordano - A seconda
della densità del territorio prevedere ambulatori specialistici
mobili o strutture uniche per le realtà cittadine”.
Continua>>
Primo piano
ACI
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perative. Le regioni più attive sono Toscana e
Lombardia,Veneto dove sta nascendo un’ulteriore cooperativa a Verona proprio in questi giorni, ce ne sono 2-3 in Piemonte, 3-4 in
Liguria, altrettante in Emilia-Romagna, ne è
nata una in Umbria.
Ma non sono tanto i numeri, quanto la capacità di essere innovativi, a giocare un ruolo
importante in questa sfida. Una capacità che
la cooperazione sta dimostrando sul campo.
L’organizzazione dei servizi sanitari sta cambiando, grazie anche alla Legge Balduzzi,
che ha fornito l’atto di indirizzo per l’organizzazione del territorio. La strada, insomma, è
quella di una progressiva riduzione di ospedali e reparti, ‘salvando’ solo acuzie, eccellenza, alta tecnologia. Parallelamente si
dovranno riorganizzare e potenziare sia i percorsi di Cure primarie sia quelli di Cure intermedie. Il tutto realizzato integrando i
servizi e sburocratizzandone la gestione.
“Dobbiamo sfidare le Regioni – ha spiegato
oggi Pozzi nella sua relazione – ad assumere
questa responsabilità: dare risorse ai servizi
e sottrarle alla macchina inefficiente”.
L’esperienza maturata con i medici di medi-
cina generale ha permesso, infatti, alle cooperative di sviluppare idee e progetti: “Abbiamo individuato – racconta Pozzi – nuove
situazioni determinate dai tagli e dai ritardi
nell’effettuazione delle prestazioni necessari
per la salute: criticità in alcuni settori ormai
abbandonati dal pubblico; odontoiatria; cure
psichiatriche; specialistica di primo livello”.
Tutti ambiti nei quali la cooperazione può in-
tervenire e, come raccontano anche le esperienze delle imprese, già sta operando.
“Si tratta di passare da una medicina diciamo così ‘di attesa’ – spiega Pozzi – a una
medicina d’iniziativa, soprattutto per i malati
cronici che sono ormai il 30% della popolazione e da cui dipende l’80% della spesa sanitaria. Le cooperative possono organizzare
l’insieme delle risposte, secondo la modalità
ESPERIENZE
Fiumicino, quella sperimentazione promossa dalla Bocconi
ma ‘dimenticata’ da chi governa
La cooperativa Medicina del Territorio aveva ottenuto ottimi risultati sull’ADI
La cooperazione medica è una strategia efficace. “Consente
ai medici di assolvere meglio i loro compiti - spiega Domenico Quadrelli, presidente della cooperativa Medicina del
Territorio - A causa della crisi economica, ci viene chiesto di
fare più cose con le stesse risorse e le cooperative tra medici possono rispondere migliorando le prestazioni, utilizzando
le evidenze scientifiche e le reti umane e informatiche”. La
cooperativa con sedi a Fiumicino e Frosinone, ha 60 soci medici a cui fornisce personale, formazione, servizi per la gestione degli studi e per gli acquisti dei beni di consumo. “La
riduzione dei costi è notevole perché permette di integrare in
maniera cumulativa gli acquisti ed offre forme nuove di assistenza sul territorio”.
Nel 2007 la cooperativa ha sperimentato insieme alla Asl un
progetto per il miglioramento dell’assistenza domiciliare integrata per le malattie croniche.“Abbiamo seguito più di 200
Primo piano
ACI
Legacoop
pazienti, imparato a gestire le situazioni confrontandoci con
gli altri attori dell’assistenza territoriale, in particolar modo osservando la bronchite cronica.Abbiamo raccolto nuove esperienze mediche e dati attraverso cartelle informatizzate, utili
per valutare le necessità del paziente e le nostre performance.
Dall’esperienza sono nate inoltre linee guide internazionali.
La verifica dei costi da parte della Bocconi ha rilevato un aumento dell’efficienza e la diminuzione della spesa”.
Purtroppo la sperimentazione non ha avuto seguito, ha raccontato Quadrelli: “Non c’e un confronto reale sulle esigenze
del territorio e chi dovrebbe programmare questi interventi –
sottolinea - Le soluzioni sono calate dall’alto e non sono tagliate sulle esigenze del territorio che è vasto e diversificato.
Per migliorare serve un confronto vero affinché gli interventi
siano sempre più vicini alla reale domanda di salute del territorio”.
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del Chronic Care Model, che si sta sperimentando in particolare in Lombardia e in
Toscana, anche espanso a prestazioni specialistiche e diagnostiche previste nei percorsi assistenziali, con presa in carico globale
della persona e remunerazione in base al
raggiungimento di indicatori”. Una strada
lungo cui si risparmia anche, riducendo sia il
‘consumismo’ di chi tende a curarsi ‘troppo’,
sia la degenerazione delle situazioni causata
da chi si trascura.
Un’altra frontiera fondamentale è quella dell’integrazione, tra territorio e ospedale e, sul
territorio, tra i diversi soggetti che vi operano.
La regione più avanzata è la Toscana, dove è
ormai completa la rete delle Aggregazioni
funzionali territoriali (Aft), che riducono gli accessi impropri al Pronto soccorso e costituire
il nucleo per le Unità complesse di cure primarie (Uccp), costituite da uno o più Aft, servizi di continuità assistenziale, di specialistica
di primo livello, di assistenza domiciliare integrata.
Primo piano
ACI
In Lombardia è stata fatta un’esperienza particolare sulla TAO, il servizio per controllare
due o tre volte la settimana la fluidità del sangue in pazienti che hanno avuto, ad esempio,
un ictus. Prima ognuno doveva raggiungere
il centro più vicino, facendo anche 20-30
chilometri. Adesso basta andare dal medico
della cooperativa nel proprio paese, lui fa le
analisi, si collega via internet al centro specializzato e riceve le indicazioni sul conseguente dosaggio del farmaco.
L’esperienza più avanzata potrebbe partire a
Cavarzene, nel veneziano. Il tema è tra i più
rilevanti, ovvero come garantire l’assistenza
e la cura a chi viene dimesso dall’ospedale.
Una soluzione potrebbe passare attraverso
gli ospedali di comunità: pochi posti letto,
senza alta specializzazione, capaci di coinvolgere i medici del territorio. Nel paese veneto una cooperativa di medici di medicina
generale gestisce già una medicina di
gruppo all’interno di un ex ospedale. L’idea è
quella di riaprire posti letto, a fianco degli
Legacoop
Settori
ambulatori. Servirebbe, tra l’altro, a frenare la
migrazione sanitaria verso Rovigo, più vicina
in linea d’aria. Motivo per cui alla fine
l’Azienda Usl di Venezia potrebbe più facilmente dare il disco verde. Perché a volte
anche le grandi scommesse si vincono
anche così, grazie a un motivo ‘banale’. L’importante è innovare, cercare risposte nuove.
Come le cooperative sanitarie hanno imparato a fare e continuano a fare.
Sono inoltre intervenuti al congresso:
Gianfranco Piseri, segretario generale di
Federazione Sanicoop, Giorgio Gemelli,
coordinatore del progetto Legacoop Salute, Antonio Di Malta, presidente Co.S.,
Egidio Giordano, presidente Cooperativa
Nuova Dimensione Medica di Lauria, Alberto Aronica, presidente centro studi
Co.s., Antonio Calicchia, Cooperativa
Romamed, Andrea Tardiola, segretario
generale Regione Lazio, Giacomo
Milillo, presidente FIMMG, Barbara Moreschi, area promozione attiva Coopfond.
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>> Umbria
UMBRIA
>> Basilicata
>>Alleanza Cooperative Imola
Primo piano
ACI
Costituita l’Alleanza Cooperative
della regione
L’Assemblea costituente dell’Alleanza delle
Cooperative dell’Umbria tenutasi a Perugia,
il 21 febbraio, si è aperta con il sentito
omaggio promosso dal Presidente di Confcooperative Andrea Fora a Gualtiero
Bassetti in procinto di essere creato Cardinale da Papa Francesco e si è chiusa
con il colpo di scena.
Quando il Presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini ha reso ufficiale
dal palco la nomina del Presidente dell’Alleanza delle Cooperative e di Legacoop
Giuliano Poletti al ruolo di Ministro del Lavoro del governo Renzi, il popolo delle centinaia di cooperatori presenti si è sciolto in
un commosso ed affettuoso applauso. La
notizia della nomina era nell’aria e l’assenza
ai lavori assembleari di Poletti, annunciata
ad inizio assemblea come legata a impegni
sopravvenuti, ha gonfiato di orgoglio tutti gli
intervenuti rappresentando un gesto di riconoscimento alle sicure qualità umane e
professionali dell’uomo ma anche al ruolo
della cooperazione svolto in 150 anni di storia Italiana e proiettato verso le sfide future.
Nel mezzo ci sono stati tanti contenuti.
Quelli enunciati dal Presidente dell’Assemblea Andrea Fora nella sua apertura: il
senso del percorso che la cooperazione intende avviare insieme, la storia ed i numeri
importanti di quello che è stata ed è la cooperazione in Umbria, le sfide da affrontare e
la visione futura che la cooperazione ha
nella gestione dei servizi pubblici locali, nell’agroalimentare, nell’ambiente e nelle rinnovabili, nella filiera Culturale e Turistica,
nell’attenzione alla comunità e alla generazione di un nuovo welfare più moderno, efficiente, innovativo e sostenibile e tanto
altro”.
Il Cammino è in salita ha sottolineato Dino
Ricci nella sua relazione: “la crisi prolungata sta inesorabilmente segnando anche
le imprese cooperative umbre. La questione
dell’IRAP delle Cooperative Sociali, il riordino della disciplina degli appalti e lo stop
alle gare al massimo ribasso, la crisi di mercato delle cooperative di logistica e servizi,
il rilancio dell’Edilizia Cooperativa aperta al
Legacoop
Settori
welfare, l’integrazione di filiera nel comparto
cooperativo agroalimentare fino al consumatore finale, la riattivazione dei canali del
credito bancario, il calmieramento dei prezzi
dei prodotti di consumo, la fase di programmazione delle risorse comunitarie dei
fondi strutturali sono solo alcuni dei temi sui
quali ci batteremo insieme da subito”
“Leale, serio, ricco di contenuti e spesso innovativo” così è stato definito il rapporto tra
la Politica e il mondo delle cooperative nella
nostra regione nel suo intervento da Wladimiro Boccali cui ha fatto eco la Governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini che
ha rimarcato il ruolo assolutamente strategico della cooperazione per la tenuta del
welfare regionale, nell’agroalimentare, nei
servizi, consumo, credito e tanto altro.
Importante è stato il richiamo del co-presidente nazionale dell’Alleanza Maurizio
Gardini intervenuto ai lavori insieme al Presidenti di AGCI Rosario Altieri circa il ruolo
della rappresentanza della cooperazione e
all’ordine dei valori cui essa deve tendere:
“il bene dei soci, quello delle cooperative,
quello delle comunità e solo in ultima battuta delle stesse Associazioni.
L’Assemblea ha eletto per acclamazione
alla Presidenza Dino Ricci che sarà supportato dai Co-Presidenti Andrea Fora e
Gabriele Nardini e dal Comitato di Presidenza cui prenderanno parte Marco Segoloni, Cesare Zucconi, Carlo Di
Somma, Luca Raggi, Eugenio De Crescenzo, Andrea Meucci, Alessandro
Meozzi e Lorenzo Mariani.
