Losport 9 771660 968900 GAA 6600 LOCARNO –– N. 12 12 Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.– / € 1,35) In edicola Fr. 2.– / € 1,35 Lagara Lepartite Latendenza PER HAMILTON UN’ALTRA POLE “INZUPPATA” LE ZURIGHESI SI ESALTANO NEI PLAYOFF IMPARA L’ARTE DI “VOLARE”, CON LO SKATE MORO A PAGINA 14 A PAGINA 15 SCHIRA A PAGINA 31 Domenica 30 marzo 2014 La società Settimanale di attualità, politica, sport e cultura Io da grande... ecco i sogni dei nostri igli www.caffe.ch [email protected] Q @caffe_domenica il-Caffè CENNI A PAGINA 28 Anno XVI • Numero 12 TORREFAZIONE DI CAFFÈ TEL 091 791 22 26 FAX 091 791 01 90 www.caffe-carlito.com [email protected] L’analisi/1 Gli equilibrismi della Svizzera nel nuovo mondo CATHERINE BELLINI D ecisamente il nostro Paese non fa mai niente come i suoi vicini. Nel bene, come nel male. La Svizzera è sfuggita alle grandi guerre che hanno sconvolto il continente nel corso del Ventesimo secolo, ha inventato la Croce rossa, ma a lungo ha accolto il denaro degli evasori fiscali del mondo intero e approfittato dei fondi ebraici in giacenza, che sonnecchiavano nelle sue banche. Più di recente, una stretta maggioranza del popolo ha deciso di ridurre l’immigrazione, a costo di mettere a rischio la libera circolazione delle persone. segue a pagina 11 fari. f a e i t n e i l c o Men za n e r r o c n o c e Orari ridotti iccoli negozi agguerrita. P i all’agonia condannat E2e3 LLE PAGIN PIGNESI A S , A IR H C GUENZI, S L’analisi/2 Le i che alimentano le spinte populiste LUIGI BONANATE I Ilpizzino Verdi di rabbia René Bossi © ilcaffè nsicurezza, imposte, ingiustizia, immigrazione. Sono le quattro “i” che alimentano le spinte populiste. C’è un’idea, in questi ultimi anni, che tutti condividevamo era quella relativa alla stabilità dei confini degli Stati che sfociava nella loro sostanziale abolizione: l’equazione era semplice. Non ci sono gravi problemi internazionali, nessun Paese corre rischi, quindi che bisogno ha di rigidi confini? E poi, improvvisamente, ecco che sull’onda della crisi ukraino-russa a proposito della Crimea, sussultiamo osservando l’esito delle elezioni comunali francesi. segue a pagina 5 L’analisi/3 Il lavoro soffocato dal neo liberismo LUCIANO GALLINO * L ’ultima innovazione in tema di lavoro flessibile è il contratto a zero ore. Un lavoratore viene assunto da un’impresa e si dichiara disponibile a lavorare, per dire, venti ore alla settimana. Ma l’impresa non ha alcun obbligo di farlo lavorare per l’orario stabilito. In una qualsiasi settimana può chiedergli di recarsi al lavoro dieci ore in luogo di venti, oppure non chiamarlo affatto. segue a pagina 33 Lacronaca Lapolemica Clamorosi retroscena per il “colpo” di Ascona mentre ci si interroga sull’efficacia dei sistemi di videosorveglianza nei comuni “Prostituzione e pubblicità mettono Gobbi in ‘conflitto’” Fermati, rilasciati, dopo qualche giorno ...fanno la rapina ," $##$2’*)"(’ *%$,/$ +$, (" ")#’" !*1"&$, -0 ( )!& ,!% Ilpersonaggio “Toccare il corpo di un altro e...” così disse al Caffè il guru inguaiato GUENZI A PAGINA 45 ROCCHI e SPIGNESI ALLE PAGINE 7, 34 e 35, illustrazioni di GUIDO ROSA *(0* .+ 3&* +#- 1) $ )0 .0&!* 2##’#)", A PAGINE 37 #!" !$# Nella notte tra sabato e oggi, domenica, 30 marzo, si è tornati all’ora legale. Le lancette dell’orologio devono essere spostate avanti di un’ora IL CAFFÈ 30 marzo 2014 3 Le famiglie L’inchiesta I segnali di malessere si avvertono un po’ ovunque. Persino in via Nassa. Troppe serrande si stanno abbassando. Ecco perchè Dai detersivi ai vestiti, ecco come è cambiato l’approccio del consumatore “Alla qualità non rinunciamo, ma gli acquisti sono più mirati” Piccoli negozianti... condannati al crac, meno clienti e affari TRA PROMOZIONI E OFFERTE Delia Mondini, a destra, 70 anni, di Locarno, è abilissima a scovare offerte e promozioni interessanti; Elena Pizzetti, 37 anni, di San Vittore, moglie e madre di Gaia, 8 mesi, sta più attenta e il suo motto è: non fare mai il passo più lungo della gamba, anzi, fallo un po’ meno PATRIZIA GUIENZI “A lla qualità non rinunciamo, ma i nostri acquisti sono più mirati, valutiamo offerte e comperiamo solo il necessario”. È questo il leit motiv dei consumatori - famiglie, single, coppie - che il Caffè ha interpellato per cercare di capire i motivi della contrazione delle vendite nel commercio al dettaglio ticinese che ha costretto molti piccoli negozi ad abbassare per sempre la serranda (vedi articolo principale). Si acquista meno, e non solo alimentari, anche abiti, scarpe, borse, prodotti di pulizia, cosmetici, libri, beni di lusso in generale. “Quan- do hai figli fai molta più attenzione a ciò che spendi. Per gli alimentari, ad esempio, non carichiamo più il carrello all’inverosimile come facevamo prima una volta la settimana, ma prendiamo il giusto, magari un po’ tutti i giorni, per non rischiare di buttare cibo - dice Elena Pizzetti, 37 anni, titolare di una fiduciaria a Grono e un’agenzia viaggi a Bellinzona, moglie e mamma -. E, per tutto ciò che non è food, ovviamente qualche rinuncia va fatta. Lavoriamo in due, abbiamo una buona entrata, eppure cerchia- Da Chiasso a Locarno passando dal Luganese, viaggio nella crisi che soffoca il commercio IL COMMERCIO IN TICINO in Franchi Ti-Press Fonte: Ufficio cantonale statistica, Federcommercio, Istituto Gfk Salari degli impiegati a tempo pieno Cifra d’affari del commercio Salario base Numero aziende in Ticino 3.5 miliardi Incidenza nel commercio nel Pil cantonale 6 3.000 ca. % 3’800-4’200 Salario dopo 2 anni 4’200-4’500 Risultati giro d’affari * Numero personale addetto nel commercio 350 milioni 15.000 ca. Principali organizzazioni Federcommercio Rappresenta 1.000 aziende piccole e medie Disti (grande distrib.) 6’200 collaboratori * grande distribuzione e piccoli negozi A l massimo stanno a galla, sopravvivono. “Ma la gran parte fa fatica”, sospira Carlo Coen nel suo negozio d’abbigliamento in via San Gottardo a Chiasso, la strada dello shopping dove il periodo d’oro, nonostante manifestazioni e aperture domenicali, è rimasto un ricordo sbiadito. “Noi piccoli abbiamo meno margini di manovra, meno strumenti per invertire la rotta e siamo destinati a lottare per tenere le posizioni”, dice Coen. Accanto al suo negozio tre serrande restano abbassate. Un locale presto diventerà uno studio medico, un altro è stato gestito per qualche mese da una coppia di siciliani, ma ha richiuso. “I turisti da noi non vengono. E gli italiani, che erano il nostro prezioso serbatoio, sono spariti. Se continua così fra dieci anni qui ci saranno solo uffici”, sbotta rassegnato Coen. Negli altri centri non è che vada meglio. La girandola di chiusure e aperture, alla ricerca di una quadratura del cerchio che non arriva mai, è una costante. Affitti alti, shopping on line e oltre confine e una legge sui nuovi orari in ritardo stanno mettendo al tappeto i piccoli. Vanno meglio i grandi. Migros, che ha reso noti i bilanci, ha chiuso il 2013 con una cifra d’affari invariata. I segnali di malessere, tuttavia, si avvertono un po’ ovunque. Persino in via Nassa ci sono due vetrine vuote e due cantieri aperti. Il calzaturifio Di Varese ha chiuso. Un cartello avverte che dopo 44 anni la ditta ha cessato l’attività perché i locali sono stati venduti. “Qui se non fai un fatturato importante non campi neppure una settimana”, raccontano nel negozio di una importante griffe fran- cese. I grandi marchi tengono, sono i piccoli o quelli multimarca che vanno a vanti a strappi. Alla fine dell’anno scorso i negozi con meno di 15 dipendenti denunciavano una contrazione dello 0.3 per cento. Poco? No, è il segno di una tendenza che non si inverte, In via Nassa ci sono due cantieri mentre hanno chiuso storici marchi, resistono le “griffe” e il lusso visto che è la quarta volta consecutiva che davanti alle cifre d’affari appare il segno meno. “Negli ultimi due anni ci sono stati giorni che abbiamo venduto due, tre borse al massimo. Mai successo in passato”, raccontano in una storica valigeria in centro a Lugano. Un centro che in parte si salva con il lusso, con le oreficerie e le grandi griffe internazionali, i negozi per gourmet che in questo sprazzo di primavera fanno brillare gli occhi dei turisti, ma lentamente si sta trasformando. Dove c’era una tabaccheria specializzata in prodotti da pipa e sigari avana ora c’è una gelateria, dove c’era una polleria e macelleria i muratori avvertono che “il negozio ha chiuso, riaprirà un’altra attività”. Pochi metri più avanti tempo fa ha chiuso una cartolibreria che dove si trovavano prodotti di nicchia, segno che anche chi punta sulle specializzazioni ha il fiato corto. Tanti hanno ridimensionato il personale, moltissimi, come forma di risparmio, chiudono il lunedì mattina. Dappertutto ormai si vende solo con lo sconto. Cartelli con le lettere giganti, come accade in via della Posta, avvertono che i ribassi O ra ci siamo, entro la pausa estiva presenteremo il nostro rapporto ai gruppi, poi passerà al Gran consiglio. E partirà la discussione”, dice l’udc Marco Chiesa, a capo della sottocommissione della gestione che sta analizzando la nuova legge sugli orari dei negozi. La proposta del Consiglio di Stato è del marzo 2011. Sono passati tre anni. Se tutto andrà bene si chiuderà nel 2015. Non è troppo il ritardo accumulato? “Il problema è volevamo coinvolgere il più possibile i partner sociali. Soprattutto i sindacati. Loro chiedevano di inserire anche garanzie sull’adozione del contratto collettivo. Questo nodo non è stato sciolto e dunque resta la minaccia del referendum: noi abbiamo fatto di tutto per mediare, capire, trovare soluzioni, ed evitare quest’eventualità”. Che non è stata evitata? “Alla fine al tavolo è rimasta soltanto la Federcommercio. Per il resto la norma originale non è cambiata molto, con le aperture settimanali sino alle 18.30, il giovedì alle 21 e il sabato alle 18”. Ma alla fine così non si rischia d’essere scavalcati, bruciati sul tempo da leggi federali che nel frattempo sono in discussione a Berna? “Il rischio è reale. Sia Fabio Abate che Filippo Lombardi, per stare solo sui parlamentari ticinesi, hanno depositato loro proposte. Proprio per capire l’orien- Segnali del malessere nei tanti cartelli degli sconti e nelle chiusure del lunedì per risparmiare MARCO CHIESA L’esponente udc (40 anni) è il coordinatore della sottocommissione che si sta occupando di analizzare la nuova legge sul commercio L’intervista Marco Chiesa sulla legge degli orari “Abbiamo accumulato sin troppi ritardi tra veti e mediazioni” oscillano fra il 50 e il 70 per cento. Altri annunciano, come in via al Forte a Lugano, che si mette “fuori tutto”. Lì dove c’erano gli storici centri commerciali ora ci sono sfilze di uffici. Senza parlare delle librerie, il settore forse più penalizzato Ti-Press MAURO SPIGNESI tamento che poteva arrivare da Berna abbiamo atteso, chiedendo chiarimenti al Consiglio di Stato”. L’altro rischio è che la liberalizzazione che potrebbe essere approvata risulti un’arma spuntata contro la concorrenza sempre più agguerrita delle zone di confine italiane. Non crede? “Sì, questo è vero. Siamo in ritardo. Da dieci anni si parla della nuova legge sul commercio. Ma si è andati avanti a strappi, con veti incrociati che hanno bloccato qualsiasi proposta. Nel frattempo attorno a noi lo scenario è profondamente mutato e non riusciamo ad avere strumenti agili per rispondere rapidamente ai nuovi bisogni”. Con la conseguenza che si va avanti con una legge che risale alla fine degli anni Sessanta. “Il percorso che sta compiendo questa riforma è il simbolo di come sia davvero difficile modernizzare lo Stato, adeguare le norme alla società che cambia”. Per lei la proposta del governo va bene? “Personalmente sarei per una maggiore liberalizzazione. Ma mi rendo conto che serve un compromesso. Tanti cantoni non hanno una legge sul commercio e si rifanno alla normativa federale. E poi mi rendo conto che è difficile tutelare il personale, come chiedono i sindacati, con una legge di polizia”. m.sp. Variazioni cifre d’affari commercio al dettaglio alla fine del 2013 -5.2% +2.1% -0.2% Ottobre Novembre Dicembre Turismo degli acquisti Spesa annuale 2013 svizzeri all’estero Spesa annuale 2013 ticinesi all’estero dalle crescenti vendite online su piattaforme specializzate. La storica Melisa ha chiuso, sostituita da un’altra gestione altrettanto sfortunata. “Gli spazi sfitti ci sono, il problema – racconta la commessa da 20 anni in servizio in un negozio d’abbigliamento per donna dietro piazza Riforma - è che costano e nessuno oggi ha voglia di investire e attendere con pazienza di farsi una clientela che gli consenta di andare avanti e reggere la concorrenza”. Una concorrenza che arriva dall’estero, visto che i ticinesi hanno speso in un anno (come dice l’istituto Gfk) 800 milioni di franchi. Anche Locarno ha visto sparire marchi storici, come un noto negozio di giocattoli. In città vecchia i negozi aprono e chiudono nel giro di pochi mesi. E persino in piazza Grande, dove stanno arrivando i primi turisti, ci sono serrande che restano abbassate. Come l’ex Gourmet e il grandenegozio di apparecchi fotografici. A Muralto lo scenario non cambia. Si sono spente le luci nelle vetrine di un’importante marca di abbigliamento e anche quelle di una nota gioielleria. Un solo negozio, poi, ha cambiato rapidamente tre gestioni: vendeva frutta e verdura, è passato agli alimentari, poi ai panini e infine ha alzato bandiera bianca. Di tre boutique, una accanto all’altra, due hanno già chiuso, la terza pare prossima a sbaraccare tutto. Quanto si avverta la crisi lo dice l’Ufficio cantonale di statistica nella sua analisi del settore dove si registra su base annua una contrazione del 5.2 per cento. Il 46 dei piccoli negozianti, poi, denuncia un minor afflusso di clienti, e il 47 per cento un ulteriore assottigliamento del fatturato. [email protected] Q@maurospignesi 10miliardi 800milioni LE LAMEN TELE L’abbigliamento Se continua così qui in via San Gottardo tra dieci anni ci saranno soltanto uffici, tutti ormai chiudono La valigeria Negli ultimi due anni ci sono stati giorni in cui abbiamo venduto appena tre borse. Mai successo La moda donna Gli spazi restano sfitti perché costano e nessuno oggi ha voglia di investire e attendere per farsi la clientela Ti-Press Nei cantoni A Ginevra, nel Vallese, a Basilea ora l’ottimismo ha il sopravvento M entre il Ticino si lecca le ferite per una situazione di crisi del commercio che non accenna a placarsi (vedi articolo principale), in alcune regioni del resto del Paese la situazione sembra aver riacquistato una certa stabilità dopo alcuni anni difficili. Da Ginevra al Vallese, passando per Basilea, i “dettaglianti” affrontano con determinazione i problemi legati alle differenti abitudini dei clienti - come ad esempio acquisti su internet sempre più frequenti - e della concorrenza di frontiera. Sulle rive del Lemano, nella città che contende a Zurigo il titolo ufficioso di “capitale del lusso” elvetica, le chiusure di piccoli commerci non sono ad un livello evidenzia Kurt Weigelt - direttore della camera di commercio -. Si nota come in paesi con meno di 15mila abitanti è quasi impossibile mantenere un’attività. Anche perché la concorrenza di una zona come quella di Costanza, una città molto bella, sul lago e con tanti centri commerciali, è forte, quasi come quella dell’Italia per il Ticino”. Anche in Vallese la parola d’ordine è “stabilità”. Perché accanto allo sviluppo delle grandi superfici commerciali sul fondovalle, vi sono anche settori in controtendenza. “Nelle valli abbiamo assistito all’apertura recente di 18 piccoli negozi, un segnale in controtendenza rispetto agli anni passati - osserva Hubert Gattlen, di- “Ciò che ci preoccupa di più sono le abitudini. Per esempio lo shop on line” In Romandia regge il lusso, mentre al confine con Austria e Germania… d’allarme. “Quella delle chiusure non è forzatamente la nostra prima preoccupazione - spiega al Caffè Alexandra Rys, membro di direzione della camera di commercio ginevrina -. Infatti è soprattutto l’attitudine dei clienti ad allarmare. Nel tessile, ad esempio, sempre più spesso si vanno a provare i capi nei negozi, per poi acquistarli su internet. Detto ciò, la situazione più in generale del commercio al dettaglio è stabile e nel 2013 le cifre sono state migliori rispetto al 2012, anche grazie ad un lieve calo dei prezzi al consumo”. Dalla città di Calvino ai confini con Austria e Germania, la situazione cambia in modo tangibile. “Nella regione di San Gallo il processo di chiusura dei piccoli commerci è in atto ormai da 20-30 anni - rettore dell’Union commerciale valaisanne, che si occupa proprio di piccoli commerci -. E globalmente, nonostante i grandi siano sempre più gandi, anche il piccolo dettaglio tiene. La nostra struttura è chiara: i negozi hanno in media un proprietario, una venditrice e un apprendista. Si tratta di micro-commercio, insomma”. A Ginevra vi è poi sempre da considerare il traino congiunturale di un settore come quello del lusso, soprattutto nell’orologeria. “Se parliamo dell’alta gamma, non ci sono certo problemi, così come per gli orologi a prezzi contenuti - conclude ancora Alexandra Rys -. Ad avere qualche relativa difficoltà sono invece i prodotti di media gamma, che soffrono maggiormente gli sbalzi economici”. m.s. UNA VIA DEL LUSSO A Ginevra il lusso continua a rappresentare uno dei settori trainanti del commercio mo sempre di fare il passo secondo la gamba, anzi, per sicurezza un po’ meno”. Ed è proprio l’esigenza di non sforare il budget familiare che spesso frena le spese. Il futuro è un’incognita. Meglio non rischiare. Anche chi, tutto sommato, potrebbe permettersi qualche libertà economica in più. Come alcuni degli intervistati che fanno parte di quel ceto medio - in Ticino sono sei economie domestiche su dieci - che, a fine mese, si ritrovano però con sempre meno soldi da parte. Innescando timori e insicurezze. “L’altra sera ho visto alla tv un servizio sullo stato dell’Avs - riprende Pizzetti -. Tra qualche anno potrebbero esserci problemi di riserve, visto che le persone anziane saranno sempre più numerose. Come può una famiglia sentirsi sicura?”. Ecco spiegato, almeno in parte, il motivo per cui si spende con maggior parsimonia. “Il che non vuol dire fare i taccagni, negarsi tutto, bensì valutare per bene tra le numerose offerte dei negozi, non solo supermercati - replica Delia Mondini, 70 anni, un appartamento a Locarno in condivisione con la figlia e il genero, abilissimi nello scovare le promozioni -. Anche l’abbigliamento, si compera dove c’è più convenienza. Per fortuna da qualche anno sono arrivati anche in Ticino grandi magazzini e catene di distribuzione che hanno incrementato la concorrenza e, quindi, abbassato i prezzi”. Una concorrenza che, oltre a far bene alle finanze dei consumatori, ogni settimana se li contende con decine di offerte speciali. “Se ad esempio la carta igienica è in azione nel tal negozio ne approfittiamo per farne una bella scorta, e così per l’ammorbidente, saponi o altri prodotti non deperibili”, spiega Mondini. Ma sempre con un occhio alla qualità, come sottolinea Luisa Balde, di Minusio, 49 anni, una figlia di 5, sposata e un lavoro a tempo parziale: “A quella non rinuncio, avendo una bambina piccola sto attenta a ciò che compero, dall’abbigliamento ai giochi - spiega -. Però è vero che se posso risparmiare lo faccio volentieri”. Si sa, molte delle nostre scelte sono dettate dal bene per i figli. Lo sta sperimentando Tiffany Pieroni, 33 anni, di Morbio Inferiore, sposata e mamma ad agosto. “Ora che sono incinta per l’alimentazione spendo di più, compero soprattutto prodotti bio - dice -. Ma per la bimba comprerò solo lo stretto necessario, il resto me lo passeranno le amiche”. Più la famiglia è numerosa e più tocca fare equilibrismi finanziari. “Solo per mangiare se ne vanno almeno 1200 franchi al mese - spiega Cristina Hofmann, di Ponte Capriasca, 53 anni, casalinga, marito ingegnere elettronico, un figlio biologico, uno adottato e due in affido -. E non cucino certo carne tutti i giorni! Per le altre spese, dal computer alla bici ai giochi, verifichiamo bene prima di comperare”. Proprio come Dorella Bonaldi, di Bellinzona, 44 anni, casalinga, un marito e due figli. “Un tempo spendevamo con più facilità commenta -. Ora ne discutiamo a lungo e valutiamo con più attenzione”. [email protected] Q@PatriziaGuenzi á\`Łáˆˇˇ¥Àˇ\ŁŁ†\Ł˚`\ÖÃ¥À IL LUSSO. CONCENTRATO. NUOVA LEXUS CTž00h: L’UNICA COMPATTA DI LUSSO IBRIDA PURA. SCOPRITE DAL VIVO LA NUOVA CT 200h: PROVATELA SUBITO E APPROFITTATE DEL VANTAGGIO DI PREZZO LEXUS PREMIUM DI CHF 3000.–*! ALTRE ALLETTANTI SORPRESE VI ASPETTANO SU GUIDARE-LEXUS.CH/CT LA COMPATTA LEXUS CT 200h IBRIDA PURA: dinamica, confortevole e premiata. La CT 200h è l’unica automobile compatta al mondo nel segmento di lusso dotata di tecnologia ibrida pura. E nella nuova versione è più lussuosa che mai, oltre che più efficiente. 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Rata leasing mensile CHF 274.55 IVA incl. Consumo Ø 3,6 l/100 km, emissioni di CO 2 Ø 82 g/km, categoria d’efficienza energetica A. Modello illustrato: New CT 200h F SPORT (1,8 litri, ibrida pura, 5 porte) da CHF 45 400.–, dedotto vantaggio di prezzo Lexus Premium CHF 3000.– = CHF 42 400.–. Rata leasing mensile CHF 366.90. Acconto 25 % del prezzo netto. 48 mesi, 10 000 km/anno. Tasso d’interesse annuo effettivo: 2,53 %. Cauzione 5 % dell’importo del finanziamento. Valore residuo secondo le direttive di Multilease AG. Assicurazione casco totale obbligatoria. La concessione del credito è vietata se causa un eccessivo indebitamento del consumatore. Leasing Lexus Premium e vantaggio di prezzo Lexus Premium valevoli per contratti stipulati con relativa immatricolazione entro il 30.04.2014 o fino a revoca. Consumo di carburante misurato secondo le norme della direttiva CE 715/2007/CEE. Media delle emissioni di CO 2 di tutti i modelli di vetture immatricolati in Svizzera: 148 g/km. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 5 Le quattro i che alimentano le spinte populiste * mondo Analisi della ricerca di “sovranita” nell’Europa alla vigilia del voto, dopo la vittoria in Francia di Marine Le Pen Ucraina E ora Mosca rassicura gli Usa sulla Crimea LUIGI BONANATE * Insicurezza Imposte Ingiustizia Immigrazione Reuters Se c’è un’idea, in questi ultimi anni, che tutti condividevamo era quella relativa alla stabilità dei confini degli Stati che sfociava nella loro sostanziale abolizione: l’equazione era semplice. Non ci sono gravi problemi internazionali, nessun Paese corre rischi, quindi che bisogno ha di rigidi confini? E poi, improvvisamente, ecco che sull’onda della crisi ukraino-russa a proposito della Crimea, sussultiamo osservando l’esito delle elezioni comunali francesi. E pensando a quelle altre elezioni, le europee, che arriveranno ormai tra poco meno di due mesi, e saranno giocate proprio su temi che hanno moltissimo a che fare non soltanto con i soliti dubbi sui vantaggi dell’Unione, ma persino sui vantaggi degli stati a rimanere, al loro interno, uniti (nell’euro). La Spagna potrebbe perdere la Catalogna, la Gran Bretagna la Scozia, l’Italia il Veneto, il Belgio i fiamminghi. Intanto che addirittura, al polo opposto, sentiamo resuscitare principi ottocenteschi che credevamo superati, ma che hanno determinato il trionfo elettorale di Marine Le Pen in Francia: il sovranismo, cioè l’idea che - uniti o separati che si sia - quel che conta è la sovranità su se stessi. Concetto da leggere non come autodeterminazione e libertà di pensiero, ma come liberazione da ogni vincolo, indipendenza da ogni affiliazione, appropriazione di se stessi seguita dall’esclusione degli sconosciuti. Istanze in se stesse né buone né cattive (perché dipendono da condizioni e storie locali) che però devono fare i conti con la realtà. Proviamo a scoprire alcune delle carte che emergono dai dossier oggi più discussi. Una è certo quella dell’immigrazione, che unisce, del resto, buona parte della società unionista nonché di quella Confederale svizzera. Il fatto è però che le migrazioni attuali non superano i flussi storici e non solo del XXI secolo, ma anche del XX e di prima ancora. Diremo addirittura che le migrazioni della storia antica erano la stessa cosa. Non si possono fermare i movimenti delle popolazioni: bisogna imparare a organizzarli, non a temerli. Strettamente collegata a questa prima “i”, è quella dell’insicurezza, interna oggi ben LA DESTRA IN EUROPA Voti per un partito d’estrema destra alle ultime elezioni legislative, in percentuale dei suffragi espressi Finlandia 2011 Norvegia 2013 Veri Finlandesi Partito Estonia 2012 19.1 del progresso Partito d’indipendenza Svezia 2010 16.3 estone 0.5 Democratici 0,1 1 5 10 15 30 di Svezia (Sd) Meno dello 0,1%, o estrema Lettonia 2011 5.7 Danimarca destra assente dalla politica Alleanza nazionale 13.9 2011 Nessun dato Partito popolare Lituania 2012 Paesi Bassi 2011 12.3 Ordine e giustizia 7.3 Partito per la libertà (Pvv) 10.1 Polonia 2011 Ala destra della Germania 2013 Slovacchia 2012 Repubblica 0.2 Partito Partito nazionale slovacco 0.2 Nuova Destra 1.1 nazionaldemocratico di Germania Ungheria 2010 (Npd)1.5 Jobbik 16.7 Regno Unito 2010 Belgio 2010 Partito nazionale Vlaams Belang 7.8 Romania 2012 Austria britannico (Bpn) 1.9 Fronte nazionale 0.5 Partito della Grande Romania 1.4 Spagna 2011 Piattaforma per la Catalogna 0.2 Francia 2012 Fronte nazionale 13.6 Bulgaria 2013 Ataka 7.3 Svizzera 2011 Udc 13.6 Slovenia 2011 Partito nazionale sloveno (Sns) 1.8 Portogallo 2011 Partito nazionale rinnovatore 0.3 Croazia 2011 Partito croato del diritto (e dissidenti) 5.8 Italia 2013 Lega nord 4.1 Forza nuova 2.4 Albania 2013 Alleanza rossa e nera 0.6 Turchia 2011 Partito d’azione nazionalista 13 Serbia 2012 Partito radicale serbo 4.6 Grecia 2012 Cipro 2011 Laos 1.6 Elam 1.1 Alba dorata 6.9 Fonte: Le Monde diplomatique più che internazionale, perché la crisi sociale è planetaria, e la scomparsa delle classi sociali tradizionali (che avevano una funzione di regolazione sociale straordinaria) ha tolto identità professionale e lavorativa a milioni di persone, lasciando che ciascuno “si arrangi”, e i più deboli ricercano strade facili. Sarà una coincidenza, ma con una terza “i” peschiamo un’altra carta problematica: è quella dell’imposizione fiscale, che in tutti i Paesi dell’Unione appare vessatoria e ingiusta (sappiamo tutti poi che questa percezione è particolarmente elevata in certi paesi, come l’Italia, meno in altri). Ma che consente ancora grandissime sperequazioni che contrastano qualsiasi programma di riequilibrio delle fortune individuali nello stesso momento in cui immigrati e disoccupati avreb- bero semmai bisogno di un aiuto particolare. Appare inevitabilmente a questo punto un’altra “i”, che è quella dell’ingiustizia. L’ingiustizia che società così dilacerate come sono le nostre oggi vedono diffondersi. E vedono diffondersi sul duplice piano della sua amministrazione (attività giudiziaria, processi, carcerazione, lotta alla corruzione, eccetera) e della capacità di rie- :BB< 810< "C60: ):-:BB6/ !%# )+06:7:36+/ "6, (?1@6019B1 0177>’?0691 016 %106.6 *$ 4*:3761?1 7+ 76-1?B, 06 01.601?1 +7 ;+D619B1= &:25 ÃʾÑ!è.èÄ9-"145š.4)Ñè°òÞ$°¼°¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&8+)1ï"-& -¼©Êšìš3’66³5-)š(4-/ï0ÑÌï6"9Ê/ͦ’¬Þšè¬èì+;Á4Ýæ,;šÄ;,ªÀö, ³,,"©$ææšèì¹,$.ì æ2š !úö!Á"62éÅòûÞÈ ò)060.Ãñʾ :86B+B: 016 8106.6 ’&,)’ % ** -&$ ( ...(%%$& !#*&,!( " quilibrare le sorti individuali attraverso una spinta verso l’equità (che non emoziona più nessuno, tesi come siamo alla ricerca della ricchezza e dei piaceri del mondo). Questa impietosa radiografia non riguarda, tuttavia, che una parte del problema: bisogna capire che non si sfugge a nessuna delle sue trappole proponendo semplicemente la rottura del patto costituzionale europeo e ritirandosi nella propria “piccola patria”. Se lo stato-nazione ha dei limiti, come da tante parti sentiamo dire, l’alternativa non è quella di frammentarlo in tante piccolissime realtà locali. Ma semmai quella di costruire una più grande Unione facendola procedere speditamente verso un federalismo vero e proprio. Gli Stati Uniti non sono il modello socio-economico dell’umanità, ma il loro federalismo si applica a una popolazione quasi grande come quella europea. E i rapporti “interni” tra gli stati e di tutti insieme con il centro di Washington scorrono senza intoppi. La Svizzera, a sua volta, funziona all’incirca nello stesso modo, anche se è molto più piccola. Perché non possono farlo i 28 stati dell’Unione Europea, Il segretario di Stato americano John Kerry, che era diretto a Washington dall'Arabia Saudita, ha cambiato programma. Ieri, sabato, si è diretto a Parigi per incontrare il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov. Contemporaneamente Lavrov ha dichiarato che i punti di vista della Russia e degli Occidentali “si avvicinano”, aggiungendo che i suoi recenti contatti diplomatici con Usa, Germania, Francia e altri Paesi “mostrano che si delinea la possibilità di una iniziativa comune”. Dopo la telefonata del presidente russo Putin a quello americano Obama, sembra prendere piede la via della distensione e della diplomazia. “Non abbiamo assolutamente intenzione e interesse a varcare i confini ucraini” ha aggiunto Lavrov. Un’apertura, quella russa, che potrebbe segnare una svolta nella crisi ucraina. Intanto le presidenziali del 25 maggio a Kiev perdono uno dei protagonisti più ammirati della rivolta contro l’ex presidente filo-russo Viktor Yanukovich. L’ex campione del mondo di pugilato Vitali Klitschko, leader dell’opposizione, ha infatti annunciato che non si candiderà e che sosterrà nella corsa il miliardario Petro Porochenko. Perché in Europa i gruppi di destra che vogliono spaccare gli Stati hanno successo contro ogni logica ciascuno naturalmente con le proprie specificità, le sue preferenze e le sue idiosincrasie? Oggi, la partita si gioca tra progresso come sfida e regresso come sconfitta. Abolire l’Unione (o l’euro, che ora sarebbe la stessa cosa) farebbe rotolare indietro l’Europa di tre quarti di secolo. Rilanciare un’iniziativa costituzionale e federalistica, costruita su un patrimonio di conoscenze e di lezioni apprese, renderebbe più facile a ciascuno di noi continuare a essere indipendenti e uniti. E sovrani a casa nostra (proprio: a casa propria), ma coinquilini o comproprietari nella grande casa europea dalla quale i secessionismi, i populismi, le invidie, le gelosie potrebbero allora essere esclusi. Tutti insieme, comunque, sia ben chiaro: anche la Gran Bretagna deve fare la sua parte, così come la Svizzera, che potrà infittire e allargare il proprio pacchetto di collaborazioni istituzionali con l’Unione europea. Turchia Test elettorale per Erdogan, si gioca tutto a Istanbul Il premier turco Erdogan, che settimana scorsa ha ordinato la chiusura di siti web e di social media, si gioca tutto nelle elezioni a Istanbul. Sono circa 53 milioni gli elettori chiamati alle urne questa domenica, in tutta la Turchia, per l’elezione dei i sindaci e il rinnovo dei consigli comunali. A sfidare il sindaco uscente del partito di Erdogan è Mustafa Sarigul, candidato del movimento laico e kamalista Chp (Partito repubblicano del popolo). Sarigul è il possibile “rottamatore” della politica turca. Nella sua campagna elettorale si è presentato come un antiErdogan, proponendo per Istanbul iniziative di segno opposto al l’operato del premier negli ultimi mesi. Strizzando l’occhio agli elettori più giovani, ha promesso Wi-Fi free, gratis in tutta la città. Vincere a Istanbul avrebbe un forte valore simbolico. Erdogan ha infatti cominciato la sua ascesa politica vent’anni fa, proprio ricoprendo la carica di sindaco. Se il suo partito conservatore Akp non dovesse riuscire ad aggiudicarsi la poltrona di primo cittadino, il suo futuro politico potrebbe essere segnato. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 6 attualità La ricetta per prevenire aggressioni come quelle di Figino e Magadino Il fenomeno Le regole LA LEGGE Sono 30 le razze di cani, nati dopo il 1° aprile 2009, per cui va chiesta, prima dell’acquisto, un’autorizzazione al veterinario cantonale e al comune di residenza. PATRIZIA GUENZI I nasprire le regole per i proprietari di cani potenzialmente pericolosi e stabilire un’età minima, ad esempio 30 anni, per l’acquisto o l’adozione. Non solo. Rendere molto più severe le pene, penali e, soprattutto, pecuniarie e obbligare a sottoscrivere un’assicurazione speciale, o a depositare una cauzione”. È un fiume in piena Pierre Rusconi, presidente della Protezione animali di Lugano, mentre snocciola i contenuti della sua ricetta all’indomani delle due aggressioni di Figino e di Magadino ai danni di due bambini e di un uomo. “Cani pericolosi solo ad adulti e pene più severe a chi sgarra”, ribadisce. Insomma, dissuadere il più possibile l’acquisto di pitbull, american staffordshire terrier e simili. “Sono come un’arma - sotto- I CORSI Chi non ha mai avuto un cane deve fare un corso teorico. Anche se ne ha o ne ha già? avuti deve fare un corso pratico da un addestratore riconosciuto. “Cani pericolosi solo ad adulti e pene più severe a chi sgarra” linea Rusconi -. E per avere un’arma bisogna chiedere un permesso. Ecco, facciamo in modo che anche per girare con alcune razze di cani occorra avere una sorta di patente ed essere consapevoli che se si sbaglia si pagherà un conto salatissimo”. Meno severo l’avvocato Filippo Gianoni, consulente legale della Protezione animali di Bellinzona. “Impossibile prevenire tutto - dice -. Comunque la legge già c’è, si tratta di applicarla in modo più rigido”. I guai capitano soprattutto quando il padrone non è in grado di gestire l’animale o non rispetta la legge, che è chiarissima: nei luoghi pubblici non si possono lasciare liberi i cani. Ma, soprattutto, ogni padrone deve conoscere il proprio animale e comportarsi di conseguenza. Il fatto è che troppo spesso questi cani vanno a finire in mani sbagliate. Ecco che diventa importante, quindi, mettere dei limiti, porre dei paletti per evitare che chiun- que possa adottare un pitbull, un dobermann, un rottweiler o altre razze potenzialmente pericolose. Quelle che già da qualche anno sono state inserite in una sorta di “lista nera”, sottoposte a restrizioni e a un’autorizzazione del responsabile dell’Ufficio del veterinario cantonale e del Municipio di domicilio del proprietario. “Più facile avere un controllo nei comuni piccoli, dove l’eventuale balordo di turno si sa chi è - nota ancora Rusconi -. Ma Piî successo nelle vendite con il direct marketing: la Posta Ü anche questo. La Posta fa molto piî di quanto si pensi. Siamo al vostro ˘anco con i nostri servizi di corrispondenza pubblicitaria. Dalla redazione concettuale ˘no alla gestione delle risposte. Suscitate anche voi lflattenzione dei vostri clienti: posta.ch/dinamismo-giallo nei grandi centri diventa tutto più complicato. Le persone non si conoscono”. Anche se, tutto sommato, la legge è fatta apposta per scoraggiare l’adozione di questi tipi di cani. Inoltre, i corsi, obbligatori, dovrebbero dare gli strumenti per gestire correttamente questi animali. “Chi sceglie di adottare questi cani deve avere un’attenzione che va oltre la legge - sottolinea Rusconi -. Deve essere doppiamente consapevole di cosa sta maneggiando e L’ASSICURAZIONE Un’assicurazione di responsabiita?civile di almeno 3 milioni di franchi, che copra danni a persone o cose causati dal cane anche se affidato a terzi, è obbligatoiria. di conseguenza responsabile”. Concetto semplice, purtroppo non sempre messo in pratica. Eppure è chiaro che un conto è il morso di un toy toy, un altro quello di un rottweiler, indipendentemente dall’aggressività. “Un cane non nasce aggressivo, ma ha delle caratteristiche comportamentali tali che se mal gestite può fare danni - chiarisce Simone Umana, educatore cinofilo, titolare di Dog Valley -. Ecco perché, prima di acquistare o adottare un cane di questo genere bisogna conoscere la razza alla perfezione, informarsi da un professionista e capire se fa per noi. Il passo successivo è quello di andare immediatamente, con il cucciolo, in un centro cinofilo per imparare l’abc dell’educazione”. E Gianoni replica: “Si possono prendere tutte le precauzioni del caso, ma a volte l’incidente capita”. [email protected] Q@PatriziaGuenzi IL CAFFÈ 30 marzo 2014 ROSA & CACTUS OFFERTI DA attualità Piazza Muraccio, Locarno Tel. 091 751 72 31 Fax 091 751 15 73 una rosa a... un cactus a... Hnat Domenichelli Carla Speziali Quando un grande giocatore decide di mettere fine alla carriera, l’unica cosa da fare è togliersi il cappello. Con ammirazione per un 38 enne capace - tra le altre cose - di tornare in pista dopo gravi infortuni e di continuare a segnare Bastava mettere a concorso i mandati per risparmiare! Le cifre sulle spese della città di Locarno riviste dopo essere finite in procura - (pubblicate da Liberatv) non lasciano dubbi sulle differenze rispetto all’era dei mandati diretti... 