FAIB Informa 6 Anno XX Circolare della FAIB Confesercenti Tel. 06-47251 Fax 06- 4740750 2 Marzo 2015 www.faib.it [email protected] FAIB FEGICA ANISA Comunicato congiunto del 2 marzo 2015 Da domani alle 22.00 primi due giorni di sciopero delle aree di servizio autostradali. I gestori al Governo: via le rendite di posizione dei concessionari, azzerare le royalty e salvaguardare il bene pubblico e gli standard di servizio DDL Concorrenza, il Governo non cambia verso, controriforma a favore dei soliti noti Il Governo, dunque, dopo mesi di balletti ha varato il Disegno di Legge denominato ‘Concorrenza’. Segue a pag. 2 Blitz anticamorra in Italia. Sigilli ad altri 47 distributori di benzina. Landi, Faib: si conferma l'uso della rete distributiva come lavatrice del denaro sporco, i gestori le prime vittime Il MEF conferma: intassabili le superfici delle attività produttive di rifiuti speciali non assoggettabili a TARI Con una nuova Risoluzione ministeriale il Ministero delle Finanze ha fornito indicazioni sull’intassabilità delle superfici delle attività produttive di rifiuti speciali non assoggettabili a TARI Segue a pag. 3 “La cronaca odierna conferma purtroppo che nel settore della distribuzione carburanti sono entrati soggetti che non hanno interesse a garantire l'approvvigionamento dei prodotti petroliferi e il servizio che storicamente in questo settore è sempre stato il fiore all'occhiello degli attori della filiera”. Segue a pag. 4 Dalle ore 22.00 di domani, martedì 3 marzo, prenderanno il via le prime 48 ore di sciopero proclamato dai gestori delle aree di servizio autostradali che si prolungherà fino alle ore 22.00 di giovedì 5. Segue a pag. 2 Faib Sicilia: ampia soddisfazione per l’incontro con il Presidente del CdA della EOS Srl Faib Confesercenti Sicilia, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio hanno incontrato l’Avv. Davide Maniscalco … I gestori della Faib di Trento: rilanciare il ruolo del gestore e invitare le Compagnie a rinnovare gli accordi Due giorni impegnativi per la Faib trentina che dopo l’incontro riservato ai gestori Eni ha organizzato venerdì 13 febbraio u.s. Segue a pag. 4 Segue a pag. 4 2 FAIB FEGICA ANISA Comunicato congiunto del 2 marzo 2015 Da domani alle 22.00 primi due giorni di sciopero delle aree di servizio autostradali. I gestori al Governo: via le rendite di posizione dei concessionari, azzerare le royalty e salvaguardare il bene pubblico e gli standard di servizio Dalle ore 22.00 di domani, martedì 3 marzo, prenderanno il via le prime 48 ore di sciopero proclamato dai gestori delle aree di servizio autostradali che si prolungherà fino alle ore 22.00 di giovedì 5. L’azione di chiusura -si legge in una nota congiunta delle Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl ed Anisa Confcommercio- si rende ormai inevitabile per l’assoluta inerzia dei Ministeri dei Trasporti e dello sviluppo economico che hanno deciso di lasciare cadere nel vuoto ogni sollecitazione al confronto. Un atteggiamento che tenta inutilmente di dissimulare la difesa strenua dei privilegi e delle ingentissime rendite di posizione delle potenti società concessionarie che continuano ad incassare ogni tipo di favore: dagli aumenti sistematici dei pedaggi e delle tariffe; ai prolungamenti ultra decennali dei contratti di concessione; passando per gli atti di indirizzo governativi sulla gestione dei servizi offerti in autostrada utili solo ad aumentare royalty e prezzi dei carburanti ed a comprimere ogni livello di servizio da offrire ai consumatori ed agli automobilisti. Una situazione intollerabile e gravissima che, al contrario, richiede al FAIB Informa 6 Governo un intervento teso a tutelare il “bene pubblico” offerto in concessione e l’interesse generale. Che, tra tante competenze istituzionali, debba essere una categoria -composta da 460 imprese e 6000 dipendenti che perderanno il posto di lavoro- a dover portare il carico di una tale istanza, la dice lunga sullo stato di degrado di gran parte della classe dirigente di questo Paese e non solo di quella politica. E tuttavia -conclude la nota sindacalein assenza di interventi concreti, i gestori torneranno nuovamente ad assumere ulteriori iniziative, anche attraverso nuove tornate di sciopero. DDL Concorrenza, il Governo non cambia verso, controriforma a favore dei soliti noti Il Governo, dunque, dopo mesi di balletti ha varato il Disegno di Legge denominato ‘Concorrenza’. Un provvedimento che affronta diverse tematiche nell’obiettivo