Oltre al Comitato di Presidenza sono stati
eletti i rappresentanti del Comitato Esecutivo e dell’Assemblea Generale.
In Umbria i numeri della Cooperazione dell’Alleanza sono impressionanti: le tre centrali cooperative associano 450 imprese
cooperative che sviluppano 5,5 miliardi di
euro di fatturato ed occupano stabilmente 3
Territori
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6
dei primi cinque posti per fatturato tra tutte
le imprese della nostra regione. Tra le
prime 100 imprese cooperative per fatturato operanti in Umbria, più del 95%
aderiscono alle Centrali dell’Alleanza
con oltre 21 mila addetti complessivi,
circa 600.000 soci e 50 mila utenti assistiti quotidianamente dalle cooperative sociali.
BASILICATA
È nata l’Alleanza
delle Cooperative
«Abbiamo un’idea grande. E per portarla
avanti ci vuole una nuova organizzazione che
immagini una nuova società e una nuova
economia, un’economia sociale e solidale.
Una scommessa che insieme possiamo vincere». Con queste parole del presidente nazionale Giuliano Poletti, poche ore prima di
essere nominato Ministro del Governo Renzi,
si è chiusa il 20 febbraio, a Potenza, l’assemblea costitutiva dell’Alleanza delle Cooperative Italiane di Basilicata. Le strutture
regionali di Agci, Confcooperative e Legacoop
hanno dato formalmente dato il via, dopo una
gestazione triennale, al percorso comune di
semplificazione e ottimizzazione della rappresentanza e dei servizi per le cooperative e
per i soci, recependo l’ultimo documento sottoscritto dalle organizzazioni nazionali lo
scorso 29 gennaio. L’assemblea, composta
dalle direzioni o consigli generali delle rispettive associazioni, ha eletto all’unanimità gli organismi (ufficio di presidenza ed esecutivo).
L’esecutivo, su proposta dell’ufficio di presidenza, ha quindi eletto presidente Paolo Laguardia, attuale presidente di Legacoop
Basilicata. Sarà affiancato dai copresidenti
Primo piano
ACI
Donato Semeraro (Agci) e Giuseppe
Suanno (Confcooperative).
«Vogliamo costruire la casa dei cooperatori
lucani», ha dichiarato Laguardia, partendo dal
dato che l’Alleanza rappresenta in regione
cinquecento cooperative delle oltre mille
iscritte alla Camera di Commercio. «L’Allenza
delle cooperative di Basilicata, in virtù anche
dei numeri che esprime, si assume oggi una
forte responsabilità: deve pertanto essere
sempre posizionata sulla proposta e sul progetto, mai sulla rivendicazione. Per restare
sulla proposta – ha continuato il neopresidente – sarà opportuno lanciarne una sulla
questione del credito coinvolgendo le Bcc territoriali, poiché i poteri decisionali delle stesse
sono allocate in altri luoghi e talvolta nel trasferimento delle istanze si perde qualche passaggio e si snatura la qualità
dell’interlocuzione».
Laguardia ha poi annunciato per settembre
la conferenza programmatica della cooperazione lucana, per affrontare i temi della ristrutturazione di alcuni settori, del rilancio di
altri e dell’inquadramento della spesa pubblica. L’ufficializzazione dell’Alleanza delle
Cooperative Italiane di Basilicata va infatti a
rafforzare il sistema cooperativo nelle relazioni istituzionali, forte della posizione di rilievo
che occupa nella realtà imprenditoriale lucana. Il “rapporto su cooperazione, non profit ed imprenditoria sociale: economia e
lavoro”, illustrato direttamente dal Alessandro
Rinaldi di Unioncamere nel corso dell’iniziativa, ha mostrato come l’incidenza del valore
aggiunto prodotto dalle imprese cooperative
sul totale economia regionale sia del 5,4%,
tra i più alti d’Italia. Un riconoscimento arrivato direttamente dal presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella: «Dimostrate
maturità imprenditoriale e responsabilità
umana, valori che creano i presupposti per
ulteriori opportunità di crescita. In un momento di crisi, creare sintonie e sinergie nella
partecipazione alle politiche attive del lavoro e
al sostegno sociale è un messaggio che recupera le ansie e consegna una visione di fiducia per il futuro».
Sono altresì intervenuti Gaetano Mancini,
vicepresidente nazionale Confcooperative, e
Gian Luigi De Gregorio, presidente Agci
Campania. Presenti al battesimo dell’Alleanza
delle cooperative di Basilicata l’assessore regionale alle Politiche di sviluppo Raffaele Li-
Legacoop
Settori
berali e il direttore generale Giandomenico
Marchese, i rappresentanti dell’Ufficio regionale alla cooperazione, i segretari regionali delle associazioni sindacali, i presidenti
delle Camere di commercio di Potenza e Matera, i rappresentanti di Confindustria e delle
altre organizzazioni datoriali.
ALLEANZA COOPERATIVE IMOLA
Inaugurazione della casa
della Cooperazione Imolese
Il 19 settembre 2012 per volontà di Agci
Bologna, Confcooperative Bologna – Circondario Imolese e Legacoop Imola, si è
proceduto alla istituzione della Alleanza
delle Cooperative Italiane Imola. L’Alleanza
delle Cooperative Italiane Imola ha rappresentato una importante tappa di un nuovo
percorso comune, che deve progredire
quotidianamente, “con passo montanaro”,
attraverso il funzionamento degli organi e
l’operatività giornaliera, per supportare in
modo maggiormente adeguato, qualificato
ed innovativo le cooperative imolesi, fino ad
arrivare, all’interno della cornice definita a
livello nazionale, alla unica associazione di
rappresentanza del movimento cooperativo.
A distanza di un anno e mezzo il 5 marzo
2014 si procede all’inaugurazione della
Casa della Cooperazione Imolese, sede
operativa dell’Associazione a livello del Circondario Imolese.
17,30 Inaugurazione alla presenza di
Don Ottorino Rizzi, Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale
sociale e il lavoro
Elisabetta Marchetti, Assessore
alla Cultura del Comune di Imola
Saluti
Sergio Prati, Presidente Alleanza
delle Cooperative Italiane Imola
Daniele Manca, Sindaco di Imola
e Presidente del Circondario Imolese
Rosario Altieri, Copresidente Alleanza delle Cooperative Italiane
Maurizio Gardini, Copresidente
Alleanza delle Cooperative Italiane
Visita ai locali sede dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Imola.
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>> Governo
>> Pari Opportunità
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GOVERNO
Soddisfazione per la nomina di Giuliano Poletti a ministro del Lavoro
cooperativa. Poletti sì è inoltre dimesso da
consigliere della Fondazione Obiettivo Lavoro.
Per ciò che riguarda Coopfond, in base allo
statuto vigente, i compiti e le funzioni di
presidente sono stati assunti dal vice presidente vicario Eleonora Vanni. Il Fondo
mutualistico continua così pienamente la
propria operatività a sostegno della promozione e dello sviluppo della cooperazione nel nostro Paese.
La Presidenza di Legacoop, riunita giovedì
27 febbraio, ha dato mandato al vicepresidente vicario Giorgio Bertinelli di convocare l’11 marzo la Direzione nazionale
con all’ordine del giorno le dimissioni di
Giuliano Poletti e l’avvio delle procedure
conseguenti.
Il mondo della cooperazione esprime soddisfazione e i migliori auguri pe la nomina
a Ministro del Lavoro di Giuliano Poletti.
Un incarico che – secondo il commento
comune – costituisce un riconoscimento
all’impegno quotidiano che il sistema cooperativo ed il terzo settore vivono nel nostro Paese, dando corpo a quella cultura
del lavoro, dell’impegno e del protagonismo sociale che saprà sprigionare le energie positive utili alla ripresa e lo sviluppo.
A seguito della sua nomina a Ministro del
Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano
Poletti si è dimesso da tutti gli incarichi finora ricoperti. Le dimissioni riguardano la
presidenza dell’Alleanza delle Cooperative
Italiane, di Legacoop e di Coopfond, il
fondo di promozione dell’associazione
PARI OPPORTUNITÀ
Inaugurazione mostra
“NOIDONNE cooperAttive”
Oltre il 52%. Questa la percentuale di donne
occupate nel comparto cooperativo in Italia,
ben più della metà di quel milione e 200mila
addetti nelle 43mila imprese attive. Un’economia, quella cooperativa, che nonostante
le difficoltà degli ultimi anni, realizza un fatturato di 140 miliardi di euro e rappresenta
l’8% del PIL nazionale.
I cambiamenti del quadro socio-economico
e della struttura del mondo del lavoro, che la
crisi ha acuito, impongono una riconfigura-
Save the date
Si svolgerà il 27 e 28 marzo, a Ferrara
il primo evento nazionale di Generazioni.
Segna in agenda la data,
a breve pubblicheremo nuovi dettagli
Primo piano
ACI
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Territori
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Legacoop
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zione dei tempi di vita e di lavoro e una profonda revisione del welfare. Le donne della
cooperazione possono dare un significativo
contributo attraverso idee e progetti anche
grazie alle esperienze già in atto che hanno
aperto strade innovative in risposta ai bisogni sociali emergenti.
Con l’intento di valorizzare queste esperienze, la Commissione Pari Opportunità di
Legacoop ha promosso il progetto “Lavoro,
donne, cooperazione” con la collaborazione
di NOIDONNE, storica rivista di politica delle
donne, e della Fondazione Nilde Iotti, impegnata nella ricerca storico-socio-economica
per valorizzare le donne come classe dirigente. Obiettivo del progetto è tracciare delle
linee guida per nuovi modelli organizzativi e
per un sistema di servizi sociali rispondente
alle reali esigenze delle persone, oggi. Una
mostra e una tavola rotonda offriranno elementi di rilettura e spunti di riflessione sui
Primo piano
ACI
temi posti all’attenzione del progetto.
MOSTRA “NOIDONNE cooperAttive”
Martedì 4 marzo, a Roma, presso la casa
dell’Architettura (Piazza Manfredo Fanti, 47)
alle 15.30, Aldo Soldi, Direttore Generale
Coopfond, e Tiziana Bartolini, Direttora di
NOIDONNE, inaugurano la Mostra “NOIDONNE cooperAttive”: un progetto crossmediale che si propone una rilettura dei
passaggi salienti delle conquiste delle donne
per la parità nel lavoro, per la tutela dei diritti e per la valorizzazione del loro ruolo, soprattutto nella dimensione cooperativa. Una
mostra fotografica e documentale che incrocia la storia con le questioni più stringenti
dell’attualità dando la parola – anche attraverso video-testimonianze realizzate dalla
giornalista Marina Caleffi – alle cooperatrici di oggi. La Mostra è visitabile fino al 12
marzo.
Tavola Rotonda “Tempi di vita e tempi di la-
Legacoop
Settori
voro in Italia e in Europa oggi”
Alla tavola rotonda “Tempi di vita e tempi di
lavoro in Italia e in Europa oggi”, prevista alle
ore 16.30, interverranno Dora Iacobelli,
Livia Turco, Laura Linda Sabbadini, Rita
Ghedini, Donata Gottardi, Maria Luisa
Mirabile e Costanza Fanelli e modererà
la giornalista Luisa Grion. La tavola rotonda
sarà il primo momento di un lavoro di approfondimento svolto con ricercatrici, donne
delle istituzioni e del mondo imprenditoriale
per arrivare alla formulazione di alcune linee
di proposta per un welfare innovativo e sostenibile che saranno presentate in un convegno programmato per il prossimo
autunno.
