Il timing è tutto? Attuazione pratica della copertura dei tail risk

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Luglio 2014
Your Global Investment Authority
Il timing è tutto? Attuazione
pratica della copertura dei
tail risk
La naturale tendenza della maggior parte degli
investitori è quella di ricercare una copertura dalla
volatilità nelle fasi di ribasso dei mercati e di evitare
le spese di copertura quando il clima di mercato
appare particolarmente favorevole. Di conseguenza,
la maggioranza degli investitori tende a non detenere
coperture proprio quando queste possono essere più
interessanti: in prossimità dei massimi del mercato,
quando la volatilità implicita è ai minimi.
Michael Connor
Executive Vice President
Product Manager
Markus Aakko, CFA
Executive Vice President
Account Manager
Sostanzialmente, una copertura “just in time” è pura
speculazione. È come acquistare un’assicurazione contro
i terremoti o le inondazioni solo quando una catastrofe
naturale è imminente. Inoltre, al pari degli eventi
naturali, le condizioni di mercato sono estremamente
difficili da prevedere.
Ad esempio, secondo l’indice VIX (il Chicago Board Options Exchange’s
Volatility Index, che misura il costo implicito delle coperture) i mercati
erano moderatamente inquieti, ma non prevedevano un’impasse quando
il Congresso statunitense è giunto sull’orlo del “fiscal cliff” alla fine del
2012. Quando è emersa chiaramente la possibilità di una situazione di
stallo, il VIX si è impennato, subendo poi una netta flessione il primo
giorno di contrattazioni del nuovo anno, in seguito all’accordo raggiunto
il 1° gennaio 2013 (Figura 1). In questo caso, attendere l’ultimo momento
per acquistare una copertura si sarebbe rivelato estremamente oneroso,
poiché i prezzi delle opzioni acquistate negli ultimi giorni del 2012 sono
crollati nel 2013.
Indice VIX
FIGURA 1: PICCO DELL’INDICE VIX E CROLLO IN PROSSIMITÀ DEL
COMPROMESSO SUL FISCAL CLIFF
24
22
20
18
16
14
12
Sett. 24 Ott. 8 Ott. 22 Nov. 5 Nov. 19 Dic. 3 Dic. 17 Dic. 31 Gen.14 Gen. 28 Feb.11
‘12
‘12
‘12
‘12
‘12
‘12
‘12
‘12
‘13
‘13
‘13
Fonte: dati CBOE dal 17 settembre 2012 al 15 febbraio 2013
In teoria, se l’orizzonte d’investimento fosse infinito, le
coperture potrebbero non essere necessarie. Nel lungo
periodo, un investitore può generare rendimenti positivi da
diverse fonti di premio per il rischio. Anche con orizzonti
temporali molto lunghi, tuttavia, la liquidità potenzialmente
generata dalla copertura dei tail risk durante una crisi offre
agli investitori l’opportunità di acquistare attività a prezzi
depressi e potrebbe essere un’interessante componente
aggiuntiva dell’asset allocation.
Ma nella pratica pochi investitori sono in grado di
considerare il rischio d’investimento solo come una
“fluttuazione di breve termine”. Di norma, le relazioni agli
stakeholder hanno frequenza almeno annuale e nel breve
periodo la volatilità può essere elevata. Inoltre, per i fondi
pensione e altri organismi che effettuano distribuzioni
significative ogni anno, finanziare questi pagamenti con la
vendita di attività a prezzi estremamente depressi può avere
un impatto significativo sulle performance future. Per gli
investitori che detengono quantità significative di attività
rischiose in portafoglio, la copertura dei tail risk può rendere
più semplice mantenere o persino incrementare questa
allocazione orientata al rendimento, in virtù della riduzione
attesa dell’esposizione a rischi di eventi negativi estremi.
Il timing è tutto?
Il costo della copertura può variare in misura significativa in
periodi di tempo diversi e una copertura “just in time” è
pressoché impossibile: la correzione potrebbe essere già
iniziata prima che l’investitore decida di assumere una
copertura, che quindi potrebbe essere già divenuta
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onerosa. Pertanto, idealmente le coperture potrebbero
essere incluse come componente permanente dell’asset
allocation, in modo da essere disponibili quando sono più
necessarie: una copertura che potremmo chiamare “just in
case”. Persino nelle fasi di rialzo dei mercati una copertura
dei tail risk può creare valore, rappresentando per il
portafoglio una sorta di “trailing stop” che permette agli
investitori di mantenere con minori preoccupazioni i propri
investimenti in attività rischiose durante i rally.