7 Fermati, denunciati e rilasciati... liberi fanno la rapina ad Ascona MAURO SPIGNESI Sono arrivati in Ticino con largo anticipo. Due di loro sono stati bloccati casualmente per un controllo, identificati, fermati e rilasciati dopo 24 ore, circa una settimana prima di compiere la rapina alla gioielleria Tettamanti di Ascona. Addosso, ed è questo che ha insospettitto gli agenti, avevano gli “attrezzi del mestiere”: cacciaviti e del nastro isolante. I due erano nei pressi di un fai-da-te nel Locarnese. Accompagnati in gendarmeria perché appunto avevano materiale potenzialmente utilizzabile per commettere un reato, sono stati poi rilasciati dopo gli accertamenti. Non si sa se siano riusciti a giustificare il possesso dei cacciaviti e del nastro, e neppure se abbiano precisato dove risiedevano in Ticino. Ma fatto sta che per nulla scoraggiati, evidentemente, si sono riprocurati i “ferri” e sono entrati in azione nel pomeriggio di martedì ad Ascona. I cinque banditi hanno pianificato pazientemente il colpo, tanto che giorni prima della rapina hanno rubato a dei privati, che hanno regolarmente presentato denuncia, le biciclette con le quali sono fuggiti dalla zona pedonale. Mentre scappavano sono stati notati anche da un operaio del Comune. Due bici sono state poi ritrovate nei pressi dell’aerodromo, un’altra invece è stata abbandonata in via Rondonico. Di loro, per ora, si sono perse le tracce. Ma due di quei volti, non nascosti da passamontagna (solo uno portava gli occhiali scuri) e rimasti impressi nei filmati delle videocamere di sorveglianza, erano conosciuti alla polizia che li aveva appunto fermati. Si tratta, a quanto risulterebbe dai documenti che hanno esibito agli agenti, di cittadini giunti da un Paese baltico La novità I “banditi in bicicletta” erano nel Locarnese da almeno una settimana dell’est (forse Lituania o Lettonia). Dopo aver reso pubblici i volti dei rapinatori ricavati dai filmati, la Polizia ha raccolto altre testimonianze. Alcune delle persone sentite ricordavano d’aver visto uno o più banditi in “perlustrazione” la mattina di martedì, il giorno dunque della rapina. Un colpo scattato nel pomeriggio, attorno alle 15, non appena la commessa era uscita dal negozio per recarsi in Cacciaviti e nastro adesivo. Li avevano addosso due dei cinque malviventi ‘arrestati’ il 17 marzo Le bici utilizzate per la fuga erano state rubate ad alcuni privati poco tempo prima nella regione posta. Evidentemente una mossa che era stata notata nei giorni precedenti. Nello stesso momento in cui quattro com- ponenti della banda erano dentro la gioielleria a far razzia di orologi e preziosi, usando mazze per sfondare le vetrine inter- ne (si presume facendo rumore), un vicino hotel era pieno di clienti. Ma nessuno, a quanto sembra, avrebbe udito nulla. Ma se i banditi sono arrivati ad Ascona, suppongono gli investigatori, qui avevano probabilmente una base sicura dove nascondersi in attesa che si calmino le acque per poi riprendere la strada per casa. Per questo sono importanti questi primi giorni di indagini. Trovare la base, arrivare a chi gli ha aperto la strada e li ha portati sin qui in Ticino, sarebbe estremamente importante. Se i rapinatori dovessero riuscire ad allontanarsi dal Ticino con il loro bottino di gioielli e orologi di marca (a quanto è emerso dai quotidiani il valore stimato è circa di un milione di franchi) sarebbe quasi impossibile poi prenderli all’Est. [email protected] Q@maurospignesi I fatti IL CONTROLLO Due dei malviventi il 17 marzo erano stati casualmente fermati nel Locarnese. IL FERMO Portati in gendarmeria e identificati gli sono stati trovati addosso cacciaviti e del nastro adesivo. L’IDENTIFICAZIONE I due fermati sono stati identificati. Gli oggetti trovati dagli agenti sono stati ritenuti potenziali attrezzi da scasso. LA FUGA Alcuni fotogrammi, diffusi dalla polizia, delle registrazioni delle videocamere che hanno immortalato i rapinatori I retroscena Le curiose coincidenze delle ultime “spaccate” entrambe avvenute di martedì IL RILASCIO Il fermo, non oltre 24 ore, ha permesso alla polizia di schedare i due e poi rilasciarli. Alcuni indizi fanno pensare ad un basista Le videocamere non scoraggiano la criminalità ALLE PAGINE 34 e 35 Dettagli, sicuramente. Forse coincidenze. Sicuramente analogie. Però curiose. Perché la rapina alla gioielleria Tettamanti è molto simile a quella di novembre 2013 in un’altra gioielleria, distante poche decine di metri dalla prima, quella di Zenger. Sempre ad Ascona. In entrambi i casi i rapinatori sono arrivati e fuggiti in bici. Mezzo obbligato visto che sono entrati in azione in una zona pedonale. Ma c’è un altro dettaglio simile nei due “colpi”: in entrambi i casi i banditi hanno agito di martedì. Soltanto una coincidenza? Possibile, però appunto curiosa. Ed è proprio nella mattinata di martedì che, quantomeno in questa seconda rapina, uno o due malviventi sono stati notati nei pressi della gioielleria. Evidentemente per un ultimo sopralluogo. I cinque erano in Ticino da alcuni giorni. Almeno sette. Dove alloggiavano? Gli investigatori non escludono che la banda possa avere nel Locarnese, o in al- tre regioni, un appoggio. Detto altrimenti, un complice, un basista. Qualcuno che ai malviventi sia in grado di dare indicazioni precise. È possibile che dietro le due rapine ci sia una matrice comune. Magari non gli stessi banditi entrati in azione nelle due rapine più recenti, ma lo stesso basista che ha collaborato con due bande, consigliando ad entrambe la fuga in bici e il giorno più tranquillo per fare irruzione nella gioielleria e far razzia di orologi, anelli, bracciali e collane di grande valore. Alla presenza di un basista, poi, fa pensare anche il fatto che i banditi, in questo caso come nella rapina di novembre alla Zenger, è quasi impossibile che possano essere riusciti a lasciare il Ticino nelle ore immediatamente successive senza incorrere in un blocco di polizia. E che dunque ora si trovino in una “base” sicura. LE BICICLETTE Un paio di giorni prima della rapina ad Ascona, martedì 25 marzo, la banda ha rubato 5 bici a privati. LA RAPINA Martedì, attorno alle 15, in piazza ad Ascona, i 5 hanno svaligiato la gioielleria Tettamanti. “I software anticrimine sono un’arma efficace” È un po’ come un mago che prevede il futuro. Solo che “Keycrime” è un software, immagazzina dati, li elabora e fornisce indicazioni utili per prevedere le rapine. Da quando viene utilizzato alla Questura di Milano, l’80 per cento dei colpi degli ultimi due anni sono stati risolti. Solo la settimana scorsa, grazie ai dati forniti dal computer, sono finiti in carcere tre rapinatori seriali, simili a quelli che agiscono in Ticino. Uno di loro specializzato nello svuotare le farmacie. “Sicuramente uno strumento di questo genere sarebbe utile anche da noi, dove rapine e furti sono frequenti”, spiega la criminologa Claudia Crivelli, dell’agenzia Crimen. Naturalmente non basta un computer per sconfiggere i banditi. Ed è chiaro che il ruolo degli investigatori sul campo è importante. “Questo genere di software - aggiunge le criminologa - mettono insieme informazioni che vengono poi elaborate. E anche un dettaglio rilevato nelle scene del crimine può essere determinante. Magari l’impronta di una scarpa, che viene trovata in posti diversi che associata a un altro dettaglio può far risolvere anche casi ormai archiviati”. Ed è quello che è accaduto in Lombardia. Uno dei rapinatori seriali arrestato, ad esempio, fuggiva sempre in scooter e usava armi a salve. Dopo che il software ha indicato ai poliziotti, sfruttando un preciso algoritmo, un identikit tipo, sele- Ti-Press Keycrime a Milano ha risolto l’80% di colpi simili a quelli effettuati in Ticino zionandolo fra centinaia contenuti nell’archivio, gli investigatori hanno nuovamente sentito diversi testimoni interrogandoli su particolari che in prima battuta non erano emersi o che erano stati ritenuti irrilevanti. A quel punto è stata cercata una conferma anche nelle riprese delle telecamere accanto ai luoghi dove il rapinatore era entrato in azione. Una volta capito che i risultati coincidevano e che c’era una certa serialità in tutte le azioni, gli agenti sono andati praticamente a stanarlo a colpo sicuro. “Il problema è che la criminalità - aggiunge Crivelli - sta mutando profondamente, seguendo i cambiamenti della società. Se un tempo le rapine avvenivano di notte, oggi si agisce anche a viso scoperto di giorno come capita negli assalti ai distributori. Il problema, allora, è capire che la tecnologia è necessaria per far calare i reati, come lo sono le pattuglie, le indagini e i controlli incessanti”. Per questo software come “Keycrime” potrebbero essere utili nel caso in cui il Ticino decidesse di creare un Osservatorio di criminologia, come chiesto in tre proposte depositate in Gran consi- glio e che sono state presentate da socialisti, verdi e Udc. Il Consiglio di Stato, per ora, non ha ancora risposto. “È chiaro che l’informatica applicata all’investigazione, inizialmente - dice la criminologa - ha un costo, ha necessità di investimenti, di personale specializzato. Ma poi, sicuramente porta un risparmio notevole di risorse finanziarie. Basta pensare solo alle indicazioni che potrebbero arrivare dopo certe rapine e dunque la possibilità di fare interventi e pattugliamenti mirati lì dove si prevede che i banditi possano tornare a colpire magari dopo un certo lasso di tempo calcolato dal computer attraverso informazioni precedenti”. m.sp. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 9 attualità REVOCHE PATENTI IN SVIZZERA E TICINO NEL 2013 La polemica 4.223 in Ticino 30 infrazioni gravi con conseguente denuncia penale in Svizzera 81.929 Patenti ritirate nel 2013 in Svizzera Alcune cifre dei motivi del ritiro di patente in Ticino 945 1.957 157 146 215 108 66 Abuso e eccesso di alcol Eccesso di velocità Guida senza patente Guida nonostante ritiro Dipendenza stupefacenti Inosservanza precedenza Sorpasso Ustra e statistica Admas C ATTENZIONE ALL’ACCELERATORE Solo in Ticino per eccesso di velocità nell’ultimo anno sono state revocate 1957 patenti; sotto, Renato Gazzola, portavoce per la Svizzera italiana del Touring Club e l’avvocato Andrea Roth del servizio giuridico Tcs Keystone irca cinque patenti al giorno, festivi compresi, sono “saltate” l’anno scorso in Ticino per eccesso di velocità. In tutto sono 1.957 gli automobilisti con il piede troppo pesante. Un dato che conferma, con 82 casi in più rispetto al 2012, che i ticinesi sono sempre più Speedy Gonzales. Ma non solo. Perché il numero complessivo di licenze di condurre ritirate, sempre in Ticino, è di 4.223, cioè 102 in più rispetto al 2012. Un particolare che dice che il cantone è in controtendenza rispetto alla situazione nazionale, dove invece le revoche sono in calo: 81.929, cioè 133 in meno rispetto all’anno prima. In questo quadro si inserisce per la prima volta anche il reato di “pirata della strada”, che scatta per chi va oltre l’eccesso di velocità”. Sono una trentina gli automobilisti svizzeri che si sono visti affibbiare questa pesante accusa. Il dato, stavolta, è stato calcolato dall’Ustra, e riportato in un dossier del Touring, dove sono analizzate le statistiche delle misure amministrative (Admas) da gennaio 2013, quando è entrata in vigore la legge. A chi commette questo reato non viene soltanto ritirata la patente per due anni, ma viene anche confiscata l’auto, in più scatta il procedimento penale con conseguente processo. E il “pirata” rischia di vedersi infliggere una pena da 1 a 4 anni. Ma anche per l’eccesso di velocità grave si rischiano complicazioni serie. L’ultima vicenda vede protagonista una donna italiana alla quale è stata negata la naturalizzazione, proprio perché sorpresa a circolare a 83 chilometri orari in una strada con un limite di 50. Ma casi simili erano già accaduti in passato, come quello di un trentenne bosniaco con in tasca l’attinenza comunale al quale era stato ve norme spesso risultano vessatorie. Chi resta senza patente per lungo tempo, secondo il lavoro che fa, rischia di finire disoccupato”. E tuttavia, secondo Gazzola, “dal punto di vista della sicurezza questa normativa è importante perché, se si guardano le statistiche degli incidenti, qualche risultato a casa è stato portato”. Nelle strade svizzere nel 2013 ci sono state 70 vittime e 73 feriti gravi in meno rispetto al 2012. Quello che comunque molti stanno osservando da quando è partito il programma “Strade sicure” che ha inasprito provvedimenti e le misure amministrative, è il poco margine lasciato ai giudici nei casi in cui un automobilista venga ritenuto pirata della strada. “Mi sento di dire che chi giudica, senza per questo voler entrare nel lavoro degli altri, dovrebbe farlo con coscienza e non soltanto utilizzando i dispositivi legali - aggiunge Gazzola -. Con questo voglio dire che serve proporzionalità, perché commettere un errore è un fattore umano e ci dovrebbe essere una certa elasticità nei provvedimenti”. L’altro dato è che sulle strade ticinesi circolano 3.740 automobilisti con un ammonimento. Ciò vuol dire che, se combinano anche una pur piccola infrazione, corrono guai seri. In pratica sono osservati speciali. “Il rischio - osserva l’avvocato Notari - è che, alla fine, chi ha paura e va a 75 chilometri all’ora invece che a 80 rallenti il traffico”. Tornando ai numeri c’è da osservare che chi commette più eccessi di velocità al volante sono gli automobilisti nella fascia d’età dai 20 ai 24 anni. Ma, dato curioso, hanno ecceduto anche 26 over 75. Su oltre quattromila revoche, la maggior parte sono per un mese (1385) e per tre mesi (940). Altro capitolo: le revoche dovute all’alcol. Che non sono poche: 923 in Ticino, e 16 mila a livello nazionale. m. sp. Ticinesi sempre più Speedy Gonzales Aumentano le patenti ritirate per eccesso di velocità, oltre cinque al giorno Le regole IN CITTÀ 30 km Viene definito pirata della strada chi nella zona 30 circola a 70 all’ora NELLE STRADE 80 km È “pirata” anche chi viaggia a 140 in un tratto di strada dove il divieto è di 80 L’opinione In autostrada, dove il divieto è di 120 km all’ora è “pirata” chi arriva a 200 chilometri all’ora L’INFRAZIONE LIEVE 30 km Infrazione lieve se si supera da 16 a 30 km il limite secondo le strade L’INFRAZIONE GRAVE 35 km Infrazione grave è 35 km in più in autostrada, 25 negli abitati, 30 nelle strade extra urbane L’avvocato Andrea Roth del servizio giuridico Tcs “Chi sbaglia sulla strada rischia più di un ladro” IN AUTOSTRADA 120 km ventivo, ma dall’altra risulta frustrante per gli automobilisti che ormai hanno paura anche perfino di compiere un sorpasso”. E sul fatto che le nuove misure abbiamo avuto due risultati differenti è d’accordo anche Renato Gazzola, portavoce per la Svizzera italiana del Touring Club: “C’è gente che, per aver bruciato un radar, è rovinata. Perché le nuo- negato il passaporto per aver pigiato troppo sull’acceleratore. Dietro i provvedimenti di ritiro della licenza di condurre, c’è spesso la velocità. “Questa nuova normativa ha due volti - spiega l’avvocato Bruno Notari, che si è occupato a lungo di infrazioni del Codice della strada -. Da una parte sicuramente contiene un effetto pre- “D ire se le nuove sanzioni sono eccessive, se sono giuste o sbagliate, se effettivamente le norme lasciano un certo margine di manovra ai giudici, è una discussione che porterebbe lontano”. Ci va prudente l’avvocato Andrea Roth, del servizio Assista, la protezione giuridica del Tcs. “Il problema alla base di tutto è che la legge sulla circolazione, a differenza di tutte le altre, dove bisogna aver commesso effettivamente la lesione di un diritto, parla di pericolo astratto. Cioè non deve avverarsi, ma potenzialmente esiste”. Ecco perché all’apparenza le condanne e i provvedimenti amministrativi legati all’eccesso di velocità o all’alcol, oppure alla distrazione, possono apparire eccessivi. “Ma - aggiunge Roth - non lo sono, e lo spieghiamo spesso a chi viene a chiedere assistenza da noi. Faccio un esempio. Se due auto viaggiano una a 50 chilometri orari e l’altra a 60, davanti a un ostacolo se frenano entrambe, quando la prima si ferma, la seconda è ancora a 36 chilometri orari. E se trova un pedone lo travolge. Davanti a casi del genere il legislatore ha detto basta”. E così, progressivamente, dal 2005 è scattata la tolleranza zero. “Detto questo però è comprensibile il sentimento diffuso tra la gente. E cioè - aggiunge Roth - che siamo davanti a norme molto oggettivate sotto il profilo penale. In altri ambiti si tiene conto della situazione personale di chi è coinvolto nel procedimento. In pratica, in linea teorica, si rischia di venire puniti più per un eccesso di velocità che per un furto”. è liet o di in vitar la alla pr esen tazione della nuo v a c ollezione camicie donna ssabato 5 apr ile catering di benvenuto e momenti di danza accompagneranno tutta la giornata. Una sciarpa 100% lino vi ver rà omaggiata ad ogni acquisto di camicie donna della nuova collezione scontate del 20%. GU GUANZATE ANZAT TE [[CO] CO] - V Via ia X XXV XV Aprile Aprile 71 +info +inf nffo 031.899377 - www.jands.it www.jands.it aperti aperti le domeniche pomeriggio pomeriggio Ricorda!! Ricorda Dal 5 al 25 aprile sconto del 20% su tutte le camicie collezione donna! IL CAFFÈ 30 marzo 2014 10 attualità La storia Ivan Glasenberg, 56 anni, una fortuna valutata tra i 5 ed i 6 miliardi di franchi. Vive nel canton Zurigo, dove paga 360 milioni di franchi di tasse all’anno. È a capo di Glencore Xstrata, colosso mondiale nello sfruttamento delle materie prime. La sua azienda nel continente nero, e non solo, è al centro di gravissime accuse per danni alla salute Nella fabbrica di rame gli africani muoiono e in Svizzera s’incassa I Una storia controversa tra proteste e miniere Ivan Glasenberg, alla guida della Glencore Xstrata; sopra, una manifestazione contro le attività estrattive dell’azienda. In alto, un gruppo di bambini osserva un minatore mentre passa davanti alla miniera Lonmin, fuori Rustenburg, nel nord-ovest di Johannesburg FRANCO ZANTONELLI van Glasenberg, 56 anni, una fortuna che Bilanz valuta tra i 5 ed i 6 miliardi di franchi, vive nel canton Zurigo, è di origine sudafricana ed è l’amministratore delegato di Glencore Xstrata, colosso mondiale nello sfruttamento e nel commercio delle materie prime, con sede a Baar, nel Canton Zugo. Beatrice Mithi, 57 anni, era una nota esponente politica dello Zambia, sofferente di asma che, nell’ottobre scorso, dopo una visita a una miniera di rame, con annessa fonderia, nella città di Mufulira, venne ricoverata d’urgenza, in ospedale. Qui fu rianimata, grazie ad una bombola per l’ossigeno. “Ha avuto un collasso dopo aver inalato l’anidride solforosa emessa da quel sito minerario”, ha spiegato il portale Lusakatimes. Cosa lega la signora Mithi, morta per un attacco di cuore all’inizio dell’anno mentre stava assistendo a una messa, al magnate Glasenberg? Proprio quella miniera e quella fonderia di rame, di proprietà di Glencore Xstrata. Reuters L’impianto di Mopani, come è noto in tutta l’Africa, è il più importante del Continente. E, almeno stando a un servizio del programma televisivo Rundschau, emetterebbe quantità pericolosamente fuori norma di anidride solforosa. Tanto che nello Zambia sono convinti che l’infarto che ha ucciso Beatrice Mithi Keystone (per la sua scomparsa è stato decretato il lutto nazionale), altro non sia stato che una conseguenza del malore accusato in ottobre. In un’inchiesta di Runschau si sostiene che, mentre in tutta la Svizzera vengono emesse 12 mila tonnellate di anidride solforosa all’anno, dalla sola fonderia di Mopani ne escono 100 mila. “L’Oms - dice la rubrica - ha fis- Reuters La vicenda Le origini La società La miniera L’accusa Il rifiuto IL PROTAGONISTA MATERIE PRIME ESTRAZIONE RAME L’ANIDRIDE IN BENEFICENZA Ivan Glasenberg, 56 anni, una fortuna che Bilanz valuta tra i 5 ed i 6 miliardi di franchi, vive nel canton Zurigo, è di origine sudafricana. La Glencore Xstrata è un colosso mondiale nello sfruttamento delle materie prime, ha sede a Baar, nel Canton Zugo. La miniera della Glencore di Mopani, in Zambia, è la più importante del continente. Qui si estrae rame che poi viene lavorato. Il programma tv Rundschau, ha denunciato che dalla fonderia di Mopani escono 100 mila tonnelate di anidride solforosa. l comune di Hedingen, dove vive Glasenberg, ha dirottato parte delle tasse del magnate ad associazioni ambientaliste. sato l’obbiettivo di non più di 20 microgrammi di anidride solforosa per metro cubo d’aria, mentre i campioni rilevati a Mopani oscillano tra i 250 ed i 780”. Dalla fonderia di Mopani vengono emesse 100 mila tonnellate l’anno di anidride solforosa “Tutto ciò aumenta i tassi di mortalità, soprattutto degli asmatici”, ha messo in guardia l’epidemiologo basilese Nino Künzli, esperto di inquinamento atmosferico e delle sue conse- guenze sulla salute. Glencore Xstrata, pur non smentendo i rilievi effettuati da Rundschau, ha fatto sapere che intende ridurre le emissioni di anidride solforosa del 97 per cento. Un progetto che avrebbe dovuto essere portato a termine già lo scorso anno ma che, nel frattempo, è stato poi rimandato al 2014. “Mopani è una propaggine dell’inferno, per coloro che vivono nei paraggi”, martellano le organizzazioni non governative, mettendo sotto pressione Glencore Xstrata. A inizio marzo un gruppo di Ong, raggruppate sotto il cartello Multiwatch, stava per pubblicare un volume di de- nuncia nei confonti della multinazionale di Baar. Quest’ultima con un’azione legale è riuscita a bloccare il tutto. La ragione? Il titolo. Avrebbe dovuto essere “Af- In Perù il miliardario elvetico è sospettato di aver contaminato il suolo. Animali nati con deformazioni fari sporchi, i miliardi con le materie prime”. “Alla fine - fanno sapere da Multiwatch - abbiamo rinunciato, preferendo un confronto pubblico piuttosto che uno nelle Fotografa il logo del Caffè e vinci un giorno a Europa-Park a pagina 23 aule di tribunale”. Sporchi o meno che siano, gli affari planetari di Glencore Xstrata si tirano spesso dietro un fiume di accuse e di polemiche. Se non è l’anidride solforosa - emessa dalla fonderia dello Zambia - a mettere il gruppo guidato da Ivan Glasenberg al centro dell’attenzione, ci pensano gli abitanti di una cittadina peruviana, Espinar, dove il colosso di Zugo qui sfrutta una miniera di rame. Il giacimento è quello di Tintaya. È sospettato di aver contaminato il sottosuolo provocando nelle fattorie della zona la nascita di parecchi animali affetti da deformità. “Noi non c’entriamo, quei terreni erano contaminati prima del nostro arrivo”, si difende energicamente Glencore Xstrata. Fatto sta che tutte queste vicende non sollevano solo l’indignazione dei terzomondisti ma stanno creando fastidio anche tra gli stessi concittadini di Ivan Glasenberg. E ciò nonostante la montagna di tasse pagate dal magnate. Parliamo di 360 milioni di franchi solo nel 2012, su una fortuna stimata, dalle autorità fiscali zurighesi, di oltre 5 miliardi e mezzo di franchi. Ebbene, per il meccanismo della perequazione finanziaria, il comune di Hedingen doveva incassare una parte di quel malloppo, se non che un gruppo di cittadini ha sollevato un problema di opportunità. Il che ha dato vita all’iniziativa popolare titolata “Milioni delle materie prime, Hedingen si comporta in modo solidale”. Con 764 voti contro 662, l’iniziativa è stata approvata. Così il Comune ha potuto destinare 110 mila franchi ad alcune associazioni di aiuto allo sviluppo con sede in Congo, Colombia e Bolivia. “Si tratta di una cifra modesta, ne siamo consapevoli. Ma ha un valore simbolico e speriamo che altri Comuni seguano il nostro esempio”, hanno dichiarato i promotori dell’iniziativa. Chissà se la notizia ha potuto raggiungere, nello Zambia, la signora Beatrice Mithi, prima della sua morte prematura in chiesa. Quanto a Glasenberg, poco tempo fa ha ulteriormente aumentato la sua immensa fortuna. Ha incassato 182 milioni di dollari di dividendi delle azioni di Glencore Xstrata in suo possesso. [email protected] IL CAFFÈ 30 marzo 2014 politica Il Ps: “Robbiani deve dimettersi” I Verdi contro il doppio tunnel Basta scuse, servono le dimissioni. Le chiede il Ps al granconsigliere leghista Massimiliano Robbiani, che sul suo profilo Facebook ha pubblicato l’immagine di due donne in burqua accanto dei sacchi neri e aggiungendo: “Ragione in più per non pagare la tassa sul sacco!!!”. Sul fatto c’è stata una segnalazione in procura. Ora il Ps chiede a Robbiani d’avere “il buon gusto di dimettersi”. I Verdi lanceranno il referendum se il parlamento approverà la realizzazione del secondo tunnel autostradale del San Gottardo. La decisione è stata presa all'unanimità dall'assemblea dei delegati dei Verdi, riunita sabato nel canton Glarona, perché il doppio tunnel non sarebbe compatibile con l’articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi, che vieta d'incrementare le capacità stradali. Rocco Cattaneo Fiorenzo Dadò RIORGANIZZARE LO STATO REVISIONE DELLE SPESE Bisogna attuare una riorganizzazione completa dell’apparato amministrativo con maggiori investimenti nell’informatica. Bisogna fare una revisione totale delle spese dello Stato. Vanno rivisti i costi interni dell’amministrazione. 11 IL PUNTO CATHERINE BELLINI La Svizzera equilibrista per evitare una guerra RIDUZIONE DEL PERSONALE Un risanamento delle finanze dello Stato passa inevitabilmente da una riduzione del personale pubblico. Si tratta in un’uscita di un miliardo. SGRAVI E STOP TASSA SUL BOLLO Per rilanciare l’economia occorrono sgravi fiscali per aziende (e famiglie) abolendo inoltre l’imposta sul bollo. Amalia Mirante Pierre Rusconi NO A SGRAVI FISCALI PIÙ FERMEZZA CON BERNA Stop all’assunzione di nuovo personale nello Stato e blocco del turnover. Dimezzare gli scatti salariali automatici. Non credo ad una politica di sgravi fiscali. Porta ad una guerra fra poveri. Dal punto di vista fiscale la Svizzera è molto competitiva. REVISIONE DEI SUSSIDI FORTI INVESTIMENTI Occorrerebbe avere più fermezza nei rapporti con Berna, difendendo in modo più incisivo le ragioni del Ticino. Sadis si è fidata troppo di Berna, e poco di se stessa. Sergio Morisoli STOP A DIPENDENTI PUBBLICI Revisione dei criteri di distribuzione di tutti i sussidi che riguardano enti pubblici e privati con verifica dell’efficienza costi-benefici. Occorrono invece forti investimenti, misure che sostengano settori ad alto valore aggiunto, ma che hanno effetto sul medio periodo. PIÙ CORAGGIO SUGLI SGRAVI Dovrebbe aver più coraggio e rischiare qualcosa sugli sgravi per il rilancio del Ticino. Meno contabilità e più politica. Se io fossi Laura Sadis... Tagli al personale, risparmi, sgravi fiscali, forti investimenti consigli (non richiesti) al ministro per rilanciare l’economia CLEMENTE MAZZETTA Ti-Press IL MINISTRO Laura Sadis (54 anni), direttrice plr del Dipartimento cantonale delle finanze e dell’economia “Se io fossi foco - scriveva Cecco Angiolieri - arderei il mondo. “Se io fossi Laura Sadis - dicono i ticinesi – farei questo e altro…”. Come in Italia, dove tutti sono allenatori della Nazionale di calcio, in Ticino tutti s’improvvisano consiglieri di Stato. Anzi ministri delle finanze e dell’economia. Con tanto di ricette pronte all’uso. In questa dinamica da “allenatori del Team Ticino”, il Caffè ha chiesto a esponenti del mondo della politica e dell’economia alcune misure concrete… come se fossero al posto di Laura Sadis. Per l’economista Amalia Mirante, il cantone ha bisogno di un rilancio economico, non di tagli fiscali. “Non credo ad una politica di riduzione delle imposte per attrarre aziende in un contesto dove la Svizzera è già fiscalmente molto competitiva – dice Mirante al Caffè –, credo invece ad una politica di sviluppo sul medio termine, con misure che sostengano determinati settori, in particolare quelli innovativi nell’ambito della medicina, della biologia, e tutto quello che può nascere dai nuovi percorsi universitari...”. Puntare su ricerca e sviluppo, dunque, per rilanciare il tessuto economico del cantone. Difficile però farsi rieleggere con questo tipo di proposte. “Mi rendo conto che si tratta di misure che danno frutti sul medio periodo, non immediati per la prossima campagna elettorale ammette Mirante -, purtroppo i cicli economici non vanno d’accordo con quelli politici”. Nel campo politico si punta invece sulla revisione della macchina statale. Lo sostiene in particolare Sergio Morisoli, presidente di Area liberale, che al posto di Sadis avrebbe voluto esserci sul serio. “Ma il popolo ha deciso diversamente”, afferma Morisoli, che sul fronte della spesa propone: “Zero assunzioni e zero sostituzioni dei partenti nell’amministrazione pubblica”. Un centro di spesa di un miliardo. Cosa che obbligherebbe lo Stato ad organizzarsi in modo 10 anni: “Non parlo di nuova edilizia e di nuove strade, ma di investimenti per rilanciare il Ticino nel campo dell’innovazione, della ricerca”, conclude Morisoli, condividendo in questo le tesi di maggiori investimenti mirati dell’economista Mirante. Un risanamento delle finanze dello Stato, passa invece per Fiorenzo Dadò, capogruppo parlamentare del Ppd, inevitabilmente attraverso una riduzione del personale dello Stato. “Alla società non si può chiedere di più. Se io fossi Laura Sadis esordisce Dadò - metterei mano all’amministrazione pubblica, operando una revisione totale “Zero assunzione e zero sostituzioni dei partenti fra il pubblico impiego, stop agli automatismi” “Criticare son capaci tutti, è stata lasciata sola dal suo partito, dal suo Paese. Ne han fatto tiro al bersaglio” più efficiente, sostiene Morisoli, che aggiunge: “Si tratta di una misura che può essere fatta subito. Inoltre rivedrei i criteri di distribuzione di tutti i sussidi a enti pubblici e privati, verificandone l’efficienza. Un altro centro di spesa di circa un miliardo”. Poi snocciola una serie di interventi che vanno dal referendum obbligatorio sulle spese, al no al moltiplicatore cantonale, a pacchetti di sgravi fiscali. “È l’unica formula pagante”, chiosa Morisoli, che non dimentica però il capitolo delle politiche economiche proponendo l’istituzione di un fondo d’investimento di 400 milioni per i prossimi delle spese. Riducendo anche il personale, settore dove già analisi passate avevano evidenziato esuberi”. Per Dadò non è però tempo di sgravi fiscali, ma “occorre rivedere la legge tributaria che nel tempo ha assunto attraverso le molteplici deduzioni, anche compiti sociali”. Un settore, quello sociale, che a suo dire necessita di una profonda revisione: “Qualcosa non funziona se chi ha redditi di 120 mila franchi continua a ricevere sussidi”. Sulla stessa lunghezza d’onda Rocco Cattaneo, presidente del Plrt. “Più che un ministro, è il governo che dovrebbe agire in modo compatto - afferma, pre- occupato che le sue proposte siano intese come critiche verso Sadis -. Non vorrei mai. Ma penso che occorra riorganizzare completamente l’apparato amministrativo con maggiori investimenti nell’informatica. E per accelerare l’incasso delle imposte si potrebbe fare come nei Grigioni che procedono immediatamente alla notifica provvisoria di quanto dovuto”. Insomma, più efficienza per avere meno insicurezza sul gettito delle imposte pregresse. “Questo, e poi sgravi fiscali, più che necessari per le nostre aziende se vogliamo rilanciare l’economia”, conclude Cattaneo, ritenendo ormai giunto il tempo “di abolire l’imposta sul bollo: un balzello”. Completamente diversa – e inaspettata - la posizione del consigliere nazionale Udc, Pierre Rusconi: “Se io fossi Laura Sadis, mi dimetterei e lascerei il mio posto ai signori della Lega, che hanno tutte le ricette per tutto, meno che per metterle in pratica”. Più che una critica al ministro liberal-radicale, un’accusa agli ex alleati leghisti: “A criticare son capaci tutti, però Sadis è stata lasciata sola sia dal suo partito, sia dal Paese”, sostiene Rusconi, che chiede in questo ultimo anno di legislatura più coraggio sia nei rapporti verso Berna, sia per una politica di sgravi fiscali in grado di rilanciare il cantone. [email protected] Q@clem_mazzetta Ti-Press IL DFE Il dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) è un perno dello Stato quasi sempre sotto esame Decisamente il nostro Paese non fa mai niente come i suoi vicini. Nel bene, come nel male. La Svizzera è sfuggita alle grandi guerre che hanno sconvolto il continente nel corso del Ventesimo secolo, ha inventato la Croce rossa, ma a lungo ha accolto il denaro degli evasori fiscali del mondo intero e approfittato dei fondi ebraici in giacenza, che sonnecchiavano nelle sue banche. Più di recente, una stretta maggioranza del popolo ha deciso di ridurre l’immigrazione, a costo di mettere a rischio la libera circolazione delle persone, principio sacro in seno all’Unione europea. Su questo tortuoso cammino di “Alleingang”, il Consiglio federale ha compiuto un nuovo passo. Non si assocerà alle sanzioni decise da Bruxelles e Washington contro la Russia. Eppure... il governo elvetico condanna, come gli altri, l’annessione della Crimea, la considera una violazione del diritto internazionale. Nonostante ciò il governo impedirà che la Svizzera permetta ai cittadini russi direttamente interessati di aggirare le sanzioni decise. In altre parole: nessun nuovo conto in banca in Svizzera e nessun nuovo visto. Questo numero da equilibrista il Consiglio federale lo esegue da diverse settimane. Il presidente Didier Burkhalter a Sochi ci è andato, contrariamente ad altri suoi omologhi che hanno boicottato la cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici. Al contrario, Alain Berset per le Paraolimpiadi, sempre a Sochi, non si è presentato. La Svizzera ha congelato le sue esportazioni di armi verso la Russia e abbandonato provvisoriamente un programma di formazione di soldati russi. Quanto alla prevista visita di Didier Burkhalter a Vladimir Putin - in occasione dell’anniversario per i 200 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi -, dovrebbe comunque svolgersi...., se potrà servire al dialogo internazionale e non solo ai rapporti tra Svizzera e Russia. Quando si sente il rumore degli stivali, quando si apprende che i servizi segreti europei e americani stimano a 30 mila uomini le forze russe dispiegate alla frontiera orientale dell’Ucraina, non possiamo che salutare favorevolmente il tentativo del nostro governo di preservare le sue relazioni con la Russia, il tentativo di costruire un dialogo al di sopra di quell’antica cortina di ferro che proietta ancora le proprie ombre sul continente e anche oltre. La Svizzera non è solo un Paese neutrale. Quest’anno presiede l’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Sì, per la sicurezza. Perché, in fondo, si tratta proprio di questo: evitare una guerra. E, allora, la pace val bene qualche contorsionismo da equilibrista. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 12 politica Ti-Press/elaborazione cer 6/verso le elezioni A Il brusco cambio di rotta di Sergio Savoia all’esame del partito La spiazzante metamorfosi verde sentire loro dietro la brusca metamorfosi che li ha portati a sganciarsi dai temi ecologisti, senza tuttavia mai rinnegarli, per virare bruscamente su altri più calati nel sociale e nelle scelte di politica economica, c’è una coerenza di fondo. E sta nella visione di “una società non più improntata al profitto a tutti i costi a scapito del capitale umano e di quello naturale”, come ha scritto in un intervento il municipale di Balerna Rolando Bardelli. Ma sicuramente la svolta dei verdi ticinesi, accentuata negli ultimi tempi, è spiazzante. A cominciare dalle alleanze. Basta con quelle storiche, con i socialisti, ma porte aperte all’Udc e alla Lega su temi come i contingenti per stranieri, lo statuto speciale per il Ticino, i padroncini. Più iniziative come quella per difendere i salari. Un cambio di prospettiva radicale sui contenuti, che ha contribuito a movimentare lo scenario politico ticinese. “Che i nostri rapporti siano sfilacciati, per legitti- me scelte loro, per cambio di linea politica e non ultimo per personalismi, è un dato di fatto spiega la capogruppo socialista in Gran Consiglio Pelin Kandemir Bordoli - e che in futuro ci si possa ritrovare, come un tempo era naturale, oggi come oggi mi pare difficile”. D’altronde in più d’una occasione è stato il coordinatore del movimento, Sergio L’intervista “un partito fortemente incentrato su una persona sola, Sergio Savoia, e questo non è un segnale di salute”. Eppure la specificità riaffermata da Savoia ha buttato in soffitta i cliché sui Verdi e scardinato vecchie logiche. Recentemente il coordinatore ticinese ha firmato un accordo per dare gambe a quanto emerso dalle urne il 9 Savoia, a marcare che i Verdi vogliono avere mani libere e non sono di sinistra. È Savoia il leader che ha incarnato la svolta, sostenendo Marco Borradori a Lugano, incrinando amicizie come quella con Greta Gysin, con la quale c’è stato più d’uno scontro in Gran Consiglio. Non solo, in una recente intervista al Corriere del Ticino la Gysin ha parlato di L’analisi e gli scenari futuri per il polititolo Oscar Mazzoleni “La posta in gioco è un seggio della Lega” “I Verdi stanno contribuendo a rimescolare le strategie, che da destra a sinistra, stanno mutando la scena politica ticinese”. Il politologo Oscar Mazzoleni, vede gli ecologisti “come una entità in transizione”. Non l’ha sorpresa questa metamorfosi, questo passaggio dai temi ecologisti ad altri spiccatamente economici e sociali? “No, l’idea dei verdi solo legati all’ambiente è sorpassata dai fatti. Quello che invece mi chiedo io è che consenso reale ha all’interno del partito cantonale, e come si rapporterà con il partito nazionale, la nuova linea che si muove attorno al coordina- tore Sergio Savoia. Ma per questo bisognerà attendere il congresso”. Quella di Savoia è una scommessa? “Non è scontata la riuscita politica di questa nuova intesa che si è profilata con Udc e Lega su frontalieri e libera circolazione”. Strategia spiazzante, dove porterà? “In gioco c’è almeno un seggio della Lega in Consiglio di Stato. E in questa frammentazione il potere di negoziazione dei piccoli cresce, perché possono spostare percentuali preziose, capaci di contribuire a mantenere o far perdere appunto un seggio”. febbraio con Attilio Bignasca e Gabriele Pinoja. “È nata una alleanza di più ampio respiro - aggiunge Kandemir Bordoli - e ne Le tappe IL MOVIMENTO Il Partito ecologista svizzero nasce nel 1983, un anno dopo viene fondato quello ticinese. Nel 1994 nasce il partito dei Verdi unendo i diversi movimenti ambientalisti. IL LEADER Sergio Savoia viene eletto coordinatore nel 2006. Si rompe l’alleanza con i socialisti. Alle elezioni del 2007 i verdi ottengono quattro seggi in Gran Consiglio. I CONSENSI L’exploit è nel 2011 quando i verdi ottengono 7 granconsiglieri. Attualmente i consiglieri comunali sono invece una cinquantina e quattro i municipali. prendiamo atto. Ciò però riduce ulteriormente i margini di manovra su possibili alleanze future, che pure a livello nazionale continuano”. Ora bisognerà vedere come questo riposizionamento voluto da Savoia, puntando tutto sulla capacità di cogliere il malessere di ampi strati della popolazione, assumendosi il rischio di andare controcorrente con una certa disinvoltura, verrà digerito nel movimento. Certo, Savoia ha dalla sua il successo alle ultime cantonali con i verdi al 7.2% (nel 2003 erano partiti con il 2.4). Ma non tutti, e questo è emerso non solo nelle prese di posizione di Gysin e Fausto Beretta Piccoli, sono d’accordo. Bisognerà vedere quale base di consenso avrà Savoia. E questo si misurerà intanto all’assemblea del 5 aprile, quando verranno rinnovati i vertici del movimento. La linea politica invece verrà decisa in un’assemblea prima dell’estate. m. sp. (6-fine - Le precedenti puntate sono state pubblicate domenica 23 febbraio, 2, 9, 16 e 23 marzo) ***%&!$)#(% " 1"& +(& +))"- &(& -"*0(/ ,"!"." +/," % 0*-.,% * $%6 " * % )*-.,% *’.," GZZ (*!"’’%J ÃʾÑ!è.èÄ9-"145š.4š.19ÝÌòÀ¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&8++ï"- & /öÍÞ:æš&Å&°6$¦3:6ª¹©0ÊÓ16"*öö+šû¦¹ªïÍÈ$ªš)5Ì;ï622Ìè+2˙Á 354;ï908/2ûȦ";ï$*49&°ö¼5Ý©-Ó/ÄÞ6ï,ïÈ3)1:ÑÃñʾ +- +* 1*/$$&+ (&"*/" #&*+ #-= 8 CCC=7 A " (".&*$ ( A5:< B *0+1 -"*0(/ ’*$++ 3="=4 ! #-= ;: 6CA=7 ; *0+1 -"*0(/ ’*$++ "2,-"..4 ! #-= ;;>69=7 ; -"*0(/ /-#& 4 ! #-= ;6 ?9;=7 ; -"*0(/ )./"-4 ! #-= ;6 6CC=7 ; -"*0(/ % &( 1"& +(+ !//+ ,"- ( 1+./- &),-".= %B DJ G H9M @ W9@5EB@ 5ECC9M5@2B@ <@DE 2 S7= R HMEHED9 N9CHM9 B2 NEBUY@ED9 H9M<9RR2 H9M KU2BN@2N@ 2RR@W@R3 HME<9NN@ED2B9J #M2Y@9 2BBL2CH@2 E<<9MR2 : HENN@4@B9 N59>B@9M9 @B W9@5EBE 9 B2 W9MN@ED9 H@V 282RR@ 2BB9 HMEHM@9 9N@>9DY96 WEBUC9 8@ 52M@5E 82 T 2 TZ CS7 52M@5E UR@B9 82 S== 2 G;=Z A>7 BUD>?9YY2 82 S7; 2 P7; C 9 2BR9YY2 82 G7O 2 T7; CJ " 5EC9 2BR9MD2R@W2 H2MR@5EB2MC9DR9 W2DR2>>@EN27 W@ HMEHED@2CE &2D>EE 1J"J7 @B DUEWE <UM>ED5@DE GZZI 9B9RRM@5E 8@NHED@4@B9 NUB C9M52REJ RURRE 5@F N@ 2>>@UD>EDE DUC9MEN@ 9KU@H2>>@2C9DR@ 9 S 2DD@ 8@ >2M2DY@2 89B 5ENRMURREM9J (2>>@EM@ @D<EMC2Y@ED@ NU XXXJM9D2UBRJ5? 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Il presidente del direttorio della Banca nazionale (Bns) aveva messo in guardia il governo: “Nel 2008 la Bns era intervenuta per salvare Ubs, in quanto essendo la più grande banca svizzera presentava un rischio sistemico per l’intera economia nazionale. Per gli istituti finanziari di piccole dimensioni la situazione è diversa”. Tradotto: le piccole, che in futuro rischiano come ha previsto uno studio di Kpmg, se la cavino da sole. Sull’argomento è tornato tempo dopo il Ceo di Ubs, Sergio Ermotti: “L’aumento dei costi e l’inasprimento delle normative comportano maggiori difficoltà agli istituti minori rispetto ai big del ramo”. Insomma, le autorità farebbero bene a preoccuparsi delle piccole banche, prima di quelle a impatto sistemico. “Sono d’accordo con l’affermazione – osserva Erico Bertoli, executive director di Ernst & Young Lugano -. I costi della compliance sono spropositati per gli istituti di dimensioni ridotte. Diverso è il discorso dei fondi propri, poiché generalmente gli istituti più piccoli sono maggiormente avversi ai rischi rispetto gli istituti più grandi, e pertanto possono vantare fondi propri relativi più solidi”. In modo quasi perverso, aggiunge l’esperto di servizi finanziari, “l’inasprimento delle La novità regole del gioco non farà altro che piazza bancaria. Ecco perché in nanza internazionale: con in pricreare colossi bancari ancora più caso di rischi il costo occupazio- ma fila i grandi gruppi e, a seguire, banche medie e piccole, e non i imponenti a causa dell’inevitabile nale potrebbe essere molto caro. “Il problema – nota Luca Son- costi, spesso comunque ribaltabiconsolidamento del settore”. Oggi la categoria “piccole cini, chief financial & risk officer di li”. Sui clienti, si suppone. La finanbanche” è assai generica. Se si Pkb - è lo stato di salute della fi- za che è emersa dal ventennio di escludono i due giganti, Ubs e Credit Suisse, molte potrebbero essere definite così. In Svizzera I numeri operano una cinquantina di banche borsistiche o commerciali (15 in Ticino). Sono probabilmente le più esposte a rischi di compliance, cioè di aderenza alle nuove norme internazionali che stanno Gli istituti in attività in Tici- ma, al netto, di circa quaranta per arrivare. A meno che non si no sono 53. All’appello, rispetto banche su 53 della piazza ficonsiderino - forzando al 2012, ne mancano tre: due nanziaria ticinese. nel novero delle piccole Una realtà, dunque, intesono stati acquisiti, e poi c’è anche le banche cantostata la chiusura della sede di ressante che mette insieme nali, le Raiffeisen e quelle un grande istituto estero. Non si quasi 80 sportelli, come si ricaa regime cooperativisti- banche elvetiche può dunque ancora parlare del- va dal bilancio annuale dell’Asco, regionali e casse di ri- potrebbe le conseguenze dirette dell’irri- sociazione bancaria ticinese. sparmio. In Ticino, nella chiudere nei gidimento delle normative. Ma Anche la forza lavoro che rapclassifica delle banche di prossimi tre anni se alle banche borsistiche (15), presentano questi istituti consipiccole dimensioni ci sosi aggiungono quelle in mano derati medio piccoli è interesno istituti con un bilancio (2012) straniera (una ventina quelle di sante: nei loro uffici lavorano sotto i 100 milioni di franchi. Da modeste dimensioni), i ban- circa duemila addetti su un toun calcolo puramente indicativo, chieri privati (uno) e i piccoli tale complessivo di 6931 della rappresentano pur sempre un istituti (5), si arriva a un panora- piazza finanziaria cantonale. terzo del personale di tutta la Una realtà che garantisce 2000 posti 1/4 delle 103 Lo scenario LO STUDIO Uno studio di Kpmg e Università di San Gallo mette in guardia sugli scenari futuri della piazza finanziaria elvetica e soprattutto sulla sua sostenibilità. IL PERSONALE In Ticino le piccole banche, quelle con bilanci da meno di 100 milioni, garantiscono un terzo del personale dell’intera piazza finanziaria. LE NORME Dopo la crisi, che ha messo a rischio persino Ubs, le autorità hanno emanato nuove stringenti norme per evitare che in futuro lo Stato debba intervenire. “deregulation” sfrenata “deve essere riformata - afferma l’esperto in funzione di un nuovo modello economico di sviluppo sostenibile: oggi stiamo andando all’altro estremo: “regulation” è la parola d’ordine. Ma è il costo da pagare per gli eccessi degli ultimi decenni”. Soncini, dunque, è chiaro. “Concordo con Sergio Ermotti. Il sistema bancario – afferma René Chopard, direttore del Centro studi bancari di Vezia - è estremamente eterogeneo e richiederebbe regole molto differenziate. Purtroppo, le normative tendono a omogeneizzare e il costo della loro applicazione a volte proibitivo per delle piccole realtà. Si tratta, in particolare, di costi in ambito informatico, di costi legati alle competenze e di costi relativi all’organizzazione”. Da un’inchiesta condotta dall’agenzia Kpmg e dall’Università di San Gallo è emerso che un quarto delle 103 banche private potrebbero chiudere i battenti nei prossimi tre anni, vittime della giustizia Usa e di regole sempre più stringenti. Più a rischio sarebbero le banche che dispongono di attivi in gestione inferiori a 5 miliardi di franchi. Affrontare spese amministrative, per esempio, per analizzare i dati della clientela, allo scopo di identificare averi non dichiarati al fisco, potrebbe rappresentare un costo eccessivo per molti istituti. Sullo sfondo, la brutta fine della Banca Wegelin… [email protected] La moneta d’oro puro è fatta in casa Mille pezzi alla settimana dell’inedita oncia a 24 carati made in Swiss Una nuova moneta è in circolazione nel Paese ed è tutta d’oro. Non ha alcun valore legale, almeno da un punto di vista monetario, visto che è stata coniata all’insaputa della Banca nazionale e della zecca della Confederazione, ma vale circa 1’300 franchi. Non ha ancora un “nome”, ma a pochi giorni dal suo esordio sul mercato, è andata letteralmente a ruba. L’inedita iniziativa imprenditoriale - perché di diversificazione degli investimenti si tratta - è venuta ad una società di Zugo, la Swiss Bullion Corp, che ha coniato e messo subito in vendita una moneta di 31,10 grammi d’oro purissimo, 99,99%, corrispondente in tutto e per tutto al valore dell’oncia quotata sul mercato dei metalli preziosi. Un conio che, in altri Paesi, avviene sotto il controllo dello Stato, ma che in Svizzera dal 2011 non avviene più. Se la Bns è l’unica a poter emettere biglietti di banca, infatti, la Swissmint alle dipendenze dell’Uffficio federale delle finanze, è l’unica autorizzata a coniare monete. Ma solo dai 5 centesimi ai 5 franchi, quelle attualmente in circolazione, perché tre anni fa il Parlamento ha imposto alla Swissmint il veto a “battere” altri tipi di moneta. “Non dico che abbiamo approfittato di questa si- GOLD OUNCE Il peso della moneta è quello dell’oncia, 31,10 grammi di oro a 24 carati con titolo 99,99% tuazione, ma era prevedibile che in questa realtà di mercato la voglia di avere in tasca dell’oro vero, e non il controvalore cartaceo, era forte - spiega Giancarlo Camerana che, con Paul Noel, ha avuto l’idea di mettere in circolazione la moneta, che ancora non ha un nome -. Negli ultimi anni, infatti, le transazioni giornaliere in oro sulla carta erano cento volte quelle dell’oro fisico; oggi invece solo 20 volte. È chiaro che si preferisce avere oro reale e non virtuale. Infatti stiamo viaggiando a mille pezzi a settimana”. E la stretta attualità dà ragione alla Swiss Bullion Corp: la sola crisi di Crimea ha provocato un aumento di 4000 franchi, facendo passare il valore del lingotto d’oro da 34’500 a 38’500 franchi. Ma l’idea geniale dell’azienda di Zugo è stata proprio quella di coniare una moneta d’oro “privata”, che non fosse considerata una medaglia. Evitando l’8% di imposta Iva. Dopo due anni di trattative, infatti, il Dipartimento federale delle finanze ha concesso alla moneta d’oro made in Swiss lo status di “oro bancario”, esattamente come i lingottini comunemente in vendita da Ubs o Credit Suisse. Il pezzo d’oro da 24 carati s’è ritrovato così a sostituire, non solo nella memoria collettiva, ma anche nelle casseforti di casa, il mitico “Vreneli”, l’ultima moneta d’oro coniata dalla zecca di Berna fino al 1949. E a breve sarà possibile anche acquistarlo online, aggiungendo un nuovo primato alla Confederazione; la Valle dell’oro mondiale visto che quattro delle sei più importanti fonderie aurifere del pianeta sono tra l’arco giurassiano e il Ticino. e.r.b. La ricetta giapponese per battere la recessione Ad un anno di distanza dal suo lancio, Abenomics, la politica economica rivoluzionaria introdotta dal primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha prodotto alcuni risultati positivi: per 4 trimestri il tasso di crescita nominale è stato positivo ed i salari delle grosse imprese sono cresciuti, in parte grazie ai buoni di produzione ed agli straordinari. Tuttavia siamo ancora molto, molto lontani da una vera ripresa economica ed infatti gli economisti non sono convinti che Abenomics abbia innestato un circolo virtuoso in grado di trascinare l’economia giapponese fuori della deflazione. Innanzitutto, la domanda interna rimane troppo debole. Sebbene l’inflazione sia salita al 1,4 per cento, quindi in linea con quella americana (1,6) e tedesca (1,2), gran parte dell’aumento dei prezzi non è legato alla ripresa dei consumi, ma alla perdita di valore d’acquisto dello yen. Ecco spiegato il motivo per cui il prezzo dei beni durevoli, ad esempio i televisori sia sceso del 13 per cento in America e dell’8 in Germania mentre è salito del 3 per cento in Giappone. Ancora più scetticismo sta generando la decisione del primo ministro di aumentare l’imposta sui consumi dal 5 all’8 per cento ben al di sotto della media dei paesi dell’Ocse, si badi bene, ma possibilmente al disopra delle possibilità di una popolazione che da diverse decadi convive con recessione e deflazione. Il pericolo è che la tassa produca una contrazione ulteriore della domanda, come avvenne nel 1997 quando fu aumentata dal 3 al 5 per cento, una manovra che da sola innescò una spirale recessiva. Naturalmente l’obbiettivo di Shinzo Abe è utilizzare il gettito fiscale prodotto dall’aumento dell’imposta per ridurre il debito pubblico, pari al 200 per cento del Pil, ed indebolire lo Yen. E la domanda che tutti si pongono è la seguente: funzionerà? Per ora la tassa, che entrerà in vigore il 1 aprile, ha spinto alcuni ad anticipare grossi acquisti e molti altri ad investire in lingotti d’oro, una decisione chiaramente dettata dal timore che la manovra non funzioni. Nonostante lo scorso anno il prezzo dell’oro sia sceso del 28 per cento, ponendo fine ad un ciclo ascendente durato 12 anni, e sebbene la domanda giapponese sia troppo debole per influire sul prezzo del metallo giallo, psicologicamente l’oro è ancora considerato la migliore protezione contro recessione, deflazione ed inflazione, tre pericoli impellenti qualora Abenomics fallisse. La nipponica Mao Asada campionessa del mondo Svizzeri di Bundesliga avanti a suon di reti La nipponica Mao Asada ha vinto la medaglia d’oro ai campionati del mondo di pattinaggio artistico “in casa” a Saitama. Seconda si è classificata la russa Yulia Lipnitskaya, mentre il bronzo è andato all’azzurra Kostner. Shaqiri, Drmic e Mehmedi stanno attraversando un buon momento di forma in Bundesliga, dove sono andati in rete nel 3-3 del Bayern contro l’Hoffenheim e nel 3-2 della sfida incrociata vinta dal Freiburg sul Norimberga losport domenica 30 marzo 16.25 RAI1 F1: Gp di Malesia giovedì 3 aprile 20.50 LA2 Calcio: Basilea-Valencia L’olandese Stef Clement s’impone al “Catalogna” Tutto facile per i Tigers, mentre Massagno va ko Prestazioni molto vicine nei test dell’endurance martedì 1 aprile 20.20 LA2 Calcio: Barcellona-Atletico M. sabato 5 aprile 13.30 LA2 Tennis: Svizzera-Kazakhstan mercoledì 2 aprile 20.20 LA2 Calcio:quarti champions league sabato 5 aprile 20.00 LA2 hockey:playoff.Semifinali L’olandese Stef Clement ha vinto in solitaria la penultima tappa del Giro di Catalogna. Sul traguardo di Vilanova y Geltrù ha preceduto di 3”il francese Rudy Molard. Joaquìn Rodriguez resta leader in generale davanti a Contador. Impegnati contro il Monthey nel massimo campionato di basket, i Tigers di Lugano non hanno incontrato ostacoli, imponendosi con un netto 89-71. Sonora sconfitta, invece, per Massagno contro Ginevra (108-69). Prestazioni molto simili tra le vetture più attese hanno caratterizzato i primi test in vista del Mondiale endurance che scatterà da Silverstone il 20 aprile. Al Paul Ricard, Audi, Toyota e la rientrante Porsche (foto) si sono scambiate la leadership a più riprese durante le 5 sessioni. Domenica 30 marzo 2014 La tendenza IL PODIO DELLE QUALIFICHE Anche in Malesia la Mercedes l’ha fatta da padrona con Hamilton e Rosberg. A dividere i due ci ha pensato il campione del Mondo, Sebastian Vettel Imparare l’arte di “volare” con lo skate A PAGINA 31 Reuters FUORI CAMPO PIERLUIGI TAMI È un marzo incredibile per il calcio europeo È un mese di marzo decisamente strano per il calcio internazionale. Ancora c’è la neve e già vediamo alcune squadre festeggiare il titolo nazionale. E anche in campionati importanti come la Bundesliga tedesca, oltre al torneo austriaco dominato dal Salisburgo e quello scozzese dove ha trionfato il Celtic Glasgow. Una situazione che ha quasi dell’incredibile. Ci si chiede quindi cosa sta dietro a successi tanto prematuri e, come spesso accade nel calcio, non c’è un solo perché. Ci sono diverse spiegazioni. Il primo spunto d’analisi è legato alle società, che sono ai vertici in tutti i sensi. Ad esempio, il Bayern gode di un grande potere economico, che ha però saputo trasformare anche in strapotere tecnico. Cosa che nel calcio non è risultato di un’equazione matematica, visto che gli esempi di squadre con grandi risorse, ma senza risultati non mancano. I bavaresi, invece, sono uno dei club più sani nella gestione e tecnicamente più forti d’Europa, forse del mondo. E questo è legato ad una linea e ad una filosofia molto chiare, che ha portato a Monaco l’allenatore che faceva il miglior calcio e giocatori che non sono magari i più ambiti sul mercato, ma che sono giovani e hanno grandi prospettive. Penso a Xavi Martinez, Thiago Alcantara, allo stesso Shaqiri o Thomas Müller, Mario Götze e Robert Lewandowski. Situazione simile a Salisburgo, dove il club del magnate Dietrich Mateschitz - che sponsorizza con la sua bibita molti sport, due team di Formula1 compresi - ha sì molti soldi, ma li ha anche spesi con attenzione. Passo dopo passo, anche perché l’attrattività del campionato austriaco per i top-players non è elevatissima. Attraverso strutture di prim’ordine e un lavoro attento, però, il Salisburgo è arrivato a dominare il torneo in Austria e a ben figurare anche in Europa League, strapazzando l’Ajax e uscendo poi contro il Basilea dopo una doppia sfida comunque ben giocata. E contro un’altra realtà molto solida nel calcio europeo, perché il Basilea da anni domina la Super League e, se questa stagione si ritrova con il fiato del Grasshopper sul collo, è pur sempre ancora lanciato in corsa in campionato (è in testa) Coppa svizzera (in finale) e, appunto, in Europa League. Un club, quello renano, anch’esso con basi strutturali estremamente collaudate. Così come, e non è certo un caso, la Juventus che si prepara a festeggiare nella Serie A italiana. La Formula1 La Mercedes si ripete a Il Kloten ingrana la seconda nella serie di semifinale contro il Friborgo e lo Zurigo risponde immediatamente presente riportando subito in parità la sfida contro il Ginevra Servette. In gara-2 ieri, sabato, i Flyers si sono imposti all’over time per 3-2 sul Gottéron (2-0 nella serie), mentre i Lions sono andati a vincere 5-3 sul ghiaccio delle Vernets (serie sull’1-1). A caratterizzare piuttosto a lungo la sfida della Kolping Arena è il gol in apertura di Tristan Vauclair, che permette al Friborgo di iniziare al meglio gara-2. A cavallo di metà partita, però, ecco riemergere di potenza il Kloten, che prima agguanta il pareggio con Santala (assist di Gerber!) e poi, sugli sviluppi di una situazione di superiorità numerica, passa a condurre grazie al punto di Bieber. Il Gottéron incassa il colpo, ma trova la forza per reagire, grazie a Christian Dubé che - alla prima vera occasione del terzo periodo, insacca il gol del 2-2 che porta tutti all’over time. Un supplementare che offre da subito forti emozioni e che viene risolto poco dopo il quinto minuto, quando Stancescu lancia gli aviatori sul 2-0 nella serie con un tiro imparabile sotto la traversa di Conz. Partita di grande intensità anche alle Vernets, con continui ribaltamenti di fronte sul ghiaccio e nel risultato. Botta e risposta nella seconda metà del terzo d’apertura, con Vukovic che risponde quasi immediatamente al punto d’apertura dello zurighese Bastl. Quando poi a 27 secondi dalla prima sirena Keller realizza il 2-1 per gli ospiti, il Ginevra sembra incassare il colpo, soprattutto perché in avvio di secondo tempo lo stesso Keller porta a due le lun- La pioggia non ferma Hamilton che in Malesia conferma la pole LEWIS HAMILTON L’inglese della Mercedes ha conquistato a Sepang la seconda partenza al palo di fila. Per completare l’opera manca ora solo la vittoria in gara Reuters iprotagonisti Vettel Toh! Riecco il campione del mondo, che dopo molti problemi si ritrova in prima fila. Rosberg Il vincitore in Australia si dimostra competitivo anche sotto la pioggia della Malesia. Alonso L’asturiano della Ferrari cerca il miglior “setup” per lottare con le migliori monoposto. Ricciardo Dopo la squalifica in Australia, dove era arrivato secondo, cerca la personale rivincita. progressi fatti, visto che è soprattutto l’affidabilità ad essere ancora il problema da risolvere. “È stato bello provare nuove sensazioni con la macchina in condizioni da bagnato - ha sottolineato Vettel -. Forse era possibile anche andare un po’ più veloce, ma siamo soddisfatti, mi è piaciuto il duello con Hamilton, ma vorrei aver avuto un altro tentativo a disposizione. Parto dalla parte giusta della pista e vedremo come andrà la partenza, ma siamo contenti del risultato”. Alle sue spalle si è piazzato il SUGLISPALTI MASSIMO SCHIRA DUE PESI E DUE MISURE M ghezze di margine per i Lions. Ma i conti con la squadra di McSorley si fanno alla fine e con grande caparbietà, sempre nel periodo centrale, il Servette rimette la partita sui binari della parità con Petrell e Picard a metterci fisico e ge- NOSTRO SERVIZIO Sepang La Mercedes si ripete a Sepang. La scuderia tedesca aveva già dimostrato in Australia di avere a disposizione una nuova monoposto più sviluppata rispetto alla concorrenza, cogliendo la pole position con Lewis Hamilton e la vittoria in gara con Nico Rosberg. In Malesia, ieri, sabato, la musica non è cambiata, anche se le prove sono state condizionate dalla pioggia, con il britannico che ha agguantato la seconda partenza al palo della stagione di Formula 1. “È incredibile come abbia piovuto prima delle qualifiche, è stata una sessione complicata per tutti e alla fine era quasi impossibile vedere - ha dichiarato Hamilton -. Non si riusciva a capire nemmeno dove erano le curve, eravamo tutti troppo vicini. L’ultimo giro è stato terrificante, ma per fortuna sono riuscito a chiuderlo. Quest’anno mi sento molto più a mio agio, al massimo delle mie prestazioni, e posso ancora migliorare. Ora aspetto di vedere come ci si sente a gestire in gara vetture come queste”. A scompaginare il dominio Mercedes ci ha pensato il campione del Mondo, Sebastian Vettel che, dopo la delusione patita a Melbourne, è tornato a ruggire, facendo segnare il secondo tempo. La Red Bull sembra aver trovato in poco tempo la soluzione per far funzionare in qualifica la vettura, anche se è solo la gara che può dare la conferma dei Il Kloten ingrana la seconda e lo Zurigo risponde presente I Flyers inguaiano il Friborgo, Lions ok a Ginevra Reuters MASSIMO MORO 15 L’hockey ancano tre secondi alla fine di gara-7 tra Zurigo Lions e Losanna quando il losannese Déruns abbatte con un violento impatto lo zurighese Bärtschi, che finisce con la testa contro la balaustra, rischiando davvero grosso, ma per fortuna senza conseguenze. Cinque minuti, più penalità di partita: lampante! A fine partita, tutti attendono la notizia dell’apertura di una procedura disciplinare contro Déruns. Interviene invece il capo (uscente) degli arbitri, Reto Bertolotti, che sentenzia: “Non è successo niente di drammatico, la penalità sancita in pista è sufficiente”. Ma, come? Se Bärtchi si fosse rotto l’osso del collo ci sarebbero state ulteriori sanzioni e, invece, visto che la fortuna lo ha assistito, non ce ne saranno? E, infatti, contrariamente a quanto sbandierato dal buon Bertolotti, il giudice unico Reto Steinmann ha ben presto aperto un dossier per “violazione della regola 523 della Iihf; check da dietro”. Ora, che l’universo arbitrale svizzero non stia attraversando il suo periodo più illuminato è cosa nota, ma l’adozione di due pesi e due misure stavolta appare clamorosa. leader del Mondiale con l’altra Mercedes, Nico Rosberg, che ha avuto la meglio sulla Ferrari di Fernando Alonso che, come la Red Bull, ha dato segni di progresso. “Probabilmente c'è ancora qualche problema di convergenza. Per la gara possiamo però lottare per il podio - ha detto Alonso -, perché Mercedes a parte (anche nelle libere ha dimostrato di essere un secondo davanti a tutti), gli altri non sono irraggiungibili”. Continua invece ad annaspare la Sauber che, anche a Sepang, non è andata oltre la dodicesima posizione con Esteban Gutierrez, mentre Adrian Sutil ha chiuso le qualifiche addirittura al diciottesimo posto. “Non ci sono purtroppo stati progressi in queste qualifiche - ha affermato Sutil -. La vettura è difficile da controllare e in queste condizione diventa impossibile riuscire a guidare in modo corretto”. La C33 della scuderia elvetica non è partita certamente nel migliore dei modi, anche se la casa di Hinwil sembra intenzionata, già a partire da Barcellona, a testare una nuova scocca che dovrebbe alleggerire il peso della monoposto. Uno sviluppo che potrebbe però durare più del previsto, visto che i primi veri progressi si potrebbero vedere solo a partire dalla decima gara, in programma in Ungheria. L’unica nota positiva è che i finanziamenti non sembrano mancare. [email protected] nerosità. È però scritto che sarebbe stata la serata di un ex. E infatti è ancora Ryan Keller che realizza il personale hat trick con il punto del 4-3 che, di fatto, decide il match, mentre il 5-3 finale in doppia superiorità numerica è di Ro- man Wick. Nei playout, infine, secondo successo per il Rapperswil sul Bienne (3-2), con i Lakers ora avanti per 2-1 nella serie che decide chi andrà a sfidare la miglior squadra di B. m.s. LaNhl Diaz e Josi vanno a punti ma perdono Rossocrociati a punti nella notte nordamericana in National Hockey League, con il primo gol in maglia New York Rangers per Raphael Diaz e l’assist numero 23 in stagione per Roman Josi con Nashville. Entrambi, però, sconfitti, rispettivamente 4-3 contro Calgary e 7-3 contro Dallas. Battuta d’arresto anche per Jonas Hiller e Anaheim, che - dopo aver staccato il biglietto per i playoff - perdono all’over time 4-3 contro Edmonton. Non brillantissima la prova di Hiller, che ha respinto 19 dei 23 tiri contro la sua porta, mentre il suo omologo degli Oilers, Ben Scrivens, di tiri ne ha ricevuti in totale ben 51! Ottimo affare, per contro, quello realizzato da Mark Streit e compagni a Philadelphia che, grazie al successo per 4-2 contro Toronto, si avvicinano alla qualifica per la fase decisiva della stagione. Ai playoff, di certo, ci saranno invece Sidney Crosby e i Pittsburgh Penguins, visto che la vittoria per 2-1 contro Columbus vale la certezza matematica dell’accesso al post season. A livello individuale, lo stesso Crosby continua a macinare punti: ora sono 97 in totale in 74 partite, di cui 34 gol. m.s. PLÜSS E COMPAGNI IN RITARDO Il capitano e Top Scorer del Friborgo, Benny Plüss dovrà guidare i suoi alla rimonta dopo il 2-0 nella serie ottenuto dal Kloten Il calcio La pallavolo Sette minuti pirotecnici nel derby Il trofeo nazionale a sorpresa nelle mani dei glaronesi “Dragoni” senza fuoco Lugano-Locarno finisce sul 2-2, pari anche del Chiasso e la coppa va al Näfels Pari nel derby tra Lugano e Locarno, pari in extremis del Chiasso a Winterthur. Le ticinesi di Challenge League ieri, sabato, hanno portato a casa un punto ciascuna, muovendo dunque un pochino la classifica, soprattutto ai piani bassi, dove navigano bianchi e rossoblù. Non c’è certo tempo di annoiarsi nel primo tempo di Cornaredo. Il Locarno è la squadra più attiva in avvio di confronto, ma a portarsi in vantaggio è il Lugano. Bottani conquista una punizione interessante al limite dell’area con un bel dribbling, si incarica della battuta e sorprende Pelloni con una conclusione beffarda. È il diciassettesimo minuto. Due giri d’orologio e il Locarno è già in parità, grazie ad un preciso assist di Maggetti, che pesca Zarkovic proprio a due passi dalla porta di Russo. Altri due minuti d’attesa ed ecco un altro colpo di scena: l’arbitro Schärer giudica falloso l’intervento del luganese Basic su Buess e indica il dischetto del rigore. Batte Pacarizi che porta avanti i bianchi, malgrado Russo sfiori la sua conclusione dagli 11 metri. I sette minuti pazzi del derby si chiudono al 24’, quando Bicvic - scelto da Maccoppi al posto dell’acciaccato