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>> Turismo
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TURISMO
Turismo di comunità
al Congresso del Turismo Rurale
Maurizio Davolio, Responsabile di Legacoop Turismo e Presidente di AITR, è stato
relatore al V Congresso Internazionale di Turismo Rurale, che si è tenuto a Pamplona il
21 febbraio, in occasione della Fiera Internazionale di Turismo Reyno di Navarra.
Davolio ha illustrato le esperienze delle cooperative Briganti di Cerreto e Valle dei Cavalieri, e la collaborazione avviata fra Legacoop
e WWF per la valorizzazione dei prodotti agricoli e dell’offerta turistica nelle Oasi.
L’intero congresso è stato dedicato ai temi
dell’innovazione di prodotto nel turismo rurale e naturalistico, e sono state presentate
esperienze maturate sia in Spagna che in
Austria, Germania, Regno Unito e paesi dell’America Latina.
Tutte le esperienza si connotano per il rispetto ambientale, l’adozione di pratiche di
sostenibilità, l’individuazione di elementi di
autenticità, la forte partecipazione popolare
ai progetti locali.
Primo piano
ACI
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Settori
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>> Friuli Venezia Giulia
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FRIULI VENEZIA GIULIA
>> Veneto
154 idee per FVG Labor, bando
per l’imprenditoria giovanile
>> Emilia Romagna
Chi sostiene che i giovani non abbiano idee, siano svogliati o peggio fannulloni sovente viene
smentito dai fatti. In questo caso,
anche dai numeri. Fvg Labor, il
bando per l’imprenditoria giovanile
che aveva preso le mosse dal modello di FAB della Cooperativa
Itaca (l’incubatore sociale Faber Academy
Box, presentato dalla Coop friulana in occasione del Ventennale di fondazione), lanciato qualche mese fa da Upi Friuli Venezia
Giulia ha avuto molte risposte. I numeri di
Fvg Labor sono arrivati e sono decisamente
importanti.
Il bando di Fvg Labor è rivolto a tutti i giovani 18-35 anni residenti o che si trovino in
Friuli Venezia Giulia per altri motivi, che abbiano un’idea di impresa ad alto impatto
sociale. Obiettivo principale di Fvg Labor è
creare percorsi creativi e processi innovativi
per la nascita di imprese giovanili con l’intento di rafforzare la reciproca conoscenza
e consapevolezza sulle potenzialità, sui
punti di forza e debolezza, sulle competenze
e le capacità delle persone impegnate nel
progetto attraverso la condivisione di un
percorso comune. Fvg Labor vuole promuovere progetti e idee che dimostrino di
avere possibilità di trasformarsi in impresa
e creare una reale occupazione nel tempo.
Il 10 febbraio si sono chiusi i termini per
presentare le domanda e i numeri sono stati
sorprendenti. Quante idee sono arrivate?
Tante, per la precisione i progetti presentati
sono stati ben 154. A fare la parte del leone
la provincia di Udine con 63 progetti, seguono quella di Gorizia con 37, quella di
Trieste con 36 e quella di Pordenone che
ha registrato ben 18 progetti pervenuti, un
numero decisamente eccellente se si considerano le due precedenti chiamate attivate autonomamente da FAB di Itaca nel
2013 e nel 2012.
Sorprendenti anche i numeri relativi ai progettisti, sono infatti 263 gli aspiranti faber e
sono così suddivisi: 109 dalla provincia di
Udine, 65 da quella di Trieste, 63 da quella
di Gorizia e 26 da quella di Pordenone.
Altro dato significativo da registrare è quello
che riguarda la suddivisione per genere e
>> Liguria
>> Romagna
>> Romagna
>> Parma
>> Puglia
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
che vede il genere femminile maggiormente rappresentato rispetto a quello maschile: 142 le progettiste donne, 121 i
progettisti maschi. In tutte le province le ragazze che hanno presentato i progetti sono state numericamente
maggiori dei ragazzi.
Nel frattempo è già partita la fase
2 ovvero di selezione in entrata: i
progetti pervenuti, che avranno
soddisfatto i requisiti di ammissibilità, verranno valutati da quattro
Commissioni di valutazione, una
per Provincia, appositamente istituite e con
competenze specifiche in campo imprenditoriale e dell’impresa, ma anche di tipo economico e giuridico. Successivamente verrà
avviata la fase 3, quella di Academy: 4 percorsi formativi, uno per ciascuna Provincia
del Friuli Venezia Giulia, ai quali potranno
accedere un massimo di 28 idee o progetti
di impresa (7 per Provincia), per un totale
di circa 25 giornate formative distribuite nel
periodo tra il 01 marzo e il 15 maggio
2014. La fase 4 sarà quella finale di selezione in uscita e incubazione dei progetti
selezionati: al termine delle Academy i progetti verranno nuovamente valutati per la
selezione di 4 progetti (uno per Provincia)
ai quali verrà assegnato un contributo di 12
mila euro (48 mila euro complessivi messi
a disposizione dal bando), e un ulteriore periodo di accompagnamento per l’incubazione e costituzione della start-up, con
termine il 30 settembre 2014.
Fvg Labor, promosso da Upi Fvg in stretta
collaborazione con le Province di Gorizia,
Pordenone, Trieste, Udine, Cooperativa sociale Itaca, associazioni Arccs Arci Casa
dello Studente, Banda Larga, Eureka, Gap
Tricesimo e Lucide, rientra nel quadro di
Azione ProvincEgiovani 2013 promossa da
Upi e finanziata dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
VENETO
Piccola pesca costiera: approvate
graduatorie per il premio di arresto
Approvate per il distretto di Pesca Alto
Adriatico la graduatorie regionali delle domande per beneficiare del premio di arresto
definitivo (mediante demolizione/rottama-
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
11
zione) delle imbarcazioni autorizzate all’esercizio della pesca con gli attrezzi ricompresi nel sistema strascico. Le richieste
sono state presentate dagli armatori della
cosiddetta piccola pesca costiera, ovvero
che gestiscono barche di lunghezza fuori
tutto pari o inferiori a 15 metri, e l’ok è arrivato rispettivamente per Veneto, Emilia
Romagna e Friuli Venezia Giulia.
Decine e decine di armatori veneti e del distretto si sono infatti trovati nell’impossibilità di svolgere la propria attività, in seguito
all’adeguamento alle disposizioni comunitarie in materia di licenze e in particolare al
Reg. CE 1967/2006 che prevede le restrizioni della pesca a strascico entro le tre miglia. Inoltre, molti operatori veneti del
settore non possedevano un mezzo di produzione adatto alla riconversione verso altre
attività.
Infine, le imbarcazioni della marineria veneta, più piccole della media, a causa del
meccanismo premiale previsto dal regolamento comunitario n.1198 del Consiglio del
27 luglio 2006, sono state di fatto penalizzate e non hanno potuto beneficiare di questa opportunità.
«Legacoop, assieme alle altre associazioni
di categoria riunite al tavolo di crisi della
pesca convocato dalla Regione Veneto, ha
fortemente voluto un bando ad hoc per i natanti della piccola pesca costiera, che abbiamo finalmente ottenuto dal Ministero
delle politiche agricole, alimentari e forestali» spiega Antonio Gottardo responsabile del settore pesca di Legacoop Veneto.
«Nel giugno 2012 la Regione Veneto ha
fatto da apripista stabilendo per prima uno
stanziamento di risorse per indennizzare i
danni subiti dagli armatori, pari a 4 milioni
di euro. Dopo il ritardo legato alla farraginosa procedura amministrativa che si è
resa necessaria per accorpare il bando veneto a quello della altre regioni, ora siamo
giunti alla fine del percorso e mancano solo
gli atti di concessione, misure che saranno
attive sino all’esaurimento dei fondi. Abbiamo aggiunto un altro importante tassello
non solo per la costruzione di un sistema
organico di ammortizzatori sociali, ma
anche per il processo di armonizzazione
delle politiche di sviluppo e di rilancio della
pesca nel distretto dell’Alto Adriatico».
Primo piano
ACI
LIGURIA
“Turismo di valore?
Un’impresa possibile”
Turismo di valore? Un’impresa possibile.
I protagonisti del progetto promosso da Legacoop Liguria si sono confrontati il 25 febbraio con esperti, dirigenti regionali,
responsabili del turismo locali e nazionali,
analizzando anche problematiche e opportunità per le imprese cooperative riunite nel
Consorzio “Due Riviere”.
Negli ultimi mesi del 2013 è stato svolto infatti un sopralluogo individuale sulle cooperative che ha costituito la base della
riflessione avviata.
I dati parlano chiaro: le sette cooperative considerate sviluppano un giro d’affari riguardante il turismo che supera il milione e 300
mila euro; nessuna cooperativa è specificatamente rivolta al turismo ma tutte considerano il turismo come un campo economico
in cui è possibile sviluppare il proprio business: il gruppo registra oltre 750 occupati
delle quali alcune decine occupate specificatamente nel turismo; i margini operativi sono
praticamente per tutti positivi a fronte di un
problema di sottocapitalizzazione.
“Le possibili piste da approfondire per essere più competitivi sul mercato – ha commentato, Mario Viviani, consulente del
Gruppo Unipol, azienda che ha svolto un
ruolo fondamentale in questa fase di approfondimento del progetto – sono il raggruppamento delle offerte del mercato, una
strategia specifica di marketing mix delle
cooperative, la necessità di un’idea imprenditoriale forte a monte che porti un soggetto
a capo del progetto”.
Una volta fare un Consorzio era più facile, le
cooperative tendevano ad essere molto simili.
Oggi le differenze di attività si sono moltiplicate, questo rende più difficile l’aggregazione.
“Ma queste cooperative possiamo sostenerle
Legacoop
Settori
come Legacoop assumendo alcuni compiti
come comparto turistico che di fatto è ormai
operativo da tempo – ha sottolineato Gianluigi Granero, presidente di Legacoop Liguria -. Concentrandoci sui temi della
formazione rivolta al web, approfondendo le
soluzioni che il mondo cooperativo può dare
ai problemi di capitalizzazione anche delle
cooperative più piccole, per arrivare alla capacità di essere pronti a cogliere le occasioni
dei bandi nazionali ed europei”.
L’esperienza di “Turismo di Valore” ha raccolto anche l’attenzione della Regione Liguria.
“Nei prossimi anni dobbiamo intercettare una
percentuale di quel miliardo di persone che
si appresta a viaggiare – ha ricordato il direttore dell’assessorato al turismo della Regione
Liguria, Luca Fontana -. Per far questo occorre capire i sogni di queste persone, dare a
loro servizi web sempre più moderni, ritornare
a supportare gli investimenti delle imprese,
sfruttare le occasioni dell’agroalimentare
anche in previsione dell’Expo 2015”.
Il settore del turismo, d’altra parte, non deve
essere considerato un settore marginale.
“Ci sono margini di crescita – ha spiegato il
direttore dell’Agenzia In Liguria, Enisio Franzosi. -. Occorre pensare a nuovi servizi in un
territorio a vocazione turistica come la Liguria. In questo senso il ruolo di un Consorzio
può essere importante perché rappresenta
un soggetto giuridico che per le sue caratteristiche è in grado di favorire il trasferimento
delle conoscenze. In questo modo possiamo
valorizzare ulteriormente le caratteristiche del
nostro prodotto”.
La riflessione sull’esperienza ligure è stata
anche l’occasione per capire il ruolo che i
consorzi turistici possono avere a livello nazionale.
