FAIB Informa 26 Anno XIX Circolare della FAIB Confesercenti Tel. 06-47251 Fax 06- 4740750 20 Giugno 2014 SITO INTERNET FAIB http://www.faib.it Seguici anche su Facebook : www.facebook.com/pages/Faib-Federazione-Autonoma-Italiana-Benzinai/21277574890158 Per invio posta E-MAIL: [email protected] protestare contro l’abbandono Sospeso lo sciopero in cui versa il settore ha già… delle carte di pagamento. Faib Fegica e Figisc prendono atto degli impegni del Vice Ministro De Vincenti a riaprire il tavolo di confronto con Abi. Rilanciata in Parlamento proposta di risoluzione per contenere i costi della moneta elettronica. Segue a pag. 2 Benzina, nel “tagliabollette” spunta l’ennesimo aumento delle accise E’ in pieno svolgimento lo sciopero nazionale dei gestori carburanti … A seguito del buon esito politico e sindacale dello sciopero indetto da Faib Fegica e Figisc su tutta la rete stradale e autostradale di ……. Mentre i benzinai continuano le proteste e gli scioperi, chiedendo una riforma… Segue a pag. 2 Segue a pag. 4 Effetto sciopero, il Governo striglia le Compagnie e si impegna a razionalizzare la rete e a rivedere i costi della moneta elettronica Lo sciopero nazionale dei gestori carburanti indetto da Faib Fegica e Figisc/Anisa per Sciopero benzinai, alta adesione alla chiusura degli impianti Segue a pag. 5 Firmato il rinnovo dell’accordo autostrada tra TotalErg e Faib Autostrade, Fegica e Anisa Il 17 giugno u.s. è stato firmato il rinnovo dell’accordo autostrada tra TotalErg e… Eni diffida i gestori a marchio dall’aderire allo sciopero degli accettatori minacciando come sanzione la risoluzione del contratto. Faib: siamo in presenza di condotta antisindacale Con un messaggio apparso sul portale aziendale l’Eni è intervenuta in modo perentorio… Segue a pag. 6 Segue a pag. 5 2 Sospeso lo sciopero delle carte di pagamento. Faib Fegica e Figisc prendono atto degli impegni del Vice Ministro De Vincenti a riaprire il tavolo di confronto con Abi. Rilanciata in Parlamento proposta di risoluzione per contenere i costi della moneta elettronica. A seguito del buon esito politico e sindacale dello sciopero indetto da Faib Fegica e Figisc su tutta la rete stradale e autostradale di chiusura degli impianti, il 18 giugno, e di spegnimento delle apparecchiature self, svoltosi dal 14 al 17 giugno, le Associazioni di gestori hanno deciso di rinviare le iniziative di protesta in programma dal 22 al 28 giugno di sospensione dei pagamenti elettronici (carte di credito e di debito, pagobancomat, carte petrolifere ecc…) e di tutte le campagne promozionali. La decisione è stata assunta alla luce degli impegni dichiarati dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico, prof Claudio De Vincenti, nel corso dell’Assemblea dell’Unione Petrolifera in cui, a riconoscimento dello stato di sofferenza dei gestori, si è impegnato a riaprire il tavolo di confronto con le società emettitrici delle carte di pagamento e con il sistema bancario. Nel corso del suo intervento il Vice Ministro ha anche invitato le Compagnie a rinnovare gli accordi di colore con i gestori e a praticare condizioni eque e non discriminatorie. La decisione di sospendere lo sciopero delle carte di pagamento è rafforzata anche dall’ intervento del Presidente dell’Unione Petrolifera che a proposito dei costi della moneta elettronica ha FAIB Informa 26 ribadito la necessità di giungere ad una loro armonizzazione e ad un contenimento in ragione delle specificità del settore. Da ultimo, le delegazioni dei gestori hanno incontrato in Piazza Montecitorio alcuni rappresentanti della Commissione Finanze della Camera dei Deputati che hanno sottoscritto la risoluzione firmata dagli On. Paglia, Pagani, Montroni e Petitti che impegna il Governo ad assumere iniziative per prevedere, tra l’altro, iniziative normative per la completa gratuità per ulteriori 12 mesi delle transazioni effettuate presso impianti di distribuzione di carburante e per servizi prestati, per conto dello Stato, all'utenza, in attesa della completa abrogazione della commissione applicata; ad assumere iniziative per emanare misure di sostegno economico e