Infatti, alcuni investitori possono adottare un approccio
anticiclico, modificando la quantità di coperture acquistata
in base al livello della volatilità implicita. Ciò può essere
ottenuto in modo semplice, stabilendo un budget fisso e
scaglionando gli acquisti nel tempo. Se le opzioni sono
costose, il budget fisso permette di acquistare una
copertura inferiore, mentre se sono convenienti, parte del
budget può persino essere trattenuta per un utilizzo
successivo, se il rapporto di copertura desiderato è stato
raggiunto. Inoltre, dal momento che i costi di copertura
tendono a essere minimi in corrispondenza dei picchi del
mercato, e viceversa, un investitore può potenzialmente
trarre vantaggio da questa dinamica anticiclica (Figure 2 e 3).
FIGURA 2: I NETTI RIALZI DEI MERCATI AZIONARI SONO STATI
SPESSO ASSOCIATI A UNA VOLATILITÀ IMPLICITA RIDOTTA
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
QE1 QE2 QE3
Ott Ott Ott Ott Ott Ott Ott Ott Ott Ott Ott Ott Ott
‘90 ‘92 ‘94 ‘96 ‘98 ‘00 ‘02 ‘04 ‘06 ‘08 ‘10 ‘12 ‘14
Indice VIX (asse sx)
Indice S&P 500 (asse dx)
Fonte: dati CBOE e S&P al 12 maggio 2014.
Intervalli temporali dei quantitative easing (QE):
QE1: dicembre 2008 - marzo 2010. QE2: novembre 2010 – giugno 2011.
QE3: settembre 2012 - ottobre 2014 (stima). La data di fine del QE3
è stimata ipotizzando che la riduzione degli acquisti di attività della Fed
prosegua al ritmo attuale.
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
FIGURA 3: SCAGLIONANDO GLI ACQUISTI DI COPERTURE NEL
TEMPO, GLI INVESTITORI POSSONO INCREMENTARE L’ESPOSIZIONE
QUANDO I COSTI DI COPERTURA SONO BASSI
FIGURA 4: APPLICAZIONE PRATICA DI UNA STRATEGIA SCALARE DI
ACQUISTO DI COPERTURE
Illustrazione del rinnovo di 1/4 del nozionale complessivo
ogni trimestre
Costo storico di una copertura con attachment point
del 15% per un portafoglio 60/40
600
160
120
400
100
80
300
60
200
40
100
20
Rischio coperto in %
Costo in pb
Anno 1
140
500
T1
T2
USD 25
USD 25
USD 25
0
0
Mar
‘08
Mar
’09
Mar
‘10
Mar
‘11
Mar
‘12
Mar
‘13
Mar
‘14
Costo in pb della copertura totale (asse sx)
Rischio coperto in % con budget di 75 pb (asse dx)
Copertura del 100%
Fonte: dati Bloomberg per i prezzi storici. Dati al 31 marzo 2014.
Esempio ipotetico a scopo puramente illustrativo. Il portafoglio ipotetico
è composto per il 60% da azioni (rappresentate dall'S&P 500) e per il 40%
da obbligazioni (rappresentate dal Barclays Aggregate Index).
Per ulteriori informazioni relative all'attachment point si rimanda alla sezione
"informazioni aggiuntive".
Se si intende scaglionare gli acquisti nel tempo, un metodo
pratico data l’attuale ripidità della struttura a termine della
volatilità potrebbe consistere nel porre in essere coperture a
un anno in modo scalare, acquistando 1/4 del valore
nozionale obiettivo ogni trimestre. Ciascuna tranche
coprirebbe il 25% del portafoglio complessivo per un anno
dalla data di esecuzione e con un livello di copertura dei
tail risk stabilito in funzione dei livelli di mercato in tale
data. In questo modo, l’hedger otterrà una diversificazione
sia in termini di tempo che di prezzo di esercizio all’interno
del portafoglio di copertura (Figura 4).
