Investment Outlook

Investment Outlook
Aprile 2014
Bill Gross
Your Global Investment Authority
Bob
Vi è una tragica fine
a tutte le cose viventi:
smettono di vivere.
La nostra “gattina”
di razza Maine Coon
di 14 anni ha smesso
di vivere la settimana scorsa. Si chiamava “Bob” ed era
uno degli animali più dolci che si potessero avere. Non
penso che le dispiacesse di avere un nome da maschio.
Perlomeno non si è mai lamentata. L’abbiamo portata a
casa un pomeriggio dopo aver visitato la 3a esposizione
felina in altrettanti mesi ed esserci fatti l’inevitabile
domanda, come la chiamiamo? Nella ricerca di una
designazione appropriata per un gatto marrone e nero
che ad essere onesti sembrava più un cane, e avendo
visto la notte prima la commedia con Richard Dreyfuss e
Bill Murray intitolata “What about Bob?”, dissi proprio
“Perché non Bob?” Provocai una risata generale, ma il
nome rimase. La chiamammo Bob.
A parte dormire, a Bob la cosa che piaceva di più era seguirmi da una
stanza all’altra per assicurarsi che stessi bene. A volte esagerava un po’,
specie quando entrava e usciva dalla doccia. Non sono particolarmente
timido, ma perché una gatta di nome Bob voleva sempre starmi dietro? La
sua ossessione arrivava finanche in TV, quando sentiva che ero alla CNBC e
continuava a seguirmi con altrettanta attenzione. Le chiedevo spesso di
darmi consigli sulle azioni di società di cibo per animali e spesso rispondeva
con un miao per dire “no” e due miao per dire “certo”. Sui tassi d’interesse
era un po’ più in dubbio, ma chiedere non guastava.
Prima di Bob, c’erano stati diversi adorabili animali domestici nella famiglia
Gross. Anche la maggior parte di voi ne avrà avuti, amati e poi persi. Per i
Gross c’era stato Honey, il golden retriever di tutti i tempi, o almeno il
campione del XX secolo. Gironzolava nel vicinato nei più calmi anni
Ottanta, portando a casa pagnotte secche come fossero anatre su uno
stagno. Non era tanto il pane (anche se in realtà lo era), quanto piuttosto il
desiderio di ricevere complimenti per quello che aveva trovato e una pacca
sulla testa. A Honey piacevano anche le pietre, alcune così grosse che
sembrava che le sarebbe scoppiata la mascella. I retriever adorano riportare
qualcosa, anche se si tratta di pagnotte o di pietre. E ci sono stati anche
Wiggles, Daisy e Budgie, tutti animali adorabili e, cosa forse
almeno altrettanto importante, che ci amavano a loro
volta. So che ne avete avuti anche voi. Quindi pace
all’anima loro e a quella di Bob. Ne abbiamo seppellito le
ceneri nel giardino dietro casa. Sulla sua pietra tombale c’è
scritto solo: “Bob”. Che ragazza, che gattina di ragazza
quella Bob.
Il Professore Emerito di Stanford William Sharpe è stato tra
gli ideatori del Capital Asset Pricing Model, una lezione che
ho seguito mentre stavo per finire gli studi alla UCLA
Anderson School of Management e che ho superato a
stento. Una “C” in una business school vale una “F”. È
come se fossi stato bocciato. Più tardi Sharpe ebbe un’altra
idea nota in seguito come “indice di Sharpe” o, nella sua
versione modificata, “information ratio”. In base alla logica
di questo indicatore, le performance delle attività più
rischiose, come le azioni o le obbligazioni ad alto
rendimento, devono essere in qualche modo misurate a
fronte della loro volatilità al rialzo e al ribasso e l’indice
cerca di farlo per l’intera asset class misurata rispetto ai
Treasury Bill, nonché per singoli portafogli misurati rispetto
a vari indici. Quanto maggiore è l’indice di Sharpe, tanto
meglio, in generale, e un indice di 0,5 veniva generalmente
considerato una misura accettabile del rendimento atteso
di un asset rispetto ai Treasury Bill o dell’abilità di un
gestore di sovraperformare un indice nel tempo nel caso
dell’ibrido “information ratio”.
INDICI DI SHARPE USA
Rendimenti
annualizzati
Indice di Sharpe
15 anni
15 anni
Treasury USA
4,8%
0,56
Obbl. HG USA
5,9%
0,69
Obbl. HY* USA
7,3%
0,67
Obbl. emerg. (BB e
inferiore)
12,4%
0,94
S&P 500
4,7%
0,21
NASDAQ
5,3%
0,24
Russell 2000
S&P Midcap 400
8,4%
0,37
10,0%
0,46
Fonte: CreditSights
* I dati sull’indice di Sharpe dei titoli high yield USA iniziano a
maggio 1994
GRAFICO 1
2
APRILE 2014 | INVESTMENT OUTLOOK
Il grafico 1, tratto da uno studio approfondito di
CreditSights, evidenzia gli indici di Sharpe per varie asset
class negli ultimi 15 anni. Tutte le attività illustrate nel
grafico hanno registrato indici di Sharpe positivi. In un
certo senso, questa è proprio una lezione della storia.