fiscale che incentivino i gestori di impianti di distribuzione di carburante a dotarsi di sistemi di sicurezza attiva e passiva al fine di ridurre in misura significativa la loro esposizione al rischio di rapine. In ragione degli impegni assunti le tre Federazioni dei gestori hanno unitariamente deciso di sospendere le iniziative di protesta contro il “caro carta” praticato dalle banche che costa ai gestori un terzo del loro margine. Effetto sciopero, il Governo striglia le Compagnie e si impegna a razionalizzare la rete e a rivedere i costi della moneta elettronica Lo sciopero nazionale dei gestori carburanti indetto da Faib Fegica e Figisc/Anisa per protestare contro l’abbandono in cui versa il settore ha già prodotto i primi positivi effetti. Nell’esprimere soddisfazione per la riuscita delle manifestazioni, possiamo osservare che al netto di quelli aperti per garantire il servizio pubblico essenziale chiesto dalla Commissione di Garanzia sul diritto allo sciopero e degli impianti a gestione diretta delle Compagnie e/o dei retisti privati, la chiusura degli impianti, sebbene non abbia avuto la totale adesione dei punti vendita, ha registrato una soddisfacente partecipazione, con punte più alte di adesioni e aree con minor partecipazione. Assieme ai dati sulla partecipazione sono anche giunte infatti osservazioni e note di richieste di chiarimenti sulle motivazioni dello sciopero e sulle forme di protesta adottate, oltre che di distinguo e dissenso. Elementi che debbono essere presi in seria considerazione. E’ evidente che le Associazioni debbono porsi la questione di un più ampio coinvolgimento della base associativa a livello territoriale nei processi delle decisioni. Per quanto riguarda la Faib sono state svolte, a livello regionale e provinciale, numerose assemblee territoriali di coinvolgimento dei gestori associati e non, in parte riportati anche sulle pagine del sito federale e in parte testimoniato dalla partecipazione dei gestori Faib in Piazza Montecitorio, giunti dal Trentino, dal Veneto, dalla Liguria, dal Piemonte, dalla Valle d’Aosta, dall’Emilia Romagna, dalla Toscana, dalla Calabria, dal Molise, dall’Abruzzo, dalla Campania oltre che da Roma e dal Lazio. Ciò detto, occorre rimarcare che vi era la necessità inderogabile di rendere pubblico il malessere della Categoria e di portarlo in piazza in modo evidente e incontestabile. La manifestazione di Roma e la chiusura degli 3 impianti hanno in questo senso acceso i riflettori sui gestori carburanti. Le dirette televisive, la partecipazione dei media, le interviste rilasciate dai manifestanti in piazza hanno testimoniato e rilanciato all’opinione pubblica e al mondo della politica e dell’industria petrolifera le questioni che più stanno a cuore ai benzinai. Possiamo dire che, dalle reazioni di alcune Compagnie petrolifere alle importanti affermazioni del Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Prof. Claudio De Vincenti, all’Assemblea dell’Unione Petrolifera, alle parole del Presidente Gilotti, nell’ambito della stessa Assemblea, oltre al forte interessamento manifestato dai parlamentari che sono scesi dal Palazzo in mezzo alla nostra gente ad ascoltare i motivi della protesta, sono stati colti alcuni importanti risultati. Le manifestazioni di protesta, organizzate dalle Federazioni di Categoria ed articolate in tre iniziative (sospensione dei self negli orari di apertura, chiusura totale degli impianti, non accettazione della moneta elettronica), hanno avuto, dunque, l’effetto desiderato, scuotendo il mondo delle Compagnie petrolifere, della politica e del Governo. Le reazioni che abbiamo registrato infatti hanno segnalato che le proteste individuate sono andate a bersaglio come si può facilmente evincere da una nota che una Compagnia petrolifera ha rivolto dalle pagine web del suo sito in modo censurabile e anti sindacale. A tal proposito, la Faib ha condannato un messaggio che, riferendosi allo sciopero dei self, affermava “… in base al contratto di comodato in essere con la scrivente, tale ultima condotta costituisce un grave inadempimento sanzionabile con la risoluzione di diritto