Nozionale
Anno 2
USD 25
T3
T4
T1
T2
T3
T4
Rinnovo
della copertura
Rinnovo
della copertura
Rinnovo
della copertura
Rinnovo
della copertura
Totale:
USD 100
Fonte: PIMCO. Esempio ipotetico a scopo puramente illustrativo.
In alternativa, si potrebbe acquistare l’intero nozionale per
un trimestre, continuando a rinnovare opzioni a tre mesi.
Un inconveniente di questa strategia basata su opzioni a
breve scadenza è il ridotto valore temporale. Il costo può
essere inferiore, ma al contempo, al verificarsi di un evento
di mercato significativo, è improbabile che le opzioni a più
breve scadenza possano fornire una copertura pari a quella
offerta dalle opzioni a più lunga scadenza scaglionate.
L’approccio indiretto
Il timing non è tutto: ciò che si acquista e il modo in cui si
strutturano le coperture sono altrettanto importanti. La
volatilità non è scontata in modo uniforme da tutti i
mercati e talvolta gli investitori possono riuscire ad
acquistare coperture meno costose utilizzando strumenti di
copertura correlati in altri mercati.
Ad esempio, quando i mercati subiscono una violenta
correzione, i mercati valutari possono riflettere flussi legati
al rimpatrio dei capitali. In tal caso, le valute con rendimenti
più elevati tendono a subire una netta flessione, mentre
quelle con rendimenti più bassi si apprezzano (ciò è spesso
definito “smobilizzo dei carry trade”). Ad esempio, basta
osservare l’aumento della correlazione del dollaro
australiano (AUD) con l’S&P 500 in caso di netta correzione
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del mercato azionario (Figura 5). Se i mercati delle opzioni
out-of-the-money (OTM) scontano una correlazione media
(50%) anziché una “tail correlation” (60%), il prezzo della
put OTM sull’AUD può essere inferiore di ben il 30% a
quello della put sull’S&P 500: un risparmio significativo.
FIGURA 5: È POSSIBILE OTTENERE UNA COPERTURA PIÙ
CONVENIENTE UTILIZZANDO STRUMENTI CORRELATI IN DIVERSI
MERCATI
Correlazione tra l'S&P 500 e l'AUD spot come funzione
delle performance realizzate dell'S&P 500
Correlazione tra
AUD/USD e S&P 500
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
Finanziamento delle coperture
Riteniamo che nella maggior parte dei portafogli un
programma di copertura possa essere interamente
finanziato mediante la vendita di investimenti esistenti e
l’utilizzo dei proventi per l’acquisto di opzioni. Tuttavia, per
alcuni investitori queste spese possono risultare eccessive.
I mercati delle opzioni possono essere d’aiuto: gli investitori
possono decidere di vendere alcune opzioni per finanziare
l’acquisto delle coperture. Non consigliamo l’utilizzo di
strategie collar, dato che possono essere estremamente
onerose: ad esempio, se un investitore avesse coperto un
portafoglio azionario mediante collar dal 2009 al 2013,
avrebbe perso in media oltre l’8% dell’importo della
copertura sull’opzione venduta, poiché i mercati hanno
registrato un rally e la curva della volatilità ha subìto un
“roll up” (Figura 6).
0.1
0
FIGURA 6: LE STRATEGIE COLLAR POSSONO ESSERE COSTOSE
< -25%
-25% to 0%
0% to 25%
> 25%
Rendimento annuo medio dell'S&P 500
Costo ipotetico di un collar o put-spread collar sull’SPX con
un cap del 108%
Fonte: Bloomberg, calcoli PIMCO.
Dati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2013
Dal momento che la scelta dello strumento di copertura
varia in funzione delle condizioni del mercato, queste proxy
hedge possono essere gestite attivamente. Ad esempio, se
la proxy hedge valutaria dovesse improvvisamente acquisire
maggiore valore rispetto alla copertura diretta, potrebbe
essere opportuno effettuare prese di beneficio su tale
copertura indiretta e passare ad altre tipologie di copertura
o persino a opzioni put dirette su azioni.