“I consorzi devono essere ritenuti necessari
dalle cooperative che lo costituiscono, un
vero e proprio strumento per affrontare
aspetti che da sole non riescono a risolvere
– ha concluso il responsabile nazionale di
Legacoop Turismo nazionale, Maurizio Davolio -. Il Consorzio può essere un soggetto
decisivo per la creazione di una progettualità ad alto livello e per sviluppare un’azione
commerciale efficace. Senza dimenticare
che un consorzio ha una capacità di dialogo
e di confronto con le istituzioni che il singolo
non potrà mai avere”.
Territori
Imprese
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EMILIA-ROMAGNA
Monti: “Bene le priorità
indicate da Renzi”
“Bene le priorità di Renzi: impresa, lavoro, PA.
Servono concretezza, serietà, coraggio#GovernoRenzi”: con questo tweet il presidente
di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni
Monti, ha commentato la fiducia ottenuta dal
Senato e dalla Camera dal governo.
«Condivido le priorità indicate da Renzi nel
suo intervento al Senato e in quello alla Camera: aiuti alle imprese per il credito, sblocco
dei debiti della Pubblica amministrazione, taglio del cuneo fiscale sul lavoro – spiega
Monti –. Avanti, dunque, per garantire il lavoro, sostenere le imprese, promuovere una
vera equità fiscale».
Monti ha anche ribadito il sostegno al ministro
del Lavoro, Giuliano Poletti: «Poletti ha come
punto di riferimento l’economia sociale, ovvero la capacità dell’impresa di essere economicamente forte e competitiva basando
forza e competizione sul rapporto con i territori, sulla sostenibilità ambientale e sociale,
sul coinvolgimento delle persone e delle comunità per creare benessere, reddito, lavoro».
Legacoop Servizi, Armuzzi: “Debiti
della PA, bene Renzi, subito i fatti”
Pubblichiamo, di seguito, una nota diffusa il
24 febbraio da Alberto Armuzzi, presidente
di Legacoop Servizi Emilia Romagna.
“Debiti della Pubblica amministrazione, bene
Renzi, subito i fatti”. Alberto Armuzzi, presidente di Legacoop Servizi Emilia-Romagna e
vicepresidente nazionale dell’associazione, ha
commentato così il discorso di Matteo Renzi
al Senato: «Bene gli impegni enunciati dal
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sui
pagamenti dei debiti delle Pubbliche amministrazioni. Mi auguro che si passi rapidamente ai fatti così come già è stato fatto da
parte della Regione Emilia-Romagna”
Legacoop su Facebook,
il presidente Monti è su Twitter
E’ attivo, all’indirizzo https://www.facebook.com/legacoop.emiliaromagna.3, il proPrimo piano
ACI
filo Facebook di Legacoop Emilia-Romagna.
Il trattino tra Emilia e Romagna, oltre che corretto, è necessario per non venire indirizzati
a un profilo pre-esistente e da sempre inattivo che si sta cercando di fare rimuovere.
Nel profilo Facebook convergono le attività di
Legacoop Emilia-Romagna, dei settori, di associazioni collegate oltre ai richiami alle iniziative di altre realtà Legacoop.
Ogni giorno vengono selezionate una o più
notizie di attualità per proporle all’attenzione
degli e delle utenti.
Restando ai social network, il presidente di
Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti,
è da qualche giorno attivo su Twitter. E’ possibile cercarlo con il nickname MontiLegaccop (https://twitter.com/MontiLegacoop) o
digitando nella finestra di ricerca nome e cognome (Giovanni Monti) e diventando un follower.
Generazioni Emilia Romagna:
incontro su “Giovani@lavoro (?)”
La fabbrica della cooperativa Deco a Bagnacavallo (via Caduti del lavoro, 2) ospita
il 7 marzo una giornata di studio di Generazioni, il network delle giovani cooperatrici
e dei giovani cooperatori ‘under 40’ di Legacoop Emilia Romagna (www.generazioni.coop). Il titolo dell’incontro è
Giovani@lavoro (?) verrà affrontato quindi il
tema più importante con cui si stanno confrontando in questo momento le giovani generazioni del nostro Paese. E per
approfondire l’argomento Generazioni ha
pensato che non vi sia posto più adatto di
un importante e moderno impianto produttivo, di una ‘fabbrica’ appunto.
Il programma della giornata prevede alle
14.30 la registrazione partecipanti e alle 15
una visita allo stabilimento Deco. Alle 16
prenderà il via la tavola rotonda, introdotta
dal coordinatore di Generazioni Romagna
Rudy Gatta e moderata dal caporedattore
di Ravenna del Corriere di Romagna Luca
Pavarotti, a cui parteciperanno Giancarlo
Legacoop
Settori
Ciaroni, presidente Legacoop Romagna,
Giorgio Graziani, segretario Generale Cisl
Emilia Romagna, Massimo Bucci, presidente Centuria-Agenzia per l’Innovazione
della Romagna, Filippo Taddei, SAIS
Johns Hopkins University. I lavori termineranno alle 18.30, dopo di che i partecipanti
si sposteranno alla Maison Barcelona per il
buffet.
Lo spunto della giornata di studio viene
dalla constatazione che le parole giovani e
lavoro, che in una società moderna dovrebbero essere indissolubili, in quest’epoca appaiono distanti, a volte inconciliabili.
L’iniziativa dei giovani cooperatori di Generazioni si propone di individuare spunti e,
possibilmente, risposte sul problema dell’occupazione giovanile. A cominciare da
quale può essere il ruolo dei giovani e come
valorizzarli per la crescita e lo sviluppo economico e sociale dei territori e dello Stato.
E ancora, quali strategie, innovazioni, opportunità è in grado di proporre la cooperazione, che è sempre stata in grado di
gestire i momenti di difficoltà e trasformare
le sfide in opportunità per il futuro. La domanda centrale, in sintesi, è questa: la cooperazione può permettersi di scommettere
sui giovani e i giovani sulla cooperazione?
(Iscrizione obbligatoria entro il 4 Marzo: [email protected])
ROMAGNA
Legacoop su Iter: “Massimo
impegno, senza clamori”
La drammatica situazione della cooperativa
Iter, che Legacoop segue sin dall’inizio, conferma ancora una volta che siamo di fronte
alla crisi più terribile mai vissuta in Italia dal
Dopoguerra a oggi nel settore delle costruzioni.
“Iter fa parte della storia della cooperazione
e della storia di questo territorio. Preme alla
cooperazione, come a tutti i soggetti responsabili, fare il possibile per affiancare
l’impresa nella ricerca di soluzioni possibili
per l’impresa stessa e per i lavoratori”, dice
il Presidente di Legacoop Romagna, Giancarlo Ciaroni. “Legacoop, Federazione e
in generale il sistema cooperativo lo stanno
facendo sin dall’inizio, con i massimi sforzi
e senza clamore, come è abitudine. Anche
Territori
Imprese
Sondaggio
Territori
13
perché le condizioni del mercato, purtroppo,
non consentono facili illusioni”, dice.
“C’è un fatto chiave, che stiamo ripetendo,
inascoltati, da anni: senza le commesse è
impossibile mantenere il lavoro. Nessun tipo
di solidarietà può superare questo dato e lo
denunciamo da tempo, insieme alle altre
associazioni di categoria che rappresentano
imprese edili”, prosegue il direttore di Legacoop Romagna, Monica Fantini.
“Le responsabilità – dice il responsabile Lavoro, Valeriano Solaroli – sono precise:
la mancanza di investimenti in infrastrutture; l’insostenibilità degli appalti al massimo ribasso che drogano il mercato e
penalizzano le imprese che lavorano nella
legalità; la mancanza di risorse per gli investimenti, causata anche dai ritardi cronici
di pagamento; il conseguente peso degli
aspetti finanziari e infine la necessità di politiche che promuovano un costruire diverso, sostenibile, volto al riqualificare e
ricostruire”.
“Cercare facili capri espiatori - prosegue
Solaroli - è un esercizio che non fa onore a
nessuno. Soprattutto non aiuta i lavoratori
e le loro famiglie, che hanno esigenze ben
precise. Negli ultimi anni abbiamo messo in
campo ogni strumento in nostro possesso
per ricollocare le persone che sono uscite
dalle aziende in crisi, in un mercato del lavoro che purtroppo è del tutto saturo”.
“Il movimento cooperativo – conclude Monica Fantini - ha sempre messo al centro le
esigenze della persona e dal 2008 ad oggi
è riuscito a difendere i posti di lavoro con
ogni mezzo possibile, anche con scelte difficili. Continueremo a farlo, ma serve un impegno straordinario a ogni livello. Ci
auguriamo che il nuovo Governo prenda
atto della situazione e realizzi davvero il
cambio di passo promesso”.
ROMAGNA
Il saluto dei cooperatori a
Romeo Lombardi
È con immensa commozione che il movimento cooperativo dà l’addio a Romeo
Lombardi, riconosciuto come uno dei padri
fondatori della cooperazione agroalimentare
italiana ed europea dal Dopoguerra ad oggi
Primo piano
ACI
e tra i fondatori di Legacoop Romagna.
Romeo si è spento all’IRST di Meldola oggi
pomeriggio, combattendo con il coraggio
che lo contraddistingueva contro la temibile
malattia che l’aveva colpito da tempo.
«Romeo Lombardi – lo ricorda il direttore
generale di Legacoop Romagna, Monica
Fantini – è stato per me un maestro e un
riferimento di cosa significa essere cooperatori. Romeo era un cooperatore di quelli
tenaci e curiosi, per cui il tempo era l’opportunità irrinunciabile per lasciare un
segno al servizio della Comunità, a partire
dai più deboli. In un percorso senza specchietti retrovisori, ma capace di un rinnovamento coerente verso ciò che la
cooperazione deve, prima di tutto, essere:
equa, altruista e giusta».
«È stato un esempio per tutti – sottolinea il
vicepresidente di Legacoop Romagna,
Mauro Pasolini – non solo per quello che
aveva realizzato nella sua lunga carriera,
ma per la capacità di continuare a progettare il futuro con una spinta intellettuale,
morale e culturale che non si spegnerà mai.
Non possiamo che ringraziarlo per il grande
patrimonio ideale che ci ha lasciato».
Biografia di Romeo Lombardi
Nato nel 1940 in piena Seconda Guerra
Mondiale da una famiglia di produttori agricoli mezzadri, già all’età di 16 anni Romeo
Lombardi aveva iniziato a lavorare con il
padre e dopo il diploma da perito agrario
era stato assunto dalla Lega Cooperative
provinciale, dove negli anni Cinquanta e
Sessanta ebbe un ruolo fondamentale nell’organizzare i piccoli produttori agricoli
nelle prime cooperative agroalimentari.
Fu tra i primi, insieme al professor Giorgio
Celli, a introdurre in Italia la lotta guidata e
la lotta integrata per ridurre drasticamente
l’uso della chimica in agricoltura a difesa
della salute del territorio, dell’ambiente e
degli insetti utili all’agricoltura. Memorabili
le sue campagne contro le multinazionali
che producevano gli antiparassitari e i docenti universitari che – come diceva lui –
venivano “foraggiati” dalle grandi aziende. È
stato un pioniere assoluto della produzione
biologica con la costituzione a Cesena della
prima biofabbrica in Italia per la produzione
di insetti utili in sostituzione dei pesticidi.