del contratto medesimo. Vi diffidiamo pertanto dal dare FAIB Informa 26 seguito alla condotta annunciata anticipandovi che, diversamente, saremo costretti a porre in essere le iniziative più opportune a tutela dei diritti e dei legittimi interessi della Società.” Su questo la Faib è intervenuta denunciando che “…l’Azienda in questione… palesemente e pubblicamente vuole impedire il libero esercizio di un diritto costituzionale garantito dalle Leggi dello Stato, riservandosi laddove vi fossero le condizioni di denunciare la gravità dell’accaduto nelle sedi più opportune per questa grave condotta antisindacale.” La protesta dei gestori ha avuto anche l’effetto di irrompere nell’Assemblea dell’Unione Petrolifera che si è svolta nel pomeriggio sempre a Roma, a poche centinaia di metri di distanza da Piazza Montecitorio. I gestori - lo ricordiamo per i distratti - hanno chiuso gli impianti di rifornimento carburanti per protestare contro la mancata riforma della rete, per chiedere la razionalizzazione della distribuzione carburanti, per denunciare la concorrenza sleale che le Compagnie fanno ai propri gestori, e chiedere la riqualificazione della rete in senso europeo, con livelli di efficienza e offerta di servizi, la chiusura degli impianti incompatibili e improduttivi, contro la ghostizzazione e l’espulsione dei gestori, nel rispetto delle Leggi e delle condizioni eque e non discriminatorie, per favorire prezzi più bassi su tutta la rete, e il contenimento dei costi della moneta elettronica, per dire basta regali alle banche e chiedere al Governo equità. Queste motivazioni sono rimbalzate all’interno dell’Assemblea dell’Unione Petrolifera, alla presenza di tutti gli azionisti delle Compagnie, dei direttori rete, del management petrolifero e di tutti gli addetti ai lavori. Tanto che nel suo intervento all’Assemblea, il Vice Ministro De Vincenti, a riconoscimento dello stato di sofferenza dei gestori, ha invitato in modo netto le Compagnie a rinnovare gli accordi di colore e a praticare condizioni eque e non discriminatorie. Un richiamo tanto forte quanto autorevole, tanto più in considerazione che veniva fatto, pubblicamente, davanti all’intera platea dell’industria petrolifera italiana. In più sia Il Vice Ministro De Vincenti che il Presidente di UP, Alessandro Gilotti, si sono impegnati a rimettere mano in modo celere alla ristrutturazione della rete carburanti e all’armonizzazione dei costi della moneta elettronica e del loro contenimento in ragione delle specificità del settore. Quattro punti sollevati dalla piattaforma sindacale dei gestori. Lo sciopero, dunque, ha rilanciato i temi proposti dalle Associazioni inserendoli in maniera prioritaria sull’agenda di Governo e del settore. Come ha detto il Presidente Faib, Landi, intervenendo in Piazza Montecitorio, nel suo breve discorso di saluto e ringraziamento ai gestori giunti da ogni parte d’Italia: “La Categoria deve recuperare fiducia nelle proprie forze e guardare alle grandi conquiste che ha saputo conseguire e conservare, per assicurare la difesa delle proprie gestioni e preservare il ruolo dei gestori nel futuro della rete carburanti, sapendo guardare avanti e accettando le sfide che la modernità ci propone, con spirito e capacità di innovazione ma anche di solidarietà verso le aree di maggior difficoltà, consapevoli che questa categoria non ha mai avuto regali da nessuno ma si è sempre conquistato, con sacrificio, il proprio lavoro”. 4 FAIB Informa 26 Benzina, nel “tagliabollette” spunta l’ennesimo aumento delle accise La mossa vale 140,7 milioni per il 2019, 146,4 per il 2020 e 148,3 dal 2021. Ma si aggiunge a una lunga lista di rincari dei carburanti. Unione Petrolifera: "Nessun vantaggio per le casse dello Stato" Mentre i benzinai continuano le proteste e gli scioperi, chiedendo una riforma strutturale della rete carburanti, prezzi più bassi e condizioni eque e non discriminatorie, il governo pensa all’ennesimo aumento delle accise sui carburanti. In un’ultima bozza del famigerato “tagliabollette” per le piccole e medie imprese, che ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, spunta una ‘pillola avvelenata’: un nuovo aumento delle accise dei carburanti che vale 140,7 milioni nel 2019, 146,4 nel 2020 e 148,3 dal 2021. Il tutto andrebbe a copertura dell’Ace, l’Aiuto alla crescita economica che detassa gli aumenti di capitale e gli utili reinvestiti. Il decreto è stato presentato con delle slide mercoledì dai ministri dello Sviluppo e dell’Economia Guidi e Padoan, che si sono ben guardati di illustrare anche questo “dettaglio”. Che invece è un nuovo salasso per gli automobilisti italiani. Le brutte notizie per gli automobilisti e i benzinai non sono finite. Al di là del “taglia bollette” ci sono altri aumenti di accise possibili o già programmati. Il dl Irpef, quello sul bonus da 80 euro al mese, prevede di liquidare alle imprese fornitrici della Pubblica amministrazione 5 miliardi di fatture non saldate. Le imprese a loro volta dovrebbero versare allo Stato 650 milioni di Iva nel 2014. Nel caso le maggiori entrate siano inferiori ai 650 milioni, il Tesoro dovrà emanare un decreto di aumento delle accise per evitare che il deficit salga. Il termine per il varo del provvedimento è il 30 settembre. Non solo. La legge di Stabilità prevede un altro aumento delle accise. Entro il 31 dicembre 2016 l’Agenzia delle dogane dovrà aumentare le aliquote su benzina e gasolio “in misura tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 220 milioni di euro per l’anno 2017 e a 199 milioni di euro per l’anno 2018”. Dal primo gennaio 2015 al 15 febbraio 2016, potrebbe poi scattare la clausola di salvaguardia Imu, per 671,1 milioni nel 2015 e 17,8 nel 2016. Il primo marzo è poi scattato un nuovo aumento per 75 milioni previsto dal dl Fare, che varrà fino al 31 dicembre 2014. Nell’ipotesi peggiore, con tutte le salvaguardie attivare, dal primo marzo di quest’anno fino al 2021, le accise potrebbero quindi aumentare in totale di oltre 2 miliardi. Al salasso bisogna poi aggiungere l’Iva, aumentata lo scorso anno dal 20 al 21%, che viene calcolata anche sull’accisa (oltre 400 milioni di euro). Già a febbraio la Cgia di Mestre (quando stava per entrare in vigore il “decreto fare”) calcolava che negli ultimi 5 anni si è messo mano alle accise ben 10 volte (e due volte all’Iva), costringendo una famiglia media a dover sborsare 257 euro in più rispetto al 2010 nel caso di auto a benzina e 388 euro in più nel caso di auto diesel. Una situazione anomala, considerato che nel resto d’Europa le cose vanno diversamente. Secondo la rilevazione mensile per lo “Stacco Italia Accise” (Iva più accise) di Assopetroli e Figisc (sulla base dei dati forniti dalla Commissione Europea e dal Mse), nel mese di maggio il prezzo della benzina in Italia è stato maggiore di quello dell’Europa a 28 di 25,9 cent/litro, di cui 24,7 centesimi dovuti alle imposte e 1,2 al maggiore costo industriale. Per quanto riguarda il diesel, invece, lo scarto è +24,9 centesimi/litro, con il peso del fisco a quota 24,2 a fronte di un costo industriale superiore di 0,7. Insomma un macigno sui consumatori italiani, ma non solo. Sempre Assopetroli sottolinea, citando uno studio di Fair-Fuel UK, la connessione tra costo carburanti, Pil e occupazione: “A ogni aumento di accisa di 4 centesimi si perdono 35.000 posti di lavoro” e “lo 0,1% di Pil” mentre con “una corrispondente riduzione di prezzo” si “incrementa l’occupazione di 70.000 unità e si genera lo 0,2% di Pil in più”, ha detto Ferrari Aggradi. Inoltre, questi continui aumenti hanno un effetto boomerang sulle entrate dello Stato. L’Unione Petrolifera, nella relazione annuale 2014 presentata mercoledì, evidenzia come “il fisco abbia colpito in particolare l’auto e i carburanti, con effetti iniqui e recessivi e senza alcun vantaggio per le casse dello Stato che nel 2013 hanno visto ridursi di oltre un miliardo di euro le entrate derivanti da accise e Iva sui carburanti”. La stangata arriva anche sui benzinai, in mobilitazione da giorni per chiedere una riforma della rete, prezzi più bassi e condizioni eque e non discriminatorie, il contenimento dei costi della moneta elettronica e il rinnovo degli accordi economici scaduti da tre anni. Con una tassazione