Hassell - interviene dura- UN PAREGGIO SPETTACOLARE Quattro reti, un rigore e un’esplusione hanno reso piacevole il derby di Cornaredo per i 1972 spettatori Ti-Press Reuters IN TELE VISIONE mente su Borghese e si becca il cartellino rosso. Con l’uomo in più è soprattutto Lugano nella ripresa, con il logico e meritato punto del 2-2 che arriva a cavallo dell’ora di gioco grazie ad Everton, che si beve letteralmente tutta la retroguardia locarnese. Ritrovato l’equilibrio, i bianconeri di Bordoli provano anche a vincere, ma la bravura di Pelloni e un po’ di imperizia degli attaccanti concedono un “punticino” agli ospiti. Buon primo tempo anche per il Chiasso, che non mostra alla Schützenwiese di meritare i 17 punti di ritardo sul Winterthur, giocando almeno alla pari rispetto agli avversari. Peccato che il vantaggio dei padroni di casa, al 57’ tolga un po’ di energie ai rossoblù, che faticano a farsi rivedere dalle parti di Studer, perché quando tornano a spingere, gli uomini di Zambrotta dimostrano di avere le carte in regola. E trovano il pareggio nei minuti di recupero grazie ad Adailton. m.s. Nello sport capita che la squadra capace di dominare in lungo e in largo incappi in una giornata negativa. Specie quando in palio c’è la coppa nazionale. Per conferme, chiedere ai “Dragoni” di Lugano che ieri, sabato, nella finale di coppa svizzera a Berna contro il Näfels proprio non hanno trovato il fuoco che normalmente caratterizza le loro prestazioni. E, così, a sorpresa i glaronesi portano a casa il trofeo in quattro set (3-1, 26-24, 28-26, 14- Ti-Press 25, 25-19). Il primo equilibratissimo set ha mostrato un Näfels capace di mantenere alta la concentrazione ad ogni scambio, fatto che ha probabilmente disorientato un po’ la compagine di Mario Motta, che non ha saputo reagire al punto del vantaggio dei glaronesi, che hanno conquistato senza colpo ferire anche la seconda frazione. Il tentativo di reazione luganese si vede nel terzo set, che Banderò e compagni riescono a conquistare. Troppi errori e un Näfels in grande giornata non permettono però di completare la grande rimonta. Finale di coppa anche in campo femminile, con le zurighesi del Volero che hanno fatto un sol boccone delle ragazze del Neuchâtel, battute con un secco 3-0 (25-18, 2513, 25-11). Per la formazione zurighese è il nono trofeo consecutivo. m.s. LASCOPERTA ILSESSO LEDONNE UN IMPEGNO DI 10MILA ORE GARANTISCE IL SUCCESSO HANNO 30 ANNI, MA NON VOGLIONO NÉ UN MARITO NÉ BAMBINI È COLPA NOSTRA? ABBIAMO DUE FIGLI UNO È GAY L’ALTRA È LESBICA A PAGINA 27 A PAGINA 29 ROSSI A PAGINA 30 traparentesi Animalia 30 marzo 2014 ilcaffè Così si accoglie un cucciolo in famiglia PASSIONI | BENESSERE | SPORT PAUSA CAFFÈ BOLTRI A PAGINA 20 Touchscreen o bracciale. La parola d’ordine è “self-tracking”. L’ultima frontiera dei gadget tecnologici Mliestuue ra emozioni S CAROLINA CENNI tile di vita frenetico, poco tempo libero, problemi a catinelle, necessità di ottimizzare la giornata e stress alle stelle. Chi non si riconosce in questa definizione? E proprio perché siamo in molti ad essere sulla stessa barca, ecco che il mercato della tecnologia punta su di noi. Come? Facendoci fare una delle cose che sappiamo fare meglio. segue a pagina 18 E NOSTRO SERVIZIO PERCOMINCIARE PATRIZIA GUENZI LA FELICITÀ DEL QUOKKA T utti pazzi per il quokka. È l’animale più felice del mondo e a guardarlo, un musetto simpatico, impertinente e curioso, si capisce il perché. È anche tutto sommato un esserino ecologico: non mangia carne e ricicla parte dei suoi prodotti di scarto. Fossimo tutti così! Il quokka è un marsupiale, erbivoro, originario di un piccolo angolo del sud-ovest dell'Australia che sembra avere il sorriso stampato sul muso. Attualmente è indicato come “vulnerabile”, secondo la Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione. Ha una vaporosa pelliccia color grigio-marrone, piccole e soffici orecchie arrotondate, una coda lunga e arti posteriori più corti rispetto alle altre specie di marsupiali, pesa dai 2,5 ai 5 chili. Una sorta di piccolo canguro, anche se le sue divertenti espressioni lo rendono molto più simpatico. Socievole e amichevole, si lascia avvicinare facilmente. E proprio questo suo essere espansivo a volte gli arreca danno. Mangiare cibi “umani” per lui è pericoloso. Inoltre, frequentando troppo i duezampe potrebbe pure perdere il sorriso. Fotografa il logo del Caffè e vinci un giorno a Europa-Park a pagina 20 bbene sì l’ultima frontiera della medicina sono le applicazioni pronte a prendersi cura di noi. Ci permettono di sentirci coccolati e, soprattutto, controllati. Ed eccole, infatti, in bella mostra sugli schermi dei nostri smartphone. Una di queste, tutta rossocrociata, è “360° Healthmanager” lanciata da Medgate, in collaborazione con Swisscom. Per una salute a portata di touch in tutta la Svizzera. L’app “360° Healthmanager” offre agli utenti un accesso all’assistenza medica. segue a pagina 19 IL CAFFÈ 30 marzo 2014 19 tra Frequenza della respirazione parentesi Variabilità della frequenza cardiaca Movimento LA TECNOLOGIA Col touchscreen o con un braccialetto. La parola d’ordine è “self-tracking”. L’ultima frontiera dei gadget I nuovi “devices” raccolgono gli input inviati dal nostro corpo per comunicarci, in qualsiasi momento e ovunque siamo, il nostro livello di salute e gli eventuali rimedi da adottare per correre ai ripari. Un’osservazione costante giorno e notte 3 RACCOLTA 2 RACCOLTA DATI DATI Stress Impulso del volume di sangue basato principalmente sulla variabilità della frequenza cardiaca a segnali Gsr misura il flusso di ossigeno che passa attraverso le vene Le App Il gadget Il progetto più innovativo è quello messo a punto dalla startup italiana “Empatica”. Si tratta di un bracciale simile a quelli utilizzati in ambito sportivo. Questo, invece, misura il livello di stress. E lo fa attraverso la interpolazione di diversi dati: battito cardiaco, variazione, conduttività della pelle e temperatura corporea. Riflesso galvanico della pelle (Gsr) misura la conduttività della pelle attraverso due elettrodi Eccitazione basato principalmente sui segnali Gsr e reticoli della frequenza cardiaca Temperatura misura la temperatura della pelle con un sensore laser 1 RACCOLTA DATI Ricerca in corso Accelerometri eseguiamo gli esperimenti in corso sui vari stati, quale la noia, il rilassamento, il dolore, migliorando nel frattempo i nostri modelli attuali misurano il movimento su 3 assi Auto-monitoraggio, così misuro emozioni e quantità di stress Uno smartphone per il check up medico e... CAROLINA CENNI S tile di vita frenetico, poco tempo libero, problemi a iosa, bisogno di ottimizzare la giornata e stress a mille. Chi non si riconosce in questa descrizione? Ma niente paura. La tecnologia, che ha già intravisto il business, ci viene incontro. Come? Facendoci fare una delle cose che sappiamo fare meglio. Appoggiare un dito sullo schermo dello smartphone oppure allacciare un bracciale intorno al polso. Un’applicazione, poi, raccoglierà i dati inviati dal nostro corpo che ci diranno, ovunque ci troviamo e a qualsiasi ora, qual è il livello di stress e quali i rimedi immediati da adottare. Eccola l'ultima frontiera del self-tracking, ovvero dell’auto-monitoraggio. Il futuro della medicina è fatto di macchine che aiuteranno gli uomini a stare meglio. Secondo alcune previsioni, presto le diagnosi saranno fatte da computer e da robot. Saranno veloci e accurate. Un certo numero di professionisti non servirà più. Al loro posto la tecnologia più spinta e futuristica. Il fenomeno dell’auto monitoraggio non è niente di nuovo e si inserisce in quello che negli Stati Uniti prende il nome di “quantified-self”, ossia un insieme di indicatori che aiutano a migliorare le proprie prestazioni. Nello sport è uso comune, non certo una novità. Braccialetti o cinturini che misurano durante l’arco della giornata i nostri movimenti, indicando le calorie bruciate, la quantità e la qualità del sonno, sono ormai gadget altamente diffusi. Ma un conto è tenere traccia del movimento che facciamo, grazie ad un accelerometro, tutt'altro discorso è misurare il livello di stress. Lo stress, infatti, può essere misurato grazie a quattro parametri: il battito cardiaco e la sua va- riazione, la conduttività della pelle e la temperatura corporea. La tecnologia per misurare questi parametri esiste, ma per ora si trova solamente nelle cliniche o negli ospedali. Da qui l'idea di un braccialetto, simile a quelli tanto di moda che misurano le calorie perse, che monitori lo stress e trasmetta i dati a smartphone, tablet o computer. L’uso dello smartphone o di un sito web come terapia antistress sembra la moda del momento. Tant’è che spuntano come funghi start-up che fiutato l’affare si spingono in questa direzione. L’ha capito persino la giornalista-imprenditrice Arianna Huffington, direttrice dell'Huffington Post Media Group, una che di business se ne intende. Ha lanciato l’app “Gps for the Soul”, ovvero "bussola per l'anima", uno strumento per tenere sotto con- Presto le diagnosi potranno venir fatte da computer e robot trollo le emozioni negative. Sviluppata in collaborazione con i ricercatori di Hearthmath, l’applicazione misura il battito cardiaco e le sue variazioni, ricavandone, con un algoritmo, il nostro indice di auspicato benessere. Ma l’esperimento della Huffington non è isolato. Empatica è una start-up che si occupa di misurare le emozioni delle persone attraverso sensori elettronici. Tutto è partito dal campo dell’affective computing, un ramo scientifico che si occupa di realizzare macchine in grado di riconoscere, elaborare ed esprimere le emozioni umane. Empatica punta ad aiutare le persone a stare meglio fisicamente. L’azienda fornisce un bracciale che misura i parametri fisiologici dell’individuo. Questi dati sono poi inviati al suo smartphone e successivamente ad una dashbo- Milioni di persone soffrono di ansia, stress e depressione in modo più o meno grave. Come fare per monitorare questi disturbi, anche quando il “paziente” non è dal medico? Tra le soluzioni, un bracciale e un’applicazione VIARY Chiede ai pazienti in cura per la depressione di annotare quello che fanno nei vari momenti della giornata MEQUILIBRIUM Piattaforma per il coaching psicologico online che si avvia risolvendo un test della personalità STRESS DOCTOR Riduce lo stress usando tecniche naturali basate sul rilevamento della frequenza cardiaca Media Markt Nuovo app store ticinese Per fare il pieno di Appcessories ACCELEROMETRO UP è il braccialetto di Jawbone per misurare l’attività fisica con un accelerometro. Disponibile in diversi colori e misure. Ha avuto un gran successo CONNESSO ALLA BILANCIA FitBit è stato il primo braccialetto di grande diffusione pensato per un uso familiare. Collegato wi-fi con una bilancia e un’app cui inviare i dati da elaborare ard online. Così facendo viene misurato il livello di stress: come, quando, dove e quanto la persona, durante la giornata, va incontro a momenti di tensione. Un team di esperti formato da psicologi e psichiatri, analizza questi dati e dà consigli pratici per migliorare lo stile di vita. E lo stress si abbassa sul serio, provare per credere. In questo modo persino il medico può monitorare lo stato del suo paziente a distanza, il paziente starà meglio e non si ammalerà. La società non andrà incontro alle enormi spese mediche per curare malattie legate allo stress e non perderà la produttività del lavoratore. Insomma, un circolo virtuoso importante che val la pena sostenere. Ma ci sono anche app come “Azumio” o “Viary”. Quest’ultima chiede ai pazienti in cura La diagnosi GPS FOR THE SOUL Tiene sotto controllo le emozioni negative. Misura il battito cardiaco ricavandone il nostro indice di benessere Dipende da come pigiamo i tasti, dal tono di voce, dal numero di messaggi per la depressione di annotare quello che fanno nei vari momenti della giornata. “Mequilibrium”, invece, è una piattaforma web per il coaching psicologico online che si avvia risolvendo un test della personalità che divide il mondo in cinque categorie rispetto allo stress. Infine il progetto “Ginger.io”, promosso da un gruppo di ricercatori del Mit e disponibile solo su Android, calcola il nostro livello di stress a dipendenza di come ci comportiamo con il nostro smartphone. Ovvero, in base a quanto rapidamente digitiamo i tasti, il tono di voce che usiamo, il numero di messaggi ai quali rispondiamo,… Insomma, un altro Grande Fratello. [email protected] Q@simplypeperosa Settantadue metri quadrati per l’Apple Shop più grande della Svizzera, ciliegina sulla torta per tutti gli appassionati dell’azienda di Cupertino. Il nuovo spazio Apple, presso Media Markt di Grancia, appena stato presentato al pubblico con un look completamente rinnovato, consentirà agli esperti della mela di stare fianco a fianco dei clienti per offrir loro una consulenza a 360 gradi su tutto l’assortimento. Assortimento che vanta anche numerosi “Appcessories”, termine usato in ambito tecnologico per descrivere il connubio tra le applicazioni e i dispositivi hardware a supporto delle app. Qualche esempio? Bè nell’ambito fitness e salute ecco i contapassi, gli activity tracker, i gadget per il controllo della pressione o della glicemia, le bialnce e i termometri. Come il bracciale UP di Jawbone (vedi a sinistra) o le smart body analyser, bilance di ultima generazione che tengono traccia del peso, della massa corporea e della frequenza cardiaca collegandosi tramite wi-fi o Bluetooth a iPhone, iPad o iPod touch. E gli “Appcessories” svolgeranno un ruolo sempre più importante per gli smartphone e il mondo delle applicazioni in generale. In futuro ci saranno sempre più aziende che integreranno applicazioni mobili con accessori e dispositivi che renderanno sempre più interessante e indispensabile l’uso dei nostri smartphone e tablet. In questo caso, per una forma smagliante. SCOPO TERAPEUTICO E2 è il braccialetto di Empatica. Pensato per fini terapeutici, misura battito cardiaco, conduttività e temperatura della pelle La curiosità Grazie all’invenzione svizzera di Medgate l’assistenza sanitaria è garantita in qualsiasi momento 360°Healthmanager ci controlla 24 h 24 E bbene sì l’ultima frontiera della medicina sono le applicazioni pronte a prendersi cura di noi. Ci permettono di sentirci coccolati e, soprattutto, controllati. Ed eccole, infatti, in bella mostra sugli schermi dei nostri smartphone. Una di queste, tutta rossocrociata, è “360° Healthmanager”, lanciata da Medgate, in collaborazione con Swisscom. Per una salute a portata di touch in tutta la Svizzera. L’app “360° Healthmanager” offre agli utenti un accesso all’assistenza medica ovunque e in qualsiasi momento e consente non solo di disporre sempre del medico, ma di usufruire anche di tanti altri strumenti che facilitano all’utente la gestione ottimale della propria salute. L’app Medgate tiene conto del fatto che i pazienti desiderano un’assistenza sanitaria di alta qualità e al contempo semplice e comoda. Ecco perché consente al paziente, ad esempio, di contattare in modo rapido il centro di telemedicina per una consulenza. Ma non solo. In caso di piccoli problemi dermatologici o di oftalmologia, ad esempio, è persino possibile, durante una consulenza, inviare facilmente delle foto della zona interessata. Per una vera visita, seppur a distanza. Inoltre, l’applicazione permette di fissare velocemente un appuntamento in un centro sanitario, nonché di trovare un medico partner in una delle I FARMACI I pazienti possono ordinare direttamente i farmaci richiesti durante una consulenza a distanza maggiori reti sanitarie della Svizzera che comprendono oltre 1200 specialisti. Per garantire un’assistenza ottimale ai pazienti di Medgate anche in caso di emergenza medica, l’applicazione dispone anche di un tasto di emergenza che collega i pazienti direttamente al team medico, il quale all’occorrenza può chiamare anche l’ambulanza. Con la funzione “farmaci”, invece, i pazienti possono ordinare direttamente i medicinali richiesti durante una consultazione a distanza. Successivamente al colloquio con il medico, le pasticche prescritte saranno così inviate comodamente a casa da una farmacia che offre questo servizio, o potranno venire ritirate in un determinato negozio. Dopo la consulenza i medici concordano con il paziente un piano di cura ad hoc e glielo inviano attraverso un sms o un’e-mail. In questo modo i pazienti possono disporre sempre di un riassunto scritto del colloquio avuto con il medico. Ancora una volta, tutto sempre a portata di touch. 20 Nero tra l’abito parentesi animalia Bianco Il minidress con manica trequarti e gonna svolazzante di Francesco Scognamiglio. Colorato L’abitino corto di Isabel Marant in pizzo con cintuta bassa e sottile appoggiata sui fianchi. È blu l’abito di pizzo che si ferma sotto il ginocchio di Lanvin. Abiti, tubini, gonne e camicette, furoreggia l’intramontabile pizzo LINDA D’ADDIO S e ne sono visti di tutti i generi e di tutti i colori sfilare sulle passerelle della moda primaverile. Dentelle, macramè, chantilly, sangallo, bianco, nero, ma anche colorato. È una grande tendenza di stagione, il pizzo, in grado di creare con i trafori derivanti dal disegno e dalla base di tessuto quell’effetto vedo-non vedo che non trascende mai oltre il limite, rimane delicato, raffinato e comunque sexy. Profusione di pizzi e merletti, dunque, nelle nuove collezioni per lei, non più appannaggi esclusivi del duo stilistico Dolce&Gabbana per i suoi abiti ambientati nella calda e assolata Sicilia. Nelle nuove collezioni sono in molti a puntare su questo tessuto, persino il re indiscusso del minimalismo, Giorgio Armani che per i suoi abiti da sera lo abbina a tessuti e ricami preziosi. Rimane un grande protagonista della collezione romantica e candida di Luisa Beccaria che abbina il sangallo e il macramè alla seta e al cotone nei suoi outfit delicati e leggeri. Gonne e tubini dritti si alternano a vestiti con gonne a giro, fatti di tramezzi in pizzo. La stilista utilizza il macramè per creare effetti di Scrivete Inviate le vostre domande al veterinario del Caffè [email protected] Potete scrivergli anche entrando nella pagina web del sito www.caffe.ch cliccando sulla rubrica “Qua la zampa” La domanda trasparenza nei lunghi abiti, nei tubini e persino nei trench, dove si contrappone al raso. È proprio lui, il pizzo, a fare tendenza. Dopo anni e stagioni di trasparenze vince nella lista dei tessuti più sensuali e conquista stilisti e star. Retrò, romantico e glam, molte protagoniste del mondo dello spettacolo e del cinema lo hanno scelto per le loro apparizioni ufficiali. Ha indossato un vestito in pizzo discreto e chic Selena Gomez. Ha pre- Dopo anni e stagioni di trasparenze, conquista gli stilisti e fa tendenza ferito un modello in pizzo nero stile retrò Léa Seydoux. Sceglie il colore Miranda Kerr con il suo abito in pizzo giallo. Non più prerogativa esclusiva delle mise serali e delle occasioni importanti, conquista, oltre agli abiti e alle gonne, tailleur, camicette, bluse e pantaloni per uno stile giornaliero insolito e nuovo. Diventa romantico nell’interpretazione di Alberta Ferretti e Moschino. Minimale negli abiti da giorno di Chanel e Burberry Prorsum. Sperimentale e couture nelle mise di Francesco Scognami- glio ed Erdem. Effetto lingerie nelle versioni négligé sfilate sulla passerella di Stella McCartney. E anche se il bianco e il nero sono le tinte che vanno per la maggiore non mancano le variazioni sul tema che sposano il grande trend di stagione ovvero le nuance delicate dei pastelli. Preferiscono il bianco Chloé con un modello alla caviglia, Chanel per la blusa con collo coreana, Just Cavalli per il tailleur con gonna corta e inserti tartan, Isabel Marant per il minidress, John Richmond per il tubino smanicato. Puntano sul nero Alberta Ferretti per l’abito sopra al ginocchio, Les Copains per la blusa a trapezio, Francesco Scognamiglio per il minidress. Preferiscono il colore Michael Kors con il dress cobalto, Lanvin con l’abito blu al polpaccio, Roccobarocco con la blusa rosa, Valentino con l’abito prugna. Combinano due colori Stella McCartney nella proposta gonna rossa e canotta lunga bianca e Nina Ricci nella versione bicolor del suo minidress, bianco e blu. C’è, poi, chi, come Erdem sposa in pieno il pizzo e propone il total look bianco con giacchina, abito lungo, leggings e scarpe. Total look In pizzo bianco per Erdem: giacchina, abito lungo e scarpe. Come non trasformare in dramma l’arrivo di un cucciolo in famiglia La risposta di Stefano Boltri E gregio dottore, nei prossimi giorni dovrei adottare un cucciolo di circa tre mesi, rimasto fino ad ora con la madre ed i fratelli in quanto i proprietari hanno ritenuto giusto una permanenza così lunga nella loro casa. Le scrivo perchè sempre più spesso sento parlare di cani poco gestibili e con svariati problemi comportamentali; ultimo, il cane di un amico che distrugge sistematicamete ogni cosa durante l’assenza dei proprietari. Ora, le chiedo qualche consiglio pratico per non incappare in errori grossolani che comporteranno una difficile convivenza in famiglia. È così difficile la gestione di un cane che dovrebbe essere fonte di relax ed amicizia? L’ arrivo di un cucciolo in famiglia è senza dubbio un momento di festa, però questo nuovo ospite potrebbe creare non pochi problemi se non ben educato. L’ingresso in casa è un momento importantissimo, così come lo è il nostro atteggiamento iniziale. Un eccesso di attenzioni e un attaccamento smisurato sono nocivi per la formazione del carattere del nostro amico; infatti, lo svezzamento rappresenta un segnale ben chiaro di indipendenza che la madre lancia al cucciolo e cioè che deve, pian piano, staccarsi da lei ed iniziare a vivere con una certa indipendenza. Quindi una volta entrato nella nuova famiglia si deve adottare lo stesso atteggiamento e non invertire i messaggi positivi fin qui ricevuti. Il cucciolo va abituato a vivere tranquillamente la separazione ed il distacco; ciò non deve essere per forza di cose un trauma, anche in nostra presenza il cucciolo deve “sentirsi” solo, non sempre al centro dell’attenzione in ogni momento della giornata. Deve imparare a rimanere nello spazio a lui riservato e non essere sempre inserito negli spazi degli “umani”. Col passare dei giorni le nostre assenze da casa dovranno farsi sempre più prolungate. L’idea del nostro ritorno a casa, si instaura facilmente nel cucciolo se il proprietario è capace di non creare un collegamento tra l’uscita di casa e una routine che ne preannuncia e ne esalta il momento. L’abitudine che deve apprendere è quella che dalla porta il proprietario esce, ma soprattutto rientra. Tutto ciò va fatto con semplicità e naturalezza, al fine di non generare stress e agitazione nel cucciolo. La cosa più sbagliata sarebbe ricoprirlo di attenzioni, coccole e carezze subito prima di uscire di casa. Un messaggio errato perché penserebbe: tante coccole uguale tanta solitudine. Un problema comune è quello di ritrovare al nostro rientro in casa i bisogni del cucciolo sparsi un po’ ovunque. Se il cucciolo dimostra ansia quando pigliate le chiavi di casa o indossate il cappotto, ripetete il gesto più volte, senza però uscire davvero. Questi ed altri piccoli accorgimenti permetteranno sicuramente una convivenza tranquilla e felice. Fotografa il logo del Caffè e vinci un giorno a Europa-Park * Scarica l’app per smartphone Logograb e scatta una foto alla testata del giornale - Scarica l’app gratuita “Logo Grab” per smartphone - Usa la funzione grab e scansiona il logo “il caffè” ovunque lo vedi (edicola, distributori, bar, ecc.) - Clicca il simbolo e inserisci la tua e-mail per essere eventualmente contattato * L’ingresso è valido per una famiglia (4 persone) Camicia di jeans 44.90 S4-77111601 Shorts di jeans 39.90 S4-78430601 Da sinistra a destra: Lui YES OR NO: T-SHIRT S4-77111201 24.90 SHORTS DI JEANS S4-77117501 49.90 BORSA S4-77142601 39.90 Lei YES OR NO: FELPA S4-78413301 39.90 SHORTS DI JEANS S4-78430601 39.90 GILET DI JEANS S4-78431101 59.90 STIVALETTI S4-70721501 59.90 Lui YES OR NO: CAMICIA DI JEANS S4-77111601 44.90 CANOTTA S4-77111301 17.90 JEANS S4-77110001 59.90 BORSA S4-77142601 39.90 Lei YES OR NO: TOP S4-78413801 29.90 SHORTS DI JEANS S4-78412501 39.90 GILET S4-78415901 39.90 ZAINO S4-78416501 39.90 STIVALETTI S4-70721501 59.90 COLLANA a più fili AVANT PREMIÈRE 39.90 COLLANA AVANT PREMIÈRE 29.90 BRACCIALE colorato MADDISON 16.90 26 tra parentesi leauto SULLE STRADE DELLA VAL BEDRETTO Con i muscoli per scalare i passi alpini Un suv ideale per lo svago e la famiglia ampi spazi, comododita e prestazioni M uscoloso e ben proporzionato il Chevrolet Captiva si dimostra un Suv ideale per il tempo libero e per le esigenze delle famiglie, grazie anche alla disponibilità dei 7 posti. La scelta di una motorizzazione, 4 cilindri turbodiesel due litri che sviluppa 184 cavalli, è equilibrata per la struttura del Suv Chevrolet. Ad aumentare il comfort di guida della versione meglio equipaggiata Ltz optate per il cambio automatico a sei rapporti e la possibilità di una selezione manuale (+ 1900 franchi). Il Captiva è riuscito anche nella scelta del sistema di trazione integrale in grado di trasferirne una parte alle ruote posteriori con estrema rapidità quando le condizioni lo richiedono. Un veicolo ideale per una visita nell’affascinante regione del San Gottardo. La tranquillità dell’innevata Ronco Bedretto è un ulteriore stimolo per trascorrere una giornata o un fine settimana rilassante, spostandosi in soli 90 minuti circa da Lugano. Una meta pratica nel cuore della Svizzera da raggiungere percorrendo l’autostrada A2 fino all’uscita San Gottardo sud-Airolo. Proseguire in direzione Valle Bedretto, per circa 9 km, fino al villaggio di Ronco Bedretto. Un’oasi a 1.500 metri, popolata da neanche cento persone, ma che offre numerose opportunità anche per chi adora camminare con le ciaspole La scheda Chevrolet Captiva 2.2 VCDi LTZ Motore4 cilindri turbodiesel Cilindrata (cc) 2231 Cambio auto. a 6 rapporti CV 184 CV Coppia max. 400 a 1’750 g/min. 0-100 km/h (s) 10,1 Velocità massima (km/h) 191 Consumi (l/100 km) 8,5 Prezzo (vettura test) 46’400.– su percorsi di neve battuta o effettuare escursioni con pelli di foca. Nel bagaSulla strada che porta a Ronco, gliaio della Captiperla della Val Bedretto va c’è posto per tutto. Se dovete riporre rapidamente all’interno un oggetto è sufficiente aprire il lunotto posteriore senza dover alzare il portellone. Tra poche settimane Ronco Bedretto vi regalerà la possibilità di passeggiare lungo diversi sentieri segnalati, gite a cavallo o in mountain bike. Dopo tanto movimento potete fermarvi per gustare dei piatti tipici di montagna ma anche raffinati specialità della cucina italiana al Chalet Stella Alpina. Intimo e romantico è l’indirizzo giusto anche per riposare in una delle 10 camere accoglienti. Nella scaletta delle opportunità di visita potete aggiungere anche il Museo e il forte del San Gottardo, o percorrere i quattro passi più BEDRETTO alti della Svizzera e ammirare il ghiacciaio Aletsch, uno dei più alti d’Europa. Alla guida della Captiva si apprezza pure lo sterzo leggero che facilita la padronanza del veicolo anche nei tratti stradali stretti. Nelle manovre, in particolare di parcheggio, ad assistere il conducente ci pensano i sensori e la telecamera posteriore. Quest’ultima è di serie, in coppia col navigatore satellitare. Non appena s’innesta la retromarcia, l’ampio schermo da 7 pollici collocato al centro della plancia, propone l’immagine Superando la Nüfenen verso proveniente “dall’oci panorami dell’Aletsch chio” integrato nel portellone del bagagliaio. s.p. tragitto 92.9 km LUGANO Dinamica, sportiva, affascinante e tecnologica, disponibile a cinque e a tre porte, è spinta da un propulsore vivace e reattivo EUGENIO SAPIA C on il suo propulsore in grado di sviluppare una potenza di ben 280 cavalli la nuova Seat Leon Cupra – presentata di recente alla stampa internazionale e già in vendita anche sul mercato svizzero – rappresenta il modello di serie più potente in assoluto della storia della casa automobilistica spagnola. Prodotta nello stabilimento di Martorell, a pochi chilometri da Barcellona, questo nuovo modello è disponibile per la prima volta con due varianti di carrozzeria (5 porte e sport coupé Sc con tre porte), entrambe caratterizzate dal peso ridotto (55 kg in meno rispetto alla versione precedente) e da una struttura rigida che rendono la guida particolarmente dinamica, oltre che sicura. Il design della nuova Leon Cupra, grazie al nuovo frontale con ampie prese d’aria, lo spoiler sopra il lunotto e i due terminali di scarico ovali lascia trasparire tutto il suo carattere deciso e sportivo, che si ritrova anche nell’abitacolo. Le sue prestazioni – come abbiamo potuto appurare in occasione di alcuni giri su circuito – sono davvero notevoli: ottima la stabilità in curva, la spinta garantita dai 350 Nm di coppia massima e la precisione dello sterzo progressivo che la rende anche particolarmente maneggevole. Il nuovo motore due litri a doppia iniezione è disponibile, oltre che nella versione top da 280 cv, anche con “soli” 265 cv: un propulsore che risponde in modo vivace e reattivo ad ogni minimo input dell’acceleratore e che consente alla vettura di scattare da 0 a 100 km/h in soli 5,7 secondi, per rag- La nuova Seat Leon Cupra si riveste di grinta e potenza giungere una velocità massima (autolimitata) di 250 km/h. Grazie alla regolazione dell’assetto, la guida si può personalizzare, scegliendo fra tre modalità predefinite (comfort, sport e Cupra) ed una quarta modalità che consente di modificare a proprio piacimento diversi parametri (rigidità del telaio, cambio, ecc.). Un’importante innovazione è senz’altro rappresentata dal differenziale autobloccante anteriore che garantisce, mediante un’omogenea distribuzione della trazione su entrambe le ruote, maggiore tenuta in curva (anche a velocità parecchio sostenuta) ed evita il sottosterzo in fase di accelerazione. Anche il sistema di antipattinamento è personalizzabile in tre Il suo carattere deciso e sportivo, che si ritrova anche nell’abitacolo, da cui si può gestire anche la modalità di guida con diversi parametri Gliinterni modalità: normale, disattivata con programma sportivo e completamente disattivato. Per trasmettere la potenza del motore la nuova Leon Cupra è dotata di un cambio manuale a sei rapporti (di serie) che permette innesti rapidi e precisi; in alternativa è pure disponibile il cambio Dsg a doppia frizione. Un cambio quest’ultimo che favorisce la comodità nel traf- fico di tutti giorni, ma che non delude assolutamente chi predilige una guida più scattante. In base ai dati forniti da Seat le prestazioni sportive di questa vettura sono possibili con consumi di carburante abbastanza contenuti, in particolare 6,4 litri (con cambio Dsg) e 6,6 litri (con cambio manuale) ogni 100 km. Anche a livello di emissioni di Co2 i valori si attestano a soli 149 e 154 grammi, ciò che segna un calo rispetto al modello precedente di 41 grammi al km. La nuova Seat Leon Cupra può essere ordinata da subito ad un prezzo base di 37’950 franchi. IN BREVE La Volvo Si chiama Estate la Volvo a trazione posteriore con tecnologia del futuro che avrà uno schermo touch simile a quello di un tablet. Sarà ibrida: benzina 2.0 a quattro cilindri unito ad uno elettrico per una potenza totale di 400 cavalli. La VW Il modello è disponibile per la prima volta con due varianti di carrozzeria (5 porte e sport coupé Sc con tre porte) Lalinea Il propulsore risponde in modo vivace e reattivo ad ogni minimo input dell’acceleratore e consente alla vettura di scattare da 0 a 100 km/h in soli 5,7 secondi fino al massimo di 259 km/h Ilmotore La nuova Golf Sportsvan TDI BlueMotion, con motore da 110 Cv, si accontenta di soli 3,6 litri di gasolio ogni 100 chilometri, con emissioni di CO2 pari ad appena 95 g/km. Sarà in vendita dall’estate da 33’700 franchi. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 27 tra parentesi l’hannofatto Andre Agassi Tennista suo malgrado, ora a riposo. L’ha raccontato anche in un libro di come il padre lo abbia costretto ad allenamenti durissimi. Ha vinto 60 titoli Atp e 8 Slam. Federica Pellegrini Aly Raisman Steffi Graf La prima italiana a vincere una medaglia d’oro nel nuoto alle Olimpiadi del 2008, ha confessato di aver iniziato ad allenarsi controvoglia a soli 7 anni. La ginnasta Usa, campionessa olimpica al corpo libero, ha subìto le “spinte” dei genitori. La tennista tedesca ha più volte detto dei durissimi allenamenti cui la sottoponeva suo padre. “Mi faceva allenare anche in salotto”, ha raccontato. LA SCOPERTA La regola del successo sta tutta nell’impegno, nello sforzo e nello studio intenso PATRIZIA GUENZI L’iniziativa È la tesi del momento, che in fondo un po’ tranquillizza tutti noi mediocri. Più del talento vale l’esercizio. Studiare, insistere, allenarsi. Certo, bisogna applicarsi per almeno 10mila ore, su per giù 3 anni e mezzo, ma poi si sarà in grado di giocare a golf con un handicap inferiore allo zero, di suonare il violino come Paganini, scrivere poesie al pari di Leopardi, cucinare come la star di Masterchef Carlo Cracco. Ma, anche, riuscire a star meglio con se stessi, trovare un qualcosa di più profondo nella propria vita ed esprimerlo, attraverso un percorso di analisi e valorizzazione della propria storia professionale e/o personale. Tutto ciò è possibile, ma richiede tempo, energie, forza di carattere, come spiega Roberto Alberio, ideatore e fondatore di Corda Tesa (vedi articolo a destra). Insomma, l’allenamento vale molto di più di un’innata predisposizione. A sposare questa tesi anche numerosi libri e saggi usciti negli ultimi anni. Il primo a dirlo, però, fu Anders Ericsson, uno psicologo americano che nel 1983 pubblicò uno studio sulle abitudini di un gruppo di violinisti. Tutti avevano iniziato a 5 anni ed effettivamente, quindici anni dopo, i più bravi avevano suonato per una media di 10mila ore ciascuno, quelli meno bravi non superavano le 4mila ore. Quindi, se bastasse il puro talento dopo 4mila ore qualcuno di questi ragazzi sarebbe emerso. “Ma certo! Lo si vede bene nei ragazzini con un alto potenziale cognitivo. Non basta partire avvantaggiati, devi anche impegnarti per raggiungere qualsiasi traguardo”, spiega Giovanni Galli, psicologo, psicopedagogista, operatore di sostegno pedagogico per le scuole elementari di Locarno. D’altro canto, l’ha dimostrato molto bene Albert Einstein, che è riuscito a diventare uno dei più grandi matematici di sempre con un focus ossessivo. Puntava ad un unico obiettivo, eliminando ogni distrazione. Solo così riuscì a formulare la teoria della relatività generale, fra il 1912 e il 1915 la sua ossessione. Tre anni, ovvero 10mila ore di impegno, considerando le pause per mangiare e dormire. “L’applicazione è fondamentale - ribadisce Galli -. Ma soprattutto l’intenzionalità, voler davvero arrivare a un risultato, mirare a diventare bravo in una data disciplina”. L’ennesima conferma arriva dall’Ocse, che ha rielaborato i dati dell’indagine Pisa 2012 approfondendo gli aspetti dello studio della matematica. Anche qui, l’impegno conta più del talento. I migliori in ogni campo sono proprio coloro che dedicano ore e ore a una pratica intenzio- Su quella “Corda tesa” per superare ogni difficoltà V Val più la passione del talento 10mila ore e sei bravo in tutto nale, nel senso di un’attività mirata a raggiungere un obiettivo alto rispetto all’attuale proprio livello di conoscenza. Celebre la battura di Hemingway: il successo è 1 per cento ispirazione e 99 per cento sudore. Senza dimenticare l’allenamento mentale, quella parte del training che coinvolge solo la sfera psichica, utile ad affrontare soprattutto impegni sportivi. Certo, non si tratta di negare l’esistenza, e il valore, del talento, semmai di sfatarne, almeno un po’, il mito. A favore di una pratica, una pratica “giusta”. Non solo professionalmente, sia chia- ro, anche dal punto di vista personale. Per diventare più empatici, generosi, gentili, altruisti occorre impegno e applicazione. A sperimentare la teoria delle 10mila ore ci ha provato l’americano Dan McLaughin, 34 anni. Nel 2009 ha lasciato il suo lavoro di fotografo e s’è dato al golf. Do- po quattro anni e cinquemila ore di pratica ora si dice arrivato a metà strada, con un handicap a 4.1. Il suo obiettivo, ovviamente, è di arrivare a un handicap inferiore allo zero. Sicuramente, a questo punto, si spera in meno di 10mila ore. [email protected] Q@PatriziaGuenzi La testimonianza “La tenacia serve più di due gambe buone” S ci sull’acqua e alpino, curling, nuoto, vela, parapendio... e ora handbike a livello agonistico. Una vera forza della natura, Cinzia Furrer, 44 anni, di Morbio Inferiore, paraplegica dalla nascita (nella foto). “Sono sempre stata un terremoto, sin da piccola, quando ancora riuscivo a spostarmi con le stampelle - racconta -. Nel mio caso, potrei dire che la tenacia mi è servita più di due gambe buone”. E non è cambiata granché crescendo. Oggi, un lavoro a metà tempo in un ufficio, “Sono cresciuta facendo i conti con la mia disabilità. Ma non ho mai mollato” da sei anni costretta su una carrozzina, nella negatività Cinzia ha comunque trovato l’energia e lo slancio di proseguire nelle sue tante attività. “Ho conosciuto il gruppo Carrozzella inSuperAbili e da lì è stato un crescendo di esperienze: ho provato a cimentarmi un po’ in tutti gli sport. E alla fine ho scelto quello che mi permetteva di muovermi di più, l’handbike”. Una testimonianza, quella di questa donna, in cui è evidente come alla mancanza di “talento”, inteso come assenza di dif- ficoltà fisiche, abbia sopperito mettendoci tutto l’impegno di cui era capace. Tant’è che volontà, forza e tenacia possono addirittura bypassare un pesante handicap come quello di Cinzia. “Tutto ciò mi riempie di orgoglio - dice -. Ce l’ho fatta malgrado tutto, anche se mi rendo conto che il mio ca- rattere mi ha aiutata tantissimo. Certo, pure i miei genitori non mi hanno mai permesso di piangermi addosso. E non l’hanno mai fatto neanche loro, spronandomi ad arrangiarmi, a crescere facendo i conti con la mia disabilità. Tutto ciò mi ha resa forte e pronta, oggi, ad aiutare gli altri, a rendermi disponibile all’ascolto. In fondo il mio è un bell’esempio di come con la volontà si possa riuscire comunque nella vita”. Insomma, un percorso duro ma estremamente formativo. Rimettersi in pista dopo un grave infortunio, una pesante malattia o una disabilità sin dalla nascita è faticoso, dal punto di vista fisico e anche morale. “Bè, non sono sempre state rose e fiori - ammette Cinzia -. Ho avuto anch’io i miei momenti bui, quando non ce la fai più ad andare avanti e vorresti mollare tutto. Ma poi ti rendi conto che non è la soluzione. Che comunque non cambierebbe nulla. E allora, tanto vale darci dentro, non scoraggiarsi e tenere duro. Un beneficio indiscutibile lo dà l’impegno in un’attività fisica, meglio ancora se a livello agonistico. Tutto ciò, nel mio caso ma anche di molte altre persone, si è rivelato uno straordinario percorso di recupero e di reintegro sociale che consiglio a tutti”. olere è potere. Lo sa bene Roberto Alberio, ideatore e fondatore di “Corda Tesa” (cordatesa.ch), che attraverso la condivisione di itinerari in montagna si prefigge di sviluppare al meglio le risorse individuali. “Per riuscire in qualsiasi attività, che sia imparare una lingua, cimentarsi in uno sport, suonare uno strumento o altro, bisogna porsi un obiettivo e lavorare per raggiungerlo - spiega Alberio -. E la montagna, gli itinerari che proponiamo noi, vogliono proprio essere la metafora di una crescita personale, una salita, faticosa, che permette di raggiungere nuove mete e avere altri punti di vista”. In sostanza, non solo il corpo, ma anche la mente sono impegnati in uno sforzo teso alla conoscenza. Raggiunta una vetta non ci si porta via nulla, non si conquistano oggetti o premi, bensì sensazioni ed emozioni nuove. “La montagna come una sorta di analisi, un ‘sentiero’ attraverso cui arrivare a una maggior conoscenza e consapevolezza di sè, delle proprie abilità e punti forti”, sottolinea Alberio, tenace e volitivo uomo d’azione. Perseveranza, costanza e fiducia per portare a termine progetti. “E la montagna aiuta, ognuno si pone un obiettivo, non importa quale, l’importante è darsi da fare, lottare per raggiungerlo - riprende Alberio -. Noi lavoriamo proprio su questo, durante i nostri itinerari. Insistiamo per accrescere l’autostima, perché riuscire a fare qualcosa, a portare a termine un progetto, fa stare bene”. Ma, soprattutto, è fondamentale fare qualcosa per se stessi, staccare dai soliti impegni. Invece spesso la nostra volontà viene prevaricata. Per le più svariate ragioni, capita che persone o circostanze ci impongano di agire in un dato modo e noi, vuoi per quieto vivere, vuoi perché altra strada non vediamo, ci adattiamo. Soprattutto in ambito professionale, un campo sempre più minato. Ma Alberio, che organizza sia corsi aziendali che per privati, insiste: “Se non siamo in grado di cambiare la nostra situazione, dobbiamo prima cambiare noi stessi. Volerci più bene, avere più autostima per essere più forti e pronti nel rispondere ai cambiamenti. Incontro tante persone troppo stressate per essere ancora padrona delle proprie scelte”. E aggiunge: “Impariamo ad individuare quei meccanismi mentali per conoscerci e riuscire a tirar fuori le nostre emozioni, alla base di molte nostre difficoltà”. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 28 tra parentesi LE PROFESSIONI SOGNATE DAI BIMBI DI TUTTO IL MONDO I MESTIERI Tutti i bimbi sanno con certezza cosa faranno da grandi. Ma tra il dire e il fare... SVIZZERA Femmine Insegnante Veterinaria Infermiera Maestra d’asilo Cantante Lei insegnante, lui pilota così sognano i nostri figli G abriel da grande molto probabilmente piloterà un Gripen. Emma invece farà l’insegnante. Alessandro il poliziotto in un corpo di polizia unica per tutto il Ticino, riforma permettendo. Sofia, invece, sopperirà alla grave carenza di personale sanitario “made in Switzerland”, perché sogna di fare l’infermiera, con buona pace di chi continua a lamentarsi per l’alto numero di frontalieri impiegati in ospedali, cliniche e case per anziani. Tutto ciò emerge da uno studio pubblicato dal Bulletin, la rivista del Crédit Suisse, che ha stilato una classifica dei mestieri sognati dai bambini di tutto il mondo. Come non riconoscersi? Chi di noi non aveva già le idee ben chiare da piccolo su cosa avrebbe fatto da adulto. Un leit motiv: maschi calciatori o sportivi d’élite, femmine maestre, ballerine o parrucchiere. Ma anche, perché no, vincere i Mondiali di calcio o gli Mtv Music Awards, scoprire cure innovative per gli animali o scovare pianeti sconosciuti, costruire il grattacielo più alto del mondo, entrare a far parte della Patrouille Suisse. I bambini, si sa, amano sognare in grande, sull’onda della fantasia. Inutile, e cattivo da parte nostra, dir loro che coi sogni non si pagano le bollette e l’affitto, anche perché creatività e immaginazione potranno comunque rivelarsi un’utile risorsa per il loro futuro. E sarebbe pure riduttivo credere che i nostri figli ambiscono a fa- A Espoprofessioni per la prima volta hanno presentato impieghi legati all’aeronautica re “solo” i calciatori e le ballerine. In realtà, hanno anche sogni importanti. Alcuni mestieri di cui parlano sono tutt’altro che inconsueti, come il pilota ad esempio, visto che all’ultima edizione di Espoprofessioni, fiera sui mestieri appena conclusasi, quest’anno per la prima volta sono state presentate le professioni legate all’aeronautica in ambito civile. Per le femmine in cima ai desideri c’è fare l’insegnante, nonostante i tempi di grande frustrazione per il mondo dei docenti, questi restano comunque un modello per loro. A seguire, veterinaria, maestra d’asilo e cantante. I maschi, invece, in seconda battuta, dopo il pilota, scelgono il poliziotto, una sorta di eroe immaginario per loro. Sognano di infatti entrare nelle forze dell’ordine per sconfiggere i cattivi o di salvare persone in pericolo. “Già, proprio quello che dice uno dei miei due figli, l’altro invece vorrebbe fare il falegname come suo papà, anche se gli ha già detto che non se ne parla proprio - scherza Carolina, madre di due bambini di 7 e 10 anni -. Io, invece, li vorrei dottori, ma mi sa che questo conta ben poco...”. Star del pallone, invece, per i gemelli Fischer, 10 anni, come racconta mamma Tania: “Vorrebbero giocare nel Barcellona, proprio al Camp Nou - dice -. E, perché no, essere i nuovi Cristiano Ronaldo. Mica poco!”. Al quarto e al quinto posto i ma- schietti svizzeri optano per autista di bus e macchinista. La parrucchiera resta un classico per le femmine. Ne sa qualcosa mamma Barbara: “Mia figlia ha 10 anni e da grande, dice, vuole pettinare, tagliare, acconciare, colorare, creare mise eccentriche...”. Insomma, una cosa è certa: i sogni dei bimbi si rincorrono un po’ in tutto il mondo. Per la maggiore va il calciatore. È al primo posto per i maschietti in Germania e in Giappone, al secondo in Gran Bretagna. Per le femmine, invece, si conferma il mito dell’insegnan- te: al secondo posto in Germania e Gran Bretagna e al primo in America. Curiosa, in Giappone, la capocuoca scelta dalla maggior parte delle bimbe. E una volta adulti? Cosa diventeranno? L’Ufficio federale di statistica sgonfia i sogni dei nostri pargoli: faranno soprattutto gli impiegati di commercio, gli operatori sociosanitari, i cuochi e gli informatici. Ma chi può dirlo, magari il “nostro” Gabriel diventerà davvero un pilota della Patrouille Suisse. c.c. Maschi Pilota Poliziotto Calciatore Autista di bus Macchinista GERMANIA Femmine Veterinaria Insegnante Medico Cantante Infermiera Maschi Calciatore Poliziotto Pilota Pompiere Ingegnere GIAPPONE Femmine Capocuoca Infermiera Maestra d’asilo Medico Fiorista ! 8J ))& ’" (*.* %*)! #))* #/,*," -/’’" -.,!" !"’’ -0&11", "! ")./-&-()* & #) $,1&" ’’" +,"-.1&*)& " "; 1&*)’&5 ’’ ." )*’*$& &))*0.&0 " ’ !"-&$) (*11#&.* %" ’" *).,!!&-.&)$/*)*@ Maschi Calciatore Professore universitario Poliziotto/detective Giocatore di baseball Interprete di telefilm GRAN BRETAGNA Femmine Medico Insegnante Calciatrice Ballerina Poliziotta Maschi Medico Calciatore Ballerino Insegnante Poliziotto USA -" *)! !"’ (*!"’’* #&)* %# FAJJJ3 , &C D..*L?DC2 12AAJ*CCD 12A ;?Q-?A2D L?*BD A?2N? 1? D77K?K2 QC -DCQL LQAA2 BDND 2 LQ;A? L.DDN2K %DC1* F?R *FFK2TT*N?I )C 2L2BF?D 7K* ? N*CN?/ ;K*T?2 * QC -DCQL 1? !%$ EJ9UU0 A* LFDKN?S?LL?B* ! EUUU( 4 DK* 1?LFDC?-?A2 *AAD LF2.?*A2 FK2TTD *C> C?S2KL*K?D 1? LDA? !%$ EOJ5PUI> G*CT?.=3 !%$ E9JOPUI>HI # ?A BDB2CND 1? 7*K2 QC* FKDS* LQ LNK*1*6 ’JD772KN* 4 S*A?1* F2K CQDS2 ?BB*NK?.DA*T?DC? 2CNKD ?A OEIU9IPUE:0 8CD * 2L*QK?B2CND 12;A? LND.@ 1?LFDC?-?A? FK2LLD ? K?S2C1?NDK? %DC1* F*KN2.?F*CN?I (299<?B< <>7?B=2I<?>< CG HHH@:?>62=?E?@4: Femmine Insegnante Veterinaria Scrittrice Medico Cantante Maschi Sportivo Pilota Scienziato Avvocato Astronauta Fonte: Pnr 43 “Istruzione e occupazione”, Iconkids & youth/medizini, Daichi Life Insurance Company, Mothercare and Save The Children. Linkedin I NUMERI IL CAFFÈ 30 marzo 2014 31.5 2012 2013 Sale l’età media delle madri al N fare le casalinghe o un lavoro poco qualificato, dall’altro però le difficoltà di realizzarsi professionalmente e di conciliare lavoro e famiglia restano comunque altissime. “La conseguenza - sottolinea Rosina - è la revisione al ribasso degli obiettivi. Va così a finire che le donne si realizzano meno, sul lavoro che nella vita privata”. Niente di buono, insomma. Tutto questo poi si ripercuote sulla società, incapace di aiutare L'indicatore sintetico di fecondità (il numero medio di figli per donna in età fertile) nel 2013 è 1,50, e sottolinea una certa stabilità della fecondità in Svizzera 82.200 82.000 2012 2013 Nel 2013, rispetto al 2012, calano le nascite (-0,2%) in Svizzera le nuove generazioni e, soprattutto, le donne che sono spesso le più formate. “E che possono fare la differenza sia in termini di impulso dinamico che di nuove sensibilità professionali - nota l’esperto -. L’incapacità di non riuscire a fare tutto ciò non solo penalizza le trentenni di oggi, ma non consente al Paese di crescere meglio e in maniera più solida”. Situazioni inconciliabili, mentre invece dovrebbero essere naturali. c.c. 42.654 39.500 2012 2013 Nel 2013 i matrimoni celebrati sono stati 39'500, ovvero il 7,4% in meno rispetto al 2012 in Svizzera Il calo interessa i matrimoni tra: Nel 2013, si sono costituite 690 unioni domestiche registrate, ovvero 5 in meno rispetto al 2012. Tali unioni continuano a essere più ricorrenti tra gli uomini (460) che tra le donne (230) 690 - cittadini svizzeri -6.4 - matrimoni misti -9.3 % % - sposi stranieri -6.0 % GLI ASILI NIDO 3.7 2.8 1985 1991 2.2 1.8 1.3 1.1 1995 1998 2001 2005 2008 Fonte: Censimento delle aziende (Ca) e statistica dello stato annale della popolazione (Espop) L’ATTIVITÀ PROFESSIONALE Situazione professionale delle madri con partner, 2012, secondo l’età del/la figlio/a minore tra 0 e 6 anni 13.1 % tra 7 e 14 anni 14.9 % 29.7 % 26.7 % 31.8 % 30.5 % Senza attività professionale Tempo parziale <50% tra 15 e 24 anni 18.0 % 19.6 % 35.4 % 19.6 % 25.5 % 35.4 % Tempo parziale 50-89% La novità Va di moda il “childfree”, senza prole e rimpianti S i va da “40 ragioni per non avere figli” della psicoanalista francese Corinne Maier a “Bad Mother” di Ayelet Waldman, editorialista del New York Times, passando per “Felici senza figli” della giornalista Nicki Defago. Basta dare un’occhiata agli scaffali di una qualsiasi libreria per rendersi conto di come il movimento “childfree”, liberi dai figli, stia prendendo sempre più piede. Ma non solo in libreria. In rete, dopo anni di dominio incontrastato dei cosiddetti “mommyblog”, adesso spuntano come funghi i diretti antagonisti: blog, siti e forum contro figli e maternità. Donne, spesso sposate o impegnate in relazioni durature, che hanno scelto consapevolmente di non abbracciare la genitorialità, svincolandosi dall’imperativo categorico di riprodursi. Imperativo alimentato, sostengono, dalle pressioni sociali e da un’esagerata glorificazione della maternità. Donne costrette a Ristoranti, hotel, stabilimenti balneari e voli aerei: spopola la moda “no kids” Numero di asili nido e di strutture di custodia prescolastica in Svizzera per 1000 bambini di età inferiore a 7 anni 1.0 parentesi 1.5 Né mariti, né figli, le “millennials” investono su di sè aiuto sociali non sempre efficaci. Un’ulteriore complicazione al sogno di metter su famiglia. “Dal rapporto risulta che il numero di figli desiderato sarebbe due, ma a furia di rimandare molte coppie alla fine rinunciano al secondo - prosegue il demografo -. Una posticipazione che alla lunga si rivela controproducente”. Lo studio mostra che da un lato c’è un aumento delle ambizioni e degli obiettivi delle trentenni che non si accontentano di tra momento del primo figlio, da 31,5 anni nel 2012 a 31,6 anni nel 2013 LA TENDENZA Donne decise e concrete. Vogliono un lavoro e nessun vincolo familiare on hanno né mariti né figli. Ma hanno un lavoro, tanta voglia di fare e di essere indipendenti. Sono le ragazze “millennials”, perché nate alla fine del secolo scorso e cresciute all’inizio del 2000. Giovani donne, decise, concrete e sole. Per scelta. Ragazze che ai primi posti della classifica delle priorità mettono la realizzazione di sé, l’indipendenza economica e il lavoro. Alla soglia dei trent’anni la creazione di una famiglia non è un dovere. D’altronde i tempi sono quelli che sono. L’hanno capito molto bene le “millennials”: non c’è posto per l’insicurezza. Meglio studiare, impegnarsi, faticare e riuscire a mantenersi da sè. Poi si può, forse, iniziare a pensare a mariti e figli. Tutto ciò emerge da uno studio, “Rapporto Giovani”, dell’Istituto Toniolo di Milano, che ha scandagliato famiglia, lavoro e maternità, filtrati attraverso i sentimenti e l’idea di futuro di tante giovani. Queste sostengono che ciò che conta è puntare sul presente, perché “il domani è pieno di incognite e non esistono scelte che valgano per sempre”. Eccolo il ritratto delle “nuove” trentenni, per alcuni versi si rispecchia nel pensiero di alcune testimonial che si sono raccontate al Caffè (vedi sotto). Tuttavia, a volte queste scelte rischiano di avere un prezzo altissimo. “Tanto per cominciare è una generazione con una maggiore scolarizzazione, anche rispetto ai coetanei maschi - spiega Alessandro Rosina, demografo dell’Università Cattolica di Milano e curatore del ‘Rapporto Giovani’ -. Inoltre, investono su di loro e il capitale accumulato lo vogliono spendere nel mercato del lavoro. Studiano più a lungo e hanno difficoltà a trovare un’occupazione alla loro altezza. Ecco che tutto ciò posticipa i tempi di realizzazione dal punto di vista familiare”. In sostanza, l’idea è: studio, mi cerco un lavoro e quando questo è stabile penserò a formare una famiglia. Qui però si aggiunge un’altra difficoltà, conciliare il privato con la professione, viste le misure di 29 31.6 Tempo pieno 99-100% Persone inoccupate secondo la definizione Ilo e apprendisti/e escluse Fonte: Rifos giustificarsi di non volere figli. Donne che rivendicano il diritto di costruire il proprio posto nel mondo attraverso lo studio, il lavoro e l’amore non per forza genitoriale. Sempre più numerosi i ristoranti, gli hotel, gli stabilimenti balneari e i voli aerei in cui spopola la moda “no kids”. Mentre negli Usa, la patria di massaie e torte di mele, sono sempre di più le trenta-quarantenni senza figli e senza rimpianti. Nonostante una pressione sociale e una sovraesposizione mediatica della maternità senza precedenti, il tasso di nascite si mantiene il più basso della recente storia americana, tenendo conto persino della Grande Depressione del 1929. Che si stia formando un nuovo modello femminile, che consentirà di non dover più giustificare una scelta più che legittima? Nel 2014 c’è da augurarselo. NON SPOSATA E SENZA FIGLI SPOSATA E CON FIGLI NON SPOSATA E SENZA FIGLI NON SPOSATA E SENZA FIGLI NON SPOSATA E QUASI MAMMA Julie Arlin Elisa Volonterio Lara Filippini Clarissa Tami Greta Gysin 30 ANNI PRESENTATRICE TV 32 ANNI ASSISTENTE ALLA DIREZIONE ARTISTICA DEL CINEMA TEATRO DI CHIASSO 30 ANNI GRAN CONSIGLIERA UDC 31 ANNI CONDUTTRICE TELEVISIVA 30 ANNI GRAN CONSIGLIERA VERDI Mi ritrovo perfettamente nello studio in questione. Ho avuto però l’esempio di mia madre che ha sempre lavorato molto, nonostante tre figlie e spero di fare altrettanto A 32 anni sono forse una delle poche che non ha messo il lavoro davanti alla famiglia. Ho già una figlia e una in arrivo a breve. Vita privata e lavorativa sono entrambe importanti Il contesto socio economico è difficile. Non mi sono ancora posta il problema di dover scegliere tra carriera e famiglia, per ora ho però puntato sulla prima. In futuro vedremo Attorno alla donna ruota l’intera famiglia. Per questo è importante che chi ha la possibilità si concentri su ciò. Certo che una volta fuori dal mondo del lavoro è difficile rientrarci I datori di lavoro vedono le giovani donne come potenziali mamme, poche le prospettive di carriera a lungo termine. Chi ha un lavoro che rispecchia le aspettative se lo tiene ben stretto IL CAFFÈ 30 marzo 2014 30 tra parentesi I NUMERI 590 milioni Oggi 590 milioni di persone nel mondo convivono con un deficit dell’udito e vanno incontro a un rischio maggiore di sviluppare forme di demenza. Se siete over settanta +50 e l’udito perde colpi attenzione al morale % Oltre il 50% delle persone con più di 85 anni ha un deficit cognitivo e quasi il 90% ha un disturbo dell’udito. ANTONINO MICHIENZI S e con l’avanzare dell’età l’udito comincia a perdere colpi, non prendete la cosa sotto gamba e rivolgetevi a un medico. Specie se si è donne e si hanno meno di 70 anni, il senso di isolamento che ne deriva peggiora infatti la qualità di vita fino a sfociare nella depressione. L’avvertimento emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Jama Otolaryngology-Head & Neck Surgery. L’indagine è stata condotta da un team di ricercatori del National Institute on Deafness and Other Communication Disorders, uno dei centri affiliati ai National Institutes of Health americani, che ha sottoposto a esami dell’udito e a questionari più di 18 mila adulti dai 18 anni in su. I ricercatori hanno osservato che a ogni peggioramento della qualità dell’udito corrispondeva un aumento del rischio di depressione. In particolare, più dell’11 per cento delle persone con problemi di udito ha ricevuto una diagnosi di depressione da moderata a grave, rispetto al 6 per cento delle persone con udito buono. “Abbiamo riscontrato una significativa associazione tra ipoacusia e depressione da moderata a grave”, ha detto il primo firmatario dello studio Chuan-Ming Li, precisando Questo amore nostro La lettera Due igli, uno gay l’altra lesbica ci chiediamo se sia colpa nostra S iamo entrambi sulla sessantina e sposati da poco più di trent’anni. Stiamo bene insieme e abbiamo molti interessi in comune che condividiamo con piacere e complicità. La vita sessuale esiste anche se non frequentissima, ma è di buona qualità per quanto riguarda la nostra soddisfazione. Siamo anche genitori di due ragazzi, un maschio e una femmina che hanno superato da un po’ Scrivi a LINDA ROSSI la ventina. Qualche tempo fa ci psicoterapeuta e sessuologa hanno comunicato che sono Posta: Linda Rossi – Il Caffè omosessuali, lei lesbica, lui gay. Entrambi dicono di averlo Via Luini 19 - 6600 Locarno capito attorno ai vent’anni e E-mail: dichiarano di essere felici in [email protected] questa situazione anche se ammettono che non è sempre facile vivere questo loro stato di orientamento sessuale. Il fatto di vederli così sereni ci rassicura, però ci dispiace per i nipotini che quasi sicuramente non avremo mai. Inoltre ci assilla un grande dubbio: siamo forse noi i responsabili della loro scelta sessuale? Fosse solo uno dei due non ci interrogheremmo, ma così ci fa un po’ strano. Possiamo in qualche modo averli influenzati? FiberSpeed che il rischio di incorrere nella depressione è risultato ancora più alto per le donne: sono infatti risultate depresse il 15 per cento delle donne con difficoltà dell’udito rispetto al 9 per cento degli uomini. Curioso il fatto che i ricercatori non hanno trovato nessun collegamento tra la perdita dell’udito e la depressione nelle persone con più di 70 anni. Paradossalmente, la depressione non è stata riscontrata neanche nelle persone con perdite di udito più gravi, vicine alla soglia della sordità. “Una spiegazione di ciò potrebbe Più a rischio le donne, meglio rivolgersi subito a un audiologo per una diagnosi tempestiva essere che le persone con gravi perdite di udito si sono già rivolte a un medico - ha spiegato Li -. E quindi hanno maggiori probabilità di aver trattato la sordità incipiente con apparecchi acustici o impianti cocleari”. Tutte ipotesi, precisano i ricercatori, dal momento che le modalità con cui è stato realizzato lo studio non consentono di certificare un rapporto di causa-effetto tra perdita di udito e depressione né di spiegarlo. Ma l’interpretazione dei dati potrebbe essere molto semplice. “Non mi sorpren- de che le persone con problemi di udito siano più depresse - ha commentato James Firman, il presidente del National Council on Aging, un’organizzazione no profit attiva nel campo della salute degli anziani -. Chi ha un deficit dell’udito, soprattutto se non utilizza un apparecchio acustico, incontra maggiori difficoltà a comunicare con altre persone, sia in situazioni familiari, sia in incontri sociali o al lavoro”. Il rapporto tra depressione e ipoacusia non è nuovo. In molti, “quando vengono per farsi visitare parlano anche del peggioramento dell’umore”, ha raccontato Robert Frisina, medico e direttore del Global Center for Hearing & Speech Research presso l’University of South Florida di Tampa. Ora però lo studio aggiunge dati scientifici a quelle che finora erano state solo informazioni aneddotiche. E mette in luce un’altra ragione per cui la perdita dell’udito, un problema che interessa una persona su tre tra quelle con più di 60 anni e addirittura il 60 per cento di quelle con più di 85, non è da sottovalutare. “Se si comincia a perdere l’udito non c’è da esitare - ha osservato Frisina . Occorre rivolgersi subito a un medico, un audiologo o un otorinolaringoiatra, in modo che si giunga al più presto a una diagnosi e si possa scegliere il trattamento più opportuno”. La risposta di Linda Rossi Sono le prime esperienze di vita a giocare un ruolo fondamentale I conoscono quali omosessuali e che vogliono condividere con altre persone gioie (feste ad esempio) e difficoltà che tale orientamento sessuale causa loro. Quello su cui vi interrogate, però, sembra l’idea che possiate essere stati voi a influenzarli nella loro scelta sessuale. Finora niente ha provato l’attribuzione dell’omosessualità a una questione genetica. Personalmente considero che le prime esperienze di vita giochino la loro parte in maniera molto marcante, ma credo anche che questo orientamento possa nascere sia nel periodo adolescenziale, quando la/il giovane si cerca nella sua identità ricorrendo a modelli che appartengono al loro sesso di genere, ma può anche essere legato a esperienze fatte nel corso della vita relazionale. In quest’ultimo caso non è escluso che qualcuno opti per l’omosessualità a trenta, quaranta o cinquant’anni. Forse non si saprà mai se voi avete un ruolo nella scelta sessuale dei vostri figli, quello che è certo è che la vostra educazione ha permesso loro di essere quello che sono e di assumerlo senza timori di palesarlo in famiglia. nnanzitutto complimenti per aver saputo portare avanti una relazione di coppia armoniosa sotto i diversi aspetti della vita a due. Complimenti anche per i vostri ragazzi capaci di affrontare la vita e di parlare con voi delle questioni importanti. Diciamo poi che con la crescente libertà in molti campi, la vita sessuale relazionale inizia a un’età ben più precoce di mezzo secolo fa. Sono caduti molti tabù e, anche se in quantità insufficiente, l’omosessualità è sempre meno demonizzata di quanto lo fosse in passato. Continuerò dicendo che non è sicuro che non avrete la gioia di godere di nipotini poiché, come forse sapete, anche le coppie omosessuali che desiderano un figlio sempre di più ora possono soddisfare questo desiderio. In Svizzera, ma anche in altri Paesi, ci sono molti casi di coppie lesbiche o gay che crescono insieme uno o più figli. Per raggiungere questo obiettivo ci sono svariate vie. Probabilmente i vostri figli ne sono al corrente, soprattutto se frequentano il movimento ticinese Imbarco immediato, la struttura che raggruppa giovani e meno giovani che si ri- Più velocità a minor costo Internet Router Wi-Fi GRATUITO 15/1.5 Mbit/s 24. 90 mese Più canone di rete fissa ticino.com VoIP, CHF 25.-/mese Servizio clienti: 091 220.00.00 ticino.com 100% ticinese BenEssere Più di una persona su dieci, tra quelle che soffrono di ipoacusia, si sente isolata e sprofonda nella depressione IL CAFFÈ 30 marzo 2014 31 tra parentesi LA TENDENZA Il “park” di Lugano apre le porte a chi vuole imparare l’arte dello skate Vola sulla tavola ora lo skateboard è sport per tutti C on il passare degli anni, lo skate park di Lugano è diventato un vero e proprio punto di riferimento per i funamboli della “tavola a rotelle” di tutto il cantone e non solo. Attraverso un’offerta sempre più ampia e variegata, l’area accanto allo stadio di Cornaredo è un punto di ritrovo e aggregazione che va oltre l’arte di volare sullo skate. E, a partire da mercoledì, il “park” luganese compie un ulteriore passo avanti, con la prima giornata dedicata alla scuola di skate. “Per chi vuole avvicinarsi alla disciplina, ma anche per chi vuole migliorare la propria tecnica - spiega Yari Copt, responsabile della struttura -. I gruppi saranno divisi per età e livello, ma senza un vero piano di allenamento. Piuttosto con i più bravi che aiutano a progredire gli altri”. Uno sviluppo seguito con grande interesse anche dalla Città, che una dozzina di anni fa aveva colto l’occasione di creare il nuovo “skate park”. “Con il passare del tempo la struttura è diventata molto importante per Lugano afferma Roberto Mazza, direttore del dicastero sport cittadino -. Alla sua Il responsabile: “C’è spazio per tutte le età e per tutte le capacità” creazione, si trattava di dare uno spazio agli skater che altrimenti avrebbero usato come ‘parco’ le vie cittadine. Ma oggi vediamo un centro aggregativo molto importante e sviluppato, conosciuto in tutto il Ticino anche per gli eventi e le manifestazioni collaterali”. Pure a livello tecnico, però, il “park” luganese ha saputo ritagliarsi un nome tra gli “addicted” dello skate. “Perché - sottolinea ancora Yari Copt la struttura è di ottimo livello e consente a tutti di divertirsi e di allenarsi. Dai principianti fino quasi ai professionisti”. Oltre ad essere particolarmente spettacolare quando si assiste alle evoluzioni dei migliori interpreti, lo skate è infatti una disciplina che punta molto sull’aggregazione. E che ha fatto della condivisione e dell’integrazione una sorta di filosofia esistenziale. “C’è davvero spazio per tutti e non c’è nessun pregiudizio conferma il responsabile della struttura di Cornaredo -. Capita spesso anche di accogliere ragazzi problematici, ma anche loro entrano immediatamente a far parte della ‘famiglia’. Praticare questo sport è un modo di esprimersi che si rivela utile a tutte le età. Anche qui a Lu- gano si vedono infatti scorrazzare sia bambini che adulti”. Praticare lo skate significa però anche confrontarsi a livello di abilità e a Lugano le gare locali, nazionali ed internazionali non mancano. Accanto a queste, poi, una serie di eventi, feste e “Non sei obbligato ad allenarti, quando sei stufo te ne vai a casa” concerti completano un’offerta ricca e variegata. “A cui va aggiunta anche la presenza di un negozio specializzato che organizza anche test di materiali nuovi - aggiunge Yari Copt -. È poi imminente una gara aperta a tutti dove verrà assegnato un premio ad ogni partecipante”. La parola d’ordine, comunque, resta divertimento. “A differenza di altri sport non c’è la pressione di doversi allenare per forza seguendo le indicazioni di un preparatore - conclude Copt -. Se qualcuno dopo mezz’ora è stufo, prende e se ne torna a casa. Al contrario, se ti metti in testa di riuscire a tutti i costi in una figura particolare, va a finire che ti ritrovi ancora al park alle dieci di sera, all’orario di chiusura. Intendo dire che c’è grande libertà in questa disciplina, che io considero un po’ anche come una forma d’arte, che va ben oltre lo sport”. L’appuntamento, insomma, è fissato per chi vuole accrescere le proprie capacità sullo skate o per chi, magari, vuole avvicinarsi ad una disciplina che può sembrare complicata attraverso l’aiuto dei suoi migliori interpreti. m.s. LEGUIDE &GLIITINERARI Pagina a cura di AutoPostale Svizzera SA Austria Il programma Austria Data: 18 - 23 maggio 2014 Prezzo: CHF 1’268.