FAIB Informa 31 Anno XIX Circolare della FAIB Confesercenti Tel. 06-47251 Fax 06- 4740750 25 Luglio 2014 www.faib.it [email protected] TARI, i Comuni inviano gli avvisi di pagamento. Ma se i conti non tornano chiedi l’stanza di riesame Eni, i gestori Faib e Figisc di Rimini varano pacchetto di protesta sulla rete a marchio. Iniziative anche in altre parti d'Italia. Gestori in agitazione Leggi il comunicato su www.faib.it Segue a pag. 4 I Comuni cominciano a fare i conti della nuova TARI. E sugli impianti cominciano ad arrivare richieste irricevibili, che non tengono conto delle aree improduttive, di quelle pertinenziali, delle aree soste e manovra e di quelle a produzione di rifiuti speciali. Apre la BreBeMi, ma per 62 chilometri niente caffè né benzina. Faib: è la crisi di un modello Segue a pag. 2 Esso, gli effetti collaterali e la via maestra L’accordo tra la Esso e le Federazioni di rappresentanza dei gestori, Faib, Fegica e Figisc, giunto dopo mesi di intense trattative,….. Segue a pag. 2 E’ atteso per domani, mercoledì 23 luglio, il taglio del nastro della nuova Autostrada A35, la cosiddetta "BreBeMi" che collegherà Brescia, Bergamo e Milano immaginata per alleggerire il traffico sulla A4, la MilanoVenezia. Segue a pag. 4 Acquisizione Shell, Q8 a Faib, Fegica e Figisc: acquisizione in via di implementazione. Disponibili a proseguire il confronto per il rinnovo dell’accordo In risposta alla nota di Faib Fegica e Figisc che chiedevano di conoscere i termini dell’acquisizione Shell, la Q8 ha comunicato che “è stata perfezionata l’acquisizione da parte del Gruppo Kuwait Petroleum … Segue a pag. 5 Faib Sicilia: riforma normativa di settore obiettivo non più rinviabile. Landi, salvaguardare la sicurezza sugli impianti deve essere una priorità per l’Europa. No agli impianti ghost Si è svolta il 18 luglio u.s. la riunione della Presidenza della Faib Sicilia. L'incontro, a cui hanno partecipato il Direttore della Confesercenti Sicilia Michele Sorbera e il Presidente Nazionale della Faib Martino Landi ….. Segue a pag. 5 2 TARI, i Comuni inviano gli avvisi di pagamento. Ma se i conti non tornano chiedi l’stanza di riesame I Comuni cominciano a fare i conti della nuova TARI. E sugli impianti cominciano ad arrivare richieste irricevibili, che non tengono conto delle aree improduttive, di quelle pertinenziali, delle aree soste e manovra e di quelle a produzione di rifiuti speciali. Compatibilmente con quanto previsto nei Regolamenti IUC dei Comuni, la Faib ha allertato le strutture territoriali e gli uffici tecnici nazionali, legislativo e tributario, approntando le prime azioni formali da opporre alle richieste avanzate dai Comuni, anche alla luce degli incontri avuti dalla Confederazione con l’ANCI. A tal proposito, si evidenzia che nell’ambito degli incontri tra la Confesercenti Nazionale e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sono stati affrontati i temi legati ai regolamenti comunali in materia di TARI e approntate - in attesa di essere condivise - apposite linee guida per gli Enti locali, con particolare attenzione al necessario esonero dal computo TARI delle aree meramente accessorie ed improduttive di rifiuti, nonché all’auspicata armonizzazione dei criteri di applicazione dell’imposta, in modo da non dover registrare quelle diversità di orientamenti degli Enti locali in materia di fiscalità locale che molto spesso abbiamo registrato nel recente passato. Dando seguito e omogeneità di linee alle strutture territoriali, per quanto attiene in particolare agli avvisi di pagamento, che stanno cominciando ad arrivare ai gestori associati Faib, la Federazione raccomanda di rivolgersi alle strutture provinciali e locali dove potranno verificare la congruità delle richieste pervenute dagli Enti locali ed eventualmente valutare d’intesa con le Confesercenti - se presentare un un’istanza di riesame. FAIB Informa 31 Nel documento predisposto dalla Faib Nazionale, con l’ausilio