dichiarato, ma poco praticato, di favorire la concorrenza in vari settori in modo tale da consentire ai consumatori di ottenere dei vantaggi economici. Il DDL appare subito come un accanimento terapeutico nei confronti di settori riformati, negli ultimi anni, a getto continuo. Uno di questi, manco a dirlo è quello della distribuzione dei carburanti. Siccome il settore è notoriamente il più polverizzato d’Europa, con quasi 25mila impianti, il Governo inopinatamente si preoccupa a che non vi siano ostacoli a nuove aperture. In questo sforzo di generoso spirito concorrenziale ha dimenticato che nel settore non vi sono più vincoli di distanza né parametri numerici, che invece abbondano, per esempio, nel settore delle farmacie, dei monopoli e di molte professioni. Ma tant’è. Per cui le agenzie filo governative riferiscono che per quel che riguarda il settore dei carburanti, la Legge prevedrà l'eliminazione degli impedimenti regionali all'apertura di nuovi distributori. Ovvero, con lo scopo di favorire la concorrenza, sarà vietato alle Regioni l’introduzione di norme discriminatorie a carico dei nuovi entranti nel settore della distribuzione dei carburanti per autotrazione. Non si potrà, pertanto, più imporre alla costruzione delle nuove stazioni di servizio l'obbligo di presenza delle colonnine per l'erogazione del terzo prodotto, in genere Gpl o metano, perché impedirebbero la concorrenza. Detto ciò occorrerebbe chiedere al Premier, e alla sua “Ministra” Guidi - oltre che al Vice Ministro De Vincenti e alla Sottosegretario Vicari - 1) che senso hanno le dichiarate volontà di giungere alla ristrutturazione della rete, di razionalizzare i punti vendita, di chiudere gli impianti improduttivi, di obbligare i Comuni a chiudere le stazioni e i chioschi incompatibili con le norme di sicurezza e del codice della strada?; 2) che senso hanno i tavoli ministeriali impegnati da anni a tracciare le linee guida per ridisegnare in senso moderno ed innovativo la distribuzione dei carburanti in Italia?; 3) in che direzione si vuole portare questo Paese, verso un modello da terzo mondo fatto di impiantini residuali trasformati in ghost o come accade negli altri Paesi europei con impianti di distribuzione dei carburanti strutturati, capaci di offrire confort all’auto e agli automobilisti?; 4) ma è a conoscenza del Governo la Direttiva 2014/94 UE del Parlamento Europeo del 22 ottobre 2014 sulla realizzazione di un infrastruttura per i combustibili alternativi, testo rilevante ai fini SEE? 5) lo sa il Governo che sulla base della consultazione delle parti interessate e degli esperti nazionali e delle competenze acquisite, confluite nella comunicazione della Commissione del 24 gennaio 2013, intitolata «Energia pulita per il trasporto, una strategia europea in materia di combustibili alternativi», l'elettricità, l'idrogeno, i biocarburanti, il gas naturale e il gas di petrolio liquefatto (GPL) sono stati identificati, attualmente, come i principali combustibili alternativi con potenzialità di lungo termine in 3 termini di alternativa al petrolio, anche alla luce del loro possibile utilizzo simultaneo e combinato mediante, ad esempio, sistemi che impiegano la tecnologia a doppia alimentazione. Al Governo non sanno che secondo la direttiva citata “È opportuno che i combustibili ripresi nei piani strategici nazionali siano ammessi a beneficiare delle misure di sostegno unionali e nazionali destinate all'infrastruttura per i combustibili alternativi allo scopo di far confluire il sostegno pubblico verso uno sviluppo coordinato del mercato interno che consenta di realizzare in tutta l'Unione una mobilità basata su veicoli e imbarcazioni che utilizzano combustibili alternativi. Né l’esecutivo sembra conoscere che “La presente direttiva stabilisce un quadro comune di misure per la realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi nell'Unione per ridurre al minimo la dipendenza dal petrolio e attenuare l'impatto ambientale nel settore dei trasporti. La presente direttiva stabilisce requisiti minimi per la costruzione dell'infrastruttura per i combustibili alternativi, inclusi i punti di ricarica per veicoli elettrici e i punti di rifornimento di gas naturale (GNL e GNC) e idrogeno, da attuarsi mediante i quadri strategici nazionali degli Stati membri, nonché le specifiche tecniche comuni per tali punti di ricarica e di rifornimento, e requisiti concernenti le informazioni agli utenti.” Da questo punto di vista, l’“innovazione” inserita