così elevata “i consumi di carburanti sono destinati a calare ulteriormente, mettendo ancora in più in difficoltà i gestori degli impianti, che per il 50% sono già indebitati a causa dell’andamento negativo 5 del mercato”, ha detto il presidente di Faib-Confesercenti Martino Landi. di Elena Veronelli | 19 giugno 2014, Il Fatto Quotidiano Firmato il rinnovo dell’accordo autostrada tra TotalErg e Faib Autostrade, Fegica e Anisa Il 17 giugno u.s. è stato firmato il rinnovo dell’accordo autostrada tra TotalErg e Faib Autostrade, Fegica e Anisa. Con l’accordo vengono definiti i rapporti economici tra l’azienda e i gestori TotalErg della rete autostradale fino al 31 dicembre 2014, che va a sanare le sofferenze e riconosce un adeguamento dei margini fino alla scadenza pattuita. L’accordo transitorio conclude una lunga fase di trattativa e segnala un inversione di tendenza nelle relazioni industriali sul segmento autostrada, interessato da una forte contrazione dei consumi e dei margini delle gestioni. Il settore, come unanimemente riconosciuto, sta attraversando una fase di particolare difficoltà economiche accompagnata da un’altrettanta intensa crisi di governance. Il rinnovo, seppure transitorio, dell’accordo indica una via di condivisione tra compagnie e gestori a marchio nella gestione del particolare e prolungato momento negativo della viabilità autostradale, al centro dell’attenzione di valutazioni tra il FAIB Informa 26 Ministero dei Trasporti, il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Antitrust. Il rinnovo dell’accordo, siglato nell’ambito della vigente legislazione di settore e della Legge 57/2001, regola i rapporti economici, dagli sconti ai prezzi applicati, alla regolazione delle relazioni in materia di iniziative di marketing. Soddisfazione per la firma dell’intesa è stata manifestata dal Presidente di Faib Autostrade Antonino Lucchesi che ha sottolineato “la positiva volontà dell’azienda di giungere ad un accordo” mentre il Presidente di Faib Martino Landi, che ha partecipato alla trattativa ha auspicato “che la firma del rinnovo dell’accordo autostradale possa aprire una nuova fase anche sulla rete ordinaria”. Sciopero benzinai, alta adesione alla chiusura degli impianti Comunicato congiunto del 18 giugno 2014 Sciopero benzinai, alta adesione alla chiusura degli impianti. I Gestori in piazza per la riforma della rete, per prezzi più bassi e condizioni eque e non discriminatorie, contenimento dei costi della moneta elettronica e per il rinnovo degli accordi economici scaduti da tre anni. E’ in pieno svolgimento lo sciopero nazionale dei gestori carburanti indetto unitariamente da Faib Fegica e Figisc/Anisa per protestare contro l’abbandono in cui versa il settore, nell’indifferenza della politica e dell’industria petrolifera. Dalle notizie affluite alle sedi sindacali dai territori l’adesione dei gestori allo sciopero è stata massiccia, nell’ordine di circa l’80% dei punti vendita, al netto di quelli aperti per garantire il servizio pubblico essenziale chiesto dalla Commissione di garanzia sul diritto allo sciopero e degli impianti a gestione diretta delle compagnie e/o dei retisti privati. Soddisfazione per l’adesione alle manifestazioni di protesta e alla chiusura degli impianti sono state espresse dalle tre sigle sindacali che hanno rimarcato e denunciato il grave atteggiamento antisindacale di qualche compagnia. I gestori, che oggi hanno svolto un presidio in Piazza Montecitorio a Roma, hanno chiuso gli impianti di rifornimento carburanti protestando contro la mancata riforma della rete, per la razionalizzazione e ristrutturazione della rete carburanti che in Italia è la più numerosa e inefficiente d’Europa, per la concorrenza sleale che le compagnie fanno ai propri gestori, mettendoli fuori mercato con politiche inique e discriminatorie, scaricando sui gestori e sui consumatori tutti i costi della rete, nell’indifferenza della politica. I gestori carburanti chiedono la riqualificazione della rete in senso europeo, con livelli di efficienza e offerta di servizi, la chiusura degli impianti incompatibili e improduttivi, contro la