– per persona in camera doppia fa rima con storia, cultura e musica Partenza: 06.00 Chiasso Ffs, 06.10 Mendrisio Ffs, 06.30 Lugano Ffs (lato buffet), 06.30 Locarno Ffs, 07.00 Bellinzona Ffs Vienna imperiale, Salisburgo barocca, Innsbruck internazionale, abbazie e centri di cultura medievali. Questi sono gli ingredienti del viaggio in Austria organizzato da AutoPostale dal 18 al 23 maggio 2014. Calarsi in questa speciale atmosfera dà l’impressione che il tempo si sia fermato alla romantica era della Principessa Sissi, ai fasti degli Asburgo, cullati dalle note dei celebri musicisti come Strauss, Mozart e Schubert. Si può resistere a questo fascino senza tempo? Certo che no. Partenza dal Ticino, allora, diretti a Innsbruck, capitale del Tirolo e splendida città sul fiume Inn. L’elegante centro storico barocco conserva alcune perle d’immenso valore come il palazzo e la cappella imperiale, il duomo, la torre e il Goldenes Dachl, simbolo della città. Il famoso tettuccio ricoperto d’oro caratterizza il bovindo più famoso del mondo, cioè quella particolare struttura tipica dell’architettura del Nord che porta a catturare il sole spingendosi il più possibile verso l’esterno con locali-finestra di gusto raffinato. i cortili dell’Hofburg, antica residenza degli Asburgo e il Ring, strada ottocentesca con palazzi come l’Opera, il Parlamento, il Municipio e il Teatro nazionale. A Vienna ci sono oltre 27 castelli e più di 150 palazzi storici che risalgono al medioevo, al barocco, allo storicismo e al liberty e altri esempi dell’arte più recente come le celebri case di Hundertwasser. Non resta che lasciarsi contagiare da questa stupenda capitale. Non stupisce, allora, che una ricerca internazionale del 2010 l’abbia piazzata al primo posto tra le città con la più alta qualità della vita al mondo. Dopo Vienna, ecco Graz, passando per la verdeggiante Foresta Viennese. Il capoluogo della Stiria si presenta al turista con i suoi numerosi teatri, i festival d’arte e di musica, la cultura in primo piano. Pittoresco il centro storico, con i suoi vicoli stretti e i cortili nascosti. Tra le principali attrazioni ci sono la fortezza, la torre dell’orologio e la piazza principale con le magnifiche facciate. Da Graz si prosegue per Klagenfurt am Worthersee. Dopo una passeggiata lungo il lago, si parte per il rientro in Ticino previsto in serata. Innsbruck è località di svago e di montagna, Salisburgo cattura l’attenzione per quella sua aria romantica e serena. La visita comprende gli esterni del Palazzo Mirabell con i suoi splendidi giardini, la Markplatz, il duomo e il palazzo vescovile. Celebre per aver dato i natali a Mozart, Salisburgo affascina i visitatori grazie al bellissimo centro storico e alla fortezza dell’Hohensalzburg che domina la città. Non a caso è la seconda città austriaca, dopo Vienna, più amata dai turisti. Da non perdere è anche la visita a Melk, dove sorge l’abbazia benedettina, uno dei siti mo- Maggiori informazioni AutoPostale Svizzera Sa Regione Ticino - Viaggi e Vacanze - 6501 Bellinzona Tel. +41 (0)58 448 53 53 - fax +41 (0)58 667 69 24 [email protected] – www.autopostale.ch nastici più importanti del mondo. Di particolare interesse sono gli affreschi di Johann Michael Rottmayr e la biblioteca con innumerevoli manoscritti medievali. Dopo il tuffo nelle atmosfere tipiche del Medioevo, vale la pena dedicarsi alla mini-crociera lungo il Danubio, attraversando la regione della Wachau, una delle più suggestive dell’Austria. Il paesaggio è caratterizzato da vigneti, pendii ricoperti di foreste e fortezze che si ergono quasi ad ogni ansa del fiume. L’arrivo è a Krems che presenta un grazioso centro storico ed è una città conosciuta per la produzione vinicola. Ma è ormai ora di respirare forte la magica atmosfera di Vienna: grandiosa, opulenta, imperiale ma anche moderna, all’avanguardia, creativa. Vienna è una città dalle molteplici personalità. Meritano una visita il duomo di Santo Stefano, esempio di arte gotica, la chiesa di San Pietro, dalle sontuose decorazioni interne, &747 -) &’ %’, 24 9)+1.??7 "7A6?)26&97<? 9.< !<: 8DD:/: $.< 4) B7=?<) =2+A<.CC) 6 (; HC1;< 08 CI<H1 8;J1C;+98 -<:>91H< 08. 2 -1C-78 8; 915+ 91551C+ ?0+ =F < =E ><998-8/ + D1-<;0+ 019 :<0199<@ 2 >;1I:+H8-8 8;J1C;+98 >C1:8I: 2 -<>C8:<KK< -<; 9<5< %<I;H+8;’><CH 6 #8H 0B1:1C51;K+ -<; 9<5< %<I;H+8;’><CH $.< 259<.C27=2<. 24 4773 6 ’HC8D-1 01-<C+H8J1 +IH<+01D8J1 %<I;H+8;’><CH >1C 91 4+;-+H1 6 +HH8H+--< %<I;H+8;’><CH ?’I,+CI *)/ !<C1DH1C/ ":>C1K+@ 6 +HH8J+9858+ %<I;H+8;’><CH 6 $<5< %<I;H+8;’><CH ;199B+,8H+-<9< 6 &<CH+-78+J8 %<I;H+8;’><CH 8; >1991 $.< 24 B7=?<7 *.6.==.<. 6 (; D1H 08 AI+HHC< H+>>1H8;8 %<I;H+8;’><CH 6 (; >9+80 %<I;H+8;’><CH 8; >891 $.< A6;)A?7 =.59<. *.44) 7<-26)?) 6 1DH+ C8J1DH8H+ 8; >1991 -<; 3<;0< +;H8D-8J<9< >1C 89 ,+5+598+8< 6 ’+--+ ><CH+ D-+C>1 8; >1991 ()47<., !<: @ DDD:/ #<) . 0267 ) .=)A<25.6?7 -.44. =+7<?.: -/ ,/ 10 8?8 (*/).&)-+*,. +,.&,# " $,: >; @@@:6: $*,#-.#, 8?8 (*/).&)-+*,. +,.&,# " $,: =@ @@@:6: ’#%!2 8?8 (*/).&)-+*,. +,.&,# " $,: >9 @7@:6: &(+,#3 8?8 (*/).&)-+*,. +,.&,# " $,: >8 @@@:6: &D34@@D L.67:UL.RD1 )U/.LU -+ FJO> ,! )W>MM DB4 &DUBR.>B)GDLR2 0.A/>D A.BU.@42 8 GDLR42 0.R4:DL>. 3> 4670>4BY. 4B4L:4R>0. 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Ma l’impresa non ha alcun obbligo di farlo lavorare per l’orario stabilito. In una qualsiasi settimana può chiedergli di recarsi al lavoro dieci ore in luogo di venti, oppure non chiamarlo affatto. In questo caso al lavoratore spetta un’indennità pari al 25% della retribuzione, che gli sarebbe spettata nel caso avesse lavorato per tutto l’orario stabilito. Se si trattava di venti ore, gli spettano, quindi, quattro ore di paga. Con le quali dovrà mantenere sé e la famiglia. I contratti a zero ore rappresentano il caso estremo del lavoratore utilizzato unicamente per il tempo in cui Le assunzioni a zero ore rappresentano il caso estremo dell’operaio utilizzato soltanto per il tempo in cui serve davvero serve alla produzione di un bene o un servizio. Nel Regno Unito sono ormai più di mezzo milione, e sicuramente si diffonderanno in altri Paesi europei, Svizzera e Italia compresi. Ma cosa è che spinge le imprese a usare i lavoratori in modalità “on-off”, quasi fossero un elettrodomestico, in violazione dei più elementari diritti umani, a partire dalla sicurezza economica e sociale? Vari fattori sono all’opera. Il principale, ovviamente, è l’immenso esercito industriale di riserva che la crisi e al tempo stesso l’automatizzazione sempre più spinta della produzione di beni materiali e servizi ha generato in tutta Europa. Il mezzo migliore per avere lavoratori disciplinati in fabbrica, diceva un magnate americano del secolo scorso, sta nell’avere una lunga fila di disoccupati ai cancelli. Nella sola Ue i disoccupati hanno superato i 27 milioni. Quando uno è senza la- voro da semestri o magari anni, accetta qualsiasi forma di contratto, anche a zero ore. E coloro che un lavoro ancora ce’l’hanno implorano addirittura i sindacati affinché firmino al più presto la proposta della loro impresa di tagliare i salari del 20-25%, altrimenti - afferma la direzione - dovrà chiudere licenziando tutti. È l’esperienza quotidiana di molti sindacalisti, in diversi Paesi. Un fattore tecnico che ha favorito molto l’utilizzo del lavoro flessibile è il principio del “just in time”, giusto in tempo. In base ad esso qualsiasi risorsa occorra alla produzione deve arrivare sul posto soltanto nel momento esatto in cui può essere utilizzata. L’adozione di tale principio ha permesso grandi risparmi in termini di polmoni di pezzi in attesa di venire utilizzati lungo le linee; di magazzini e relativo personale; di contratti con i fornitori. Qualcuno, quindi, ha pensato di applicare anche al lavoro e al lavoratore il principio del “giusto in tempo”. A detto principio si sono ispirate le innumeri “riforme” del lavoro attuate in Europa negli ultimi vent’anni. Il lavoratore on-off rappresenta soltanto la più avanzata applicazione di detto principio che sia stata finora inventata. Poi c’è la finanziarizzazione dell’economia con cui l’economia produttiva deve fare i conti. Le transazioni giornaliere di ordine puramente finanziario, ad esempio, superano di 45 volte le transazioni aventi per oggetto la compravendita di beni e servizi. Ciò significa che una massa enorme di denaro circola per il mondo in cerca di rendimenti, che la produzione di beni e servizi reali non è in grado di conseguire. Pressata dai mercati finanziari, dalle banche creditrici, dagli investitori istituzionali presenti nel loro stesso Cda, un’impresa produttiva cerca in ogni modo di tagliare l’unico costo che è in suo potere ridurre, cioè il costo del lavoro. Il lavoratore on-off, e con esso l’immensa platea dei contratti di breve durata, sono l’aspetto più appariscente della compressione del costo del lavoro che le imprese perseguono, approfittando anche della debolezza dei sindacati che la crisi ha accresciuto. Resta un’altra domanda da fare: perché mai i governanti europei, in specie quelli della Ue, accolgono pressoché in toto le richieste delle imprese in tema di contratti di lavoro e le trasformano in legge? Varie risposte sono possibili. Buon numero di essi sono del tutto incompetenti in materie economiche, per cui in buona fede si affidano al primo accademico che assicura loro che il lavoro iper-flessibile, precario, discontinuo è un fattore di sviluppo, anche quando i dati disponibili attestano il contrario. Altri sono preda di una cattura cognitiva da parte delle dottrine economiche neo-liberali, per cui le professano come un atto di fede. Una sindrome che ha colpito in modo grave soprattutto gli esponenti dei partiti che furono di sinistra, come testimonia il caso italiano. Infine vi sono quelli che, La produzione deve fare i conti con la “finanziarizzazione” dell’economia. Le transazioni, intanto, sono cresciute per cultura e professione, provengono dal mondo della finanza e nel mondo della politica rappresentano, in modo sereno e convinto, i suoi interessi, tra i quali primeggia appunto la compressione del costo del lavoro. Con un simile personale che in quasi tutta la Ue costituisce la maggioranza di governo, i lavoratori on-off sono destinati a moltiplicarsi ancora. In attesa che la crisi economica della Ue, più che mai in corso ad onta delle amenità sulla “luce in fondo al tunnel”, moltiplichi a sua volta il numero degli elettori che di fronte alla drammatica distribuzione del reddito dal basso in alto in atto in tutto il continente, comprovata dalla inverosimile concentrazione del reddito e della ricchezza nell’un per cento della popolazione, alla quale proprio le politiche del lavoro hanno contribuito in misura massiccia, al suddetto personale non decidano di voltare finalmente le spalle. DOMENICA LIBERO D’AGOSTINO A CHI GIOVA IL CONDONO FISCALE C he sia la volta buona per l’amnistia fiscale cantonale!? Che dopo un tormentato iter parlamentare, si arrivi finalmente ad un condono di cui si parla da anni!? C’è da sperarlo. Anche se il voto del prossimo 18 maggio pare molto condizionato da una campagna per cui l’amnistia sarebbe solo un premio per chi ha evaso le imposte e una beffa verso chi le ha invece pagate regolarmente. Insomma, il solito regalo a quei furboni dei ricchi e benestanti, come sostiene il Ps che ha lanciato un referendum contro la decisione del parlamento del novembre scorso. Il gruzzolo in nero non ce l’hanno però solo i ricconi, ma anche i piccoli e medi risparmiatori, come hanno dimostrato i condoni sul capitale di risparmio e quello per gli eredi. Riportare alla luce un bel po’ di capitali gioverebbe ai cittadini e al Cantone. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 RAPINA ZENGER RAPINA TETTAMANTI ASCONA NOVEMBRE 2013 ASCONA MARZO 2014 Quattro banditi rapinano la gioielleria Zenger di Ascona e fuggono in bicicletta. Le bici saranno poi gettate nel lago Cinque banditi in bici, rapinano la goioielleria Tettamanti di Ascona, sfondando le vetrine interne con martelli e pesanti mazze 35 La società Paura e prevenzione Illustrazioni di Guido Rosa per il Caffè LETECNICHE Gli impianti di registrazione a circuito chiuso sono installati in ogni angolo del cantone. Ma i risultati non sono quelli sperati. E non generano un “effetto prevenzione”. L’ultimo esempio ad Ascona Scene di (stra)ordinarie rapine... tra Suv in vetrina e fughe in bici Nelle cronache degli ultimi anni “colpi” da veri professionisti L’ambiguo fascino della tecnologia contro la criminalità EZIO ROCCHI BALBI V L’occhio elettronico di duemila videocamere non scoraggia la nuova malavita globalizzata MAURO SPIGNESI U sano spray al pepe o mazze da golf, pistole giocattolo o coltelli. Legano cassiere e proprietarie dei negozi. E poi fuggono in sella alle biciclette o alle moto, a piedi o in auto. Spavaldi, sicuramente. Audaci, anche. Sono la nuova generazione della criminalità globalizzata, come gli autori dell’ultima rapina ai danni della gioielleria Tettamanti di Ascona, che non si fermano davanti a niente. Neppure davanti alle telecamere, sistemate ovunque, ultimamente anche nelle Dogane, che sembravano la soluzione universale contro il crimine. E che hanno illuso tanti, convinti di poter controllare in tempo reale il territorio. E invece si sono dimostrate, così come altri rimedi tipo il poliziotto di quartiere, o la polizia unica, una risposta semplice - ha spiegato più volte il criminologo Martin Killias - a un problema complesso. Un problema che ha radici nella mutazione della nostra moderna società. “Nel senso che la risposta a una piaga sociale così profonda, che ormai è estesa dalle grandi città ai piccoli paesi, deve avere una articolazione di risposte”, dice Gaetano Pascale direttore del Dipartimento di criminologia della Swiss shool of management. E dunque non bastano, da sole, le videocamere come quelle installate dai Comuni: oltre mille. Un numero ufficiale che raddoppia se si mettono nel calcolo quelle Le indagini Fermati per furto, rilasciati subito ...fanno la rapina A PAGINA 7 L’INTERVISTA installate da negozianti e imprenditori. “In Ticino si pensa che le videocamere distribuite nelle piazze o nelle strade - spiega il criminologo Michel Venturelli - possano tenere alla larga ladri e rapinatori. C’è stata una specie di corsa all’acquisto, una sorta di psicosi dell’insicurezza”. Nel caso di Ascona hanno colto i rapinatori in fuga, mentre - come mostrano le immagini diffuse dalla polizia - con le borse a tracolla pedalavano allontanandosi dal centro. “Il fatto che la banda del blitz alla gioielleria abbia agito a volto scoperto - spiega ancora Venturelli dimostra che il sistema delle videocamere, come peraltro dicono le ricerche a livello internazionale, non ha alcun effetto preventivo”. Perché i rapinatori che hanno fatto irruzione da Tetta- manti sicuramente sapevano d’essere spiati dall’occhio delle telecamere. “Semmai - nota Venturelli - questi strumenti possono servire per le indagini, dunque in una fase successiva”. E infatti diverse inchieste hanno avuto una svolta proprio grazie alle videoregistrazioni, ed è per questo che gli investigatori le ritengono preziose. Come nel caso della rapina in un’altra gio- Gli inediti scenari nell’analisi del criminologo e psichiatra Marco Cannavicci “Quelle bande che arrivano da lontano si fermano con strategie e leggi comuni” “L a criminalità, ovunque, è profondamente cambiata. Ma viene contrastata come se fosse quella di dieci, venti anni fa”. Marco Cannavicci, psichiatra e criminologo, questo concetto lo ripete sempre ai suoi studenti e lo ripropone per “leggere” le ultime rapine in Ticino. Ormai i rapinatori sono sempre più spavaldi, come se pensassero d’essere intoccabili. Perché? “Perché sono assenti. La criminalità più audace è quella che arriva da lontano, da Paesi stranieri. I loro volti non li conosce nessuno, neppure il poliziotto di pattuglia che magari li nota vicino alla gioielleria che vogliono rapinare qualche ora dopo. Non destano sospetti. Arrivano da lontano e ritornano lontano, scomparendo quasi nel nulla”. Perciò agiscono a viso scoperto? “Sì. Sanno di non essere riconosciuti, e poi, siccome sono professionisti, sanno anche che non sempre le polizie dei diversi Paesi parlano tra loro. Succede come nei film americani: i banditi cambiano Stato per sfuggire agli agenti che li conoscono. Se arrivano dall’Est e colpiscono in Ticino è poi difficile andare a stanarli. A meno che non commettano qualche errore. Ma è molto raro, davvero difficile”. Oggi ci si chiede come sia possibile contrastare questo genere di crimine. Non bastano le telecamere, non bastano le pattuglie... cosa serve? “Partiamo da un concetto: c’è una circolarità fra sicurezza e crimine. Più si alza l’asticella della prevenzione, con videocamere, controlli sul territorio, allarmi nelle case, e più sale il livello di professionalità dei rapinatori. È come se accettassero la sfida che gli viene lanciata”. Ma contrastarli è possibile? “Direi necessario e doveroso. Il problema è come. La criminalità ormai va combattuta sul piano internazionale. Non solo in Svizzera, ma in Italia, Francia e Germania, arrivano bande straniere, colpiscono e fuggono. Spesso non c’è un nesso tra l’origine dei banditi e il luogo dove fanno le rapine. Per questo serve dialogo, banche dati, archivi, e programmi condivisi tra polizie diverse”. Un dialogo che non sempre c’è. “Oggi invece è urgente. Bisogna essere consapevoli che la criminalità non è un problema sociale di questo o quel Paese. Ma di tutti. Bisogna uniformare le norme e soprattutto le pene, le tecniche, i sistemi di controllo. Perché le differenze sono segno di debolezze”. Servono controlli alle frontiere? “Sì, bisogna prenderli subito. Ma c’è un fatto da considerare: oggi i componenti di certe bande non hanno paura di essere identificati e perseguiti. Se rubano uno, due milioni, e riescono a nascondere il bottino, mettono in conto di passare qualche anno in galera e poi di uscire sapendo d’essere ricchi”. m.sp. ielleria, alla Zenger nell’ottobre 2009, quando due degli autori vennero poi arrestati. Secondo la Cantonale, poi, una ventina di rapine in negozi, distributori di benzina e case private, sono state risolte grazie alla videosorveglianza. “Ma preliminarmente bisogna capire che tipo di impianto si vuole utilizzare - aggiunge Pascale -. Mi spiego: se in una città la polizia sistema le telecamere in punti sensibili, o ha una sala operativa attrezzata, con personale che controlla le immagini in tempo reale, oppure non ottiene alcun effetto deterrente”. Perché oggi bisogna agire rapidamente. In molte città, invece, il sistema di videosorveglianza si basa su registrazioni su disco o su una memoria digitale. E soltanto quando capita qualcosa si consultano le immagini, che in alcuni casi sono risultate sfumate o di cattiva qualità. Eppure tanti puntano su questo sistema. Anche il sindaco di Ascona, Luca Pissoglio, dopo la rapina da Tettamanti, ha detto che il Muncipio presenterà presto una proposta per estendere la videosorveglianza in tempo reale. Tanti pensano che l’occhio elettronico possa sostituire gli agenti e i pattugliamenti quotidiani. O che ogni sistema di ripresa, palese o nascosto, vada bene per tutto. “Purtroppo non è affatto così - conclude Pascale - la criminalità è un fenomeno sociale, e come tale va affrontato non solo con repressione e prevenzione”. [email protected] Q@MauroSpignesi LE MAZZE È una tecnica grossolana ma efficace. È stata usata nei colpi a Lugano e ad Ascona, ma anche in centro a Milano. LO SPRAY Quello al pepe venduto nelle armerie è stato usato nel 2012 in una rapina a una stazione di benzina a Mendrisio. IL SUV In Ticino ha fatto la sua comparsa a Locarno quando una grossa jeep è stata lanciata contro Bucherer in centro a Locarno. I BLINDATI Sono stati usati l’8 aprile di un anno fa a Como per tagliare la strada a due furgoni che portavano lingotti d’oro in Ticino. IL TAGLIERINO L’uso di quest’arma insolita è stata notata nelle rapine in farmacia e a un distributore con chiosco a Ligornetto. iste sul grande schermo, senza risparmiare sugli effetti speciali, fanno ben altra impressione. Se capitano sotto casa nostra, nella nostra città, invece, perdono tutto il loro aspetto spettacolare assumendo il loro originario significato: rapine. Bisogna ammettere, però, che tra Suv usati come arieti, fughe col bottino in bicicletta, rapinatori armati di mazze da baseball, il Ticino negli ultimi anni sembra essere diventato lo scenario ideale per sperimentare tutte le tecniche di rapina più appariscenti. La regola è sempre quella del “prendi i soldi e scappa”, ma le modalità, molto spesso, sembrano effettivamente copiate pari pari dai romanzi polizieschi americani. “Il problema è che, a modo loro, le bande si stanno ‘specializzando’ assumendo caratteristiche precise - spiega al Caffè il criminologo Gaetano Pascale - ‘. Le bande, ed è una particolarità venuta fuori in diversi studi, si formano e si strutturano secondo gli obiettivi. Se c’è da fare un’irruzione con le mazze si chiama uno specialista in questa tecnica, se c’è da sfondare una vetrina con un’auto si chiama un altro professionista”. E capitano, quindi, delle rapine in fotocopia, adottando lo stesso “stile”. Come l’ultima rapina alla gioielleria Tettamanti ad Ascona che, con piccole varianti, sembra il remake di quella realizzata sempre nel borgo sul Lago Maggiore nel novembre dell’anno scorso, ma alla gioielleria Zenger, la stessa presa di mira nel 2009 quando vennero arrestati due dei rapinatori (che non hanno mai svelato il nome dei complici). Arrivo in auto alla chetichella, biciclette a disposizione, spaccata delle vetrine interne di preziosi, e fuga facendo leva sui pedali e sfuggendo ai posti di blocco in tutto il cantone. Certo, mancano gli effetti speciali esibiti dalla banda “Pink Panther” a Zurigo, anni fa, dove tra diamanti e gioielli il gruppo di COLPI AUDACI Accertamenti ad Ascona dopo la rapina del novembre 2013 nella gioielleria Zenger, dove i banditi sono poi fuggiti in bicicletta come accaduto pochi giorni fa per il colpo alla Tettamanti malviventi composto da ex militari dell’Est europeo ha raggranellato un bottino di oltre 10 milioni di franchi. Ma in quanto ad arte della fuga le varianti sono parecchie. “E questo perché la nuova criminalità - aggiunge Pascale mette in campo gruppi mobili, rapidi, capaci di lavorare in territori IMODELLI Il Ticino diventa set degno dei B-movie A ARANCIA MECCANICA Nel film di Stanley Kubrik i Drughi armati di mazze e bastoni nche se le ultime due “spaccate” in gioielleria hanno avuto come protagonisti rapinatori lesti sui pedali, non è stato certo il film di Vittorio De Sica “Ladri di biciclette” ad ispirarle. Assistendo, stupiti, alle rapine che si sono succedute negli ultimi anni nella regione, sembrava di ricordare bel altre pellicole. Inevitabile, ad esempio, visto l’uso ripetuto di mazze e bastoni come arma impropria, pensare alla banda dei Drughi in “Arancia meccanica” di Stanley Kubrik. Certo non si può dire che i malviventi in azione in Ticino abbiano i tratti del ladro gentiluomo Romain Duris alla “Arsenio Lupin”, nella versione del regista Jean-Paul Salomé. E nemmeno che ricorrano ad ingegnosi e sofisticati piani per mettere le mani sul malloppo, come nella serie “Ocean’s” dall’undici al tredici con a capo George Clooney. No, usato come un set da B-movie, il Ticino sembra vittima di trame più sgangherate. Spettacolari, proprio come sul grande schermo, ma all’insegna dello “spaccatutto”. Cercare di sfondare la vetrina blindata di una gioelleria con un Suv, ad esempio, può benissimo rientrare nel plot di “Die Hard - Duri a morire” di John McTiernan, magari con Bruce Willis al volante. Ma, viste le dimensioni e la morfologia del territorio sarebbe difficile vedere fughe labirintiche in auto, anche se con la Mini usata in “The Italian Job” di Gary Gray. E men che meno acrobatici inseguimenti a tutto gas come in “Fuori in 60 secondi” di Dominic Sena. Sì, forse è meglio darsela in bicicletta. e.r.b. diversi, scavalcando le frontiere, gente che si sa adattare e punta luoghi come la Svizzera, dove evidentemente sa che può colpire e lo fa con disinvoltura, anche a volto scoperto”. A volto scoperto e una certa dose di spavalderia. Altrimenti non si spiegherebbe l’audacia dei rapinatori che si sono spinti perfino in pieno centro a Lugano, esattamente in via Pessina. Qui nell’ottobre 2011 hanno fatto un rocambolesco colpo in una gioielleria, e sono fuggiti in moto, anche se uno dei due è stato raggiunto e fermato in via Nassa. Anche i “ferri del mestiere” usati sembrano indicare una specializzazione. Tra gli strumenti impropri utilizzati per infrangere i robusti cristalli delle gioiellerie in genere non si fa distinzione tra mazze, martelli e picche varie. Ma restano impressi i rapinatori che, in più occasioni, hanno messo la loro firma con una mazza da baseball. La stessa tecnica usata nel gennaio di quest’anno nella prestigiosa via Spiga di Milano, ma prima ancora alla gioielleria Bonaglia di corso Pestalozzi a Lugano, per tre volte (la prima nel febbraio 2010, l’ultima due anni fa). E quando le vetrine sono blindate è d’obbligo ricorrere a qualcosa di più contundente. Un bel Suv, ad esempio. I fuoristrada di grossa cilindrata usati come ariete sono entrati in azione alla gioielleria Bucherer in largo Zorzi, a Locarno, come ricordano le cronache di oltre sei anni fa. Un mezzo ancor più grosso, invece, è entrato in scena tre anni fa per svaligiare la boutique Farfalla di Ascona. I malviventi hanno dovuto ricorrere ad un camion per caricare la merce rubata dall’elegante negozio, manichini compresi. Gruppi organizzati, quindi, con tanto di informatori, basi logistiche, e a volte dotati di strumenti tecnologici e sofisticati. Come la banda specializzata in rapine in uffici postali che, dopo aver pianificato nei dettagli l’assalto al Centro logistico delle Poste di Pambio Noranco, è stata sgominata in anticipo, nell’aprile di un anno fa, dalla polizia. Prima ancora di mettere in pratica le toro tattiche e strategie, in sei si sono ritrovati in cella. [email protected] Q@EzioRocchiBalbi 36 Cacciucco alla livornese Pulire i pesci (500 g in tutto tra scorfano, tracina e gallinella) togliendo le pinne, le squame e le interiora. Spellare 400 g di gattuccio e farlo a pezzi piuttosto lunghi. Pulire e tagliare a pezzi 400 g di seppie e 400 g di polpo. Fare un trito fine con 1 cipolla rossa, 2 spicchi d'aglio, il peperoncino e il prezzemolo e metterlo sul fuoco con 1/2 bicchiere d'olio. Appena la cipolla comincia a dorarsi aggiungere il polpo, le seppie e ½ bicchiere di vino tra virgolette rosso. Dopo 5 minuti aggiungere 450 g di pomodori maturi a pezzi e cuocere lentamente per altri 15 minuti. Aggiungere tutti gli altri pesci e 300 g di cicale lasciandoli interi e cuocere per altri 15 20 minuti. Deve essere piuttosto liquido. Abbrustolire 4 fette di pane casalingo, strusciarlo appena con 1 spicchio d'aglio e metterlo sul fondo dei piatti. Servire la zuppa di pesce sul pane. Per 4 persone. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 ELISABETTA MORO S i fa presto a dire zuppa. Ma quando si tratta di quella di pesce la prudenza è d’obbligo. Guai a confondere un guizzante caciucco italiano con una sontuosa bouillabaisse provenzale. Una sobria sopa de pescado ispanica con un’aromaticissima gule kepala kakap indonesiana. Il bello del mare è che ci fornisce un assortimento pressoché infinito di pesci, molluschi e crostacei, che per di più cambiano sapore da un emisfero all’altro, da una stagione all’altra e perfino da una sponda all’altra della stessa baia. E basta uno spicchio d’aglio bruciato, una spolverata di paprika incendiaria, una foglia di lime o un cucchiaio di latte di cocco per cambiare bruscamente rotta. Strambate del gusto che rendono questo piatto sempre nuovo. E non è meno stupefacente il repertorio lacustre. Trote, coregoni, lucciperca per la profumatissima zuppa zurighese. Anguilla, tinca e carpa per quella luganese, dove i pesci vengono prima dorati nel burro per esaltarne fino in fondo il sapore. Dallo stretto di Magellano ai banchi di Terranova il guazzetto di pesce è sempre stato una pietanza poverissima, preparata con i residui del pescato, quando i lavoratori del mare, dopo aver venduto tutto il vendibile, raschiavano letteralmente il fondo della rete per prepararsi da mangiare. Pescetti minuscoli, spinosi, umili, senza appeal, abbandonati al loro destino. Dei trovatelli del mare insomma. Orfani destinati a fare la parte degli scorfani. Trasformandosi da brutti anatroccoli delle acque in bocconi divini. Oggi invece scegliamo uno per uno gli ingredienti delle nostre ricette, proprio come fa il direttore d’orchestra quando seleziona i suoi musicisti e armonizza il suono dei diversi strumenti. Per trasformare umori e odori differenti in un esaltante unisono di sapore. Non a caso la celebre zarzuela - versione spagnola della zuppa di pesce - prende il nome da un genere teatrale barocco che mescola sapientemente tragedia, commedia, musica e danza. Come dire che ce n’è per tutti i gusti. Brodi primordiali, mirabili guazzabugli del piacere dove è bello naufragare. Preferibilmente aggrappati ad un crostino. di CAROLINA INGREDIENTI PER 4 PERSONE - 3 kg di pesce tra cui: scorfani, triglie, cappone, naselli e gronchi - 1 dl di olio extravergine d’oliva - 2 porri - 2 cipolle - 250 g di pomodori pelati - 2 spicchi d’aglio - semi di finocchio - zafferano - foglie di lauro - sale, pepe Bouillabaisse alla marsigliese Quei bocconi divini per naufragare nella zuppa di pesce LA RI ETTA oltreilcibo L’assortimento del mare è infinito. Ma guai a confondere un guizzante caciucco con una sontuosa bouillabaisse Ripulire, lavare e sgocciolare il pesce. Tagliarlo a pezzi regolari. Far dorare, in poco olio, la cipolla tritata e l'aglio. Versarvi sopra il pomodoro schiacciato e, abbassato il fuoco, lasciare che si riduca in un composto uniforme, mescolando spesso. Aggiungere il pesce, ad eccezione del nasello. Bagnare con poca acqua e condire con sale e pepe nero. Aggiungere poco prezzemolo tritato, un pizzico abbondante di zafferano, il resto dell'olio, il lauro, il finocchio. Aggiungere il nasello e continuare la cottura per altri 10 minuti. La bouillabaisse si serve in questo modo: il brodo in una capace zuppiera con crostoni di pane fritti nel burro, e il pesce su un piatto da portata ben caldo. PUBBLIREDAZIONALE PUBBLIREDAZIONALE Opel ADAM cerca EVA Cielo stellato Il padiglione a LED è solo una di cinque varianti, tutte da ammirare. Ci sta anche la bici? Nessun problema, grazie al supporto portabici estraibile FlexFix. Paradiso di colori Di ADAM puoi scegliere colori e dettagli come faresti con gli accessori stilosi e personali. Solo che la Opel ADAM è decisamente più pratica. Il tipo dei sogni di Giulia La ginnasta Giulia Steingruber (20) ha già la sua anima gemella: «Con ADAM è stato amore a prima vista!» Diventa DJane Grazie a «IntelliLink», la musica, i video e le foto del tuo smartphone diventano un tutt'uno con ADAM. Trova la tua anima gemella! selvaggio o audace. Lasciati tentare dai 18 rivestimenti, i 21 elementi decorativi interni, i cinque padiglioni design o un padiglione a LED e molte altre opzioni. Vuoi un volante riscaldabile? Ovvio. Una modanatura verde brillante sulla calandra? Facile! Con gli uomini è un'impresa - con OPEL ADAM è un gioco! Qui EVA può scegliere la sua anima gemella fra più di tre milioni di varianti. Partecipa al casting, diventa una star e sarai la nuova EVA alla guida della tua personalissima ADAM! Giulia è al settimo cielo, perché ha già trovato la sua anima gemella: la Opel Adam. Ora puoi diventare anche tu la nuova Eva, proprio come la campionessa europea Giulia Steingruber, e trovare l'Adam che fa per te. Insieme a Opel, il giornale IL CAFFÈ sta cercando....te! Diventa la nostra star. 