www.automazione-plus.it In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roserio- Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi - ISSN:0392/8829 AO 376 Ottobre 2014 Anno 31 7 4.50 Speciale Wi-fi e wireless Wicommunication in ambiente industriale Rassegna PLC e Scada nella sicurezza Tavola rotonda La protezione degli asset di automazione Panorama Sicurezza software e hardware A CHI SI RIVOLGE Seminari tecnici tenuti dalle aziende espositrici della durata di 30 minuti ciascuno. mc4.mostreconvegno.it [email protected] I WORKSHOP VIVI DA PROTAGONISTA IL PIÙ IMPORTANTE EVENTO ITALIANO DEDICATO AL MONDO DEL MOTION CONTROL LA MOSTRA Ufficio commerciale: 335 276990 Prodotti, soluzioni tecnologie e applicazioni. La migliore offerta del mercato PER ADERIRE Visita il sito mc4.mostreconvegno.it. per partecipare ai seminari, alla mostra. La partecipazione è gratuita. Tutta la documentazione sarà disponibile on-line il giorno stesso della manifestazione. MARTEDÌ 10 MARZO 2015 Bologna dalle ore 9.00 alle ore 17.00 se g r et e r i a o r g a n i z z a ti v a : 02 49976533 333 MC4 - Motion Control for si rivolge a tecnici e progettisti operanti in ambito industriale e nel settore energetico (impiantistica produttiva, macchine automatiche, macchine utensili, manutenzione ecc.) che utilizzano: motori e motoriduttori, servomotori, azionamenti e regolatori di velocità, controllo assi, sistemi di posizionamento, comandi e attuatori, sensori e comunicazione OFFERTO DA: co n t a tt i A CHI SI RIVOLGE Seminari tecnici tenuti dalle aziende espositrici della durata di 30 minuti ciascuno. mc4.mostreconvegno.it [email protected] I WORKSHOP VIVI DA PROTAGONISTA IL PIÙ IMPORTANTE EVENTO ITALIANO DEDICATO AL MONDO DEL MOTION CONTROL LA MOSTRA Ufficio commerciale: 335 276990 Prodotti, soluzioni tecnologie e applicazioni. La migliore offerta del mercato PER ADERIRE Visita il sito mc4.mostreconvegno.it. per partecipare ai seminari, alla mostra. 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[email protected] sul mondo del Packaging ma.mostreconvegno.it GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 IBM CLIENT CENTER Circonvallazione Idroscalo 20090 Segrate MI mondo produttivo, a OEM, costruttori di impianti e linee di produzione, system integrator, utilizzatori finali. z PACKAGING Esposizione a cura delle aziende partecipanti. Sarà possibile verificare l’attuale AWARDS 2014 offerta commerciale. z PER ADERIRE Ufficio commerciale: 335 276990 LA MOSTRA sarà disponibile on-line il giorno stesso della manifestazione. FOCUS PACKAGING CON LA COLLABORAZIONE DI: ORGANIZZATO DA: CON IL PATROCINIO DI: co n t a tt i ma.mostreconvegno.it. per partecipare ai seminari, alla mostra e ai laboratori. La partecipazione è gratuita. Tutta la documentazione se g r et e r i a o r g a n i z z a ti v a : 02 49976533 Visita il sito A CHI SI RIVOLGE L’evento si rivolge a manager, tecnici, progettisti, specialisti e opinion leader che operano nel con particolare riferimento Quest’anno Machine Automation I LABORATORI punterà i riflettori Interessante modalità di apprendimento. I partecipanti potranno imparare a utilizzare i prodotti delle aziende avvalendosi della guida di tecnici esperti. alle applicazioni per i settori Food & Beverage e Life Science. I WORKSHOP Seminari tecnici tenuti dalle aziende espositrici della durata di 30 minuti ciascuno. [email protected] sul mondo del Packaging ma.mostreconvegno.it GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 IBM CLIENT CENTER Circonvallazione Idroscalo 20090 Segrate MI mondo produttivo, a OEM, costruttori di impianti e linee di produzione, system integrator, utilizzatori finali. z PACKAGING Esposizione a cura delle aziende partecipanti. Sarà possibile verificare l’attuale AWARDS 2014 offerta commerciale. z PER ADERIRE Ufficio commerciale: 335 276990 LA MOSTRA sarà disponibile on-line il giorno stesso della manifestazione. FOCUS PACKAGING CON LA COLLABORAZIONE DI: ORGANIZZATO DA: CON IL PATROCINIO DI: co n t a tt i ma.mostreconvegno.it. per partecipare ai seminari, alla mostra e ai laboratori. La partecipazione è gratuita. Tutta la documentazione se g r et e r i a o r g a n i z z a ti v a : 02 49976533 Visita il sito AO sommario IN QUESTO NUMERO / 19 IL PUNTO INDUSTRIA 4.0: SIAMO PRONTI? di Roberto Maietti / 20 COPERTINA IL CLIENTE: MITSUBISHI ELECTRIC PARTE DA QUI di Paola Lazzarotto LINEA DIRETTA / 26 a cura della redazione 32 / 32 PANORAMA RAFFORZARE LA SICUREZZA DOVE CONTA di Matteo Marino In un mercato che “è cambiato” e dove “gli attori protagonisti dell’automazione industriale sono prevalentemente aziende che esportano”, Matteo Cerutti, marketing e key account manager di Mitsubishi Electric Factory Automation filiale italiana, racconta qual è la strategia di business vincente che ha portato la multinazionale nipponica a raggiungere credibilità e autorevolezza sul mercato dell’automazione a livello globale: mettere il cliente ‘al centro’. “Tutto il nostro lavoro parte da lui e dai suoi bisogni. Il nostro approccio è mettersi al suo fianco, analizzare le sue esigenze e trovare la soluzione tecnologica ideale per ottenere risparmio energetico, efficientamento del processo produttivo e miglioramento del livello qualitativo dell’impianto”… con un’offerta a 360 gradi. / 36 40 ATTUALITÀ MACHINE AUTOMATION 2014 di Antonella Cattaneo MANUFACTURING STRATEGIES 2014… di Lù del Frate AM: TUTTE LE OPPORTUNITÀ DEL 3D di Mark Cotteleer, Jim Joyce NI WEEK 2014: LE NOVITÀ di Antonella Pellegrini / 38 / 40 / 46 / 49 SPECIALE WI-FI E WIRELESS COMMUNICATION IN AMBIENTE INDUSTRIALE a cura di Ilaria De Poli DA PROFIBUS A BLUETOOTH di Marco Caliari / 50 LOGISTICA AD ALTA EFFICIENZA di Jessica Morante UN FUTURO IN WI-FI di Letizia De Maestri / 52 / 54 38 Mitsubishi Elec. Europe B.V. V.le Colleoni, 7 20864 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 60531 Fax 039 6053312 factory.automation@ it.mee.com it3a.mitsubishielectric. com/fa/it 8 46 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 49 RIDUCI I0 TUO ARMADI3. :)78-0%89% 1%'',-2% (-AZIONAMENTI. 1 unico cavo per un design di macchina modulare Tecnologia di Sicurezza Integrata CAT 4 / PL e / SIL 3 STO, STO1, SBC, SOS, SS1, SS2, SLS, SDI, SLI, SMS, SLP, SMP, Safe Homing, Safe Robotics I/O a bordo drive Potenze da 500 W a4 kW CNC, robotica, motion control reACTION Technology con tempi di risposta di 1μs AO sommario IN QUESTO NUMERO WIRELESS IN ZONA ATEX di Roberto Marini / 56 / 58 RASSEGNA PLC E SCADA NELLA SICUREZZA · Speciale Simulazione software per il training e la formazione · Rassegna Sistemi di visione · Panorama Visione · Inserto Soluzioni software per l’industria di Evaldo Bartaloni, Alessandra Pelliconi / 68 TAVOLA ROTONDA LA PROTEZIONE DEGLI ASSET DI AUTOMAZIONE di Antonella Cattaneo 58 / 76 SMART MOBILITY L’IMPEGNO DI ADVANTECH PER LA SMART MOBILITY di Fabrizio Bozzarelli 68 / 80 ENGINEERING PROGETTARE È PIÙ FACILE di Giuseppe Testa / 82 CNC IL CONTROLLO COME VANTAGGIO COMPETITIVO di Marco Battistotti Automazione Oggi [email protected] www.automazione-plus.it www.tech-plus.it www.fieramilanomedia.it www.mostreconvegno.it Seguici anche su / 86 PROGETTAZIONE 3D UN PROGETTO CHE CI ‘STA A CUORE’ di Dario Amadori / 88 TERMOCAMERE EVITARE IL PERICOLO / 102 TUTORIAL BLE: TANTE VERSIONI PER DIVERSE APPLICAZIONI di Ruud Heijsman / 92 LOGISTICA COME STOCCARE CILINDRI? di Stefano Saporito / 93 MOTORI ACQUA DI QUALITÀ CON IL PROGETTO WATER-LINK di Marek Lukaszczyk / 94 CONTROLLO ENERGETICO DA INTERRUTTORE A POWER MANAGER di Carolina Veloso / 106 EXPO MILANO 2015 IN VIAGGIO CON EXPOEXPRESS / 108 AUTOMAZIONE DOMANI LA TECNOLOGIA ALLUNGA LA VITA di Orsola De Ponte / 110 AUTOMAZIONE USA TEORIA DELL’EVOLUZIONE DEL MANUFACTURING di Gary Mintchell / 96 ROBOTICA UN ROBOT PER COLLEGA / 112 AVVOCATO IL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE di Thomas Visti di Cristiano Cominotto, Simone Melzi / 98 REVAMPING PER NON PERDERE IL FILO di Patrick Grosso / 99 BUILDING AUTOMATION LUCE FRA ARTE E DEVOZIONE di Lucia Milani 10 di Emiliano Sisinni OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 NEWS / 114 a cura della redazione LE AZIENDE DI QUESTO NUMERO INSERZIONISTI / 14 / 12-14 AO Le aziende di questo numero AZIENDE TEL./HTTP ABB ABB SACE ADVANTECH ITALY ANIE - CONFINDUSTRIA ASEM AUTOMATA BARTEC BECKHOFF AUTOMATION BOSCH REXROTH BOUM & KOCH BPT BUSINESS INTERNATIONAL CMOSIS COGNEX INTERNATIONAL COPA-DATA DANFOSS DASSAULT SYSTÈMES DATALOGIC AUTOMATION DELOITTE DOMINO LED EATON INDUSTRIES ITALY EFA AUTOMAZIONE EMERSON INDUSTRIAL AUTOMATION EXPO 2015 FERRETTO GROUP FESTO ACADEMY FESTO FIELDBUS FOUNDATION FIERA MILANO MEDIA FIORE FLIR SYSTEMS FLUKE ITALIA FROST & SULLIVAN GE INTELLIGENT PLATFORMS HART COMMUNICATION FOUNDATION HONEYWELL SCANNING & MOBILITY INTERROLL ITALIA INVENSYS SYSTEM ITALIA KEB ITALIA KSB ITALIA LENZE ITALIA LUCHSINGER MDT MICROSOFT MITSUBISHI ELEC. EUROPE NATIONAL INSTRUMENTS ITALY NUM OCEAN DATA SYSTEMS OMRON ELECTRONICS PANASONIC ELECTRIC WORKS IT. PCVUE PEPPERL+FUCHS PHOENIX CONTACT ITALIA PILZ ITALIA PROGEA ROCKWELL AUTOMATION www.abb.com www.abb.com www.advantech.it www.anie.it www.asem.it www.cannon-automata.com www.bartec.it www.beckhoff.it www.boschrexroth.it www.bourn-koch.com www.bpt.it www.businessinternational.it www.cmosis.com www.cognex.com www.copadata.it www.danfoss.it www.3ds.com www.datalogic.com www.deloitte.com www.dominoled.it www.eaton.com www.efa.it www.emersonindustrial.com www.expo2015.org www.ferrettogroup.com www.festo-didactic.com www.festo.it www.fieldbus.org www.fieramilanomedia.it www.fioresrl.com www.flir.com www.fluke.it www.frost.com www.ge-ip.com www.hartcomm.org www.honeywell.com www.interroll.com http://iom.invensys.it www.keb.it www.ksb.com www.lenzeitalia.it www.luchsinger.it www.mdtsoft.com www.microsoft.com it3a.mitsubishielectric.com www.ni.com www.num.it www.oceandatasystem.com www.industrial.omron.it www.panasonic-electric-works.it www.pcvuesolutions.com www.pepperl-fuchs.it www.phoenixcontact.it www.pilz.it www.progea.com www.rockwellautomation.it PAG. 30, 59 94 76 30 28 54, 59 56 59, 114 59 82 99 38 30 115 28, 60 115 86 30 40 99 30 60 98 106 92 38 60 28 36, 38 68 88 114 26 26, 62 28 52 30 62 62 93 80 116 62 28 20, 32, 62, 68 46, 64 82 26 64 64, 114 65 116 50, 65, 68 65 65 66 Fare le cose giuste. Gli esperti Panasonic al tuo fianco. PLC e HMI: “Compatti” senza compromessi Experts in Control Soluzioni focalizzate alla massima affidabilità e produttività, supportate dalla consulenza di un partner di automazione sempre al vostro fianco. Î Programmazione standard IEC61131 e librerie di function block pronte all’uso. Î PLC FP7, piattaforma di ultima generazione con funzionalità “time to market”. Î Soluzioni integrate su misura nel motion, networking, telecontrollo. Î Interlocutore unico per la vostra applicazione avanzata di automazione. Panasonic Electric Works Italia srl www.panasonic-electric-works.it Industrial Automation and More... AO Le aziende di questo numero SALESFORCE.COM ITALY SCHNEIDER ELECTRIC SERVITECNO SEW EURODRIVE SIEI PETERLONGO ELECTRIC SIEMENS SOCOMEC TELESTAR UNIVERSAL ROBOTS VDMA MACHINE VISION VIPA ITALIA VISION WATCHGUARD WEG www.salesforce.com www.schneider-electric.it www.servitecno.it www.sew-eurodrive.com www.sp-electric.it www.siemens.it www.socomec.it www.telestar-automation.it www.universal-robots.it www.vdma.org www.vipaitalia.it www.vision-messe.de www.watchguard.com www.weg.net 30 32, 66, 68 26, 66 116 114 66, 68 115 67 96 30 67 26 68 93 AO Inserzionisti AZIENDE ABB POWER TECHNOLOGIES ADVANTECH EUROPE AFFIDABILITA&TECHNOLOGIE ASEM B&R AUTOMAZIONE INDUSTRIALE BAUMER ELECTRIC BECKHOFF AUTOMATION CONRAD ELECTRONIC ITALIA EFA AUTOMAZIONE ESA ELETTRONICA PAG. 45 76/79 107 11 9 16 5 39 57/73 14 FANUC II COPERTINA FESTO 18 GARNET 12 GEFRAN 27 HEIDENHAIN ITALIANA 61 HMS INDUSTRIAL NETWORKS 31 IMAGE S III COPERTINA LS ITALIA 43 MESSE FRANKFURT – SPS 2015 85 MITSUBISHI MOTORS MONDIAL MURRELEKTRONIK NATIONAL INSTRUMENTS I COPERTINA 75 47 IV COPERTINA PANASONIC ELECTRIC WORKS 13 PILZ ITALIA 63 PROGEA 71 ROBOX 53 SERVITECNO 35 SEW EURODRIVE 48 SYSTEM 17 VIPA ITALIA 29 WAGO ELETTRONICA 15 WAGO-I/O-SYSTEM 750 XTR Da standard ad estremo – Lo standard per 750 XTR “temperature estreme” : da −40°C a +70°C “isolamento estremo” : fino a 5 kV di sovratensione “vibrazioni estreme” : fino ad accelerazione 5g www.wago.com/750xtr Un solo prodotto da 1 a 65 536 impulsi. www.automazione-plus.it www.tech-plus.it www.fieramilanomedia.it Sede legale - Piazzale Carlo Magno, 1 - 20149 Milano Sede operativa ed amministrativa: SS. del Sempione 28 - 20017 Rho (MI) tel: +39 02 4997.1 - fax +39 02 49976573 Direzione Giampietro Omati Presidente Antonio Greco Amministratore Delegato Comitato Tecnico Evaldo Bartaloni (Clui-Exera), Micaela Caserza Magro (Università di Genova), Paolo Ferrari (Università di Brescia), Alessandra Flammini (Università di Brescia), Alessandro Gasparetto (Università di Udine), Stefano Maggi (Politecnico di Milano), Roberto Maietti (Anie Automazione), Carlo Marchisio (Anipla), Oscar Milanese (Anie Automazione), Paolo Pinceti (Università di Genova), Alberto Sibono (Genoa Fieldbus Comp.Centre), Emiliano Sisinni (Università di Brescia), Vitaliano Vitale (DoubleVi) Redazione Antonio Greco Direttore Responsabile Antonella Cattaneo Caporedattore antonella.cattaneo@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.503 Ilaria De Poli Coordinamento Fieldbus & Networks ilaria.depoli@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.504 Antonella Pellegrini antonella.pellegrini@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.508 Alessandra Pelliconi Segreteria alessandra.pelliconi@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.509 EIL580P flessibilità inarrivabile grazie alla risoluzione e impulso di zero completamente programmabile ed etichetta elettronica. Collaboratori: Dario Amadori, Marco Battistotti, Fabrizio Bozzarelli, Marco Caliari, Cristiano Cominotto, Mark Cotteleer, Letizia De Maestri, Orsola De Ponte, Lù del Frate, Patrick Grosso, Ruud Heijsman, Jim Joyce, Paola Lazzarotto, Marek Lukaszczyk, Roberto Marini, Matteo Marino, Simone Melzi, Lucia Milani, Gary Mintchell, Jessica Morante, Stefano Saporito, Giuseppe Testa, Carolina Veloso, Thomas Visti Grafica e produzione Mauro Spolaore Progetto grafico - Impaginazione mauro.spolaore@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.568 Franco Tedeschi Coordinamento grafici franco.tedeschi@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.569 Alberto Decari Coordinamento DTP alberto.decari@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.561 Prontostampa srl Uninominale Zingonia (BG) - Stampa Nadia Zappa Ufficio Traffico - nadia.zappa@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.534 Pubblicità Giuseppe De Gasperis Sales Manager giuseppe.degasperis@fieramilanomedia.it - tel: 02 49976.527 - Fax: 02 49976.570 International Sales U.K. – SCANDINAVIA – NETHERLAND – BELGIUM Huson European Media Tel. +44 1932 564999 • Fax +44 1932 564998 • Website: www.husonmedia.com SWITZERLAND - IFF Media ag Tel. +41 52 6330884 • Fax +41 52 6330899 • Website: www.iff-media.com GERMANY – AUSTRIA - Map Mediaagentur Adela Ploner Tel. +49 8192 9337822 • Fax +49 8192 9337829 • Website: www.ploner.de USA - Huson International Media Tel. +1 408 8796666 • Fax +1 408 8796669 • Website: www.husonmedia.com TAIWAN - Worldwide Service Co. Ltd Tel. +886 4 23251784 • Fax +886 4 23252967 • Website: www.acw.com.tw Abbonamenti Ideale per costruttori, distributori e manutentori: l’alta risoluzione dei nostri encoder li rende adattabili ad ogni appliczione – riduzione dei costi di inventario, dei tempi di consegna e fermi macchina. 16 Per maggiori informazioni circa OptoPulse EIL580P visita www.baumer.com/optopulse N. di conto corrente postale per sottoscrizione abbonamenti: 48199749 - IBAN: IT 61 A 07601 01600 000048199749 intestato a: Fiera Milano Media SpA, Piazzale Carlo Magno,1, 20149 Milano. Si accettano pagamenti con Carta Sì, Visa, Mastercard, Eurocard (www.ilb2b.it) Tel. 02 252007200 Fax 02 49976.572 E-mail: abbonamenti@fieramilanomedia.it Abbonamento annuale E 49,50 Abbonamento per l’estero E 99,00 Prezzo della rivista: E 4,50 - Arretrati: E 9,00 Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/B legge 662/96 Testata associata • Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata Fiera Milano Media è iscritta al Registro Operatori della Comunicazione n° 11125 del 25/07/2003. Registrazione del tribunale di Milano n° 71 del 20/02/1982. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e non si restituiscono. Automazione Oggi ha frequenza mensile. Tiratura: 11.000 copie. Diffusione 10.630 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 SOLUZIONI SMART PER AUTOMAZIONE E CONTROLLO MICROPROCESSORE ARM CORTEX A8 2 PORTE CAN 4 PORTE SERIALI RS232/RS422 RS485 ETHERCAT ETHERNET RAM TAMPONATA FINO A 2MB FLASH FINO A 4 GB RAM FINO A 256 MB I/O ANALOGICI MICROPROCESSORE X86 COMPATIBILE INGRESSI ENCODERS I/O DIGITALI system-electronics.it DICO AUTOMAZIONE OGGI A4.indd 1 10/09/14 14:28 Funzionalità e design compatto Volete posizionamenti semplici e veloci. Chiedete velocità e libertà di movimento in 2D. Noi vi forniamo la soluzione pronta. Più compatto di così! ,OSRUWDOHSODQDUH(;&0FRQFLQHPDWLFDSDUDOOHODHDWWXDWRULąVVLDVVLFXUDODPDVVLPD FRSHUWXUDGHOOmDUHDGLODYRURQHOPLQLPRLQJRPEUR(WKHUQHWH&$1RSHQJDUDQWLVFRQR XQnHOHYDWDFDSDFLWòGLFRPXQLFD]LRQH,OVLVWHPDVWDQGDUGL]]DWRFRQGXHFRQWUROORUL ORUHQGHDGDWWRSHUDSSOLFD]LRQLGHVNWRS Ad_EXCM_it_A4.indd 1 www.festo.it/excm 9/12/2014 10:52:49 AM AO IL PUNTO di Roberto Maietti Industria 4.0: siamo pronti? N onostante l’Italia si sia sempre distinta per la propria tradizione manifatturiera, tradizione che l’ha portata al quinto posto nel ranking mondiale e dove ora, nonostante tutto, continua a occupare un onorevole ottavo posto, le notizie che leggiamo ogni giorno sui giornali ci parlano di una produzione industriale sempre più in difficoltà. È come se l’emorragia non si fosse ancora fermata, costringendoci a continui tamponamenti e interventi di emergenza. Strano: proprio mentre l’Europa, e in particolare la Germania, sta focalizzando il proprio operato in modo molto determinato e mirato su Industria 4.0, in Italia non si è ancora capito che certe azioni e certi investimenti non si possono più rimandare. Continuano le infinite discussioni sulla ‘importanza del fare’, quando sarebbe meglio, e forse anche molto più facile, semplicemente ‘fare’. È pur vero, da un lato, che l’apparato statale e la politica non hanno mai avuto quella necessaria attenzione alla promozione e allo sviluppo dell’industria italiana nel mondo, dall’altro però non possiamo nemmeno sottacere della poca visione e lungimiranza di molta imprenditoria italiana. Se la corsa e l’affanno riguardano il solo guadagno dell’oggi, difficilmente si potranno cogliere i risultati domani. Il tema di ‘Industria 4.0’ è calzante proprio perché non guarda al passato, non guarda al presente, ma si interroga sul futuro. Cerca nuove soluzioni, in un mondo che da tempo non riconosce più la sola centralità del Nord America e dell’Europa, ma si deve confrontare con un’Asia fortissima e fra non molto, ne sono certo, dovrà guardarsi anche dall’Africa. Se questo scenario viene compreso, è chiaro che il ‘gap’ competitivo che abbiamo sofferto in questi ultimi 15 anni potrà venire ridotto e magari anche modificato a nostro favore. Se invece continueremo a rincorrere il miraggio del basso costo e della competizione testa a testa contro i prodotti provenienti dai paesi emergenti, allora siamo destinati a soccombere velocemente e a malapena riusciremo a rimanere fra le prime 20 nazioni industriali del mondo. D’altra parte, la dimostrazione di come sia possibile recuperare un ruolo manifatturiero forte ci viene nientemeno che dagli Stati Uniti, una nazione dove il costo del lavoro non si può certo dire sia il più basso al mondo. Eppure, nonostante questo, il gap competitivo tra un prodotto ‘made in USA’ e uno ‘made in China’ è minimo. La produzione industriale statunitense è cresciuta di 2,5 volte rispetto al 1972 e, grazie a una produttività nettamente superiore a quella cinese, il gap sul costo dei prodotti si è ridotto al 5%. Per ottenere questo risultato però non basta sperare, bisogna invece investire, e pesantemente, in automazione e innovazione. In effetti, la ricerca sul prodotto e la revisione dei processi produttivi, in combinazione con un’analisi attenta del proprio ‘business model’, costituiscono la condizione imprescindibile per ritornare a vincere sui mercati. Industria 4.0 è dunque un’opportunità, un’occasione per guardare alla produzione in maniera nuova, guidati dalle possibilità offerte dalla tecnologia, in ottica di attacco e non di difesa. L’obiezione più facile e immediata è la solita: le aziende italiane sono troppo piccole. Questo è un dato di fatto, ma proprio per questo Industria 4.0 può rappresentare una svolta: la logica ‘sartoriale’ italiana sposata con la tecnologia può offrire opportunità notevoli alle aziende che già oggi si distinguono per creatività e flessibilità. L’importante è crederci e conseguentemente investire… Comitato tecnico di Automazione Oggi OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 19 AO Il cliente: Mitsubishi Electric parte da qui COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC Bisogni delle aziende e approccio consulenziale al centro del business della filiale italiana della divisione Factory Automation M atteo Cerutti, marketing e key account manager di Mitsubishi Electric Factory Automation filiale italiana, ci ha raccontato la strategia di business vincente che ha portato l’azienda a raggiungere credibilità e autorevolezza sul mercato dell’automazione. Automazione Oggi: Mercato dell’automazione industriale e situazione economica in Italia: qual è il punto di vista di Mitsubishi Electric? Matteo Cerutti: Gli attori protagonisti del mercato dell’automazione industriale sono prevalentemente aziende che esportano, quindi che proiettano il loro business sui mercati esteri. Già nel 2012 il mercato dell’automazione era oltre i va- lori di pre-crisi e il 2013 è stato un anno che ha dato risultati positivi, con una crescita tra il 4% e il 5%. Certo non si può negare che le prospettive dell’economia italiana non siano completamente positive, ma riteniamo che si respiri un’aria leggermente migliore e che il trend sia in lenta crescita. È un dato certo che la domanda interna sia diminuita rispetto a cinque anni fa, ma i costruttori di macchine italiane continuano a essere riconosciuti all’estero mantenendo un’ottima reputazione in numerosi settori. Rimaniamo quindi ottimisti nei confronti del mercato, che ci ha risposto e continua a risponderci positivamente. In generale, riteniamo che non si possa più parlare di crisi: è il mercato che è cambiato e di conseguenza l’economia, oggi probabilmente reale e non più ‘drogata’ a livello finanziario. Siamo noi player di mercato che dobbiamo adeguarci e ritarare il nostro modo di fare business. I n un mercato fortemente competitivo e globalizzato, le richieste principali sono orientate verso la massimizzazione delle performance, la sicurezza a protezione degli operatori, la semplicità di utilizzo, il risparmio energetico, il tutto combinato alla massima affidabilità. In risposta a queste richieste e forte di oltre 18 milioni di inverter installati nel mondo, Mitsubishi Electric ha sviluppato la generazione di inverter FR-A800, ideale per ogni tipologia applicativa, anche la più gravosa, con un range di potenza da 0,4 kW fino a 1 MW. Performance al massimo - Per raggiungere delle performance ai massimi livelli, FR-A800 integra potenti algoritmi di calcolo, che enfatizzano le prestazioni dei motori incrementando la produttività delle macchine e della qualità del prodotto finito. Il controllo Real Vector Sensorless Control (RVSC), per esempio, algoritmo avanzato di controllo vettoriale del motore, garantisce il 200% della coppia anche a velocità da 0,3 Hz, oltre a un movimento estremamente fluido del motore. Il potente PLC integrato consente all’utente di personalizzare le operazioni dell’inverter in modo molto flessibile. Un esempio tipico è la gestione di pompe, che possono essere attivate secondo una precisa sequenza con il vantaggio di un consistente risparmio energetico e un miglioramento del ciclo di vita della pompa. Sicurezza garantita - Nell’ambito della crescente richiesta del mercato, orientata alla totale sicurezza degli operatori sulle macchine o sugli impianti, FR-A800 dispone di serie di funzioni di sicurezza certificate secondo gli standard EN ISO 13849-1 PLd/Cat.3 - SIL2. 20 Inoltre, tramite le opzioni disponibili si può raggiungere il massimo livello di sicurezza PLe/Cat.4 - SIL3. Funzioni quali Safe Torque Off (STO), Safe Stop 1 (SS1), Safe Stop 2 (SS2), Safe Operating Stop (SOS) e Safety Limited Speed (SLS) sono standard in FR-A800. Semplicità di utilizzo - In un mercato in cui i tempi di sviluppo sono sempre più brevi e le prestazioni richieste sono crescenti, è strategico che gli utilizzatori riducano i tempi di setup e della messa in servizio del sistema. FR-A800 nasce in un’ottica di soddisfare pienamente tali richieste. Tramite il software FR-Configurator, oppure tramite il tastierino alfanumerico installato sull’inverter, l’inverter stesso può essere configurato in modo chiaro e semplice con menu intuitivi, che includono la chiara descrizione dei parametri che devono essere impostati. Inoltre, è di serie la possibilità di copiare il set di parametri da un inverter all’altro utilizzando semplicemente una memoria USB. Riduzione dei costi e dei consumi di energia - All’interno di un sito produttivo, i motori, le pompe e i compressori consumano oltre il 70% dell’energia totale necessaria all’azienda. Risparmiare energia è quindi assolutamente strategico per aumentare e massimizzare la competitività. FR-A800 nasce per portare al massimo le prestazioni consumando al contempo meno energia, grazie a moduli di potenza a bassissima dispersione termica sviluppati e prodotti direttamente da Mitsubishi Electric. Oltre ai tradizionali motori asincroni, la nuova generazione di inverter controlla in modo ottimale i motori di ultima concezione, costruiti con la nuova tecnologia a magneti permanenti sia IPM sia SPM. Per questi ultimi FR-A800 integra OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Iniziativa realizzata in collaborazione con la direzione marketing FR-A800: la nuova generazione di inverter TRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBI Matteo Cerutti: La divisione Factory Automation è responsabile dal 2012 del ‘South HUB’, che comprende i paesi Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Nord Africa, West Africa e Middle East: un’area molto vasta con realtà caratterizzate da tradizioni, storie e modelli di business differenti. Alle già esistenti filiali in Spagna e Francia, in un’ottica di veloce espansione del business, a fine 2013 è stata aperta la branch di Dubai, responsabile dell’area Middle East, e nelle altre aree sono state rafforzate le partnership locali. un’innovativa funzione di autotuning, che consente di autoregolare i parametri interni dell’inverter stesso massimizzando le performance dei motori, dimezzando i consumi energetici e riducendo i tempi di messa in servizio. FR-A800 è anche disponibile in configurazione modulare con lo stadio di alimentazione e i diversi stadi inverter con bus in continua in comune. In questo modo, l’energia rigenerata durante le frenate viene ridistribuita sul bus in continua e riutilizzata all’interno dell’inverter diminuendo l’assorbimento dalla rete. Affidabilità - Le macchine oltre a produrre sempre più velocemente garantendo alti livelli di qualità, devono ridurre o eliminare totalmente i fermi sia per manutenzione che per guasti. Per aiutare le aziende a raggiungere questi ambiziosi traguardi, FR-A800, come tutti i prodotti Mitsubishi Electric, è progettato, sviluppato e costruito all’interno delle fabbriche di Mitsubishi Electric stessa. Ogni inverter, prima di lasciare le fabbriche, è sottoposto a centinaia di test funzionali; in tal modo si vanno a ridurre al massimo i rischi di guasto. Inoltre, la componentistica interna degli inverter è accuratamente selezionata per garantire un tempo di vita del prodotto di almeno dieci anni. Grazie a ciò i prodotti Mitsubishi sono riconosciuti a livello mondiale come i più affidabili. FR-A800 è l’inverter giusto sul quale investire nella progettazione e sviluppo delle proprie macchine proponendo soluzioni di elevata qualità, affidabilità e minimo start up e manutezione. FRA800 è disponibile anche in versione IP55 per installazioni fuori dal quadro. Con questa soluzione è possibile installare gli inverter vicino ai motori dove non è disponibile una sala quadri protetta, per esempio nell’ambito delle gru che vengono installate nei luoghi più disparati, dove i quadri elettrici sono all’aperto e quindi a diretto contatto con gli agenti atmosferici. A.O.: Mitsubishi Electric Factory Automation filiale italiana è responsabile del ‘South HUB’: ci spiega come è strutturata la vostra azienda? OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 21 AO COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC A.O: “Il cliente al centro” si può dire sia la vostra ‘mission’: in che modo e in che termini lo intendete? Matteo Cerutti: Il cliente è ‘al centro’ in quanto tutto il nostro lavoro parte da lui e dai suoi bisogni. Il nostro approccio è mettersi al suo fianco, analizzare le sue esigenze e trovare la soluzione tecnologica ideale per ottenere risparmio energetico, efficientamento del processo produttivo e miglioramento del livello qualitativo dell’impianto. Siamo consulenti e partner in questo percorso, mettendo la nostra lunga esperienza al servizio del cliente, dall’end user al system integrator, dall’OEM al quadrista, fino agli studi di progettazione. Dobbiamo essere quindi in grado di rivolgerci al mercato a 360 gradi. Oggi non è più sufficiente porsi come semplici fornitori di prodotti, seppur eccellenti, ma è necessario fungere da partner qualificato, in grado di aiutare il cliente a raggiungere le migliori performance dell’intero processo aziendale, dall’ingresso delle materie prime fino al prodotto finito. Tutto questo si può ottenerlo garantendo una totale ‘trasparenza’ dei dati e delle informazioni dal livello ‘shop floor’ (produzione) per arrivare al ‘top floor’ (management). È quindi importante che la vendita del prodotto sia parte di una strategia molto più ampia, che include un vero e proprio servizio di consulenza per la fornitura di soluzioni e, in alcuni casi, di progetti completi ‘chiavi in mano’. Inoltre, Mitsubishi Electric offre servizi di pre e post-vendita molto accurati, con incontri formativi su tutte le soluzioni proposte. In questo modo, riusciamo a interagire con i nostri clienti, ad ascoltarne le esigenze e ad anticipare le tendenze del mercato attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni. Tutto a ribadire la nostra vocazione, fortemente ‘customer centric’, che ci consente di mantenere un’autorevolezza di brand molto forte e riconosciuta a livello mondiale. Matteo Cerutti, marketing e key account manager di Mitsubishi Electric Factory Automation filiale italiana A.O.: In base a questo monitoraggio del mercato, su quali soluzioni sta puntando Mitsubishi Electric? Matteo Cerutti: Soluzioni integrate all’avanguardia, sfruttando i concetti innovativi di e&eco-F@ctory e di iQ Platform, oltre al tool di engineering e supervisione Maps: questa la nostra risposta alle richieste provenienti dal mercato, nei settori life science, food&beverage, del trattamento acque. PmsXPro: un nuovo Distributed Control System L a recente integrazione della società tedesca KH Automation, con un alto livello di know-how e specializzazione, oltre a importanti referenze, ha allargato la proposta di soluzioni di Mitsubishi Electric per il mercato del processo. Oltre a un know-how di tipo ingegneristico e di sistema in ambito ambientale ed energetico, Mitsubishi Electric ha dunque acquisito la possibilità di proporre al mercato una soluzione DCS (Distributed Control System) denominata PmsXpro, presentata durante la quarta edizione di SPS Italia, grazie a una demo live presente in fiera. Dal punto di vista hardware, il controllo distribuito in campo è basato sull’estrema affidabilità dei controllori iQ di Mitsubishi Electric, affiancati a server di processo: controllori e server sono entrambi in configurazione ridondante per garantire una disponibilità del 99,9%. Il bus di sistema è costituito da una dorsale Ethernet in fibra ottica, immune al singolo guasto: in caso di doppio guasto sulla rete, i dati vengono salvati sui server di processo locali. L’operatività, la diagnostica, l’engineering e l’archiviazione sono gestite dall’ambiente software distribuito di PmsXpro, provvisto di tool di asset management che consentono l’ottimizzazione dell’utilizzo degli impianti con il massimo grado di sicurezza. PmsXpro intende 22 favorire l’innovazione attraverso un’informazione più efficace per l’operatore e strumenti più performanti per lo sviluppo ingegneristico, la sostenibilità con un ambiente più sicuro e una riduzione del consumo energetico, la produttività con un miglioramento continuo degli asset in termini di performance e utilizzo, la sicurezza per notifiche più chiare e un sistema integrato, la visibilità per una chiarezza operativa mediante dashboard integrati per la gestione produttiva. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 TRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBI In particolare, il comparto del life science, che comprende ambiti quali il farmaceutico, delle biotecnologie e dei dispositivi medici, rappresenta un settore molto importante per Mitsubishi Electric. Le caratteristiche di qualità, affidabilità e tracciabilità sono in questo caso sostenute da un corpo normativo particolarmente esigente, costruito per garantire la salute e la sicurezza dell’utente finale. A testimonianza di questa focalizzazione, in occasione della scorsa edizione di SPS IPS Drives Italia, abbiamo presentato una macchina reale, progettata e realizzata da un’azienda italiana di eccellenza del settore. La macchina ha colpito i visitatori e gli addetti ai lavori per la ‘densità tecnologica’ con cui è concepita: in dimensioni estremamente compatte, due robot eseguono movimenti di elevata precisione, con altissimo grado di ripetibilità, controllati da iQ Platform, la piattaforma multiprocessore che unisce il controllo di sequenza a quello di movimentazione del braccio robotico. In generale, l’apporto tecnologico delle soluzioni robotiche di Mitsubishi Electric si riflette positivamente su aspetti diversi delle fasi di produzione: durante il processo, operando anche in camera bianca, tramite la manipolazione precisa del prodotto che ha, nella maggior parte dei casi, un valore molto alto, evitando errori e inesattezze da parte dell’operatore umano. Successivamente, durante le fasi di packaging primario e secon- dario e nell’ispezione finale di qualità. In termini di tracciabilità del prodotto, poi, gli strumenti che Mitsubishi Electric mette a disposizione coprono un ampio spettro di esigenze, tecniche ed economiche. Le funzionalità di datalogging sono integrate in tutti i controllori e HMI, consentendo di registrare grandi quantità di dati con tempi di campionamento molto ridotti, per la successiva elaborazione e visualizzazione. A livello gestionale e di controllo, il software di ingegnerizzazione e di acquisizione dati Maps unisce funzioni di sviluppo completo del progetto (PLC, schema elettrico) a quelle di Scada, mettendo a disposizione dell’utente la certificazione CFR21-parte11. Una fase produttiva comune sia al settore del food&beverage, sia a quello del life science riguarda l’imballaggio del prodotto: flessibilità, varietà e multifunzionalità del packaging costituiscono elementi di differenziazione sul mercato per il produttore finale. In termini produttivi, queste richieste sono traducibili in termini di velocità, precisione, facilità di setup della linea rispetto ai formati e ai materiali; in termini di tecnologia di automazione, la traduzione di queste esigenze è un’eccellente sistema di motion control. La nostra offerta si compone di una vasta gamma di soluzioni a livello sia economico sia tecnologico; sono state messe a punto architetture e funzionalità tipiche del settore partendo da controllori compatti fino a sofisticati controllori La serie Melsec FX5 rivoluziona il mercato dei PLC compatti A l giorno d’oggi, le aziende moderne si muovono all’interno di un mondo fortemente competitivo, che le mette giornalmente davanti a nuove sfide per soddisfare i bisogni e le necessità dei propri clienti. Devono quindi essere in grado di fronteggiare richieste quali la diversificazione dei prodotti e dell’offerta, mantenendo un alto rapporto qualità/prezzo. Per mantenere la competitività senza andare a intaccare le marginalità, le aziende sono chiamate a innovare i loro processi produttivi per aumentare la produttività dell’intero ciclo. Per aiutare a raggiungere questi ambiziosi traguardi Mitsubishi Electric ha introdotto l’innovativo controllore Melsec FX5U, stabilendo un nuovo standard nel campo dei PLC compatti di ultima generazione. Grazie a un processore tre volte più veloce, al bus interno di ben 100 volte più rapido rispetto al precedente e al datalogger integrato, FX5U consente un sensibile miglioramento della produttività degli impianti, riducendo i costi operativi totali e i consumi energetici, con performance finora impensabili. Inoltre, l’estrema compattezza abbinata a un moderno design caratterizzano il PLC, soddisfacendo al meglio le richieste attuali del mercato. Le unità di base del nuovo FX5U, progettate per soddisfare i numerosi standard internazionali, sono dotate di processori innovativi e operano in un ampio range di alimentazioni. La gamma dispone di modelli con 32, 64 e 80 I/O espandibili localmente fino a 256 I/O e fino a 512 I/O grazie all’apertura alle principali reti di comunicazione. L’integrazione di FX5U con le soluzioni di automazione di Mitsubishi Electric, quali inverter FR-800, servo MR-J4 e HMI GOT 2000 è totale e trasparente, consentendo l’esaltazione delle prestazioni a vantaggio della produttività. Nell’ottica di preservare la sicurezza e la continuità della produzione, oltre alla proprietà intellettuale, lo slot per SD integrato facilita il backup e l’aggiornamento del programma in modo semplice e veloce e, grazie alla gestione avanzata della sicurezza delle informazioni, preserva il know-how del costruttore impedendone la copia non autorizzata del contenuto. Utilizzando le molteplici funzioni integrate, quali i contatori veloci e le quattro uscite a treno d’impulsi a 200 kHz, l’interfaccia Ethernet, gli I/O analogici e le funzioni motion opzionali avanzate, la serie FX5U può essere impiegata con successo in tutti i settori industriali. Infine, per preservare gli investimenti, grazie alla totale retro-compatibilità con la precedente serie Melsec FX3, i clienti possono accedere facilmente e senza costi aggiuntivi alle top perfomance di FX5U. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 23 AO COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC motion, garantendo tempi di risposta estremamente veloci e la massima flessibilità nei profili eseguibili. Si ottengono in tal modo significativi incrementi di produttività e l’abbattimento dei tempi di cambio formato. A.O.: Quello del trattamento acque è un settore al quale Mitsubishi Electric si sta sempre più dedicando: ce ne può parlare? Matteo Cerutti: Nell’ambito del trattamento acque Mitsubishi Electric offre soluzioni che non solo garantiscono l’approvvigionamento idrico, la depurazione e la potabilizzazione, ma difendono anche l’ambiente, in accordo alle politiche seguite dall’azienda durante l’intero ciclo di vita dei propri prodotti. Nel campo della gestione delle risorse idriche Mitsubishi Electric vanta un’esperienza di oltre 20 anni, grazie alla collaborazione con le più importanti aziende del settore acqua e alla gestione dell’automazione di alcuni fra i più grandi impianti di trattamento delle acque reflue in tutta Europa. Tutto ciò ha permesso di sviluppare nel corso degli anni un range di prodotti e soluzioni dedicate, che spazia da controllori complessi e ridondati, al telecontrollo e alla supervisione e reportistica di impianti delocalizzati, per arrivare fino all’azionamento di motori con un particolare occhio di riguardo al risparmio energetico. Oggi, gli impianti di depurazione sono spesso le strutture più energivore all’interno di un territorio: in media il 20% dei fabbisogni energetici di una municipalizzazione. Inoltre, i sistemi di trattamento del refluo e di potabilizzazione sono intimamente connessi con la salute dei cittadini e la necessità di continuità assoluta di esercizio. Queste tipologie di impianto fanno uso di GOT2000: HMI multi-touch con gesture control L’ innovativa serie GOT2000 eredita tutte le caratteristiche della storica serie GOT1000 e introduce una serie di funzioni più avanzate per incrementare la produttività degli impianti e l’efficienza energetica. I modelli top di gamma della serie GT27 sono caratterizzati da un design appealing e da un sistema di controllo intuitivo con funzione multi-touch e gesture control, simile a quello solitamente utilizzato su smartphone e tablet. Per questa gamma Mitsubishi Electric propone anche una versione in colore bianco con porte USB host/device poste sul retro del pannello in diretta risposta alle esigenze di quelle industrie che richiedono elevati standard igienici ed estrema facilità nelle operazioni di pulizia dello strumento di lavoro, quali l’industria alimentare. I pannelli operatore entry level della serie GT23, caratterizzati da un ampio display e da una memoria utente di 9 MB, offrono un rapporto prezzo/prestazioni ottimale e si adattano a molteplici applicazioni. L’innovativa serie GOT2000 è stata progettata per soddisfare ‘alla lettera’ le richieste dei clienti dal punto di vista sia hardware che software: funzioni arricchite per ottimizzare il livello di prestazioni ed efficienza dell’impianto; un nuovo processore per i pannelli operatore GT27 che garantisce il doppio della velocità e una maggiore fluidità grafica rispetto alla serie precedente; una memoria interna incrementata di ben quattro volte; un nuovo sistema di controllo intuitivo grazie alla funzione multi-touch e al gesture control. La serie GOT2000 di Mitsubishi Electric si colloca quindi al top dell’attuale mercato HMI. Le ultime tecnologie hanno permesso di adattare funzioni di uso comune anche su monitor industriali: per esempio, oggi è possibile attivare o zoom o premere due punti dello schermo contemporaneamente anche solo indossando normali guanti da lavoro e non modelli specifici. Mitsubishi Electric ha, inoltre, ampliato la gamma di opzioni di comunicazione offerte sulla serie GOT2000: i nuovi pannelli operatore integrano una porta Ethernet, due interfacce seriali (RS232 e RS422/485), uno slot per SD card, porte USB sul fronte e/o sul retro per consentire una maggiore flessibilità e funzionalità aggiuntive come quella di backup e restore dei parametri e programma PLC/motion controller direttamente dal pannello. Inoltre, un’interfaccia Wlan opzionale consente all’operatore di accedere da 24 remoto tramite PC, tablet o smartphone sfruttando la comunicazione wifi. Proprio come i loro predecessori, anche i pannelli operatore GOT2000 sono dotati della funzione ‘transparent mode’, che consente di collegarsi a tutti i dispositivi di Mitsubishi Electric connessi, come PLC, inverter o servo, senza dover aprire il quadro elettrico. I primi modelli introdotti sul mercato sono quelli della gamma GT27 con display ad alta risoluzione da 8,4, 10,4 e 12,1 pollici con 65.536 colori, mentre i modelli GT23 sono disponibili in due varianti da 8,4 e 10,4 pollici. La programmazione di tutti i modelli GOT2000 può essere effettuata utilizzando semplicemente la versione più recente di GT Works3, l’ambiente di sviluppo integrato nella piattaforma iQ Works, che permette la condivisione delle variabili tra i software PLC, HMI, motion e robot. Come di consuetudine, Mitsubishi Electric ha mantenuto la totale retrocompatibilità con i modelli della gamma precedente: le dimensioni sono le medesime della precedente serie GOT1000 e i progetti realizzati possono essere trasferiti sui nuovi modelli GOT2000 senza alcun intervento esterno, grazie alle potenzialità del software GT Works3. Tutte queste caratteristiche garantiscono una notevole riduzione dei costi di gestione e un rapido passaggio alla nuova serie. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 TRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBISHI ELECTRIC COPERTINA MITSUBI pompe per la movimentazione dell’acqua e di sistemi di ventilazione per l’aerazione aerobica. Uno studio di Confindustria stima la possibilità di un risparmio, a livello nazionale, di 450 GWh/anno introducendo il controllo della velocità tramite inverter sulle sole stazioni di pompaggio. Mitsubishi Electric è fra i maggiori fornitori a livello mondiale di tali componenti, caratterizzati da elevati Mtbf (alta affidabilità) e compatibilità totale tra le diverse generazioni di prodotto in un’ottica di ulteriore risparmio nell’investimento. Per far fronte all’esigenza comune di monitoraggio remoto abbiamo introdotto una novità in termini di telecontrollo, costituita dall’unità RTU (Remote Terminal Unit) ME-RTU, scalabile e modulare al massimo grado, in quanto si può collegare a una qualunque delle nostre famiglie di controllori. L’unità è dotata di comunicazione Gprs/Edge ed è collegabile a modem o ponti radio esterni e implementa i protocolli DNP3 e IEC 60870. A.O.: Nei settori ‘core’ per Mitsubishi Electric, quale ruolo gioca l’automazione di processo? Matteo Cerutti: Nell’ambito del processo è da sottolineare la recente acquisizione di una società tedesca che ha portato specifiche ‘expertise’ all’interno della proposta di soluzioni di Mitsubishi Electric. Oltre a un alto know-how di tipo ingegneristico e di sistema in ambito ambientale ed energetico, Mitsubishi Electric ha allargato il portafoglio delle soluzioni con il DCS (Distributed Control System) PmsXPro, basato su piattaforma iQ, presentato allo stand di SPS Italia all’interno di una demo live. Esso favorisce cinque aspetti fondamentali per le aziende, ossia: - innovazione: informazione più efficace per l’operatore, strumenti molto più performanti per lo sviluppo ingegneristico; - sostenibilità: ambiente più sicuro. riduzione del consumo energetico, miglioramento produttivo; - produttività: miglioramento continuo degli asset in termini di performance e utilizzo; - sicurezza: notifiche più chiare per l’operatore, sistema di sicurezza integrato; - visibilità: chiarezza operativa mediante dashboard integrati per la gestione produttiva. In breve, Mitsubishi Electric grazie alla propria esperienza tecnologica e di consulenza nei diversi settori industriali sopra citati, si propone come partner integrale per il mondo della manifattura e per quello del processo, mettendo al centro dell’attenzione sostenibilità, innovazione e produttività come driver per il rilancio del nostro tessuto industriale. Mitsubishi Electric Factory Automation - it3a.mitsubishielectric.com A supporto della produzione globalizzata con ME-RTU L’ estrazione delle materie prime, a causa della loro crescente scarsità, sta diventando sempre più difficoltosa, perché deve essere effettuata in luoghi remoti e su scala mondiale. Diventa quindi indispensabile utilizzare soluzioni innovative per automatizzare l’intero processo di produzione attraverso il controllo a distanza. In questo ambito, Mitsubishi Electric propone soluzioni intelligenti che permettono di monitorare i parametri di campo digitali e analogici delle stazioni remote, come quelle degli oleodotti e gasdotti, delle centrali di commutazione, di tunnel o impianti di depurazione, e di trasmettere i dati raccolti alla stazione di monitoraggio centrale. Si tratta della soluzione avanzata ME-RTU, che combina la robustezza e l’affidabilità della tecnologia industriale PLC con le più avanzate tecnologie di comunicazione necessarie per la sorveglianza a distanza e il controllo di attività distribuite. La nuova smart RTU (Remote Terminal Unit) è estremamente facile e veloce da installare e permette una semplice connessione alla centrale di monitoraggio e controllo grazie al modem Gprs/ Edge integrato, alla porta Ethernet o tramite sistemi radio o modem esterni. Grazie a un consumo energetico molto ridotto può essere alimentata, per esempio, tramite un sistema fotovoltaico o una turbina eolica. ME-RTU si occupa dell’intero processo di gestione del protocollo di comunicazione verso il sistema Scada, semplificando notevolmente il software di gestione della stazione di controllo remota, realizzabile nel PLC con i normali linguaggi di programmazione IEC 61131. Integra infatti i più comuni protocolli di comunicazione standard verso i sistemi Scada: IEC 60870-5-101/104 slave, DNP3 slave, TCP/IP. L’intuitiva gestione tramite web server della configurazione, della diagnostica e della comunicazione con il sistema Scada e con il PLC permette una notevole riduzione dei tempi di messa in servizio di un sistema altrimenti più complesso. Per rispondere alla primaria esigenza di sicurezza della trasmissione dei dati, per esempio contro possibili attacchi informatici, è stata utilizzata l’innovativa tecnologia SSL che garantisce elevati standard di protezione. La semplicità di integrazione con tutte le piattaforme PLC di Mitsubishi Electric e le avanzate soluzioni di supervisione Maps (Mitsubishi Adroit Process Suite) rende infine la nuova smart RTU completa ed espandibile a seconda delle diverse esigenze applicative. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 di Paola Lazzarotto 25 In breve Ge Intelligent Platforms rivenditore di Dream Report Dream Report, strumento di reporting di Ocean Data System (www.oceandatasystem.com) sviluppato per applicazioni industriali, è ora parte del portfolio di soluzioni di automazione di GE Intelligent Platforms (www.ge-ip.com). A darne l’annuncio è ServiTecno (www.servitecno.it), società specializzata nella fornitura di software e sistemi per applicazioni in ambito industriale e distributore italiano dei prodotti software della famiglia Proficy per l’automazione, il controllo e la business intelligence. In base all’accordo recentemente siglato, GE Intelligent Platforms diverrà OEM di Ocean Data Systems e offrirà ai propri clienti il software Dream Report. Quest’ultimo, distribuito in Italia da ServiTecno, include già i driver per la maggior parte dei prodotti GE Intelligent Platforms con interfaccia diretta per Proficy HMI/Scada - iFIX, Proficy HMI/Scada - Cimplicity, Proficy Historian, una serie di driver standard quali OPC DA, OPC AE e OPC HDA e, infine, OLE-DB e ODBC per interfacciarsi a database relazionali. Nel frattempo, ulteriori interfacce saranno sviluppate per fornire agli utenti la migliore integrazione. Un’infrastruttura tecnologica solida, guidata da sistemi informativi dinamici e interattivi, è fondamentale per migliorare l’assistenza sanitaria Innovare nella sanità di Lù Del Frate U Le tecniche di elaborazione dell’immagine rivestono un ruolo fondamentale in produzione, sia per il controllo della qualità, sia per l’ottimizzazione dei processi. È per questo che la prossima edizione 2014 della fiera internazionale Vision (www. messe-vision.de), in calendario dal 4 al 6 novembre a Stoccarda, porrà al centro il tema ‘Vision 4 Automation’. Lo scopo è esaminare più da vicino il nesso fra le tecnolologie di elaborazione dell’immagine e l’automazione. Il programma ‘Vision 4 Automation’ si articola in più iniziative: l’itinerario ‘Vision 4 Automation Tour’ aiuterà il visitatore a orientarsi meglio in fiera grazie a un logo che contrassegnerà gli stand degli espositori, circa 20, che aderiranno al progetto. Essi mostreranno gli sviluppi tecnologici dei dispositivi di visione, telecamere in testa, capaci di fornire prestazioni superiori grazie a nuovi sensori e interfacce. Allo stand collettivo ‘IPC 4 Vision’, poi, 11 espositori presenteranno PC industriali e piattaforme embedded. Lo speciale blocco tematico intitolato ‘L’elaborazione dell’immagine per l’automatizzazione’, sotto l’egida degli Industrial Vision Day organizzati dalla Sezione dedicata all’elaborazione dell’immagine dell’associazione Vdma, affronterà specificatamente il tema dell’automazione presentando esempi applicativi concreti. Infine, si terranno corsi tecnici all’interno della Vision Academy e saranno presenti una Integration Area e, per la prima volta, un Inspect Application Forum, con conferenze specifiche sull’automazione. n’analisi di Frost & Sullivan (www. frost.com), intitolata ‘Technologies Enabling Home Medical Devices and Integrated Care Systems’, rileva che i sistemi per lo scambio di informazioni sanitarie (Health Information Exchange, HIE) sono un fattore tecnologico chiave per i nuovi modelli nell’ambito della sanità. Lo scambio di informazioni sanitarie si riferisce alla digitalizzazione delle cartelle cliniche per creare una banca dati centralizzata che garantirà la continuità delle cure, la conservazione dei dati sanitari e analisi mediche basate sui dati del paziente. Le modifiche previste o in via di definizione alle politiche normative e legislative relative alla fornitura di assistenza sanitaria, come ad esempio l’incentivazione della condivisione di informazioni elettroniche e l’obbligo di fare un uso significativo dei dati clinici dei pazienti, incoraggeranno l’adozione di sistemi informativi come HIE in molti paesi. “È probabile che questi cambiamenti avranno conseguenze di vasta portata per la fornitura di assistenza sanitaria, specialmente nella diagnosi predittiva e nella gestione della salute della popolazione” afferma Bhargav Rajan, analista di Frost & Sullivan. “Invece di funzionare come semplici aiuti nel flusso di lavoro, è probabile che i sistemi informativi trasformeranno profondamente la natura della pianificazione e fornitura di assistenza sanitaria, aprendo la strada alle analisi predittive e alla gestione coordinata delle cure”. Una delle sfide per l’adozione di questi sistemi tecnologici è rappresentata dalla frammentazione del mercato sanitario in diversi Paesi, 26 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 L’automazione sarà protagonista a Vision 2014 fonte www.g2italia.net AO LINEA DIRETTA che causa problemi di interoperabilità. I fornitori di servizi sanitari, inoltre, non sono disposti a effettuare l’elevato investimento iniziale richiesto. I fornitori tecnologici devono progettare soluzioni indipendenti dai sistemi che possano essere usate con diverse piattaforme tecnologiche per fugare le preoccupazioni dei clienti riguardo a interoperabilità e compatibilità. Anche i fornitori di servizi sanitari devono valutare e comprendere il valore che i sistemi informativi portano alla propria attività, permettendo di offrire servizi di qualità a un prezzo accessibile, in linea con le esigenze dei pazienti. “Un sistema sanitario integrato e pienamente funzionale è il prodotto di innovazioni nella tecnologia, gestione e implementazione” osserva Rajan. “Tra queste, un’infrastruttura tecnologica solida, guidata da sistemi informativi dinamici e interattivi, sarà fondamentale per la creazione di sistemi di assistenza domestica e integrata”. 650_A4 09-14_ITA+SpsNorim.indd 1 08/09/14 10.19 AO LINEA DIRETTA In breve Dalla fusione fra FF e HCF è nata FieldComm Group Lo scorso 30 agosto si sono concluse le votazioni dei membri di Hart Communication Foundation (www.hartcomm.org) e Fieldbus Foundation (www.fiedbus.org) in merito alla proposta di fusione fra le due associazioni. La votazione ha avuto esito positivo, coronando così un anno di studi di fattibilità e valutazione delle problematiche finanziarie e legali da parte di un team di volontari delle due organizzazioni, con la nascita di FieldComm Group. Con la definizione di questa nuova entità giuridica si conclude dunque il processo di fusione fra Hart Communication Foundation, fondata nel 1993 e detentrice della proprietà del protocollo di comunicazione Hart e dei suoi standard, e Fieldbus Foundation, società senza fini di lucro composta da alcuni dei più importanti utenti finali dell’industria di processo e aziende dell’automazione. FieldComm Group sarà amministrata da rappresentanti delle aziende che fanno parte attualmente dei consigli delle due fondazioni. CityNext è un’iniziativa creata per aiutare i governi, le aziende e i cittadini a ripensare le loro città. Copa-Data collabora con Microsoft a questo progetto CityNext, la città del futuro di Laura Galli C Dal 2 al 31 ottobre Asem (www.asem.it) ripropone gli Ubiquity Days, il roadshow dedicato alle soluzioni di teleassistenza e telecontrollo della società. Lanciata nel 2011 come tecnologia software per l’accesso remoto a qualsiasi PLC o dispositivo di automazione connesso alla sottorete, Ubiquity si è evoluta fino a diventare una completa piattaforma di accesso, manutenzione e controllo remoto, distinguendosi per le sue caratteristiche esclusive nel mercato dei costruttori di macchine. Ubiquity Days, il seminario itinerante di Asem, rappresenta un momento di incontro aperto a costruttori e utilizzatori di macchine, system integrator, gestori di impianti, responsabili tecnici, software e della manutenzione, operatori dell’automazione in generale. A ottobre si parlerà della piattaforma, ancora più potente e semplice da usare grazie all’introduzione di una serie di importanti funzioni tra le quali il supporto per la nuova famiglia di Ubiquity Router con modem integrato, la possibilità di configurare regole di routing statico tra le porte Ethernet dei sistemi router, il desktop remoto multisessione, l’estensione della compatibilità a ulteriori server. Il roadshow toccherà 8 città italiane, il doppio rispetto alla scorsa edizione. Le tappe si svolgeranno all’interno di location esclusive quali ville, resort, hotel e cantine di grande prestigio. Si parte il 2 Ottobre da Reggio Emilia, per poi passare a Jesi, Asti, Brescia, Artegna (sede centrale di Asem), Verona (all’interno della mostra convegno Save). opa-Data (www.copadata.it) sta lavorando con Microsoft (www.microsoft.com) al progetto CityNext, un’iniziativa creata per aiutare i governi, le aziende e i cittadini a ripensare le loro città. Per la prima volta nella storia, il 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane e nel 2050, circa il 70% delle persone vivrà nelle città. Questa migrazione costante crea opportunità senza precedenti, ma allo stesso tempo intensifica i problemi, come per esempio quello delle infrastrutture obsolete, quello della sicurezza e della salute pubblica, quello dell’inquinamento, della criminalità e del traffico. Attraverso l’iniziativa CityNext, Microsoft e Copa-Data aiuteranno i leader a fare il ‘nuovo con meno’ grazie alla combinazione di tecnologie potenti e idee innovative che connetteranno governi, imprese e cittadini con i servizi della città, aumentando l’efficienza, riducendo i costi, favorendo un ambiente più sostenibile dove le persone potranno prosperare nella loro comunità. Come partner mondiale di CityNext, Copa-Data userà la sua esperienza nel trattamento delle acque, nelle smart grid, nel pubblico trasporto e nella building automation per rendere le città più intelligenti ed efficienti. Con la zenon Product Family, Copa-Data aiuta le città nel risparmio di energia e nel consumo di acqua: di particolare importanza in quei Paesi dove l’accesso a queste risorse è assai limitato. Grazie alle capacità di comunicazione di zenon, lo si può impiegare in sistemi già esistenti, in questo modo è possibile tenere basso l’investimento 28 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Tornano gli Ubiquity Days iniziale. Le prime attività di Copa-Data nell’ambito dell’iniziativa Microsoft CityNext hanno già avuto luogo in paesi come Olanda, Svizzera, Austria e Germania. Inoltre Copa-Data ha fatto parte del lancio ufficiale dell’iniziativa CityNext ad Amburgo in Germania. “La nostra partecipazione all’iniziativa Microsoft CityNext dimostra il nostro impegno nell’aiutare le città a innovarsi e a modernizzarsi per il futuro. Le soluzioni Microsoft ci forniranno molte opportunità per aiutare i cittadini nel trasformare le loro attività in città grazie a una tecnologia e a dispositivi facili e sicuri” afferma Johannes Petrowisch, partner account manager in Copa-Data. “Siamo entusiasti di avere Copa-Data come partner di CityNext. Microsoft in tutte le sue iniziative mette al centro delle priorità le persone e i partner, e con l’iniziativa CityNext non sarà diverso” dice Laura Ipsen, corporate vice president Microsoft Worldwide Public Sector. “Anche se le città in questo momento sentono il peso delle sfide economiche, noi crediamo in una nuova era di inno- vazione che creerà per le persone le opportunità di usare la tecnologia per compiere ciò che non avrebbero mai creduto possibile. Siamo ispirati dal nostro ecosistema di partner differenti e sono convinta che lavorando insieme possiamo portare le città al massimo del loro potenziale”. Siete numeri UNO? (diventatelo con la nuova SLIO CPU) Con la nuova SLIO CPU di VIPA si intraprende una nuova era. Configura la tua CPU solo con quel che serve. Niente di più e niente di meno; con due soli hardware più di 24 possibili configurazioni che soddisfano la vostra applicazione. 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L’accordo permetterà un nuovo livello di collaborazione tra le vendite globali di ABB e i team dedicati al service, nonché un’interazione con clienti e partner attraverso una piattaforma ABB aperta e condivisa. Le due società lavoreranno insieme per migliorare e potenziare la piattaforma e adattare le soluzioni Salesforce alle esigenze dei settori dell’energia e dell’automazione. Interroll e il primo ordine indonesiano Interroll (www.interroll.com), azienda che opera nel campo dell’intralogistica, ha ottenuto il suo primo ordine per un sistema di stoccaggio dinamico in Indonesia dalla filiale indonesiana di Lotte, grande fornitore di prodotti dolciari giapponese. L’ordine comprende un totale di 3.896 posti pallet comprensivo di un sistema push-back a rulli. “I sistemi Fifo di Interroll sono in grado di soddisfare tutte le nostre esigenze in fatto di prodotti di consumo e quindi a breve permanenza sullo scaffale, di risparmio energetico, minore manutenzione e risparmio in termini di spazio” ha commentato Lucky Jurista, PPIC manager di Lotte Indonesia. Soluzioni Eaton per il ferroviario Eaton (www.eaton.it) ha presentato per la prima volta il suo portafoglio di soluzioni tecnologiche per le applicazioni ferroviarie alla fiera InnoTrans 2014 svoltasi a Berlino, in Germania, lo scorso settembre. Eaton offre soluzioni tecnologiche appositamente studiate per soddisfare tutte le esigenze elettriche e idrauliche di infrastruttura, controllo e materiale rotabile. Il portafoglio comprende soluzioni di protezione, conversione e alimentazione elettrica, automazione e controllo, certificate per il settore ferroviario, così come sistemi idraulici e sistemi di guida ad assetto variabile tra cui marchi prestigiosi come Heinemann, Bussmann e Martek Power. Per l’infrastruttura di elettrificazione ferroviaria, Eaton propone soluzioni di protezione e sicurezza elettrica chiavi in mano da impiegare nelle sottostazioni di trazione elettrica e nei gruppi elettrogeni. Con una particolare attenzione alla sicurezza, alla sostenibilità e alla disponibilità, Eaton ha progettato interruttori senza formazione di arco con una tecnologia affidabile ed ecologica di interruzione in vuoto che consente di evitare l’impiego di esafluoruro di zolfo (SF6), un gas a elevato effetto serra. 30 Secondo il presidente di Anie Confindustria lo scenario dell’economia italiana dimostra che c’è ancora molto da fare per risollevare le sorti del manifatturiero italiano Elettrotecnica ed elettronica: andamento discontinuo di Diego della Vega L’ industria italiana dell’elettrotecnica e dell’elettronica, rappresentata da Confindustria Anie (www.anie.it), ha mostrato a luglio 2014 indicazioni di discontinuità nell’andamento della produzione industriale. Secondo i dati Istat, infatti, sono negativi i numeri dell’elettrotecnica, mentre regge l’elettronica. Nel confronto con lo stesso mese del 2013, a luglio 2014, l’elettrotecnica ha registrato una variazione della produzione industriale del -13,9%. Nel confronto congiunturale (luglio 2014/giugno 2014) il calo è del 2,5%. Considerando il periodo gennaio 2014/luglio 2014, l’elettrotecnica mostra una flessione dell’8,6% rispetto all’anno precedente. L’elettronica, invece, ha mostrato un incremento del 4,8% nel confronto luglio 2013/luglio 2014; un incremento dello +0,3% rispetto a giugno 2014 e un incremento dello 0,4% considerando l’intero periodo gennaio-luglio 2014 sul 2013. “Lo scenario dell’economia italiana che ci dipingono questi dati dimostra una volta di più quanto ancora ci sia da fare per risollevare le sorti del nostro manifatturiero” afferma il presidente di Anie Confindustria, Claudio Andrea Gemme. “Fin dai primi mesi di questo 2014, la produzione industriale nell’elettrotecnica e nell’elettronica italiane ha registrato un andamento contrastante, con segnali di recupero che si alternano a nuovi rallentamenti. Buoni segnali di tenuta arrivano dall’elettronica, trainata principalmente dal comparto della componentistica, fornitrice dell’automotive e dell’industria del bianco. Ma la situazione rimane comunque drammatica, soprattutto per l’elettrotecnica. Contrariamente a quanto tutti ci aspettavamo, non solo l’Italia, ma l’intera Eurozona fatica a imboccare un percorso di crescita. Nel periodo più recente segnali di rafforzamento della ripresa restano confinati ad alcuni mercati extra europei, caratterizzati da un profilo più dinamico degli investimenti: le nostre imprese si salvano solo con l’export. Ma il nostro Paese ci continua a dare segnali preoccupanti: bisogna lavorare per rimettere in moto la macchina Italia”. Nomine in Vdma Donato Montanari, direttore generale della business unit machine vision di Datalogic Automation (www.datalogic.com) e Lou Hermans, chief operating officer di Cmosis (www.cmosis.com), sono stati eletti nella Vdma Machine Vision (www.vdma.org). Sono i primi rappresentati di aziende europee ad entrare nel board, grazie alla decisione dell’Assemblea di Vdma Robotics + Automation. “Diventare un membro del Vdma è un passaggio naturale per Cmosis dato il rapporto di lavoro già in essere con molti membri del suo Vision Machine Group. C’è un grande potenziale per intensificare la leadership tecnologica del nostro gruppo se lavoriamo a stretto contatto, e Vdma Machine Vision fornisce una piattaforma d’eccellenza” afferma Lou Hermans. Donato Montanari aggiunge: “Vorrei ringraziare la Vdma e dei suoi membri per l’opportunità di essere nel consiglio. Come membro non tedesco, il mio primo obiettivo sarà di aumentare il numero di aziende non tedesche in associazione. Sono convinto che le aziende europee possano portare una prospettiva diversa e complementare al settore della visione artificiale”. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 &RQQHWWLYLWjDPROWHSOLFL¿HOGEXVHDOOHUHWL(WKHUQHWLQGXVWULDOL Get connected! I gateway Anybus permettono di collegare facilmente e velocemente gli LPSLDQWLDTXDOVLDVLUHWHLQGXVWULDOH/DFRQ¿JXUD]LRQHDYYLHQHWUDPLWH LOVRIWZDUH$Q\EXV&RQ¿JXUDWLRQ0DQDJHU1HVVXQDSURJUDPPD]LRQHq necessaria. &RQQHWWL&RQ¿JXUD)DWWR www.anybus.it AO PANORAMA di Matteo Marino Rafforzare la sicurezz a La numerosità e la gravità delle conseguenze degli attacchi degli ultimi anni nei confronti delle aziende evidenzia come esista una cyber battaglia silenziosa che le organizzazioni devono abituarsi a combattere quotidianamente L e tecniche, gli obiettivi e gli effetti dei ‘cyber attacchi’ verso le realtà aziendali sono fortemente cambiati negli ultimi anni rispetto al passato: l’osservazione dei dati statistici dovrebbe sensibilizzare tutto il comparto industriale che, forse, non è ancora completamente consapevole della necessità di doversi difendere. La situazione in essere conduce alla neces- La parola agli esperti P er confrontarci con chi affronta il tema quotidianamente abbiamo chiesto a due esperti del settore come Giancarlo Carlucci, product manager Plant Solutions, PLC, Networks & I/O di Schneider Electric, e Roberto Beccalli, product manager Servo & Motion di Mitsubishi Electric di fornirci il loro punto di vista. La prima questione che gli abbiamo posto riguarda le nuove esigenze del mercato che avranno impatto sulle scelte complessive del settore. “Vediamo crescere molto l’attenzione legata alle tematiche di sicurezza che sorgono dall’adozione in ambito industriale della comunicazione di rete con sviluppi che trasformano l’infrastruttura industriale, tradizionalmente chiusa, in un ambiente maggiormente aperto, oltre che integrato con altre reti attive in azienda popolate da molti dispositivi” ha sottolineato Carlucci. “Tale condizione aumenta i rischi, si tratta quindi di integrare elementi di cyber security nelle soluzioni offerte al mercato”. Per Beccalli “il mercato oggi richiede totale integrazione dei sistemi, semplicità di impiego, risparmio energetico e soprattutto sicurezza sulle macchine. Gli investimenti delle aziende sono infatti molto concentrati su due principali punti: risparmio energetico e sicurezza. La sfida infatti è quella di riuscire a costruire macchine sempre più performanti che ottimizzino l’energia impiegata ma soprattutto che siano sicure proteggendo l’incolumità delle persone che operano sulla macchina stessa. Abbiamo anche chiesto come le nuove tendenze e i comportamenti sociali stiano cambiando il panorama della sicurezza hardware e software. Carlucci ha posto in evidenza il forte impatto della diffusione, anche in ambito industriale, di modalità operative nate nel mondo consumer. Ci si riferisce 32 per esempio alla crescente diffusione di tablet e smartphone come strumenti di lavoro: “Oggi anche noi di Schneider Electric offriamo ai nostri clienti la possibilità di operare con questi device, per esempio per interagire con le interfacce HMI da remoto, per monitorare i processi, erogare o richiedere servizi di assistenza. Questo ha delle implicazioni di sicurezza, perché tali dispositivi devono essere protetti adeguatamente e gli utenti devono essere educati per farne un uso il più sicuro possibile”. Infatti molto Giancarlo Carlucci, spesso si leggono sui giornali notizie di product manager Plant gravi infortuni che subiscono gli operaSolutions, PLC, Networks tori di vari settori. E anche “nel mondo & I/O di Schneider Electric manifatturiero, i rischi sono moltissimi” sostiene Beccalli “e spesso le persone si infortunano per malfunzionamenti della macchina oppure per negligenza delle stesse persone che non rispettano le indicazioni di sicurezza. Per limitare al massimo gli infortuni e con l’obiettivo di azzerarli, i governi intervengono con leggi e norme sempre più severe le quali per essere applicate necessitano che le aziende fornitrici di prodotti, anche di automazione, concentrino i propri reparti R&D nello sviluppo di soluzioni più adatte, sicure e affidabili sia hardware sia software”. Ci siamo chiesti poi quali fossero nell’ultimo anno gli interventi più OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 z a dove conta Gestire i rischi Numerosi studi effettuati in tutto il mondo dimostrano come i rischi legati alla presenza di minacce alla sicurezza industriale stiano aumentando esponenzialmente e l’industria dell’automazione e controllo sta cercando di seguire tale evoluzione per difendersi al meglio. Per affrontare le minacce in modo adeguato ed efficace gli esperti consigliano di progettare i sistemi mante- importanti dal punto di vista tecnologico che hanno contribuito a innovare il comparto. “Una delle scelte più importanti per un’azienda è l’adozione del giusto mezzo per le comunicazioni” conclude Carlucci. “È sempre più importante adottare standard in grado di supportare le necessità in termini di traffico dati e integrazione di device anche di differenti fornitori. Una delle tecnologie che è praticamente diventata convenzione nell’industria è lo standard EtherRoberto Beccalli, product net come mezzo di comunicazione tra manager Servo & Motion dispositivi anche eterogenei. Oggi quedi Mitsubishi Electric sta tecnologia pervade le soluzioni per i clienti e rende possibile la convergenza tra IT e OT (Operational Technology). I benefici sono numerosi, per esempio poter misurare i consumi energetici associati alla produzione aumentandone l’efficienza produttiva o rendere fattivo il concetto di smart grid e smart city per una utility”. Per Beccalli “le funzioni di sicurezza richieste sono aumentate e sono in rapido incremento. Safe Torque Off, Safety Limited Speed, Safety Operation Stop ecc. vengono ormai integrate di serie in sistemi ridondanti che garantiscono la massima sicurezza delle macchine e degli impianti. In crescendo anche la gestione della sicurezza tramite reti dedicate oppure standard ma aggiornate per supportare pienamente le funzioni di sicurezza stesse”. nendo sempre una visione d’insieme, che permetta di migliorare il controllo ‘end to end’ durante tutte le trasmissioni dati dal livello di fabbrica a quello business e, orizzontalmente, fra i vari strati organizzativi. Di contro, gli hacker investono i loro sforzi verso le tecnologie maggiormente diffuse, per avere una più elevata probabilità di apportare danni alle aziende in modalità estensiva una volta intercettate le falle www.morguefile.com sità di un ripensamento generale riguardo alle misure di sicurezza e al tipo di comunicazione industriale da porre in atto, così come di tutte le procedure per assicurarne la stabilità. Oggi sia i produttori sia gli operatori di automazione industriale si trovano inevitabilmente di fronte a un oggettivo e quanto mai reale pericolo, che non può più essere solo osservato. Le scelte per affrontare il futuro sono sempre diverse. Sentiamo quali sono le scelte di tipo tecnologico, organizzativo e gestionale di Mitsubishi dalla voce di Beccalli. “Ovviamente un leader mondiale come Mitsubishi Electric investe molto in termini di sicurezza a prescindere da eventuali leggi o norme. L’azienda, infatti, ha come principale obiettivo la sicurezza delle persone che impiegano i suoi prodotti. Tutti i prodotti di automazione di Mitsubishi Electric integrano, infatti, funzioni di sicurezza in grado di arrivare al livello massimo SIL4 Categoria 3 e PLe, offrendo quindi soluzioni complete che soddisfano pienamente le richieste di alte performance, risparmio energetico e appunto sicurezza” sostiene Beccalli. Provando a dare voce agli imprenditori e manager del settore. Abbiamo chiesto cosa vorrebbe un rappresentante di Mitusbishi che il Sistema Italia facesse per supportare le aziende. “Le nostre imprese sono sempre più soggette ad attacchi esteri, soprattutto da parte di quei paesi in grado di offrire soluzioni simili a un prezzo molto più competitivo. Per riuscire a rimanere ‘attraenti’ sul mercato mondiale le nostre aziende devono investire in tecnologia e qualità non potendo competere ad armi pari con alcuni paesi stranieri dove i costi sono molto inferiori. Per contro, per essere un passo avanti rispetto alla concorrenza, sono necessari numerosi investimenti che dovrebbero essere pienamente supportati dal Sistema Italia, finanziando almeno in parte i progetti e aiutando gli imprenditori nella commercializzazione all’estero. Purtroppo ciò avviene molto raramente, lasciando i nostri imprenditori soli sul mercato e diminuendo quindi la nostra competitività a scapito di paesi stranieri che, invece, supportano le loro imprese nonostante non siano qualitativamente di alto livello” conclude Beccalli. 0TTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 33 www.morguefile.com AO PANORAMA attraverso cui applicare gli attacchi. È una tendenza sempre più diffusa nel mondo industriale quella di estendere la pervasività delle reti informatiche a tutti i livelli aziendali, da quello di produzione a quello strategico, assicurando un accesso immediato per il personale alle informazioni e alle applicazioni essenziali, oltre che il collegamento tra i sistemi e il controllo integrato dei processi. Le reti industriali e i loro sistemi sono progettati tipicamente per fornire gestibilità e controllo con la massima affidabilità, tuttavia non sempre sono pronti per un’efficace gestione delle minacce provenienti da reti esterne o interne. L’integrazione dei sistemi basati su IP con quelli industriali tradizionali richiede l’installazione di soluzioni di sicurezza di rete ad hoc, per rispondere alle esigenze di ambienti che spesso sono caratterizzati da condizioni non compatibili con i tipici strumenti di salvaguardia della sicurezza impiegati in ambito IT. L’estensione dell’ICT all’area industriale apporta vantaggi irrinunciabili, ma tale processo dovrebbe essere affrontato con la dovuta attenzione. Sorvolando pure sulle questioni di carattere infrastrutturale, che devono tenere in considerazione la specifica architettura dei sistemi, la vera sfida per le organizzazioni sta nella determinazione di un livello di affidabilità degli apparati pari al 100% ottenendo al contempo la protezione completa dalle minacce e mantenendo un adeguato compromesso tra gestibilità, costi ed efficacia. Il mantenimento dei livelli di affidabilità target non è sempre un’impresa semplice a causa di numerosi fattori, come l’uso di protocolli di comunicazione aperti, la permanente esposizione degli apparati a causa della gestione realtime attraverso WAN, l’obsolescenza dei dispositivi non più compatibili con i più evoluti software di sicurezza, l’utilizzo di sistemi e apparecchiature industriali non progettati per la gestione della sicurezza di rete e il controllo da remoto. Alcune tendenze, inoltre, rendono ancora più difficile il mantenimento del necessario livello di sicurezza, per esempio la veloce evoluzione delle minace e dei target 34 da parte degli hacker, che negli ultimi anni hanno dimostrato di poter aggredire anche ambienti apparentemente impenetrabili, così come l’inarrestabile esposizione a Internet, facilitata dalla diffusione di soluzioni mobili che aumentano i potenziali veicoli di accesso e il numero stesso degli accessi. Trade off La scelta della soluzione ottimale dal punto di vista dei costi dovrebbe considerare alcuni aspetti, in primo luogo il fatto che il personale delle organizzazioni deve essere in grado di effettuare il deployment dei sistemi attraverso dispositivi semplici da installare e apparati preconfigurati. La gestione dovrebbe poi poter essere eseguita completamente da remoto per più dispositivi contemporaneamente, semplificando le operazioni per le organizzazioni distribuite su più siti. Una gestione centralizzata costituisce un fattore cruciale per ridurre i costi, offrendo numerosi vantaggi, come la coerenza di configurazione, la riduzione degli errori introdotti da attività eseguite manualmente e la riduzione dei tempi di set up per far fronte a nuove minacce. Il controllo remoto riduce inoltre i periodi di vulnerabilità, favorendo la conformità alle practice e alle normative di sicurezza, la gestione degli eventi coordinati, l’analisi e il reporting consolidato. Infine, è preferibile scegliere una soluzione di sicurezza ‘all in one’ che includa più funzioni di sicurezza per tutti i dispositivi installati. Requisiti funzionali di base Quali sono dunque i requisiti funzionali di base che un’implementazione dovrebbe rispettare per assicurare gli standard di sicurezza? Innanzitutto, l’affidabilità deve essere senza compromessi. Data la natura degli ambienti industriali è essenziale per i dispositivi di sicurezza rispettare una progettazione robusta e capace di adattarsi alle condizioni di operatività tipiche dell’ambito manifatturiero, ossia in presenza di polveri, temperature estreme, umidità, vibrazioni. I dispositivi devono essere durevoli, quindi avere indici OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 di Mtbf (Mean Time Between Failure) estremamente elevati, e le parti in movimento, come ventole e hard disk, dovrebbero essere limitate. Da una prospettiva di rete, poi, l’affidabilità è fondamentale. Pertanto i dispositivi di sicurezza dovrebbero presentare caratteristiche di alta disponibilità e ridondanza, come failover attivo-attivo o attivopassivo a un secondo del dispositivo, routing dinamico, dial-up di backup e interfacce WAN ridondanti per stabilire percorsi alternativi. La pervasività delle minacce, la natura business critical della produzione o le reti mission critical distribuite dovrebbero determinare scelte che includano funzionalità di sicurezza integrata. Pertanto, alcuni aspetti riguardanti la sicurezza sono da considerare essenziali, come: firewall multilayer, in grado di effettuare un controllo degli accessi su tutta la rete; filtraggio attraverso ‘white list’, che assicurino la verifica e la prevenzione delle intrusioni; interruzioni del servizio per accessi non consentiti; gateway antivirus, anti malware e anti spyware per impianti con accesso diretto alla rete Internet; VPN (Virtual Private Network) con standard di criptografia e opzioni di identificazione. Un altro capitolo relativo alle funzionalità di base riguarda l’efficienza ed efficacia della gestione dei sistemi. Una buona gestione integrata dovrebbe comprendere l’impiego di interfacce intuitive e semplici da usare, monitoring realtime e troubleshoting, logging e reporting globale, interfacce di gestione remota, omogeneità dei dispositivi e upgrade automatici. La compatibilità costituisce, infine, un aspetto da non trascurare durante tutto il ciclo di vita dei sistemi. avendo effetti diretti da una prospettiva sia sistemica, sia economica. Soluzioni di sicurezza industriali dovrebbero infatti poter essere installate in qualsiasi configurazione di rete senza richiedere modifiche sostanziali alle infrastrutture esistenti. Schneider Electric - www.schneider-electric.it Mitsubishi Electric it3a.mitsubishielectric.com/fa/it PROFICY DIVENTA MOBILE Proficy Mobile è utlizzabile su qualunque dispositivo mobile e fornisce un accesso facile e veloce ai dati di produzione, KPI, trend e allarmi. Proficy Mobile è un modulo della famiglia Proficy di GE Intelligent Platforms (iFIX, Historian, ...) per tablet e smartphone compatibile con tutti i sistemi HMI, SCADA e DCS di mercato PROFICY MOBILE È attivo il nostro nuovo Servitecno Web Store www.servitecnowebstore.it AO ATTUALITÀ di Antonella Cattaneo Il prossimo 11 dicembre all’IBM Center di Segrate si svolgerà MA - Machine Automation 2014, mostra convegno realizzata da Fiera Milano Media dedicata alle tecnologie per l’automazione di macchine e impianti per il settore del packaging È a calendario per il prossimo 11 dicembre all’IBM Center di Segrate, MA - Machine Automation 2014, la mostra convegno realizzata da Fiera Milano Media dedicata alle tecnologie per l’automazione di macchine e impianti. L’evento porrà l’accento sul mondo del packaging con particolare riferimento ai settori del food&beverage e del life science, settori che hanno avuto una crescita e peso interessanti nel 2013. Si ritiene che l’industria globale del packaging, divisibile in quattro segmenti principali, classificati per tipologia di materiale di confezionamento e imballaggio, quali carta e cartone, plastica, vetro e metallo, conti un mercato di circa 500 mi- liardi di dollari. Solo segmenti carta e cartone e plastica, i più significativi, rappresentano il 70% del mercato globale del packaging. Vero è che le aziende del packaging lavorano per una grande varietà di mercati, ma da sottolineare c’è che il più grande utilizzatore di materiali e tecnologia di questo settore è la divisione food&beverage, che Durante Machine Automation 2014 si svolgeranno i ‘Packaging Awards’ in cui verranno premiate le applicazioni migliori nel campo del packaging per le categorie food&beverage e life science 36 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Laboratori ad alto contenuto tecnologico, presentazioni di prodotto, analisi di mercato, proposte di casi applicativi: l’occasione per scambiare opinioni, capire, studiare, realizzare, innovare… mici settori dell’economia mondiale, un mercato in continua evoluzione tecIl prossimo 11 dicembre all’IBM Center di Segrate si nologica proprio perché svolgerà MA - Machine Automation 2014 per gli utenti sono sempre più indispensabili macchine e apparecchia- costi, ma anche per rispondere a una crescente ture medicali efficienti e sofisticate. In que- sensibilità delle aziende verso il tema dell’imsto campo l’intuizione nello sviluppare un patto ambientale delle attività produttive. nuovo dispositivo o una nuova macchina può essere rivoluzionario quindi l’affidabilità Quest’anno, in particolare… dei componenti o di parte di essi è determi- In quest’ottica nasce l’esigenza di capire menante perché è intuibile che sono sempre glio cosa offre il mercato, quali le tecnologie applicati in un ambito di alto rischio e molte all’avanguardia per questo settore. Machine volte in ambienti ridotti. Quindi se da un Automation 2014 è la mostra-convegno che lato vi è una costante richiesta di macchine quest’anno accompagnerà passo passo il visia elevata automazione, per aumentare la tatore nel mondo di macchine e impianti per produttività, ottimizzare i costi di produ- il settore del packaging che, essendo vasto, si zione, l’efficienza della linea con bassi tempi concentrerà su food, beverage e life science. di fermo macchina in caso di sostituzione Si potrà conoscere il mercato, vedere, tocdi componenti, per cui l’utilizzo di soluzioni care e utilizzare i prodotti perché grazie ai tecnologicamente innovative deve essere ‘laboratori’ si potrà imparare a implementarli perseguito senza penalizzare la semplicità di realizzando vere applicazioni. Laboratori eventuali interventi di manutenzione; dall’al- ad alto contenuto tecnologico, interessanti tro lato il tema dell’efficienza energetica glo- presentazioni di prodotto, precise analisi di bale degli impianti è sempre di maggiore mercato, proposte di casi applicativi e l’ocattualità e riveste un’importanza determi- casione per poter scambiare opinioni con nante, non solo per un’efficace gestione dei e tra aziende produttrici, system integrator, costruttori di macchine, impianti e linee di produzione, utilizzatori Packaging Awards 2014 finali, fornitori di servizi sono tutti elementi che riempiranno la giorn occasione della mostra convegno Machine Automation 2014, che si terrà l’11 dicembre 2014 nata e saranno spunti per capire, all’IBM Center di Segrate, le riviste di Fiera Milano Media consegneranno i ‘Packaging Awards 2014’, studiare, realizzare, innovare una premiando le migliori applicazioni in ambito imballaggio per le categorie food&beverage e life science. volta ritornati alla quotidianità I contributi verranno vagliati da una giuria di esperti del settore del packaging e dell’automazione, pubdel nostro lavoro. blicati sui siti di Fiera Milano Media, e i migliori verranno premiati durante la manifestazione Machine assorbe il 60% di tutte le applicazioni di confezionamento e imballaggio. Tali mercati sono stabili, non ciclici, e hanno una crescita costante per cui attraggono, indipendentemente dall’andamento generale dell’economia. Ma è anche vero che per mantenere questi livelli è necessario innovare costantemente e le richieste in questo senso da parte dei produttori di imballaggio si concentrano sempre più sulla riduzione di costi e sulla sostenibilità. Vengono richiesti imballaggi più leggeri, che trasportano prodotto, informazione, decorazione. Per quanto riguarda la produzione la richiesta è per imballatrici, formatrici, etichettatrici, sleeveratrici ecc. più performanti, e poi ancora richieste legate alla riduzione degli scarti in tutta la filiera produttiva, dalla produzione del supporto di stampa, alla stampa e trasformazione, alla confezione; attenzione poi alla riciclabilità/ riusabilità estesa delle materie prime utilizzate per gli imballaggi e degli imballaggi stessi ma anche attenzione alla riduzione di consumo di energia elettrica e acqua, e una minore produzione di CO2. Anche il settore del life science è un settore vitale, anzi forse uno dei più vitali e dina- I Automation 2014. Coloro che fossero interessati a partecipare all’iniziativa dovranno inviare delle memorie con abstract in cui si descrivono le applicazioni realizzate o i progetti applicativi entro e non oltre il 15 novembre 2014 all’indirizzo ao-fen@fieramilanomedia.it mettendo in oggetto la dicitura Packaging Awards 2014. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Fiera Milano Media www.fieramilanomedia.it 37 AO ATTUALITÀ di Lù del Frate Manufacturing Strategies 2014… Foto tratta da www.shutterstock.com … un momento per fare chiarezza, per analizzare nuovi scenari di sviluppo per il manufacturing, approfondire l’impatto su processi produttivi e organizzativi, identificare le leve per competere attraverso le Operation utilizzate dalle aziende, condividere esperienze e strategie adottate I È l 6 novembre Business International, divisione di Fiera Milano Media presenterà a Milano, al Grand Hotel Visconti Palace, il convegno ‘Manufacturing Strategies 2014’. Sempre di più la sfida del settore manifatturiero si gioca su fattori quali l’innovazione, la qualità, la capacità di rintracciare e ottenere informazioni in ogni fase del processo produttivo, e sempre di più per sviluppare il business in DDMRP 38 possibile scaricare il white paper completo ‘Lean finds a friend in Demand Driven MRP (DDMRP)’, di Chad Smith e Carol Ptak co-autori del libro Orlicky’s Material requirements Planning, dal sito http://demanddrivenmrp.com/leandl.php Festo Consulting e Festo Academy sono il riferimento esclusivo in Italia per il Demand Driven Institute. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 nuovi mercati, abbattere i costi e incrementare la redditività, migliorare la produttività, le aziende manifatturiere devono contare sulla capacità delle operation: solo così possono essere competitive, in grado cioè di generare valore per i propri clienti a costi sostenibili. Manufacturing Strategies 2014 è un momento per fare chiarezza, per analizzare nuovi scenari di sviluppo per il manufacturing, approfondire l’impatto su processi produttivi e organizzativi, identificare le leve per competere attraverso le Operation utilizzate dalle aziende, condividere esperienze e strategie adottate. Un elemento importante a cui devono guardare le aziende è il ‘pensare in modo snello’, il cosiddetto lean thinking, una strategia operativa nata nel mondo automotive, ma universalmente applicata in settori e ambiti diversi al fine di aumentare l’efficienza ed eliminare gli sprechi. La possiamo considerare una strategia operativa perché unisce teorie organizzative e un approccio pratico in cui tutta l’azienda viene coinvolta in una visione di insieme tramite la messa a flusso dei processi principali, dalla progettazione fino alla gestione degli ordini. Ma il futuro cosa riserva? Quale strategia sarà utilizzata dalle aziende per poter essere vincenti, per aggredire il mercato nel modo corretto? L’applicazione della lean, riconosciuta a livello mondiale come fondamentale per la risulta possibile grazie al posizionamento strategico dei buffer che assorbono le variabilità e stabilizzano il processo, calcolati con modalità analoghe a quelle della lean, e anche grazie alla creazione di un flusso di materiale creato gestendo quantità distanti di materiale lungo il lead time di fornitura. Insomma il Demand Driven Material Requirements Planning (DDMRP) è un’innovativa metodologia ‘pull’, a più livelli, per pianificare materiali e immobilizzi e che permette alle aziende di produrre in modo più aderente alle effettive richieste del mercato e promuove decisioni migliori e più veloci sia nella pianificazione sia nell’esecuzione. Foto tratta da http://pixabay.com/ sopravvivenza delle aziende nel mercato del 21° secolo, pone importanti questioni relative all’MRP o material requirements planning usato quotidianamente negli uffici di pianificazione della produzione. Chi applica i principi lean di solito si chiede se l’MRP sia di ostacolo o possa invece aiutare e sostenere questo importante processo di cambiamento aziendale. Al contrario chi non ha ancora utilizzato tale strategia o ci sta provando si chiede spesso se l’MRP possa cambiare per essere semplicemente più efficace, snello e comprensibile. Sono domande a cui il Demand Driven MRP, proposto dal Demand Driven Institute, e divulgato in Italia da Festo Consulting e Festo Academy, risponde brillantemente in due mosse superando i limiti dell’MRP tradizionale. Dal momento che la strada per il miglioramento delle prestazioni non passa solo attraverso la riduzione degli sprechi, delle attività a non valore, ma anche rinnovando i sistemi di pianificazione di alto livello, la prima mossa considerata dal Demand Driven MRP sta nel creare un flusso all’interno del processo di pianificazione del materiale, eliminandone di conseguenza la maggior parte degli sprechi: sovra-produzione, accumulo, attese, trasporto. Mentre la seconda mossa è quella di utilizzare una gestione visuale trasformando in zone di colore (rosso, giallo, verde) i diversi livelli di disponibilità degli stock dando al planner la percezione immediata di quello che sta effettivamente accadendo. Tutto questo Business International www.businessinternational.it Festo Academy www.festo-didactic.com/it2-it/ Fiera Milano Media www.fieramilanomedia.it Adesso mi manca solo il giusto fornitore 600.000 prodotti in assortimento NUOVO! business.conrad.it Navigazione e ricerca rivoluzionate Nuova funzione richiesta offerta No minimo ordinabile Garanzia estesa e controllo qualità Magazzino Europeo con zona ESD Servizi Calibrazione e PCB* Spedizione GRATUITA sopra 80€ * verifica online la disponibilità di tutti i servizi a te dedicati [email protected] [email protected] Tecnologia + Servizi = Conrad business.conrad.it 0TTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 39 AO ATTUALITÀ di Mark Cotteleer, Jim Joyce (*) AM: tutte le opportu n In questi ultimi anni le tecnologie raccolte sotto il più ampio ‘cappello’ di AM-Additive Manufacturing stanno ‘uscendo dall’ombra’: uno studio fa il punto sul loro impatto futuro D a trent’anni a questa parte continuiamo a sentir parlare di AM, Additive Manufacturing, più conosciuto come ‘stampa in 3D’, ma solo negli ultimi anni questo tema ha guadagnato popolarità fra gli ‘addetti ai lavori’. In realtà, la denominazione raggruppa sotto un unico ‘cappello’ diverse tecnologie, tramite le quali è possibile creare prodotti finiti reali con una particolare tecnica che consta nell’aggiunta di materiale ‘strato su strato’, anziché usando macchinari o altri processi manifatturieri più ‘tradizionali’. I pareri sulla validità e la futura fortuna dell’AM sono vari e contrastanti. I più entusiasti reputano che l’AM rivoluzionerà a lungo andare l’intero settore produttivo e i mercati cui è rivolto, costituendo un indubbio fattore d’innovazione, destinato letteralmente a trasformare l’industria manifatturiera nel prossimo decennio. Gli scettici invece ricordano il modesto impatto che finora queste tecnologie hanno avuto a eccezione di pochi ambiti di nicchia e quanto pochi siano ancora i materiali utilizzati e gli effettivi impieghi di tali tecniche, senza contare i dubbi relativi alle applicazioni possibili e le problematiche, ancora da risolvere, legate alla proprietà intellettuale dei prodotti così realizzati. La verità sta, 40 come sempre, nel mezzo. L’AM costituisce indubbiamente una tecnica innovativa, in grado di ‘scardinare’ alcune delle regole sulle quali si basa attualmente la produzione industriale: per prima cosa, minimizza i capitali necessari per realizzare delle economie di scala; in secondo luogo, la sua flessibilità riduce gli investimenti richiesti per le cosiddette ‘economie di scopo’. Crea dunque nuove opportunità per le aziende OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 che intendono puntare su aumento delle prestazioni, crescita e innovazione, ma per capire come questo sia possibile sarà meglio vedere prima come sono strutturate le economie di scala e di scopo. Economie di scala ed economie di scopo I cambiamenti portati dalla Rivoluzione Industriale nell’800 hanno modificato profon- u nità del 3D AM. Un esempio di questo ci viene offerto da GE Aircraft, che utilizza l’AM per produrre gli augelli degli iniettori di carburante della prossima generazione dei suoi motori Leap di capitale’. Assistiamo in pratica a una sorta di ‘democratizzazione’ dei processi manifatturieri, per cui alcune produzioni diventano accessibili a un livello di investimento signi- Fonte: Deloitte University Press - DUpress.com damente i cardini del sistema produttivo allora in essere. Se prima le fabbriche erano artigianali, legate alla realtà locale, costrette a produzioni limitate e mirate, l’uso delle nuove tecnologie ha comportato la necessità di investimenti sempre più onerosi, giustificabili soltanto a fronte di una richiesta crescente di prodotti da smerciare: solo grandi volumi permettevano di ammortizzare il costo per unità prodotta. Nascevano così le produzioni di massa e con esse le economie di scala. La relazione che sussiste fra capitale e scala è sintetizzata nel concetto di ‘minimum efficient scale’, ossia il valore per il quale il costo medio di ciascuna unità prodotta è minimo. Se tale valore è elevato, per esempio perché i costi per iniziare la produzione sono alti, il numero degli impianti produttivi sarà ridotto. L’AM riduce invece tale valore, come dimostrano numerosi studi. Il minimum efficient scale richiesto dall’AM si può raggiungere con volumi contenuti, a volte con un solo prodotto (si veda Figura 1). Significa che i margini di guadagno non sono legati al volume. Ne consegue che l’AM, utilizzando svariati tipi di materiale, può costituire una valida alternativa ai metodi produttivi classici per quanto concerne la produzione di volumi piccoli o medi. Per quanto concerne invece le economie di scopo, si sa che l’AM è estremamente versatile, in grado di produrre beni differenti con tempi e costi di changeover ridotti. In genere, le economie di scopo si basano sull’intrinseca flessibilità di una singola unità di capitale, in grado di supportare la produzione di prodotti molteplici, differenti fra loro, utilizzando gli stessi strumenti, materiali e processi. In tal modo, crolla il costo man mano che aumenta il numero di prodotti differenti che si possono realizzare con lo stesso capitale investito. Tuttavia, con i tradizionali processi manifatturieri vi sono sempre dei limiti a livello di progettazione; oltretutto, man mano che i componenti richiesti divengono più complessi e specifici, diventa impossibile produrre lo stesso elemento per intero con un solo processo: geometrie complesse, per esempio per la realizzazione dei particolari interni, si gestiscono più facilmente adottando le tecniche Figura 1 - Comparazione del ‘breakeven’ per processi manifatturieri tradizionali e basati sull’AM per aerei. In questo caso, GE è stata capace di produrre, come singola unità, un componente che prima richiedeva la saldatura di 20 piccoli pezzi. L’approccio basato sull’AM per questa nuova parte ha consentito di ridurre i processi di lavorazione e al contempo di ottenere un pezzo più leggero, con tutti i vantaggi che ciò comporta. Quattro possibili chiavi di lettura In molti casi non occorre nemmeno cambiare gli strumenti in uso per fare in modo che uno stesso dispositivo AM produca un oggetto oppure un altro, totalmente differente: il tempo di cambio formato è ridotto al minimo a fronte di possibilità quasi infinite. La tecnologia AM inoltre consente la produzione di parti totalmente nuove, che non si potrebbero altrimenti realizzare con le metodologie tradizionali. Con un investimento di capitale minimo, applicato al giusto contesto, dunque, si potrebbero sostituire un’ampia varietà di applicazioni oggi definite come ‘a elevato investimento 0TTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 ficativamente più basso: in poche parole, si possono produrre beni con costi ridotti in termini di capitale. In tal modo, è possibile implementare delle produzioni in zone geografiche più convenienti, ciascuna con una scala inferiore, ottimizzando i costi logistici e cogliendo l’opportunità di servire mercati nuovi o più distanti. Altri aspetti da considerare sono la velocità con cui gli utenti possono essere serviti, o possono produrre da sé, e l’accuratezza con cui il prodotto realizzato soddisfa effettivamente la domanda. Tutto questo ha poi un impatto diretto a livello di gestione aziendale. I manager dovrebbero quindi valutare a fondo l’applicabilità delle soluzioni AM in seno alle proprie attività, valutandone l’impatto sulla supply chain e sui prodotti finali. In altre parole, le aziende dovrebbero pensare a come poter impiegare le soluzioni AM per ‘muovere’ i propri prodotti lungo la catena di produzione, per creare nuovi beni o reingegnerizzare i processi con i quali realizzano quelle già esistenti. Si tratta in pratica di considerare quattro 41 AO ATTUALITÀ Fonte: Deloitte University Press - DUpress.com possibili percorsi tramite i quali implementare le strategie AM in azienda. Il primo percorso vale per realtà che non intendono introdurre cambiamenti radicali nella supply chain o nei prodotti, ma che ritengono interessante l’impiego delle soluzioni AM per migliorare il valore aggiunto dei beni che già realizzano. Un secondo percorso permette di trarre vantaggio dalle economie di scala offerte dall’AM trasformando la catena produttiva di beni già in produzione. Un terzo livello di adozione dell’AM consente alle aziende di migliorare i livelli di prestazione e innovazione. Infine, il quarto percorso porta all’implementazione di nuovi modelli di business. Figura 2 - Imperativi strategici, driver di valore e percorsi tattici dell’AM Prestazioni, innovazione, crescita: gli imperativi dell’AM Sarebbe folle intraprendere un percorso di trasformazione dei processi produttivi o dei prodotti finiti di un’azienda senza che vi sia una valida ragione che spinge al cambiamento, costituita da vantaggi tangibili che si spera di conseguire. Altrettanto fondamentale è poi capire se, adottando un certo percorso, si arriverà alla fine a conseguire gli obiettivi che ci si è prefissi. Obiettivi che solitamente consistono in: performance, ossia ottenere un oggetto conforme a determinati standard; innovazione per ottenere migliori risultati; crescita dei profitti. Il valore del business è solitamente frutto di tre fattori: profitto (cambiamento dei ricavi dato dalla riduzione dei costi o da un aumento dei profitti), rischio (probabilità che il ricavo sia effettivo) e tempo (velocità di realizzazione dei ricavi). La considerazione di quale percorso l’azienda debba intraprendere integrando l’AM nei propri processi produttivi e modelli di business, insieme con i valori strategici da perseguire (performance, innovazione, crescita), permette di valutare che tipo di traguardo ci si può attendere di raggiungere impiegando una certa combinazione di scelte e priorità (si veda Figura 2). Abbiamo fatto un’analisi delle strategie, delle tattiche e del valore aggiunto dati dall’approccio AM considerando diversi studi, per identificare cosa le aziende devono aspettarsi dall’adozione delle tecnologie AM. L’analisi punta anche a individuare gli obiettivi tattici (percorsi) da seguire e i fini strategici: migliorare i profitti, ridurre i rischi, ridurre i tempi… il risultato dell’analisi è presentato in Figura 3. 42 Nello specifico, l’AM consente ad aziende che non hanno intenzione di alterare i propri prodotti o la supply chain, di migliorare comunque significativamente alcune aree di business. Questo approccio, che potremmo definire ‘di stasi’, ha portato vantaggi alle aziende negli ultimi trent’anni ed è stato utilizzato per lo più nel campo della modellazione, prototipazione, utensileria e produzione veloce. Uno dei principali benefici conseguiti consiste nell’accelerazione e razionalizzazione della progettazione; ne derivano una riduzione dei tempi di immissione sul mercato dei prodotti, il miglioramento della qualità e una contrazione dei costi. La tecnica stereolitografica (una delle tecnologie AM più ‘antiche’ e comunemente utilizzate), per esempio, che consente di stampare progetti anche complessi, viene impiegata già nel settore aerospaziale per produrre parti di motore, ali e altri componenti per i test di volo. L’utilizzo di questo tipo di tecnologia permette anche di ridurre i costi degli utensili e di altri mezzi impiegati in produzione. In generale, questo approccio porta a un miglioramento delle performance grazie a un incremento dei profitti correlato alla riduzione dei costi e all’accelerazione della velocità di ridistribuzione dei ricavi, in ultima analisi accelerando il ciclo di business. Lo sviluppo di soluzioni AM per raggiungere questi obiettivi non comporta una reingegnerizzazione spinta della supply chain o dei processi di produzione, si tratta dunque di un punto di partenza a basso rischio per le aziende che desiderano integrare queste tecniche. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Un secondo approccio, simile a questo, comporta però un’evoluzione e una trasformazione della supply chain a fronte di significative opportunità di miglioramento delle performance. Fra le principali promesse dell’AM nel ridefinire la supply chain figura la possibilità di un forte impatto sui servizi e le attività di distribuzione e magazzino ‘a coda lunga’. Queste applicazioni permettono l’ottimizzazione di tutti e tre i fattori che creano valore aggiunto: profitto, rischio e tempo. Per esempio, i militari stanno sperimentando l’impiego dell’AM nel campo della predisposizione di ospedali chirurgici ‘volanti’. Un progetto dimostrativo ha preso in considerazione la possibilità di distribuire la produzione ‘su richiesta’ di strumentazione medica e chirurgica in siti remoti. Il caso ha messo in evidenza opportunità interessanti associate alla disponibilità (tempi di distribuzione), al superamento dei limiti logistici legati alla quantità e varietà dei prodotti (costi), alla soddisfazione della domanda (rischio) e alla capacità di fornire strumenti sterili in situ (investimenti di capitale). Quale sia l’evoluzione della supply chain è inoltre evidente a livello business-to-consumer se si osservano alcuni retailer che distribuiscono grandi volumi e altri fornitori di servizi, che hanno trasformato le economie di scala e scopo a favore della stampa on demand in loco. Per esempio, UPS è partita fornendo soluzioni AM ad alcuni suoi rivenditori locali in franchising nel tentativo di soddisfare la richiesta di prototipazioni da parte di piccoli clienti. È proprio il diverso Fonte: Deloitte University Press - DUpress.com Figura 3 - I quattro possibili approcci alle soluzioni AM concetto di minimum efficient scale reso possibile dall’AM a consentire questo modello di business. A lungo termine, questo cambiamento nella supply chain può diventare un fattore chiave di successo, non appena marchi grandi e piccoli tenteranno di capitalizzare le proprie capacità di fornire prodotti velocemente, a basso prezzo e in modo più efficace dei concorrenti. Terzo e quarto percorso Maggiori opportunità d’innovazione vengono da un terzo tipo di approccio all’AM, dove le potenzialità di queste tecnologie consentono, in alcuni casi, la creazione di beni fisici che non potrebbero essere realizzati in modo differente. Ne è un esempio il caso di GE per la nuova generazione di motori per aerei Leap citato in precedenza. Oltretutto, le tecniche AM si stanno via via sviluppando consentendo l’impiego di materiali multipli e l’implementazione di sensori, elettronica e altre apparecchiature all’interno di componenti e prodotti. In campo militare si sta sperimentando l’inserimento di misuratori di tensione e altri tipi di sensori in strutture aerodinamiche per monitorarne prestazioni e usura. La progettazione embedded si potrebbe inoltre estendere all’uso di canali di raffreddamento per materiali termici conduttivi, da impiegare poi per dissipare in modo più efficiente il calore durante i processi produttivi. Le economie di scopo consentite dalle tecnologie AM rendono disponili nuovi prodotti ‘su misura’ alternativi, che possono essere utili per espandere il mercato tradizionale o creare nuovi spazi di business che altrimenti non sarebbe economico servire. Per esempio, alcuni ricercatori hanno dimostrato come sia possibile migliorare le prestazioni delle scarpe tramite l’uso dell’AM. Alcuni produttori di scarpe stanno impiegando queste tecniche, fra l’altro, per sviluppare tacchetti piatti per la progettazione di soluzioni biomeccaniche personalizzate per i corridori, che non si possono sviluppare con le produzioni manifatturiere tradizionali. L’approccio legato all’evoluzione del prodotto presenta inoltre alcune opportunità di ottimizzazione delle prestazioni, grazie alla possibilità di migliorare i beni in base alle necessità, di personalizzare gli utensili e di monitorare il processo produttivo. Per esempio, l’AM si è affermata in svariati ambiti medici in quanto permette di confezionare impianti ‘su misura’, per esempio corone dentali o apparecchi per l’udito, in base alle singole esigenze dei pazienti. Infine, un ultimo approccio alll’AM è fatto per le aziende che intendono trasformare, sequenziamente o simultaneamente, sia i prodotti che la supply chain. Si possono così ottenere vantaggi non solo sul fronte dei processi, definendo nuovi livelli di com- AO ATTUALITÀ petitività, ma anche creando nuovi modelli di business. Si tratta per lo più del tentativo di creare nuovi metodi per distribuire valore, al fine di cogliere nuove opportunità di crescita sia creando nuovi mercati, sia trovando nuove leve per competere contro i concorrenti. Symmons Industries, per esempio, fornitore di impianti per i bagni, ha trasformato la propria supply chain creando dei canali per interagire direttamente con i clienti durante il processo di progettazione di elementi quali maniglie e pomelli. I risultati di questa cooperazione vengono poi impiegati per fornire al mercato nuovi prodotti ‘custom made’. Simili tentativi di trasformare simultaneamente supply chain e prodotti si stanno verificando in campo medicale, dove le tecnologie AM stanno rapidamente modificando i metodi di pianificazione e applicazione medica. I progressi compiuti dall’imaging si combinano qui con le potenzialità delle tecniche AM a basso costo e multimateriale per realizzare applicazioni cliniche riducendo i costi, velocizzando la fornitura dei servizi e migliorando la qualità. È utile sottolineare come si arrivi a quest’ultimo approccio all’AM passando in genere per la via che porta all’innovazione di prodotto del terzo tipo di approccio. La fornitura di prodotti innovativi può infatti richiedere l’elaborazione di nuovi percorsi per la supply chain e la distribuzione o la rivisitazione dei modelli in uso. Inoltre, l’opportunità data dalla creazione di nuovi prodotti deve combinarsi con l’innovazione nella catena di fornitura per consentire di sbaragliare la concorrenza e conquistare i mercati: corone dentali altamente personalizzate, per esempio, potrebbero essere create direttamente nello studio del dentista. E questo è particolarmente vero quando AM e tecnologie digitali vengono sviluppate per incrementare il livello di cooperazione tra produttori ed end user: la disintermediazione, ossia l’eliminazione di alcune figure intermedie, è una conseguenza della nuova catena di fornitura che si viene a creare. Da dove partire? L’AM costituisce una tecnologia innovativa destinata a scardinare due dei capisaldi sui quali si è definita la struttura produttiva delle aziende fin dalla Rivoluzione Industriale. Queste tecnologie hanno la capacità 44 di ridurre la minimum efficient scale delle industrie che ne sono impattate, espandendo al contempo le economie di scopo disponibili (data la loro flessibilità). È possibile adottare quattro differenti approcci: quale scegliere dipende in larga parte dalle priorità aziendali e dai driver individuati dai manager, in base anche ai settori di appartenenza. Se un’azienda sta tentando di aumentare la propria capacità di competere, ma intende accollarsi un rischio moderato e trasformazioni minime, l’AM può giocare un ruolo comunque importante, impattando sulla velocità e profittabilità del modello di business in essere. Questo è l’approccio definito come ‘di stasi’. Le aziende possono seguire questo percorso mentre fanno esperienza nell’integrazione dell’AM nei propri processi produttivi e nella supply chain. Il rischio è minimo in quanto non si modificano aspetti critici della catena di fornitura o dei prodotti. Al contempo, è possibile velocizzare lo sviluppo dei prodotti, ridurre gli sprechi e migliorare in parte le performance grazie a una migliore progettazione. Se invece le aziende sono preoccupate per la competitività della loro supply chain, è il secondo approccio a offrire delle opportunità. Esso consente di migliorare le performance più che di innovare. Le tecnologie AM permettono di distribuire valore in riferimento a tempi e costi. La riduzione del valore di minimum efficient scale consente di distribuire la produzione più diffusamente che in passato richiedendo meno passaggi e intermediari nella supply chain. La maggiore flessibilità e la distribuzione della produzione consentono di contrarre al minimo i tempi di risposta della supply chain e danno la possibilità di far combaciare domanda e offerta al meglio per prodotti sia standard sia personalizzati. Infine, la possibilità di entrare in mercati geograficamente nuovi, con minori investimenti di capitale, potrebbe portare prospettive di crescita interessanti con livelli di rischio mediamente bassi. Il terzo approccio riguarda aziende dove si parla di innovazione di prodotto e delle funzionalità e benefici offerti dai prodotti. Qui entrano in gioco OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 le economie di scopo permesse dall’AM. La maggiore flessibilità produttiva, i costi ridotti della complessità delle parti e l’opportunità di distribuire prodotti dalle elevate funzionalità offrono la prospettiva di una reale innovazione di prodotto: l’offerta di nuovi prodotti può portare a nuovi cicli di crescita, in quanto prodotti migliori diventano interessanti per nuovi segmenti di clienti e nuovi mercati geografici. Il quarto approccio costituisce una combinazione degli sforzi e del valore aggiunto derivante dai precedenti secondo e terzo approccio. Se però il valore ricavato da questi ultimi due percorsi si caratterizza dall’aumento degli standard di competitività per la supply chain o il prodotto, la combinazione delle due possibili vie di miglioramento ha il potere di ridefinire i modelli operativi stessi e produrre nuovi modelli di business, che scardinano le regole della competizione, anziché semplicemente innalzarne i livelli. I manager per ora attendono di vedere quale sarà l’evoluzione delle tecnologie AM, ma le dinamiche industriali qui identificate non cambieranno. Le loro linee di sviluppo sono ormai definite. Non appena le tecniche AM progrediranno e i loro costi si ridurranno, aumenterà il loro impatto sulla minumum efficient scale e la supply chain, alterandola grazie alla possibilità di dar vita a siti produttivi piccoli e distribuiti. All’aumentare della flessibilità resa possibile dalla tecnologia, grazie all’aggiunta di materiali e processi, aumenteranno anche le economie di scopo dell’AM, creando opportunità per nuovi prodotti e maggiore innovazione. In particolare, le aziende che offrono beni con geometrie interne complesse, la cui evoluzione è frenata dai limiti tecnologici dei macchinari, devono tenere bene sott’occhio i progressi delle soluzioni AM: le opportunità che queste tecniche possono arrivare a offrire si concretizzeranno in un futuro poi non così prossimo. (*) Mark Cotteleer è research director di Deloitte Services LP, Jim Joyce è specialist leader di Deloitte Consulting LLP – traduzione a cura della redazione Deloitte - www.deloitte.com &RQWUROORWRWDOHDSRUWDWDGLPDQR" 6LFXUDPHQWH /HVROX]LRQLLQWHJUDWHGLSURFHVVR$%%ULXQLVFRQRQHOODSLDWWDIRUPD[$LO FRQWUROORGLSURFHVVRLVLVWHPLGLVLFXUH]]DOHWHOHFRPXQLFD]LRQLODGLVWULEX]LRQHH JHVWLRQHGLSRWHQ]DHLWUHQLHOHWWULFLSHUOHVWD]LRQLGLFRPSUHVVLRQHHSRPSDJJLR ULGXFHQGRODQHFHVVLWjGLSHUVRQDOHVSHFLDOL]]DWRVXJOLLPSLDQWL$%%qXQRGHLSL JUDQGLSURGXWWRULGLVLVWHPLHSURGRWWLHOHWWULFLHGLDXWRPD]LRQHO·DOWDHIILFLHQ]DGHOOD JDPPDGLSURGRWWLIRUQLWLVRGGLVIDWXWWLJOLVWDQGDUGGHOO·LQGXVWULDGLSURFHVVR /·HOHYDWDDIILGDELOLWjHOHSUHVWD]LRQLGHOOHQRVWUHVROX]LRQLPLJOLRUDQRODSURGXWWLYLWj DWWUDYHUVRULGRWWDPDQXWHQ]LRQHEDVVRFRQVXPRGLHQHUJLDPLQRULIHUPRPDFFKLQD HXQPLJOLRUHDVVHWPDQDJHPHQWZZZDEEFRPFRQWUROV\VWHPV $%% 6S$ 3URFHVV$XWRPDWLRQ'LYLVLRQ /%8&RQWURO7HFKQRORJLHV (PDLOFRQWUROV\VWHPV#LWDEEFRP A4.indd 1 4/29/2014 12:14:36 PM AO ATTUALITÀ di Antonella Pellegrini James Truchard, CEO e co-founder di National Instruments, all’apertura della keynote inaugurale NI Week 2014: le novità Il Centro Convegni di Austin, Texas, ha recentemente ospitato la ventesima edizione dell’annuale mostra convegno di National Instruments. Di seguito una sintesi delle novità presentate S i è svolta come di consueto ad Austin, capitale dello Stato Texas, la ventesima edizione di NI Week 2014, un evento internazionale che National Instruments (NI) organizza ogni anno, per diffondere le tecnologie che sviluppa. Quattro giornate ricche di approfondimenti tecnologici in cui la grande comunità degli utilizzatori di LabView e dei prodotti National Instrument si ritrova per ridefinire quelle che saranno le tendenze tecnologiche del futuro. Oltre 3.500 partecipanti tra ricercatori, ingegneri e for- 46 matori che hanno avuto a disposizione una piattaforma ideale per apprendere le nuove tecnologie o migliorare le proprie conoscenze, e allo stesso tempo condividere esperienze sulla programmazione grafica, interagire con gli ingegneri di National Instruments, da parte loro sempre curiosi e interessati ad avere un feedback con clienti e utilizzatori. E questo scegliendo tra le oltre 200 presentazioni tecniche, sessioni di training e assistendo alla presentazione dei nuovi prodotti e soluzioni. Come tradizione, la keynote inaugurale è stata tenuta da James Truchard, OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 CEO e co-fouder di National Instruments, che è stato introdotto da Ray Almgreen – NI vice president of marketing. Nuovo controller Nel corso dell’evento, NI ha presentato il nuovo controller CompactRIO, progettato via software, che integra le ultime tecnologie embedded di Intel e Xilinix per fornire prestazioni e flessibilità senza pari, ed è totalmente supportato da LabView 2014 e da NI Linux Real-Time. È ideale per il controllo avanzato e per applicazioni in ambienti industriali difficili. Fornisce MODLINK MSDD CONNESSIONI IDEALI l’elaborazione a prestazioni elevate, timing e triggering personalizzati, e il trasferimento dati dagli I/O C serie modulari. “L’architettura LabView RIO rompe le barriere della progettazione tradizionale del sistema embedded e offre la migliore piattaforma per risolvere ogni richiesta esigente di controllo e di monitoraggio” afferma Jamie Smith, direttore dei sistemi cisioni supportate da dati reali. LabView 2014 crea uno standard per permettere agli utenti di interagire con l’hardware attraverso il riutilizzo dello stesso codice e dei medesimi processi ingegneristici all’interno dei sistemi che permettono le applicazioni del futuro. Tutto questo fa risparmiare tempo e denaro dal momento che la tecnologia avanza, i requisiti evol- Manutenzione sicura Con Modlink MSDD puoi collegare al tuo armadio elettrico laptop, apparecchiature di rete o di programmazione senza aprire lo sportello! Scegli tra oltre 4.000 combinazioni. 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LabView 2014 con il supporto NI Linux Real-Time permette agli ingegneri e tecnici di utilizzare un solo ambiente di sviluppo per continuare a sviluppare il loro sistema traendo vantaggio immediato dalle prestazioni dell’hardware CompactRIO. “La collaborazione fra Intel e NI permette ai clienti di beneficiare delle ultime tecnologie di elaborazione soddisfacendo i loro requisiti” dice Shahram Mehraban, capo globale dei segmenti energia e industria presso Intel Internet of Things Group. “Avendo lavorato a stretto contatto con NI durante le prime fasi dello sviluppo di prodotto, siamo stati in grado di introdurre in questo segmento l’ultimo processore Intel Atom”. LabView 2014 Interessanti novità anche per quanto riguarda il software di progettazione e di sistemi. Vi sono nuovi aggiornamenti per aiutare gli utenti ad acquisire, analizzare e visualizzare i dati, al fine di prendere de- vono e la pressione del time-to-market cresce. L’utilizzo di LabView e dell’hardware CompactRIO di NI ha permesso a una delle più grandi aziende municipali di servizi locali nel Nord America di implementare soluzioni distribuite e decentralizzate a prezzi più bassi. “Questa soluzione permette agli utenti di acquisire, analizzare e visualizzare i dati per dare priorità ai progetti che migliorano la stabilità della rete elettrica e ottimizzano la gestione dello sviluppo,” afferma Bob Leigh, presidente e CEO di LocalGrid Technologies. LabView 2014 inoltre semplifica l’acquisto grazie alle suite di LabView, che offrono addon LabView rilevanti e software complementari specifici per il test automatizzato, il controllo e monitoraggio embedded, e il test hardware-in-the-loop e realtime. È possibile utilizzare LabView 2014 con il nuovo hardware di acquisizione dati CompactDAQ a 4 slot e con il sistema CompactRIO, con gli strumenti progettati via software come l’oscilloscopio a 8 canali ad alta risoluzione PXI Express e lo strumento tutto in uno basato sul software Virtualbench. National Instruments - http://italy.ni.com www.murrelektronik.it SEW-EURODRIVE–Driving the world SEW-EURODRIVE muove il mondo. La tecnica innovativa degli azionamenti di SEW-EURODRIVE è presente in tutto il mondo in svariati campi di applicazione e con numerose opzioni disponibili. Che stiate guidando un'automobile, bevendo una bottiglia d’acqua o ritirando i bagagli all'aeroporto, sareste sorpresi di sapere quante azioni nel vostro quotidiano sono rese possibili da SEW-EURODRIVE. Le esigenze di massima qualità, elevata efficienza energetica e riduzione dei costi di impianto non hanno confini. Così come le nostre soluzioni di azionamento. www.sew-eurodrive.it SEW_Multipicture_210x297_IT.indd 1 14.01.14 10:20 AO SPECIALE Wi-fi e wireless communication in ambiente industriale fonte www.calhounschools.org - www.dqindia.com a cura di Ilaria De Poli OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 49 AO SPECIALE di Marco Caliari Da Profibus a Bluetooth La società Sargiani di Piacenza ha compiuto un deciso balzo in avanti verso le tecnologie del futuro adottando una comunicazione di tipo wireless di Phoenix Contact nei suoi impianti E spessore tra 0,5 e 0,7 mm, vengono disimpilati dal pallet tramite un sistema pneumatico a ventose e trasportato sul piano di precarico della calandra da un attuatore lineare. È possibile preparare più pacchi di lamiera (fino a cinque), per dare all’impianto un’autonomia di lavoro di circa un’ora. Nella seconda fase, la calandra provvede ad avvolgere linearmente il foglio di lamiera per ottenere il diametro desiderato. Il tubo calandrato viene quindi trasferito alla stazione di saldatura da un altro trasduttore lineare. Prima della saldatura, speciali ganasce fissano il mantello di lamiera a un cilindro, in modo da tenerne accostati i lembi con la massima precisione. Questo cilindro presenta nella zona di saldatura una speciale scanalatura con inserti in rame per evitare che il mantello venga saldato al cilindro stesso. Nell’ultima stazione della linea, il tubo saldato subisce lavorazioni di finitura, eventuale foratura, rullatura, bucchieratura e formazione della sede della guarnizione, prima dello scarico finale. Tutte le operazioni vengono eseguite in modo totalmente automatico, compreso eventualmente lo scarico finale robotizzato. In una lavorazione come questa, l’elettronica è importanIl processo di lavorazione di un tipico impianto Sargiani si sviluppa in tre fasi: alimentazione, tissima per raggiungere la calandratura e saldatura precisione richiesta. ra il 1949 quando, a Piacenza, veniva fondata Sargiani, una società destinata a diventare uno dei maggiori produttori a livello mondiale di contenitori metallici per uso non alimentare, con una capacità fra 2,5 e 220 litri. Negli ultimi anni, Sargiani ha applicato il proprio know-how nella lavorazione della lamiera anche in un nuovo settore, quello dei tubi per fumisteria. Grazie alla cooperazione con gli utenti finali, allo sviluppo di idee innovative e all’attenzione alla ricerca, Sargiani opera con successo in un campo così competitivo proponendo un prodotto all’avanguardia, caratterizzato da flessibilità e facilità di utilizzo e manutenzione. Una lavorazione in tre fasi Il processo di lavorazione di un tipico impianto Sargiani si sviluppa in tre fasi fondamentali: alimentazione, calandratura e saldatura. Nella fase di alimentazione, i fogli di lamiera, di 50 Elettronica di controllo Un terminale touchscreen installato sulla macchina permette all’operatore di gestire tutte le funzioni della macchina e di impostare le lavorazioni, scegliendo fra circa 70 ricette diverse. La logica di controllo è basata su un PLC, mentre per gestire gli assi della sezione di calandratura sono utilizzati dei motori brushless comandati da inverter. Completano la configurazione cinque attuatori servocontrollati e due attuatori controllati per i movimenti della testina laser. Per il collega- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 mento degli I/O sono stati utilizzati complessivamente 87 connettori per sensori, tutti avvitati direttamente al terminale di connessione, minimizzando i tempi, i costi di manodopera e i possibili errori di cablaggio. La decisione di utilizzare componenti Fieldline Wireless di Phoenix Contact con protocollo Bluetooth per la trasmissione di segnali e comandi tra PLC e terminali di connessione Phoenix Contact ha permesso di ridurre nettamente tempi e costi di cablaggio e di fornire un sistema tecnologicamente avanzato al cliente finale. In precedenza le tre sezioni della linea erano collegate al quadro generale attraverso tre box e il collegamento fra i box e il quadro era basato sul bus di campo Profibus; l’impiego della tecnologia Bluetooth ha permesso di eliminare i box esterni e creare una comuni- Lo standard Bluetooth offre i vantaggi di un collegamento radio sicuro, oltre che rapido ed economico, per la trasmissione dati processo. Essa è stata progettata principalmente per coprire distanze mediobrevi e per percorsi a bassa attenuazione. La soluzione si compone di una ‘base station’ che consente il passaggio dalla rete cablata alla rete Bluetooth, alla quale si possono collegare fino a tre moduli Bluetooth con protezione IP67 (con otto ingressi e otto uscite digitali) o con IP20 (con 16 ingressi e 16 uscite digitali e due ingressi e due uscite analogiche 0-10 V o 0-20 mA). Il collegamento viene costantemente monitorato e la sua qualità può essere valutata grazie a una serie di LED. Basato su tecnologia Bluetooth 1.2 (standard internazionale Ieee 802.15.1) il sistema di Phoenix Contact opera nella banda di frequenza libera 2,4 GHz. Per offrire il massimo livello di robustezza e afLa soluzione Fieldline Wireless di Phoenix Contact è pensata per coprire distanze fidabilità, la trasmissione avviene in tutto medio-brevi e percorsi a bassa attenuazione lo spettro di frequenza 2,4 GHz utilizzando la tecnologia Fhss a salto di frequenza tra cazione diretta fra i terminali di connessione degli I/O e il qua- i 79 canali disponibili, che sono selezionati 1.600 volte al secondo. Una volta stabilita la connessione Bluetooth, la tradro generale. smissione viene inoltre crittografata a 128 bit e i dispositivi sono resi invisibili da altri terminali esterni con interfaccia I vantaggi dati da Bluetooth Lo standard Bluetooth permette di avvalersi in totale sicu- Bluetooth, a garanzia della massima sicurezza. rezza dei vantaggi di un collegamento radio per la trasmis- La scelta dei prodotti Phoenix Contact è legata alla loro casione dati rapido ed economico. In particolare, la soluzione pacità di rispondere perfettamente alle esigenze di Sargiani. Fieldline Wireless di Phoenix Contact permette la trasmisPhoenix Contact - www.phoenixcontact.it sione senza fili di segnali digitali e analogici di comando e OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 51 AO SPECIALE di Jessica Morante Logistica ad alta efficienza Il fornitore di servizi logistici PD Ports ha reso più efficienti le operazioni grazie ai computer mobile di Honeywell D i proprietà del global asset manager canadese Brokfield, PD Ports si occupa di logistica portuale e opera in tutto il Regno Unito con una forte presenza nell’area nord est e nella regione dell’estuario di Humber. L’azienda possiede e opera nei porti di Teesport e Hartlepools e può contare su oltre 1.200 persone specializzate in attività portuali e logistiche. Il modello di business di PD Ports ha rappresentato il motore di crescita dell’azienda. La capacità di offrire ai clienti una soluzione logistica completa focalizzata sull’importazione portuale e su un’esportazione strutturata ha permesso a PD Ports di ampliare il proprio business, attirando alcuni tra i maggiori distributori come Asda e Tesco. Lo scenario iniziale PD Ports ha intrapreso un processo di sviluppo delle sue facility portuali per fornire capacità gestionali aggiuntive e per consentire la crescita aziendale garantita da un modello di business vincente. Questo ammodernamento ha previsto un investimento in un nuovo deposito e in moderni strumenti e ha richiesto un’evoluta infrastruttura IT insieme all’adozione del sistema operativo Navis Terminal. Il parco macchine esistente non era in grado di supportare l’aggiornamento, così PD Ports si è rivolta a diversi vendor per trovare dispositivi touchscreen adatti alle proprie esigenze. Inoltre, i precedenti modelli di computer mobile impiegati dalla società britannica perdevano la connessione nel momento in cui passavano da wi-fi a 3G all’interno dell’area. Sulla base di questo scenario era perciò importante impiegare strumenti che fossero in grado di garantire una connettività stabile. Dopo l’attenta valutazione di diverse alternative, PD Ports ha 52 Renovotec, partner di Honeywell, ha installato il software Netmotion sui computer mobile Thor e MX9 acquistato i computer veicolari Thor VM1 e i computer mobile ultraresistenti MX9 di Honeywell, che sono ora utilizzati dagli operatori per svolgere le attività di routine, mentre comunicano costantemente con il Terminal Operating System. I gruisti scaricano i container dalle imbarcazioni ormeggiate e li posizionano sui rimorchiatori, che li trasportano su carrelli, oppure li depositano in magazzini o nei vicini centri di distribuzione. Il partner di Honeywell, Renovotec, ha installato il software Netmotion sui dispositivi mobile Thor e MX9, così da fornire a PD Ports soluzioni robuste e complete e garantire un passaggio senza interruzioni tra la connessione wi-fi e quella 3G. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Il touchscreen intuitivo permette agli operatori di smaltire i carichi di lavoro rapidamente con poche interazioni sullo schermo o sulla tastiera I benefici Dalla loro installazione i computer mobile di Honeywell hanno dimostrato di essere degli strumenti affidabili e robusti. Il touchscreen intuitivo permette agli operatori di smaltire i carichi di lavoro rapidamente e in modo accurato con poche interazioni sullo schermo o sulla tastiera: “Il touchscreen dei dispositivi di Honeywell ci ha resi più efficienti” dichiara Gemma Holmes della divisione PD Ports unitised management. “I nostri operatori hanno accesso alla lista dei lavori più rapidamente, quindi il flusso delle unità al di fuori del terminal resta alto, mantenendo i nostri livelli di produttività elevati e assicurando così anche un ottimo customer service”. “I dispositivi di Honeywell sono davvero facili da utilizzare ed eliminano qualsiasi ritardo dovuto all’inserimento di dati sbagliati o inesattezze” afferma Andew Oxby, general manager di PD Ports. “Un altro beneficio è la velocità dei training, perché si tratta di strumenti user friendly molto semplici”. Questo è confermato dall’operatore Scott Clements che spiega: “Molte delle funzioni giornaliere richiedono uno o due passaggi sullo schermo”. Chiave di successo del progetto è stata l’integrazione dei dispositivi Honeywell con il sistema operativo Navis Terminal introdotto presso Teesport per una migliore gestione dei beni e delle operazioni. In passato, la connessione con il Terminal Operating System cadeva nel momento in cui PD Ports spostava un rimorchiatore o un computer al di fuori della portata del wi-fi. Grazie ai nuovi dispositivi, invece, l’azienda britannica passa agilmente dal wi-fi al 3G mantenendo costante la connessione con il software Navis. Quest’ultimo fornisce la visibilità di ogni rimorchiatore in qualsiasi fase del processo, sia che si trovi presso la sede di PD Ports coperta dal wi-fi, sia che si trovi presso uno dei siti di un partner che sfrutta una connessione 3G. Fra le ragioni che hanno portato PD Ports a scegliere i computer veicolari Thor VM1 e i computer mobile ultraresistenti MX9 figurano dunque: incremento dei livelli di produttività e customer service grazie a operazioni più veloci e semplificate; riduzione sostanziale degli errori; operazioni completate con poche interrazioni con lo schermo o con la tastiera; tempi di training ridotti per i nuovi operatori; passaggio semplificato dalla connessione wi-fi a una 3G e utilizzo della rete RF già esistente per l’applicazione vocale. Honeywell Scanning & Mobility - www.honeywell.com - www.honeywellaidc.com -/ )3/ / , 9 / - AO SPECIALE di Letizia De Maestri Un futuro in wi-fi Automata ha integrato le tecnologia wireless wi-fi all’interno della propria soluzione F3 Net ampliandone le possibilità applicative N egli ultimi anni il mercato della comunicazione senza fili è cresciuto esponenzialmente, come confermato dai continui investimenti provenienti da fondi privati e pubblici e dalla potenziale crescita prevista tra il 2011 e il 2016 dei dispositivi wireless installati a livello industriale nel mondo. Il wi-fi, infatti, risulta la modalità principale di connessione a Internet e una soluzione interessante per le aziende, in quanto consente di inviare elevate moli di dati incrementando la fruibilità del collegamento ed espandendo la connettività. Automata, società del gruppo multinazionale Cannon che da oltre trent’anni progetta, sviluppa, ingegnerizza, produce e installa soluzioni per l’automazione industriale, da subito ha colto la potenzialità delle tecnologia wireless introducendola all’interno della propria soluzione F3 Net. Svariati campi di applicazione Il sistema F3 Net di Automata sfrutta le Wireless Sensor Network (WSN) per creare reti di sensori con protocollo Zigbee per la telemetria wireless locale, integrando il controllo F3, un software per il remote view La soluzione wi-fi di Automata è stata utilizzata con successo da Bono Energia per la e un modulo Umts per la telemetria visualizzazione dei dati relativi alle caldaie web cellular. F3 Net acquisisce, raccoglie, memorizza, gestisce e processa dizioni ambientali e flessibilità F3 Net ha trovato impiego in in tempo reale un ampio numero di parametri ambientali, svariati settori, per esempio nell’allevamento, agricoltura consentendo alle aziende una migliore gestione delle risorse e nei siti naturali. Queste aree, un tempo poco inclini alla sfruttando il tema del controllo come asset fondamentale tecnology automation, hanno manifestato negli ultimi anni un forte interesse per i sistemi di controllo automatizzati per la competitività. Grazie alla scalabilità, affidabilità, resistenza alle diverse con- in grado di monitorare e controllare parametri ambientali 54 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 necessari per una migliore gestione delle attività. A causa, visualizzazione dei dati d’interesse. La soluzione Automata poi, delle numerose leggi emerse in ambito internazionale prevede l’impiego di un modulo Ieee 802.11bgn embedded, e nazionale, il tema della tutela e della salvaguardia dell’am- che provvede all’interfaccia wireless per il trasferimento dati biente è diventato nel corso degli ultimi anni uno dei più da e per il sistema di controllo F3. Il modulo wi-fi Automata trattati, richiamando l’attenzione degli enti, che hanno au- supporta il protocollo TCP/IP ed è caratterizzato da bassi mentato il numero di controlli a fronte del crescente numero consumi e una configurazione plug&play con l’esistente controllo caldaia. di denunce registrate riguardo l’inquinamento industriale. Anche qui è aumentato il ricorso a soluzioni wireless. Lo Alle diverse modalità di visualizzazione dati, localmente stesso è accaduto nell’ambito della building automation, tramite pannello operatore HMI, via web server, oppure dove in Italia e nel resto del mondo sta crescendo l’interesse tramite connessione remota, è stata aggiunta un’ulteriore da parte di aziende e professionisti per i sistemi di controllo soluzione che, sfruttando la tecnologia wireless, incrementa automatizzati, con tecnologia WSN integrata nell’impiantistica dell’edificio. F3 Net viene inoltre largamente impiegato per: il controllo, la localizzazione e il monitoraggio delle merci, diventati una necessità crescente per tante aziende che si occupano specificamente di logistica e supply chain; il controllo dell’affidabilità, in quanto l’affidabilità di una macchina, di una linea o di un intero impianto è un aspetto su cui le società tendono a investire, ritenendolo uno dei principali punti di forza e una variabile decisiva su cui un’azienda deve puntare; l’automazione industriale, che si conferma l’area strategica per eccellenza per i sistemi di controllo automatizzati; lo stoccaggio di materie prime, semilavorati e di altri prodotti in appositi magazzini e silos, uno dei settori che ha registrato negli ultimi anni forti trend di crescita e sviluppo. Innovativo, efficace e di Il sistema F3 Net di Automata sfrutta le WSN per creare reti di sensori con protocollo facile integrazione, F3 Net porta a Zigbee per la telemetria wireless locale un aumento della redditività, un miglioramento del prodotto e del servizio offerto, un incre- la flessibilità dell’infrastruttura, consentendo così una visuamento dell’efficienza e una riduzione dei costi di produzione lizzazione in realtime tramite personal device, come tablet o grazie a una manutenzione preventiva al fine di intervenire smartphone, dei dati relativi a: efficienza, produzione e renprima del fermo macchina. dimento energetico; diagnostica; analisi fumi derivanti dalla Altri esempi applicativi vengono dal mondo dell’energia. combustione. Grazie a questo sistema le diverse aree e figure gestionali, tra cui quella dell’energy manager, presenti all’interno Una partnership consolidata nel campo dell’azienda potranno usufruire di queste informazioni per dell’energia Bono Energia, società del Gruppo Cannon operante nella la creazione di documentazione aziendale, report o attività progettazione, fabbricazione, installazione, assistenza e ma- di decision taking orientate al breve, medio e lungo periodo. nutenzione di caldaie industriali, ha incaricato Automata di Automata ha fornito al cliente Bono Energia una soluzione integrare nei sistemi di automazione delle proprie caldaie la tecnologica senz’altro efficace, consolidando la partnership possibilità di connessione wi-fi con l’obiettivo di ampliare le tra le due entità aziendali, nata grazie alle sinergie e volta allo sviluppo di soluzioni all’avanguardia per il mercato enermodalità di rappresentazione delle informazioni. Questa applicazione, frutto di una profonda riflessione, è getico. stata creata al fine di fornire alle diverse aree e figure geAutomata - www.cannon-automata.com stionali che operano in azienda un sistema per una diretta OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 55 SPECIALE SPECIALE di Roberto Marini Wireless in zona Atex Le soluzioni Bartec certificate per l’uso in aree pericolose sono state installate in campo Ex e con una copertura wireless per gestire i processi di un’industria chimica D a una lunga esperienza in sistemi di visualizzazione e grazie al supporto attivo da parte dei clienti, Bartec propone come piattaforma hardware una vasta gamma di dispositivi wireless certificati Atex per uso in aree classificate zona 1 e 2, così come 21 e 22. Tra i vari prodotti certificati meritano una segnalazione gli access point, i PC della serie Polaris e i mobile computer. Un’applicazione molto interessante recentemente realizzata utilizzando questi prodotti ha riguardato un’industria chimica, dove sono stati installati differenti postazioni mobili costituiti da Polaris PC Bartec touchscreen da 15”. La particolarità di questa applicazione è dovuta al fatto che il cliente ha voluto adottare soluzioni carrellabili, in modo da poter sfruttare i Polaris PC in differenti zone dell’impianto. I Polaris PC costituiscono una piattaforma hardware ottimale per i sistemi di controllo distribuito DCS o di supervisione tipo Scada da utilizzare in impianti chimici, farmaceutici o petroliferi, sia in produzioni a ciclo continuo, sia per produzioni di tipo batch. Questi panel PC utilizzano un potente processore con 2 GB di memoria RAM, disco fisso da 100 GB e scheda di rete Ethernet. Come sistema operativo viene installato Windows XP Professional/Windows 7. Si può inoltre scegliere tra un display a partire dai 5,7” fino ad arrivare ai 24” a LED in HD. L’elevata risoluzione permette la visualizzazione di sinottici complessi, mentre la luminosità dello schermo assicura una perfetta leggibilità anche nelle 56 condizioni più difficili. La protezione IP65 frontale del pannello e i particolari materiali impiegati assicurano la completa impermeabilità e la resistenza nel tempo all’usura e alla corrosione da parte di solventi o da vari agenti aggressivi abitualmente presenti in impianti di questo genere. Sono disponibili anche soluzioni touchscreen oppure si possono adottare tastiere con i più svariati sistemi di puntamento (finger, trackball o touch pad). Per facilitare l’installazione in campo Ex e avendo già la copertura wireless garantita, i Polaris PC sono stati dotati di un modulo opzionale wi-fi, tramite il quale è stato possibile collegarsi a reti Wlan secondo lo standard Ieee 802.11b a velocità fino a 11 Mbps o secondo lo standard Ieee 802.11g con velocità fino a 54 Mbps. La sicurezza dei dati scambiati viene garantita dai più moderni sistemi di crittografia e protezione contro le intercettazioni. È stato possibile implementare una soluzione carrellabile anche grazie alle dimensioni di profondità del Polaris PC pari a soli 135 mm. Sicurezza, velocità e semplicità di installazione Tornando all’applicazione realizzata, l’operatore, tramite dei lettori di codice a barre Bartec della serie MC92N0ex, riconosce il prodotto che intende utilizzare per il processo produttivo senza alcuna possibilità di errore: tutte le informazioni vengono visualizzate sia sul mobile computing Bartec wireless MC92N0ex sia sul PC Polaris. Dopo questa prima operazione, l’addetto esegue la OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Fonte: www.hazardousareaispection.com AO pesata del prodotto su di una bilancia Ex collegata anch’essa via wireless agli altri dispositivi. Infine, viene dato il via alla sequenza produttiva direttamente dal Panel PC, sul quale vengono visualizzati anche i vari sinottici dell’impianto. Tutte le varie operazioni di scarico/carico materiale e i dati vengono registrati in tempo reale sull’applicazione residente sul server principale. Così facendo, vengono limitate al minimo le possibilità d’errore, andando a snellire e rendendo così più sicuri tutti i singoli passaggi produttivi. La particolarità di questa applicazione sta nel fatto che tutti i dispositivi sono collegati tra di loro via rete wireless anche in zona con pericolo d’esplosione: così facendo si è potuta adottare una soluzione carrellabile, permettendo l’utilizzo del PC Bartec in qualsiasi parte dell’impianto. La copertura wireless è stata realizzata installando degli access point inscatolati in custo- die, dalle quali fuoriescono le antenne omnidirezionali certificate Atex di Bartec, dotate di 3 m di cavo al fine di garantire la massima copertura nell’area di lavoro richiesta. Avendo la possibilità di usufruire di un’antenna esterna dotata di cavo, si riesce a ottimizzare al meglio l’installaGli access point, i PC zione dell’antenna stessa. serie Polaris e i mobile La flessibilità e la versatilità computer di Bartec sono di questo sistema hanno dispositivi wireless consentito di risolvere al certificati Atex per uso meglio le problematiche in aree classificate di comando e visualizzazona 1 e 2, 21 e 22 zione di produzione e processo, senza imporre al cliente l’impiego di sistemi speciali o particolarmente complessi per l’uso in area con pericolo di esplosione. Inoltre, tutti i cicli di tracciabilità sono diventati più snelli e rapidi e il margine d’errore si è ridotto drasticamente. Sicurezza, velocità e semplicità di installazione sono i punti chiave dell’applicazione wireless eseguita da Bartec in zona Ex. Bartec - www.bartec.it KEPServerEx- l’OPC server standard K KEPServer OPC-UA Server e Client K ClientAce C DataLogger D K KEPServerEx è una famiglia di OPC Server che fornisce una cconnettività diretta tra centinaia di diverse marche di PLC, dispositivi e sistemi di automazione ed ad un ampia varietà di d applicazioni client come HMI, SCADA, a ADA, Historian, MES, ERP ed ad una infinità di applicazioni sviluppate u ate e ad hoc . L’ L’OPC toolkit per dare facilmente cconnettività client OPC alle vostree applicazioni VB.NET o C#. a Vi aspettiamo al prossimo evento di Firenze del 30 ottobre 2014! O!! BIT 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 ETEVI SU ISCRIVOTTOBRE WWW.EFA.IT su WWW.EFA.IT U la nuova tecnologia OPC in grado di supportare una vasta UA gamma di sistemi operativi e piattaforme, trasferimento di g informazioni attraverso internet in modo semplice e con la in massima sicurezza. m Il componente plugin di KEPServerEx per costruire facilmente un data logger su DBase ODBC compatibili come Access, SQL, u MySQL Oracle ecc. M 57 WWW.KEPWARE.COM AO RASSEGNA di Evado Bartaloni*, Alessandra Pelliconi A oggi la maggior parte dei sistemi non dispone di un’adeguata protezione intrinseca: vi sono però approcci di protezione esterni, dagli antivirus alle tecniche di protezione mirata e custom oltre alle decine di procedure regolate da standard internazionali, direttive e documenti vari, che regolano la materia Per comprendere quale sia l’attuale livello di security nei sistemi Scada e PLC è opportuno ripercorrere, sia pure per cenni, l’evoluzione nel tempo di questi sistemi. Gli esemplari degli anni ‘50-’60 del secolo scorso erano basati su logiche hardware e il campo che controllavano e/o supervisionavano era di tipo elettrico e di tipo elettropneumatico. I sistemi erano isolati dal mondo esterno alla fabbrica e costituivano isole autonome, non comunicanti fra loro, all’interno della fabbrica stessa. In queste condizioni non c’erano rischi di attacchi da parte di malintenzionati esogeni. Esistevano solo possibilità che venivano arrecati danni fisici da parte di coloro che, a vario titolo, operavano nella fabbrica. Nel decennio successivo cominciò a farsi strada il concetto di rete. Si cominciavano ad avere le prime interconnessioni, cominciava a farsi strada l’idea della comunicazione fra le diverse isole produttive e fra queste e il mondo esterno (essenzialmente per configurazione e controllo dei sistemi stessi). Iniziava, insomma, ad esserci un potenziale pericolo di attacchi esterni senza però che questo pericolo venisse effettivamente percepito come tale. Ciò anche perché i pochi accessi esterni venivano rigorosamente controllati ed eventualmente impediti tramite switch fisici. In sostanza i sistemi erano ancora isolati. È a partire dai primi anni ‘80 che il pericolo d’intrusione dall’esterno diviene concreto: si diffonde la conoscenza degli Scada nelle sue realizzazioni specifiche, vengono introdotti i primi protocolli di comunicazione (il Modbus seriale è ormai uno standard) senza peraltro alcuna funzione di protezione. I sistemi non sono più isolati, il pericolo di attacchi c’è ma ancora non viene percepito. Gli hacker non vengono per niente immaginati da chi si occupa dei sistemi d’automazione industriale. Dalla fine degli anni ‘80 le vie d’accesso verso i sistemi di controllo si ampliano e i pericoli d’intrusione da teorici divengono reali. Cresce il numero dei protocolli di comunicazione (sempre senza funzioni 58 di protezione), ben documentati e quindi conosciuti da un mondo sempre più vasto di tecnici informatici. Le vulnerabilità delle reti sono anch’esse conosciute e documentate, il numero dei dispositivi collegati in rete cresce in modo esponenziale, si hanno le prime applicazioni remote per la gestione degli Scada, i PLC iniziano a comunicare tramite Ethernet. Si fa la conoscenza dei virus e le tecniche d’attacco informatico sono ormai disponibili e praticate. Tuttavia le strategie per proteggere i sistemi d’automazione industriale sono ancora inadeguate. I sistemi continuano ad essere sostanzialmente aperti. Ci sono voluti anni di sensibilizzazione, la grande diffusione di Internet con conseguente aumento di malware e hacker, la consapevolezza che le infrastrutture critiche dipendono sempre più dal buon funzionamento dei sistemi di controllo e c’è voluto Stuxnet, il virus che è stato utilizzato nel 2010 per portare un attacco alla Centrale Nucleare iraniana di Natanz, per indurre costruttori e utilizzatori a cercare rimedi. A oggi la maggior parte dei sistemi non dispone ancora di un’adeguata protezione intrinseca, nel senso che non vi sono funzioni di protezioni native. Vi sono però approcci di protezione esterni: dagli antivirus alle tecniche di protezione mirata e custom. Vi sono anche le decine di procedure regolate da standard internazionali, direttive e documenti vari, che regolano la materia. Il che, da un lato, è un buon messaggio perché testimonia che la sicurezza è diventata una questione importante, dall’altro, genera una giungla di norme e linee guida difficilmente sintetizzabili. In ogni caso i nuovi sistemi immessi sul mercato già da oggi hanno attendibili funzioni di sicurezza, funzioni che saranno sempre più ampliate strada facendo. Ci vorrà però un cambio di generazione dei sistemi per avere un livello adeguato della loro sicurezza intrinseca. *Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus&Networks OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Foto tratta da pixabay.com PLC e Scada nella sicurezza Foto tratta da pixabay.com per tutti i comuni processori, garantendo in questo modo le più eleABB vate prestazioni. Per accedere agli I/O fisici è necessario configurare L’innovativa gamma di dispositivi di sicurezza AC500-S, proposta da il controllore con la mappa dei dispositivi disponibili. Questo viene ABB, offre il massimo della flessibilità e dell’affidabilità: grazie a una fatto dal tool PLC Configuration che integra la configurazione pretecnologia di ingegnerizzazione integrata e molto intuitiva, la prodefinita di tutti i sistemi Automata e dei bus di campo. L’ambiente di grammazione delle applicazioni è semplice. In contesti complessi, sviluppo è lo Scada WinMachLite, per le funzioni di programmazione dei la realizzazione di interfacce grafiche sistemi con PLC AC500-S (SIL3, PL e) uomo-macchina, senza limiti di tag e consentono di risolvere le applicazioni la possibilità di connettere dispositivi di sicurezza mediante software, aneterogenei, quali soft-PLC e sistemi di ziché cablando grandi sistemi a relè. supervisione remota. Questo facilita il controllo di zona e www.cannon-automata.com semplifica le procedure di accesso alle macchine. I moduli I/O di sicurezza sono collegati ai PLC attraverso reti BECKHOFF AUTOMATION certificate, soluzione che riduce i costi TwinSafe, la tecnologia di sicurezza di cablaggio e permette di monitorare di Beckhoff, è già stata integrata con dal PLC di sicurezza informazioni di successo nel sistema bus terminal diagnostica avanzate, condivise con i (K-Bus) ed è oggi in uso in molti setsistemi di interfaccia operatore. Anche tori in tutto il mondo. L’integrazione ABB i costi legati alla ricerca dei guasti e della tecnologia TwinSafe nel sistema alla gestione delle apparecchiature di produzione sono significativamente ridotti. L’architettura hardware preposta all’elaborazione del software è composta da un coprocessore dedicato per l’esecuzione della logica di sicurezza, mentre le normali operazioni di controllo vengono eseguite dalla CPU AC500, in un contesto di totale integrazione tra i due mondi. www.abb.it AUTOMATA AUTOMATA BECKHOFF AUTOMATION Automata, forte di un consolidato know-how nel settore, ha messo a di terminali Ethercat (E-Bus) rende disponibili le elepunto F3 PAC, un sistema di controllo vate prestazioni di Ethercat - comunicazione veloce programmabile potente, flessibile e e diagnostica potenziata - anche alla tecnologia di modulare. All’interno di una struttura sicurezza. I terminali TwinSafe per il sistema di I/O robusta adatta all’impiego in condiEthercat sfruttano in maniera ottimale le elevate zioni severe, trovano posto un microprestazioni di Ethercat: al terminale con PLC di siprocessore tipicamente governato da curezza EL6900 si possono collegare fino a 128 un sistema operativo e da un software dispositivi fieldbus rilevanti ai fini della sicurezza. applicativo evoluto, un buon quantitaIntegrata in una morsettiera standard, questa solutivo di memoria e svariate interfacce di zione di sicurezza risulta estremamente compatta e comunicazione. Offre la massima congarantisce la massima flessibilità, grazie al fatto di nettività, garantita da diverse porte BOSCH REXROTH poter collocare i dispositivi in qualunque posizione d’interfaccia: Ethernet, bus di campo, all’interno del sistema bus terminal. Il PLC di sicurezza EL6900, di soli modem Umts, wireless. I vantaggi derivanti dall’impiego di F3 PAC 12 mm di larghezza, è un dispositivo estremamente compatto che emergono soprattutto durante il normale funzionamento del sipuò essere impiegato in applicazioni safety fino a SIL 3 secondo IEC stema di automazione. Il processore permette di effettuare calcoli 61508 e EN ISO 13849-1 PL, e può integrare fino a 128 dispositivi ed complessi in tempo reale; i sottosistemi di I/O comprendono stadi di elaborare 256 safety functional block. All’occorrenza, il sistema può acquisizione dati e condizionamento dei segnali che rendono traspaessere ampliato con ulteriori moduli EL6900; in tal modo, le task di rente la lettura dei dati dai sensori e l’invio di comandi agli attuatori. controllo safety possono essere eseguite in maniera centralizzata o Il software applicativo è un ambiente di sviluppo avanzato, simile se decentralizzata, a seconda del tipo di impiego. Sensori e/o attuatori non identico a quello impiegato dai sistemi di controllo e/o superdi sicurezza possono essere collegati tramite terminali di ingresso visione su PC. La flessibilità del controllo software, infatti permette digitali 24 Vc.c. (EL1904) e terminali di uscita digitali 24 Vc.c. (EL2902 di ottimizzare le prestazioni del sistema. Da quest’ultimo punto di 2,3A ed EL2904 0,5 A). È possibile installare i terminali TwinSafe in vista, una delle applicazioni caratteristiche di un PAC è quella di siqualsiasi punto del sistema di terminali e di I/O distribuiti. Il PLC di stema autonomo di raccolta dati, in grado di generare direttamente sicurezza EL6900 può essere impiegato anche come controllo di sicudei report specifici e di immetterli in rete agendo da server. L’invio rezza per i servoamplificatori AX5000 Beckhoff, collegati via Ethercat. dei dati può avvenire automaticamente man mano che vengono www.beckhoff.it raccolti o in corrispondenza di particolari eventi. Una modalità questa che permette di utilizzare F3 PAC per realizzare sistemi di datalogging virtualmente esenti da perdita di informazioni. Automata BOSCH REXROTH ha sviluppato un ambiente integrato per lo sviluppo di tali soluzioni, Bosch Rexroth fornisce in tutto il mondo tecnologie integrate per l’ala suite software Compas. Il software di programmazione è Codesys zionamento e il controllo di impianti industriali, macchine operatrici (IEC 61131-3) che consente la realizzazione di programmi nei cinque mobili, nonché tecnologie legate al settore delle energie rinnovabili linguaggi dello standard. Codesys produce codice macchina nativo e servizi. Con l’ultima versione dei sistemi IndraMotion MLC e IndraOTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 59 AO RASSEGNA Logic XLC, Bosch Rexroth rende l’architettura ancora più efficiente, offrendo maggiore libertà per implementare funzionalità innovative. L’evoluzione comprende, fra gli altri aspetti, una sicurezza macchine più semplice e l’integrazione fra robotica e idraulica. Bosch Rexroth, produttore Drive & Control, velocizza l’architettura dei programmi di macchina con standard open source, software tool e toolkit funzionali. L’ultima versione semplifica l’implementazione della sicurezza funzionale conforme agli standard. Il modulo funzionale di sicurezza per controlli Rexroth completa lo standard IndraMotion MLC e IndraLogic XLC con il PLC di sicurezza SafeLogic, che gestisce le funzionalità SafeLogic di standard PL e/Cat. 4 secondo ISO 13849, oppure SIL3 secondo IEC 62061. Grazie a CIP Safety on Sercos, i dati di sicurezza possono essere trasferiti senza rischi sul medesimo supporto e con la stessa procedura di attivazione della comunicazione standard, senza necessità di cablaggi supplementari per un bus di sicurezza. Un altro aspetto particolarmente interessante è rappresentato dalla soluzione di sicurezza Rexroth che opera secondo il principio ‘feedback-free’, in modo che le modifiche alla soluzione standard non influiscano sul controllo di sicurezza. www.boschrexroth.com COPA-DATA Zenon offre un raffinato meccanismo di protezione per prevenire perdite di dati e accessi non autorizzati al sistema. Grazie alle opzioni di sicurezza integrate in zenon, è possibile arricchire il concetto di sicurezza senza costi o lavoro addizionale. Zenon offre un raffinato e ampio pacchetto di sicurezza, che convince grazie all’universalità e alla coerenza delle sue numerose funzioni. Firma file: zenon riconosce i file provenienti da programmi manipolati. Forte crittografia: 128 bit di comunicazione crittografata tra server, stand by server e client nella rete e nella comunicazione con i web client. Autenticazione: solo i client autenticati posCOPA-DATA sono accedere al server di zenon. http-tunneling per web server: web client plug-ins per Mozilla Firefox, Google Chrome, Apple Safari oltre a quello per Internet Explorer. Supporto IPv6 nel core system di zenon: la ridondanza e altri tool di zenon supportano reti IPv6. OPC-UA: client e server supportano certificazioni e autenticazione utenti. Elaborazione Status. Versionamento e manipolazione stato delle ricette. FDA via mouse clic (già in uso nei settori soggetti alla normativa FDA). Sincronizzazione automatica dei file in rete con tecnologia ‘click-and-forget’. Ridondanza senza interruzioni. Amministrazione utenti: pieno supporto per Active Directory. Protezione password nel runtime e nell’Editor di zenon. Sicura compatibilità fra versioni. Storico delle modifiche e beckup nell’Editor di zenon. Versionamento e comparazione di progetto. Wizard che aiutano a evitare errori. Il server di diagnosi di zenon localizza gli errori nella rete e nella comunicazione con i PLC. Orientamento agli oggetti. Soluzione Integrata. La gestione utenti di zenon è pensata per soddisfare in modo dettagliato le richieste della normativa FDA. I relativi parametri possono essere settati non solamente nell’Editor, ma anche nel runtime, le modifiche effettuate durante il runtime possono essere rilette in qualsiasi momento nell’Editor, per avere anche in questa sede lo stesso stato dei dati. Si può usare anche la gestione utenti di Windows, gli utenti sono creati nell’Active Directory e ricevono in questa sede i loro corrispondenti diritti di utente di zenon. In zenon dunque, non si deve far altro che accedere con l’user di Windows. È possibile anche avere un funzionamento misto che utilizza entrambe le gestioni utente. Ciò significa che zenon può essere usato anche nel caso in cui dovessero esserci problemi con il domain controller. zenon 60 è certificato per Windows Vista e Windows 7; ciò consente di riprendere e utilizzare tutti i meccanismi di sicurezza di Windows. www.copadata.it EFA AUTOMAZIONE Ignition di Inductive Automation, commercializzato in Italia da EFA Automazione, è una soluzione Scada/HMI/MES basata sulle più innovative tecnologie come i database SQL e Java completamente cross-platform; caratterizzato da una struttura di tipo modulare, è molto semplice da integrare e da aggiornare, rispondendo alle crescenti esigenze di raccolta dati, analisi in tempo reale e integrazione con i sistemi IT che arrivano dal mondo dell’automazione industriale. Ignition integra le funzionalità di registrazione automatica e sicura di qualsiasi tipo di evento che si verifica su un impianto (audit), supporta la configurazione in ridondanza dei server, la connessione a più database contemporanei sia con meccanismi automatici di ‘FailoEFA AUTOMAZIONE ver’ che di scrittura parallela con ‘store&forward’, e dispone di livelli di sicurezza personalizzabili a qualsiasi livello, dall’intero Scada alla singola TAG, basati su credenziali criptate sia interne che esterne (active directory, database ecc.). La sicurezza della comunicazione web tra i client e i server è garantita dalla tecnologia SSL. Il modulo di Notifica Allarmi consente di rilevare e notificare in tempo reale qualsiasi allarme, inviando la notifica a diversi destinatari mediante canali multipli (email, sms, chiamata vocale), e di definire delle opportune regole di innalzamento della gravità dell’allarme in caso di mancato riconoscimento. Il modulo SFC (Sequential Function Charts), infine, consente di definire in modo semplice delle logiche di funzionamento e di reazione dell’impianto molto robuste e chiare. www.efa.it FESTO Il modulo Cmga Festo è un sistema di sicurezza compatto con possibilità di monitoraggio delle funzioni di sicurezza sull’azionamento di un asse in grado di dialogare con i principali bus di campo: Profibus, Canopen e Devicenet. Il sistema di comando può essere gestito con un arresto d’emergenza, un azionamento bi-manuale, o interruttori di siFESTO curezza con il modulo Cmga per soddisfare i requisiti della Direttiva Macchine e il Performance Level (PL) secondo la normativa EN ISO 13849-1. Il componente è dotato di 14 ingressi sicuri e tre canali di switchoff, che possono essere estesi a 65 I/O. Il sistema di sicurezza Cmga, certificato dal TÜV, assicura la conformità con i requisiti fino alla cat. 4, PLe e SIL3 e può controllare interfacce encoder per la sicurezza del movimento e il rilevamento della posizione. ‘Festo Editor for Safety’ è il software di configurazione e comprende non solo i moduli di sicurezza preconfigurati come arresto di emergenza o di porte di sicurezza, ma anche le funzioni per la tecnologia di movimentazione in condizioni di sicurezza secondo la normativa EN 61800-5-2 identificate come SS1, SS2, SOS, SLS, SLT, SLP o SDI. www.festo.it OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Quanto è grande una differenza fondamentale? Chi come HEIDENHAIN produce tecnologia di misura precisa al micron lo sa bene: sono i dettagli a fare la differenza fondamentale. Questo vale tanto per i nostri prodotti che per la nostra azienda. HEIDENHAIN si occupa della tecnologia di misura dal 1889. Un risultato senza pari che continuiamo a perseguire: più del 10 % del nostro profitto viene reinvestito in Ricerca & Sviluppo. Anche l’aspetto umano è un tratto distintivo: rispetto reciproco, correttezza e fiducia sono importanti per noi - anche e soprattutto nei rapporti con i nostri clienti. Questi “tratti somatici” danno ai nostri prodotti quel qualcosa in più e fanno di HEIDENHAIN, in tutto il mondo, il partner preferito per la tecnologia di misura. HEIDENHAIN ITALIANA S.r.l., 20128 Milano, Via Asiago 14, Tel.: 02270751, www.heidenhain.it, E-Mail: [email protected] Sistemi di misura angolari Sistemi di misura lineari Controlli numerici Visualizzatori di quote Tastatori di misura Encoder AO RASSEGNA GE INTELLIGENT PLATFORMS Il sistema di sicurezza di GE PAC8000 con Safetynet permette la gestione, a costi contenuti, di blocchi di emergenza, bruciatori, rilevatori di incendi e gas ed è certificato per ambienti SIL 2. È un sistema affidabile e flessibile, adatto ad ambienti molto severi (come piattaforme on e off-shore, climi rigidi o desertici) utilizzato in tutto il mondo in numerose applicazioni di processo, nel settore della produzione di energia, nell’industria chimica e petrolchimica e in tutti gli ambiti dell’oil & gas. Safetynet può gestire applicazioni GE INTELLIGENT PLATFORMS in ambienti difficili e presenta l’approvazione per le categorie ENV1, ENV2 ed ENV3 del Lloyds’ Register per il settore marino, industriale e offshore. La piattaforma di controllo open del Safetynet integra il Modbus TCP con Ethernet Fault Tolerant (FTE) per INVENSYS SYSTEM ITALIA il supporto delle comunicazioni in ridondanza e offre funzioni di collegamento semplici ma sicure, a una vasta gamma di software standard e dispositivi hardware. Ciò permette di operare una migrazione estremamente flessibile interfacciando il sistema da dispositivi e applicativi di ultima generazione a controllori datati. Tra le caratteristiche più rilevanti Safetynet presenta: Safetynet P2P, un protocollo di comunicazione peer-to-peer sicuro e certificato basato su Ethernet, dove input e output sono collegati a nodi differenti; misure di sicurezza come accessi tramite account protetti, possibilità di abilitare accessi solo a PC predefiniti, funzionalità Key Switch Tag per bloccare o permettere eventuali modifiche al programma, password sul controllore per prevenire collegamenti non autorizzati e funzioni di ridondanza in ‘hot swap’. www.ge-ip.com INVENSYS SYSTEM ITALIA In Foxboro Evo di Schneider Electric gli utenti possono scegliere il livello di integrazione che incontra le loro necessità, da un’integrazione completa fino a una separazione totale. L’architettura integrata e al contempo separata di Foxboro Evo supporta gli utenti finali con un’unica applicazione che permette di controllare e monitorare immediatamente l’intero sistema. Nel sistema di automazione di processo Foxboro Evo, i safety controller sono distribuiti come pari nella rete Mesh di controllo. L’utilizzo di una rete Mesh, aumenta performance, capacità e affidabilità del sistema, grazie a tecnologie di comunicazione avanzate, fornendo elevata disponibilità e performance di rete stabili. Foxboro Evo, in particolare, formatta tutti i dati per fluire in modo nativo tra network fisicamente isolate, con una comunicazione one-way mantenuta tramite un communication module. Si tratta quindi di un’architettura che integra dati di controllo e sicurezza e permette di avvantaggiarsi di efficienze produttive e di costo, ma è al contempo ‘separata’, dato che tutte le funzionalità 62 sono implementate su device autonomi e il sistema può essere configurato in modo del tutto separato. http://iom.invensys.it KEB KEB ha sviluppato una propria architettura safety, composta da una CPU e da moduli di ingressi e uscita digital con ‘fail tollerance zero’, la soluzione (SIL 3) modulare e installabile su guida DIN contestualmente alla linea C6 Remote I/O. L’ambiente di programmazione incluso nella suite di programmazione Combivis studio 6, permette ai progettisti di adattare la nuova tecnologia a progetti sviluppati precedentemente senza modificare nulla, ma semplicemente aggiungendo la CPU e programmandola con i blocchi funzione conformi allo standard PLCopen Safety. Il protocollo di comunicazione Ethercat, con il suo master, rimarrà inalterato seppur si occuperà di includere KEB i pacchetti safety (Fail Safe Over Ethercat) per tutte le periferiche KEB (I/O e Drive) piuttosto che tutti i dispositivi compatibili con gli standard menzionati. www.keb.it MDT SOFTWARE Da oltre 20 anni MDT, distribuita da Servitecno, offre sul mercato soluzioni innovative che sono state via via considerate il termine di paragone relativamente ad assicurazione di qualità, gestione documentazione, controlli ed efficienza. MDT AutoSave è il prodotto software di gestione della configurazione più avanzato e MDT SOFTWARE ricco di funzionalità presente sul mercato, appositamente studiato per la gestione delle versioni e per il controllo dei cambiamenti in ambiente di fabbrica e processo (change management), supportato da adeguati servizi di supporto e assistenza sul campo. MDT AutoSave è un tool software per change management, change control e configuration management per tutti i progetti di automazione industriale con PLC, HMI/Scada, robot e ogni altro device intelligente. MDT AutoSave è un ambiente di tool interattivi per la gestione in tempo reale delle variazioni (change management) per software e applicazioni industriali residenti su dispositivi programmabili (PLC) e PC (HMI/Scada), dispositivi di fabbrica intelligenti, software e documentazione collegata. MDT AutoSave riunisce tutto il software per automazione industriale di impianto sotto un’unica interfaccia utente e crea un ambiente centralizzato, documentato, controllato, ben definito che aumenta la produttività e la sicurezza nella gestione di progetti e installazioni complesse di dispositivi e software industriali. MDT AutoSave è un’applicazione in ambiente Microsoft che può essere totalmente integrata con tutti i software di editing e programmazione di dispositivi industriali. www.mdtsoft.com MITSUBISHI ELECTRIC FACTORY AUTOMATION Mitsubishi Electric rivoluziona il tradizionale schema di flusso dei dati nei sistemi di controllo, dalla produzione all’elaborazione MES/ERP, solitamente realizzati con PC a livello di fabbrica, attraverso un ‘gate- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Anche i falsi d’autore sembrano belli… Ma la magia è solo nell’originale! Dieci anni di applicazioni con un mondo di clienti soddisfatti. Poco più di dieci anni fa, è stato lanciato sul mercato mondiale PNOZmulti: il primo modulo di sicurezza configurabile. La forza di un’idea e la capacità tecnologica di Pilz hanno dato inizio a un successo che sta continuando. Come per altri prodotti, Pilz ha anticipato i tempi e, bruciando le tappe, ha definito un nuovo standard de facto: il modulo configurabile di sicurezza, che oltre ad avere stimolato l’ampliarsi della domanda, ha generato nel tempo una serie di imitazioni, ma di cui PNOZmulti continua a essere il punto di riferimento. In tutte le parti del mondo sono in funzione automazioni nelle più disparate applicazioni in cui la parte di sicurezza è affidata a PNOZmulti! Questo grazie alla sua disponibilità, semplicità d’impiego e affidabilità. Il segreto della longevità di PNOZmulti è da ricercarsi nel know-how di Pilz, e nella capacità di interpretare i bisogni del mercato, ma soprattutto nella sua capacità di tradurle in soluzioni pratiche. Un forte ringraziamento ai nostri clienti che hanno creduto in Pilz e nel corso degli anni hanno continuato a scegliere PNOZMulti applicandolo alle loro macchine. Pilz Italia srl - Società con unico socio - Via Gran Sasso, 1 - 20823 Lentate sul Seveso (MB) - Italy Tel. +39.0362.1826711 - Fax +39.0362.1826755 - [email protected] - www.pilz.it AO RASSEGNA way’ direttamente a bordo del PLC. Il modulo di interfaccia MES consente di realizzare in modo semplice e rapido un collegamento diretto tra la memoria dati del PLC e un database tipo Oracle, SQL, Access o altro ‘big data repository’, evitando quindi eventuali possibili guasti, colli di bottiglia, complicazioni software e soprattutto, problemi di vulnerabilità. Il fattore chiave per la sicurezza (security) è l’architettura CPU di tipo bit processing e il sistema operativo ‘hard wired’ del PLC Melsec System Q, che rende il sistema inaccessibile ad attacchi informatici esterni con il potenziale rischio di maniMITSUBISHI ELECTRIC FACTORY AUTOMATION polazioni e corruzione di dati riguardanti la produzione. Oltre a ciò, il modulo interfaccia MES offre una serie di vantaggi tra cui la maggiore affidabilità ed economicità rispetto a un PC, minori rischi di perdita dei dati, riduzione dei problemi di obsolescenza hardware e software e rappresenta la soluzione ideale per ottenere incrementi di produzione ed efficienza. it3a.mitsubishielectric.com NATIONAL INSTRUMENTS NI ha annunciato CompactRIO, il nuovo controller progettato via software che integra le ultime tecnologie embedded di Intel e Xilinix per fornire prestazioni e flessibilità senza pari, ed è totalmente supportato da LabView 2014 e da NI Linux Real-Time. Ideale per il controllo avanzato e per applicazioni in ambienti industriali difficili, fornisce l’elaborazione a prestazioni elevate, timing e NATIONAL INSTRUMENTS triggering personalizzati e il trasferimento dati dagli I/O C serie modulari. LabView 2014 con il supporto NI Linux Real-Time permette agli ingegneri e tecnici di utilizzare un solo ambiente di sviluppo per continuare a sviluppare il loro sistema traendo vantaggio immediato dalle prestazioni dell’hardware CompactRIO. Elementi chiave per il raggiungimento di queste prestazioni sono il processore Intel Atom, il ciclo si chiude più velocemente, si portano a termine più compiti con lo stesso controller e l’elaborazione dei dati è più accurata e veloce; Kintex-7 Fpga consente l’elaborazione di più canali e l’implementazione di algoritmi complessi di filtraggio e controllo; NI Linux Real-Time permette l’accesso a un’ampia gamma di applicazioni e IP con un robusto OS realtime basato su Linux, mentre UI Embedded l’implementazione di un dispositivo locale HMI e l’utilizzo del sistema di controllo per task HMI, con una riduzione dei costi relativi ai componenti, del tempo impiegato per lo sviluppo e l’integrazione. L’aggiunta di videocamere USB3 o GigE Vision utilizzando NI Linux Real-Time integra l’acquisizione di visione direttamente in un’applicazione. Il nuovo Vision IP inoltre trasforma Fpga in un coprocessore di visione a prestazioni elevate. Con un sistema RIO è possibile definire la protezione a più livelli, sia a livello fisico sia di rete, a livello di sistema operativo e di applicazione. www.ni.com 64 OMRON ELECTRONICS Il controllore NX Safety, in combinazione con il nuovo sistema NX I/O e il Machine Controller Sysmac NJ di Omron è un passo decisivo verso la piena integrazione tra la sicurezza, la logica, il controllo del movimento e la visione, in un unico software (Sysmac Studio), in un’unica rete (Ethercat) e in un unico sistema di controllo (Sysmac NJ) che contribuirà ad aumentare la sicurezza della macchina e a migliorare la produttività per l’intero ciclo di vita della macchina. Il controllore NX Safety e gli I/O distribuiti NX Safety possono essere posizionati liberamente nella rete Ethercat. L’integrazione in un unico software (Sysmac Studio) semplifica la progettazione iniziale del sistema, l’installazione e la manutenzione dell’applicazione. Grazie a questo sistema integrato i costruttori di macchine possono concentrarsi sul miglioramento delle prestazioni e della sicurezza delle macchine oltre che sulla configurazione del sistema. Sysmac Integrated Safety è adatta per tutte le applicazioni che hanno elevati requisiti di sicurezza, fino al Performance Level (PLe) secondo la norma ISO-13849-1 e SIL3 secondo la norma IEC61508 ed è conforme agli standard di programmazione IEC-61131-3 includendo i blocchi funzione di OMRON ELECTRONICS sicurezza certificati PLCopen. La combinazione in un’unica soluzione del sistema integrato per la sicurezza e dei componenti di sicurezza, ha grandi vantaggi per i costruttori di macchine in termini di standardizzazione. Omron è infatti un fornitore globale in grado di offrire non solo componenti, ma anche soluzioni e servizi, inclusa la sicurezza per applicazioni semplici o più complesse. www.industrial.omron.it PANASONIC ELECTRIC WORKS ITALIA La teleassistenza è una delle funzionalità più richieste dalle aziende OEM, per offrire un servizio di post vendita ai propri clienti, ridurre il tempo di intervento e per realizzare riduzione costi nelle assistenze in garanzia. Solitamente la difficoltà che si riscontra, è affidarsi a una soluzione che a 360° sia utilizzabile nei diversi mezzi trasmissivi cablati o wireless, funzioni nei diversi Stati e sia implementabile e realizzabile nella maniera più semplice possibile. Panasonic Electric Works risponde a questa esigenza equipaggiando il modulo FP Web Server con la funPANASONIC ELECTRIC WORKS ITALIA zionalità Open VPN. L’Open VPN è un protocollo open source, quindi economico perché libero da royalty da pagare, che permette di creare tramite lo scambio di certificati, una rete privata virtuale (VPN) tale per cui in maniera del tutto automatica e trasparente, la macchina remota diventa un nodo nella stessa rete aziendale come se ci fosse un cavo di rete presente. La rete VPN istanziata, crea inoltre un tunnel criptografato tale da rendere sicura e impossibile l’intromissione e i tentativi di hackeraggio. L’utilizzo della funzionalità Open VPN è agevolata dalla libreria ‘easy to use’ sviluppata appositamente per renderne agevole l’utilizzo di questa e di tutte le funzionalità disponibili nell’FP Web Server. Altre funzionalità disponibili possono corredare e arricchire la mac- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 china dell’OEM come l’invio di email o di sms (nel caso di connessione Gprs/Umts) per avvisi d’allarme o di eventi, la funzionalità FTP Client/ Server per lo scambio di file di datalogging su SDCard, le pagine Html/Ajax per una basilare ma efficace supervisione. La soluzione si completa con il Server Open VPN liberamente scaricabile e installabile in un server di rete, oppure tramite modem router provvisti della funzionalità server. www.panasonic-electric-works.it PCVUE PcVue è uno Scada di nuova generazione sviluppato dalla società francese ARC Informatique, presente in Italia con la filiale PcVue. L’ultima versione presenta nuove funzionalità e migliorie sia nell’ambiente di sviluppo con un impatto grafico molto intuitivo, sia con i driver di comunicazione IEC-60870-5-104 e IEC61850 specifici per il power management. Tra le principali caratteristiche di PcVue emerge la presenza di tool basati su tecnologia object-oriented che permettono di ridurre e ottimizzare i tempi di sviluppo di un’applicazione. Pcvue soddisfa gli standard industriali di affidabilità e prestazioni per coprire tutte le esigenze dalle applicazioni singlePC VUE station a quelle molto complesse per ambienti ‘mission critical’. Il tool Smart Generator crea applicazioni PcVue da sorgenti come Autocad, Codesys, Isagraf, Siemens Step7, FactoryLink, Wago-Dali. Grazie alla nuova interfaccia Bacnet nativa è