dal Governo nel DDL concorrenza a proposito del terzo prodotto è palesemente in contraddizione con la sua azione politica e con gli obiettivi di politica energetica ed ambientale dell’Unione Europea e come tale destinata a rientrare. Sembrerebbe che l’unica cosa che il Governo sappia concerne il potere delle lobby della GDO che fregandosene dell’ambiente pulito spinge per aprire e/o trasformare in ghost piccoli impianti, per attirare allodole. Si vorrebbe chiamare liberalizzazione ma si tratta di favori ai poteri forti. Una “filosofia portante” che pervade l’intero testo. FAIB Informa 6 Basti pensare all’eliminazione dei farmaci di fascia c dalle parafarmacie, un giro d’affari stimato intorno ai 3 miliardi di euro, circa 4mila farmaci tra quelli maggiormente acquistati, che con minor prezzi potrebbero dare più opportunità e concorrenza. Ebbene il Governo, in linea con i desiderata delle farmacie, ha sottratto al libero mercato questo importante settore, ovviamente in nome della concorrenza e della salute pubblica. Non meglio è andata per la telefonia dove sono state reintrodotte le penali per il cambio di gestori telefonici, o per le assicurazioni, dove, a fronte delle polizze più care d’Europa, e non certo per colpa delle accise, si introduce il regime dei carrozzieri autorizzati, creando un nuovo monopolio, a scapito della libera concorrenza e della qualità. Da segnalare, sempre in tema di assicurazioni, l’importante novità che dimezza i risarcimenti assicurativi, in caso di sinistri, per danni alla salute, superando così equi risarcimenti consolidati dal diritto. Ancora peggio si delinea lo scenario in materia di gas ed elettricità dove a breve sarà superato il regime di maggior tutela a favore dell’oligopolio delle società dei servizi utility, in pratica tutti quelli obbligati, quelli di cui la gente non può fare a meno: la luce e il gas. Se a questo aggiungiamo due chicche realizzate di recente, il quadro è quasi al completo: 1) i continui favori al mondo delle banche, cui è stato regalato da qualche mese, - senza contropartite un “aggio perpetuo e variabile” a insindacabile giudizio unilaterale, su tutte le transazioni economiche che avvengono in Italia, così per Legge, come per grazia ricevuta; 2) il rinnovo delle concessioni autostradali, senza impegni concreti sugli investimenti, a fronte di aumenti certi in materia di pedaggi e di ricche e incontrollate royalties aggiuntive su carburanti, pizzette, panini e bibite. Il tutto sobriamente, in un vero festival di contro-lenzuolate. Viva le liberalizzazioni!!!! Il MEF conferma: intassabili le superfici delle attività produttive di rifiuti speciali non assoggettabili a TARI Con una nuova Risoluzione ministeriale il Ministero delle Finanze ha fornito indicazioni sull’intassabilità delle superfici delle attività produttive di rifiuti speciali non assoggettabili a TARI. La risoluzione riveste particolare importanza ai fini della determinazione delle superfici tassabili ed intassabili, soprattutto in riferimento ad alcune categorie, le cui attività producono rifiuti speciali non assimilabili ai rifiuti urbani (ad esempio distributori di carburanti, lavaggisti, gommisti, officine…). La nota ministeriale, riferita alle attività industriali di produzioni di tubi in acciaio senza saldatura, partendo dal fatto che le disposizioni in materia di TARI, L. 147/13, art. 1, comma 649, prevedono che “nella determinazione della superficie assoggettabile alla TARI non si tiene conto di quella parte di essa ove si formano rifiuti speciali, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori, a condizione che ne dimostrino l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente”, consente di considerare “intassabili” quelle aree, sulle quali si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali. Ciò vale sia per i capannoni industriali, ma anche per le superfici su cui si formano in via continuativa e prevalente rifiuti speciali. Assoggettando le aree produttive a TARI, infatti, si darebbe origine, in tutti i casi, ad una ingiustificata doppia imposizione, dovendo i rifiuti speciali essere smaltiti mediante privati e a spese dell’impresa. La Risoluzione afferma che su tale fattispecie il Comune non ha margini di discrezionalità. Alla luce di quanto premesso per i distributori di carburanti, rispetto al totale del piazzale, non andrebbero indicate le aree del sotto pensilina, generalmente riconosciute come 4 aree di produzione di rifiuti speciali e neanche le aree