Il grafico ci dice che anche quando si tiene conto della
volatilità (la misura comunemente accettata del rischio),
anche quando si considera il contributo di quelle notti
insonni dello scoppio della bolla dotcom del 2000 o del
panico del 2009 alle rughe sul proprio volto che invecchia,
si è sempre meglio con qualsiasi cosa in portafoglio che
non sia liquidità. Ebbene sì, questa è la storia di lungo
periodo dei mercati dei capitali come li conosciamo.
“Assets for the long run” sarebbe un libro sottile ma
alquanto informativo. Scrivetene uno!
Ma in una di quelle pagine sottili il futuro autore
dovrebbe inserire l’avvertimento che gli ultimi 15 o
persino 30 anni sono stati un periodo di tempo molto
breve e caratterizzato da scarsa volatilità, e i futuri
indici di Sharpe o altre misure di rischio/rendimento
potrebbero non superare i Treasury Bill nelle stesse
proporzioni di prima. Un’illustrazione alquanto familiare
dei rendimenti dei Treasury decennali, presentata nel
Grafico 2, sembra suggerirlo. Quel che spero che il lettore
noterà non è solo il drastico calo dei rendimenti dagli inizi
degli anni Novanta, ma l’andamento relativamente lineare
(non volatile) che hanno seguito. Certo, per altre asset class
come le azioni, c’è stato il 1987 e le già citate bolla dotcom
e crisi dei subprime, ma l’andamento lineare è chiaro: il
rialzo delle quotazioni delle attività in periodi di tempo
lunghi è riconducibile in parte al continuo calo dei
rendimenti dei Treasury decennali fino a un minimo 2012
dell’1,39%. Un mercato rialzista è pressoché una
garanzia di indici di Sharpe favorevoli e mette in
buona luce anche chi assume rischio rispetto ai propri
indici (o ai Treasury Bill). L’insegnamento da trarre da
questa storia di più lungo periodo è che il rischio è stato
ricompensato anche quando la volatilità o le notti insonni
sono state immesse nell’equazione. Ma allora era allora e
ora è ora.
Percentuale (%)
GUARDATE ATTENTAMENTE!
14
12
10
8
6
4
2
0
Rendimenti dei Treasury decennali
‘83
‘87
‘91
‘95
‘99
‘03
‘07
‘11 ‘14
Fonte: Bloomberg
GRAFICO 2
Un attimo! Si arriva un punto in cui i rendimenti potenziali
rispetto al rischio non assicurano risultati così favorevoli.
Anche se vi è sempre un elemento di soggettività in tutte le
previsioni – margini di profitto futuri, P/E di Shiller
prospettici, tassi d’interesse reali normalizzati, tensioni/calma
geopolitiche, ecc. – dovrebbe esservi almeno un po’ di
oggettività e di buon senso. Il Grafico 3, fornito anch’esso
da CreditSights (valida società), offre una base per tale buon
senso. Nel mercato obbligazionario c’è una misura di rischio/
rendimento nota come “rendimento per unità di duration”.
La duration è una misura standard del rischio di prezzo a
fronte delle variazioni dei tassi d’interesse – tanto più bassa è
la duration tanto minore è la variazione dei prezzi (in
genere). Ma una duration (scadenza) più breve significa
generalmente anche rendimenti più bassi!
RENDIMENTO PER UNITÀ DI DURATION
HY
AAA
BBB
Corrente al 31 dicembre 2013
1,32
0,36
0,59
A lungo termine (media di 15 anni)
2,21
0,83
0,99
Fonte: CreditSights, indici BofA/ML
GRAFICO 3
Ciò non sembra essere di grande aiuto agli investitori
obbligazionari a prima vista. Implica che, se si vogliono
rendimenti più elevati rispetto a un Treasury Bill e un indice
di Sharpe positivo, occorre allungare la duration. Ma
“allungare di quanto?” sarebbe la domanda di un gestore
attivo. Il Grafico 3 fornisce alcune prospettive anche se,
come rilevato, non vi sono conclusioni definitive, se non che
oggi la situazione è diversa da quella degli ultimi 15 anni!