Occorre tenere presente che l’utilizzo di coperture indirette
comporta alcuni rischi aggiuntivi. Dal momento che la
performance delle proxy hedge può non essere in linea con
quella delle coperture dirette, con una conseguente scarsa
efficacia della copertura dai rischi specificati, tali strumenti
vanno utilizzati con moderazione e unitamente a coperture
dirette. Il rischio specifico associato a ogni copertura
indiretta può essere ridotto anche attraverso la
diversificazione, ossia acquistando un portafoglio di proxy
hedge diverse al fine di ridurre l’esposizione alle singole
coperture indirette. Inoltre, un’adeguata gestione di un
portafoglio di coperture dei tail risk richiede una solida
gamma di strumenti per quantificare e limitare questo
basis risk.
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Data
Chiusura
SPX
Soglia del
108%
Costo alla
scadenza*
2-gen-2009
0.931,80
1.006,34
13,59%
4-gen-2010
1.132,99
1.223,63
4,26%
3-gen-2011
1.271,87
1.373,62
0,00%
3-gen-2012
1.277,06
1.379,22
6,51%
2-gen-2013
1.462,42
1.579,41
17,27%
2-gen-2014
1.831,98
Costo annuo
medio:
8,33%
Fonte: Bloomberg, dati PIMCO al 2 gen. 2014
* Costo del collar alla scadenza: in media, i collar a un anno tendono a
essere esercitati con una call out-of-the-money di circa l’8%, ossia a uno
strike totale del 108%. La componente put del collar è lo strike put che
può essere acquistato con i proventi della vendita di questa call al 108%
(di solito con uno strike tra l’80 e l’85%). Ipotizzando che un investitore
venda la call al 108%, il “costo alla scadenza” rappresenta il mancato
rendimento potenziale: in nessuno degli anni considerati l’acquisto della
put avrebbe prodotto un risultato positivo, ma la vendita della call
avrebbe comportato un costo per l’investitore ogni anno, salvo nel 2011.
Pertanto, riteniamo che le posizioni in opzioni vendute
dovrebbero integrare la strategia d’investimento generale.
Ad esempio, nel caso di un fondo pensione con passività a
lunga duration e l’obiettivo di incrementare la duration in
caso di aumento dei rendimenti, le swaption potrebbero
permettere di “impegnarsi anticipatamente” ad aumentare
la duration a fronte di rendimenti più elevati vendendo
payer swaption con rendimenti superiori ai livelli correnti.
I proventi di queste vendite di swaption potrebbero quindi
essere utilizzati per finanziare l’acquisto di put su azioni e di
coperture indirette. In questo caso, l’investitore sfrutta il
posizionamento naturale del portafoglio per ridurre i costi
di copertura.
La Figura 7 fornisce un esempio numerico di questo
approccio: un fondo che intende coprire un’esposizione
azionaria di 100 milioni di dollari potrebbe vendere 100
milioni di dollari di payer swaption a 100 punti base al di
sopra del rendimento corrente del mercato.
FIGURA 7: UN POSSIBILE UTILIZZO DELLE SWAPTION PER
CONTRIBUIRE A RIDURRE I COSTI DI COPERTURA
Contratto di opzione
Prezzo
Descrizione
1,29%
azionario)
Put 25% OTM a 1 anno
su SPX
(tail hedge contro il rischio
(incrementa la duration se i
Payer swaption spot OTM
100 pb 1 anno in 10 anni
tassi aumentano di 100 pb
1,30%
dai tassi swap spot a 10 anni)
Fonte: Bloomberg, PIMCO al 7 aprile 2014. OTM = out-of-the-money.
Esempio ipotetico a scopo puramente illustrativo.
Per questi approcci combinati è necessario pianificare
accuratamente la strategia, inoltre potrebbe essere
importante effettuare stress test e analisi di scenario in
relazione al fabbisogno di collaterale.
Strategie di copertura: principali conclusioni per
gli investitori
Nelle decisioni relative alle coperture il timing è importante:
acquistare coperture quando i prezzi sono ai massimi ne
riduce l’efficacia, poiché il mercato sconta già un rischio
significativo di eventi estremi. Noi di PIMCO crediamo che
le coperture dei tail risk siano utili in qualsiasi portafoglio
che presenti un’esposizione significativa alle attività
rischiose. Tuttavia, è improbabile riuscire a individuare
il punto d’ingresso giusto per un programma di copertura,
pertanto la strategia ottimale può consistere in
un’allocazione di copertura mediata, da assumere quando
i prezzi delle azioni sono elevati e i costi di copertura
contenuti, come in questo periodo, alla luce degli attuali
livelli degli indici S&P 500 e VIX.