scoperte che danno luogo, in via continuativa e prevalente, alla produzione di rifiuti speciali non assimilabili, come, ad esempio, le aree riservate al cambio dell’olio o quelle relative ad eventuali officine annesse o produttive di altri rifiuti speciali. Per le attività già in essere, i titolari potrebbero presentare una dichiarazione di variazione delle superfici assoggettabili a TARI, escludendo le superfici produttive di rifiuti speciali, sempre in linea con le determinazioni del Comune in materia di assimilabilità agli urbani. Come si evince facilmente, la Risoluzione ministeriale appare molto importante per le implicazioni relative alla tassazione locale. Proprio in virtù di tale impatto e per evitare contenziosi con le amministrazioni locali in sede di rettifica delle superfici assoggettabili si suggerisce alle imprese interessate di recarsi presso le locali sedi di Confesercenti per stabilire le azioni da intraprendere. Il limite a detta interpretazione consiste nella considerazione delle attività di nostro interesse quali attività formalmente appartenenti al settore commercio, secondo la classificazione ATECO; ma, prevalendo la sostanza sulla forma, non si può non tener conto delle superfici ove realmente avvengono lavorazioni produttive di rifiuti speciali non assimilabili. Per evitare, dunque, possibili contestazioni e contenziosi con le amministrazioni comunali, l’indicazione è che le imprese attraverso le strutture Confesercenti condividano con i Comuni le linee emerse dalla Risoluzione. Faib Sicilia: ampia soddisfazione per l’incontro con il Presidente del CdA della EOS Srl Faib Confesercenti Sicilia, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio hanno incontrato l’Avv. Davide Maniscalco nella duplice veste di FAIB Informa 6 Amministratore Delegato del Gruppo GRS Petroli e di Presidente del CdA della EOS Srl nonché il Dott. Marco Pedi Responsabile Commerciale della rete EOS. L’incontro nasce a seguito dell’intesa raggiunta tra ERG e GRS Petroli nell’ambito dell’accordo per la cessione della partecipazione, pari al 100% del capitale sociale, in ERG Oil Sicilia. Un manovra attraverso la quale oggi EOS Srl conta in Sicilia di una rete di circa 170 impianti a marchio Q8 e altri 50 che opereranno sotto il brand EOS. Tale operazione ha determinato un riposizionamento degli equilibri del sistema della distribuzione carburanti in Sicilia, tanto da avere reso auspicabile e necessario avviare una prima interlocuzione con il General Manager della GRS Petroli per un preliminare raffronto sulle criticità del settore e condividere possibili misure per accrescere i livelli di efficienza e di affidabilità della rete. Il confronto è avvenuto in un clima di grande serenità ed è stata l’opportunità per porre le basi di un dialogo duraturo attraverso il quale instaurare una leale collaborazione e una costruttiva condivisione di intenti che guardino nella direzione dell’affermazione di valori e principi eticamente sostenibili attraverso i quali codificare i rapporti tra le parti e pervenire ad intese negoziali che siano reciprocamente soddisfacenti. Blitz anticamorra in Italia. Sigilli ad altri 47 distributori di benzina. Landi, Faib: si conferma l'uso della rete distributiva come lavatrice del denaro sporco, i gestori le prime vittime “La cronaca odierna conferma purtroppo che nel settore della distribuzione carburanti sono entrati soggetti che non hanno interesse a garantire l'approvvigionamento dei prodotti petroliferi e il servizio che storicamente in questo settore è sempre stato il fiore all'occhiello degli attori della filiera”. Questo il commento a caldo del Presidente della Faib Confesercenti Martino Landi che rappresenta i gestori delle stazioni di servizio della viabilità stradale ed autostradale. “Purtroppo già da anni sosteniamo che il processo della deregolamentazione del settore ha introdotto una anomala concorrenza, offrendo dei prezzi non in linea con le dinamiche di mercato sane e trasparenti. La nostra Categoria in questo contesto è la principale vittima insieme allo Stato di un sistema illegale che con il passar degli anni sempre di più emerge, come la cronaca ci conferma”. “I gestori - prosegue Landi - sono e saranno sempre a disposizione delle Forze dell'Ordine per far emergere l'illegalità che in questo settore mette a repentaglio la sana concorrenza del mercato e la sopravvivenza di questa Categoria. Lo abbiamo denunciato a tutti i livelli, nel confronto con il Governo, con le Compagnie