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Candidati on line: www.cafe.ch/adamcercaeva IL CAFFÈ 30 marzo 2014 37 tra virgolette La polemica Il sesso e la legge Mentre si discute la revisione della legge sulla prostituzione, non conoscono crisi le inserzioni erotiche che riempiono pagine e pagine di alcuni giornali Joseph Cobin Pubblicità anima del commercio anche se del sesso a pagamento EZIO ROCCHI BALBI R endere più allettante l’offerta, facilitare l’approccio col maggior numero di clienti, prestare al prodotto la massima attrattività. È lo scopo di ogni pubblicità. Ed è applicabile per ogni prodotto. Anche al corpo della donna, o meglio a chiunque abbia deciso di offrire prestazioni sessuali a pagamento. L’assioma è semplice: la prostituzione è legale in Svizzera, è un mercato dove il “prodotto” è la prostituta, prodotto che viene pubblicizzato. Poco importa se dietro questo mercato fioriscono reati estremamente gravi come la tratta di esseri umani, lo sfruttamento dello stato di bisogno, lo svolgimento di attività lucrative da parte di stranieri senza permesso, l’usura, eccetera, eccetera. E poco importa se, proprio pochi giorni fa, la Commissione per i diritti della donna del Parlamento europeo abbia approvato una risoluzione ad hoc su sfruttamento sessuale e prostituzione. Esplicitamente un articolo della risoluzione richiama l’attenzione sul fatto che “le pubblicità di servizi sessuali nei giornali e media sociali possono contribuire a sostenere la tratta di esseri umani e la prostituzione”. Un invito che, ovviamente, può essere totalmente ignorato da Berna, ma che potrebbe aggiungere qualcosa al dibattito che si sta svolgendo in Ticino. Mercoledì prossimo, infatti, si riunirà la commissione del Gran Consiglio che sta esaminando la proposta di una nuova Legge sulla prostituzione. E sul tavolo si ritroverà, appunto, un “correttivo” per vietare gli annunci erotici a pagamento. Anche se questa proposta non viene giustificata dallo sfruttamento, dall’attività criminale che nasconderebbe il fenomeno, ma la tutela dei minorenni. “In questa nostra società lo sfruttamento della prostituzione oserei dire che è visto come lo sfruttamento della mano d’opera, niente di più niente di meno - osserva Gaetano Romano, docente di Sociologia all’università di Lucerna -. Cerco sempre di evitare valutazioni morali, perché siamo sempre di fronte a moralità alternative, e personalmente non sono disturbato da queste pubblicità a luci rosse, ma gli aspetti criminali che nascondono mi disturbano eccome. È difficile, nello stesso tempo, provare atteggiamenti criminali dietro qualsiasi prodotto pubblicizzato, sempre che si possa definire un servizio da commercializzare una prestazione sesLE INSERZIONI Foto, pose e promesse esplicite di prestazioni sessuali a pagamento trovano largo spazio tra le inserzioni pubblicitarie di alcuni giornali suale a pagamento, o ‘prodotto’ il corpo di una donna o di chi comunque lo offre. Da un punto di vista storico, poi, il rapporto tra corpo e corporalità è sem- L’OPINIONE I riflessi della nuova normativa per l’ex procuratore Paolo Bernasconi “C’è conflitto d’interessi dietro il ruolo di Gobbi” L PAOLO BERNASCONI Avvocato, docente di diritto penale dell’economia ed ex procuratore pubblico NORMAN GOBBI Direttore del Dipartimento delle Istituzioni IL MERCATO Dietro un’attività legale come la prostituzione si nasconde un mercato sommerso fatto di sfruttamento, usura e tratta di esseri umani pre stato affrontato dalla nostra società con una certa difficoltà, si è sempre cercato di relativizzarlo. E anche con una certa ritrosia, visto che già nel Sedicesi- a pubblicità delle prostitute sui media può alimentare la tratta degli esseri umani e risultare diseducativa per i minorenni? Sì, secondo una risoluzione approvata il 26 febbraio dal Parlamento europeo. Una risoluzione, tra l’altro, che dedica un intero articolo alle inserzioni pubblicitarie di servizi sessuali, sottolineando come queste possano contribuire a sostenere la tratta di esseri umani. E già Plrt e Ppd, in Commissione della legislazione, dove è in discussione la nuova Legge cantonale sulla prostituzione, hanno fatto capire che di quest’indicazione si dovrà tenere conto. “È pur vero che la Svizzera non è obbligata a uniformarsi con l’Ue - spiega l’avvocato Paolo Bernasconi, ex procuratore pubblico -, ma pur non essendo vincolante, il postulato approvato da Bruxelles è importante”. Ed è importante perché è il risultato più recente degli studi in materia di prostituzione con dati e ricerche dell’Onu. “Inoltre, stabilisce - dice Bernasconi - una correlazione diretta fra tratta di esseri umani e prostituzione. Nella risoluzione, poi, si dice che la prostituzione è una violazione della vita umana”. Per Bernasconi, dunque, “il nodo della pubblicità va inserito nella nuova legge cantonale. E a questo punto il ministro Norman Gobbi, leghista, è in conflitto d’interessi. Perché il Mattino, il giornale del suo partito, ha paginate di questa pubblicità, con manchette di prostitute straniere, e la ‘sua’ legge contribuisce non poco alla sopravvivenza della testata”. Sul conflitto d’interessi, tuttavia, il governo si era già espresso rispondendo ad una interrogazione e sostenendo che il problema non esiste, perché i legami di partito sono nettamente sganciati dall’attività dei singoli ministri. “Ma stavolta, con la risoluzione di Bruxelles, la prospettiva è mutata - spiega l’ex magistrato -. E dunque il dossier della legge sulla prostituzione dovrebbe andare, non per un pretesto, ma per allontanare qualsiasi ombra, ad un altro consigliere di Stato che non sia leghista. Altrimenti il problema resterebbe”. Mercoledì la commissione del Gran Consiglio dovrà decidere se rinviare al governo o meno il pacchetto di norme di revisione della legge della prostituzione. Ppd e Plrt hanno già fatto capire che bisognerà tener conto delle indicazioni giunte da Bruxelles. E hanno annunciato battaglia. Ma vietare queste pubblicità deve valere per tutti? “Gli altri giornali - conclude Bernasconi - non hanno un consigliere di Stato e un intreccio di interessi con la nuova legge. Qui il problema di fondo è il conflitto di intessi, che va eliminato politicamente”. m. sp. mo secolo a Zurigo un regolamento vietava di espletare attività corporali in mezzo alla strada, invitando almeno a starsene ai lati. Quasi obbligati, insomma, ad assumere un minimo di decenza”. Un minimo di decenza che sembra proprio estraneo alle tante esplicite inserzioni erotiche ospitate da alcuni giornali. Dove non c’è alcun tentativo di dissimulare il “prodotto” pubblicizzato: il corpo nudo e discinto di una donna, la promessa di una soddisfacente prestazione sessuale in tutta la sua vasta gamma di scelta. È forse utile ricordare, però, che già cinque anni fa la proposta della deputata Monica Duca Widmer che suggeriva di sanzionare i media che ospitavano annunci promozionali delle prostitute irregolari - venne respinta. Anzi, Jacques Ducry, nel dibattito in Gran consiglio, ribadì che in un mercato legale come quello della prostituzione, valgono le stesse regole di ogni mercato, pubblicità inclusa. “Si possono trovare tutte le giustificazioni sotto l’aspetto giuridico, ma non sotto un aspetto che è moralmente riprovevole - osserva l’antropologo Marino Niola, docente di Antropologia culturale all’università di Napoli -. Non si può ignorare che il ‘pro- L’antropologo: “Si fa finta di non sapere che così si promuove la criminalità” dotto’ pubblicizzato è il corpo di una donna e di tutta la situazione che comporta. Non si può far finta di non sapere che, pubblicizzando prestazioni sessuali a pagamento, si promuove tutto l’indotto di quella che è un’industra: l’industria della prostituzione in mano alla criminalità. È l’industria dei corpi, l’aspetto moderno dello sfruttamento, e seguendo la logica del fingere d’ignorare non si nascondono altro che dei sepolcri imbiancati, degli ipocriti cui interessa un unico fine: il denaro”. E non sarà facile anche questa volta arginare un fenomeno in un cantone, come il Ticino, che nel gennaio scorso, presentanto la revisione totale della Legge sull’esercizio della prostituzione ricordava il suo ruolo di “precursore” a livello federale. Il Ticino - si legge nella presentazione - fu il primo dei cantoni svizzeri ad avere il “coraggio politico” di affrontare la tematica e disciplinarla per legge. Chissà se avrà anche il “coraggio morale” di non pubblicizzare il corpo della donna e le prestazioni sessuali a pagamento come un qualsiasi oggetto domestico. [email protected] Q@EzioRocchiBalbi IL CAFFÈ 30 marzo 2014 38 tra virgolette MARIAROSA MANCUSO schermi libri F ilm d’azione per i maschi, commedie romantiche per le femmine. Non più. Il momento della svolta coincide con “Hunger Games”, la serie di film tratti dal romanzo di Suzanne Collins: due già usciti, il terzo e il quarto spezzeranno in due l’ultimo volume della trilogia per sfruttarlo meglio. Una storia di azione e di fantapolitica con una ragazza per protagonista. Brava con l’arco e le frecce, Katniss Everdeen (l’attrice è Jennifer Lawrence, ormai lanciatissima, quando non inciampa agli Oscar), combatte nell’arena televisiva, salva il compagno Peeta, finge con lui una passione utile per ingraziarsi il pubblico, ama in segreto un altro giovanotto. Questa primavera i maschi faranno la fila per vedere “Captain America - The Winter Soldier” (il primo e il più patriottico dei supereroi americani inventati dalla Marvel, resuscitato ai nostri giorni dopo un periodo di ibernazione) e le femmine faranno la fila per “Divergent”, dal romanzo di Veronica Roth (edito da DeAgostini). Anche in questo caso “Young Adult”, giovane adulto, è la parola magica, categoria che ha nel mirino i lettori dai 16 ai 25 anni. Ma come “Twilight”, della mormona Stephenie Meyers, estende le sue attrattive anche a un pubblico più maturo, le “twilight-mamme”. “Divergent” è ambientato a Chicago, in un futuro dove la pace sociale poggia sulla divisione delle persone in gruppi, a seconda delle loro inclinazioni. I Candidi dicono sempre la verità e si occupano delle leggi. I Pacifici fanno gli assistenti sociali. Gli Eruditi sono insegnanti o ricer- È un test a sedici anni a decidere il tuo futuro catori. Gli Altruisti sono al governo. Gli Intrepidi proteggono i concittadini dai pericoli. Gli Esclusi sono fuori da tutto e mendicano. Vuol dire che non hanno superato il test che a sedici anni smista i giovani in fazioni. Esiste però un altro modo per ritrovarsi emaginati. Beatrice Prior (l’attrice è Shailene Woodley, una delle figlie di George Clooney in “Paradiso amaro” di Alexander Payne) mostra caratteristiche borderline. Nel gergo del test, e nella traduzione frettolosa del romanzo, risulta una “Divergente” (“Deviante” suonava meglio ed era a portata di mano sul dizionario). Condi- DEVIANTE Shailene Woodley è l’eroina un po’ borderline di “Divergent” diretto da Neil Burger Dopo Twilight e Hunger Games un’altra saga all’insegna del “young adult” dopo il successo dello scorso anno, tornano le serate dedicate alle donne. Vinci un weekend VIP a St. Moritz! #’%&"!"$# M_ÍÆ_fi¹ ?fifiç¢ õfi_± ¥Ø −ç_¿ èØ_±− ÜØ Ífiç ⁾−Ø K_˘_±fi°õ− Ø° y−°õ_°õØ Ø±±fi¥Ø_õ− Ífiç ¹Ø°˘−õõØ¢ ±_çfi°˘ÆØ¢±fi¥_˘¹Øfi Ífiç Ø è−Ø ˘Ø−Øfi¹¹Ø ¥¨−ç− fi −ç−¹−˘Ø ¥¨−ç− −ç− ¥fi°õ_¹fi ¢±−°fiõfi ¥¨−ç− fi _ç˘fi°õ− ±−°fiõfi è⁾Øfiçfi Ł °−° ÍØ è_õØ¢ yÆfi èõ_°°− è−¹− °fiØ y_èèfiõõØ¢ °−° è−°− ÍØ ¥Ø ±−¥_¢ è−°− ⁾fiyyÆØ ¥Ø‰fiõõ−èØ − ¥fiçØ⁾_°− ¥_ fiçfi¥Øõe ¹°Ô úÀÔ ±_ç− _ ’fi¹¹Ø°−°_ 5−õfi¹ R@6B@, ÀŁÀñ −çfi ±_çÔ ÀÔ _Íçعfi _ ?fi°¥çØèØ− 5−õfi¹ (BMB@*B ÀŁÀñ −çfi contatti Via Stauffacher 1 6901 Lugano T. +41 91 973 7111 I n questi giorni ha fatto il giro del mondo la notizia del maxi risarcimento chiesto da una donna americana che anni fa è stata aggredita da uno scimpanzé adulto. La scimmia, che l’ha sfigurata e accecata, era l’animale di compagnia di un’amica della vittima e veniva trattato come un essere umano. C’è un bellissimo romanzo di Aldous Huxley, l’autore del saggio “Le porte della percezione” a cui si ispirarono i Doors per scegliere il proprio nome, che parla di scimmie umanoidi. Anzi, di scimmie che governano gli uomini. Si intitola La scimmia e l’essenza (Mondadori). Il romanzo, scritto nel 1948, è ambientato nel 2108 in un mondo devastato da una terza guerra mondiale, quindi negli anni in cui viviamo oggi (e i venti di guerra soffiano ancora). In California il potere è in mano alle scimmie, che dominano sull’uomo e portano al guinzaglio dei cloni di Einstein. “Sei tu, Albert?, chiede esitante uno degli Einstein. L’altro lentamente annuisce. “Ho proprio paura di sì, Albert”. Nel romanzo le scimmie dominanti sono babbuini. Huxley costruisce una metafora visionaria, un “j’accuse” all’uomo che si fa preda dei propri istinti animali (l’essenza) condannando i regimi totalitari. Qualche anno più tardi, Orwell avrebbe ripetuto l’operazione con “La fattoria degli animali”. Scrive Huxley: “Sono le scimmie a indicare la meta, sono umani solo i mezzi per giungervi. Serva di gorilla, ruffiana di babbuini, viene la Ragione di corsa, pronta a ratificare, viene la sgualdrina, con la Filosofia, a leccare i piedi ai tiranni (…), viene, coi versi e con la Retorica, a scrivere le orazioni; viene, col Calcolo, a puntare i suoi bolidi accuratamente sull’orfanotrofio oltreoceano; e viene, dopo aver puntato, con l’incenso a impetrare devotamente Nostra Signora, affinché la mira sia giusta”. Il riferimento è chiaramente alle bombe atomiche sganciate dagli americani sul Giappone, e non per nulla le scimmie portano i loro Einstein al guinzaglio. VIAGGI ITINERARI PERILETTORI La presente offerta viene formulata a nome e per conto di Mondial Tours MT SA, Locarno IL FESTIVAL DI BREGENZ ÃʾÑ!è.èÄ9-"1Ñ7-"1-1).³Ó¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&8+)1ì1$ ÞÑèöö¹/5ÌÅ2$$:¬³;0ì!"Ä$ú&È8Í),0’(èÁæ ˙9+2Ý*éè˙3;!Áö 3³"4Ó9&7Èì¬,"û³ì !;.$*̦¹Ñ/7©ï¹Ì2³š58$½Ãñʾ evento sponsorizzato da: LA SCIMMIA E L’ESSENZA Aldous Huxley (Mondadori) Gli incassi stratosferici dei film e i milioni di copie vendute dai romanzi fanno pensare che gli adolescenti subiscano ancora il fascino delle prove difficili da superare. !$)"&(# #%# )& (# tutti i giovedì da aprile 2014 zione rischiosa e sospetta, a cui sfugge arruolandosi tra gli Intrepidi. Un altro rito di passaggio, solo un po’ meno cruento rispetto ai Giochi della Fame di “Hunger Games”, che ricollega queste storie moderne alle storie antiche. MARCO BAZZI Scimmie al governo per indicare la meta °Ô À Ø° è⁾Øfiç_ Ífiç ¹¨_ÜØèõ− ¥fi¹¹¨−ç− fi _ç˘fi°õ− MK5,= ?,Z,M BM36¢ 36N(5?M<P `¢ ñú ]R4 Pfi¹Ô¡ ˜À ÿ˜ÿ ÿ˜¢ ‥‥‥Ô_¹õ˘−¹¥Ł±fifiçÔyÆ Il Festival di Bregenz, negli anni 2013 e 2014, ha rappresentato e riproporrà l’opera originaria di Mozart (una delle più rappresentate opere a livello mondiale) risalente al 1791. Bisogna risalire al biennio 1985-86 per ritrovare in cartellone la rappresentazione di Mozart originale sul palco galleggiante di Bregenz. Regista per l’occasione è il direttore del festival David Pountney accompagnato dallo scenografo Johan Engels. Hanno già partecipato insieme al Festspielhaus nel 2010 con l’opera “La Passeggera” suscitando molto scalpore e interesse. Sjtupsbouf 1’595.- Mb Csbtfsb Tbo Wjuupsf a persona in camera matrimoniale Sbttfhob efj DSPTUBDFJ PROGRAMMA DI VIAGGIO + Tqfdjbmju“ + ˝ hsjhmjbub njtub ej dsptubdfj Btujdf Ç Bsbhptub Ç Tdbnqj Djdbmf ej nbsf Uvuuj j hjpsoj Nfoˆ hbtuspopnjdp ej dsptubdfj ©Bregenzer Festspiele / Anja Köhler dal 25 al 26 agosto 2014 EWF?J[!N,NC4[+"Y[61W+Z/ZR"BR 69:EQWF? Concorso per la locazione di ristorante Il Municipio di Lugano, richiamati gli art. 180 LOC e 98 del Regolamento comunale, riapre il concorso per la locazione del ristorante situato sul lato nord-est del piano terreno di Palazzo Civico, in Piazza della Riforma / Piazza Manzoni a Lugano. Il concorso è aperto a partire dal 28 marzo 2014. L'iscrizione va effettuata sul sito online della Città di Lugano http://www.lugano.ch/concorsi, dove è possibile scaricare il capitolato di concorso ed i relativi allegati. xxx/sjtupsboufmbcsbtfsb/di Vendesi a Brione s/ Minusio, zona molto tranquilla e soleggiata. Pochi metri dalla fermata dell’autobus. Accesso diretto. PICCOLO RUSTICO CON PERMESSO DI COSTRUZIONE Superficie abitabile attuale ca. 30 m2 + grande spazio esterno, cantina per vino e bosco privato. Attacchi elettricità e acqua presenti. Prezzo CHF 130'000.Interessati rivolgersi a: 091 756 24 08 do 30 marzo ti enti amen tam nta unt pun ppu app gli ap degl nda de gend ’ age L’a L L’ lia! iglia famig la fa ta la ttta tutt er tu er pe p 2° giorno Oggi la invitiamo ad un’escursione nel Bregenzerwald. La prima tappa della sua escursione è situata a Bezau, dove ad attenderla vi è il famossimo treno speciale “das Wälderbähnle”. Bezau è il capoluogo della regione della foresta di Bregenz e punto di partenza della vecchia ferrovia “Bregenzerwaldbahn”. L’intero percorso ha una distanza complessiva di 5 km e viene denominato Per informazioni e prenotazioni contattare: Mondial Tours - Piazza Pedrazzini 7a, 6600 Locarno;Tel. 091 752 35 20; Fax 091 752 35 18; e-mail: [email protected] S SPE PET TTAC TACO OLO LO EVE NTO EVE NTO Giocolandia Dalle 13.00 alle 18.00 Autentico villaggio del divertimento per i più piccoli e le loro famiglie all'interno del quale accadrà di tutto: spettacoli teatrali e circensi, show di magia, animazioni, spettacoli di burattini, atelier e numerose attrazioni (trampolini, castelli gonfiabili, mini zoo, cavalcata con i pony, ecc. ...) in grado di fare la felicità dei più piccini. A Giubiasco - Mercato coperto (confine storico tra il Hinterbregenzerwald e il Mittelwald) è costruito in pendenza il che rende molto difficoltoso il lavoro svolto dal locomotore. Arrivati al grande muro di contenimento del Sporenegg, il fiume scompare dalla vista per lasciare via libera al villaggio pittoresco di Schwarzenberg. Prima di raggiungere la stazione del villaggio, alla locomotiva verrà richiesto un’ulteriore sforzo per superare un’alpeggio situato intramezzo. La stazione può essere raggiunta attraverso un incrocio controllato da un semaforo e ulteriori elementi di sicurezza. A Schwarzenberg potrà visitare la chiesa parrocchiale barocca. Continuerà il suo viaggio con un torpedone verso il passo “Bödelepass” dove potrà godere una spettacolare vista sul Lago di Costanza e tutta la valle del Reno. Dopo pranzo intraprenderà il viaggio di ritorno in Ticino. Amica del vento Ore 15.00 e 17.00 Minispettacoli e Osa! invitano al debutto di questo spettacolo. Spettacolo con pupazzi e musica dal vivo per pubblico da 4 anni di e con Santuzza Oberholzer. Replica alle 17 che con traduzione in lingua dei segni. Minusio Oratorio S. G. Bosco me 2 aprile ATEL A TE LIIER ER Che cosa sono i dinosauri, impariamolo disegnando Ore 14.00-17.00 Laboratori allo Spazio Officina con il Paleoartista Fabio Pastori Per bambini da11 a 15 anni Spazio Officina informazioni / iscrizione obbligatoria [email protected] T +41 (0)91 695 08 88 sa 5 aprile Storie per grandi e piccoli al mercato. Ore10.00 – 12.00 Ogni tanto c'è un solo spettatore o due, oppure si crea un bel cerchio di spettatori che hanno desiderio di tornare bambini, per qualche minuto. Storie per grandi e piccoli, sabato 5 aprile, al mercato di Bellinzona. .. ,B e l li n z ona Mvjhj f Qbpmb Nbjpmp Ufm 1:2 938 58 88 “al ritmo del tempo passato”. Accompagnato da una delle montagne più suggestive, il Kanisfluh, il treno lascia il paese e si dirige verso il ponte di Grabenbach e il ponte su plinti (situato sul fiume Bregenzer). In pianura i binari serpeggiano snodandosi dal comune di Reuthe fino a raggiungere la fermata di Reuthe-Hof. Qui si fermerà per la prima volta e potrà ammirare la casetta della fermata ancora in ottime e originali condizioni; inoltre avrà il tempo di deliziarsi delle bellissime decorazioni floreali curate amabilmente da una signora abitante nel vicinato. Il viaggio continuerà passando per un breve tratto attraverso un bosco da dove potrà intravedere la sua prossima fermata: la tenuta dell’alpe di Stieglen. Dopo alcuni minuti di viaggio arriverà al romantico fiume Bregenzerache che si snoda attorno ai binari della ferrovia. In seguito il treno speciale la porterà all’alpeggio Holstein e al ponte Sporenegg lungo 68 metri. Il ponte Sporenegg gn MUNICIPIO 1° giorno Viaggio in comodo bus dal Ticino in direzione di San Bernardino, passando per Coira, Landquart e Feldkirch fino ad arrivare a Dornbirn. Dopo aver lasciato i bagagli in camera potrà gustare una cena in comune. In seguito prenderà parte, con degli ottimi posti, alla performance della famosa opera di Mozart “Il Flauto Magico” sul sensazionale palcoscenico galleggiante. Ritorno in albergo alla fine dello spettacolo intorno alla mezzanotte. si EWF?J[!$3*’/="+/X#[0+<FM%7X)G@)BWLL+K"LT*8&PSS6+$GOPA2R8";+5UVA1I!P@),C5%N)-=%(F[10 T0+-[)A>.@/5C&O0%>JW&NYW@+R%A#8 ;3653DHUF8-M%B5&4:EQWF? Stellin e a D O RT LE SE IA IN EC SP La nautica nel cuore dello shopping! A Lugano dal 3 al 6 aprile Partner: Sponsor: %+#&’ ’("&$) $&*")&*$’&% ",$ $*$’& - !% 2 % 0 ()$%" 34/. !% 2 % 0 ()$%" 34/. - %+#&’ ’("&$) $&*")&*$’&% ",$ $*$’& * ,21’! 2, .00’-,# !&# 11/# "6K _ 6K \ 6QYGK= ‘hPC KX=K=D6M^= 9OYMG9= <=K 9=M^YO Z^OYG9O <G *aD6MO OZQG^=Y7 K6 Z=9OM<6 =<GgGOM= <G ,6ZZ6 O6^ 1EOd; aM6 QY=Z^GDGOZ6 L6MG@=Z^6gGOM= aMG96 M=K ZaO D=M=Y= 9E= 6M9E= Sa=Z^X6MMO O@@YGY7 6G cGZG^6^OYG KX=Z9KaZGc6 OQQOY^aMG^7 <G 6LLGY6Y= K= =99=KK=Mg= <=KKXGMD=DMO M6a^G9O <GY=^^6L=M^= M=KK= 96Y6^^=YGZ^G9E= cG= <=KKX=K=D6M^= 16KO^^O <=KK6 !G^^7R *XGMGgGO <=KK6 QYGL6c=Y6 ? GK Q=YGO<O GM 9aG L6DDGOY= ? K6 cODKG6 <G YG^OYM6Y= 6 DO<=Y= GK K6DO; GK ZOK= = K= DG^= GM 86Y96 = ,6ZZ6 O6^ 1EOd ? aM6 L6MG@=Z^6gGOM= aMG96 <=<G96^6 6K c6Z^O Qa88KG9O <G 6QQ6ZZGOM6^G 9E= QO^Y6MMO 6LLGY6Y= OK^Y= Bh MOcG^7 =ZQOZ^= <6 ^a^^G G QYGM9GQ6KG !6M^G=YG = YGc=M<G^OYG <=K 2=YYG^OYGO = MOM ZOKOR <*!13 &!0 ; !0 8 !46./( 1* (+!0’+* "’ ,.#/0’%’+ .#/ 2, +,’$#016’-,# #0!*20’3 !aOY= <=KKO ZEOQQGMD ^G9GM=Z=; 4G6 ,6ZZ6 ? 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Canova 16 Mercoledì 9 aprile 2014, tra tutti coloro che avranno scelto la barca più votata, saranno estratti i vincitori. QUALE BARCA TI PIACE DI PIÙ? NAVIGATE CON NOI Marca SULLE ONDE DELLA MUSICA Un Collier di perle coltivate Cumingii Ø 6.5–7.0mm, lunghezza 170cm offerto da Bucherer Lugano Modello Un’idropulitrice Kärcher K 7.800 offerta da Brico Nome Cognome Via n° NAP/località E-mail Telefono IN PALIO FANTASTICI PREMI! I vincitori saranno avvisati per telefono. Non è possibile convertire il premio in denaro. Sono escluse le vie legali. Non sarà tenuta corrispondenza. 5 buoni acquisto offerti da Paul & Shark Lugano del valore di CHF 100.- cad. 4 ganci a sofitto per bici offerti da Gladiator Worx Mezzovico A Nassa Boat Show 2014 trova spazio un progetto che ha come obiettivo la promozione della barca paralimpica 2.4Mr in Ticino, successivamente in Svizzera, costituendo una scuola di vela per i 2.4Mr e partecipando a diversi campionati internazionali, in modo da ottenere una squadra agonistica e partecipare alle paraolimpiadi nel 2020. A livello di integrazione sociale la barca a vela 2.4Mr, viste le piccole dimensioni, riesce ad abbattere ogni barriera tra normodotati e disabili dove quest’ultimi non sono ghettizzati in una disciplina sportiva adatta solo a persone disabili ma partecipi di un contesto di parità. Un vero esempio di integrazione Band Svizzera composta da 7 musicisti che suona del “caldo swing”, rock ‘n roll classico, jazz, rhythm and blues e funky, The Swing Factory è un gruppo estremamente versatile. Il loro repertorio ci riporta indietro nel tempo, sino alla piacevole atmosfera dell’America degli anni sessanta. Guidati da “Ceck” Formenti alla tromba, The Swing Factory ha una vasta esperienza nell’intrattenere e divertire il proprio pubblico. Oltre al trombettista Formenti fanno parte della formazione Marco Nevano al sax tenore, Nigel Casey al sax alto, Massimo Veronesi al pianoforte e voce, Mattia Mantello alla chitarra, Gian-Andrea Costa, al basso, Francesco Salis all’organo Hammond e Rocco Lombardi alla batteria. A NASSA BOAT SHOW 2014 ARRIVA PROGETTO BARCA A VELA PARALIMPICA CLASSE 2.4MR sociale: i partecipanti alle regate sono sia persone normodotate che disabili, i quali hanno la possibilità oltre che di passare un weekend in un clima amichevole e sereno, di confrontarsi in una competizione sportiva ad armi pari. La sida è quella di importare il potenziale che la 2.4Mr offre anche in Svizzera dove questa barca non è ancora conosciuta e il Ticino, con la sua geograia e i suoi laghi, è la regione ideale per la collocazione di questa classe metrica. Il potenziale di questa imbarcazione, è proprio quello di favorire una maggiore 4 entrate offerte da Splash e Spa Tamaro SWING FACTORY IN CONCERTO! SABATO 5 MARZO 2014 ALLE ORE 14:00 IN PIAZZA RIFORMA integrazione delle persone disabili, in un contesto sportivo e anche a livello sociale. Attraverso l’attività sportiva, infatti le persone hanno la possibilità non solo di gareggiare e allenarsi ma anche di approfondire quello che è il rapporto umano e sentirsi più integrati nella società. Questo ambizioso progetto nasce dall’intraprendenza e dalla passione di Stefano Garganigo, timoniere 2.4Mr dal 2010. Grazie al suo impegno dal 2011 partecipa a diverse regate, tra le quali il campionato del mondo open, ovvero aperto a tutti senza distinzioni. Il progetto è supportato dall’associazione no proit Gruppo ticinese Carrozzella inSuperAbili, di cui Stefano è membro, che promuove attività e interessi dei disabili, in particolare nel campo sportivo. Il rafforzamento dell’immagine positiva dell’acqua potabile, la presentazione delle prestazioni degli enti di approvvigionamento idrico svizzeri e la tutela dell’acqua potabile: ecco gli obiettivi dell’esposizione itinerante, organizzata a livello nazionale dalla SSIGA, la Società Svizzera dell’Industria del Gas e delle Acque in collaborazione con AIL. I temi della mostra, che sarà installata in Piazza Riforma, comprendono la qualità dell’acqua, lo sfruttamento dell’acqua, il prezzo dell’acqua, la sicurezza delle infrastrutture/dell’approvvigionamento e l’acqua stessa come elemento di vita. Grazie al suo allestimento sorprendente, alla presentazione ludica ed emotiva sul tema dell’acqua potabile e dell’approvvigionamento idrico, la mostra saprà entusiasmare i visitatori consentendo loro di scoprire con tutti i sensi l’alimento numero 1 per i consumatori. UN PROGETTO COMUNE PER DUE MANIFESTAZIONI CHE FANNO SOGNARE Grazie a un’importante sinergia, organizzatori, espositori e Istituzioni hanno deciso di unire le forze e lavorare per il bene di un settore economico che dà lavoro a centinaia di famiglie ma soprattutto di un Ticino la cui popolazione ama particolar- mente le attività all’aria aperta e tra queste la nautica. Sotto il cappello di Ticino Nautica si sono così avvicinate le due manifestazioni che si affacciano sulle sponde delle due località più esclusive dei rispettivi laghi: Lugano per il Ceresio e Ascona per il Lago Maggiore. Mantenendo le rispettive caratteristiche, la Via Nassa, cuore dello shopping a livello internazionale, per Nassa Boat Show e un lungolago da sogno per Ascona Boat Show, i due eventi metteranno in scena quanto di meglio il mercato sa offrire. Due manifestazioni create su misura dei due specchi d’acqua sui quali si affacciano e che esporranno all’attenzione di ogni appassionato tutte le imbarcazioni più adatte a solcarne le rispettive acque. Grazie alla loro straordinaria capacità di attrarre e di creare passione, Nassa Boat Show e Ascona Boat Show aggiungeranno senza alcun dubbio un altro importante tassello all’offerta turistica ticinese. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 43 tra virgolette Il dibattito Diritti e doveri La democrazia si trasforma, “vota&vinci” o sarai multato FOGLI IN LIBERTÀ Non è giusto “punire” chi sceglie di non votare MARTINONI A PAGINA 47 Un Cantone sanziona chi diserta le urne e un Comune regala bonus tra i votanti SOLO A SCIAFFUSA VOTARE È OBBLIGATORIO Sciaffusa è l’unico cantone svizzero dove vige l’obbligo di voto. Per un secolo, coloro che senza un valido motivo non si recavano alle urne dovevano sborsare un franco. A partire dal 1973 la multa è passata a tre franchi, ma proprio questo mese - accettando una mozione del Plr che chiedeva di adeguare la sanzione all'inflazione - il parlamento ha accolto una revisione della legge elettorale aumen tando la multa a sei franchi. I FATTI MASSIMO SCHIRA EZIO ROCCHI BALBI L a crisi “esistenziale” della politica molto spesso si misura attraverso il “termometro” dell’astensionismo nelle votazioni e nelle elezioni. E tra i vari stratagemmi per risvegliare l’interesse per la gestione della cosa pubblica tra la popolazione – che è poi la base stessa su cui poggia il sistema democratico – ecco che Cantoni come Sciaffusa decidono di introdurre il voto obbligatorio, con tanto di multa per chi diserta le urne, sulla base di modelli come quello australiano o brasiliano. E Comuni come Wimmis, nel canton Berna, che come incentivo, mettono in palio buoni acquisto a sorteggio tra i votanti se l’affluenza supera il 40%. Insomma una democrazia diretta in formato “vota & vinci” o sarai multato. Scelte che fanno discutere anche gli intellettuali, come testimonia l’inter- “Condizionare la scelta del cittadino non mi pare sia, di per sé, un fatto molto democratico” vento sul deterrente adottato da Sciaffusa- a pagina 47 di questa edizione del Caffè - da parte di Renato Martinoni. La questione si pone sotto un duplice aspetto. Rendere obbligatorio il voto viola la libertà individuale, una delle fondamenta stesse della democrazia? Oppure multare chi non vota, o improvvisare una “lotteria” per chi infila la scheda nell’urna accresce consistenza e qualità dell’elettorato? “Cercare di condizionare la scelta del cittadino non è, di per sé, molto democratico - osserva il politologo Daniel Kübler, direttore del Centro per la democrazia di Aa- rau -. La scelta se esprimersi, oppure no, dovrebbe spettare al singolo. Anche perché non esprimersi rappresenta già di per sé un modo per far sentire la propria opinione. L’importante, però, è anche che le sanzioni rimangano su cifre simboliche”. Perplesso su entrambe le soluzioni il filosofo Fabio Merlini, che sottolinea come la disaffezione verso la politica andrebbe affrontata in modo più profondo. “Vo- LACURIOSITÀ tare per la paura di una multa o incentivati da un regalo pone degli interrogativi sul valore di quel voto – sottolinea -. Sul senso dell’esercizio della sovranità. Che ci sia un problema enorme e che la popolazione non si senta più valorizzata nell’espressione dei suoi diritti è innegabile, ma il rapporto tra cittadino e politica merita di essere analizzato in modo più profondo, rispetto alla semplice applicazione di una cura superficiale all’apparire di un sintomo”. Il caso di Sciaffusa, però, ha già portato anche a qualche risultato concreto. Alcuni studi, effettuati su questa inedita esperienza, pare abbiano dimostrato come i cittadini siano spinti ad informarsi di più e meglio su quanto sono chiamati a decidere attraverso le urne. “È l’aspetto più empirico della questione - conferma Daniel L’originale trovata di Wimmis spiegata dal sindaco “L’idea è dei tre principali partiti in premio buoni da 100 franchi” L’ idea è interessante, ma è certamente anche destinata a far discutere: se i cittadini di Wimmis – villaggio bernese affacciato sul lago di Thun, a pochi chilometri da Spiez - si recheranno d’ora in poi alle urne nella misura di almeno il 40% IL SINDACO scatterà una “lotteria premio”. Con in palio quattro buoni da 100 franchi ciascuno da spendere nei negozi del paese. Dal macellaBarbara Josi, io fino al calzolaio. “L’idea è venuta ai tre principali partiti e il Cosindaco Udc mune ha deciso di adottarla. Personalmente mi pare simpatica e di Wimmis, villaggio bernese utile – spiega al Caffè la Gemeinderatspräsidentin (il sindaco) Barbara Josi, dell’Udc -. Sempre meglio che introdurre un obbliche offre premi go o far pagare delle multe”. per il voto La speranza delle autorità di Wimmis con questa originale trovata è in primo luogo quella di evitare percentuali di partecipazione al voto risibili, come il 28% alle elezioni di otto anni fa. “Tra i più anziani, chi più, chi meno, l’abitudine di recarsi alle urne c’è – osserva ancora Josi -. Ci siamo quindi chiesti come fare per stimolare almeno un po’ i giovani. E questa della lotteria ci è parsa una buona soluzione. Anche perché non tocca le casse comunali, visto che a pagare saranno gli stessi partiti che hanno avanzato la proposta. Speriamo che qualche giovane si dica, ‘perché no?’ visto che c’è qualcosa da vincere”. La situazione del villaggio bernese da 2.500 abitanti, del resto, non è certo un “unicum” a livello nazionale. E l’idea di unire l’utile al dilettevole potrebbe anche fare proseliti nel resto del Paese. “Finora di reazioni negative non ne abbiamo registrate – conclude Barbara Josi -. Anzi. L’attenzione nei confronti di questa iniziativa, unica nel suo genere, dimostra forse che potrebbe presto essere adottata anche da altri comuni nella nostra stessa situazione”. m.s. LA “RIFFA” DI WIMMIS PREMIA DOPO LE URNE A Wimmis, nel canton Berna, dopo alcune iniziative di sensibilizzazione al voto, la percentuale dei votanti è salita dal 28 a circa il 35 per cento. Il comune con circa 2.500 abitanti nella Simmental s’è posto l’obiettivo di raggiungere almeno il 40%. Con la sponsorizzazione dei tre partiti principali, ha deciso di mettere in palio quattro premi in buoni acquisto da cento franchi cadauno che verranno assegnati, previo sorteggio, tra tutti i votanti. nelmondo LE SCARPE DI LAURO Il deputato napoletano del Msi Achille Lauro regalava ai suoi elettori una scarpa sinistra prima del voto e una scarpa destra dopo il voto L’OBBLIGO BRASILIANO Se non in grado di giustificare l’assenza, chi non vota deve pagare una multa da 3,51 Reais, massimo 35 Reais (pari a 13,5 franchi) IL VOTO DI SCAMBIO Il reato era già codificato nel diritto romano: previsto dalla Lex Baebia e confermato dalla Lex Tullia proposta da Cicerone LE PUNIZIONI BELGHE In Belgio chi non vota può essere punito con la negazione di sussidi, o una multa sostanziosa, variabile da zona a zona, comminata da un tribunale o dalla polizia IL SUCCESSO AUSTRALIANO In Australia, dove chi non vota rischia una multa di 20 dollari australiani (circa 15 franchi), l’affluenza supera il 90% LA PROPOSTA INGLESE Geoff Hoon, leader dei Comuni, ex ministro di Tony Blair per i rapporti con la Camera propose (senza esito) una sanzione per chi non vota L’URNA È D’OBBLIGO In Lussemburgo, Austria e Grecia il voto è obbligatorio, ma non sono previste sanzioni in caso di astensione Kübler -: se devi decidere per forza, tanto vale essere informato sulla posta in gioco. Le cifre mostrano che a Sciaffusa la popolazione è meglio informata sulla politica e manifesta anche un interesse maggiore per l’argomento”. Anche per il politologo, insomma, quella di rendere obbligatorio il voto potrebbe essere una via da seguire per riportare alle urne più votanti. “Non si tratta tanto del numero a sé stante, quanto della rappresentatività – afferma ancora Kübler -. Anche a Sciaffusa, ad esempio, non è preclusa la possibilità di votare scheda bianca, ma le statistiche dicono che non vi si fa più ricorso rispetto al resto del Paese. Il voto obbligatorio ha almeno il pregio di coinvolgere anche quelle fasce sociali che, normalmente, rimarrebbero magari escluse per mancanza di mezzi per informarsi. Per cui, sì, sono favorevole alla soluzione del voto obbligatorio”. Meno possibilista, invece, “A Sciaffusa, solo per fare un esempio, non è preclusa la possibilità di votare scheda bianca” Merlini, che sottolinea come il messaggio che sta dietro la decisione di astenersi dal voto, oltre che di disaffezione, parla anche di una sorta di disincanto di fronte allo scarso peso che, spesso, la popolazione vede attribuire alle scelte espresse attraverso le urne. “La sensazione che ‘tanto non cambia nulla’ è molto presente - conclude -. E credo che il segnale vada colto e analizzato attentamente, ma in altro modo. Non facendo diventare un dovere quello che, in realtà, è un diritto”. [email protected] Q@MassimoSchira Pagina a cura di GastroSuisse e GastroTicino LARISTORAZIONE & L’ALBERGHERIA Terza edizione del concorso al Grotto San Martino GastroDiritto presenta: A Flavio Quadranti il “Mangiar Bene” Ccnl, regole su vitto e alloggio Flavio “Mamo” Quadranti, del Grotto San Martino a Mendrisio, ha vinto la terza edizione del concorso gastronomico “Mangiar Bene!”, organizzata da A.R.T. Promotion e Ticino by Night, e alla quale hanno preso parte 16 locali ticinesi e del Grigioni italiano. Il piatto proposto, il guanciale di maiale in umido con polenta del Mulino di Bruzella, ha permesso a “Mamo” Quadranti di entrare a far parte dell’albo d’oro dell’evento che nel 2011 aveva visto vincere Peter Raith (Antico Grotto Ticino, Mendrisio) e nel 2012 Andrea Poggi (Osteria Ul Furmighin, Sagno). Il vincitore (nella foto) è stato acclamato di recente durante una serata deliziata anche dai vini Delea (presentati da Enrico Grisetti) e dai vini Fa’Wino (presentati da Claudio Widmer). Al vincitore è andato il magnifico piatto in granito messo in palio dalla Giannini Graniti, sponsor principale. La prassi e il Ccnl hanno permesso di semplificare le deduzioni per il vitto e alloggio. Il vitto e alloggio costituiscono di regola una pattuizione aggiuntiva al contratto di lavoro. Trattandosi di un contratto diverso (l’alloggio di fatto è una locazione!), è consigliabile chiarire bene le regole: per esempio, che l’alloggio segue i destini del contratto di lavoro. In ogni caso è importante inserire gli importi, cioè il costo, per il vitto e/o l’alloggio, rispettivamente quali sono le prestazioni fornite dal datore di lavoro che potrà poi dedurre dal salario. A volte vi troviamo pure il parcheggio che il dipendente medesimo utilizza. Quello che è poi pattuito va poi rispettato. Le deduzioni per vitto e alloggio devono essere menzionate per iscritto (art. 4 Ccnl). Se nel contratto non vi è nulla, il conteggio non può più essere effettuato in modo forfettario, ma deve essere dimostrata ogni signola prestazione fornita. m.g. Salari minimi Se passasse l’iniziativa per i 4.000 franchi al mese, gravi conseguenze pure per ristorazione e albergheria ALESSANDRO PESCE il rischio di creare tensioni tra datori di lavoro e lavoratori. Non abbiamo cifre esatte, ma la misura toccherebbe diverse delle 13mila persone che in Ticino lavorano nella ristorazione e albergheria. Immaginate che cosa significherebbe un aumento del salario minimo a 4.000 franchi, tenendo conto che già oggi le spese per il personale rappresentano il 50% dei costi generali di un esercizio pubblico. Consideriamo che il Ticino, ha poi prezzi inferiori alla Svizzera interna, è confrontato con la concorrenza italiana, ma i prezzi di acquisto delle materie prime sono invece quasi uguali a quelli di Oltre S.Gottardo. Se passasse l’iniziativa, soffriremmo quindi di più dei colleghi confederati. Per essere competitivi a livello internazionale dovremmo quindi ridurre il personale o aumentare i prezzi. Non crediamo che ciò sarebbe gradito ai lavoratori e ai clienti”. In che modo l’impiego di frontalieri in Ticino gioca un ruolo per questa iniziativa? In modo comunque relativo, in quanto il Ccnl vale per tutti, personale locale o frontaliero che sia. no di GastroTicino Il 18 maggio dovremo esprimerci sull’iniziativa dell’Unione sindacale svizzera sul salario minimo. Anche GastroTicino è contraria e invita a votare “no” e ogni voto conta per impedire gravi conseguenze al nostro settore. Tutte le informazioni si possono ottenere consultando il sito www.salario-minimo-no.ch, intanto abbiamo sentito il Segretario cantonale di GastroTicino, Gabriele Beltrami. Quali sarebbero le conseguenze se passasse il sì per ristoranti e bar e alberghi in Ticino? “L’iniziativa sui salari minimi minaccia il modello di successo svizzero basato su un mercato del lavoro liberale. Come più volte ricordato da GastroSuisse, la determinazione dei salari non è compito dello Stato, ma riguarda gli imprenditori, i lavoratori e le parti sociali. Un salario minimo imposto dallo Stato comprometterebbe il sistema consolidato di partenariato sociale; la nostra categoria, infatti, ha già un Ccnl (Contratto collettivo nazionale di lavoro) che fissa i salari minimi; per esempio, stabilisce in 3.407 chf, il salario minimo di un lavapiatti, con salari crescenti per le altre categorie di collaboratori. Un salari minimo fissato dallo Stato renderebbe impossibili soluzioni su misura, condivise e sostenibili. Il risultato sarebbe di mettere a rischio numerosi posti di lavoro”. Tra le altre conseguenze anche ten- Tutte le informazioni sul sito salariominimono.ch sioni tra le parti sociali…“Come detto, il nostro settore regola i collaboratori secondo una tabella di salari crescenti, che ha messo d’accordo i partner sociali. Generalizzare il salario minimo di 4.000 franchi comporterebbe la messa in discussione degli attuali accordi, con A Biasca vi accolgono Angelo Errigo e Lea Rusconi per una nuova gestione ricca di gusto e di cortesia Grotto del Mulo, la semplicità dei sapori nostrani GIOVANI E DINAMICI Lo chef Angelo Errigo brinda alla nuova sfida con Marina e Lea Rusconi (a destra) Foto Garbani - Caseificio Agroval Airolo A Biasca, in Via ai Grotti, al numero 38, sotto alberi frondosi, merita fare una sosta al Grotto del Mulo. Si dice che il nome derivi dal fatto che parecchi anni fa, alcuni dei clienti si recassero al grotto, durante la pausa di mezzogiorno, con il “muletto” del datore di lavoro. Oggi nell’ampio parcheggio ci sono le macchine, ma il fascino è intatto grazie al giovane chef Angelo Errigo che, con Lea Rusconi, sua socia, garantisce la qualità dei cibi semplici e gustosi, con passione e cortesia. E all’orizzonte c’è già Marina Rusconi, oreaggio m a Undi form re in otlotranti 50 ris Settimana dopo settimana l’analisi di tutti i temi, gli studi, gli argomenti, i problemi e le norme dell’offerta di ristoranti e alberghi. Una pagina indispensabile per gli operatori del settore che condivide la passione per la gastronomia con il partner Angelo, cuoco con una bella esperienza in diversi ristoranti svizzeri e italiani. Nei mesi freddi ci si accomoda nell’accogliente saletta da 25 posti, mentre quando fa caldo è piacevole pranzare o cenare sui tavoli in sasso della terrazza. Dalla carta possiamo scegliere i salumi tipici, formaggi e formaggini, salametto, insalate, e piatti estivi quali il tonnato, l’arrosto freddo e il roastbeef. Oltre al piatto e al menu del giorno a prezzi interessanti, e alle spe- cialità di stagione su prenotazione come il capretto, la selvaggina e le fondue, si possono ordinare minestrone, bistecche, luganighetta, tomino caldo e la polenta che accompagna funghi, formaggi, uova e brasato. Detto dei prezzi adeguati, interessante la possibilità di scegliere, per salumi, formaggi e piatti estivi, anche la mezza porzione. Il tutto accompagnato da una misurata scelta di vini, con particolare attenzione alle etichette locali. Una nuova ed entusiasta gestione. Bravi! a.p. GT03032014 Cedesi ristorante pizzeria con alloggio in valle di Blenio. Ottima cifra d'affari, CHF 235'000.