degli uffici tecnici, l’istanza indica, ai sensi della normativa vigente, la necessaria detassazione delle aree non produttive di rifiuti, trattandosi di superfici esenti in quanto non utilizzabili per l’esercizio dell’attività ed adibite a funzioni di natura meramente accessoria rispetto all’attività stessa; di quelle dove si producono rifiuti speciali in quanto conferiti come tali a recuperatori autorizzati; delle aree improduttive di rifiuti e destinate unicamente o alla sosta temporanea gratuita o alla manovra degli autoveicoli o, comunque, al confort dell’automobilista. Alla luce di tali considerazioni, l’istanza predisposta richiede dunque di procedere alla detassazione delle stesse aree. In questo senso, i gestori associati Faib possono recarsi presso la loro sede di competenza e ritirare copia di istanza di riesame debitamente redatta per essere inviata al Comune di riferimento. Esso, gli effetti collaterali e la via maestra L’accordo tra la Esso e le Federazioni di rappresentanza dei gestori, Faib, Fegica e Figisc, giunto dopo mesi di intense trattative, segna un deciso punto di riferimento per il settore, bloccato da tempo in estenuanti trattative con le Compagnie petrolifere, senza giungere ad intese. Il rinnovo dell’accordo con la Esso, infatti, rompe un lungo impasse nel confronto tra Associazioni dei gestori e Compagnie petrolifere sulla rete ordinaria e indica al settore la via maestra del negoziato tra le parti in causa per affrontare questa delicata fase di forte crisi del comparto legata sia alla crisi degli erogati sia ad un livello inedito di concorrenzialità e competizione. L’accordo, pur presentando elementi di forte innovazione nel rapporto tra Compagnia e Associazioni dei gestori, riconferma in modo inequivocabile il ruolo del gestore nella distribuzione carburanti in Italia, consentendo ad entrambi i soggetti quella autonomia necessaria da una parte per consentire ad una grande Compagnia come è la Esso di scegliere liberamente le proprie strategie commerciali ed ai gestori a marchio di rimanere competitivi nel mercato di riferimento, preservando il proprio lavoro, senza rinunciare a quel processo di automazione che appare irreversibile, nel nostro come in altri settori; al tempo stesso valorizzando il servizio e la professionalità che questa Categoria ha saputo mettere a disposizione dei clienti e che viene ancora apprezzata da tantissimi consumatori, che continuano a preferire il “servito”. Il dato significativo è che questo obiettivo venga raggiunto con una società di cultura multinazionale americana, un’azienda che il mercato e la concorrenza la conosce davvero, invece che con aziende petrolifere tutte italiane che, abituate ad un mercato domestico, e in qualche caso addomesticato, ascoltando dubbie sirene del cambiamento, vorrebbero stravolgere questo settore, confezionandosi un mercato a proprio uso e consumo, cacciando il settore in una spirale irreversibile verso il fallimento di tanti addetti, gestori in primis. L’accordo dice anche che il nostro modello italiano, che con la scusa della globalizzazione altri vorrebbero stravolgere, fatto di capillarità e di presidio del territorio, di servizio ai cittadini e al loro diritto ad una mobilità assistita, conferma la sua funzionalità e conserva l’equilibrio economico necessario al funzionamento, a patto che i vari stadi della filiera petrolifera sappiano mantenere ciascuno per la sua parte i conti in efficienza, senza caricare i vari segmenti di costi improduttivi se non parassitari. I grandi apparati burocratici delle corporate sono un peso che non possono più gravare sulle spalle dei gestori e dei cittadini. La crisi ha tolto l’elasticità necessaria al pricing utile alle compensazioni improduttive che le aziende hanno 3 in casa, che non possono essere ricercate tagliando il margine dei gestori, il cui conto economico è invece sempre più rigido e sempre più esiguo. I gestori nella delicata trattativa