Negli anni Settanta e Ottanta fu ancora pro-
Legacoop
Settori
tagonista nello sviluppo verso i mercati
esteri, sempre tenendo al centro il bene dei
soci produttori agricoli. Divenne presidente
dell’Associazione Provinciale delle Cooperative Agricole, quindi tra gli anni Ottanta e
Novanta fu protagonista attivo della laboriosa attività per l’unificazione delle cooperative ortofrutticole in un’unica azienda di
cui divenne Amministratore Delegato. Era
nata Apofruit, oggi tra i principali soggetti
dell’agroalimentare italiano ed europeo, alla
base del successo di marchi come Almaverde Bio.
Dal 1995 al 2005 era quindi stato responsabile nazionale Ortofrutta di Legacoop
Agroalimentare nazionale. Negli ultimi anni
Lombardi si era dedicato con passione alla
promozione della sana alimentazione rivolta
soprattutto ai bambini delle scuole primarie
e attraverso moderni e innovativi modelli didattici, divenendo presidente della cooperativa educativa Alimos.
PARMA
Cooperazione sociale, protagonista del Welfare regionale
Riconoscere il ruolo che le cooperative sociali hanno assunto nel sistema di welfare
regionale, sia come erogatrici di servizi che
nel collocamento protetto, affermarne
l’operato in nuovi ambiti e sottolineare la rilevanza del sistema cooperativo nell’economia regionale.
È quanto propone il progetto di legge presentato il 27 febbraio presso Palazzo Giordani della Provincia di Parma, in un incontro
promosso da Legacoop e Confcooperative
con il patrocinio della Provincia, tenuto dal
consigliere Pd Marco Carini (primo firmata-
Territori
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Territori
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rio e relatore). La proposta “Norme per la
promozione e lo sviluppo della cooperazione
sociale” abroga l’attuale norma regionale in
materia per l’attuazione della legge
381/1991 (L.r. 7/1994).
In Emilia-Romagna operano 920 cooperative sociali per un totale di 37.646 dipendenti. Più del 77% degli addetti è assunto
con contratto a tempo indeterminato e il
76% del totale è costituito da donne, mentre l’8% appartiene a categorie svantaggiate. “Oggi - si legge nella relazione che
accompagna il testo - le cooperative sociali
sono soggetti imprenditoriali a tutti gli effetti, uguali nei valori fondanti a quelle di un
tempo, ma profondamente diverse nelle
loro relazioni col territorio, nel rapporto con
la Pubblica Amministrazione, nella capacità
di fare impresa portando benefici tanto a se
stesse quanto alla collettività”.
Composta di 26 articoli, la proposta in sintesi prevede “l’istituzione dell’Albo regionale
delle cooperative sociali con ampliamento
della gamma dei servizi; la determinazione
delle forme di partecipazione della cooperazione sociale alla programmazione, progettazione, gestione, realizzazione e
valutazione dei risultati del sistema integrato di interventi e servizi alla persona; l’individuazione dei criteri di affidamento e
conferimento dei servizi; la definizione di un
calendario massimo dei pagamenti alle
coop; la costituzione di un fondo rischi consortile per il sostegno a varie misure creditizie; altre misure di promozione, sostegno
e sviluppo della cooperazione sociale”.
Il percorso molto complesso e articolato è
stato intrapreso da un paio d'anni, e ora il
testo è stato iscritto ai lavori dell'Assemblea
Primo piano
ACI
regionale; seguiranno le parti dibattimentali, le votazioni articolo per articolo e l'approdo in aula dove sarà oggetto di un altro
iter. Ma il lavoro è in corso e il sostegno del
movimento cooperativo e di tanti altri soggetti coinvolti non manca. Parlare di cooperazione sociale significa infatti parlare di
comunità e di diritti.
PUGLIA
Coopfond a sostegno
delle cooperative della regione
Per far ripartire l’economia servono idee e
progettualità. C’è bisogno di nuove imprese,
giovani e innovative, come anche il rilancio
di aziende a rischio chiusura, con reali sostegni agli investimenti. Il ruolo di Coopfond,
il fondo mutualistico di Legacoop, è stato
ed è, in tal senso, fondamentale anche in
Puglia. Soprattutto per incentivare l’adozione della tipologia d’impresa cooperativa
e sostenere quelle già esistenti e a rischio
collasso.
Nella sede della Lega delle cooperative pugliesi, a Bari, il direttore generale di Coopfond, Aldo Soldi, ha incontrato, mercoledì
19 febbraio, una folta rappresentanza di
cooperative pugliesi, insieme ai responsabili
delle organizzazioni settoriali Legacoop Puglia e al presidente, Carmelo Rollo. Un incontro importante per illustrare il tenore
degli interventi attuati, ad oggi, da Coopfond e le prospettive future in Puglia.
“Ad oggi sono 27 i progetti di investimento
attuati in Puglia, per un totale di 17 milioni
di euro e un ritorno di 2 milioni dal 3% ver-
Legacoop
Settori
sato da ciascuna cooperativa pugliese aderente al fondo”. Un dato quest’ultimo, come
ha sottolineato Soldi, strettamente legato
alla crisi attuale, che ha “evidentemente
fatto calare le entrate del 3%, attestato
come il più basso di sempre, ovvero dalla
nascita di Coopfond (ndr 1992 ).
Gli impieghi di Coopfond, come ha illustrato
il direttore generale, sono di tre tipi, ovvero
sostegno alle nuove imprese, aiuti alla capitalizzazione, cioè al finanziamento, dei
soci di un’impresa cooperativa e, per ultimo, potenziamento delle relazioni con le
strutture finanziarie territoriali.
Legacoop Puglia, come ha sostenuto Soldi,
sta giocando ruolo decisivo nell’accompagnamento progettuale di giovani start-upper
per accedere agli investimenti di CoopFond.
“I nostri – ha specificato- il direttore Soldi
non sono interventi a pioggia. Accogliamo
le proposte dai territori e dalla organizzazioni territoriali Legacoop, ma manteniamo,
comunque, l’autonomia decisionale, come
responsabile della gestione del fondo”.
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Imprese
>> Fondazione Unipolis
>> CMB
>> CPL Concordia
15
FONDAZIONE UNIPOLIS
Rapportosusicurezzaeinsicurezza
sociale in Italia e in Europa
>> Il Bettolino
>> Coop Comunità Oltrevalle
>> Cooperativa Quid
>> Cooperativa Sociale Cooperarci
>> Ortofrutta
E’ l’Italia alle prese con una pressoché
eterna transizione, senza che però si intraveda verso dove, verso una meta, un approdo al quale agganciarsi per cercare di
avviare una comunque faticosa e problematica risalita dal fondo della crisi. Crisi che
non è solo economica e sociale, ma, per
molti aspetti, ancor più culturale e politica,
persino identitaria. E’ il Paese nel suo insieme, sono i cittadini che non riescono a
intravedere il proprio futuro, considerato –
appunto – meta e approdo sempre più confuso e smarrito, in una nebbia che tutto
rende uniforme e impalpabile. Ma, proprio
per questo, inafferrabile. Una situazione che
risalta ancor di più se messa a confronto
con i principali paesi europei – Germania,
Francia, Gran Bretagna e Spagna, anch’essi
oggetto di indagine – i quali sono pure loro
alle prese con la più lunga e prolungata crisi
dal secondo Dopoguerra, ma – anche considerando la specifica situazione tedesca –
che sembrano disporre di qualche sicurezza
in più.
È il ritratto impietoso, ma non per questo
meno realistico, del nostro Paese che
emerge dal settimo “Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia
e in Europa”, realizzato per conto di Fondazione Unipolis da Demos&Pi e Osservatorio di Pavia, e presentato oggi, 24
febbraio 2014, a Palazzo Marino, sede
del Comune di Milano. All’incontro sono intervenuti Ilvo Diamanti, docente a Urbino
e direttore scientifico di Demos&Pi, Antonio Nizzoli, direttore Osservatorio di Pavia,
Fabio Bordignon, responsabile ricerca
Demos&Pi, Don Virginio Colmegna, presidente Fondazione Casa della carità,
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e
coesione sociale di Milano, Pierluigi Stefanini, presidente Gruppo Unipol e Fondazione Unipolis. Ha coordinato Luca Sofri,
direttore de Il Post.
E’ l’Italia della “Grande Incertezza”, come
la definisce il prof. Ilvo Diamanti nel suo
commento ai dati emersi dal Rapporto, che
indaga sulla relazione tra “percezione, rappresentazione sociale e mediatica della sicurezza”. La società italiana, quale essa
emerge dall’analisi di opinione come dalle
immagini che ne danno i media sia televisivi che cartacei, è caratterizzata, sottolinea
Diamanti, dalla “perdita dei riferimenti di
valore, istituzionali, normativi che fornisce
la politica. Rende il clima d’opinione deluso, ma ancor di più: disorientato”. Così,
se la stessa crisi economica ha in qualche
modo “perduto centralità” e gli “attori criminali hanno perduto visibilità”, il “risentimento sociale si è rivolto in direzione
diversa e inversa”, rispetto a chi in passato
era ritenuto responsabile delle difficoltà e
dei problemi. Per Diamanti, “lo schema
narrativo si è quasi rovesciato: crisi politica -> crisi economica -> insicurezza sul
futuro”. Futuro che “è pressoché scomparso. Si è perso, anch’esso, nella nebbia
della Grande Incertezza in cui siamo
scomparsi”.
L’insicurezza nella percezione dei cittadini
Questa settima edizione del Rapporto è basata, come in passato, su una estesa indagine svolta su un campione rappresentativo
della popolazione italiana e dei principali
paesi europei, e su una accurata rilevazione
dell’informazione di tutti i telegiornali italiani
e dei maggiori TG di Francia, Germania,
Gran Bretagna e Spagna, nonché – per la
prima volta da quando il Rapporto viene
realizzato – su due dei più diffusi quotidiani
di ciascuno dei Paesi considerati, cui si è
aggiunta una sperimentazione relativa a
come in Italia il tema sicurezza è stato affrontato su Twitter.
Per quanto riguarda l’Italia, l’insicurezza
economica continua ad essere in cima alle
preoccupazioni dei cittadini: ben il 73%
degli intervistati la considera come emergenza principale, anche come somma dei
diversi elementi, come disoccupazione – il
50% ha come paura principale quella di
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perdere il lavoro – tasse, costo della vita.
Una percentuale complessiva inferiore di sei
punti percentuali rispetto all’anno scorso,
ma di 15 più alta che nel 2009. Solo gli
spagnoli e in parte i francesi esprimono
dati paragonabili, mentre britannici e, soprattutto, tedeschi, con il loro poco più che
30%, sembrano considerarsi fuori dalla
crisi.
Ad una verifica più accurata, gli italiani si
percepiscono impoveriti, al punto che l’85%
ritiene che le distanze tra “chi ha poco” e
“chi ha molto” sia parecchio aumentata
negli ultimi dieci anni. Così che, per la prima
volta, la maggioranza degli interpellati
(52%) colloca la propria famiglia nella
classe sociale “bassa e medio bassa”. Appena otto anni fa, invece, il 60% degli italiani si considerava appartenente al ceto
medio e soli il 28% tra i ceti medio – bassi.
Insomma, come sottolinea Diamanti, siamo
di fronte ad una “società che scivola verso
il basso”. A farne le spese sono soprattutto
i giovani – quasi il 60% degli italiani ha
come sua principale “paura” il futuro dei
figli; il che porta la maggior parte delle persone (67%) a considerare l’emigrazione all’estero la sola speranza possibile per i
ragazzi.