Inoltre, utilizzare un’ampia gamma di strumenti di
copertura può contribuire a ridurre i costi. Unitamente
a un approccio rigoroso alla mediazione dei costi e alla
potenziale vendita di alcune opzioni per finanziare il
programma di copertura, ciò consente di ridurre in misura
significativa il costo del programma di copertura nel
suo complesso.
Biografie
Michael Connor è executive vice president presso la sede
PIMCO di Newport Beach e membro del team di gestione
dei prodotti. Prima di entrare in PIMCO nel 2012 ha
lavorato presso Merrill Lynch, UBS/Swiss Bank e Salomon
Brothers, occupandosi di trading e strutturazione di tutte le
tipologie di prodotti derivati. Vanta 27 anni di esperienza
nel settore degli investimenti e ha conseguito un MBA
presso la University of Chicago, nonché una laurea presso
la Princeton University.
Markus Aakko, CFA, è executive vice president e account
manager presso la sede PIMCO di Newport Beach, dove
cura i servizi alla clientela istituzionale. Prima di entrare in
PIMCO nel 2010, ha ricoperto i ruoli di managing director
e gestore di Global Portfolio Solutions presso Goldman
Sachs Asset Management (GSAM). La sua esperienza
precedente presso GSAM comprende le funzioni di
responsabile della gestione del rischio e responsabile del
reddito fisso per la selezione dei gestori. Prima di entrare
in GSAM, Markus Aakko ha lavorato nella International
Finance Corporation presso la Banca mondiale. Ha maturato
16 anni di esperienza nel settore degli investimenti e ha
conseguito un master e una laurea in finanza presso la
Helsinki School of Economics.
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Informazioni aggiuntive
Programma di copertura dei tail risk: un portafoglio gestito attivamente di posizioni in opzioni (un portafoglio di
copertura) concepito per mitigare le perdite derivanti dai rischi d’investimento di un portafoglio di riferimento su
un orizzonte di copertura, con uno specifico attachment point e un livello di spesa predeterminato.
Rischi d’investimento: i principali rischi d’investimento di un portafoglio vengono quantificati attraverso una
serie di fattori di rischio che possono includere l’insieme delle azioni, i tassi di cambio, l’interest rate duration e
gli spread creditizi. Nelle fasi di volatilità, i fattori di politica economica e di liquidità possono assumere una
certa importanza.
Orizzonte di copertura: compreso fra sei mesi e cinque anni e pari tendenzialmente a un anno.
Attachment point: il target di perdita massima sull’orizzonte di copertura per il complesso del portafoglio di
riferimento e del portafoglio di copertura. Tale valore non è garantito; la soglia di perdita dovrebbe essere
considerata un obiettivo d’investimento.
Livello di spesa (costo): il costo di un programma di copertura dei tail risk è una spesa periodica, espressa in
percentuale del portafoglio di riferimento, ad esempio l’1,2% annuo. I livelli di spesa vengono determinati
all’inizio del programma di copertura dei tail risk, ma possono variare nel tempo al mutare delle condizioni di
mercato o qualora il cliente scelga di modificare l’orizzonte di copertura o l’attachment point
Coperture dirette e indirette: le coperture dirette sono costituite da contratti di opzione i cui valori sono
determinati dai fattori di rischio espliciti nel portafoglio di riferimento. Le coperture indirette sono costituite da
contratti di opzione i cui valori sono determinati da fattori di rischio non espliciti nel portafoglio o la cui
dimensione è superiore al livello necessario per attuare la copertura diretta di un rischio esplicito.
I rendimenti passati non sono una garanzia né un indicatore attendibile dei risultati futuri.