hanno mostrato la maturità necessaria nell’affrontare le diverse fasi del negoziato, mettendo in campo determinazione e disponibilità ad approcciare i temi più impegnativi che il mercato pone alla distribuzione carburanti italiana; la Compagnia dal canto suo ha saputo valorizzare gli sforzi che Faib, Fegica e Figisc hanno immesso sul Tavolo, portando il confronto a livelli di riconoscimento economico e normativo tali da prefigurare una cornice tecnico-gestionale capace di generare una nuova spinta competitiva. Il confronto svoltosi tra le parti, nell’ambito del quadro normativo di riferimento vigente, e, in particolare, ai sensi e per gli effetti del d.lgs n. 32/1998, dell’art. 19 della L. n. 57/2001, con specifico riferimento all’art. 19, comma 3, così come modificati ed integrati dalla normativa successiva e della L. n. 27/2012 , ha saputo cogliere le rispettive esigenze presenti al Tavolo negoziale, senza quelle pregiudiziali - addirittura contra legem - pretestuose ed irricevibili che erano state portate in altri tavoli aziendali. Gli effetti si stanno già registrando su alcuni tavoli e presto potrebbero registrarsi anche su altri, sia sotto il profilo del riconoscimento economico e normativo che sotto quello gestionale e di mercato. Ristrutturazione della rete, recupero di risorse, valorizzazione delle professionalità, rilancio del ruolo del gestore sulla rete per governare i processi di automazione, altrimenti visti come modelli alternativi, sono stati i punti di riferimento del negoziato. Le Federazioni dei gestori hanno condiviso con la compagnia la necessità di affrontare la grave crisi economica che ha determinato una inedita e prolungata contrazione dei consumi e una fortissima spinta concorrenziale; le parti hanno convenuto che la distribuzione FAIB Informa 31 carburanti e la viabilità ordinaria risentono, nel contesto generale, di una modificazione strutturale del mercato; e che il settore ha conosciuto negli ultimi anni interventi normativi - sollecitati da più parti - che sono andati nella direzione di una maggiore dinamicità. In questo senso sono state valutate con attenzione le domande che il mercato ha elaborato e condivise scelte strategiche, anche difficili, che riposizionano le opzioni commerciali e ricentrano le politiche di mercato sul gestore, pur in presenza di forti processi di innovazione e automazione. Alla luce di queste considerazioni le parti negoziali hanno registrato una convergenza sulla necessità di individuare congiuntamente nuovi strumenti economico-contrattuali, in grado di valorizzare la rete Esso e l’operatività del gestore, ritenuto centrale nel sistema distributivo dei carburanti e nella sua gestione, apprezzando in questo senso che la ripresa economica della rete Esso dipende anche e soprattutto dalla capacità e dalla professionalità del gestore di cogliere le esigenze e le richieste della propria clientela e di essere il punto di attrazione di un numero sempre più ampio di clienti del marchio. In questo senso viene ricentralizzato il servizio oil e non oil per dare al cliente delle aree di servizio a marchio un valore aggiunto che il mercato sta perdendo. Sotto questo punto di vista si tratta di una importante novità, già affacciatasi su altri Tavoli, ma che altre aziende non hanno saputo cogliere. L’accordo conferisce opportunità concorrenziali che altri operatori per cogliere debbono andare in deroga alla normativa di settore e agli accordi in essere, ricorrendo a quella pratica one to one tipica dell’esercizio di abuso di dipendenza economica che diversi tribunali stanno censurando. Ma di questo sono essi stessi i primi responsabili. Questo accordo, dunque, fornisce un chiaro ed inequivocabile segnale, in un settore dove il confronto negoziale per il rinnovo degli accordi si trascina con stanchezza e sfiducia da oltre due anni, senza giungere ad intese. In alcuni casi poi si assiste addirittura alla latitanza di qualche compagnia. E’ stato impresso un punto di inversione ed è stato fatto con il secondo operatore del mercato italiano, la prima compagnia privata. Un risultato importante che premia la determinazione delle associazioni dei gestori ma anche l’intelligenza dell’azienda. E dice inequivocabilmente che le condizioni per procedere ai rinnovi ci sono, nell’ambito delle regole che ci sono, e sono alla portata degli operatori, se c’è buona volontà e buona fede. Se con la firma escono sconfitti tutti coloro che in questi mesi hanno frapposto, nelle negoziazioni ai tavoli, pretesti e/o accuse al mondo sindacale, colpevole, a loro dire, di non saper leggere l’attuale fase di mercato, coloro che credono nelle possibilità di rilancio della rete diano un segnale di apertura, apprezzando che Faib, Fegica e Figisc hanno saputo dimostrare di affrontare le sfide dei tempi nuovi Siamo convinti che questo passaggio peserà sugli altri tavoli, mentre deve essere chiaro che non ci sarà nessun tentennamento verso chi perseguirà scelte che si sottraggono sistematicamente persino al confronto sindacale. Al tempo stesso, l’accordo suona o dovrebbe suonare un avvertimento verso tutti gli osservatori istituzionali e di mercato. Le facili analisi, le prediche Antitrust sulla concorrenza a singhiozzo, a seconda dei settori, dei soggetti e degli stadi dei processi economici, dovrebbero trovare nell’intesa raggiunta una sponda favorevole alla riflessione critica sulle peculiarità di un sistema che predefinisce condizioni di mercato con ogni evidenza anomale, dalla struttura oligopolistica che pervade la fase distributiva e logistica, all’integrazione verticale dei soggetti operanti, al vincolo contrattuale dei rifornimenti in esclusiva. In un mercato siffatto, sino ad oggi, l’osservatore istituzionale del mercato sembra più attento alla pagliuzza che non 4 alla trave, come stanno sottolineando gli interventi di alcuni tribunali. La liberalizzazione delle forme contrattuali nuovamente sollecitata dall’Antitrust - nella versione one to one è pretesa solo da chi vuole aggiungere ancora altre anomalie, rafforzando quella posizione dominante nel negozio contrattuale tra gestore e compagnia già oggi così pronunciata e sbilanciata. In questo senso, si registra, con rammarico, una sintonia grammaticale e temporale tra le raccomandazioni che giungono dall’Antitrust e i sermoni che vengono propinati dalle pagine degli house organ di qualche petrolifera. Dal nostro umilissimo punto di vista l’esercizio della vigilanza sul mercato deve essere informato alla complessità e alle caratteristiche proprie delle realtà economiche e nel caso specifico al forte disequilibrio esistente nel negozio contrattuale di settore. Accrescere disequilibrio e disuguaglianza nel rapporto gestore compagnia non significa certo apportare più concorrenza, serve solo ad accrescere il potere degli oligopoli, l’esatto contrario della libera concorrenza per l’espletamento della quale qualche proposta era stata avanzata non molto tempo fa dalle stesse Associazioni di categoria. Eni, i gestori Faib e Figisc di Rimini varano pacchetto di protesta sulla rete a marchio. Iniziative anche in altre parti d'Italia. Gestori in agitazione Leggi il comunicato su www.faib.it FAIB Informa 31 Apre la BreBeMi, ma per 62 chilometri niente caffè né benzina. Faib: è la crisi di un modello E’ atteso per domani, mercoledì 23 luglio, il taglio del nastro della nuova Autostrada A35, la cosiddetta "BreBeMi" che collegherà Brescia, Bergamo e Milano immaginata per alleggerire il traffico sulla A4, la MilanoVenezia. Un'opera costata 1 miliardo e 615 milioni di euro e realizzata in cinque anni dopo un'idea nata quasi vent'anni fa: 62 chilometri di autostrada. Purtroppo, però, sarà un’inaugurazione senza caffè e senza benzina. Questo perché lungo i 62 chilometri della tratta che collega Milano e Brescia sono state sì realizzate due aree di servizio e ristoro, ma sono deserte. Il problema sono i costi di