Ad alimentare ulteriore preoccupazione e
sfiducia c’è poi la politica. Considerata incapace di risolvere la crisi e i problemi economici del Paese, la politica è essa stessa
diventata un fattore di insicurezza: il 68%
degli italiani intervistati, infatti, si dichiara
“frequentemente” preoccupato per “l’instabilità politica”. Peraltro, come si può vedere
dai dati relativi a come i mezzi di informazione affrontano i temi dell’insicurezza,
l’”instabilità politica” è nei TG la seconda
voce in termini di spazio dedicato alle notizie aventi natura “ansiogena” (facendo registrare, in questo caso, una certa
coincidenza tra percezione e rappresentazione mediatica dell’insicurezza). Si determina così una sorta di circuito vizioso nel
quale la crisi economica determina una
forte insicurezza nelle persone, ma la difficoltà o l’incapacità della politica di trovare
assetti stabili e di creare opportunità di lavoro, reddito e sviluppo, produce maggiore
disillusione, accrescendo ancor più la percezione di insicurezza nelle persone. Il che
contribuisce a spiegare in gran parte l’auPrimo piano
ACI
mento dell’antipolitica, la crisi di fiducia
nelle istituzioni, nazionali – stato, comuni e
regioni – ma anche nell’Unione Europea,
che ha appena un 27% di espressioni di fiducia da parte degli italiani (da sempre tra
i più europeisti), stessa percentuale dei britannici (che invece la Ue l’hanno sempre bistrattata), segnando invece oggi come più
europeisti i tedeschi (55% di fiducia) e gli
spagnoli (39%).
In questo quadro, l’insicurezza personale,
determinata dalla criminalità comune, conserva una sua valenza importante tra le preoccupazione e le “paure” degli italiani, che
indicano nelle interviste un “aumento”
anche rilevante della criminalità, sia a livello
nazionale (lo dice l’84%), che nella zona di
residenza (aumentata per il 43% negli ultimi
cinque anni), ma comunque molto lontano
dai picchi registrati nel biennio 2007/2008.
A colpire maggiormente l’opinione pubblica più che i reati più gravi – mentre l’andamento complessivo, sulla base dei dati
ufficiali è stabile se non in leggera diminuzione – sono quelli che invadono la sfera
privata, segnatamente i furti in casa, che
generano maggiore allarme e inquietudine
tra i cittadini.
Merita di essere evidenziato come sia andata riducendosi la “paura” nei confronti
degli immigrati: per il 56% la loro presenza
in Italia “favorisce la nostra apertura”, mentre ben l’80% si dichiara favorevole a concedere la cittadinanza ai figli di stranieri nati
nel nostro Paese. Anche se circa un italiano
su tre percepisce gli immigrati “come un
pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza
delle persone” e una quota analoga li valuta come “minaccia per l’occupazione”.
La rappresentazione mediatica
Se questa è, in estrema sintesi, la percezione dell’insicurezza da parte dei cittadini,
qual è invece la rappresentazione che viene
offerta dal sistema dei media dei temi connessi alla sicurezza, nei suoi diversi aspetti?
L’Italia si conferma come una sorta di “anomalia” rispetto al resto d’Europa, perché
continua a mettere la criminalità in testa all’agenda dell’insicurezza, pur modificandone la composizione. Se negli anni
2007-2008 prevaleva una modalità comunicativa che teneva insieme il binomio “criminalità-immigrazione”, tra il 2010-11 ha
Legacoop
Settori
prevalso la serializzazione dei fatti criminosi,
nell’ultima fase a dominare sono state le
notizie e le informazioni relative ai crimini
più violenti ed efferati. Nonostante il 2013
sia stato l’anno in cui si è avuto il minore
tasso di omicidi dall’Unità d’Italia. In nessun
altro paese i TG danno tanto spazio ai fatti
di cronaca nera, con la parziale eccezione
della Spagna.
Ma soprattutto, ciò che colpisce è la discrasia, la distanza tra la realtà e ciò che
percepiscono i cittadini, in termini di crisi
economica, preoccupazione per il lavoro,
impoverimento e lo spazio che i media, segnatamente i TG, dedicano a questi temi. In
Italia un peso assai rilevante ce l’ha l’informazione politica, mentre il principale TG nazionale, nel periodo 16 dicembre 2013 e 5
gennaio 2014, ha dedicato oltre il 58%
delle notizie che hanno che fare con tematiche cosiddette “ansiogene” a fatti legati
alla criminalità e soltanto il 4,4% a informazione su crisi, impoverimento e perdita di
lavoro. Percentuali esattamente rovesciate
per il TG britannico, mentre in Germania il
33% ha riguardato i temi della crisi economica e solo il 16% quelli criminosi, in Francia 19% e 13%, in Spagna 19% e 51%. Se
invece si valutano le testate quotidiane cartacee, in Italia è in assoluto la politica a farla
da padrona, con un 32% di notizie complessive. Uno spazio molto maggiore rispetto ai giornali degli altri paesi europei,
che si occupano maggiormente di crisi economica e soprattutto di politica estera. Il che
conferma una ulteriore “anomalia” dell’informazione italiana nel contesto europeo, la
scarsa attenzione ai fatti del mondo a vantaggio di una impostazione il più delle volte
autoreferenziale.
CMB
Presentato il budget per il 2014:
previsioni di tenuta
Negli ultimi anni il panorama del settore costruzioni è andato profondamente ridefinendosi: dal 2008 al 2013 il mercato
interno è calato del 30% con grandi ripercussioni su imprese di tutte le dimensioni.
In questo quadro, CMB è stata in grado di
dimostrare la sua capacità di affrontare la
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linea con le aspettative.
Il Bilancio preventivo 2014 e le proiezioni
2015 sono state presentate sabato 22 febbraio ai Soci di CMB riuniti in Assemblea
presso la sede della Cooperativa a Carpi.
Per l’occasione, oltre ad autorità e rappresentanti del mondo cooperativo e bancario,
è intervenuto Lauro Lugli, Presidente di
Legacoop Modena, che ha sostituito Giuliano Poletti chiamato a ricoprire la carica
di Ministro del Lavoro nel Governo Renzi.
crisi e mantenere la sua posizione nonostante la recessione del settore e la perdurante carenza di investimenti pubblici.
Anche per il 2014, CMB prevede la sostanziale tenuta del giro d’affari che si collocherà intorno ai 510 milioni di euro con
un’utile netto che supera i 5 milioni, in linea
con gli andamenti registrati negli ultimi
esercizi, e un patrimonio di Gruppo che arriverà a sfiorare i 226 milioni.
Per il 2015, la Cooperativa prevede una
crescita del fatturato che si posizionerà sui
550 milioni anche grazie alla fase di piena
produzione in cui si troveranno alcuni importanti opere in Italia, tra le quali il 3° Macrolotto della Salerno – Reggio Calabria e
la Torre di Citylife a Milano progettata dall’archistar Zaha Hadid, oltre i lavori all’Estero.
Le acquisizioni lavori attraversano una fase
di rallentamento sul mercato domestico per
l’assenza di investimenti, mentre all’Estero
si prevede una crescita del portafoglio puntando sui Paesi dell’Europa dell’Est e del
Nord Africa. La forte concorrenza delle imprese dei Paesi emergenti impone di focalizzarsi su commesse specialistiche e di
medio-grandi dimensioni: in particolare
operando in quegli ambiti in cui CMB è in
grado di esprimere maggior valore aggiunto
ed esperienza come le grandi infrastrutture,
l’edilizia ospedaliera e direzionale a elevata
complessità. CMB, del resto, negli ultimi
anni si è collocata fra le imprese più performanti nella realizzazione di grattacieli,
grazie soprattutto alla Torre Unipol di Bologna e al comparto Porta Nuova Varesine a
Milano, sul quale svetta il “Diamantone”.
Il mercato del project finance e della gestione dei servizi conferma la previsione di
costante crescita, alimentando la redditività
netta e mantenendo il portafoglio servizi in
Primo piano
ACI
CPL CONCORDIA
Incontro con il Presidente di Sace
per sostenere l’export modenese
CPL Concordia, gruppo cooperativo dell’energia con forte propensione export, ha
ospitato il 25 febbraio un importante appuntamento sull’internazionalizzazione dedicato alle imprese modenesi interessate a
rafforzare la loro presenza sui mercati
esteri.
Protagonista del convegno, dal titolo “Incontro all’Impresa”, è stato il Presidente di
SACE Giovanni Castellaneta, già ambasciatore a Washington e Teheran, intervenuto all’evento organizzato dal gruppo
cooperativo concordiese in collaborazione
con WAM Group, multinazionale di Cavezzo
(MO). All’incontro hanno preso parte numerose realtà produttive della Bassa Modenese compresi imprenditori, artigiani,
istituti di Credito e rappresentanti delle istituzioni locali interessati a scoprire le opportunità di sostegno offerte da SACE per
l’internazionalizzazione.
“In un momento così delicato, a poca distanza dalle drammatiche vicende del terremoto e delle alluvioni, la presenza del
Presidente Castellaneta, rappresenta un
forte segnale di vicinanza da parte di SACE
Legacoop
Settori
alle aziende del territorio della bassa modenese, storicamente a forte vocazione export” - ha sottolineato Roberto Casari,
Presidente di CPL CONCORDIA. “Anche per
una realtà come CPL, che in questi ultimi 5
anni di crisi ha raddoppiato fatturato e dipendenti, la crescita oltre i confini nazionali
richiede un mix di ingredienti per nulla
scontati, fra i quali una solida leva finanziaria e conoscenza delle dinamiche economiche dei vari paesi».
Vainer Marchesini, imprenditore a capo
di Wam Group, multinazionale manifatturiera di Cavezzo (MO), distinguendo opportunamente fra internazionalizzazione e
globalizzazione, attività di export e produzione all’estero, ha ripercorso il cammino
faticoso compiuto “nel lontano 1984 per far
nascere il primo stabilimento produttivo
negli Stati Uniti: lo Stato non era presente,
non ci ha aiutato”.
Il Presidente Castellaneta ha esordito spiegando il ruolo di Sace, che offre prodotti assicurativi e finanziari finalizzati a
promuovere l’internazionalizzazione delle
imprese attraverso la copertura dei rischi di
carattere politico e commerciale ai quali
sono esposti gli operatori nazionali (imprese
e banche) nelle loro attività con l’estero.
“L’export è stato la chiave di successo per
le 25.000 aziende italiane, soprattutto Pmi,
che si sono affidate a SACE in questi anni.
Sono orgoglioso di poter incontrare di persona le imprese dell’Emilia Romagna, regione dal carattere straordinario, che hanno
saputo reagire con forza alle difficoltà di
questi anni e che in SACE, presente a Modena con un proprio ufficio, possono trovare il partner ideale per cogliere le
opportunità offerte dai mercati esteri”.
Coadiuvato dalla Dott.ssa Simonetta
Acri, direttore Rete domestica di SACE Spa,
Castellaneta ha passato in rassegna i servizi offerti da SACE “la quale - ha sottolineato l’Ambasciatore - più che aiutare
intende accompagnare le aziende nel loro
percorso di crescita”. SACE, società del
Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, offre servizi di export credit, assicurazione del credito, protezione degli investimenti, garanzie
finanziarie, cauzioni, protezione dai rischi
della costruzione e factoring. Con 70 miliardi di Euro di operazioni assicurate in 189
paesi, il gruppo SACE sostiene la competi-
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tività delle imprese in Italia e all’estero, garantendo flussi di cassa più stabili e trasformando i rischi di insolvenza delle
imprese in opportunità di sviluppo.