ghostizzazione e l’espulsione dei gestori, il rispetto delle leggi vigenti (D.Lgs 32/98, L.57/2001, L. 27/2012) e delle condizioni eque e non discriminatorie, prezzi più bassi su tutta la rete. Faib Fegica e Figisc rilanciano l’urgenza di un intervento legislativo finalizzato al contenimento dei costi della moneta elettronica che allo stato attuale si mangia metà del 6 reddito lordo dei benzinai, che incide sul prezzo finale per circa il 2% in una filiera che frutta 40 miliardi, tra accise ed iva, allo Stato. Per questa ragione proseguono le azioni di lotta della categoria che nei prossimi giorni si articoleranno nel rifiuto dell’accettazione della moneta elettronica dalle ore 24 del 21 giugno alle 24 del 28 giugno. Basta regali alle banche, il Governo restituisca equità. Adesso la parola passa al Governo che deve dare seguito alle promesse di mettere mano alla riforma dando avvio alla ristrutturazione della rete e usando il potere che la legge gli riconosce per avviare i tentativi di conciliazione verso tutte le compagnie che continuano a sottrarsi al rinnovo degli accordi economici scaduti da tre anni. Le delegazioni delle tre Federazioni hanno incontrato in Piazza Montecitorio esponenti politici di maggioranza ed opposizione delle Commissioni parlamentari Industria Finanza e Federalismo fiscale. La Faib dell’Emilia Romagna si è riunita per decidere, dopo aver valutato e analizzato la grave situazione …. Eni diffida i gestori a marchio dall’aderire allo sciopero degli accettatori minacciando come sanzione la risoluzione del contratto. Faib: siamo in presenza di condotta antisindacale Con un messaggio apparso sul portale aziendale l’Eni è FAIB Informa 26 intervenuta in modo perentorio sul legittimo diritto di sciopero dei gestori, diritto di valore costituzionale garantito dalle Leggi dello Stato in aperta violazione dell’Art. 28 dello Statuto dei lavoratori. L’Azienda, rivolgendosi agli aderenti allo sciopero indetto dalle Organizzazioni dei gestori, Faib, Fegica e Figisc, sostanziato dalle forme di protesta, a livello nazionale e su tutta la rete di distribuzione carburanti, di chiusura alle vendite dei self service pre-pay negli orari di apertura degli impianti, con relativo oscuramento dei prezzi ad essi collegati e dell’insegna della Compagnia dalle ore 7.00 del 14 giugno alle 19.30 del 17 giugno, è intervenuta pesantemente scrivendo una nota ai gestori in cui afferma: "Vi ricordiamo che, in base al contratto di comodato in essere con la scrivente, tale ultima condotta costituisce un grave inadempimento sanzionabile con la risoluzione di diritto del contratto medesimo. Vi diffidiamo pertanto dal dare seguito alla condotta annunciata anticipandovi che, diversamente, saremo costretti a porre in essere le iniziative più opportune a tutela dei diritti e dei legittimi interessi della società.” “Se questo è l’esordio della nuova gestione De Scalzi-Marcegaglia, siamo in presenza di un ulteriore involuzione delle relazioni sindacali - si afferma in una nota Faib -. Invece delle aperture auspicate dal Governo nella persona del Vice Ministro De Vincenti, siamo in presenza di pesanti minacce. Quello che colpisce è ancora una volta che a farlo sia un’Azienda pubblica che nelle stesse ore si reca al Quirinale per la cerimonia degli Eni awards. Questi signori hanno non solo l’arroganza di minacciare i gestori ma calpestano apertamente il dettato costituzionale e il sacrosanto diritto di sciopero sancito dalle Leggi dello Stato. Su questo occorre che il Governo faccia sentire la sua voce. Cosa ha da dire nei confronti di un’Azienda pubblica che palesemente e pubblicamente vuole impedire il libero esercizio di un diritto costituzionale garantito dalle Leggi dello Stato, in aperta violazione dell’Art. 28 dello Statuto dei lavoratori, minacciando ritorsioni come la risoluzione del contratto, che corrisponde alla perdita del lavoro, per migliaia di operatori? Per quanto riguarda Faib stiamo valutando i modi e le sedi per denunciare la gravità dell’accaduto nelle sedi più opportune per questa grave condotta antisindacale.”
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