gestione troppo alti e i margini di guadagno decisamente troppo bassi sul fronte dei carburanti più che su quello della ristorazione. Così le gare indette per aggiudicare una delle due sono andate tutte deserte. Quindi, chi percorrerà la BreBeMi dovrà sincerarsi di avere nel serbatoio carburante sufficiente se non vuole rimanere a secco. Automobilista avvisato, mezzo salvato dunque. Almeno fino alla fine dell’anno quando una delle due aree potrebbe trovare un gestore: è difficile che avvenga prima. Non solo. Sulla BreBeMi non ci sarà nemmeno un tutor, 'brevetto' di Autostrade per l'Italia. A quasi vent'anni da quando si è iniziato a pensarla, a 15 dal progetto preliminare, un anno e mezzo dopo i primi viaggi promessi, la BreBeMi si presenta monca dei servizi essenziali. “Come volevasi dimostrare, siamo alla crisi di un modello. Il punto è che le royalties pretese dai concessionari sono troppo elevate ha detto Tonino Lucchesi, Presidente di Faib Autostrade - c’è una rendita di posizione inspiegabile di per sé, aggravata dalla crisi degli erogati in Autostrada che ha raggiunto picchi del 50% che ha messo in gravissima difficoltà le 430 stazioni di servizio di cui circa il 10% è attualmente in una situazione di pre-fallimento. Su questo segmento di viabilità incide enormemente la posizione oligopolistica dei concessionari autostradali che hanno buon gioco ad imporre condizioni di affidamento delle aree gravemente onerose. Il peso delle royalties e dei minimi garantiti in misura fissa è divenuto nel corso degli ultimi tre anni insostenibile per il sistema della distribuzione carburanti in autostrada, come hanno riconosciuto anche l’Antitrust e il Ministero dei Trasporti. Non è solo la BreBeMi ad essere senza servizi, vi sono anche tronchi autostradali in diverse tratte senza servizi, e l’area delle crisi rischia di allargarsi”. “La contrazione dei consumi - ha continuato Lucchesi - ha fatto esplodere le contraddizioni di un sistema bloccato che grava sul sistema della mobilità, depauperando risorse ed asset pubblici. Il sistema delle royalties garantisce alle concessionarie autostradali rendite da centinaia e centinaia di milioni di euro, derivanti dalla vendita carburanti (mediamente dai 70 ai 90 euro Klt con punte superiori a 100 euro/Kl, per un complessivo di due-tre miliardi di litri) che si sommano a quelle ancora più corpose derivanti dalle vendite delle aree shop e della ristorazione, con royalties sui fatturati dal 15 al 30%. Un sistema che con tutta evidenza mostra la corda e necessita di una profonda rivisitazione. Ma occorre anche lavorare per porre al dibattito pubblico l’opportunità di separare la concessione delle tratte della viabilità autostradale da quelle delle aree di servizio e introdurre vincoli e conflitto di interesse tra concessione delle tratte stesse e la gestione delle aree oil e non oil. Sono nodi di una tale rilevanza e complessità che rimettiamo al confronto pubblico e certamente richiamano il ruolo della politica e del Governo.” 5 FAIB Informa 31 Acquisizione Shell, Q8 a Faib, Fegica e Figisc: acquisizione in via di implementazione. Disponibili a proseguire il confronto per il rinnovo dell’accordo In risposta alla nota di Faib Fegica e Figisc che chiedevano di conoscere i termini dell’acquisizione Shell, la Q8 ha comunicato che “è stata perfezionata l’acquisizione da parte del Gruppo Kuwait Petroleum delle partecipazioni nella società Shell Italia Spa, attiva nel settore della distribuzione carburanti che dal 30/06/2014 ha assunto la denominazione di KRI.” Nella nota la compagnia aggiunge che “La recentissima finalizzazione dell’operazione” è in corso di implementazione nella strategia della petrolifera e per quanto riguarda i gestori ex Shell, è ancora in via di definizione “il loro rapporto contrattuale con la nuova società di riferimento, le modalità operative dello svolgimento futuro delle gestioni e tutto ciò che necessariamente è ricollegabile al