Nel corso della sua permanenza nella sede
di CPL la delegazione di SACE ha potuto visitare le strutture produttive di CPL ricostruite dopo il sisma, fra le quali la
nuovissima Control Room attraverso la
quale gli operatori e tecnici della cooperativa sorvegliano e telecontrollano gli impianti
sul territorio nazionale direttamente da Concordia.
IL BETTOLINO
Inaugurate a Reggiolo
le nuove serre
Sono state inaugurate il 24 febbraio, con una
cerimonia molto partecipata, le nuove serre
della cooperativa sociale Il Bettolino, alla presenza di Patrizio Bianchi, assessore al Lavoro della Regione Emilia-Romagna, di
Barbara Bernardelli, sindaco di Reggiolo
e della presidente della Provincia Sonia Masini. Dopo la benedizione da parte del parroco di Reggiolo don Dino Bolognesi e il
taglio del nastro, ha portato il suo saluto il
sindaco Bernardelli, che ha sottolineato il
ruolo positivo sia dal punto di vista sociale
che economico del Bettolino. Presenti all’iniziativa le autorità locali, i rappresentanti dell’Asl, il maresciallo dei Carabinieri Sandro De
Monaco, dirigenti cooperativi e soci della
Coop.
E’ seguita una conversazione molto interes-
Primo piano
ACI
sante sul tema “Solidarietà, impresa, inserimento lavorativo: dall’esperienza del Bettolino ad un patto con il territorio”. Il presidente
del Bettolino, Eber Bianchi, ha illustrato la realtà sociale ed economica della cooperativa,
una delle più importanti cooperative sociali
reggiane che operano per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. E’ attiva
nella della produzione, trasformazione e
commercializzazione di fiori, e piante aromatiche (in particolare basilico), nella gestione di
aree verdi pubbliche e private, nella gestione
di isole ecologiche e servizi ambientali, in attività di assemblaggio. Per quanto riguarda
la produzione di piante aromatiche (in particolare basilico) e fiori, la parte prevalente è
destinata alla GDO (Coop, Conad, Realco). Il
Bettolino è una cooperativa in continuo sviluppo. Dal 2007 al 2013 i soci lavoratori
sono passati da 37, di cui 17 svantaggiati, a
46, di cui 25 svantaggiati. Il fatturato è passato da 1.774.197 a 3.039.550 euro: più
del 70% in 8 anni, con una ricchezza distribuita sul territorio nel 2013, in termini di salari e compensi, di quasi un milione di euro.
“L’obiettivo dell’iniziativa di oggi – ha spiegato il presidente del Bettolino – è quello di
raccogliere idee, suggerimenti, per progettare il futuro di questa nostra originale impresa che ha saputo coniugare la risposta
sociale con la valenza economica, e per sensibilizzare il territorio, rappresentato in questa
iniziativa, dalle istituzioni pubbliche, dalle imprese della grande distribuzione, da Legacoop, dalla Regione, dal sindacato, sulle
problematiche legate all’inserimento nel
mondo dei lavoro delle persone in difficoltà”.
La vicepresidente Francesca Benelli ha affrontato gli aspetti sociali del lavoro svolto
dalla cooperativa. “Riteniamo che l’esperienza lavorativa – ha spiegato la vicepresidente – sia un mezzo per portare un
cambiamento nelle persone inserite, per favorire recupero della dignità sociale. In questi ultimi anni abbiamo cercato di combinare
al meglio le risorse e le opportunità di lavoro
con le abilità dei ragazzi, facendo investimenti e modifiche negli ambienti di lavoro attraverso tutti gli strumenti possibili. Questi
strumenti, che andrò poi a spiegare, sono
stati presi in considerazione anno dopo anno
cercando di mantenere sempre quell’equilibri che ci permette di lavorare, monitorare,condividere sempre al meglio tutti i
Legacoop
Settori
progetti”. Sull’importanza dell’inserimento lavorativo, del rapporto con i servizi, e sulle
problematiche introdotte dalla recente legge
regionale sui tirocini lavorativi, è intervenuto
Gennaro Antonello, della Direzione Attività
Socio Sanitarie dell’Asl Reggio Emilia.
Si sono poi succeduti gli interventi di Patrizio
Bianchi, assessore al Lavoro della Regione
Emilia-Romagna, che ha evidenziato come
l’esperienza del Bettolino sia in grado di dare
l’idea di una comunità, di Giammaria Manghi, sindaco di Poviglio e presidente dell’Unione Bassa Reggiana, Paolo
Cattabiani, presidente di Coop Consumatori Nordest, Marzio Ferrari, presidente di
Ancd, Associazione Nazionale Cooperative
fra Detteglianti, e di Conad Centro Nord, Simonetta Ponzi, della Segreteria Cgil EmiliaRomagna, Simona Caselli, presidente di
Legacoop Reggio Emilia. Ha coordinato la discussione Carlo Possa, responsabile cooperative sociali Legacoop Reggio Emilia.
L’iniziativa è stata organizzata dal Bettolino
in collaborazione con Legacoop Reggio Emilia e il Consorzio Quarantacinque.
COOP COMUNITÀ OLTREVALLE
Nel nome di Dante la cooperativa
porta a Cambridge il made in Italy
Cambridge incontra Brisighella. Un’alleanza
nata, nel nome di Dante Alighieri, grazie alla
cooperativa di comunità Oltrevalle, che porterà al territorio nuove occasioni di promozione e sviluppo. Un’alleanza che ha
conosciuto lunedì 24 febbraio un nuovo
passo avanti, con l’incontro tra il sindaco Davide Missiroli e la professoressa Valbruna
Magnani della Cooperativa Oltrevalle e Giulia Portuese Williams, fondatrice e direttrice della associazione inglese “Dante in
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Cambridge” che nella città inglese organizza
eventi, seminari di approfondimento culturale e corsi di italiano.
L’associazione inglese fa parte della prestigiosa organizzazione internazionale Società
Dante Alighieri, nata nel 1889 con lo scopo
di diffondere la lingua la cultura italiana all’estero, che oggi conta 500 sedi in tutto il
mondo. L’alleanza apre la porta a soluzioni
di studio, incontro e valorizzazione dei prodotti locali. In estate sono previste iniziative
per ragazzi e adulti verso il Regno Unito in
base ad un programma di approfondimento
della lingua inglese e di partecipazione ad
eventi culturali organizzati per la comunità
brisighellese.
Brisighella è una località termale in provincia di Ravenna, con poco meno di 7.700 abitanti. Una realtà che rappresenta in pieno i
piccoli Comuni, che rappresentano più della
metà del territorio. L’importanza del ruolo che
essi assumono per lo sviluppo economico
della comunità, con i loro patrimoni culturali,
artistici, e paesaggistici è considerevole e
rappresenta un valore inestimabile per il nostro Paese.
Da una recente ricerca dell’Anci “in Italia i
comuni con meno di 5.000 abitanti sono
oltre 5.800; si tratta del 72% del totale delle
amministrazioni comunali, localizzati perlopiù nelle zone collinari o montane (con percentuali pari, rispettivamente, al 41% e
32,2%).Vi risiedono oltre 10,5 milioni di persone, un quinto circa della popolazione nazionale”. Una spina dorsale fondamentale
che attraverso i prodotti tipici, l’artigianato,
l’archeologia, i paesaggi può diventare la
chiave di volta per lo sviluppo economico culturale e sociale di una intera comunità, e
anche tutelare il Made in Italy.
COOPERATIVA QUID
Fra i semifinalisti dell’European
Social Innovation Competition
Commissione Europea per stimolare lo sviluppo di soluzioni innovative, con le quali rispondere alla crisi occupazionale.
E “QUID”, in latino “qualcosa in più”, è
anche il nome del progetto con cui si sono
classificati, che come core business ha la
rivalorizzazione dei capi di abbigliamento
(giacenze di magazzino o stoffe destinate al
macero) attraverso modifiche sartoriali artigianali realizzate da persone svantaggiate,
in particolare donne.
Il valore aggiunto dei prodotti Quid sta dunque nel coinvolgimento di lavoratori socialmente emarginati in un’attività produttiva
che rispetta i criteri della sostenibilità ambientale e sociale e che è caratterizzata da
un alto contenuto creativo. Quid è anche un
nuovo brand di T-shirt (fra le realizzazioni
più recenti quella delle magliette per TEDX
Verona ).
Il team è attualmente composto da nove
persone fra soci lavoratori e volontari.
«La nostra esperienza dimostra che è possibile realizzare un business inclusivo lungo
la filiera della moda, trasferendo nella cooperazione competenze del mondo del profit e del no profit e integrandole fra loro con
successo. Non a caso il nostro logo è una
molletta, proprio a rappresentare l’unione
di questi valori e obiettivi» spiega la presidente Anna Fiscale. Aggiunge l’amministratore delegato e vicepresidente
Ludovico Mantoan: «Siamo felici e orgogliosi che l’Europa abbia riconosciuto la
portata innovativa del nostro progetto. Durante la tre giorni spagnola di marzo avremo
modo, grazie all’affiancamento di esperti e
professionisti, di specificare ulteriormente
obiettivi economici e occupazionali». I vincitori verranno premiati con un supporto finanziario di 30mila euro e saranno
annunciati intorno alla metà di maggio.
Una storia appena cominciata e già costel-
Saranno a Bilbao dal 3 al 5 marzo, ospiti
dell’Accademia dell’Innovazione Sociale:
sono i ragazzi di “QUID”, cooperativa sociale di tipo B di Verona nata nell’aprile
2013 e arrivata fra i semifinalisti della seconda edizione dell’European Social Innovation Competition, lanciata dalla
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
lata di successi: dopo neppure un anno di
attività, la cooperativa ha chiuso il 2013 con
oltre 90mila euro di fatturato, quasi 2000
clienti e 4mila pezzi venduti (commercializzati nei negozi del Nord Italia ma in prevalenza nei temporary store di Verona e Forte
dei Marmi): numeri grazie ai quali sette
donne che vivono situazioni di difficoltà oggi
ricevono uno stipendio o un’integrazione
salariale (l’obiettivo per il 2014 è di arrivare
a dieci ragazze impiegate, sviluppare almeno altri due temporary store nel Nord e
Centro Italia e assumere full time due persone nello staff) .
Risultati importanti ottenuti grazie alle sinergie sviluppate con Cooperativa Vita,
Santa Maddalena di Canossa e Comunità
dei Giovani, e alle collaborazioni in essere
con l’istituto di moda La Grand Chic (network della cooperativa sociale Cultura e Valori), con la scuola di moda Fashion Ground,
e con il marchio di moda Carrera.
Quid ha inoltre vinto il concorso Rena - “A
caccia di pionieri”, il bando “Culturability,
fare insieme in cooperativa” della Fondazione Unipolis, ed è stato premiato come
progetto di valore all’interno del Festival
della Dottrina Sociale della Chiesa di Verona. Tra i sostenitori di Quid anche Fondazione San Zeno e Fondazione Cattolica.
COOPERATIVA SOCIALE COOPERARCI
Seconda e terza tappa
del progetto “3 x 30”
Nel corso del mese di giugno 2013 è stato
avviato il gruppo di supporto rivolto ai familiari dei bambini in età di nido e scuola d’infanzia: a Pietra Ligure presso l’Asilo nido
Comunale Interazienda L’ape Birichina, il
gruppo ha avuto molto successo e prosegue la sua attività riunendosi una volta al
mese con regolarità.