possibile realizzare un sistema completo di gestione centralizzata di un edificio. Dal punto di vista dell’inPHOENIX CONTACT terfaccia utente sono stati introdotti nuovi tool per velocizzare ulteriormente lo sviluppo delle applicazioni. Il livello di sicurezza di un’applicazione realizzata con PcVue potrà essere certificato SIL, come quella realizzata per il Cern di Ginevra che risponde alle specifiche di sicurezza necessarie per raggiungere il livello SIL2 (seconda norma IEC 61508). www.pcvuesolutions.com PHOENIX CONTACT Il controllore master del bus di campo in cui viene inserita la soluzione SafetyBridge Technology di Phoenix Contact, integrabile in una soluzione fieldbus indipendentemente dal protocollo di comunicazione utilizzato, è un normalissimo controllore di automazione e non quindi un Safety PLC. L’unità centrale gestisce la logica di automazione sicura (modulo Lpsdo) in modo indipendente dal controllore master del bus di campo superiore e dialoga con moduli I/O sicuri remotati. Con l’aggiornata versione 3, l’unità logica sicura centrale (modulo Lpsdo) può gestire un numero maggiore di I/O sicuri rispetto al passato (fino a 16 slave a scelta tra modulo con 8 DI, modulo con 8 DO o modulo con 4 DOR) e instaurare una comunicazione sicura con altre unità Lpsdo disposte sullo stesso bus di campo superiore. Il controllore standard master del bus superiore riceve in modo trasparente anche lo stato degli I/O di sicurezza, permettendo una semplice ed economica integrazione degli stessi negli strumenti di diagnostica standard. La logica di sicurezza è parametrizzata attraverso il software gratuito Safeconf, con blocchi funzione chiusi certificati, un ambiente grafico di programmazione e ampio ricorso alla logica ‘plug & play’. www.phoenixcontact.it PILZ ITALIA PSS4000, il sistema per tutte le funzioni di controllo, riunisce in un unico dispositivo le funzioni di automazione, di sicurezza, motion control, diagnostica e di visualizzazione, che permette di programmare semplicemente funzioni di sicurezza su una piattaforma di controllo con elevate prestazioni. Semplicità d’utilizzo, anche in fase di validazione del software, grazie alla disponibilità di linguaggi di programmazione conformi a IEC 61131-3 e classificati come LVL (Low Variability Language) all’interno PILZ ITALIA della piattaforma di gestione e programmazione Pilz Automation Suite. Con PSS4000 è possibile realizzare una soluzione di automazione con intelligenza distribuita, ma gestita centralmente. Grazie alla piattaforma software PAS4000 è possibile gestire centralmente dispositivi intelligenti distribuiti: tempi di reazione rapidi, elevata disponibilità e flessibilità sono garantiti. Il collegamento dei dispositivi e la comunicazione avvengono tramite Safetynet p, realtime Ethernet di sicurezza. www.pilz.it PROGEA In collaborazione con ICS-Cert (ente governativo americano per la sicurezza dei sistemi informatici, in particolare nell’automazione), Progea ha sottoposto a numerosi e severi test Movicon, che hanno permesso di mettere a punto la sicurezza del sistema rispetto all’esposizione a eventuali attacchi. L’utilizzo di sistemi di cifratura a 128 bit per la comuniPROGEA cazione in rete e delle tecnologie come i web service e Java, rendono sia Movicon 11 che la nuova piattaforma Automation Platform. NExT sicure e difficilmente attaccabili. Progea, inoltre, come membro attivo dell’OPC Foundation, ha implementato nel framework dell’ultima piattaforma, l’information model di OPC UA che risponde alle più elevate caratteristiche di encoding e gestione dei messaggi con chiave pubblica e privata, in linea con le più stringenti caratteristiche di sicurezza. Certamente ogni sistema informatico deve comunque adottare tutti gli accorgimenti necessari per garantire la sicurezza dei dati, inoltre la diffusione del cloud computing coinvolge nella valutazione del livello di sicurezza anche l’infrastruttura e il provider a cui ci si appoggia. www.progea.com OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 65 AO RASSEGNA di I/O distribuiti sul bus di automazione Sercos III, la tipologia delle ROCKWELL AUTOMATION reti I/O può essere sia in linea che ad anello, una morsettiera può inI sistemi di sicurezza integrati GuardLogix offrono i vantaggi dei sicludere fino a 250 singoli moduli, l’unità di base di ogni isola I/O è stemi standard ControlLogix, con l’aggiunta delle caratteristiche l’interfaccia Sercos III, inserita sulla base insieme al primo terminale. che supportano le applicazioni di sicurezza SIL 3. I controllori di siwww.schneider-electric.it curezza GuardLogix, in un unico controllore, propongono funzioni di controllo integrate (sicurezza, discreto, assi, drive e di processo) e connettività ottimale ai sistemi informativi a livello di stabilimento. SERVITECNO È possibile utilizzare reti Ethernet/IP o Controlnet per l’interblocco ServiTecno distribuisce in Italia N@tCheck, una soluzione flessibile e di sicurezza tra controllori GuardLogix oltre che collegare dispositivi scalabile espressamente pensata per la protezione di reti e sistemi di di campo su reti Ethernet/IP o Devicenet. Un importante vantaggio automazione e controllo che garantisce una protezione completa e di questo sistema è che si tratta di un singolo progetto che prevede in tempo reale di reti e sistemi industriali. Il prodotto ha funzioni di sia il controllo standard sia quello di sicurezza. Durante lo sviluppo, protezione perimetrale, antivirus e antimalware, firewall industriale proprio come altri processori Logix, sicurezza e standard hanno le con DMZ, intrusion Detection & Prevention, VPN per accessi remoti stesse regole. Sono possibili modifiche on‐line, forzature e anche più protetti. Basato su un prodotto UTM (Unified Threat Management, utenti. Una volta che il progetto è stato testato ed è pronto per la gestione unica delle minacce) e NPG (Network Protection Gateway, convalida finale, l’utente imposta il task dispositivo per la protezione della rete), di sicurezza sul livello di integrità SIL 3, N@tCheck si articola in sistemi hardware che viene quindi applicato dal controlaffidabili e di facile installazione e soflore GuardLogix. Quando la memoria di tware ampiamente collaudato, che consicurezza è bloccata e protetta, la logica sente un monitoraggio continuo di tutta di sicurezza non può essere modificata. la rete, con segnalazione degli allarmi, Per quanto riguarda la parte standard del reporting su database, visualizzazioni gracontrollore GuardLogix, tutte le funzioni fiche di efficacia immediata e storicizzasono quelle di un normale controllore zione delle situazioni verificatesi sulla rete Logix (movimento, inverter, sequenziale per ogni tipo di analisi successiva. Può ese processo): quindi, sono possibili modifisere integrato con un sistema legato a siche on‐line, forzatura e ogni altra attività, tuazioni in grado di monitorare lo stato di con la sicurezza totalmente isolata. Con salute della rete e dei sistemi (DCS, Scada, ROCKWELL AUTOMATION questo livello di integrazione, la memoria PLC ecc.) attivando degli allarmi su eventi, di sicurezza può essere letta da incidenti e anche solo situazioni dispositivi logici ed esterni stansospette che potrebbero arrivare dard, quali interfacce operatore a compromettere la funzionalità o altri controllori, eliminando il della rete di fabbrica. Prevede bisogno di gestire la memoria infatti software di collegamento di sicurezza in modo separato. Si con la rete di impianto che risulta ottengono così un’integrazione non intrusivo sui servizi di rete. semplificata a livello di sistema Utilizzando il protocollo di rete e la possibilità di visualizzare lo Snmp e un OPC server per protostato della sicurezza su display o collo Snmp, è possibile avere su SCHNEIDER ELECTRIC testi scorrevoli. uno Scada tutti i dati messi a diwww.rockwellautomation.it sposizione dagli apparati di rete che supportano il protocollo Snmp. Una volta acquisiti i dati dallo Scada, è possiSCHNEIDER ELECTRIC bile definire strategie di allarmi, pagine Il PLC di sicurezza Preventa TM5SLC ofgrafiche, storici e report come in una clasferto da Schneider Electric gestisce le sica applicazione Scada di supervisione di funzioni di sicurezza della macchina sul impianto. bus di comunicazione Sercos III. Il conwww.servitecno.it cetto di sicurezza aperto implementato da Schneider Electric sulla soluzione motion PacDrive 3 (sicurezza secondo SIEMENS IEC 61508:1998, EN/ISO 13849:2006 ed La famiglia Simatic S7-1500 di Siemens si EN 62061:2005) soddisfa i requisiti della è ampliata con le nuove CPU Failsafe di nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE e fascia medio-alta S7-1518F e S7-1516F, offre una vasta gamma di soluzioni. Con dotate entrambe di una robusta memoSIEMENS la sicurezza integrata, gli utenti possono ria utente (10 MB la prima e 1,5 MB la seimplementare safety function fino al SIL conda) e di interfacce Profinet e Profibus 3 secondo IEC 61508. L’integrazione dell’automazione di sicurezza che supportano il protocollo di sicurezza Profisafe. La CPU S7-1518F nell’automazione standard è uno dei requisiti dominanti oggi per è la CPU più potente mai realizzata da Siemens e consente di comanl’utente. Un protocollo di sicurezza permette la completa integradare fino a 128 assi in posizionamento semplice tramite Profinet o zione della comunicazione safety in quella standard, senza bisogno Profibus isocrono. Negli ultimi mesi la gamma di CPU Failsafe si è ardi cablaggio dedicato o bus di sicurezza. I segnali safety dei disporicchita ulteriormente con l’introduzione delle famiglie S7-1515F e sitivi di acquisizione dati o di dialogo sono collegati attraverso I/O S7-1517F; la prima è orientata ad applicazioni di fascia media (equiremoti. Il controllore di sicurezza Preventa TM5SLC sull’anello Sercos valente a una CPU S7-315F), mentre la seconda completa la fascia alta III consente la programmazione delle funzioni safety. Sia le funzioni dell’offerta Siemens. Seguiranno altre CPU Failsafe che soddisferanno standard che quelle di sicurezza, ottimizzate in base alle definizioni le necessità delle applicazioni di fascia medio-bassa. Le CPU Failsafe di programma, possono essere implementate in un’unica soluzione S7–151xF, sono certificate secondo la EN 61508 per applicazioni di integrata. Il sistema di moduli I/O TM5 consente di creare soluzioni sicurezza fino a SIL 3 o PL e secondo la ISO 13849. Il pacchetto Failsafe 66 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 si completa con il software di programmazione Safety Advanced V13. Nell’ultima versione è migliorata ulteriormente l’usabilità con l’introduzione del F-OB, il task specifico per la sicurezza e gli F-UDT per la gestione delle strutture anche in ambito Failsafe. www.siemens.it TELESTAR Certec, partner di Telestar, rivoluziona il mercato Scada e web HMI con il suo innovativo prodotto atvise, il primo Scada sviluppato al 100% su tecnologia web che permette di sfruttare al massimo la potenza e la comodità del web. La tecnologia impiegata consente di usufruire di importanti e innovativi vantaggi tra i quali il fatto che atvise è avviabile ovunque, non necessita di client proprietario per la visualizzazione ma solo di un comune web browser (firefox, explorer, chrome) su qualsiasi dispositivo (PC, tablet, smartphone ecc.). L’utilizzo della grafica vettoriale SVG, consente migliori effetti visivi e oggetti perfettamente scalabili; grazie all’utilizzo dei web browser e della grafica web, è più veloce dei sistemi proprietari. Caricare dati sul web non sempre è sicuro; con atvise TELESTAR la sicurezza dei dati è garantita, sono utilizzati i protocolli crittografici TLS/SSL che permettono una comunicazione sicura tra client e server fornendo autenticazione, integrità e cifratura dei dati. Basti pensare che gli stessi protocolli sono utilizzati dai siti home banking o e-commerce, per i quali la sicurezza dei dati sensibili è una tematica di primaria rilevanza. www.telestar-automation.it VIPA Vipa ha sviluppato Slio, il sistema di I/O remotate con un bus di comunicazione tra i più veloci al mondo, ben 48 Mbit/s. Si tratta di un sistema montato su guida DIN standard da 35 mm che comprende un’interfaccia provvista di alimentatore per le I/O e per il bus di comunicazione, cui si aggiungono fino a 64 moduli di I/O e funzionali con granularità 2-4-8 canali e dimensioni di 12,5 mm di larghezza, 100 mm di altezza e 76 mm di profondità. Le interfacce previste sono Profibus DP, Canopen, VIPA Ethercat, Profinet I/O, mentre la conformazione del modulo è realizzata affinché il connettore dell’interfaccia, una volta montato, non sporga dai moduli al fine di contenere al massimo lo spazio utilizzato. Per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza, le interfacce Profibus e Profinet di Slio supportano il protocollo Profisafe e permettono al sistema di impiegare ingressi e uscite di sicurezza livello SIL3. Ciò consente una completa integrazione dei sistemi di IO remotati Slio, per diventare parte integrante dei più avanzati sistemi di sicurezza. Inoltre, Vipa ha aperto una collaborazione con Wieland, commercializzando il PLC di sicurezza SamosPRO che ben si integra con PLC e HMI Vipa. www.vipaitalia.it Informazione a ciclo continuo Ricerca le migliori prestazioni e la massima efficienza, anche nell’informazione Il nuovo sito di Fiera Milano Media interamente dedicato all’automazione di fabbrica e di processo www.automazione-plus.it Lead your business di Antonella Cattaneo Foto tratte da http://pixabay.com/ AO Tavola rotonda La protezione degli asset di automazione Parliamo di protezione delle reti industriali per bloccare le minacce informatiche e impedire accessi non autorizzati con alcuni esperti del settore L a scena sta cambiando. Rispetto a qualche anno fa si sta assistendo a un’evoluzione delle minacce alla sicurezza informatica che preoccupa molto le aziende. Internet viene sempre più massicciamente utilizzato dentro e fuori l’azienda e questo rende gli utenti sempre più esposti a minacce non conosciute. È anche cambiato il profilo degli ‘hacker’, le loro motivazioni… Cosa bisogna fare, allora, nel mondo dell’automazione per mettersi al riparo? Sentiamo cosa ne pensano alcuni dei nostri intervistati: Patrich Villa, product manager Watchguard per Fiore (www.watchguard.com - www.fioresrl. com), Alberto Griffini, product manager PLC&Advanced Solutions di Mitsubishi Electric, (it3a.mitsubishielectric.com), Raffaele Esposito, product manager Safety, I/O & Networking, Phoenix Contact (www.phoenixcontact.it), Giancarlo Carlucci, product manager Plant Solutions - PLC, Networks & I/O di Schneider Electric (www. schneider-electric.it), Angelo Candian, head of industrial communication di Siemens Italia (www.siemens.it). Automazione Oggi: L’aumento dell’utilizzo di Internet e delle reti di comunicazione in sistemi di automazione ha obbligato le aziende a rivedere il proprio approccio alla sicurezza. Quali metodologie e strumenti possono consentire l’individuazione di problemi e la risoluzione? Patrich Villa: Sicuramente l’adozione di apparati dedicati alla sicurezza informatica deve trovare sempre più largo uso in tutte le realtà aziendali. Oggi il mondo UTM (apparati che raccolgono molteplici funzionalità per la sicurezza della rete) si è avvicinato molto in termini di rapporto prezzo/funzionalità anche al mercato della piccola e media impresa e questo permette di alzare la soglia di protezione dei dati anche per questa realtà. La crescita di reti wireless infatti, sia in ambito produttivo/logistico sia office, è 68 una falla nella sicurezza della rete. Perciò l’utilizzo di apparati che dispongono di molteplici livelli di sicurezza, come la cifratura dei dati e l’autenticazione degli utenti, diventano strumenti indispensabili, capaci di ridurre drasticamente questa tipologia di rischi. Raffaele Esposito: La security di una rete di comunicazione in senso lato - e quindi riferibile anche a quelle reti previste a bordo macchina, linea o impianto industriale - è un aspetto che merita un approccio pieno e consapevole, alla stessa stregua di quello che viene tradizionalmente riservato ad altri aspetti progettuali quali ad esempio la safety, la compatibilità elettromagnetica o i rischi di esplosione, laddove tali elementi trovano applicazione. In prima battuta deve esserci la consapevolezza: per non rischiare di sottovalutare o di tralasciare colpevolmente le esigenze di security di una propria rete di comunicazione deve essere maturata una competenza tecnica che consenta di comprendere non solo le opportunità dell’adozione di una tale tecnologia, ma anche i rischi potenziali ad essa associati. Ovviamente questa competenza tecnica deve anche consentire al progettista di individuare agevolmente, valutare e testare soluzioni tecnologiche dedicate alla limitazione degli utilizzi fraudolenti e quindi non previsti della rete di comunicazione/automazione. Elemento imprescindibile è quindi l’adeguata formazione tecnica. A questo andrà poi aggiunto un approccio programmatico tipico della gestione in qualità di un progetto, con definizione delle responsabilità, dei tempi e modi di valutazione e/o di eventuali interventi (progettazione e implementazione di misure di riduzione del rischio). Giancarlo Carlucci: L’integrazione tra i sistemi di automazione e le reti di comunicazione digitali, interne o esterne all’azienda, richiede una particolare attenzione fin dalla fase di progettazione. Si devono adottare soluzioni che consentano di proteggere i dati OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Alberto Griffini: L’Industrial Ethernet, inteso come utilizzo di tecnologie Ethernet nell’automazione di fabbrica e nel controllo di processo, ha portato una serie di vantaggi in termini di apertura e flessibilità dei sistemi, ma di contro presta il fianco a possibili problematiche di accessi indesiderati e potenzialmente pericolosi. Per questa ragione la scelta di Mitsubishi Electric di puntare su CC-Link IE, come fieldbus aperto basato su gigabit Ethernet e protocollo realtime, consente di mitigare i rischi di vulnerabilità rispetto a protocolli con stack TCP/IP più comuni nelle reti Enterprise e di conseguenza maggiormente esposti. Angelo Candian: Non esiste una soluzione standard che può sempre essere applicata perché ogni sistema possiede le proprie condizioni di contorno, diversi rischi e diversi obiettivi di protezione. Ma ci sono procedure collaudate e un numero ragionevole di misure possibili che devono essere prese in considerazione per un concetto di sicurezza efficiente. Le misure di sicurezza individuali hanno sempre lacune e sono quindi insufficienti. Un provvedimento individuale è più facile da by-passare rispetto a diversi in successione. È anche vero che minacce multi-sfaccettate devono essere contrastate con innumerevoli misure. Ad esempio, i virus non possono essere efficacemente contrastati con i firewall, e gli accessi non autorizzati non possono essere neutralizzati con i programmi antivirus. Misure tecniche di protezione non pos- sono coprire tutti gli obiettivi di protezione, il che significa che le misure organizzative sono indispensabili. Così, un solo concetto può ridurre al minimo tutti i rischi e fornire una protezione efficace. Di conseguenza, il concetto Siemens di sicurezza industriale corrisponde a una difesa multistrato, la cosiddetta ‘difesa in profondità’. Questo concetto fornisce protezione all’automazione di sistema a tutto tondo e in profondità. Da un lato, questo significa che vari e reciprocamente complementari meccanismi protettivi sono in atto per essere in grado di soddisfare le diverse minacce (protezione a tutto tondo) e, dall’altro, che ci sono diverse barriere che devono essere superate da un potenziale aggressore. Il concetto contiene componenti importanti di sicurezza del sistema, della rete e integrità del sistema. Con un approccio di ‘difesa in profondità’ in cui le misure di sicurezza necessarie sono perfettamente intrecciate, è possibile ottenere una completa e affidabile protezione di un sistema automatizzato. Solo l’operatore può in definitiva garantire che il sistema funzioni correttamente, ma il costruttore, ad esempio Siemens, può aiutare fornendo prodotti con funzioni di sicurezza, in modo che i concetti di sicurezza possano essere effettivamente implementati. Foto tratte da http://pixabay.com/ e l’integrità della rete stessa dal rischio di intromissioni ed errori umani; allo stesso tempo è fondamentale formare il personale affinché sia sensibilizzato alle necessità di sicurezza e ai corretti comportamenti, soprattutto se è data loro la possibilità di interagire con gli asset di automazione attraverso strumenti quali tablet, o PC remoti, cosa che avviene sempre più, ad esempio per le interfacce HMI. Si tratta di integrare il concetto di cybersecurity nell’ambiente industriale, trovando il corretto equilibrio tra la protezione delle reti e il mantenimento delle performance attese dagli asset di automazione; non per tutti gli elementi della rete sarà necessario garantire lo stesso livello di protezione, quindi sulla base di una corretta analisi dei processi, del loro Giancarlo Carlucci, grado di criticità e di rischio nonché Schneider Electric del loro livello di apertura verso l’esterno sarà possibile costruire una soluzione di sicurezza adeguata. Gli hardware e software di automazione e controllo hanno oggi caratteristiche che consentono di integrare la sicurezza fisica e logica a bordo di ogni singolo elemento delle macchine o dei processi. Una tendenza che è realtà nei nostri PLC/PAC ad esempio è quella di poter determinare i livelli di accesso, l’attivazione di eventuali servizi http/FTP ecc., garantendo quindi una inviolabilità certificata secondo gli standard Achille L2. A.O.: Nel mondo dell’automazione si è cercato di adeguare le metodologie tipiche del mondo safety al mondo security con scarso successo. Come è possibile fare una stima del livello di rischio? Villa: La stima del livello di rischio deve essere fatta analizzando la rete nel suo insieme e individuando i potenziali punti di acPatrich Villa, Watchguard per Fiore cesso delle minacce: connettività Internet, servizi pubblicati, punti di accesso wireless e wired, terminali a disposizione degli utenti, metodologie di autenticazione e via dicendo. Si tratta di un processo che richiede competenze informatiche e di networking specifiche oltre che una metodologia che esula da quanto fatto fino ad oggi in termini di safety. È sempre maggiore il numero di società che si sta specializzando in analisi dei rischi e di sicurezza informatica. Esposito: In linea generale un processo di analisi del rischio prevede fasi successive che possono essere riassunte in modo estremamente sintetico nell’individuazione dei rischi, nella stima degli stessi e in un successivo raffronto di questi rischi stimati con un livello di rischio ritenuto accettabile. Qualora il rischio stimato sia superiore al rischio accettabile, sarà necessario mettere in opera misure di riduzione del rischio. Calando questo processo generale nel mondo della security andrebbero quindi individuate le potenziali vie per un accesso fraudolento alla propria installazione/rete e andrebbero valutate le potenziali conseguenze di un tale accesso OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 69 AO Tavola rotonda (in senso lato, comprensivo quindi di tutte le componenti quali ad esempio costi di mancata produzione, danni all’installazione, rischi per gli operatori, perdita di dati sensibili e quindi di knowhow, danni di immagine…). Se tali conseguenze sono superiori a quelle ritenute accettabili sarà necessario predisporre misure tecniche per evitare accessi indesiderati, scegliendo soluzioni tecnologiche tanto più affidabili quanto maggiore è il range tra rischio potenziale e rischio accettabile. Angelo Candian, Siemens Italia Foto tratte da http://pixabay.com/ Griffini: Benché safety e security riguardino entrambe la sicurezza, si tratta di fattori di rischio e metodi di contenimento differenti (ricordando che un sistema sicuro al 100% non è in genere possibile). L’approccio è quindi in entrambi i casi basato su stime di carattere statistico e le metodologie di calcolo del rischio usate nel campo safety potrebbero in teoria essere adottate anche nel mondo security. In questo senso lo sforzo necessario potrebbe essere quello di identificare e quantificare fattori e probabilità di rischio nella security, ancora invece poco codificati. Candian: Una misura organizzativa è quella di stabilire un processo Raffaele Esposito, di gestione della sicurezza. Al fine Phoenix Contact di prendere decisioni fondate sulle quali le misure abbiano senso, si deve prima analizzare quali rischi concreti non possono essere tollerati. Sia la probabilità di un rischio che si verifichi sia l’eventuale entità dei danni giocano un ruolo decisivo. Se l’operatore omette di effettuare un’analisi dei rischi o non determina gli obiettivi di protezione, vi è un notevole rischio che vengano prese misure inadatte, troppo costose o inefficaci e molti punti deboli non verranno rilevati o sanati. Gli obiettivi di protezione derivano dall’analisi dei rischi e servono come base per misure tecniche concrete. Le misure devono essere controllate dopo l’implementazione. Il rischio deve essere valutato di volta in volta, e se ci sono stati cambiamenti, perché la situazione ‘minaccia’ può essere cambiata. A quel punto il processo ricomincia dall’inizio. A.O.: Ci sono strategie per ridurre l’impatto di tecnologie non sicure in sistemi di automazione? Quale livello di sicurezza devono garantire? 70 Villa: L’adozione di algoritmi di cifratura certificati e riconosciuti e l’adozione di tecnologie di autenticazione sicure possono già garantire un notevole incremento del livello di sicurezza. Purtroppo ancora oggi queste tecnologie sono viste come accessorie e di difficile implementazione. Esposito: La proposta di componentistica o di soluzioni attinenti la security aziendale è sufficientemente vasta e in grado di raggiungere livelli di efficacia atti a coprire anche eventuali situazioni di rischio elevato. Una prima soluzione ‘entry level’ è costituita da accessori meccanici che permettono di impedire l’accesso all’infrastruttura di rete andando, in modo fisico, a impedire la connessione di cavi su porte di connessione disponibili e non utilizzate nell’infrastruttura di rete. Passando a un livello di protezione decisamente superiore, è possibile ricorrere all’uso di managed switch che possono essere configurati in modo da garantire una politica di security multilivello. È infatti di volta in volta possibile agire a livello di accessi qualificati (User Account) permettendo l’accesso a zone Alberto Griffini, nevralgiche solo a Mitsubishi Electric personale esperto qualificato (che per poter accedere dovrà ricevere opportuna password). Con i medesimi dispositivi, è inoltre possibile configurare delle Virtual Local Area Network (Vlan), piuttosto che attingere a tutta una serie di protocolli di derivazione IT quali ad esempio Https, Snmp V3 con crittografia, Web/Telnet interface … I managed switch consentono infine anche di definire una politica di accesso dall’esterno alla singola porta mediante la creazione di una ‘white list’ contenente gli indirizzi MAC dei soli dispositivi che possono dialogare su quella specifica porta. Volendo ulteriormente innalzare il livello di protezione in caso di collegamento da remoto è possibile ricorrere anche a dispositivi diversi, vale a dire i router/firewall industriali. Questi ultimi dispositivi consentono un accesso da remoto estremamente sicuro grazie alla loro gestione di tunnel VPN (Virtual Private Network) permettendo in tal modo una comunicazione crittografata, e quindi sicura, attraverso una rete esterna ‘insicura’ (ad esempio Intenet). Il firewall integrato consente inoltre la definizione di una politica di comunicazione, permettendo, tramite opportuna configurazione, di consentire o limitare lo scambio dati da/verso l’impianto su determinate porte o in comunicazione con soli ben specifici dispositivi (specifica dell’indirizzo IP). Carlucci: Ci sono da considerare sia un elemento culturale, sia un elemento operativo. L’elemento culturale riguarda la necessaria azione per rendere consapevoli tutti coloro che operano in ambienti industriali connessi alla rete dei comportamenti corretti e OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 S /IPC/DRIVE bre S P S a o m Vi aspettia dal 25 al 27 Novem GA NORIMBER e 7 – Stand 494 Hall La tecnologia software per i sistemi più evoluti La nuova era della supervisione per tecnologie d’eccellenza. La tecnologia Scada/HMI affidabile e robusta, potente e flessibile. Automation Platform.NExT™ è la piattaforma del futuro sulla quale basare le proprie architetture software di supporto ai processi decisionali. E’ sviluppato con le tecnologie più avanzate è aperto e modulare per garantire la gestione distribuita delle informazioni e dell’accesso ai dati. E’ rivolto a chi vuole utilizzare tecnologie quali WPF, OPC UA, HTML5 e provare le nuove esperienze interattive grazie alla grafica di ultima generazione di Movicon.NExT, basata su XAML con 2D/ 3D, multitouch e molto altro ancora. Movicon 11™ è il software di supervisione di successo a cui affidare la gestione dei propri impianti, anche i più critici. Versatile e flessibile in ogni situazione, dal pannello operatore HMI per sistemi embedded ai potenti server SCADA ridondanti, garantisce alti livelli di sicurezza anche in configurazione web. Basato su architettura XML, è completo di tutte le funzioni più avanzate: grafica multitouch più evoluta, potente report manager, tecnologie di comunicazione realtime e database performanti. Inoltre Movicon 11™ è semplice e veloce da configurare. Per maggiori informazioni, www.progea.com | Tel +39 059 451060 | [email protected] AO Tavola rotonda Griffini: Anche per i sistemi di automazione i rischi legati alla sicurezza possono provenire da agenti interni, quali operatori, errori, accessi ‘fisici’, o esterni come gli attacchi via Internet e i virus. L’approccio a livello aziendale prevede misure di sicurezza, più o meno elevate secondo il potenziale rischio, di tipo tradizionali come VPN, firewall, password ed altre tecnologie più integrate nel prodotto. In particolare nel caso dei nuovi controllori Melsec iQ-R di Mitsubishi Electric sono disponibili ‘protection key’ di tipo elettronico e filtro indirizzo IP per proteggere il programma CPU e bloccare accessi non autorizzati. Candian: In primo luogo è importante aumentare la comprensione generale del fatto che le misure di prevenzione devono esistere in modo sistematico, universale e sostenibile anche durante il processo di sviluppo e che devono essere costantemente controllate. Coloro che sono coinvolti attivamente nella strutturazione di questo processo, sia i fornitori sia i reparti di sviluppo, devono porre le basi per certificazioni di sicurezza, ad esempio in conformità con ISA Secure (International Society of Automation) o Nerc-CIP (North American Electric Reliability Corporation - Pro- 72 tezione delle Infrastrutture Critiche). Gli esperti poi esaminano i processi di sviluppo e l’organizzazione interna che vengono valutati sulla base degli aspetti di sicurezza. L’obiettivo è quello di trovare misure di miglioramento nei processi rilevanti e, se richiesto o ritenuto utile, a introdurre anche nuovi ruoli e responsabilità all’interno dell’organizzazione. I seguenti miglioramenti di processo sono stati introdotti da Siemens nel contesto di tali valutazioni e sono stati raggiunti risultati di miglioramento. Creazione di un nuovo ruolo nel processo di Product Lifecycle Management: esperti di sicurezza dei prodotti controllano il processo PLM e sono responsabili per la sicurezza dei dati di prodotto; creazione di linee guida di programmazione; istituzione di linee guida per la programmazione della sicurezza al fine di evitare punti deboli tramite analisi statistiche nel codice sorgente; istituzione della gestione del rischio per la sicurezza del prodotto; ampliamento del processo PLM Siemens che valuta il rischio per la sicurezza in specifici step PLM e dai quali derivano contromisure. Ottimizzazioni del processo di sviluppo: adattamenti del processo di sviluppo, al fine di aumentare proattivamente la sicurezza contro lo sviluppo di punti deboli; creazione di una sensibilizzazione alla sicurezza in fase di sviluppo; creazione di una consapevolezza tra gli sviluppatori al fine di stabilire la sicurezza industriale come elemento centrale; ampliamento della strategia di prodotto con meccanismi di sicurezza; introduzione dell’integrità dei dati, della riservatezza dei dati e della disponibilità dei dati nei prodotti come elementi fondamentali. Foto tratte da http://pixabay.com/ delle necessarie precauzioni al fine di non causare danni, stabilendo anche correttamente le policy di accesso ai dati e ai sistemi. È un fatto che il principale veicolo di diffusione dei virus nei settori industriali sono i PC e i supporti esterni usati per lo sviluppo e la manutenzione dei sistemi. E la gran parte degli incidenti è di natura non intenzionale. C’è poi l’approccio pratico descritto da documenti e best practice applicate agli hardware e software di sistema. La logica che noi adottiamo nelle nostre architetture, PlantStruxure, è l’approccio DiD (Defence in Depth) basato su sei principi cardine che guidano nella definizione delle difese da incidenti generati da elementi esterni all’infrastruttura del sistema. Si tratta in primo luogo di creare un ‘security plan’ che individua tutte le vulnerabilità, le procedure e politiche da seguire in caso di incidente, questo fin dalla fase di progettazione di un sistema. Questo è un elemento essenziale per dare risposta rapida e certa in caso di attacchi. Dal punto di vista delle reti, è opportuno stabilire una corretta network separation separando l’automazione di processo e il controllo di sistema da altre reti interne o esterne, creando meccanismi che consentano di far transitare nei due sensi solo il traffico autorizzato: utilizzando VPN, firewall, router; alla protezione deve affiancarsi la segmentazione della rete. Un quarto elemento è la protezione perimetrale attraverso firewall di terza generazione (stateful inspection) che salvaguardi i punti nevralgici dell’infrastruttura di rete. Si può rafforzare ulteriormente la sicurezza utilizzando dispositivi intelligenti che implementino e distribuiscano servizi o controlli direttamente sul campo (device hardening); ultimo ma essenziale punto, l’adozione di un sistema di monitoraggio e di aggiornamento costante dell’infrastruttura di rete. A.O.: Sicurezza nel campo dell’automazione e sicurezza informatica: tra le due c’è un abisso? È colmabile? Villa: La sicurezza nel campo dell’automazione sarà sempre più legata alla sicurezza informatica, perciò ritengo che la cultura della sicurezza informatica dovrà rientrare gradualmente negli skill del progettista di automazione. Esposito: Che esista o meno un abisso tra safety e security è una questione di punti di vista. Se ci si riferisce alla conoscenza e alla gestione delle due problematiche da parte dei tecnici progettisti di automazione industriale di sicuro le distanze sono oggettivamente importanti ed è ben naturale che lo siano vista la ‘cultura’ in ambito safety che da decenni si è sviluppata soprattutto per ragioni di rispondenza a imposizioni di tipo normativo/legislativo, a tutt’oggi ancora non presenti per l’ambito security industriale. Senza contare che lo sviluppo di soluzioni di automazione con integrazioni di aspetti derivati dall’area dell’Information Technology è cronologicamente molto più recente e non ha quindi ancora avuto modo di sedimentare esperienze tecnologiche/applicative così come è invece ormai largamente accaduto in ambito safety. Se invece ci si riferisce alla disponibilità di soluzioni sia in termini qualitativi sia in termini quantitativi e al supporto da parte dei OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Utilizzate ancora architetture dedicate per il telecontrollo? 3G/HSUPA/ ADSL VPN MODEM/ROUTER/ GATEWAY NE W! PLC CONCENTRATORE VPN INTERNET Il vostro PLC preferito!! Il vostro SCADA CADA DA A preferito!! f it !! R VPN R R R R R ...e tanti altri! PLC ...e e tanti altri! Con eWon (modem/router/gateway) + eFive (concentratore VPN) potrete usare re il il vostro vosttro PLC PLC preferito e il vostro SCADA preferito to o per realizzare realizzarre dei dei sistemi sistem di d telecontrollo via internet ad altissime prestazioni ed aperti!! Distributore esclusivo per l’Italia: Vi aspettiamo al prossimo evento di Firenze ! del 30 ottobre 2014 !! ISCRIVETEVI SUBITO su WWW.EFA.IT WWW.EWON.IT WWW.EFA.IT AO Tavola rotonda Carlucci: La sicurezza per l’automazione e la cybersecurity non sono affatto separate da un abisso: sono sempre più due elementi che si integrano a vicenda anche se ognuna di esse conserva caratteristiche specifiche. In un contesto in cui sempre più elementi dei processi industriali - uno per tutti, il PLC - comunicano con lo standard IP scambiando dati con una rete industriale o con la rete aziendale, è necessario affrontare in modo olistico la sicurezza fisica e logica. Candian: Nello stabilire i concetti di sicurezza, la situazione nell’ambiente di automazione sembra molto diversa da quella in ufficio. Le reti di protezione nell’automazione presentano un’enorme sfida, perché si entra in conflitto con altri requisiti importanti come la capacità di performance, la disponibilità e facilità d’impiego. Inoltre, garantire una rete o sistema sicuro richiede una costante attenzione ai dettagli e possibili adattamenti, il lavoro non termina con una semplice installazione, come nel caso di un normale sistema di automazione. Anche dopo il collaudo, le minacce devono essere valutate e le risposte fornite con adattamenti e aggiornamenti, se necessario, per garantire che il sistema rimanga sicuro. A.O.: Analizzando i dati relativi a incidenti su reti e sistemi di fabbrica si è notato che i due terzi degli incidenti viene generato dall’esterno. A tal proposito gli americani avevano pubblicato un documento ‘21 step to improve cyber security of Scada networks’. Cosa ne pensate? Villa: Lo ritengo un documento interessante, più che per i contenuti tecnici, a mio avviso pochi, per la volontà di sensibilizzare il mondo dell’automazione sul tema suggerendo le domande alle quali bisogna trovare risposta per realizzare un sistema sicuro. Esposito: Il fatto che i due terzi degli incidenti sia dovuto ad accessi da esterno/remoto non sorprende se si pensa alla quantità di persone che può potenzialmente accedere a una rete da una porta locale non adeguatamente protetta (i soli operatori che hanno accesso fisico al luogo) e alla quantità di persone che possono invece potenzialmente accedere alla rete da remoto per magari un collegamento a Internet non adeguatamente protetto. 74 Il documento citato si riferisce in particolare a reti che includono dispositivi Scada (le cosiddette ‘Scada Network’) utilizzate nell’ambito della gestione delle infrastrutture di servizi essenziali (distribuzione energetica, distribuzione e depurazione delle acque, automazione di mezzi di trasporto….) e ha quindi una visione precisa e che non sempre collima con le specificità di una soluzione di automazione industriale più puramente produttiva. Nonostante questo aspetto, l’approccio suddiviso in aspetti tecnici legati specificatamente al prodotto (in questo caso lo Scada) e in aspetti gestionali/organizzativi maggiormente incentrati su una politica globale di management della security può costituire una valida guida per applicazioni più generali. A.O.: In poche parole quindi qual è l’elemento che ogni azienda deve considerare al fine di non essere ‘vulnerabile’ e quale la stima del rischio? Esposito: L’aspetto chiave è quello di non fornire punti di accesso al network non adeguatamente protetti in funzione delle modalità di strutturazione e configurazione di rete. Quando esiste solo un possibile accesso da locale bisognerebbe prestare attenzione a porte libere in quanto magari in esubero rispetto alle necessità specifiche dell’applicazione su componentistica utilizzata. Anche la settorializzazione delle zone di accesso con un’adeguata politica di User Account può limitare gli accessi indesiderati alle aree a maggior rischio. Negli accessi da remoto (teleassistenza, telecontrollo, cloud) è fondamentale definire adeguate politiche di accesso e proteggere i dati scambiati qualora gli stessi debbano attraversare delle reti esterne delle quali non si ha certezza circa un adeguato livello di security. Qualora infine siano presenti infrastrutture di rete anche per comunicazioni di tipo wireless, si dovranno prendere opportune precauzioni al fine di impedire accoppiamenti di dispositivi esterni alla rete o di acquisizione fraudolenta dei dati scambiati. Foto tratte da http://pixabay.com/ fornitori delle stesse, le distanze si riducono enormemente sino a quasi annullarsi. Anche la possibilità di acquisire una buona competenza tecnica è poco diversa: imponente è stato infatti lo sforzo di diffusione dei concetti della security industriale svolto negli ultimi anni da parte di aziende fornitrici, di consorzi, enti e associazioni con innumerevoli interventi in convegni, seminari e workshop che andavano a rispondere alla ‘sete di conoscenza’ presente sul mercato. Da questo punto di vista, forse, negli ultimi anni, anche a livello di riviste tecniche si è probabilmente disquisito più di security che di safety. A.O.: Quale la competenza che deve essere fornita per far fronte ad attacchi? Esposito: Fondamentale la conoscenza dettagliata delle potenzialità tecniche dei dispositivi, dei protocolli e delle soluzioni utilizzate al fine di poter valutare appieno le modalità di scambio dati e di accesso ai dispositivi o alla rete nella propria interezza. Solo in questo modo è possibile identificare eventuali falle nel sistema attraverso le quali vi è il pericolo di subire accessi fraudolenti potenzialmente rischiosi o dannosi per la propria applicazione. Altrettando fondamentale è ovviamente la competenza necessaria per utilizzare quelle soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato che consentono di rispondere in modo adeguato ai rischi presenti. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 MLM4 modulo lineare con vite a ricircolo di sfere e motori lineari versione brushless ironcore o tubolare ironless La movimentazione è sempre più presente nelle dinamiche di una macchina e di un impianto industriale. Mondial, come System Integrator, progetta e realizza soluzioni a elevata ingegnerizzazione e integrazione di componenti, dando una risposta concreta alle esigenze di movimentazione lineare e angolare. Quale sia l’applicazione, Mondial elabora soluzioni personalizzate per le specifiche esigenze del cliente e con una costante attenzione al rapporto costi/benefici. www.mondial.it MONDIAL S.p.A. Via G. Keplero, 18 • 20124 Milano • Tel. 02 66810.1 - Fax 02 66810.264 • e-mail: [email protected] Filiali: Bologna - Firenze AO Smart mobility di Fabrizio Bozzarelli L’impegno di Advantech per la smart mobility I nuovi controller embedded fanless della serie ITA rappresentano il fulcro delle soluzioni ITS della società taiwanese A dvantech da almeno vent’anni è protagonista in Italia, Europa e nel mondo nel settore dei trasporti. Si tratta per Advantech di un mercato molto vasto, che va dai sistemi di monitoraggio del traffico (inseriti ora nel concetto di ‘smart mobility’ e ‘smart city management’) a quelli di comunicazione satellitari marittimi, dalla gestione del segnalamento ferroviario ai sistemi di informazione per i passeggeri negli aeroporti, dalle soluzioni di pedaggiamento autostradale alle applicazioni bordo treno/tram/metro/bus. Alcuni esempi prestigiosi possono illustrare al meglio la precedente fotografia di mercato. Il primo è costituito dalla collaborazione tra Advantech e i primari system integrator operanti in ambito ferroviario in Italia, che dal 1999 ha portato all’installazione di più di 6.000 PC industriali che sono impiegati nella gestione del segnalamento ferroviario. Un altro esempio significativo è costituito da una parte della rete di networking dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, dove centinaia di switch managed Advantech si prendono cura dell’instradamento e della presentazione ai passeggeri delle informazioni sui tabelloni aeroportuali relative agli aerei in partenza e arrivo. Se poi vogliamo considerare anche altri continenti, sicuramente sono da segnalare i progetti già Advantech ha dispositivi estremamente compatti con una grande selezione di porte, adatti all’uso negli ambienti più gravosi 76 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376OMAZIONE OGGI 376 Foto tratta da morguefile.com installati nelle metropolitane di Hong Kong e Singapore, dove gli ingressi dei viaggiatori sono gestiti dai sistemi di controllo di Advantech. E si potrebbero citare tanti altri casi. Ovviamente, per affrontare applicazioni/progetti del tipo di OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 77 Foto tratta da morguefile.com AO Smart mobility quelli sopra indicati, bisogna avere un chiaro focus aziendale su questo mercato e investire ingenti somme non solo nello sviluppo dei prodotti, ma anche nella creazione di team esperti in ITS (Intelligent Trasportation Systems) in ogni regione geografica. E così vediamo, per esempio, che in Europa vi è una struttura di business development management esclusivamente dedicata a ITS, affiancata da key account manager locali e da un supporto tecnico verticale centralizzato. Ma non è ancora tutto. Advantech ha anche un ‘Business Group’ dedicato (una delle più importanti strutture nella società taiwanese con al comando un vice president) con più di 40 persone denominato ‘Intelligent Systems Group’, che ha come mission lo sviluppo di soluzioni espressamente dedicate al trasporto. Quindi, quando si parla di investimenti così massicci si ha subito un’idea di come Advantech sarà focalizzata su applicazioni ITS per i prossimi dieci anni almeno. Quando poi parliamo di ITS, dobbiamo anche considerare che questo campo è sempre più sinonimo di smart mobility. Nelle attuali e future smart city la mobilità intelligente è uno degli argomenti di discussione più importanti e il campo di investimento più cospicuo. La gestione della città intelligente non può non passare attraverso l’integrazione dei diversi sistemi di trasporto (auto, merci, metro, tram, autobus), che devono consentire agli abitanti di potersi muovere agevolmente in modo da non paralizzare il sistema, ma anche in modo che le persone non passino le ore lavorative fermi in inutili code nel traffico. Queste problematiche porteranno a una progressiva integrazione non solo dei servizi ma anche dei diversi sistemi d’informazione e, in pratica, la gestione in tempo reale e l’accesso all’informazione diventeranno punti cardine del sistema, aprendo ulteriori campi di approfondimento in ambito Internet of Things. Advantech affronta queste nuove sfide investendo in persone e nuove tecnologie, semplificando il modo in cui affrontare le nuove problematiche. L’ultima linea di controller fanless embedded introdotta (ITA) va in questa direzione. Con una selezione completa di proposte, permette di affrontare qualsiasi applicazione nel settore ITS, dal TVM (Ti- 78 cketing Vending Machine) al wayside control in ambito sia traffic management sia railway, dall’AFC (Automatic Fare Control) alle applicazioni rolling stock, dai sistemi di pedaggiamento autostradali agli impianti di videosorveglianza, al riconoscimento targhe nei sistemi impiegati nelle aree ad accesso limitato. Advantech ha, quindi, dispositivi estremamente compatti con una grande selezione di porte (fino a 16 COM addirittura espandibili + Ethernet + USB + porte grafiche + input/output…) adatti all’uso negli ambienti più gravosi come quelli con temperatura operativa estesa oppure in presenza di vibrazioni o in ambiente EN50155 (ITA-1610/1710/1910/3630/5710/5730). Poi, qualora fosse necessario posizionare i controller nei cabinet 19”, è possibile usare gli ITA della famiglia 2000, che presenta anche la caratteristica di essere modulare e quindi presenta la possibilità di estendere il numero di porte oppure ridondare l’alimentazione. Le CPU disponibili coprono le più ampie esigenze, dall’Atom D525 al Core i7. Ovviamente, tutti questi modelli sono progettati per massimizzare l’affidabilità e i valori di Mtbf, che sono le richieste mandatorie dei system integrator che lavorano nel campo ITS. Infatti, un malfunzionamento di un dispositivo in un’applicazione ITS potrebbe causare gravi danni anche agli utenti dei servizi, con ripercussioni sulla reputazione delle aziende che hanno progettato i sistemi. Un’ultima importante riflessione riguarda la capacità di Advantech di affiancare ai controller anche altri dispositivi che, tutti assieme, vanno a costituire una soluzione hardware completa. Il produttore taiwanese è uno dei pochi player dell’automazione industriale a essere in posizione di vertice in campi così diversi, come controller, networking, HMI, I/O distribuito per citare solo alcuni campi. Un riferimento particolare va poi senz’altro alla divisione di networking industriale che, partendo dall’acquisizione, anni fa, di alcune aziende di riferimento del settore, è oggi uno dei primi dieci player mondiali del settore proponendo, fra l’altro, una selezione completa di switch industriali per applicazioni in ambito ITS. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Advantech - www.advantech.it ITA Controllers Intelligent Transportation Systems Total Solutions Delivery for Infrastructure and Railway Systems Advantech working in cooperation with its partners has long provided reliable system platform plus software solutions that pave the way for intelligent transportation in cities around the globe. With a decade of successful experience, Advantech has dedicated resources to researching and developing new products designed specifically for the transportation industry. These products ITA-1000 series, 2000 series, 3000 series, 5000 series - support Railway automatic fare collection, Wayside, Traffic management, Rolling stock and more. Our role is to help Intelligent transportation systems, wich also help us fulfilling our vision of creating and delivering Smart City technologies. ITA-1610 ITA-1710 ITA-1910 ITA-2210 ITA-2230 ITA-3630 ITA-5710 ITA-5730 Intel® Atom™ D525 Compact System with Dual GigaLAN and Dual Display Intel® Atom™ D525 AFC System with Dual GigaLAN, 10 COM ports and Dual Display Intel® Atom™ D525 AFC System with Dual GigaLAN, 16 COM ports and Expansion Slots Intel® Atom™ D525 2U Fanless Rackmount System with 3 ITAM Module Intel® Core™ i7 Fanless 2U Rackmount System with 3 ITAM Module Intel® 3rd Generation Core™ i Processor Fanless System for Road Surveillance Intel® Atom D525 Fanless Compact System with 3 x M12 GigaLAN, 2 x M12 USB and Dual Display Fully compliant with EN 50155 Intel® 3rd Generation Core™ i Processor Fanless System for railway applications www.advantech.com Advantech Headquarters Advantech Italian Branch No. 1, Alley 20, Lane 26, Rueiguang Road, Neihu Via Roma 74, 20060 Cassina de' Pecchi (MI) District, Taipei 114, Taiwan, R. O. C. Tel: +39 029544961 Tel: 886-2-2792-7818 Fax: +39 0295449650 Fax: 886-2-2794-7304 AO Engineering di Giuseppe Testa Progettare è più facile Per una progettazione sempre più efficiente, Lenze ha ideato una vasta gamma di moduli software. Ecco tutte le soluzioni dell’azienda ai problemi di engineering F are engineering in modo semplice è la grande conquista di Lenze, lo specialista di motion centric automation. Per una progettazione sempre più efficiente l’azienda ha ideato una vasta gamma di moduli software. Ricercare, dimensionare, configurare, parametrizzare e programmare diventa estremamente facile. In che modo? Ecco una panoramica dell’offerta Lenze in questo ambito. Con DSD (Drive Solution Designer) è possibile progettare nei minimi dettagli i sistemi di azionamento e persino determinare il fabbisogno energetico della connessione DC in applicazioni multiasse. I componenti di alimentazione si possono 80 quindi dimensionare di conseguenza, riducendo i consumi di energia e i relativi costi. La compatibilità con Windows 7 e Office 2010, l’ampliamento delle maschere tecnologiche e l’inserimento dei filtri per le tabelle di selezione rendono questo tool uno strumento all’avanguardia. Grazie a DSC (Drive Solution Catalogue) è possibile selezionare e configurare i prodotti Lenze e inviare la richiesta online. Un catalogo elettronico per la selezione, una facile combinazione grazie al tool di configurazione, informazioni approfondite e dati CAD per tutti i prodotti standard e documenti PDF scaricabili direttamente sono il plus del DSC Lenze. Scegliendo Engineer, l’azienda mette a disposizione un unico OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 software per tutti i dispositivi: dalla progettazione al funzionamento. Interfaccia utente orientata alla pratica, facile utilizzo grazie alle interfacce grafiche, utilizzabile in tutte le fasi del progetto (progettazione, messa in servizio e produzione), parametrizzazione e configurazione. Con PLC Designer 3 si ottimizza la programmazione dei processi e la messa in servizio dei PLC Lenze con sei editor, debugger, monitoraggio e molte altre funzioni. Consente la creazione di programmi personalizzati e la programammazione logic & motion secondo IEC 61131-3 (AWL, KOP, FUP, ST, AS e CFC editor), basata su Codesys V3. I blocchi funzione sono certificati secondo PLCopen Part 1 + 2 e l’editor grafico DIN 66025 (G-Code) permette l’importazione DXF. CAM editor e programmazione object-oriented. La visualizzazione è integrata per una semplice rappresentazione dei processi, è inoltre disponibile una panoramica di tutte le informazioni importanti durante la messa in servizio. plice diagnostica online, in modalità di lettura consente il rilevamento dei parametri attuali memorizzati in uno o più azionamenti in rete. Una procedura guidata aiuta l’utente a collegare il PC di manutenzione e a stabilire il percorso di comunicazione a singoli o multipli azionamenti. Grazie a Lenze Fast si risparmia più del 50% del tempo e buona parte dei costi dedicati alla progettazione del sistema. È possibile sviluppare il controllo modulare della macchina semplicemente aggiungendo i singoli moduli tramite il template applicativo corrispondente. Quest’ultimo fornisce strutture importanti come la gestione degli errori, il cambio dello stato della mac- Facile da utilizzare VisiWinNet è un software integrato e completo studiato per offrire una visualizzazione rapida ed efficiente ai costruttori di macchine e impianti. La soluzione di visualizza- Lenze propone una vasta gamma di moduli software per facilitare la programmazione zione VisiWinNet di Lenze dispone nella release 6.5 di un emulatore di Compact CE Run- china e un’interfaccia di comunicazione garantendo quindi time, che consente agli utenti di creare, testare e presentare una standardizzazione. I moduli software ottenuti grazie ai un’applicazione di visualizzazione anche senza hardware de- template applicativi possono essere combinati facilmente dicato. A tal fine è possibile stabilire una connessione di con- creando sistemi più semplici da comprendere e riutilizzabili figurazione via Ethernet con un controller reale o riprodurne senza problemi. le risposte tramite un elenco di variabili. Gli sviluppatori sono L’ultimo arrivato è Easy Explorer, la dimostrazione di come pertanto in grado di verificare l’interfunzionalità delle appli- i moduli software pre-configurati permettano ai costruttori cazioni di visualizzazione e di controllo prima della messa in di macchine di creare l’80% del software dell’applicazione funzione o, all’occorrenza, di utilizzare la macchina in moda- nel 20% del tempo. I tempi di progettazione possono essere lità simulazione. Un driver/browser Codesys modificato, con drasticamente ridotti utilizzando funzioni semplici e parainterfaccia migliorata, facilita il lavoro dell’utente. Un note- metrizzabili dalla gamma modulare e permette anche agli vole punto di forza del sistema è la completa integrazione in utenti con poca esperienza di creare in autonomia una prima soluzione di azionamento. Questa applicazione fornisce una Microsoft Visual Studio.net. Con Easy Starter, invece, Lenze ha puntato alla semplifica- veloce panoramica di alternative e i prodotti Lenze possono zione e all’accelerazione della parametrizzazione, della ma- essere utilizzati in una primissima fase di pianificazione della nutenzione e della diagnostica sul campo. Una gamma di macchina. Le alternative determinate possono poi essere trafunzioni selezionabili per i diversi casi applicativi aiutano a sferite su ulteriori software tool Lenze, per esempio per calcompletare più rapidamente la messa in servizio e a ridurre colare l’ottimizzazione del fabbisogno energetico utilizzando al minimo gli interventi sul campo. Già all’avvio, l’utente il Drive Solution Designer. ha la possibilità di scegliere tra diverse modalità operative. Lenze Italia – www.lenzeitalia.it Il tool può quindi essere configurato anche per una sem- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 81 AO CNC di Marco Battistotti Il controllo come vantaggio competitivo I sistemi CNC avanzati di NUM aiutano Bourn & Koch ad aumentarne la competitività sul mercato. Dopo aver eseguito un progetto di grande successo per migrare il controllo della potente dentatrice orizzontale a 7 assi verso la piattaforma Flexium CNC di NUM, la società sta ora implementando tale tecnologia di controllo su una sua gamma di macchine per la produzione di ingranaggi più lunghe. I clienti tipici sono produttori primari o subfornitori che realizzano trasmissioni meccaniche di potenza e sistemi per la difesa e per l’industria aerospaziale, per la ricerca di gas e petrolio, per miniere, equipaggiamenti per impieghi gravosi e industrie nel settore della generazione di energia. Bourn & Koch ha collaborato con NUM Corporation per oltre 25 anni e oggi usa i sistemi CNC di NUM in molte delle sue macchine per la formatura di ingranaggi, dentatrici e rettificatrici, come pure in vari altri B ourn & Koch, costrutBourn & Koch ha tore statunitense di implementato i CNC Flexium di NUM sulla macchine utensili, ha sua potente dentatrice scelto di utilizzare CNC orizzontale a 7 assi Flexium di NUM sulle 400H Serie II e intende dentatrici 25H - 400H Serie II, inistandardizzare questa ziando dalla 400H. La velocità e tecnologia di controllo la potenza di questa macchina sia sulle macchine è tale da poter rimpiazzare fino esistenti sia per nuovi a sette macchine di vecchia geprogetti nerazione per la produzione di ingranaggi, rendendola una scelta naturale in aziende che lavorano grandi componenti di precisione come ingranaggi a grappolo, ruote dentate, viti senza fine, alberi, chiavette e pignoni. Capace di accogliere pezzi da lavorare fino a 400 mm (16 pollici) di diametro, la dentatrice 400H ha una capacità di corsa assiale di 1.168 mm (46 pollici) ma può essere personalizzata per la produzione di parti anche 82 tipi di macchine ad asportazione di truciolo e per numerosi progetti di aggiornamento di CNC e di retrofit. Entrambe le società e i loro clienti hanno ottenuto benefici da questa collaborazione. Il software conversazionale sviluppato congiuntamente è stato citato da un alto numero di clienti di Bourn & Koch come un fattore importante nelle decisioni di acquisto delle loro macchine. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Le potenzialità del software L’HMI sulla dentatrice 400H permette l’uso completo delle potenzialità del software combinando un dialogo in stile conversazionale con una grafica potente, il che significa che all’operatore non serve usare né conoscere il linguaggio ISO: per produrre un pezzo, l’operatore introduce semplicemente le informazioni di impostazione della macchina come le velocità di taglio, le geometrie dei pezzi in lavorazione e degli utensili tramite un semplice menu con spazi da riem- plicazione. Questo controllo addizionale e la flessibilità di personalizzazione degli HMI ha permesso a Bourn & Koch di migliorare vari aspetti del funzionamento delle dentatrici. Da quando sull’ultima dentatrice 400H Series II è stato installato il CNC di NUM, l’intera macchina risulta basata sulla tecnologia di controllo assi NUM, con la sola eccezione del motore mandrino del pezzo in lavorazione (asse C) che è costituito da un’unità speciale ad azionamento diretto raffreddata a liquido capace di erogare 560 Nm di coppia a 110 rpm. Oltre al Flexium 68 NCK (Numerical Control Kernel), che è il più potente modello della produzione NUM, capace di controllare fino a 32 assi interpolati o mandrini, e il suo PLC associato, NUM ha fornito tutti gli I/O, i drive e i servomotori utilizzati sulla macchina. “Abbiamo ricevuto supporto tecnico da NUM Corporation” sostiene Tim Helle “che ci ha assistito nell’operazione di transizione dal sistema CNC Axium a Flexium e abbiamo già iniziato a usare questa piattaforma su tutta la nostra gamma di dentatrici e intendiamo offrire la tecnologia Flexium CNC di NUM su tutte le nostre nuove macchine dentatrici”. Nello specifico Tutti i sette assi della dentatrice, compreso il motore mandrino del pezzo in lavorazione, sono controllati da un CNC Flexium 68 e da servodrive NUMDrive C. Gli assi radiali (X) e assiali (Z), gli assi per lo spostamento pire, mentre le immagini grafiche offrono visioni chiare e senza ambiguità del progettista e dell’ingranaggio risultante. Tutti i calcoli coinvolti nella creazione del programma di controllo della macchina per un certo particolare sono gestiti in modo completamente automatico. Tim Helle, presidente di Bourn & Koch, spiega: “Noi offriamo ai clienti una scelta di CNC (NUM è lo standard sulla maggior parte delle nostre dentatrici) e abbiamo scelto la politica di usare l’ultima tecnologia per massimizzare le prestazioni e l’economicità delle nostre macchine. Questo approccio determina anche un funzio- Tutti i sette assi della dentatrice 400H Serie II, compreso il motore mandrino namento progressivamente più semplice del pezzo in lavorazione da 560 Nm sono controllati da servodrive NUMDrive C della macchina, diminuisce la necessità e da un sistema Flexium 68 CNC di partecipare a corsi di istruzione, si possono facilmente reperire i ricambi, e tutto questo contribui- del creatore (Y), per l’inclinazione del creatore (A) e per la sce ad aumentare il tempo di disponibilità della macchina e contropunta (W), sono tutti programmabili e sono azionati a ridurre i costi per il supporto ai clienti”. Migrando verso il da servomotori NUM BPH a inerzia media. La forza applicata CNC Flexium di NUM si hanno anche vantaggi tecnici: una dal servomotore della contropunta può essere cambiata al gestione più veloce del processo di bloccaggio da parte del volo durante il ciclo macchina, per compensare i cambiasistema e tempi più stretti di aggiornamento dell’anello of- menti della massa del pezzo e per prevenire l’introduzione frono l’opportunità di ridurre il tempo di ciclo macchina e di qualsiasi errore di avanzamento. Il mandrino del creatore di aumentare ulteriormente la precisione. Flexium possiede (asse B) è azionato da un motore asincrono NUM AMS dotato anche più memoria NC a bordo, una più ampia e unificata di un encoder multigiro ad alta risoluzione, controllato da un raccolta di strumenti per lo sviluppo del software PLC e una servodrive NUMDrive C; un altro modulo NUMDrive C controlla maggiore libertà per gli OEM di creare HMI specifici per l’ap- il motore ad azionamento diretto del mandrino per il pezzo OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 83 AO CNC Capace di accogliere pezzi da lavorare fino a 400 mm di diametro, la 400H ha una capacità di corsa assiale di 1.168 mm come standard e può essere personalizzata per la produzione di parti anche più lunghe in lavorazione. Per semplicità e facilità di funzionamento, la dentatrice 400H è equipaggiata con un pannello operatore con tastiera NUM FS152i, montato sul lato esterno frontale della macchina mediante un braccio oscillante ergonomico. Il pannello combina uno schermo sensitivo touch da 15 pollici con un PC industriale integrato sul quale è installato un sistema operativo Windows Embedded, equipaggiato con un disco a stato solido e un processore dualcore per fornire un HMI veloce e responsivo. Molte funzioni della macchina, come il jog positivo o negativo e gli override degli assi selezionati, insieme allo stop di emergenza possono essere controllati da remoto usando un volantino portatile collegato via cavo. La macchina utilizza tutte le potenzialità del cambio elettronico a quattro assi della nota soluzione per dentatrici di NUM, NUMgear, per aiutare una produzione veloce di parti complesse di ingranaggi. Unitamente alle funzioni integrate di sincronizzazione ad alta velocità, permette agli assi radiale, assiale e all’asse di spostamento del creatore di essere agganciati al mandrino del pezzo in lavorazione. L’uso del cambio elettronico è completamente automatico; l’operatore della macchina deve solamente introdurre i dati basilari per la produzione degli ingranaggi, come il numero di denti, il numero di principi dell’utensile, il modulo dell’ingranaggio (la 400H può gestire ingranaggi con modulo fino a 6.4), e l’angolo dell’elica per definire e attivare una funzione specifica del 84 cambio elettronico. È stata posta una particolare attenzione alla gestione dell’usura degli utensili. Il software controlla costantemente le condizioni dei creatori e impiega una sequenza pre-programmata per lo spostamento tangenziale degli stessi, in modo da assicurare che sia sempre presente un effi ciente tagliente durante la lavorazione dell’ingranaggio. L’intero processo è automatico e può sempre essere richiamato durante il ciclo macchina; l’operatore viene avvisato ogniqualvolta è necessario controllare o sostituire il creatore. I creatori non danneggiati possono essere riaffilati o ricoperti molte volte prima di risultare inutilizzabili, e questo aiuta a mantenere i costi degli utensili al minimo. La sincronizzazione della testa del creatore viene mantenuta durante il processo di shifting per minimizzare i tempi di sgancio e riaggancio e prevenire danneggiamenti al creatore o al pezzo in lavorazione. Bourn & Koch usa anche la funzione del software di allineamento automatico senza contatto dell’ingranaggio per migliorare la produttività della 400H, permettendo a un pezzo in lavorazione che ha già i denti di essere automaticamente sincronizzato con i taglienti del creatore. Tale funzione viene impiegata principalmente per ingranaggi che devono essere rilavorati o per una difficile ridentatura (o skiving) di ingranaggi elicoidali o cilindrici dopo un trattamento termico per ridurre gli errori di distorsione. Come puntualizza Steven Schilling, general manager di NUM Corporation, di Naperville nell’Illinois, “Bourn & Koch è uno dei più importanti clienti e un partner importante. Ha un grande parco clienti che usa macchine equipaggiate con sistemi CNC di NUM, molti dei quali considera la facilità di funzionamento un elemento di differenziazione delle macchine utensili. La decisione dell’azienda di adottare Flexium come piattaforma CNC per tutte le sue offerte basate su NUM è un notevole riconoscimento, sia tecnico sia commerciale.” OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 NUM - www.num.com Bourn & Koch - www.bourn-koch.com AO Progettazione 3D di Dario Amadori Un progetto che ci ‘sta a cuore’ Il modello di cuore umano completo è stato realizzato con una simulazione realistica in 3D S econdo uno studio recente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2008 si sono registrati 17,3 milioni di decessi per malattie cardiovascolari, pari al 30% di tutti i decessi nel mondo. Il rapporto intitolato Forecasting the Future of Cardiovascular Disease in the United States della American Heart Association calcola che la spesa medica totale direttamente legata alle malattie cardiovascolari ammonterà a 818,1 miliardi di 86 Con il ‘Living Heart Project’ medici e ingegneri hanno lavorato insieme per ridefinire lo studio delle malattie cardiache e delle terapie personalizzate utilizzando le soluzioni 3D di Dassault Systèmes dollari nei prossimi tre decenni. Da queste considerazioni nasce il ‘Living Heart Project’, che ha portato alla messa a punto del primo modello di cuore umano completo realizzato con una simulazione realistica in 3D. Sviluppato da un team di esperti cardiologi, unitamente a ingegneri specializzati in materia, utilizzando le soluzioni di Dassault Systèmes, azienda nota a livello mondiale per i suoi software di progettazione 3D, simulazione avanzata, realtà virtuale e gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM), il progetto contribuirà alla lotta contro le malattie cardiovascolari e aprirà nuove vie alla diagnosi, alla cura e alla prevenzione delle malattie cardiache, grazie a modelli virtuali 3D personalizzati. Un modello per applicazioni concrete Il fulcro del ‘Living Heart Project’ è stata la realizzazione di un modello di cuore in 3D sviluppato impiegando gli applicativi di simulazione realistica della piattaforma 3DExperience di DS. Gli esperti della multinazionale francese hanno sfruttato le tecnologie di simulazione più avanzate offerte dagli applicativi Simulia per realizzare un modello completo del cuore umano in tre dimensioni, riproducendo nel modo più vivo e realistico possibile il funzionamento e il comportamento elettrico e meccanico del cuore. Finora la mancanza di mo- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 ropatia presso il Rady Children’s della città californiana. “Questo vale sia per i pazienti affetti da malattie cardiache congenite, che nell’arco della loro vita devono necessariamente sottoporsi a diversi interventi, sia per quella grossa fetta di popolazione che soffre di infarti, collassi, aritmie e altre anomalie strutturali. Questa tecnologia è un enorme progresso e sarà uno strumento fondamentale per convertire le nostre conoscenze sulla funzione cardiaca in applicazioni pratiche a beneficio della salute e della sicurezza personale”. Il ruolo della simulazione Attorno al progetto si sono riunite le menti più brillanti della modellazione e della simulazione cardiovascolare, chiamate a risolvere le sfide più difficili con le funzionalità avanzate degli applicativi Simulia per la simulazione di comportamenti non-lineari complessi, con l’obiettivo di ottenere i risultati più realistici e affidabili possibili. “Dassault Systèmes è stata coinvolta in moltissimi progetti di simulazione nel corso degli anni, dalla progettazione di automobili concepite per prevenire lesioni gravi, agli studi sui danni cerebrali causati da forti impatti negli sport di contatto. Grazie alla collaborazione fra esperti di diversi settori, il ‘Living Heart Project’ produrrà effetti e risultati a lungo termine” ha sottolineato Scott Berkey, CEO Simulia Dassault Systèmes. “Forte del contributo di ricercatori specializzati, medici ed enti normativi, questo progetto è un altro esempio Costruttori di apparecchiature ed enti normativi possono accedere a modelli computerizzati in 3D per realizzare prodotti e servizi di come la piattaforma 3DExperience possa contribuire a migliorare i prodotti, la natura delli realistici ha limitato la capacità dei ricercatori di preve- e la vita umana”. La simulazione realistica del cuore umano dere il comportamento del cuore negli esseri umani. ‘Living non solo diventerà uno strumento prezioso di formazione Heart Project’ ha raccolto attorno a sé un gruppo eterogeneo e ricerca innovativa, ma potrebbe contribuire anche ad acdi ricercatori, medici, costruttori di apparecchiature biome- corciare i cicli di approvazione normativa, a ridurre i costi di dicali ed enti normativi, che potranno accedere a modelli sviluppo di apparecchiature medicali nuove e più personacomputerizzati in 3D per accelerare il passaggio dalla fase di lizzate e, in ultima analisi, ad anticipare le diagnosi e miglioricerca e innovazione alla realizzazione di prodotti e servizi rare l’efficacia delle cure. “Living Heart Project è un esempio eccellente del valore della simulazione realistica e dell’imper il mercato. Utilizzando le immagini raccolte mediante ecocardiogrammi, patto potenziale che questa tecnologia può avere sulla cura risonanze magnetiche e TAC, oltre a un ricco patrimonio di della salute” ha commentato Bill Murray, presidente e CEO dati su studi cardiaci, le simulazioni personalizzate del cuore Medical Device Innovation Consortium. “Il nostro consorzio, aiuteranno presto i medici a comprendere meglio il com- un ente pubblico-privato, in collaborazione con la FDA, è portamento del cuore di ciascun paziente, senza procedure fiero di partecipare a questi progetti innovativi. ‘Living Heart diagnostiche invasive. “Stiamo entrando in una nuova era Project’ dimostra come questo tipo di collaborazioni possa grazie alla capacità di simulare la risposta del cuore di ogni favorire l’avanzamento della scienza normativa nel settore singolo paziente a diversi trattamenti e interventi, rispar- delle apparecchiature medicali e agevolare l’accesso del pamiando a molte persone l’incertezza dell’esito procedurale” ziente a tecnologie medicali di punta”. ha affermato James C. Perry, professore di pediatria all’UniDassault Systèmes - www.3ds.com versità di San Diego e primario di elettrofisiologia e corona- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 87 AO Termocamere di Ruud Heijsman Evitare il pericolo Al fine di monitorare la temperatura del carbone e rilevarne l’eventuale autocombustione tempestivamente, l’olandese OBA utilizza termocamere Flir garantendo così la sicurezza del terminal di stoccaggio e movimentazione del carbone O BA è una delle principali società di gestione di terminal sulla terraferma nella regione ARA (Amsterdam, Rotterdam, Anversa). L’azienda opera in due differenti siti nel porto di Amsterdam dove circolano varie materie prime, compreso il carbone, le merci agricole, i minerali e prodotti biomassa. Grazie alle ottime infrastrutture sia ferroviarie sia marittime OBA offre collegamenti, attraverso il Mare del Nord e l’entroterra olandese, con differenti mezzi tra cui le navi, le chiatte, i treni e i camion. Quando si guida fino al terminal OBA lungo l’area portuale occidentale di Amsterdam, gli enormi carichi di carbone offrono un panorama impressionante. Lo stoccaggio e la movimentazione del carbone, con le spedizioni continue, giorno e notte, di carbone verso la Germania, il Nord‐Est della Francia, il Regno Unito e i Paesi Bassi, corrisponde a circa l’80% delle attività di OBA. Per OBA, il carbone è quindi un bene molto prezioso che deve essere salvaguardato 24 ore su 24 ogni giorno della settimana. La ragione principale di questa necessità di controllo è il rischio di autocombustione che è una preoccupazione diffusa nei depositi di carbone. Il carbone può infatti, quando esposto all’ossigeno che lo induce a reagire e riscaldarsi, accendersi spontaneamente. “L’autocombustione 88 OBA ha investito nell’acquisto di termocamere Flir Systems per essere sicura che tutto il carbone che lascia il sito abbia una temperatura che gli permetta di essere trasportato in tutta sicurezza del carbone è qualcosa di cui dobbiamo tener conto in ogni momento” afferma Dick Meijer, planner in OBA. “Per prevenirla dobbiamo implementare misure appropriate. Ovvero inviamo un escavatore o una pala gommata a scavare e distribuire i carboni nella zona sospetta. Abbiamo apparecchiature apposite per contrastare la combustione che ci permettono di compattare il territorio e di rilasciare l’ossigeno dalla pila di carbone”. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Il carbone è un bene molto prezioso che deve essere salvaguardato 24 ore su 24 ogni giorno della settimana Ogni termocamera è posizionata su una torre da cui si gode una visuale perfetta sui vari nastri trasportatori Elevata reattività Inutile dire che per OBA la velocità di risposta è della massima peratura di un carico di carbone, prima, durante e subito dopo importanza. Non solo perché la combustione del carbone il processo di caricamento, sia inferiore a 60 °C. “Pertanto, ogni può portare elevati costi derivanti dalla perdita di energia carico di carbone che lascia questo terminal per la Germania e di quantitativi, ma anche per le implicazioni di sicurezza e deve essere accompagnato da un certificato di controllo della ambientali che può avere. “Al fine di ridurre al minimo i costi, temperatura valido e la termografia ci permette di soddisfare per quanto possibile, stavamo cercando un modo per moni- queste esigenze più facilmente” spiega Dick Meijer. “Eravamo torare la temperatura del nostro carbone stoccato prima del abituati a coinvolgere professionisti esterni per effettuare le caricamento sulle chiatte” commenta Dick Meijer. “La termo- misurazioni e questo comportava un costo aggiuntivo per il grafia si è rivelata la tecnologia perfetta per farlo. Stavamo già cliente finale. Ora possiamo effettuare noi i rilievi, e non solo effettuando ispezioni settimanali tramite un’agenzia esterna, in un momento specifico, bensì costantemente 24 ore su 24, 7 ma nel 2013, abbiamo anche investito nell’acquisto di termocamere Flir Systems, per essere sicuri che tutto il carbone che lascia il nostro sito abbia una temperatura che gli permetta di essere trasportato in tutta sicurezza. Il grande vantaggio dell’imaging termico, rispetto ad altre tecnologie che abbiamo preso in considerazione, è che le termocamere sono in grado di monitorare intere aree delle cataste di carbone e non solo singoli punti. Quando i carboni sono sul nastro trasportatore, le termocamere permettono inoltre di misurare le temperature di tutta la massa di carbone e non solo di quello in superficie. Grazie a questi strumenti, possiamo vedere per Gli operatori utilizzano un sistema software proprietario che offre codici colore tempo se qualcosa va storto e intuitivi per comunicare in tempo reale lo stato dei carichi di carbone adottare immediatamente gli opportuni accorgimenti”. giorni su 7. Ora possiamo offrire, con una certificazione valida, un servizio in più ai nostri clienti”. Certificato di monitoraggio della temperatura Set‐up della termocamera Alcuni paesi europei impongono anche requisiti supplementari per il trasporto del carbone. In un accordo multilaterale tra i vari paesi dell’UE, è stato definito indispensabile che la tem- Il terminale OBA è ora dotato di tre potenti termocamere Flir A310f. Ogni termocamera è posizionata su una torre da cui si gode una visuale perfetta sui vari nastri trasportatori che con- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 89 AO Termocamere Le immagini termiche vengono inviate tramite un indirizzo IP a una camera centrale di controllo dove vengono costantemente monitorate OBA opera in due differenti siti nel porto di Amsterdam dove circolano varie materie prime ducono il carbone alle chiatte. In questo modo il carbone con temperature troppo elevate può essere rilevato tempestivamente. Posizionando le termocamere il più vicino possibile alle chiatte, OBA può visualizzare l’intero tratto del nastro trasportatore (fino a 900 m) e monitorare le temperature del carbone fino all’ultimo secondo prima di essere caricato sulle chiatte. In questo modo, una chiatta non riceve mai carboni con una temperatura troppo elevata. Le immagini termiche vengono inviate tramite un indirizzo IP a una camera centrale di controllo dove vengono costantemente monitorate. Gli operatori utilizzano un sistema software proprietario che offre codici colore intuitivi per comunicare in tempo reale lo stato dei carichi di carbone. Un codice colore verde significa che tutti i carboni sono al di sotto della temperatura di pericolo e che non vi è alcun rischio di autocombustione. Giallo significa che la temperatura sta aumentando. In pratica, significa che le temperature sono comprese tra 40 °C e 50 °C. In questo caso OBA prende già alcune misure di prevenzione come scavare e spargere le braci. Codice rosso significa invece che le temperature sono superiori ai 55 °C. In questa situazione potrebbe essere necessario bloccare il nastro trasportatore per evitare che i carboni con temperature eccessive vengano caricati sui barconi. Misurazioni in condizioni difficili Per questo progetto, OBA ha scelto Flir A310f, una termocamera ad alta sensibilità e ad elevata velocità disponibile in una versione con custodia ambientale. Per effetto di questa custodia le specifiche ambientali della termocamera raggiungono il 90 grado di protezione IP66, senza tuttavia inficiare alcuna funzionalità della macchina. “Dopo una consultazione approfondita e numerosi test effettuati con Rato, distributore autorizzato Flir, abbiamo deciso di scegliere Flir A310f perché ci ha dato risultati molto precisi e affidabili” spiega Dick Meijer. “Per esempio, la neve che cade sulla pila di carbone può generare vapore ma una termocamera è in grado di fornire misurazioni di temperatura affidabili indipendentemente da questo fenomeno”. Rapide letture della temperatura effettuate sul posto I carboni non vengono monitorati solo sul nastro trasportatore prima di essere caricati sulla chiatta, anche le grandi cataste di carbone devono essere controllate almeno una volta alla settimana. A tale scopo, OBA combina l’uso di una sonda di temperatura, metodo tradizionale per misurare le temperature, e di una termocamera portatile Flir E6. La grande differenza tra le due tecnologie è che la sonda misurerà la temperatura in un solo punto mentre la termocamera fornirà le misurazioni per una zona più ampia. Flir E6 è una soluzione intuitiva e maneggevole che può essere utilizzata dai nostri operatori quando qualcosa va storto” afferma Dick Meijer. “Quando nella sala di controllo riceviamo un codice giallo, ci rechiamo immediatamente sul posto e utilizziamo la Flir E6 per vedere con i nostri occhi cosa sta succedendo. La termocamera è molto potente e molto facile da maneggiare anche indossando i guanti”. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Flir Systems - www.flir.com & Gllili uomini Gli mini i i che h ffanno fann fa lle iimpres imp imprese impr STRATEGIE ƕ MACROECONOMIA ƕ NUOVI MERCATI ƕ INTERNAZIONALIZZAZIONE ƕ FINANZA ƕ FORMAZIONE ƕ INNOVAZIONE La rivista per il management AO Logistica di Stefano Saporito Come stoccare cilindri? ... la risposta è di Ferretto Group: un sistema automatizzato L a stampa rotocalco è un procedimento che permette di stampare grandi tirature con elevate velocità mantenendo un’ottima qualità finale. Questo procedimento è ad oggi molto utilizzato nella stampa degli imballi di tantissimi prodotti, soprattutto alimentari, quali incarti, buste, blister ecc. Questo tipo di processo avviene facendo passare il supporto da stampare (carta o film plastico) attraverso varie stazioni, ad ognuna di queste stazioni corrisponde un colore che viene impresso sul supporto componendo così una parte del disegno. Per fare questo vi sono dei cilindri in acciaio ramato e poi cromato, sui quali sono incise le immagini da riprodurre, che raccolgono l’inchiostro e lo stampano sul supporto. Un gruppo di cilindri che serve per realizzare un determinato lavoro di stampa è detto famiglia, di solito una famiglia è composta dai cinque ai nove cilindri, che normalmente hanno un’altezza di 1.100 mm – 1.340 mm (misura che in gergo viene detta tavola), e un diametro che è funzione delle dimensioni di ciò che si va a stampare e che varia abitualmente dai 100 mm ai 300 mm (nell’ambiente della stampa non si fa riferimento al diametro, ma alla circonferenza che viene detta sviluppo). Il peso di questi oggetti è variabile e dipende dal diametro che hanno e può andare dai 40 kg ai 200 kg. Tutti i vantaggi Un problema molto sentito in questo ambito industriale è la gestione e lo stoccaggio di questi cilindri. Si tratta di oggetti pesanti, poco maneggevoli e che richiedono di essere trattati con la massima delicatezza: una rigatura sulla superficie o un deposito di sporco comprometterebbero la qualità della stampa. Per venire incontro a questa esigenza Ferretto Group ha studiato e realizzato un innovativo sistema di stoccaggio automatico che supera i sistemi proposti dalla concorrenza. Il sistema Ferretto Group non stocca il singolo cilindro, ma tutta la famiglia insieme, inoltre non necessita dell’albero di servizio, ma è in grado di stoccare i cilindri senza strutture aggiuntive. Stoccare tutta la famiglia insieme permette al sistema di essere molto più veloce nelle fasi di prelievo e deposito, essendo in grado di movimentare fino a 10 cilindri contemporaneamente. Il sistema è comunque in grado di movimentare anche un numero inferiore di cilindri e anche al limite un solo cilindro. Questo è molto utile quando sia ne- 92 cessario fare un controllo di qualità su un determinato cilindro (per esempio perché si sono notati dei difetti in stampa). Il sistema di stoccaggio progettato da Ferretto Group ha anche il vantaggio di ottenere un’alta densità di stoccaggio e contenere decine di migliaia di cilindri in volumi relativamente modesti. Poiché lo stoccaggio viene affidato a un apposito trasloelevatore è possibile realizzare magazzini a sviluppo verticale ottimizzando pertanto l’area in pianta. Al magazzino automatico vengono poi collegate delle speciali baie sulle quali vengono preparati i cilindri dei lavori da mandare in stampa e vengono ricevuti i cilindri dei lavori terminati per rimetterli a magazzino. Queste baie possono essere dotate di postazioni di controllo e lavaggio. Il controllo viene eseguito prima di mandare i cilindri in stampa per verificare che non abbiano difetti che possano pregiudicare la stampa, mentre il lavaggio viene eseguito dopo le fasi di stampa in modo da stoccare in magazzino cilindri perfettamente puliti. Nel caso le macchine da stampa siano dotate di sistema automatico di caricamento dei cilindri è possibile interfacciarle direttamente con il magazzino automatico, evitando movimentazioni manuali dei cilindri. Possono essere previste apposite stazioni sempre collegate con il magazzino automatico per i test dei cilindri sui tiraprove. È inoltre possibile collegare il magazzino automatico con le linee di fotoincisione così da raggiungere un’automazione completa di tutto il ciclo di vita dei cilindri da stampa. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Ferretto Group - www.ferrettogroup.com AO Motori di Marek Lukaszczyk Fonte: www.morguefile.com Acqua di qualità con il progetto Water-link Nell’ambito del progetto Water-link, Tmvw realizzerà a Buggenhout, in Belgio, una nuova condotta idrica per il trasporto di acqua potabile: i sei motori ad alta efficienza WEG W22 integrati nelle pompe fornite da KSB sono un elemento critico dell’impianto A ntwerp Water Works (AWW), azienda che produce acqua potabile, ha iniziato a cooperare con la società idrica Tmvw sul progetto Water-link, che prevede l’erogazione in Belgio di circa 190 milioni di m3 di acqua l’anno a oltre 700.000 utenti, nel 2010. AWW ha un elevato numero di clienti industriali, presso i quali Tmvw dispone di una rete di distribuzione su larga scala con considerevole esperienza nel settore delle reti fognarie. Insieme, stanno fornendo acqua di ottima qualità a tutto il Belgio settentrionale. Per migliorare la fornitura di acqua AWW ha deciso di investire nel proprio centro di produzione di Walem. La prima fase, avviata nel settembre 2012 e completata nel settembre 2013, è consistita nella costruzione di una nuova stazione di pompaggio, progettata per aumentare la portata da Walem a Tmvw raggiungendo una capacità di picco giornaliera di 165.000 m3. Per raggiungere questo obiettivo, la stazione ha richiesto l’aggiunta di sei nuove pompe. Pompe e motori allo stato dell’arte La fornitura di tutto l’equipaggiamento necessario per il progetto è stata affidata a KSB, che ha scelto di utilizzare le pompe per l’acqua potabile Omega, inclusi i motori. In particolare, le pompe, di grandi dimensioni, possono raggiungere facilmente una capacità di 6.815 m3 e ciascuna di esse è dotata di un motore da 315 kW di potenza. “Il prezzo ha ovviamente giocato un ruolo fondamentale nell’acquisizione dell’ordine, ma il cliente ha anche preso accuratamente in considerazione i costi a lungo termine e le prestazioni” sottolinea Jan Van Laer, coinvolto nel progetto per conto di KSB. “Per questo ci è stato chiesto di scegliere motori efficienti dal punto di vista energetico IE3 piuttosto che motori standard”. KSB ha effettuato una ricerca di mercato per soddisfare i requisiti imposti da Water-link e ha scelto i motori WEG W22 per la loro alta efficienza e l’elevata affidabilità delle prestazioni in esercizio. WEG è un’azienda proiettata verso il fu- turo, che offre un’ampia gamma di prodotti. “Inoltre, è importante poter controllare la frequenza del motore. Abbiamo già lavorato in precedenza con WEG e siamo rimasti soddisfatti delle prestazioni delle loro apparecchiature. In passato, siamo stati coinvolti principalmente in progetti industriali e questa è la prima volta che abbiamo unito le forze per un progetto nel campo dell’acqua potabile. Siamo rimasti impressionati dalle prestazioni e dalla flessibilità della fornitura” prosegue Van Laer. Le norme in vigore dal giugno 2011 stabiliscono che i motori elettrici standard di potenza compresa tra 0,75 e 375 kW debbano rispettare livelli di efficienza più elevati (IE2) e che, a partire dal 1° gennaio 2015, debbano soddisfare lo standard IE3. Tuttavia, WEG dispone già di una gamma di prodotti con motori a induzione a gabbia di scoiattolo standard, che soddisfano gli standard IE4 non ancora applicati. Per il progetto KSB ha selezionato le pompe per acqua potabile Omega: “Le pompe centrifughe monostadio longitudinali garantiscono elevati livelli di prestazione nel trasporto dell’acqua” continua Van Laer. “Sono caratterizzate da elevata versatilità e presentano accorgimenti per ottenere risparmi energetici; rappresentano la soluzione ideale per il pompaggio di acqua pulita, non purificata, acque reflue e acqua di mare. Questa pompa presenta inoltre una bassa resistenza, con conseguente riduzione dell’assorbimento di energia e dei costi durante il ciclo di vita del prodotto”. I componenti, adeguatamente sovradimensionati, e la costanza delle prestazioni garantiscono un funzionamento duraturo e di qualità, mentre il design, che prevede una manutenzione ridotta, garantisce periodi di inutilizzo ridotti al minimo. I grafici ottimizzati CFD garantiscono elevati livelli di prestazione e valori di prevalenza positiva all’aspirazione decisamente favorevoli. La seconda fase del progetto Una seconda fase del progetto prevede la realizzazione a Walem di una nuova unità di produzione avente una capacità giornaliera di 150.000 m3. Il nuovo processo di produzione sostituisce la condotta originale e comprende flottazione, filtrazione a doppio strato, filtrazione mediante carboni attivi seguite da sterilizzazione UV; questo consentirà ad AWW di disporre di una capacità produttiva sufficiente per fornire ai suoi partner acqua di ottima qualità. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 WEG - www.weg.net/it - KSB - www.ksb.com 93 AO Controllo energetico di Carolina Veloso Da interruttore a power manager La divisione ABB Sace propone una nuova generazione di interruttori aperti: Sace Emax P iù di settant’anni di ricerca ed esperienza sul campo hanno permesso ad ABB Sace di creare un nuovo punto di riferimento per gli interruttori aperti: Emax 2 soddisfa e supera gli standard prestazionali e funzionali richiesti a un interruttore aperto e ne rappresenta l’evoluzione ad autentico ‘power manager’. Gli interruttori Sace Emax 2 e la relativa gamma di sganciatori Ekip con i suoi accessori costituiscono una perfetta combinazione di controllo, connettività, prestazioni, facilità di utilizzo e sicurezza, per soddisfare efficacemente qualsiasi esigenza applicativa. Un ‘power controller’, brevettato ABB, monitora e controlla la potenza assorbita per ridurre i costi di gestione; capacità di comunicazione dirette ed estese semplificano l’integrazione nella rete ed eliminano la necessità di componenti d’interfaccia costosi e complicati; l’organizzazione ottimale delle taglie e il design accurato consentono la realizzazione di quadri con prestazioni elevate e allo stesso tempo una riduzione in termini sia di materiali sia di spazio occupato. I terminali sono orientabili in modo da eliminare la necessità di piegare ed estendere le sbarre per un’installazione rapida e facile; gli ampi display touchscreen a colori consentono una navigazione semplice e immediata e garantiscono facilità e rapidità di accesso alle informazioni e nell’impostazione dei parametri di regolazione. Infine, è disponibile una vasta gamma di accessori progettati per semplificare l’utilizzo e l’installazione e aumentare la sicurezza. La funzione Ekip Power Controller degli interruttori Sace Emax 2 utilizza un algoritmo brevettato che consente di determinare la potenza media assorbita in un periodo di tempo definito e, quindi, di controllare un elenco di utenze al fine di mantenere i consumi al di sotto del massimo limite di potenza specificato dall’utente. L’eliminazione di misure su base istantanea e la capacità di sincronizzazione con i dispositivi di misura dell’ente distributore creano una condizione di efficienza che rende possibili notevoli risparmi sui costi fatturati in bolletta, senza bisogno di ulteriori sistemi di controllo. Ekip Link e il pannello operatore Ekip Control Panel garantiscono poi il controllo centralizzato degli interruttori e delle Gli ampi display touchscreen a colori consentono una navigazione semplice e immediata relative funzioni sia dal quadro che da remoto. Non richiedono alcuna programmazione e sono disponibili con il modello base dello sganciatore di Emax 2: costituiscono un modo economico e vantaggioso di accrescere le possibilità di monitoraggio in un piccolo impianto e di semplificare la supervisione e la manutenzione in loco nel caso di impianti più grandi. A richiesta, sugli interruttori Sace Emax 2 è disponibile la funzione ‘network analyzer’, in grado di controllare in tempo reale e con precisione la qualità dell’energia, in conformità con le norme CEI EN 50160 e IEC 61000-4-30. Di conseguenza, è possibile identificare le cause di un aumento di perdita di potenza o una riduzione della vita elettrica di cavi e condensatori senza installare altre strumentazioni esterne. È anche possibile prevenire i malfunzionamenti e aumentare l’efficienza delle installazioni e la vita elettrica delle apparecchiature. Il modulo Ekip Synchrocheck rende invece possibile il controllo del sincronismo per la messa in parallelo di due linee prima che l’interruttore sia abilitato a chiudere, senza bisogno di acquistare e installare sistemi di controllo indipendenti. Gli Sace Emax 2 è disponibile in quattro taglie: • E1.2, 1.600 A con Icu fino a 66 kA a 440 V e Icw fino a 50 kA per 1 s in 210 mm di larghezza; • E2.2, 2.500 A con Icu fino a 100 kA a 440 V e Icw fino a 85 kA per 1 s in 276 mm di larghezza; • E4.2, 4.000 A con Icu fino a 150 kA a 440 V e Icw fino a 100 kA per 1 s in 384 mm di larghezza; • E6.2, 6.300 A con Icu fino a 200 kA a 440 V e Icw fino a 120 kA per 1 s in 762 mm di larghezza. 94 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 sganciatori Ekip Touch e Ekip Hi-Touch sono disponibili anche generazione centralizzata non è tale da soddisfare tutto il fabbisoin versione generatori. Offrono tutte le funzioni dedicate alla gno di energia, i piccoli impianti idroelettrici costituiscono spesso protezione generatori senza bisogno di relè e dispositivi esterni, l’unica soluzione per l’elettrificazione di aree remote. Esempi di cablaggi e controlli. Tutti gli interruttori Sace Emax 2 possono questo tipo di impianti sono comuni in Asia (Nepal, Malesia, Pakiessere equipaggiati in qualsiasi momento con moduli multipli stan, Bhutan ecc.) e Africa (Zambia, Sud Africa ecc.). Per un tipico impianto da 1 MVA il punto di condi comunicazione del tipo a cartucnessione con la rete pubblica naziocia, che consentono l’integrazione nale è molto probabilmente in media diretta degli interruttori nei sistemi di tensione. In questi casi l’interruttore automazione e gestione dell’energia Sace Emax 2 con sganciatore di proattraverso i sette protocolli globali più tezione Ekip G presenta una funzione diffusi, incluso lo standard di comunidedicata per proteggere il generatore cazione IEC 61850 per la creazione di di bassa tensione. Ekip G è in grado di reti intelligenti (smart grid). L’accesso offrire la protezione integrata contro a tutte le funzioni avviene via Interla perdita di eccitazione. La perdita net, in sicurezza, grazie al sistema di di eccitazione in un generatore sinsupervisione quadri Ekip Link. Inolcrono deriva generalmente da guasti tre, il modulo Ekip Supply può essere ai circuiti di eccitazione o di campo. Si collegato a qualsiasi tensione in corÈ possibile controllare le utenze al fine di ha quindi l’annullamento della forza rente alternata o continua, per fornire mantenere i consumi al di sotto del massimo elettromotrice nel generatore con la dall’interno l’alimentazione ausiliaria limite di potenza specificato conseguente riduzione della potenza agli sganciatori e ai moduli connessi reattiva erogata. La macchina cominalla morsettiera. Il modulo Ekip Fan cia quindi a funzionare da generatore monitora in modo continuo la tempeasincrono, assorbendo potenza reatratura interna alla parte fissa e attiva tiva dalla rete. La nuova condizione le ventole di raffreddamento quando di funzionamento, con circolazione di necessario. Ciò garantisce un increpotenza reattiva fornita dalla rete, promento della portata in corrente del voca un aumento della temperatura quadro. La regolazione dei settaggi nel circuito rotorico. Oltre ai fenomeni dell’interruttore è semplificata grazie che interessano la macchina, si genera all’impiego del software DOC reaun’importante riduzione della tenlizzato da ABB e dell’interfaccia Ekip sione, con una conseguente perdita Connect. Il software DOC consente la di stabilità nel sistema. La protezione definizione e il salvataggio di curve e da questo fenomeno opera mediante regolazioni e il programma Ekip Con- La funzione Ekip Power Controller utilizza l’acquisizione dei valori totali di ponect è in grado di aprire e leggere i file un algoritmo che consente di determinare la potenza media assorbita in un periodo di tenza attiva e reattiva. Se il punto di DOC; in questo modo, non è più netempo definito lavoro si trova al di sotto della linea di cessario reinserire i dati nell’interruttore o nel programma e sono garantite regolazioni facili e prive di protezione definita e tale condizione persiste per un periodo suerrori. Infine, Sace Emax 2 grazie alla tecnologia a innesto rapido periore al ritardo d’intervento impostato, la protezione interviene (push in) per la connessione alla morsettiera rende il cablaggio per aprire l’interruttore o generare un segnale di allarme. Un ulteriore esempio dell’impiego di Ekip G riguarda l’interconnessione alla rete. semplice senza l’ausilio di alcun attrezzo. Il termine ‘islanding’ (funzionamento in modalità ‘isola’) si riferisce alla condizione in cui una sorgente di energia distribuita continua ad aliEkip G: sganciatore con funzioni mentare una postazione anche se la rete non è più presente. L’islanddi protezione Lo sganciatore Ekip G offre una serie di funzioni dedicate alla pro- ing può essere pericoloso; di conseguenza i generatori distribuiti tezione di gruppi di generazione e alla loro relativa interconnes- devono essere dotati di caratteristiche anti-island. In generale, per sione alla rete. Si tratta di funzionalità utili tipicamente nel caso tensione e frequenza, si stabiliscono valori limite e di controllo. di applicazioni da 1 MVA o superiori, in installazioni quali mini- Spesso diventa necessaria una funzione anti-island più sensibile: idroelettrico, cogenerazione di media potenza, generazione da la protezione da derivata in frequenza (Rocof - codifica Ansi 81R). biomasse, generatori diesel. In particolare, i piccoli impianti idro- Questa protezione permette di rilevare rapidamente e con magelettrici possono essere connessi come sorgenti di energia (rin- giore sensibilità le variazioni di frequenza sia positive sia negative, novabile) alle reti elettriche di distribuzione a livello nazionale. In garantendo così una protezione più rapida di quanto possibile alcuni Paesi (dove i costi per kWh sono elevati) vi è una notevole con le tradizionali funzioni di minima e massima frequenza. Le reconvenienza economica per la realizzazione di nuovi impianti golazioni caratteristiche (diverse da paese a paese) variano da 0,2 idroelettrici o, spesso, per rinnovare e ristrutturare quelli vecchi. Gli Hz/s a 1 Hz/s: Ekip G in versione Hi-Touch presenta la protezione impianti mini-idroelettrici sono diffusi in Europa (Italia, Norvegia, Rocof integrata. Austria ecc.) e negli Stati Uniti; in altre nazioni, dove la capacità di ABB Sace - www.abb.com OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 95 AO Robotica di Thomas Visti Un robot per collega Il robot realizzato da Universal Robots collabora direttamente con gli operai nello stabilimento Volkswagen per la fabbricazione di motori Il progetto Il gruppo automobilistico Volkswagen ha inserito nella produzione di motori del suo stabilimento di Salzgitter un braccio robotico industriale di Universal Robots. Il leggero robot UR5 è installato nel reparto dedicato alle testate dove provvede a manipolare delicatamente le candele. La vera novità è che si tratta del primo robot collaborativo introdotto negli stabilimenti Volkswagen di tutto il mondo. Grazie alla modalità di sicurezza integrata, I robot senza recinzioni possono funzionare al fianco degli operai e, in questo modo, diventare dei veri assistenti alla produzione L a casa automobilistica Volkswagen promuove l’ergonomia dei processi di fabbricazione con i robot di Universal Robots, produttore danese di robot industriali. Universal Robots è nata nel 2005 con l’obiettivo di rendere la robotica accessibile al mondo. Il risultato? Un braccio robotico più leggero, più flessibile e più ecologico che ha rivoluzionato il mercato dei robot industriali, fino a oggi dominato da robot massicci, pesanti e costosi. L’azienda sviluppa e commercializza bracci robotici per automatizzare facilmente i processi di lavoro industriali monotoni e complessi e potenziarne l’efficacia. I dipendenti, così, possono essere impiegati in attività realmente produttive. Universal Robots conta circa 100 dipendenti. Tutte le attività di sviluppo e produzione avvengono presso la sede danese di Odense. 96 Il gruppo automobilistico Volkswagen ha inserito nella produzione di motori del suo stabilimento di Salzgitter un braccio robotico industriale di Universal Robots OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 il braccio robotico a sei assi è in grado di collaborare direttamente con gli operai, senza utilizzare recinzioni di sicurezza. In questo modo contribuisce sensibilmente a promuovere processi di lavoro più sani. L’impianto Volkswagen di Salzgitter, con una superficie di 2.800.000 m2, è uno degli stabilimenti più imponenti del mondo per la fabbricazione di motori. Qui, ogni giorno, circa 6.000 dipendenti producono approssimativamente 7.000 motori a benzina e diesel in 370 diverse varianti. I motori da 3 a 16 cilindri vengono montati in vari modelli e marchi del gruppo Volkswagen. Di recente la casa automobilistica ha adottato un braccio robotico industriale collaborativo del produttore danese Universal Robots che affianca gli operai nel reparto di assemblaggio delle testate per provvedere all’inserimento delle candele. Grazie alla modalità di sicurezza integrata (conforme allo standard EN ISO 10218), il robot industriale può lavorare a stretto contatto con gli uomini. È provvisto di una pinza, che il system integrator Faude Automatisierungstechnik ha progettato esclusivamente per Volkswagen, in grado di rispondere ai requisiti di sicurezza di ISO/TS 15066, lo standard di specifica per i robot collaborativi. In questo modo è stato possibile integrare il robot nella linea di produzione, senza utilizzare ulteriori misure di protezione. “Vorremmo realizzare un ambiente di lavoro ergonomico per evitare patologie a lungo termine ai dipendenti che operano in ogni settore dell’azienda. I robot senza recinzioni possono funzionare al fianco degli operai e, in questo modo, diventare dei veri assistenti alla produzione, risparmiando al personale le mansioni ergonomicamente più pesanti” spiega Jürgen Häfner, project manager presso lo stabilimento Volkswagen di Salzgitter. Il progetto è stato realizzato su un arco di tempo di due anni in stretta collaborazione con Faude Automatisierungstechnik, partner della distribuzione di Universal Robots. Così i due collaboratori alla produzione, che prima si occupavano del montaggio delle candele sulle testate, sono sollevati da un pesante compito: fino ad oggi erano costretti a curvarsi per inserire le candele nei fori scarsamente visibili delle testate. Fianco a fianco con un collega robot Questa operazione ora viene svolta dal leggero robot a sei assi UR5 di Universal Robots. Con delicatezza, afferra le fragili candele, fornite da un sistema di separazione appositamente progettato, e le inserisce nei fori difficilmente accessibili. Un operaio, poi, ha la responsabilità di fissare le candele e isolare la testata, passo necessario per la successiva fase di produzione. Grazie alla collaborazione diretta con il robot, che fa da assistente, l’operaio può completare queste attività assumendo una sana posizione eretta. In questo modo può monitorare senza interruzione il processo ed eventualmente, intervenire rapidamente. “La realizzazione di questo progetto ha riscosso molti apprezzamenti proprio perchè i robot possano contribuire all’ergonomia dei processi di lavoro. Il successo è stato reso possibile soprattutto dalla collaborazione costruttiva e orientata ai risultati tra Volkswagen e Faude Automatisierungstechnik, partner strategico di Universal Robots”. Universal Robots - www.universal-robots.it INFORMATIVA AI SENSI DEL CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI Informativa art. 13, d. lgs 196/2003 I dati degli abbonati sono trattati, manualmente ed elettronicamente, da Fiera Milano Media SpA – titolare del trattamento – Piazzale Carlo Magno, 1 Milano - per l’invio della rivista richiesta in abbonamento, attività amministrative ed altre operazioni a ciò strumentali, e per ottemperare a norme di legge o regolamento. Inoltre, solo se è stato espresso il proprio consenso all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento, Fiera Milano Media SpA potrà utilizzare i dati per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, analisi statistiche e ricerche di mercato. Alle medesime condizioni, i dati potranno, altresì, essere comunicati ad aziende terze (elenco disponibile a richiesta a Fiera Milano Media SpA) per loro autonomi utilizzi aventi le medesime finalità. Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla gestione amministrativa degli abbonamenti ed alle transazioni e pagamenti connessi, alla confezione e spedizione del materiale editoriale, al servizio di call center, ai servizi informativi. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003 si possono esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo per fini di comunicazione commerciale interattiva rivolgendosi a Fiera Milano Media SpA – Servizio Abbonamenti – all’indirizzo sopra indicato. Presso il titolare è disponibile elenco completo ed aggiornato dei responsabili. Informativa resa ai sensi dell’art. 2, Codice Deontologico Giornalisti Ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003 e dell’art. 2 del Codice Deontologico dei Giornalisti, Fiera Milano Media SpA – titolare del trattamento - rende noto che presso i propri locali siti in Rho SS. del Sempione, 28, vengono conservati gli archivi di dati personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti e pubblicisti che collaborano con le testate edite dal predetto titolare attingono nello svolgimento della propria attività giornalistica per le finalità di informazione connesse allo svolgimento della stessa. I soggetti che possono conoscere i predetti dati sono esclusivamente i predetti professionisti, nonché gli addetti preposti alla stampa ed alla realizzazione editoriale delle testate. I dati personali presenti negli articoli editoriali e tratti dai predetti archivi sono diffusi al pubblico. 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Per il progetto è stato utilizzato il nuovo Unidrive M700 di Emerson Industrial Automation F ondata dall’imprenditore Ezio Grosso come azienda fibre, quattro gruppi alette, che danno la torsione, quattro gruppi individuale nel 1964, Grosso Srl ha sempre operato nel fusi, che avvolgono il filato e dalla banchina, che seguendo desettore dell’ elettrotecnica ed elettronica industriale. terminati movimenti, crea il profilo della bobina. La motorizzaL’azienda con organico attivo attuale di 35 collabora- zione della macchina è stata completamente rivista, i fusi e le tori, si avvale di una notevole esperienza lavorativa nel alette, precedentemente comandati da quattro motori e da un drive, sono stati separati controllando campo dell’elettrotecnica ed elettrosingolarmente ogni motore. Questa nica industriale, acquisita nel cinquansoluzione permette di migliorare l’utitennio e tramandata con passione dal lizzo della macchina ed evitare alcuni suo socio fondatore, ai figli e ai suoi fermi macchina. È stato inoltre sosticollaboratori. Le competenze coprono tuito anche il motore della banchina i seguenti settori: impianti elettrici di utilizzando un servomotore dedicato distribuzione industriale, impianti di per aumentare la precisione e la quaautomazione industriale, impianti di lità dei movimenti. Ogni drive è stato illuminazione industriale, applicazioni equipaggiato con una scheda SI-Profispeciali illuminotecniche, impianti fobus, per la comunicazione con il PLC e tovoltaici, motori elettrici, assistenza ai una scheda SI-Application–Plus, per la clienti, cablaggio strutturato, progetta- Per le operazioni di revamping è stato gestione dei calcoli di sincronismo e la zione impianti. In particolare nell’am- utilizzato il nuovo Unidrive M700 comunicazione drive-to-drive tramite bito dell’automazione industriale, di Emerson Industrial Automation rete CTNet e CTSync. Le ricette di lavol’ufficio tecnico di Grosso, formato da personale altamente specializzato, si occupa oltre che della pro- razione, memorizzate sul sistema PLC videoterminale, vengono gettazione e del dimensionamento dei quadri bordo macchina, inviate ai drive tramite rete Profibus e, a questo punto, ogni drive anche della realizzazione dei programmi software per PLC, PC, provvede a calcolare il proprio rapporto con il master, che sarà rettificato in continuazione durante la formazione della bobina. touchscreen. Un accurato studio congiunto Emerson Industrial Automation e Grosso ha permesso di rendere la macchina immune ai disturbi, Operazioni di revamping In occasione del revamping di un banco fusi, presso la Filati Borio soprattutto alle micro interruzioni e alla mancanza rete. Grazie Fiore di Castelletto Cervo, nella provincia di Biella, si è pensato di alla collaudata tecnica di collegamento del Common DCBus, abmigliorare l’affidabilità e la robustezza del controllo della mac- binato a sofisticati algoritmi di controllo e gestione si ottengono, china esistente, rendendola più aperta e flessibile. A tale scopo in ogni situazione, una fermata in fase e controllata di ogni fuso, sono state utilizzate la potenza e la flessibilità del nuovo Unidrive con grande vantaggio della produttività, eliminando anomali e M700 di Emerson Industrial Automation; la possibilità di far co- lunghi fermi macchina. Carlo Secco, responsabile del progetto, municare tra loro gli azionamenti, unita alla sincronizzazione dei afferma: “La programmabilità on-board di Unidrive M di Emerson dati hanno permesso di convertire in elettronica, quanto prima Industrial Automation, ci ha permesso di aggiungere funzioni viera trasmesso da cinghie e pulegge. Il banco fusi è una macchina tali e determinanti per la produttività della macchina, di svincoalternativa al finitore, entrambe preparano lo stoppino per il fila- larci da vecchie modalità di funzionamento, rendendo flessibile toio; la differenza principale sta nel fatto che con il banco fusi è e attuale il risultato finale sul prodotto finito, come ad esempio la possibile dare torsione allo stoppino, cosa che non succede sul fase di legatura del filato, che prevede un movimento repentino finitore, questa è la ragione per la quale, quando c’è necessità di delle sole alette. Altre funzioni particolari hanno permesso di agedeterminati tipi di articoli che altrimenti sarebbero impossibili da volare gli operatori in alcune fasi di lavorazione”. produrre, la scelta dei produttori ricade sul banco fusi. La macEmerson Industrial Automation - www.emersonindustrial.com china è composta da un gruppo di stiro, che inizia ad allungare le 98 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 AO Building automation di Lucia Milani Luce fra arte e devozione BPT e Domino LED hanno realizzato l’impianto illuminotecnico della chiesa di Santa Lucia a Treviso adottando un sistema domotico per una ottimale gestione delle luci L’ intensità luminosa e le singole accensioni dell’impianto realizzato per la Chiesa di Santa Lucia a Treviso impiega soluzioni Domino LED, marchio che contraddistingue una gamma completa di soluzioni legate alle nuove sorgenti di luce, sinonimo di design, ‘made in Italy’, innovazione, funzionalità ed efficienza, regolate dal sistema domotico di BPT, società di Came Group attiva nel settore della termoregolazione, videocitofonia, domotica, sicurezza e illuminazione a LED. BPT ha collegato l’impianto illuminotecnico a un sistema domotico per gestire l’intensità luminosa e l’accensione delle luci, utilizzate come strumento per valorizzare l’edificio sia nei momenti di culto, sia dal punto di vista artistico e culturale, gestendo così la dimensione spirituale-liturgica e storico-artistica della struttura. Una ristrutturazione complessa La Chiesa di Santa Lucia a Treviso, un suggestivo scrigno di arte e di storia del XIV secolo, era illuminata da un impianto obsoleto, che risaliva ai primi anni ’90, ormai non più in linea con la normativa vigente. L’impianto scorreva sui tiranti che separano la navata centrale dell’edificio da quelle laterali, occultando nell’ombra pregiati affreschi e sculture trecentesche. L’illuminazione, inadeguata, impediva la corretta valorizzazione artistica del complesso e articolato apparato decorativo della chiesa, costituito da sei volte trecentesche affrescate con le ‘Storie dei Santi’, il ‘Tetramorfo’ e i ‘Dottori della Chiesa’, da due volte quattrocentesche decorate con orifiamma e cielo stellato e da quattro volte dipinte da Mario Botter nel Novecento con motivi neogotici. La scarsa illuminazione non consentiva nemmeno di valorizzare adeguatamente la Cappella del Crocifisso, situata accanto all’ingresso e decorata con affreschi della scuola di Al- tichiero da Zevio; neppure la Madonna del Paveio, inquadrata dal bellissimo frammento degli angeli dipinti da Tommaso da Modena nella prima metà del XIV secolo e sovrastata da una Crocifissione, era collocata in posizione visibile a causa della scarsa illuminazione. Inoltre, progettando il nuovo impianto di illuminazione era fondamentale tenere presente che le luci, scelte per sottolineare i valori spirituali e artistici del luogo, sarebbero state inserite in un contesto che originariamente non le prevedeva. Il sistema di luci doveva creare una dimensione spirituale-liturgica tale da invitare i fedeli al raccoglimento e al contempo dare una dimensione storico-artistica alla chiesa che consentisse al pubblico di apprezzare le opere da essa custodite. Il progetto doveva quindi proporre una luce qualitativamente in armonia con quella che penetra naturalmente in una giornata di sole, riproponendo un’illuminazione che avesse la stessa intensità nei momenti di mancanza di luce esterna. Luce pensata ad hoc Per rispondere alle esigenze di illuminazione e di diversa fruizione degli spazi della Chiesa trevigiana, BPT ha sviluppato una soluzione illuminotecnica basata su 103 proiettori Perpetual 7 P di Domino LED e gestita attraverso il sistema domotico Home Sapiens di BPT. Regolando l’illuminazione nei diversi momenti della giornata, secondo una varietà di possibili utilizzi, BPT è riuscita a integrare l’esperienza spirituale e quella culturale alternando, attraverso un sapiente utilizzo della luce, momenti di contemplazione e raccoglimento con un’adeguata valorizzazione artistica della chiesa. Nel dettaglio, il sistema è stato installato sulle strutture del complesso architettonico con tecniche di intervento a basso impatto, che hanno previsto un impiego minimo di staffature e grappe metalliche. Nonostante l’assenza OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 99 AO Building automation I diversi scenari di luce previsti permettono di richiamare l’illuminazione più adeguata in modo semplice e intuitivo all’interno della Chiesa di canaline dentro le quali occultare i fili, le opere murarie indispensabili per il cablaggio e la riqualificazione dell’impianto sono state ridotte al minimo grazie all’impiego della domotica BPT, che attraverso il cavo bus (un doppino twistato con guaina trasparente) consente il collegamento di tutti gli elementi del sistema, rispondendo contemporaneamente a esigenze sia funzionali sia estetiche. I moduli di alimentazione e i dimmer per la gestione dell’intensità delle luci sono stati invece posizionati all’interno di apposite cassette installate sulle travature o su mensole occultate alla vista. La gestione dell’intensità luminosa e delle singole accensioni viene regolata dal sistema domotico Home Sapiens, che consente, attraverso il videoterminale multifunzione Mitho HA, di comandare e monitorare in maniera semplice ed efficace tutti i dispositivi luminosi che fanno parte dell’impianto. Il sistema domotico permette inoltre di memorizzare vari scenari, che rendono facile e immediata la scelta dell’illuminazione più adatta alle esigenze del momento, dando anche a personale che ha poca dimestichezza con la tecnologia la possibilità di gestire le luci e di rendere possibile l’adozione di nuovi scenari luminosi in caso di eventuali e differenti utilizzi degli spazi liturgici o espositivi. Sono stati definiti quattro scenari differenti con diversi livelli di illuminazione, che corrispondono ai quattro principali momenti di utilizzo della Chiesa. In particolare, lo ‘Scenario di 1° livello’ viene utilizzato per tutto l’arco della giornata, quando è presente la luce naturale esterna e si fa un limitato uso di altre fonti di illuminazione. Ha l’obiettivo di valorizzare alcuni punti ‘di devozione’ della Chiesa, come l’altare maggiore, la scultura 100 della Madonna del Paveio, il bassorilievo dei SS. Cristoforo e Giacomo e il Crocifisso, garantendo il raccoglimento necessario per la preghiera individuale. Lo ‘Scenario di 2° livello, invece, viene adottato nelle ore in cui manca la luce naturale esterna, ossia al mattino e alla sera, riproponendo una luce qualitativamente in armonia con quella delle ore di sole per l’intero arco della giornata. Ai punti illuminati dello scenario di 1° livello si aggiunge l’illuminazione rivolta verso il pavimento, regolata con un’intensità luminosa minima, che corrisponde al valore dei lux presenti nella chiesa quando penetra la luce naturale esterna. Lo ‘Scenario di 3° livello’ si utilizza durante le cerimonie religiose e prevede la stessa illuminazione dello Scenario di 2° livello, regolato con una maggiore intensità luminosa, sia nell’altare, sia nelle navate, per far risaltare il luogo celebrativo. Infine, lo ‘Scenario di 4° livello’ viene impostato durante le visite dei turisti ed è stato studiato affinché la luce guidi la lettura delle opere d’arte: è prevista solo nelle volte e nelle pareti affrescate nel Trecento che comprendono la Cappella del Crocefisso, quella dei SS. Cristoforo e Giacomo e quella di S. Antonio Abate. È stata anche realizzata un’illuminazione uniforme per valorizzare l’affresco della Madonna con Bambino, evitando il cono d’ombra che le volte del soffitto proiettavano sul particolare del Cristo, posto al di sopra in una posizione nascosta e poco visibile. Questo scenario è temporizzato e viene acceso attraverso l’introduzione di monete in una gettoniera. I criteri di base nella realizzazione del progetto sono consistiti nel massimo rispetto dell’illuminazione naturale della Chiesa, con un uso limitato di altre fonti di illuminazione nelle ore OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Particolare del sistema di illuminazione adottato: i proiettori di Domino LED diurne per una discreta sottolineatura delle componenti devozionali, e nella riproduzione della stessa intensità di luce nelle ore serali, utilizzando l’illuminazione artificiale. Nei momenti di celebrazione è stata invece incrementata l’intensità luminosa per non creare contrasti tra la zona del presbiterio e le navate, individuando l’altare quale ‘centro’ di riferimento nella Chiesa. Un sistema flessibile Per gestire i quattro scenari è stato scelto il sistema domotico Home Sapiens di BPT gestito attraverso il terminale multifunzione Mitho HA, caratterizzato da un display LCD a colori touchscreen, di grandi dimensioni (7”), in grado di monitorare anche i consumi e garantire così un notevole risparmio di energia a seconda delle diverse esigenze di utilizzo. Un’altra decisione particolarmente significativa è stata utilizzare gli apparecchi d’illuminazione Perpetual 7 P di Domino LED che, essendo proiettori di media potenza e di piccole dimensioni, hanno notevolmente ridotto l’interferenza con le linee architettoniche. I Perpetual 7 P, interamente realizzati in alluminio anodizzato naturale, con un consumo di 19 W e un flusso luminoso di 1.096 lumen, sono proiettori a LED orientabili e dimmerabili, che si interfacciano al sistema di gestione generale BPT mediante moduli elettronici dedicati. L’adozione di apparecchi di media potenza ha portato a un aumento dei punti-luce, con una conseguente maggiore flessibilità e precisione nel puntamento per illuminare i punti devozionali, occultare le imperfezioni presenti nelle opere affrescate ed evitare ogni effetto di abbagliamento diretto e indiretto per riflessione, con speciale cura nei punti di osservazione delle opere d’arte. Sono stati scelti modi diversi di propagare il flusso luminoso, sottolineando alcune opere focali ed evidenziando, nel contempo, punti di criticità dell’ambiente, come i gradini. Solo per le occasioni di visita, il fascio luminoso è stato rivolto verso le volte e le pareti di interesse artistico come la Cappella del Crocefisso, l’altare maggiore e il dipinto della pala lignea. Per richiamare le tonalità di luce dei sistemi tradizionali di illuminazione artificiale e garantire morbidezza e diffusione della luce nell’ambiente sono state scelte una tonalità di colore pari a 3.000 k e un’apertura ampia del fascio luminoso, resa più stretta solo in corrispondenza di alcuni punti focali per sottolineare la componente devozionale. L’adozione della tecnologia a LED ha permesso di rispettare i valori cromatici della luce naturale, consentendo un elevato risparmio energetico e offrendo numerosi vantaggi in termini di salvaguardia delle opere (grazie alla sostanziale assenza di radiazioni infrarosse e ultraviolette, nocive per le superfici artistiche, in particolare quelle affrescate) e di costi di manutenzione e gestione, con un consumo massimo dell’impianto d’illuminazione di circa 2 kW e una lunghezza di vita utile delle lampade di circa 50.000 ore al 70% del flusso luminoso. Il Comitato per il restauro delle Chiese di S. Lucia e S. Vito si è ora rivolto allo studio di progettazione di Silvano Bovo, che opera in collaborazione con Maria Sole Crespi e Sara Malgaretto per le scelte architettoniche, coadiuvati dalla consulenza tecnica di BPT e Domino LED. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 BPT - www.bpt.it Domino LED - www.dominoled.it 101 AO Tutorial di Emiliano Sisinni (*) BLE: tante versioni per diverse applicazioni Sottoinsieme del classico Bluetooth, Bluetooth Low Energy (BLE), indicato anche come ‘Smart Bluetooth’, è stato introdotto come parte della specifica Bluetooth 4.0. Vediamo quali sono le sue caratteristiche B luetooth Low Energy (BLE), denominato anche ‘Smart Bluetooth’, è un sottoinsieme del classico protocollo Bluetooth ed è stato introdotto come parte della specifica Bluetooth 4.0. Vi è in effetti una certa sovrapposizione con il classico Bluetooth, sebbene BLE abbia in realtà un’estrazione completamente diversa: avviato da Nokia come progetto interno, noto anche come ‘Wibree’, solo successivamente è stato adottato dal consorzio che sovraintende alle specifiche di Bluetooth, ovvero Bluetooth SIG. Le novità della release 4.0 La tecnologia Bluetooth che quotidianamente utilizziamo per connettere il nostro smartphone con un auricolare senza fili, piuttosto che con il dispositivo vivavoce installato a bordo della nostra macchina, nasce per soddisfare requisiti di basso costo e affidabilità, unitamente a prestazioni di tutto rilievo; resta a tutt’oggi una delle soluzioni di comunicazione wireless che offre le latenze più basse. Negli ultimi anni si sono succedute diverse release delle specifiche e quella attualmente disponibile è la già citata versione 4.0 che contiene, tra le altre, la definizione di due tipologie di sistemi wireless, contraddistinti rispettivamente, in accordo alla nomenclatura utilizzata, come Basic Rate (BR) e Bluetooth Low 102 Energy (BLE). In particolare, la soluzione denominata BLE si basa sulla trasmissione (sporadica) di piccoli pacchetti di dati con tempistiche rilassate rispetto alla tradizionale tecnologia BR, offrendo pertanto consumi decisamente inferiori rispetto a quest’ultima. Le specifiche prevedono l’esistenza sia di dispositivi che supportano sia BR che BLE (denominati pertanto ‘dualmode device’, contraddistinti commercialmente dalla dicitura ‘Bluetooth Smart Ready’), sia di dispositivi in grado di supportare la sola tecnologia BLE (denominati pertanto ‘single-mode device’, distinti commercialmente dalla dicitura ‘Bluetooth Smart’). La necessità di questa distinzione deriva dal dover soddisfare, da una parte le richieste di applicazioni pensate per dispositivi performanti, quali smartphone e PC portatili, dall’altra quelle pensate per dispositivi embedded semplici e limitati nelle risorse sia computazionali che di alimentazione. Nel primo caso, generalmente, non si hanno problemi di approvvigionamento energetico, o perlomeno l’apparato di comunicazione contribuisce a essi in maniera solo parziale, nel secondo invece il consumo legato alle funzionalità intrinseche del dispositivo è comparabile, se non addirittura trascurabile, rispetto alla sola sezione a radiofrequenza. In quest’ultimo caso, la riduzione dei consumi di energia è fondamentale per garantire una vita utile suffi- OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Fonte: skilal.com cientemente lunga; appartengono a questa scosta decisamente dalla classica pila ISO/OSI a sette livelli categoria, per esempio, tutti i microsistemi (si veda figura 1). Si nota innanzitutto che lo stack è composto da due sezioni principali, ovvero il ‘controller’ e l’‘host’. embedded alimentati a batteria. Le tecnologie Bluetooth Smart e Smart Questa separazione è un’eredità delle versioni precedenti Ready nascono dunque per estendere le dello standard (ovvero quelle che prima sono state denominate BR). Infatti, se le funzionalità capacità di comunidell’host, ossia la parte più ‘intellicazione di dispositivi gente’ dello stack, possono essere quali orologi o gioimplementate in software, per esemcattoli e forniscono pio in un PC piuttosto che dal procesagli sviluppatori uno sore di un sistema embedded, quelle strumento per incorproprie del controller sono generalporare nuove funziomente implementate direttamente nalità a prodotti già da un transceiver esterno. Anzi, una contenenti prececaratteristica che ha contraddistinto denti versioni della lo standard Bluetooth fin dalla sua tecnologia Bluetocomparsa è stata la definizione di oth, per esempio uno strato denominato HCI - Host dispositivi sportivi Controller Interface. Lo scopo di o medici, human inquesta interfaccia è proprio quello terface (HID) e apdi standardizzare l’accesso alle riparecchiature per sorse normalmente implementate in l’intrattenimento. Figura 1 - Lo stack protocollare BLE hardware e gestite dal livello L2CAP, Sensori contapassi o monitor glicemici non potrebbero funzionare senza una tecnologia a basso consumo: questi device traggono vantaggio dal risparmio energetico e dal basso costo di implementazione di Bluetooth 4.0. Gli orologi di nuova generazione possono così raccogliere i dati da dei sensori indossabili e inviare le informazioni a un PC, oppure possono visualizzare il numero di un chiamante quando vengono connessi in wireless a uno smartphone, anche se non solo grazie all’uso della tecnologia Bluetooth Low Energy. Va inoltre sottolineato che non tutti gli apparati che supportano Bluetooth 4.0 sono retrocompatibili. Nella variante originale, durante una tipica sessione, il canale radio fisico è condiviso da un gruppo di dispositivi sincronizzati a un clock comune e a un pattern di frequency hopping; tale rete, detta piconet, è composta da un master e da slave, poiché il master provvede a fornire agli slave il riferimento per la sincronizzazione. Al contrario, BLE, oltre ai già citati master e slave, definisce altri ruoli a seconda dell’utilizzo e del compito del device stesso. Inoltre, la numerosità del gruppo di dispositivi che possono comunicare contemporaneamente non è più limitata dal master (il limite preceden- Figura 2 - I profili BLE temente era di sette slave per ogni master), ma è definita durante l’implementazione e varia a seconda dei casi. normalmente, come detto, implementato in software. Questa distinzione è in realtà superata dai moderni dispositivi che normalmente si comportano come dei ‘network procesLe caratteristiche di BLE Volendole riassumere grossolanamente, le caratteristi- sor’, cioè implementano entrambe le funzionalità, lasciando che principali dei dispositivi Smart Ready (BLE) sono le se- al processore dell’utente la sola gestione dell’applicazione, guenti: consumi di potenza di picco, media e a riposo molto così da permettere l’implementazione di un nodo a bassiscontenuti, così da consentire una vita utile anche di anni simo costo, oltre che facilitare soluzioni di retrofitting. utilizzando una singola batteria a bottone; basso costo; interoperabilità tra diversi produttori; copertura elevata, ov- La composizione dello stack vero quella tipica di una PAN - Personal Area Network, cioè Più in dettaglio, lo stack è composto dai seguenti strati: nell’ordine dei 10-100 metri. - lo strato fisico (PHY) sfrutta il meccanismo di ‘Adaptive FreLo stack protocollare proprio di un sistema Bluetooth si di- quency Hopping’, ovvero la capacità di trasmettere su un OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 103 insieme di diversi canali di frequenza, scegliendo di volta in volta quelli ritenuti migliori, perché per esempio caratterizzati da un più basso rumore di fondo. In particolare, vengono usati 40 canali fisici, separati da 2 MHz, tre come canali di advertising e 37 come canali di effettivo scambio dati. La scelta di utilizzare un numero inferiore di canali rispetto allo standard classico influenza molto i tempi di connessione tra dispositivi, abbassando così il consumo di potenza. La modulazione adottata è una Gfsk (Gaussian FrequencyShift Keying) con collegamento radio a 1 Mbps, operante nella banda frequenza 2,4 GHz ISM. La scelta è dettata dalla semplicità di tale soluzione, che le dona robustezza e basso costo. - Il Link Layer (LL) controlla lo stato del dispositivo: esso, secondo la normativa propria dello standard, può trovarsi nello stato di ‘standby’, ‘advertising’, ‘scanning’, ‘initiating’, o ‘connected’. L’‘advertiser’ è colui (nodo) che trasmette in attesa di una connessione, mentre lo ‘scanner’ è un nodo alla ricerca degli advertiser attivi. Un ‘initiator’ è colui che risponde a un advertiser con una richiesta di connessione. A questo punto, se l’advertiser accetta la richiesta, entrambi i nodi possono entrare nello stato ‘connected’. Una volta attuata la connessione, colui che ha originariamente inviato la richiesta assume il ruolo di master, mentre colui che ha accettato è di conseguenza uno slave. - Il layer HCI fornisce un mezzo di comunicazione tra l’host e il controller tramite un’interfaccia standard. Come già anticipato, questo layer può fungere da tramite tra il transceiver, ovvero il dispositivo che implementa la modulazione a radiofrequenza e la gestione dei segnali in banda base, e un processore che implementa i livelli protocollari superiori, per esempio sfruttando come bus di collegamento una connessione seriale come una Uart, una SPI o una USB. - L’L2CAP fornisce un servizio di incapsulamento dei dati per gli strati superiori, permettendo una comunicazione logica end-to-end. - Il layer SM definisce i metodi per l’accoppiamento e per la distribuzione delle chiavi, assicurando agli strati superiori una comunicazione e uno scambio dati sicuri con gli altri dispositivi. - Il GAP si interfaccia direttamente con l’applicazione e gestisce la ricerca di altri dispositivi, insieme ad altri servizi relativi alla connessione. - Il protocollo definito al livello ATT permette di esporre un certo quantitativo di dati, chiamati ‘attributi’. Nel contesto dell’ATT il dispositivo che contiene gli attributi e che ne permette la lettura/scrittura svolge il ruolo di ‘server’, mentre colui che ne fa richiesta è definito come ‘client’. Va sottolineato che lo stato assunto a livello ‘link layer’ è completamente indipendente dal ruolo ATT del dispositivo; detto altrimenti, un LL master può essere un ATT client e un LL slave può essere un ATT server. Inoltre, un dispositivo può anche essere Caratteristica BR BLE sia server che client allo stesso tempo. Raggio d’azione ≈100 m ≈50 m - Infine vi è il Gatt (Generic Attribute Profile). Transfer rate grezzo 1-3 Mbps 1 Mbps Si tratta di una libreria di servizi che definisce Dimensione piconet 7 nodi Dipende dall’implementazione subprocedure per l’utilizzo di ATT. Il Gatt inolLatenza (da uno stato disconnesso) ≈100 ms ≈6 ms tre specifica la struttura dei profili: tutti i dati Consumo (preso come riferimento BR) 1 0,01-0,5 a seconda dell’uso utilizzati da un profilo sono chiamati ‘characteAssorbimento massimo <30 mA <15 mA ristic’. Tutti i dati scambiati in una connessione Applicazioni principali Telefoni cellulari, gaming, Telefoni cellulari, gaming, orologi, BLE sono gestiti dalle cuffie, audio, streaming sport e fitness, sicurezza e rilevafunzioni del Gatt. In altri audio, accessori auto ecc. zione di prossimità ecc. termini, il Gatt è posto Tabella1 – Confronto fra BR (Basic Rate) e BLE (Bluetooth Low Energy) sopra lo strato ATT e ne 104 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Fonte: www.zeitner-coaching.ch AO Tutorial La creazione dei profili La procedura di creazione di un profilo in accordo alla specifica BLE è stata notevolmente semplificata rispetto alle versioni precedenti, purtroppo però, date le notevoli differenze, i profili BLE non sono compatibili con i profili tradizionali. Lo strato General Access Profile (GAP) del protocollo BLE si occupa della gestione delle modalità e delle procedure di accesso del dispositivo, oltre che di ‘discovery’, ‘link estabilishment’, ‘link termination’, inizializzazione delle feature di sicurezza e della configurazione. A livello di GAP il dispositivo opera normalmente nel ruolo di ‘peripheral’, ossia un advertiser che permette la connessione e opera come uno slave in una connessione puntopunto, oppure ‘central’, eseguendo la ricerca di advertiser e avviando la richiesta di connessione: è un master in una connessione punto-punto o multi-punto. Altre possibili modalità sono ‘broadcaster’ e ‘observer’. In una tipica applicazione Bluetooth Low Energy il peripheral avvisa qualsiasi nodo central in ascolto, tramite pacchetti specifici, la sua disponibilità alla connessione. I pacchetti contengono l’indirizzo e talvolta ulteriori informazioni utili alla connessione, come per esempio il nome del dispositivo. Una volta ricevuto il primo ‘avviso’, il central invia una richiesta di ‘scan’ al peripheral, il quale risponde con una ‘scan response’. Questo è il processo di ‘discovery’ del dispositivo, tramite il quale il central viene a conoscenza del peripheral e del fatto che esso è disponibile per una connessione. Il central può quindi avviare la procedura di ‘estabilish link’. La richiesta di connessione contiene alcuni parametri. Prima di tutto, il ‘connection interval’: nello stato di connessione viene utilizzato un processo di frequency hopping per il quale i due dispositivi scambiano dati, quindi si ‘ritrovano’ in un canale differente dopo un certo ammontare di tempo (procedura gestita dal link layer). Questo ‘salto’ viene definito ‘connection event’ e, anche se non vi è nessuna informazione pronta per l’invio, vengono comunque trasmessi alcuni dati per mantenere attiva la connessione. Il connection interval è il tempo che intercorre tra i connection event in unità di 1,25 ms e può variare tra 7,5 e 3.200 ms. Applicazioni differenti possono richiedere tempi diversi: il vantaggio di avere un lungo tempo tra due event consiste nel fatto che l’applicativo si trova quasi sempre in stato di ‘sleep’, con conseguente grande risparmio di energia. Lo svantaggio consiste nel fatto che, se si ha necessità di inviare dei dati, bisogna aspettare fino al successivo incontro (elevata latenza). D’altro canto, con un connection interval breve si hanno più opportunità di scambiare dati, in quanto i dispositivi si connettono più frequentemente, a fronte però di un maggiore consumo energetico. Un secondo parametro è costituito dalla ‘slave latency’, che dà al peripheral la possibilità di ‘mancare’ a un certo numero di event. Questo fornisce flessibilità all’applicazione in quanto, se non vi sono dati da inviare, viene mantenuto lo stato di ‘sleep’, ottenendo un modesto risparmio energetico. Infine, il ‘supervision timeout’ rappresenta il tempo massimo tra due connection event andati a buon fine. Se trascorre più tempo, il dispositivo considera persa la connessione e ritorna nello stato precedente. In certi casi è necessario modificare i parametri nel mezzo di una connessione; per fare ciò è possibile inviare una ‘connection parameter update request’, messaggio gestito dall’L2CAP. (*) Comitato Tecnico Automazione Oggi e Fieldbus & Networks OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 105 Fonte: bussolati.com stabilisce le operazioni e le procedure che lo attuano; definisce inoltre due ruoli: ‘server’ e ‘client’. Questi non sono necessariamente collegati con gli specifici ruoli GAP assunti, ma potrebbero essere definiti da strati superiori. Si noti che Gatt e ATT possono essere utilizzati sia in BR che in BLE, ma in quest’ultimo essi sono obbligatori, in quanto utilizzati per il discovering di servizi. Il Gatt server immagazzina le informazioni trasportate tramite ATT e accetta ‘ATT request’, ‘ATT command’ e ‘ATT confirmation’ dal Gatt client. Il server risponde alle richieste e, quando configurato, invia notifiche asincrone al Gatt client quando accadono specifici eventi. Il livello Gatt inoltre specifica l’organizzazione dei dati sul Gatt server: definisce gli elementi primari, quali ‘service’ (servizi) e ‘characteristic’, utilizzati per lo scambio di informazioni. I servizi infatti possono contenere una collezione di ‘characteristic’ e queste contengono un singolo valore e un numero indefinito di descrittori. Il profilo è quindi una definizione di alto livello che stabilisce come i servizi possono essere utilizzati per una specifica applicazione. Ogni ‘characteristic’ contiene le proprietà (permessi di lettura/scrittura), il valore (di dimensione variabile da 1 a qualche Byte) e i ‘descriptor’. In viaggio con ExpoExpress ExpoExpress, il treno-mostra realizzato da Ferrovie dello Stato Italiane, Expo 2015 e Mondadori, è partito alla fine di agosto dalla stazione S. Lucia di Venezia e toccherà 12 città italiane allo scopo di presentare Expo Milano 2015, che per sei mesi catalizzerà l’attenzione di tutto il mondo su Milano e l’Italia. ExpoExpress è stato inaugurato a Venezia in occasione della 71° Mostra internazionale d’arte cinematografica, e conclu- iniziative dedicate a WE-Women for Expo , progetto di Expo Milano 2015 in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Tra le tante ‘Una ricetta per la vita’, volta a costruire un grande patrimonio digitale di ricette raccolte e suddivise in dieci categorie, dalla cucina con gli avanzi a quella conviviale, dai ricordi di viaggio ai sapori regionali e tradizionali. Tutte le tappe di ExpoExpress saranno dotate di connessione wi-fi grazie al supporto di Telecom Italia e Cisco, official partner che realizzeranno per Expo Milano 2015 la rete fissa e mobile, le soluzioni IT, la connettività IP e wi-fi e altre soluzioni innovative. L’allestimento tecnologico del treno-mostra, invece, è firmato Samsung, derà il suo viaggio il 12 dicembre 2014 dopo aver toccato Verona, Padova, Milano, Genova, Trieste, Roma, Torino, Bologna, Firenze, Pisa e Napoli. A bordo del convoglio di Trenitalia, costituito da tre carrozze (Casa Expo, Carrozza Live, Carrozza Food), si potrà sperimentare un percorso dedicato al racconto interattivo del progetto Expo, grazie a immagini, video e infografiche. Casa Expo, in particolare, sarà il luogo in cui il pubblico incontrerà Foody, la mascotte di Expo, con cui potrà interagire giocare e imparare, e dove si potranno scoprire in anteprima, per esempio, le cinque aree tematiche di Expo Milano 2015. Gli spazi delle carrozze Live e Food saranno dedicati a incontri di moda, nutrizione e benessere, eventi, laboratori, casting e show cooking gratuiti. La carrozza Live ospiterà anche Official Edutainment Global Partner di Expo Milano 2015. La scelta di promuovere l’Esposizione Universale con un treno non è casuale. Lo ha affermato l’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane, Michele Mario Elia, che ha ricordato come il treno sia occasione di incontro e scambio culturale tra persone, proprio come avverrà per i Paesi che animeranno Expo Milano 2015. Il supporto del Gruppo FS Italiane si esprime comunque a tutto campo: dalla fornitura e dal potenziamento dei servizi ferroviari (collegamenti e stazioni) al supporto tecnico/logistico per il sito espositivo, alla promozione nazionale e internazionale dell’Esposizione Universale con i canali di vendita. Expo Milano 2015 coinvolgerà 20 milioni di visitatori da tutto il mondo e il treno rappresenterà uno dei mezzi di trasporto ideali per raggiungere il sito espositivo. A bordo di ExpoExpress, una enorme piattaforma di comunicazione sarà in grado di avvicinare, informare e sensibilizzare ogni cittadino e un pubblico esteso di lettori e appassionati ai temi di Expo Milano 2015. Nel frattempo, il primo tratto della passerella di collegamento tra il sito di Expo Milano 2015 e la Fiera di Milano è stato ultimato, un ponte pedonale, della lunghezza di 60 metri e un peso di circa 250 tonnellate, oltrepassa tre linee ferroviarie in corrispondenza della stazione di Rho-Fiera: la Milano-Varese, la Milano-Novara e la linea ad Alta Velocità Torino-Milano. Con circa 500 metri complessivi di camminata, la passerella Expo-Fiera sarà la via di accesso Ovest al sito espositivo: oltre il 30% dei visitatori arriverà in treno, proveniente dalla stazione ferroviaria di Rho-Fiera. Fonte: Expo 2015 A tutto wi-fi 106 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 INNOVA per avere più successo Partecipa alla nona edizione della manifestazione internazionale per l’industria competitiva Torino, Lingotto Fiere 22-23 Aprile 2015 AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIE DEDICATA A DECISORI E RESPONSABILI TECNICI DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE, OEMS, SYSTEM INTEGRATORS La manifestazione IN CONTINUA CRESCITA 13.500 mq espositivi 300 espositori 12 convegni 30 seminari ed easy speech BtoB Internazionale TECNOLOGIE e SOLUZIONI INNOVATIVE per progettare produrre testare Caratterizzazione materiali Lavorazioni e trattamenti speciali Macchine e utensili speciali Metrologia Robot e controlli in produzione Simulazione e prototipazione rapida Tecnologie fotoniche Testing, affidabilità e controlli di processo Fabbrica INTELLIGENTE L’area espositiva consentirà ai Visitatori di avvicinarsi concretamente alle tecnologie per la Fabbrica Intelligente, un nuovo modello per produrre in ottica HORIZON 2020 CONTATTACI E PRENOTA ORA LA TUA PARTECIPAZIONE AUTOMAZIONE DOMANI di Orsola De Ponte La tecnologia allunga la vita C on un’aspettativa di vita media di 82 anni l’Italia si posiziona ai vertici della classifica mondiale stilata dalle Nazioni Unite (periodo 2005-2010) dei Paesi in cui si vive di più, seconda solo al Giappone. In media si vive dieci anni in più rispetto al non lontano 1970: i risultati pubblicati su “The Lancet” mostrano che in 40 anni l’aspettativa di vita è aumentata di 11,1 anni per gli uomini e di 12,1 per le donne. Si tratta di un dato sicuramente indicativo della qualità della vita nei singoli Paesi, fortemente legato alla disponibilità delle cure e alla possibilità di accedere a esse da parte dei malati. E qui la tecnologia sta compiendo passi da gigante. Tecniche nate nei più svariati settori, dal manifatturiero al militare, come la scansione 3D, le nano e biotecnologie, vengono applicate in campo medico migliorando le cure, riducendo i disagi ai pazienti, permettendo la realizzazione di artefatti ad hoc e più ergonomici. L’uso dello scanner 3D, in particolare, è destinato a rivoluzionare le tecniche in uso per l’acquisizione delle impronte dentali o la costruzione di protesi, mentre i sistemi di visione hanno cambiato il modo di fare training a chirurghi e specialisti. È recente la notizia di una collaborazione fra l’organizzazione medica senza fini di lucro Mayo Clinic e IBM per avviare un progetto pilota che vede l’impiego di Watson (ibm.com/watson), il computer cognitivo della multinazionale americana, nell’abbinamento di pazienti e 108 cure cliniche. Gli studi clinici consentono ai malati di accedere a terapie nuove ed emergenti, ma coinvolgere i pazienti nei test è una delle attività più difficili della ricerca medica. Normalmente il processo è manuale, quindi piuttosto lento: sono i coordinatori clinici a occuparsi di abbinare a un determinato protocollo di studio il paziente ‘giusto’ in base alla sua cartella clinica e alle sue condizioni. Nel mondo si stima che siano in corso oltre 170.000 studi che coinvolgono l’uomo; Mayo Clinic al momento ne sta conducendo più di 8.000. Le capacità cognitive di Watson verrebbero impiegate per vagliare gli studi clinici disponibili presso Mayo e garantire che più pazienti possano essere abbinati accuratamente e coerentemente con le adeguate opzioni di sperimentazione. Oltretutto, molti studi non vengono completati a causa della scarsa partecipazione dei pazienti: alla Mayo Clinic, nonostante la struttura sia ben organizzata, solo il 5% dei pazienti prende parte agli studi e a livello nazionale (USA) il tasso è di appena il 3%. Mayo spera di arrivare al 10%, migliorando così, grazie alla maggiore partecipazione, anche la qualità dei risultati delle ricerche. L’obiettivo finale è introdurre l’uso del computer come pratica clinica a partire dal 2015, conclusa la fase di sperimentazione. Il progetto prevede l’utilizzo di una particolare versione di Watson, appositamente progettata per Mayo. Progredendo nei suoi compiti e maturando attraverso la collaborazione con l’Istituto, Watson imparerà di più sui processi di abbinamento nelle sperimentazioni cliniche, diventando più efficiente e probabilmente universalmente applicabile. Il computer potrà anche aiutare a individuare i pazienti per studi clinici difficili, come quelli che coinvolgono le malattie rare. “In una malattia come il cancro, per esempio, dove il tempo è un fattore cruciale, la velocità e la precisione offerte da Watson ci permetteranno di sviluppare piani di trattamento individuali in modo più efficiente per fornire esattamente la cura che le esigenze dei pazienti richiedono” ha dichiarato Steven Alberts, primario di oncologia medica presso Mayo Clinic. I ricercatori sperano che la maggiore velocità possa accelerare nuove scoperte. “Abbinamenti più precisi ci consentiranno di sviluppare, affinare e migliorare nuove e superiori tecniche mediche” ha proseguito Nicholas LaRusso, gastroenterologo di Mayo Clinic e capo progetto nella collaborazione Mayo-IBM Watson. “In definitiva, questo aiuterà anche il progresso della scoperta scientifica consentendo nuove forme di cura che i medici potranno utilizzare per il trattamento di tutti i pazienti” ha sottolineato Mike Rhodin, senior vice president IBM Watson Group. Gli esperti di Mayo stanno lavorando con IBM per ampliare le conoscenze del computer a tutti gli studi clinici dell’Istituto e a tutti quelli presenti nelle banche dati pubbliche, come in ClinicalTrials.gov. Mayo e IBM stanno pensando anche ad altre possibili applicazioni di Watson in futuro. OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 scienceroll.files.wordpress.com AO AO AUTOMAZIONE USA Teoria dell’evoluzione del manufacturing L’ evoluzione negli Stati Uniti si chiama Smart Manufacturing, in Germania Industrie 4.0 oppure Smart Industry, altri la chiamano sistema cyber-fisico. Viene tirata in mezzo anche in ‘macchinazioni’ di idee quali l’Internet of Things, conosciuta anche come Industrial Internet of Things. La domanda sorge spontanea: è forse una moda realizzata da accademici, burocrati e aziende alla ricerca di qualcosa di nuovo da vendere? In realtà, è qualcosa che va oltre un progetto di marketing. Ci troviamo a un punto di svolta tecnologica in cui molte tecnologie si stanno avvicinando. Spesso vengono utilizzate in ambito consumer e poi adottate dal manifatturiero e dal controllo di macchina. Tra le tecnologie che vengono o verranno utilizzate ricordiamo gli standard Ethernet, Profinet, Ethernet/IP, Ethercat, Ethernet Powerlink, wi-fi; i dispositivi intelligenti; i dispositivi di rilevamento mobili e indossabili; programmazione distribuita; database affidabili e ‘big data’; analisi dei dati; sistemi di controllo miniaturizzati. E questo cosa significa per i pro- gettisti, i costruttori di macchine e i loro clienti? Innanzitutto, i progettisti devono pensare che ogni parte della macchina, sia dal punto di vista fisico che del sistema del controllo, deve essere pensata per essere necessariamente connessa a qualcos’altro. Deve avere sufficienti sensori per supportare la grande quantità di dati che i futuri sistemi richiederanno. Non solo la macchina stessa deve essere collegata alla rete, ma anche il progettista di sistemi di controllo dovrà tener conto di eventuali connessioni con altre macchine, Internet e i sistemi MES ed ERP. Computer indossabili Forse i progettisti di macchine potrebbero integrare nuove interfacce e computer in t-shirt o negli innovativi Google Glass. Prendendo spunto dai produttori di smartphone, potrebbero aggiungere giroscopi, sensori di temperatura, sensori di luminosità, GPS e altro ancora. Pensiamo alle potenzialità. Quest’estate National Instruments ha parlato molto di sistemi cyber-fisici, punto d’incontro tra il calcolo e il dispositivo fisico. Ci sono sempre due elementi: materia e informazione. Ogni azienda con la quale ho parlato ha in qualche modo cambiato la presentazione per adattarla ai propri obiettivi commerciali. Alla fin dei conti si parla sempre di un connubio tra dati e vantaggi dal momento che possiamo utilizzare i dati in una quantità infinita di modi. Rockwell Automation ha recentemente annunciato che sponsorizzerà il ‘Center for Trends and Technology’ a Pack Expo di Chicago, in calendario la prima settimana di novembre. Secondo lei per i progettisti e i costruttori di macchine dovrebbe essere importante la sicurezza della macchina, l’Internet of Things, la sicurezza in ambito IoT, e l’ottimizzazione della linea (i dati della fabbrica diventano informazioni operative). Il messaggio di Rockwell sembra inserirsi perfettamente nei trend citati prima. Rockwell sta anche lavorando con il suo partner Cisco per lanciare un nuovo corso di formazione per studiare come aiutare i professionisti IT e OT (operation technology) a superare le sfide di convergenza verso le loro tecnologie di rete. Questo corso aiuta i candidati a prepararsi per la certificazione Cisco Industrial Networking Specialist: non solo ingegneri di controllo, quindi, ma anche ingegneri di rete per affrontare questo nuovo mondo. Gary Mintchell, [email protected], fondatore ed editore di The Manufacturing Connection, scrive di manufacturing, leadership e tecnologia, blogger su www.themanufacturingconnection.com 110 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Le News in rete corrono di più Oltre 2 8 lettori .000 p l’edizio er n di EON e on line ews Un ico mens di inform ile italiano azione e analisi dei m e lettronic rcati dell’ea ad es sere Per maggiori informazioni: eonews@fieramilanomedia.it tel. 02 499 76 516 spedito in fo tale ad u rmato digina lista d i fusione oltre la difsoglia di 28.000 nominat ivi. AO AVVOCATO di Cristiano Cominotto, Simone Melzi Il licenziamento del dirigente I l rapporto di lavoro dei dirigenti si caratterizza per il ruolo marginale che la legislazione ordinaria riveste nella sua regolamentazione. La disciplina sostanziale è demandata all’elaborazione giurisprudenziale e ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (C.C.N.L.). Gli accordi più rappresentativi di questo tipo sono rappresentati dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi, stipulato il 25 novembre 2009 (infra anche ‘C.C.N.L. Dirigenti Industria’), e dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dirigenti di aziende del terziario della distribuzione e dei servizi, stipulato il 23 gennaio 2008 e attualmente prorogato fino a dicembre 2014 (infra anche ‘C.C.N.L. Dirigenti Terziario’). Caratteristica peculiare del rapporto di lavoro dirigenziale è la vigenza di un regime di libera recedibilità in capo al datore di lavoro (c.d. ‘licenziamento ad nutum’). I principali C.C.N.L. di settore hanno nel tempo sopperito a questo regime di forte discrezionalità prevedendo delle limitazioni al libero potere di recesso datoriale. In via principale si prevede quindi il necessario rispetto della procedura prevista dalla contrattazione collettiva in tema di licenziamento e/o dimissioni. In particolare, nel caso di licenziamento ingiustificato i C.C.N.L. di settore prevedono l’efficacia di tale licenziamento, ma nel contempo creano un obbligo a carico del datore di lavoro di pagare, a titolo di risarcimento, al dirigente licenziato una specifica ‘indennità supplementare’, correlata alle spettanze contrattuali di fine lavoro e la cui misura, compresa tra un minimo e un massimo, è stabilita dai medesimi accordi, previo ricorso a una speciale procedura arbitrale ivi regolata. Al riguardo la Corte di Cassazione (Cass. n. 5671/2012; Cass. n. 25145/2010) ha stabilito come nella disciplina del licenziamento del dirigente la c.d. nozione di ‘giustificatezza’ prevista dalla contrattazione collettiva di settore, ai fini del riconoscimento o meno della c.d. ‘indennità supplementare’, non coincida né con quella di ‘giustificato motivo’, né con quella di ‘giusta causa’, essendo più ampia e diversa da queste, potendo rilevare qualsiasi motivo, purché apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore di lavoro (Cass. n. 1424/2012), non essendo dunque necessario verificare in maniera analitica le specifiche condizioni e dovendosi piuttosto effettuare una valutazione globale che escluda solo l’arbitrarietà della scelta (Cass. n. 12090/2004). Precisando quanto appena detto, eventuali condotte del dirigente non integrabili una ‘giusta causa’ o un ‘giustificato motivo’ di licenziamento, con riguardo ai generali rapporti di lavoro subordinato, ma che siano in ogni caso tali da ledere il carattere fiduciario del rapporto di lavoro dirigenziale, possono rientrare nella nozione di ‘giustificatezza’ ai fini del licenziamento, con il correlato disconoscimento della relativa ‘indennità supplementare’ prevista dalla contrattazione collettiva di settore. La casistica giurisprudenziale mostra come la semplice inadeguatezza del dirigente rispetto ad aspettative riconoscibili in anticipo o una considerevole deviazione dalle direttive generali del datore di lavoro (Cass. n. 15496/2008), o ancora un comportamento extralavorativo incidente sull’immagine aziendale (Cass. n. 20895/2007) possano, a seconda delle circostanze, costituire ragione di rottura del rapporto fiduciario e quindi giustificare il licenziamento sul piano della disciplina contrattuale dello stesso. La valutazione finale in merito alla ‘giustificatezza’ del licenziamento e alla sua legittimità è comunque sempre rimessa al giudice di merito e l’onere della prova in merito alla ‘giustificatezza’ del licenziamento si configura a carico del datore di lavoro. Risponde alla nostra rubrica l’Avv. Cristiano Cominotto di Milano specializzato nelle problematiche legali in campo elettronico, informatico e dei sistemi di produzione. Chiunque desiderasse proporre o approfondire argomenti legali su queste pagine può telefonare al n. 02/5450823 o scrivere a: [email protected] 112 OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 Mostre Convegno 2015 10 marzo m 2015 MC4-Motion Control for 2015 MC4-M 18 giugno 2015 ITE Day – Industrial Technology Efficiency Day 2015 INDUSTRIAL D TECHNOLOGY A EFFICIENCY Y Data da segnare in agenda! Impossibile mancare all’edizione 2015 di d MC4-Motion Control for che in questi anni si è sempre confermata essere l’appuntamento di riferimento per chi vuole conoscere in modo approfondito tutte le tecnologie per il controllo del movimento al servizio di macchine e impianti. Un solo giorno, una vera full immersion. 15 ot ottobre 2015 S&PI – Sensors a and Process Instrumentation 2015 S PI & Dopo il riscontro positivo registrato da parte delle aziende espositrici e dei partecipanti, Fiera Milano Media propone in linea con la scorsa edizione una sessione plenaria realizzata con l’autorevole contributo di Business International, le sessioni di presentazione dei prodotti ad opera delle aziende espositrici e i laboratori organizzati dalle Redazioni in collaborazione con primarie aziende del settore durante i quali i visitatori potranno imparare veramente qualcosa sui prodotti, come utilizzarli, e come realizzare vere e proprie applicazioni sotto la guida di esperti. 10 dicembre 2015 Machine Automation SENSORS & PROCESS INSTRUMENTATION Unica mostra convegn convegno dedicata all’automazione, alla sensoristica e alla strumentazione di processo, S&PI si presenta quest’anno ques con una formula rinnovata e ricca. Due le sessioni session importanti: “Tech”, nella quale si parlerà delle metodo metodologie di rilevazione e misura più promettenti nell’attuale nell’att scenario tecnologico, di comunicazione, di bus b di campo e wireless, e “Industry” in cui ci si focalizzerà su alcuni tra i più rilevanti settori applica applicativi per le soluzioni di automazione e strum strumentazione di processo: Oil & Gas,Acqua e Life Science. O L’evento quest’anno si focalizzerà sul tema del packaging con particolare attenzione ai settori applicativi del food&beverage e del life science: focus principale saranno la tracciabilità dei prodotti e l’identificazione, con interessanti excursus nel mondo della visione artificiale quale chiave di volta per migliorare la qualità dei manufatti e ottimizzare i processi in linea e a fine linea. La formula proposta è teorico-pratica: in una sola giornata si potrà partecipare alla sessione convegnistica ‘tecnologica’, alla parte espositiva e ai tanto attesi laboratori. Una modalità in grado di fare davvero ‘cultura’. Per informazioni: Elena Brusadelli Tel. 335 276990 www.mostreconvegno.it elena.brusadelli@fieramilanomedia.it AO NEWS Beckhoff Automation Per le sue caratteristiche il nuovo TwinCAT Kinematic Transformation promette di essere una vera e propria ‘rivoluzione’, capace di modificare per sempre lo sviluppo di applicazioni ‘robot based’ in ambito industriale. La Scientific Automation e il relativo concetto di XFC (eXtreme Fast Control) hanno infatti permesso al settore della robotica di entrare a pieno diritto nel mondo delle applicazioni PC-based di Beckhoff, un mondo standard che si contrappone a quello in cui, finora, l’hanno sempre ‘fatta da padrone’ logiche, controllori, comunicazione e linguaggi dedicati per il livello assoluto di performance richiesto. Grazie al software TwinCAT Kinematic Transformation, Beckhoff rende disponibile una soluzione semplice, efficace e basata su piattaforma PC che consente di realizzare soluzioni robot based direttamente via software. TwinCAT Kinematic Transformation si integra in maniera totale e trasparente nell’esistente mondo del motion control di Beckhoff: il sistema consente la piena sincronizzazione delle funzioni di controllo robot e motion attraverso le modalità TwinCAT NC PTP (point-to-point axis positioning) o NC I (3D axis interpolation). Tutte le funzioni PLC e NC possono così essere combinate in piena integrazione tra loro utilizzando una piattaforma hardware e software che, come detto, offre il pregio di essere comune e standard. Inoltre, con TwinCAT Kinematic Transformation è possibile implementare le più diffuse cinematiche: 2D, 2D e 3D parallele, 3D delta, scara, a portale ecc. Poiché gli assi vengono controllati direttamente via TwinCAT Motion Control, l’utente può programmare in modo molto semplice i movimenti del robot utilizzando la modalità in coordinate cartesiane. È il controllore software che si fa carico, in maniera dinamica a ogni ciclo, di effettuare la trasformazione delle coordinate, avvalendosi anche di un precontrollo che, gestendo parametri quali le masse, le inerzie ecc., consente di rendere la risposta del sistema ancora più stabile e accurata. Beckhoff ha già annunciato che a breve saranno disponibili ulteriori aggiornamenti di TwinCAT Kinematic Tran- 114 a cura della redazione sformation, che amplieranno pressoché a tutto il mondo della robotica attualmente disponibile le sue potenzialità XFC basate su piattaforma PC. www.beckhoff.it Siei Peterlongo electric Siei Peterlongo electric presenta le ultime generazioni di inverter Invertek Drives. In particolare, la serie Optidrive P2, completa, flessibile e performante, è il risultato dello sviluppo del controllo vettoriale di ultima generazione, adatto a pilotare motori sia asincroni, sia a magneti permanenti più recenti, con una semplicità unica nel suo genere. Grado di protezione IP55, sicurezza STO (Safe Torque Off), comunicazione Bluetooth, apertura ai maggiori protocolli di comunicazione, rispetto delle EN 61000-3-12 in termini di armoniche, funzionalità PLC per ogni tipo di automazione remota sono le caratteristiche che rendono questi inverter adatti a tutti i tipi di applicazione. La linea di inverter Hvac, invece, stabilisce nuovi standard in termini di efficienza energetica, rivolgendosi al mercato dei motori per controllo pompe e ventilatori tipicamente usati nella building automation, con un design accattivante con un grado di protezione IP20, IP55 e IP66. www.sp-electric.it Panasonic Electric Works Italia Nell’ambito dei controllori programmabili Panasonic Electric Works Italia propone la piattaforma modulare FP7 dalle dimensione compatte, con schede analogiche a elevate prestazioni, e la suite di sviluppo FPWin Pro 7 unica per tutti i PLC Serie FP e conforme allo standard IEC 61131-3. Fra l’altro, Panasonic presenta i driver compatti Minas A5B, su bus Ethercat, con: interfaccia Ethercat integrata, protocollo CoE (CAN over Ethercat), funzioni di controllo in posizione, coppia e velocità, funzionalità di realtime autotuning avanzate, nonché di filtri per la soppressione delle vibrazioni, banda passante oltre i 2,3 kHz. In particolare, Minas A5B può essere utilizzato OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 con le motorizzazioni Minas A5 sia a 220 V che a 400 V, sia bassa che alta inerzia. Nell’ambito della sensoristica, la famiglia di sensori di misura HG-C comprende telemetri studiati per soddisfare tutte le applicazioni che richiedono precisione e semplicità di utilizzo. HG-C non necessita di controllori esterni, che solitamente appesantiscono il montaggio e i collegamenti; leggerezza e ingombro ridotto contraddistinguono gli HG-C (20x44x25 mm in 35 g) e permettono un’ottima integrazione all’interno della macchina, anche in condizioni di posa mobile. I range di misura variano da 30 mm a 100 mm e il principio di misura è a triangolazione, consentendo una migliore precisione e insensibilità al cambio colore. Prodotto molto flessibile, HG-C trova applicazione in diversi settori: dalla meccanica di precisione al settore ceramico, da gomma/plastica all’assemblaggio. È disponibile un video dimostrativo su www.youtube.com/wa tch?v=mstEE895sf4&feature=youtu.be. Per quanto concerne le soluzioni per il telecontrollo, l’automazione e l’efficienza energetica delle reti nel ciclo idrico integrato delle public utility, infine, Panasonic propone sistemi completamente configurabili e adattabili a diverse esigenze dal punto di vista sia hardware sia software. L’azienda mette a disposizione diverse architetture di telecontrollo Gprs/Umts, ognuna rispondente a specifiche esigenze; la piattaforma FP7 per le esigenze di impianti di processo evoluti; soluzioni di misura e datalogging dei consumi elettrici. L’apertura delle soluzioni attraverso l’utilizzo di tecnologie standard quali Modbus RTU, Modbus TCP, IEC 60870-5-101 e 104, Snmp, sms, email, FTP, Open VPN. www.panasonic-electric-works.it Fluke Il sistema industriale wireless FC Fluke permette di lavorare sui quadri elettrici in maniera più veloce, sicura e facile. Basta togliere l’alimentazione all’armadio elettrico, collegare i moduli a distanza, chiudere l’armadio e riallacciare l’alimentazione: il sistema industriale wireless FC quelli sincroni a riluttanza. Il controllo coinvolge non solo il funzionamento dei motori utilizzando la tecnologia Voltage Vector Control, ma permette anche di ottenere tutti i vantaggi legati all’efficienza energetica. Ciò è possibile grazie ad algoritmi specifici che si adattano al funzionamento nel punto di lavoro ottimale. La messa in servizio con il nuovo firmware Danfoss per la riluttanza sincrona è semplice come per un motore asincrono standard: l’installatore deve inserire solo quattro parametri. L’adattamento automatico del motore sincrono a riluttanza richiede solo 2,7 s e consente di misurare le caratteristiche del motore e ottimizzare i parametri. Il motore funziona con l’efficienza energetica massima possibile, al fine di ottenere un basso consumo energetico e ridurre i costi di gestione. Il concetto ‘Un VLT per tutti i motori’ consente l’indipendenza del motore sincrono a riluttanza visualizza i valori wireless sul multimetro digitale wireless FC 3000. Inoltre, basta collegare i tre moduli corrente c.a. iFlex wireless FC ai punti di test per visualizzare i risultati di tutte e tre le fasi in poco, oppure si può collegare il modulo tensione c.a. wireless FC e visualizzare le misurazioni di tensione e corrente simultaneamente. Da brevi distanze, si possono visualizzare le misure dai moduli attraverso pannelli elettrici chiusi. I moduli remoti Fluke Connect registrano fino a 65.000 misure di valori min/max/medi, con indicazione dell’ora, se si utilizza l’adattatore PC opzionale. Gli strumenti di misura wireless Fluke Connect offrono inoltre una maggiore sicurezza, consentendo la visualizzazione delle misure da una posizione diversa rispetto al punto di test. Il multimetro wireless della serie FC 3000 Fluke con applicazione Fluke Connect ha tutto il necessario per eseguire test pratici e ricercare i guasti. Consente di effettuare: misurazioni della tensione c.c. e c.a. fino a 1.000 V; corrente c.c. e c.a. con una risoluzione di 0,01 mA; misurazioni di continuità, resistenza, capacitanza e frequenza e test diodi; registrazione min/max; Cat.3 1.000 V, Cat.4 600 V; IP54. Il modulo tensione c.a. wireless FC Fluke v3000 offre: misurazioni fino a 1.000 Vc.a. a vero valore RMS; utilizzo separato o come parte del sistema; funzione di registrazione per memorizzare e salvare fino a 65.000 misure. I moduli corrente wireless iFlex consentono di effettuare misure intorno a conduttori di dimensioni atipiche o in spazi ristretti facilitando l’accesso ai fili. www.fluke.it Danfoss VLT AutomationDrive di Danfoss è in grado di controllare un’ampia gamma di motori, anche senza costi aggiuntivi, garantendo al contempo prestazioni ottimali. Lo stesso convertitore di frequenza può essere configurato per il funzionamento di macchine asincrone standard, magneti permanenti e motori sincroni a riluttanza. Anche gli impianti esistenti possono essere aggiornati in modo semplice. Il nuovo firmware di VLT AutomationDrive si basa su una tecnologia collaudata e garantisce un funzionamento semplice ed efficiente. Presenta: elevata dinamica e forti prestazioni di controllo; Over Voltage Control (OVC); backup cinetico; rilevamento rotore bloccato; relè elettronico termico; rilevamento mancanza di fase motore. www.danfoss.it tali immagini per una maggiore efficienza degli impianti. Cognex Explorer RTM è stato progettato per sfruttare al massimo le funzionalità di lettura dei codici a barre dei dispositivi DataMan a gestione di immagini nei settori logistico, farmaceutico, agroalimentare e automobilistico. Cognex Explorer RTM è un prodotto basato su server, che viene connesso a una rete di lettori DataMan e che richiama con cadenza regolare le informazioni relative alle prestazioni di lettura e alle immagini delle confezioni. Quando un errore di processo genera una lettura mancata del codice a barre di una confezione, le immagini vengono inviate al sistema RTM, che le esamina in modo automatico e assegna una categoria a ciascuna di esse, per esempio ‘confezioni prive di etichette’ o ‘etichette con stampa di scarsa qualità’. Il sistema archivia quindi le immagini in un database consultabile in un secondo momento tramite un qualsiasi browser web. www.cognex.com Socomec Diris Digiware di Socomec è una soluzione semplice per costruire un sistema di misura modulare. Si compone di un display centralizzato e un unico punto di misura di tensione e da uno a Cognex Il sistema di monitoraggio in tempo reale Cognex Explorer Real Time Monitoring (RTM) della stessa Cognex presenta un’architettura scalabile, un’interfaccia di statistica sulle prestazioni basata sul web e la tecnologia di visione Cognex più avanzata. È in grado di trasmettere ai responsabili dello stabilimento tutti i dati necessari per eliminare i difetti di sistema e potenziare i processi produttivi. In particolare, con Cognex Explorer RTM è possibile analizzare l’andamento delle prestazioni di lettura, esaminare le immagini provenienti delle confezioni il cui codice non è stato letto correttamente e classificare OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 dieci moduli di misura corrente, collegati tra loro tramite bus Digiware (cavi RJ45) per permettere la misura dei consumi in vicinanza dei carichi. Ogni modulo può monitorare una o più partenze tramite dei trasformatori di corrente con ingressi indipendenti (tre, quattro o sei in funzione del modulo). Con un modulo di corrente dotato di tre ingressi è possibile monitorare una partenza tri- 115 AO NEWS fase o tre partenze monofase. Per le applicazioni senza necessità di un display locale il modulo d’interfaccia Diris Digiware C-31 permette di centralizzare l’insieme dei dati del sistema. I dati dei moduli Digiware e delle centraline isolate sono centralizzati su uno o più gateway di comunicazione Diris G. Ogni gateway ha un web server a bordo, Webview, che permette di effettuare il monitoraggio delle grandezze in tempo reale e l’analisi dei dati di consumo. Un tablet touch, eventualmente installato anche sulla porta del quadro, completa il sistema collegandolo, tramite Ethernet o wi-fi (via un router), per utilizzare i software di gestione energia, come la serie Vertelis Suite. Per punti di misura isolati, l’utente dispone anche di centraline di misura Diris B-30 che comunicano in radiofrequenza o RS485. Diris Digiware è una soluzione plug&play: le connessioni RJ45 e RJ12 permettono di collegare rapidamente i moduli e di configurare automaticamente i sensori di corrente collegati. Inoltre, è una soluzione economica. Il tempo di montaggio è diminuito di quattro volte, la compattezza dei moduli fa risparmiare spazio nei quadri e la condivisione delle funzioni di misura di tensione, display e comunicazione permette di risparmiare fino al 30% sull’investimento. Oltre a ciò, la precisione del sistema nelle misure di energia permette di ottimizzare le azioni di efficientamento energetico. www.socomec.it mento individuale a ogni applicazione è consentito tramite licenza Java Script; altre peculiarità sono costituite dall’alloggiamento resistente e dall’elevato grado di protezione IP65 o IP64. Lo scanner portatile OHV100 trasferisce i dati al PC tramite interfaccia USB o RS232, mentre lo scanner portatile serie OHV200 utilizza una connessione wireless Bluetooth fino a una distanza di rilevamento di 30 m. Bluetooth permette, inoltre, di inviare i dati sia a smartphone basati su IOS, sia a tablet, senza la necessità di hardware o software addizionali. Grazie alla capacità di memorizzare grandi quantità di dati direttamente sul dispositivo, il modello OHV200 risulta perfetto per le applicazioni in cui il ricevitore di dati viene posizionato a una certa distanza. Il modello OHV200 è disponibile in due versioni, con e senza impugnatura. www.pepperl-fuchs.com a uno o due canali e possono leggere sensori con uscita Ossd (Output Signal Switching Device) come barriere fotoelettriche e scanner. Si tratta di una soluzione di sicurezza integrata economicamente conveniente, che può essere utilizzata per controllare e monitorare il protocollo di comunicazione Profisafe. Può essere utile dovunque del materiale sia in movimento, per esempio su traportatori a rulli, tavole rotanti e sistemi a monorotaia elettrificata per carichi leggeri, in particolar modo nei settori automotive e dell’intralogistica. www.sew-eurodrive.it Luchsinger Azienda tedesca attiva nel campo delle prove dinamiche di materiali e componenti, SincoTec, distribuita da Luchsinger, sviluppa tecnologie SEW-Eurodrive L’integrazione della sicurezza funzionale è un importante passo avanti verso il concetto di industria integrata. SEW-Eurodrive equipaggia con la tecnologia di sicurezza l’intera gamma Pepperl+Fuchs FA Italia Gli scanner portatili OHV100 e OHV200 di Pepperl+Fuchs si distinguono per le elevate proprietà di scansione e le numerose caratteristiche funzionali, come la lettura affidabile di codici su superfici riflettenti o il meccanismo di visione ottica con il quale i codici vengono letti rapidamente e con la massima precisione. L’elevata risoluzione di 1,2 megapixel e l’ampio raggio di funzionamento di 50-310 mm permettono di acquisire codici piccoli e grandi, tramite unico dispositivo brevettato con lenti focali separate lunghe e corte. Questi dispositivi portatili si integrano facilmente nelle applicazioni grazie al software di parametrizzazione Vision Configurator; è possibile gestire gruppi di parametri, formattare le stringhe di uscita e creare codici di controllo specifici all’applicazione. L’adatta- 116 di azionamenti, sia da quadro che decentralizzati. Una novità è rappresentata dall’opzione di sicurezza S12 per i controllori Movifit FC/MC, particolarmente adatti per realizzare sistemi di trasporto modulari e flessibili. Le due versioni di scheda opzionale, S12A e S12B, supportano un numero differente di input e output di sicurezza. La nuova opzione S12 offre le funzioni di sicurezza aggiuntive STO (Safe Torque Off), SS1a/c (Safe Stop 1), SLS (Safely Limited Speed) e SDI (Safe Direction), in aggiunta alle funzioni standard. La funzione SLS può essere facilmente implementata utilizzando un encoder EI7C (FS). Per la programmazione dell’opzione S12 viene utilizzato il software di ingegnerizzazione Movitools MotionStudio della stessa SEW-Eurodrive. L’opzione di sicurezza S12 offre maggiori funzionalità rispetto alla precedente versione S11. Essa può essere usata indipendentemente o in modalità slave. Gli input possono essere settati OTTOBRE 2014 AUTOMAZIONE OGGI 376 innovative di prova della resistenza alla fatica dei componenti e offre consulenza e formazione. In particolare, i sistemi di prova a risonanza Power Swing ad alta frequenza con motore o magnete sono altamente efficienti da un punto di vista energetico e offrono bassi costi di esercizio e manutenzione. Combinano velocità ed elevata capacità, rilevamento precoce di inizio cricca e monitoraggio del suo avanzamento. SincoTec sviluppa sistemi con capacità da pochi kN a 1.000 kN e svariati sistemi di fissaggio per qualunque tipo di componente. I sistemi di prova servo-idraulici Power Flow consentono prove multi assiali con elevate forze e velocità, per esempio nella prova delle scocche. I sistemi servo-idraulici di SincoTec sono utilizzati e caratterizzati da elevata affidabilità, efficienza energetica e flessibilità. I sistemi servo-pneumatici Power Air sono idonei per prove dinamiche di componenti e provini con bassi carichi. Per esempio per la prova di elastomeri e componenti plastici o per componenti in alluminio. Capacità massima fino a 20 kN con frequenze fino a 50 Hz. Infine, i sistemi di prova elettromeccanici Power Drive presentano attuatori elettro-meccanici con corse e forze di alta precisione. Per piccoli carichi fino a 4 kN sono una soluzione economica per una miriade di prove. Grazie al controllo per eventi sono universali e facili da applicare. www.luchsinger.it Controllo, precisione e flessibilità imbattibili Riuscire a diminuire i costi, aumentare la produttività e ridurre i tempi di progettazione sono solo alcune delle sfide fronteggiate dagli ingegneri industriali. L’approccio della progettazione grafica di sistemi integra il software produttivo e l’hardware RIO (ad I/O riconfigurabile) per consentire di rispondere a tali sfide. Questa piattaforma commerciale, customizzabile per qualisiasi applicazione di controllo e monitoraggio, unisce funzioni di controllo assi, visione e I/O a un unico ambiente di sviluppo software per realizzare rapidamente sistemi industriali complessi. >> Dai un impulso alla tua produttività su ni.com/industrial-control-platform/i 02 41 309 1 ©2013 National Instruments. Tutti i diritti riservati. LabVIEW, National Instruments, NI e ni.com sono marchi registrati di National Instruments. Altri prodotti e nomi aziendali citati sono marchi commerciali delle rispettive aziende. 13201 Il software di progettazione one di isce sistemi NI LabVIEW fornisce una flessibilità senza parii grazie alla programmazione one FPGA, semplifica il riutilizzo zzo del codice e ti aiuta a programmare come pensii – graficamente.
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