processo di integrazione appena intrapreso” La Q8 afferma anche “di poter evidenziare sin d’ora come la figura dell’associato diverga in modo sostanziale da quella del gestore per forma e contenuti dell’attività svolta.” Facendo riferimento, invece, alla trattativa per il rinnovo dell’Accordo sindacale per la Rete a marchio Q8, la compagnia dichiara “sin da ora la disponibilità ad incontrarvi subito dopo il periodo estivo” . Faib Sicilia: riforma normativa di settore obiettivo non più rinviabile. Landi, salvaguardare la sicurezza sugli impianti deve essere una priorità per l’Europa. No agli impianti ghost Si è svolta il 18 luglio u.s. la riunione della Presidenza della Faib Sicilia. L'incontro, a cui hanno partecipato il Direttore della Confesercenti Sicilia Michele Sorbera e il Presidente Nazionale della Faib Martino Landi è stata l'occasione per approfondire e analizzare la complessa situazione in cui versa la categoria, sia per quel che concerne il mancato rinnovo degli accordi economici, che fatta accessione per il recente e importante risultato della ESSO riguarda tutte le Aziende Petrolifere, sia relativamente ai rapporti con il Governo Nazionale che in merito alle questioni che interessano l'azione di riforma della normativa di settore in Sicilia. Nello specifico appare non più rinviabile per l'Isola portare a compimento il progetto di riordino del quadro normativo di settore, un obiettivo afferma il Coordinatore Regionale della Faib Salvo Basile, che abbiamo sollecitato con grande incisività ai Governi che si sono succeduti nel corso delle ultime legislature ma che ancora oggi non è stato mai portato a termine. Auspichiamo pertanto precisa Basile, che il dialogo intrapreso, ormai da un anno, con l'Assessorato al ramo possa restituire alla Sicilia un sistema di regole moderno in grado di offrire più adeguate risposte a un mercato che nel corso dell'ultimo quinquennio è cambiato profondamente. Grande attenzione pertanto sottolinea il Presidente Regionale della Faib Stello Bossa viene posta dalla categoria sui temi che condizioneranno il futuro modello della distribuzione carburanti della nostra Regione. Ovvero sulle scelte che verranno assunte dalla classe politica in materia di razionalizzazione e ammodernamento della rete, diffusione delle apparecchiature self e degli impianti ghost, tenuto conto degli effetti dell'Art. 28 del DL 98 del 2011 smi, nonché sugli indirizzi che verranno tracciati per quanto riguarda la disciplina degli orari e dei turni di apertura dei punti vendita carburanti che influenzano la configurazione del sistema commerciale della rete. Accogliamo con particolare favore quanto segnalato dalla Faib Sicilia, afferma il Presidente Nazionale della Faib Martino Landi, circa la necessità di avviare una più attenta riflessione con gli interlocutori e nelle sedi competenti sulla controversa questione della diffusione degli impianti che operano attraverso le apparecchiature self in totale assenza della figura del gestore. Una prassi che sembrerebbe essere in contrasto con alcune disposizioni del DL 59 del 2010 di recepimento della direttiva servizi la 123 del 2006, laddove si dispone che la libera iniziativa economica privata può essere limitata laddove ciò sia ricondotto ai motivi imperativi di interesse generale come la pubblica sicurezza e l'incolumità pubblica. Pertanto conclude Landi, di fronte l'oggettiva evidenza che l'erogazione dei carburanti senza l'assistenza del gestore espone maggiormente gli automobilisti e la collettività a probabili eventi dannosi per la propria e l'altrui sicurezza rispetto a quello che accadrebbe su impianti presidiati, riteniamo doveroso condividere con gli organi preposti l'opportunità, nel rispetto delle prescrizioni comunitarie, di rivisitare le condizioni in subordine delle quale consentire l'utilizzo delle apparecchiature automatizzate per il rifornimento delle vetture.
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