Ora è la volta del “ Centro Diurno L’albero
della Vita” di Savona - che prende avvio
mercoledì 26 febbraio dalle 14,30 alle
16,30 - e del Centro Ragazzi di Carcare che
si avvierà il giorno mercoledì 05 marzo 2014
dalle ore 17 nei locali del centro a Carcare
in Via del Collegio.
Il progetto “ 3 per 30” che prende avvio al
Centro Diurno L’albero della Vita di Savona (
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via Stalingrado 94 A, info tel 3666040840)
è aperto ai familiari di anziani assistiti al
Centro Diurno oppure a domicilio o in struttura. Il gruppo condotto dallo psicologo Luca
Buffa dà uno spazio alla possibilità confrontarsi sulle tematiche del sostegno ai propri
familiari con diversi gradi di difficoltà e patologie.
Il Centro Diurno L’Albero della Vita di Savona
è un servizio strutturato come un servizio rivolto agli anziani con vario grado di declino
funzionale e/o cognitivo. Si tratta di una risorsa significativa sotto diversi aspetti: consente il mantenimento della qualità della vita
dell’anziano che al Centro diurno può valorizzare le proprie funzioni residue attraverso
attività occupazionali e di animazione ritrovando, però, ogni sera, il conforto del ritorno
a casa e, contemporaneamente, concede
sostegno e sollievo ai familiari dell’anziano.
Nasce da un protocollo di intesa firmato nel
2002 da Comune di Savona, Zona sociale
n° 7, A.S.L. 2, Opere Sociali di N. S. di Misericordia, Auser provinciale Centro Alzheimer.
Il Centro Ragazzi di Carcare, servizio storico
del Comune di Carcare gestito da 30 anni
da Cooperarci, ospiterà la terza edizione del
progetto 3 per 30, offerto questa volta ai familiari dei bambini e ragazzi in età di Scuola
Primaria e Scuola Media.
Il gruppo in avvio a Carcare è aperto ai genitori e familiari impegnati attivamente al sostegno ed alla crescita dei ragazzi: alla guida
della psicologa Gaia Guastamacchia nel
gruppo si potranno scambiare liberamente
esperienze e consigli legati a tematiche educative. La scuola, il rapporto con le figure di
autorità, le relazioni dei ragazzi con gli amici,
le difficoltà dei genitori, tutti questi sono validi esempi di argomenti che potranno essere discussi insieme. Gli incontri sono
gratuiti e aperti alle famiglie del territorio che
potranno partecipare liberamente secondo
le proprie esigenze e disponibilità.
“La cura rappresenta una delle funzioni
chiave della famiglia – spiega Laura
Gengo, presidente di Cooperarci -. Riconoscere, promuovere e valorizzare la cura significa quindi progettare gli interventi
necessari partendo dalle esigenze delle persone e del contesto relazionale in cui esse
sono inserite. I servizi pertanto devono essere organizzati non solo pensando alle perPrimo piano
ACI
sone da curare, ma anche a chi se ne occupa tutti i giorni. Con queste premesse
nasce il progetto “ 3 x 30” con la realizzazione di azioni di sostegno alla famiglia”.
Il progetto “ 3 x 30” , avviato a giugno, è finanziato dalla Fondazione De Mari a Savona.
ORTOFRUTTA
Al via la terza edizione
di “Magic Code”
Prende il via il 3 marzo 2014 con importanti novità Magic Code3, la 3° annualità
dell’iniziativa basata sulla raccolta di punti
premio da parte dei fruttivendoli Specialisti
attraverso la lettura dei codici QR presenti
sulle confezioni di Almaverde Bio, F.lli Orsero, Melinda e Solarelli, le 4 Grandi
Marche italiane dell’ortofrutta di Alta Qualità.
Infatti Magic Code3, oltre a garantire come
sempre il meglio dell’ortofrutta italiana grazie alla preziosa collaborazione degli Specialisti (fruttivendoli di fiducia riconoscibili
grazie al marchio “Il tuo fruttivendolo di fiducia” ben visibile all’ingresso dei negozi e
grazie ad altro materiale divulgativo esposto
all’interno degli esercizi stessi), da oggi
mette a disposizione utili informazioni ed
importanti premi oltre che per i dettaglianti
stessi anche per le persone che decideranno di effettuare i loro acquisti di frutta
e/o verdura presso i negozi “Il tuo fruttivendolo di fiducia”.
Sorsi di Natura da spremere con comodità e tante utili informazioni per
Legacoop
Settori
nutrirsi meglio.
All’interno dei negozi “Il tuo fruttivendolo di
fiducia” i consumatori troveranno un pratico leaflet che conterrà la ricetta per preparare un salutare centrifugato di frutta e/o
verdura ed un codice univoco da utilizzare
nel sito dedicato www.magic-code.it.
I visitatori del sito potranno trovare molte
altre ricette per la preparazione di centrifugati di frutta proposte dai migliori food-bloggers vegani del momento e complete di
tutte le più rilevanti informazioni nutrizionali,
ma – dopo aver inserito i dati richiesti e risposto ad alcune semplici domande di cultura alimentare - potranno anche verificare
istantaneamente se avranno vinto una delle
magnifiche e praticissime centrifughe
BRAUN MultiQuick* – concepite dalla nota
azienda tedesca proprio per la comoda e
rapida preparazione di centrifugati di frutta
e/o verdura - messe in palio dall’ 8 marzo
2014 al 3 maggio 2014, periodo di validità
del concorso “Sorsi di Natura”.
Insieme il Meglio.
Tra le novità di Magic Code3 il nuovo payoff
dell’iniziativa:“Insieme il Meglio”, che sottolinea sia il forte legame Agricoltore – Fruttivendolo di Fiducia – Consumatore che
l’immagine di garanzia di elevata qualità dei
prodotti, il ruolo di leader di settore delle 4
Grandi Marche protagoniste dell’iniziativa e
l’incessante attenzione che esse dedicano ai
propri clienti Fruttivendoli ed ai Consumatori.
Ma “Insieme il Meglio” significa pure che
oltre ai fortunati Consumatori saranno
anche i Fruttivendoli di Fiducia ad essere
premiati.
I Fruttivendoli di Fiducia che partecipano all’iniziativa Magic Code3 saranno infatti pre-
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miati – oltre che con i premi ottenibili con i
punti Magic Code raccolti (il ricchissimo catalogo dei preziosi premi riservati agli Specialisti contiene tra l’altro crociere, viaggi,
computer, tablet, televisori, elettrodomestici,
attrezzi ginnici etc) – anche con un numero
di centrifughe BRAUN MultiQuick* identico a
quello che sarà vinto dai loro fortunati clienti.
Il tuo fruttivendolo di fiducia.
Sono 300 circa i Dettaglianti Specialisti del-
Primo piano
ACI
l’ortofrutta, situati in 21 aree distribuite su
tutto il territorio nazionale, che affiancheranno Almaverde Bio, F.lli Orsero, Melinda e Solarelli nella realizzazione di Magic
Code3 e sono proprio questi 300 imprenditori che consentiranno a questa iniziativa di
arrivare nelle case e sulle tavole di milioni di
famiglie italiane.
Infatti è proprio “Il tuo fruttivendolo di fiducia” - che con molta competenza, co-
Legacoop
Settori
stante impegno, tantissima passione, grande
attenzione ai rapporti umani con i propri
clienti e profonda conoscenza diretta dei propri fornitori – ad essere un fondamentale
anello della catena agro alimentare ed è il
primo promotore della Frutta e della Verdura
di reale Alta Qualità.
* 32 centrifughe BRAUN MultiQuick complessivamente in palio durante il periodo di
validità del concorso “Sorsi di natura”.
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OSSERVATORIO SWG
Negli ultimi vent’anni il miglior
Premier si chiama “nessuno”
Non c’è stato premier che, negli ultimi due
decenni, abbia davvero convinto gli italiani.
All’alba del nuovo Governo Renzi si coglie
un certo timore rispetto alla speranza che
l’ex Sindaco di Firenze possa essere finalmente ‘quello giusto’.
L’Italia ha un nuovo Premier. Ma questa,
ormai, non è quasi più una novità. Stavolta
tocca a Matteo Renzi provare a risollevare il
Paese e gli italiani affrontano questa fase,
che potrebbe essere molto diversa dalle
precedenti, con un ottimismo piuttosto con-
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
tenuto. E nel bel mezzo di una pesante crisi
economica e una marcata instabilità politica, la sensazione più forte dell’opinione
pubblica nazionale è che, negli ultimi vent’anni, nessun Premier sia stato davvero capace. Questo il quadro poco confortante
che emerge dall’Osservatorio SWG in questa nuova fase politica.
L’ex Sindaco di Firenze, dopo aver vinto nettamente le primarie del centro sinistra ed
essere diventato segretario nazionale del
Pd, ha preso il posto di Enrico Letta con incarico diretta da parte del Presidente della
Repubblica. È iniziata dunque una nuova
fase, con un Premier che si mostra diverso
dagli altri – e lo è quanto meno per l’età –
ma gli italiani appaiono comunque scettici.
Dopo 4 Presidenti del Consiglio in 4 anni,
di cui solo uno (Silvio Berlusconi) ha rispecchiato il risultato elettorale, gli italiani guardano al presente – e al futuro – con
contenuto ottimismo. Per il 27% dell’opinione pubblica nazionale Matteo Renzi risulta il leader politico con maggiori
possibilità di dare un futuro al Paese, ma la
maggioranza relativa (30%) pensa che nessuno tra gli esponenti dell’attuale panorama
politico sia concretamente in grado di fare
la differenza.
Tra i nomi più appetibili, ma a cui gli italiani
pensano con un ottimismo decisamente più
contenuto rispetto a Renzi, ci sono il leader
del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, con il
12% e il ‘tre volte premier’ Silvio Berlusconi
con l’11%. Gli altri leader politici, compreso
il neo-uscente Capo del Governo Letta,
danno invece l’idea di essere ben lontani
dall’avere la capacità di dare un futuro al
Paese.
Un periodo davvero difficile quello che sta
attraversando l’Italia e ciò che più colpisce
e allo stesso tempo più sconforta è la convinzione espressa da ben oltre 4 italiani su
10 che, negli ultimi due decenni, non ci sia
stato nessun premier davvero capace alla
guida del Paese. Una situazione che si ripercuote sul presente e non fa guardare
con ottimismo al domani. Una quota troppo
alta di cittadini racconta di avere questa
sgradevole sensazione e il fatto di avere
questo consistente turnover di Presidenti
del Consiglio probabilmente non aiuta ad
aumentare le speranze per il futuro e quindi
il livello di serenità.
In ogni caso però, assodato che il 44% del
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Paese nutre la convinzione che nell’ultimo
ventennio nessun Capo di Governo sia stato
più capace dei suoi colleghi, è Silvio Berlusconi quello che ne esce meglio con poco
più di 2 italiani su 10 che lo ritengono il migliore degli ultimi 20 anni. Segue Romano
Prodi con il 16%.
Primo piano
ACI
Gli altri premier hanno invece lasciato un
segno assai tenue. Mario Monti, il primo
della tornata dei Presidenti ‘sostitutivi’ ha
convinto appena il 5% dell’opinione pubblica nazionale, Enrico Letta il 3%, Giuliano
Amato il 2%, mentre Massimo D’Alema è in
fondo alla classifica con l’1%.
Legacoop
Settori
NOTA INFORMATIVA: Dati Archivio SWG.
Periodo di esecuzione: 10-11 febbraio
2014. Metodo di rilevazione: sondaggio
CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 1000 soggetti maggiorenni.
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