L’investimento nel mercato obbligazionario è soggetto a taluni rischi, tra cui il rischio di mercato, di tasso di
interesse, di emittente, di credito, di inflazione e di liquidità. Il valore della maggior parte delle obbligazioni e
delle strategie obbligazionarie varia in funzione delle fluttuazioni dei tassi d’interesse. Le obbligazioni e le
strategie obbligazionarie con duration più lunga tendono a evidenziare una maggiore sensibilità e volatilità
rispetto a quelle con duration più breve. Di norma, i prezzi delle obbligazioni diminuiscono in caso di aumento
dei tassi d’interesse e l’attuale contesto di bassi tassi d’interesse fa aumentare tale rischio. Le attuali riduzioni di
capacità delle controparti obbligazionarie possono contribuire al calo della liquidità del mercato e all’aumento
della volatilità dei prezzi. Al momento del rimborso gli investimenti obbligazionari possono avere un valore
superiore o inferiore al costo iniziale. L’investimento in titoli domiciliati all’estero e/o denominati in
valute estere può comportare elevati rischi dovuti alle fluttuazioni valutarie, nonché rischi economici e politici
che possono risultare più accentuati nei mercati emergenti. Il valore delle azioni può diminuire a causa delle
condizioni di mercato, economiche e industriali sia reali che percepite. I titoli ad alto rendimento e a basso
rating comportano rischi maggiori rispetto ai titoli con un rating più elevato. I portafogli che investono in tali
titoli sono esposti a livelli più elevati di rischio di credito e di liquidità rispetto ai portafogli che non detengono
tali strumenti. La copertura dei tail risk può comportare la stipula di derivati finanziari per cui si prevede un
incremento del valore al verificarsi di eventi estremi. Investire in uno strumento di copertura da eventi estremi
può comportare la perdita parziale o totale dell’investimento anche in un periodo di gravi tensioni sui mercati.
Un evento estremo è imprevedibile; pertanto, gli investimenti in strumenti legati al verificarsi di un simile evento
sono speculativi. I derivati possono comportare determinati costi e rischi, quali il rischio di liquidità, di tasso
d’interesse, di mercato, di credito, di gestione e il rischio che una posizione non possa essere chiusa nel
momento più favorevole. L’investimento in derivati può comportare una perdita superiore all’importo investito.
La diversificazione non garantisce un profitto né la protezione dalle perdite. Si consiglia agli investitori di
rivolgersi al proprio professionista dell’investimento prima di qualsiasi decisione di investimento.
La correlazione di diversi indici o titoli tra loro o con l’inflazione si basa sui dati registrati in un determinato
intervallo di tempo. In futuro o in periodi di tempo diversi tali correlazioni possono subire variazioni significative,
che possono dar luogo a una maggiore volatilità. Non sussiste alcuna garanzia che le suddette strategie di
investimento si rivelino efficaci in tutte le condizioni di mercato o che siano idonee a tutti gli investitori. Ciascun
investitore è tenuto a valutare la propria capacità di investimento a lungo termine, in particolare nei periodi di
flessione del mercato. Eventuali riferimenti a specifici titoli e ai loro emittenti non sono voluti e non intendono
costituire raccomandazioni ad acquistare, vendere o detenere tali titoli. I prodotti e le strategie di PIMCO
possono includere o meno i titoli indicati e, laddove tali titoli siano inclusi, non viene fornita alcuna garanzia che
essi continueranno a essere inclusi. Gli esempi ipotetici e simulati presentano numerosi limiti intrinseci e di
norma vengono elaborati con il beneficio dell’esperienza. Spesso vi sono nette differenze tra i risultati simulati e
quelli effettivi. Diversi fattori connessi ai mercati in generale o all’attuazione di una strategia d’investimento
specifica non possono essere presi in considerazione nell’elaborazione di risultati simulati e possono incidere
negativamente sui risultati effettivi. Non vi sono garanzie che i risultati indicati saranno conseguiti.
Barclays U.S. Aggregate Index rappresenta titoli registrati presso la SEC, tassabili e denominati in dollari
statunitensi. L’indice copre il mercato statunitense delle obbligazioni a tasso fisso con rating investment grade e
presenta componenti costituite da titoli di Stato e obbligazioni societarie, mortgage pass-through securities e
asset-backed securities. Questi segmenti principali sono suddivisi in indici più specifici, calcolati e pubblicati
regolarmente. Il CBOE Volatility Index® (VIX®) è una misura cruciale delle aspettative di mercato sulla
volatilità a breve termine, come incorporate nei prezzi delle opzioni sull’indice S&P 500. L’S&P 500 Index è un
indice di mercato non gestito generalmente considerato rappresentativo del mercato azionario nel suo
complesso. L’indice comprende il segmento large cap del mercato azionario statunitense.
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