petrolifere che mettono i loro marchi in tantissimi di questi impianti rifornendo direttamente questi distributori, allettati da contratti di fornitura milionari fuori da ogni logica di sana e leale concorrenza. I fatti confermano che occorre non solo pretendere il rispetto delle regole rigide del settore, ma intensificare i controlli e le verifiche quando emergono comportamenti discordanti sia monte che a valle della filiera”. I gestori della Faib di Trento: rilanciare il ruolo del gestore e invitare le Compagnie a rinnovare gli accordi Due giorni impegnativi per la Faib trentina che dopo l’incontro riservato ai gestori Eni ha organizzato venerdì 13 febbraio u.s. presso la sede Confesercenti di Trento un’Assemblea dei gestori del Trentino, cogliendo l’opportunità offerta dalla presenza del Presidente Nazionale Martino Landi. L’Assemblea ha affrontato i temi più 5 caldi che interessano il settore della distribuzione carburanti e le ricadute che si registrano nella normale attività di tutti i giorni, nella conduzione delle stazioni di servizio in capo ai gestori. Dopo il saluto del Coordinatore Faib del Trentino Carlo Pallanch, che ha ringraziato gli intervenuti, l'Assemblea è stata aperta dal Presidente Provinciale Faib Federico Corsi e dal suo Vice Giuliano Scandolari, che nella relazione introduttiva non hanno esitato ad incoraggiare il gruppo dirigente dell'Associazione a continuare il percorso intrapreso sul rinnovo degli accordi con le altre Compagnie petrolifere per dare speranza e un futuro ai gestori della rete, considerato che negli ultimi anni sono stati messi fuori mercato dalle politiche folli delle Compagnie petrolifere, con un mercato impazzito verso la corsa agli sconti per inseguire il prezzo in extra rete da loro stessi determinato. Il Presidente Landi nel ribadire la volontà di chiudere gli accordi non ha nascosto le difficoltà registrate ai tavoli delle trattative, soprattutto con quelle Aziende che non vogliono rispettare nemmeno il quadro normativo, rifiutandosi, come ad esempio la Tamoil, al confronto con le Organizzazioni Sindacali. A tal proposito Landi ha annunciato che verso quella Compagnia sono stati raggiunti, unitariamente, obiettivi di contestazione giudiziaria, di articolate azioni legale e la richiesta al Ministero competente per l'attivazione del Tavolo di conciliazione delle vertenze collettive. Allo stesso tempo è già stato convocato il Comitato di Colore Unitario delle tre Federazioni, programmato per metà marzo. Durante l’incontro trentino, sono stati affrontati anche gli aspetti della sicurezza e dei costi della moneta elettronica, argomento al centro delle ultime rivendicazioni, ma ad oggi senza nessun risultato concreto. Dalla platea è giunto forte il messaggio che alle condizioni date la Categoria non può permettersi di riconoscere alle banche le commissioni richieste, qualificabili come intollerabili balzelli. FAIB Informa 6 L’Assemblea ha chiesto di alzare il livello della protesta, valutando tutte le possibili soluzioni, compresa quella di intervenire sul prezzo finale, come del resto sia lo Stato che le Compagnie stanno facendo, quando i bilanci sono in rosso. La Faib trentina ha affrontato anche il nodo della ristrutturazione, sottolineando che in un mercato come quello italiano che da oltre 5 anni perde erogati non è possibile garantire la redditività su tutta la rete e al tempo stesso occorre fornire una struttura di rifornimento a livello europeo, chiudendo impianti incompatibili e obsoleti. Sull’argomento Landi ha ammesso i ritardi, denunciando le diffuse resistenze in tutti i settori, ma anche sul territorio, dove le Amministrazioni Locali non intervengono nemmeno per far chiudere quelli incompatibili. Altro tema importante affrontato con i gestori trentini è stato quello della regolamentazione dei cali, sia nel rapporto con le Compagnie petrolifere che verso gli organi di controllo. Landi ha tenuto a precisare che la Faib è intervenuta più volte contestando le procedure e i verbali emessi in contrasto con le normative invitando gli Uffici Centrali delle Dogane e il Comando Generale della Guardia di Finanza ad armonizzare procedure e sanzioni. Al termine, nelle sue conclusioni, il Presidente Provinciale Federico Corsi ha portato a conoscenza i gestori presenti che è intenzione del gruppo dirigente locale, organizzare un Convegno insieme agli Uffici Finanziari competenti per affrontare localmente gli aspetti delicati della materia.
© Copyright 2024 Paperzz