Ciò che implica il Grafico 3 è che l’attuale rapporto tra
rendimento e rischio, ossia il rendimento per unità di
duration, è più o meno pari alla metà di quello che è stato
negli ultimi 15-20 anni. Al fine di ottenere oggi lo stesso
rendimento per una singola unità di duration per le
obbligazioni AAA, BBB e HY, un investitore deve assumere
un rischio di prezzo doppio! Dal momento che la duration
e le corrispondenti scadenze sono semplicemente misure
del rischio di tasso d’interesse, ciò può semplicemente
indicare che i rendimenti sono storicamente bassi, e lo sono
tuttora. Ma per cogliere altri elementi di rendimento come
il premio per il rischio di credito, il posizionamento sulla
curva, la volatilità e le valute, l’investitore obbligazionario
medio deve generalmente aggiungere questi elementi di
“carry” a un’obbligazione con una data duration. Gli swap,
i CDS e le FRN forniscono una via di uscita parziale, ma per
l’investitore che non opera con strumenti derivati l’attuale
rendimento per unità di duration è solo la metà del livello
storico degli ultimi 15-20 anni, ossia un livello molto, molto
basso, caro lettore.
Cosa fare allora? Vi sono almeno due soluzioni estreme e
diametralmente opposte, a mio avviso. O raddoppiare le
proprie posizioni, raddoppiando la duration, e mantenere
lo stesso rendimento rispetto ai livelli storici oppure
mantenere o persino ridurre la duration come concessione
a un mercato sopravvalutato che potrebbe continuare a
risentire dell’aumento dei rendimenti e del calo dei prezzi.
Volete “raddoppiare per recuperare”, come mi
incoraggiavano a fare i banchieri di blackjack di Las Vegas,
o siete disposti a subire i rendimenti più bassi, aspettare il
“ritorno verso la media” come fanno alcuni dei nostri
concorrenti, e sperare che i deflussi di capitali non vi
mettano fuori gioco prima che abbiate un’altra chance? Il
futuro è incerto sia in termini di indici Sharpe sia per le
società di gestione.
Beh, come il contemporaneo di Bill Sharpe, Harry
Markowitz, ha indicato molto tempo fa, investire è un
processo di compromessi che comporta diversificazione e
spesso il compromesso fornisce un rendimento per un dato
rischio che è più “efficiente” di qualsiasi altro. Se un
portafoglio dovesse puntare a un indice di Sharpe elevato
utilizzando la teoria dei portafogli efficienti di Markowitz, a
cosa potrebbe somigliare oggi?
PIMCO raccomanda di sovrappesare il credito e in
misura minore la volatilità e la curva. Sottopesare la
duration. Anche se gli spread sono ridotti, non sono
così compressi come i tassi d’interesse, che
attualmente sono in fase di normalizzazione. PIMCO è
d’accordo con Janet Yellen sul fatto che questa
normalizzazione è ancora lontana (arriverà mai?) e le
INVESTMENT OUTLOOK | APRILE 2014
3
probabilità indicano che quando la Fed avrà completato il tapering, le
obbligazioni a 5-30 anni che ha comprato dovranno essere vendute a
rendimenti più elevati per incentivare il settore privato a comprarle. Il
tratto a 1-5 anni della curva, penalizzato di recente dalle previsioni
con i “punti blu” della Fed e dai commenti sul “sei mesi dopo” della
Yellen, dovrebbe restare ai livelli attuali se l’inflazione si manterrà
bassa, ma le scadenze a 5-30 anni sono a rischio. Nel complesso,
poiché il 2014 dovrebbe essere caratterizzato da un contesto di crescita
relativamente positivo, i carry trade sul credito, sulla curva e sulla volatilità
dovrebbero produrre indici di Sharpe / information ratio interessanti. Le
aspettative di rendimento, tuttavia, per tutti gli asset senza leva e per i
portafogli “alla Markowitz” sono nell’ordine di pochi punti percentuali.
E cosa avrebbe detto Bob? Beh, come ho scritto, era più sicura sulle azioni
delle società di cibo per animali, ma forse il paradiso dei mici le ha dato
qualche dritta in più. Proverò a chiederglielo nei miei sogni. A volte i sogni
si avverano.
Per una lettura veloce di “Bob”
1) Gli elevati indici di Sharpe sono stati il risultato di una fase rialzista di
lungo periodo. Saranno inferiori nei prossimi anni, al pari delle
performance degli asset.
2) I rendimenti per unità di duration sono storicamente bassi, pari alla
metà rispetto alle medie degli ultimi 15-20 anni, come illustrato
da CreditSights.
3) Privilegiate gli spread creditizi e, in misura minore, i carry trade sulla
curva e la volatilità.
4) Prendetevi cura dei vostri animali domestici e di tutti gli esseri viventi.
Prima o poi smettiamo tutti di vivere.
William H. Gross
Managing Director
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