-- trattabili. Interessati Tel. 079/855.64.45. GT18032014 Con l’estate è piacevole ripararsi dal sole e gustare un ottimo pranzo. Per chi ha una terrazza ecco un’occasione da non perdere: si vende un ombrellone di 9m di diametro, colore bianco/grigio, marca Glatz, in perfetto stato. Info 079 331 00 99. Eventuali interessati potranno contattarci al seguente indirizzo: GASTROTICINO - Via Gemmo 11 - 6900 Lugano - Tel. 091 961 83 11 - Fax 091 961 83 25 - www.gastroticino.ch OFFERTE SCRITTE CON INDICAZIONE DELLA CIFRA. NON SONO DATE INFORMAZIONI TELEFONICHE SCEF 045 TECNICHE DI LAVORO E GESTIONE DEL TEMPO (NUOVO) Obiettivi prendere consapevolezza degli elementi che influenzano positivamente e negativamente lo svolgimento delle attività quotidiane, conoscere gli strumenti più concreti per controllare e monitorare il tempo investito sul posto di lavoro, sperimentare la possibilità concreta di aumentare le prestazioni riducendo gli sforzi, riconoscere i fattori che perturbano il proprio lavoro. Insegnante Moreno Porfido, formatore per adulti, Professional Coach Icf, trainer in psicologia del benessere Data e orario 1 aprile 2014, 8.45-16.45 Costo Chf 180.00 soci / Chf 230.00 non soci PANETTERIA CORSO BASE (NUOVO) Obiettivi riconoscere i vari tipi di pane, saper produrre impasti con farine differenti, apprendere le tecniche per una cottura corretta, per la conservazione e per la rigenerazione. Conoscere le basi teoriche per il servizio al tavolo e gli abbinamenti con le pietanze. Programma apprendere le tecniche per l’impasto a mano, dalla lavorazione fino alla cottura, realizzazione di un assortimento di prodotti di panetteria e di una piccola pagnotta decorata. Portare un grembiule o abiti da lavoro. Al termine del corso tutti i partecipanti potranno portar con se i prodotti realizzati, dotarsi di una borsa capiente. Insegnante Giuseppe Piffaretti, consulente S.M.P.P.C., insegnante Spai Trevano Data e orario 1 aprile 2014, 13.30-17.30 Costo Chf 160.00 soci / Chf 210.00 non soci CONDUZIONE DEL PERSONALE Obiettivi acquisire metodi e strumenti operativi per agire al meglio nel settore della conduzione del personale, sviluppare le conoscenze nella comunicazione interna con il personale, analizzare le varie tipologie di leadership. Gli argomenti saranno trattati tramite un approccio didattico interattivo ricco di esercitazioni pratiche. Insegnante Patrizia Ronconi, specialista del personale, formatrice per adulti Date e orario 3 e 10 aprile 2014, 8.45-16.45 Costo Chf 420.00 soci / Chf 470.00 non soci PROCEDURE DIVERSE CON LE AUTORITÀ (NUOVO) Obiettivi conoscere le corrette procedure da svolgere con le diverse autorità (civile, amministrativa, penale) per evitare inutili sprechi di tempo e denaro. Insegnante avv. Marco Garbani Data e orario 8 aprile 2014, 08.30-12.00 Costo Chf 50.00 soci / Chf 100.00 non soci IL SERVIZIO IN SALA Obiettivi acquisire le basi e le regole del servizio in sala, saper operare in modo autonomo, con precisione e professionalità nell'ambito del servizio. Insegnante Flavio Riva, insegnante Scuola Esercenti e membro Unione Svizzera Maître d'Hôtel e Amira Date e orario 10 e 17 aprile 2014, 9.00-17.00 Costo Chf 270.00 soci / Chf 320.00 non soci MINIPIZZE FANTASIA (NUOVO) Obiettivi saper fare in modo autonomo un impasto della pizza, saper applicare le tecniche di spianatura, essere in grado di procedere alla porzionatura, conoscere i vari ingredienti e le quantità in base alle proprie esigenze, saper farcire con prodotti di qualità, essere in grado di riprodurre forme diverse e semplici per l'allestimento di un buffet di aperitivi. Insegnante Giovanni Zinna, formatore e pizzaiolo diplomato Data e orario 14 aprile 2014, 13.30-17.30 Costo Chf 80.00 soci / Chf 130.00 non soci IL CAFFÈ 30 marzo 2014 45 tra virgolette Il personaggio Il “guaritore” e la legge “T La “medicina del sesso” che piace ai curanderos OF X occare il corpo di un altro, essere toccati. È fondamentale per conoscere se stessi e gli altri”. Così spiegava H. M. al Caffè, in un incontro pubblicato quattro anni fa. Nessuno si sarebbe immaginato, allora, che l’ultimo erede di un’antica generazione di curanderos andini, che conosce i segreti della medicina dell’anima e del corpo - così si definiva lo stesso M. - sarebbe finito nei guai per consigliare “sesso curativo”. Infatti, una troupe di Mediaset della trasmissione di Italia1, Le Iene, lo scorso ottobre l’avrebbe smascherato grazie alla collaborazione della presunta vittima. Una ragazza indirizzata al curanderos andino da una psichiatra con studio a Pisa. In seguito al servizio tv la Procura della Repubblica di Pisa ora vuole capire se tra le sue pazienti ve ne siano altre che sono andate in Ticino per sottoporsi a “sesso curativo”. Anche le autorità elvetiche starebbero valutando se aprire un’indagine sul presunto sciamano. “Il sesso è un’ottima medicina, certo, ma da praticare col proprio partner non certo con un terapeuta - osserva la sessuologa Kathya Bonatti -. È un atteggiamento gravissimo, perché è una manipolazione di una persona debole, sofferente, che cerca conforto; con la scusa della terapia in realtà si abusa della paziente. Mai accettare proposte di questo genere”. Intanto, sul sito di M., c’è una ricca agenda con corsi, incontri e seminari. Il prossimo, intitolato “Akllay - Il potere della donna”, è previsto dal 14 al 18 maggio prossimi nel Novarese. E proprio sull’importanza dell’“educazione che completi quella già esistente, puntando su creatività e spiritualità, su una scuola per formare l’aspetto femminile dell’umanità”, già insisteva lo sciamano luganese durante l’incontro col “GUARITORE” E SCRITTORE H. M., 70 anni, oltre a fare il “guaritore, ”organizza corsi, conferenze e seminari “Toccare il corpo di un altro, essere toccati...” così si raccontò al Caffè lo sciamano “ticinese” ora coinvolto in un’indagine in Italia Caffè. Non solo. Spiegava pure che “nella cultura occidentale il tatto è vietato, ma è fondamentale per conoscere se stessi e gli altri. Le mani sono uno strumento di comunicazione, guarigione e comprensione a disposizione di ogni essere umano. Le carezze tra madre e figlio, ad È un’ottima terapia, ma da praticare col proprio partner, non certo con altre persone” esempio, sono importanti, trasmettono un messaggio che il corpo capisce. Chi non le riceve è insicuro, nervoso, irrequieto, tende alla violenza”. E proprio quelle carezze, molto probabilmente, l’avrebbero messo nei guai. Eppure, M. è famoso in tutto il mondo per i suoi studi e per i suoi libri. Profondo conoscito- L’INTERVISTA DEL CAFFÈ Nel 2010 pubblicammo un lungo incontro con lo sciamano re della cultura andina, economista e docente universitario a Lima e Arequipa. Tra i suoi romanzi, tradotti in diverse lingue, è con “Profezia della curandera” che spiega perché le conoscenze andine sull’universo femminile possono aiutare l’uomo moderno a ritrovare la via per una società in armonia. La donna spesso al centro delle sue teorie. Al Caffè ha raccontato che: “Le antiche tradizioni spirituali in Perù si tramandano fin dai tempi della civiltà inca e sono quelle di una società femminile che propugna in egual misura lo sviluppo di valori materiali e spirituali, guidata da un gruppo di donne sagge, che garantiscono l’equilibrio e il rispetto della natura”. Mentre sul suo sito si legge: “Chi onora la donna adora la Madre Terra. Ciò che vuole la donna è ciò che vuole anche la divinità. Secondo un’antica profezia andina, giungerà il giorno il cui lo spirito femminile si risveglierà dal lungo letargo e lotterà per cancellare odio e distruzione dalla civiltà attuale e dare infine origine a una società di pace, armonia e fratellanza nel futuro”. Pace e armonia che, sempre stando al racconto della presunta vittima, non farebbero per niente parte delle arti curative dello sciamano. Anzi. Addirittura, contro la volontà della ragazza, M. se la porta in Perù, per un viaggio importante dal punto di vista terapeutico, le spiega. E le chiederà di fare sesso anche quando lei non ne ha voglia e sta male. “Il sesso con il partner è sempre curativo, quello con un terapeuta è sempre manipolatorio”, insiste Kathya Bonatti. Mentre concludendo l’incontro con il Caffè M. commentava: “Tocca al curandero aiutare le persone a capire cosa cambiare per guarire. Talvolta il cambiamento è alla base di quelle che vengono definite guarigioni miracolose”. p.g. TV[VLJ TXJGU TFSHJP DFMMBOP &FEJ[JPOF CJBODP ’ OFSP, bhhjpuj u o b W dmjfo " j s f q :51/þ Gs/ 6 HJ˘ B Gs/ 2: 691/6 Dptnjd Cmbdl Qfbsm Nfubmmjd UXP.UPOF Ufuup cjbodp f sfuspwjtpsj ftufsoj cjbodij Dppm Xijuf Qfbsm Nfubmmjd Mjtufmmj efdpsbujwj tvm ufuup f sfuspwjtpsj ftufsoj cjbodij Mb dpnqbuub dif gb ufoefo{b dpo vo wboubhhjp qfs j dmjfouj ej Gs/ 6 :51/þ Mb Ofx Tv{vlj Txjgu Tfshjp Dfmmbop ›Fej{jpof Cjbodp ’ Ofsp` dpoujfof m−ftdmvtjwp qbddifuup Tfshjp Dfmmbop dpo vob qsfhjbub cpstb ej qfmmf ›Xfflfoefs`- vo fmfhbouf qpsubdijbwj- vob dvtupejb ej rvbmju° qfs jQipof- vo ftdmvtjwp tfu ej tdsjuuvsb- ubqqfujoj- jnqfsejcjmj fmfnfouj efdpsbujwj f 6 booj ej hbsbo{jb qsfnjvn f ej npcjmju° Tv{vlj/ Bmusj wboubhhj; mvdf ejvsob b MFE f gfoejofccjb- dfsdij jo mfhb eb 27v- wfusj ptdvsbuj- ufnqpnbu- bm{bdsjtubmmj fmfuusjdj- sjwftuj. nfouj qfs tfejmj Tfshjp Dfmmbop jodm/ qphhjbuftub f wpmbouf jo qfmmf tqpsujwp Tfshjp Dfmmbop/ Dptnjd Cmbdl Qfbsm Nfubmmjd Ufuup ofsp f sfuspwjtpsj ftufsoj ofsj Dptnjd Cmbdl Qfbsm Nfubmmjd Mjtufmmj efdpsbujwj tvm ufuup f sfuspwjtpsj ftufsoj ofsj Mb Tv{vlj Txjgu Tfshjp Dfmmbop ›Fej{jpof Cjbodp ’ Ofsp` fouvtjbtnb ej tfsjf bodif dpo BCT0FTQ- 8 bjscbh- dmjnbuj{{bupsf- sfuspwjtpsj ftufsoj f nbojhmjf ftufsof jo ujoub dbssp{{fsjb )sfuspwjtpsj ftufsoj cjbodij ofm npefmmp Uxp.Upof*- obwjhbupsf jodm/ wjwbwpdf- sbejp0DE dpo dpoofttjpof VTC f jnqfsejcjmf qbddifuup tvqqmfnfoubsf Tfshjp Dfmmbop efm wbmpsf ej 6:51/þ gsbodij" Uvuuj j wfjdpmj tpop ejtqpojcjmj bodif ofmmb wfstjpof 5 y 5 p bvupnbujdb/ Tfsjf mjnjubub/ Tpmp gjop b ftbvsjnfoup tdpsuf/ J wptusj dpodfttjpobsj Tv{vlj tbsboop mjfuj ej tpuupqpswj vo−pggfsub Tv{vlj.Iju.Mfbtjoh tuvejbub bqqptjubnfouf qfs mf wptusf ftjhfo{f/ Uvuuj j qsf{{j joejdbuj tpop dpotjhmjbuj f opo wjodpmboujJWB jodm/ Gpup qsjodjqbmf; Ofx Txjgu 2/3 Tfshjp Dfmmbop ›Fej{jpof Cjbodp ’ Ofsp`- 6 qpsuf- Gs/ 2: 691/þ- jodm/ wfsojdf nfubmmj{{bub- dpotvnp opsnbmj{{bup jo djdmp njtup; 5/: m 0 211 ln- dbufhpsjb ej fggjdjfo{b fofshfujdb; D- fnjttjpoj DPÜ; 224 h 0 ln< wbmpsf nfejp ej uvuuj j ovpwj nbsdij f npefmmj jo Twj{{fsb; 259 h 0 ln/ Jm tpwsbqqsf{{p qfs mb wfsojdf Uxp.Upof )sfuspwjtpsj ftufsoj cjbodij f ufuup cjbodp* bnnpoub b 4:1/þ gsbodij/ Tv sjdijftub- uvuuj j wfjdpmj tpop ejtqpojcjmj bodif tfo{b mjtufmmj efdpsbujwj/ xxx/tv{vlj/di IL CAFFÈ 30 marzo 2014 46 tra liincontriladomenica virgolette Paolo Giordano L’uomo della letteratura “Ognuno di noi ha un lato d’ombra” L STEFANO VASTANO a prima cosa che ci colpisce quando arriva all’appuntamento, imbacuccato in sciarpa di lana e giaccone, è la sua barba. A Berlino le strade sono ghiacciate, ed è prevista neve. La prima volta che l’abbiamo incontrato era primavera, aveva solo 26 anni e aveva appena vinto il premio Strega per “La solitudine dei numeri primi”, e non un filo di barba su quel volto da bambino diligente. “E sino a qualche mese fa la portavo ancora più lunga”, è la prima frase che lo scrittore torinese Paolo Giordano dice ora visibilmente contento, e più maturo. Nel frattempo sono trascorsi sei anni dall’incredibile successo ( traduzioni in 40 lingue, più l’omonimo film diretto da Saverio Costanzo) del primo romanzo. “Un successo importante - ammette -, per me lo Strega è stato il suggello e uno sprone ad andare avanti con la letteratura”. E soprattutto chiudere con la sua prima “vita”: l’università e gli studi di fisica. E qui, grattandosi la barba color rame, Giordano fa una pausa prima di confidare: “Non nascondo che ci ho messo anni ad elaborare il successo della prima opera”. Forse è questa sua serietà, l’estrema sincerità con cui questo trentaduenne scandaglia i suoi dilemmi, la radice dei suoi successi letterari. Nelle sue pagine lui sfilaccia, filo dopo filo, l’imbastitura che regge la nostra vita, e mette a nudo senza pietà i suoi personaggi. Anche nella sua seconda opera, “Il corpo umano” è così. “Quel che più mi interessava nel primo romanzo è il sentimento tra un uomo e una donna nel loro reciproco deserto emotivo - spiega Giordano sorseggiando in un bar un bicchiere di vino friulano -. Nel nuovo romanzo invece entra in scena una compagnia di soldati italiani in una valle sperduta dell’Afghanistan, ma il tema dell’esplorazione dei sentimenti nei ‘deserti emotivi’ si ripete. Stavolta ho esplorato più a fondo l’universo maschile e non è affatto vero che l’anima maschile sia banale o strutturata molto semplicemente”. Questi non sono che pregiudizi, o deboli finzioni per non vedere ciò che davvero si agita nei ventenni di oggi. O dietro le mura di una caserma. “A Torino abito vicino ad una delle più grandi caserme italiane, e per anni era come se quei ragazzi in uniforme non mi riguardessero - s’infervora Giordano -. Come se non esistessero le cosiddette ‘missioni di pace’ del nostro esercito in Afghanistan. Ho voluto spingermi più in là dei luoghi comuni per capire cosa succede nei corpi e nella mente dei soldati”. E sempre operando con il bisturi di quel suo linguaggio così lucido e calibrato. “Sono figlio di un medico - precisa - e il metodo scientifico di mio padre è stata la mia prima grande scuola”. Se nella “Solitudine dei numeri primi” erano i paesaggi (interiori) di due ragazzi - Mattia ed Alice - a risalire a galla, ora sono i miti e le (orrende) esperienze di un gruppo di militari a farsi ‘romanzo’. “Non sarà certo la tv a spiegare sul serio cosa sia quella guerra in Afghanistan - spiega Giordano -, che nei nostri salotti e schermi arriva prosciugata di ogni complessità emotiva, dopo un’operazione di rimozione”. Lui, l’esperto di fisica, vuole rimuoverle ‘le rimozioni’, analizzare con piglio scientifico quel che passa nella mente del tenente Egitto o del maresciallo Renè alla guida di una tribù di maschi stazionati per sei mesi nei deserti afgani. “Ci sono stato due volte con le nostre truppe in quei luoghi stupendi, spettacolari - rivela -. Ed è certo che le dinamiche di gruppo tra maschi sono molto costanti, dalle battute a sfondo omofobo alle relazioni padre/figlio che si creano tra uomini soli”. Come la relazione che nel romanzo si instaura tra Itri, un ragazzone alto e grosso, ma ancora vergine, e il (ruvido, ma genuino) caporalmaggiore Cederna. “Il militare non l’ho fatto e non sono quel che si dice un uomo di tempra - ammette Paolo Giordano -. Volevo ricostruirla questa esperienza; il militare è per molti giovani un rito di passaggio”. Per scrivere questa opera di trecento pagine, LA SOLITUDINE Quel che in fondo più mi interessava nel mio primo libro era mettere a nudo i personaggi, descrivendo il sentimento tra un uomo e una donna nel loro reciproco deserto emotivo IL CORPO UMANO Stavolta ho esplorato più in profondità l’universo maschile e non è affatto vero che l’anima maschile sia banale o strutturata molto semplicemente una delle prime in italiano sulla guerra in Afghanistan, si è “imbottito - come dice lui - dei libri di Jung e di studi sulla prima Guerra mondiale”. Non è un caso se “Il corpo umano” apre con una citazione da “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, l’epos di Erich Maria Remarque sulla Grande guerra. E cosa scoprono questi ventenni o i più maturi marescialli (che come Renè, in patria, si prostituiscono per arrotondare lo stipendio) una volta coinvolti nell’atroce conflitto contro i talibani? “Che è una non-guerra quella che si svolge - puntualizza Giordano -. Il nemico è un’ombra, sfuggente ad ogni luogo e definizione”. Al suo posto ritrovi, disemminati tra le rocce e anfratti del deserto, una coltre di Ied (Improvised explosive device), ordigni primitivi ma altamente esplosivi di cui narra il capitolo intitolato “Guardare, guardare e guardare ancora”. Una di quelle cariche da venti chili farà esplodere, nel cuore del romanzo, l’autoblindo come un palloncino, dilaniando il corpo di quattro ragazzi – tra cui il povero Ietri - di cui Giordano ha intanto ricostruito sogni e bisogni interiori. “In Italia il tema della guerra non è trattato, è anzi evitato - insiste ricordando la sua perlustrazione sui posti originari -. Come nessuno spiega cosa accade al nostro corpo quando ti ritrovi in certe isolate basi militari confrontato con il grado zero della civiltà”. Come nell’epos di Remarque per la Grande guerra di un secolo fa, alla fine di questo viaggio capisci, sintetizza Giordano “che c’è sempre bisogno di un romanzo per conservare il senso delle guerre”. Sì, la letteratura, non solo la psicologia che cura i traumi del conflitto, ha una funzione. Soprattutto se in gioco c’è la vita di giovani soldati, così bistrattati nell’epoca virtuale di internet, “e che invece – ricorda il giovane scrittore - dall’Iliade in poi sono una figura nobile della letteratura”. Anche perché, il romanzo scava nel corpo di ragazzi in anfibi e mimetica, carichi di testosterone, coltelli e mitra con puntatori laser. “Cosa che ci riporta a contatto con il lato d’ombra che alberga sin dall’infanzia in ognuno di noi - dice Giordano - con il cuore quindi di ogni famiglia”. Non è certo il percorso più usuale seguire una truppa di militari, e in uno dei posti più assurdi della Terra, per scoprire i drammi del nucleo familiare. Ma anche in questa opera Giordano intreccia sapientemente i fili che legano l’adulto (anche se rude soldato) all’infanzia in famiglia. “Continuo a scrivere di famiglia e dei conflitti al suo interno in modo forse ossessivo - ammette , ma questo tema mi interessa”. E poi, anche se mimetizzato con barba e penna, anche lui è un disciplinatissimo soldato. “Dentro di me c’è una morale severa - confida Giordano al secondo bicchiere di bianco -, per questo, anche se non l’ho mai frequentato, l’atletismo del soldato mi interessa”. Un romanzo complesso, questo del giovane scrittore torinese. Un’opera da leggere se vogliamo scoprire di che fibra è fatto questo animale in fondo sconosciuto: il soldato del 21° secolo. IL CAFFÈ 30 marzo 2014 leopinioni Un’interessante proposta per un fine settimana, magari esteso da venerdì a domenica, per visitare due mostre straordinarie, a Bologna e a Vicenza, che vi faranno riflettere sulla politica culturale ticinese. Soprattutto in vista dell’apertura del Lac (Lugano arte cultura), che ne dovrà costituire la punta di diamante. Autore delle due esposizioni è Marco Goldin, uno storico dell’arte trevisano che ha studiato e insegnerà all’Università di Venezia. Non è amato da tutti nel difficile mondo dell’arte, forse per l’enorme successo di pubblico da anni riscontrato dalle sue iniziative: oltre 346 mila visitatori a Genova per “Van Gogh e il viaggio di Gauguin”, 367 mila a Verona per “Da Botticelli a Matisse, volti e figure”, per non parlare che delle ultime in ordine di tempo. Dal canto mio, invece, apprezzo moltissimo le sue esposizioni, perché sono fatte per persone come me, interessate all’arte pur FUORI DAL CORO GIÒ REZZONICO non avendone una conoscenza specifica. Goldin, infatti, prende per mano il visitatore raccontando e contestualizzando ciò che è esposto, permettendogli così di ampliare la sua visione nel campo dell’arte con la scoperta di nuovi orizzonti. Un atteggiamento non comune nella cultura europea, dove spesso nelle loro proposte gli intellettuali si parlano tra loro, trascurando le esigenze dei comuni mortali, ai quali invece dovrebbero essere dedicate le mostre. Ma veniamo ai due appuntamenti di Bologna (raggiungibile dal Ticino in tre ore di autostrada) e di Vicenza (a un’ora e mezzo d’auto da Bologna e tre dal Ticino), che permettono anche di riscoprire queste due splendide città d’arte. Iniziamo da Bologna. Titolo della mostra: “La ragazza con l’orecchino di virgolette perla”. È il soggetto di uno dei quadri più famosi al mondo, assieme alla Gioconda di Leonardo e a “L’urlo” di Munch. Il capolavoro di Johannes Vermeer è la star indiscussa di una raffinatissima mostra sulla Golden Age della pittura olandese, che espone altre 36 opere dei massimi protagonisti (Rembrandt, Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Steen, Van Honthorst, Hobbena) di questo straordinario periodo dell’arte olandese. “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento” è invece il ti- tolo della mostra ospitata nella splendida cornice della Basilica Palladiana di Vicenza, fresca di restauro. In questo percorso Marco Goldin accompagna il visitatore alla scoperta dell’affascinante tema del paesaggio nell’arte che, da semplice mezzo scenografico di sottofondo, nel corso dei secoli acquisisce il ruolo di assoluto protagonista, per raggiungere il culmine nelle opere di Claude Monet. Questo affascinante viaggio in compagnia di alcuni tra i più grandi maestri, che hanno profondamente segnato la storia della pittura, si compie attraverso cento capolavori provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo. Due mostre che sono l’esempio di come si può fare cultura rivolgendosi a tutti e non solo agli addetti ai lavori. Quello che mi auguro saprà fare il nuovo Lac luganese, nonostante le note difficoltà finanziarie in cui si dibatte la città. FOGLI IN LIBERTÀ COLPI DI TESTA GIUSEPPE ZOIS RENATO MARTINONI LIDO CONTEMORI Incentivare i consumi o educare alla misura Non è giusto multare chi sceglie di non votare Caro Diario, la sobrietà del mondo contadino esigeva un comportamento rigoroso, che abbiamo perso per strada. Ad un certo punto, ci siamo inebriati del nuovo, ci siamo illusi di aver trovato la felicità con l’arrivo del consumismo. Ma oggi ci troviamo davanti a una realtà che con quella civiltà ha sempre meno in comune. Avremmo bisogno di recuperare qualche metro nel terreno dell’essenzialità e, invece, nonostante la crisi, viviamo un carosello di spot, con la celebrazione dello spendere. La solidarietà è diventata quasi una parolaccia e a dirlo è Papa Francesco, che non si stanca di richiamare alla parsimonia contro l’idolatria dello scialo. La solidarietà è soccorso vicendevole, è dare senza sperare in un ritorno. A SUGGERIRE questo genere di note, con qualche doveroso interrogativo, è la sortita - questa settimana - del cardinale Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. “È necessario incentivare i consumi, senza ritornare nella logica perversa del consumismo che divora il consumatore“, è la sua ricetta, con l’aggiunta che ci vuole “una mentalità partecipativa e collaborativa per mettere in moto la crescita e lo sviluppo“. Il teorema pare un po’ complicato. Si sa che quando parte la valanga è poi difficile fermarla. Pensiamo alla spirale del gioco e alla sua spinta compulsiva. CONVERSANDO con Loris Capovilla, classe 1915, fresco di zucchetto cardinalizio, lo storico segretario di Papa Giovanni si diceva preoccupato del rischio che corriamo se l’uomo si fa soverchiare dalla tecnologia, dal mito della macchina e dalle derive dell’effimero e del consumismo. “Dobbiamo ripartire dal primato della persona sulle cose, perché non sono le cose a fare l’uomo, ma la capacità di distacco da esse“. E mi pare altra musica. In un’intervista, chiesi al nostro cardinale Kurt Koch quale è il peccato che, se non fosse prete, non perdonerebbe. E lui: “L’egoismo, la concentrazione ossessiva su se stessi di averi, questa dilagante autosufficienza del singolo. In una parola, il consumismo“. L’uomo è un essere portato alla comunione con gli altri. SE QUALCUNO ha visto il film “Mangia, prega, ama“ con Julia Robert, forse ricorderà l’anatema della bella e famosa attrice proprio contro il consumismo che ci impoverisce, spegnendo sentimenti e relazioni. La vita è una miscela di amore, comprensione e sensibilità. E la scoperta di se stessi è una sorta di lungo diario di bordo. I vecchi possedevano pochi averi e molta saldezza morale, noi abbiamo abbondanza di cose, ma siamo freddi dentro. La patria è un plebiscito quotidiano, diceva un filosofo. In altre parole: perché una nazione possa esistere, senza disseccarsi come certe piante abbandonate sulla terrazza di casa, occorre che i suoi cittadini non si dimentichino mai di lei e la nutrano anzi con il proprio amore. Se nella gente serpeggia la sfiducia, le cose si mettono male. Si incrinano le mura patrie, si aprono delle brecce, e prima o poi si rischia il tracollo. Vengono in mente queste cose quando si pensa all’esercizio del voto. Che è come una medaglia: da una parte reca la scritta: “diritto” e dall’altra: “dovere”. Il diritto vale per tutti quelli che ne hanno i requisiti. Il dovere è invece una moneta che può essere spesa oppure no. Votare (almeno nei paesi democratici) vuol dire esprimere liberamente un’opinione. Dalla somma dei voti, e dalle maggioranze che ne escono, vengono poi le decisioni che il mondo politico è chiamato ad applicare. Insomma: votare è un atto bellissimo di responsabilità individuale e collettiva che consente di decidere insieme, democraticamente, basandosi sul principio della maggioranza. In tempi di scontento e di distrazioni sono però sempre più pochi coloro che lo fanno. Alle urne Nel cantone di Sciaffusa il voto non è solo un diritto ma tra sanzioni anche un dovere. E chi non partecipa viene sanzionato con e lotterie una multa (simbolica, di tre franchi) che d’ora in poi verrà A PAGINA 43 raddoppiata. Soltanto i “buoni” cittadini la passano liscia: mentre i “cattivi” sono chiamati alla cassa. Il lato positivo: la partecipazione è sempre elevata e questo garantisce che a indicare la via da seguire è la voce di una solida maggioranza. Non di una minoranza di virtuosi. Il lato negativo: il voto è sottoposto a un rigido controllo che mette in paradiso chi fa il proprio dovere e relega all’inferno chi non lo adempie. Vista dalla faccia dei doveri la prescrizione non fa una grinza. Guardata da quella dei diritti c’è invece di che restare un po’ perplessi. Anche scegliere di non andare a votare è un diritto democratico (ben diverso dall’infilare la scheda bianca nell’urna). Invece che infliggere multe sarebbe perciò più ragionevole cercare le cause di un disamore che sembra farsi sempre più strada. Non si pensa certo all’epoca poco eroica dei “galoppini”, quando i reticenti venivano portati di peso alla sede elettorale. Resta però che chi decide di stare a casa non può essere caricato di responsabilità che non sono solo sue. Lasciamogli dunque, anche se a malincuore, la libertà di decidere. E intanto spieghiamogli perché è bene comunque andare a votare. Staccare ogni tanto la spina è ossigeno per evitare lo stress DOMENICA IN FAMIGLIA MONICA PIFFARETTI Corri, corri. Organizza, pianifica. Gestisci agenda e imprevisti. Eccetera. Tutti elementi che fanno parte della vita delle famiglie di oggi. Ma che ne dite se ogni tanto ci si concedesse anche qualche pausetta dallo stress che tutti viviamo? Non parliamo del sogno delle vacanze che, come il leopardiano sabato del villaggio, si gustano già prima sfogliando qualche prospetto cartaceo o elettronico, e sembra già di essere al mare anche d’inverno. No, parliamo della pausette che si strappano alla routine, magari sedendosi semplicemente a fare due chiacchiere davanti ilcaffè tra Quando l’arte è rivolta a tutti e non solo agli addetti ai lavori IL DIARIO Settimanale di attualità, politica, sport e cultura 47 ad un buon caffé, o quant’altro. O magari facendo qualcosa di extra, oltre agli appuntamenti, oltre il solito tran tran. Qualcosa fuori dai binari. Che ne Non aspettiamo le ferie per rallentare qualche giorno la macchina familiare so? Andare al cinema a vedersi un buon film che si è proprio deciso di non perdere. O seguire una conferenza su qualche tema di interesse, o forse anche su un argomento originale di cui Direttore responsabile Lillo Alaimo Vicedirettore Libero D’Agostino Caposervizio grafico Ricky Petrozzi non si è mai sentito parlare, tanto per allargare gli orizzonti. Ossigeno respirato a pieni polmoni senza attendere che ci siano le ferie ufficiali che rallentano per qualche settimana la macchina familiare. Ossigeno per poi ripartire più o meno in apnea e correre, organizzare, pianificare, gestire gli imprevisti, eccetera, come dicevasi poco sopra. Davvero: staccare ogni tanto la spina e inserirla da un’altra parte è estremamente importante, per non andare in cortocircuito e recuperare pazienza, disponibilità, energia. Ci sono persone che credono sia un lusso, che faticano Società editrice 2R Media Presidente consiglio d’amministrazione Marco Blaser Direttore editoriale Giò Rezzonico DIREZIONE, REDAZIONE E IMPAGINAZIONE Centro Editoriale Rezzonico Editore Via B. Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 40 - Fax 091 756 24 39 [email protected] - [email protected] PUBBLICITÀ Via Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 12 Fax 091 756 24 19 [email protected] a mollare la presa. Farlo è in realtà un investimento importante nella propria salute fisica e mentale. Se si stacca da soli, o meglio ancora in compagnia, in- La routine è asfissiante. Alt, concediamoci qualche momento per noi stessi troducendo momenti speciali nella quotidianità e, contemporaneamente, si scambiano opinioni che servono per confrontarsi con l’altro, con altre situazioni, con altre vite, si evita la routine RESPONSABILE MARKETING Maurizio Jolli Tel. 091 756 24 00 – Fax 091 756 24 97 DISTRIBUZIONE Maribel Arranz [email protected] Tel. 091 756 24 08 Fax 091 756 24 97 che asfissia. È il bello della diretta, che – si noti bene - non può essere sostituito dall’attaccarsi al mouse, quando c’è un attimo libero. Vale per i grandi come per i piccoli. Guardandomi intorno e sentendo madri e padri che sbuffano e brontolano, penso che certe volte occorra proprio dirselo: alt, concediamoci anche un momento per noi stessi. Se si rinvia perché il tempo non c’è, state sicuri che l’attimo buono non lo troverete mai. Perché qualcosa da fare di urgentissimo sulla vostra agenda, o sulla vostra lista degli affari correnti fra lavoro e casa, ci sarà sempre. STAMPA Ringier Print - Adligenswil AG - Druckzentrum Adligenswil 6043 Adligenswil - Tel. 041 375 11 11 - Fax 041 375 16 55 Tiratura (dati Remp ‘12) 56’545 Lettori (dati Mach ‘12-’13) 106’000 Abbonamento annuo Fr. 59.– (prezzo promozionale) “Sex and the City”, sesta stagione. Carrie va alla festa dell’amica Kyra, sposata con figli, e le ordinano di lasciare le scarpe all’ingresso (i gemelli hanno l’abitudine di rotolarsi sul pavimento). Scendere dai tacchi è dura, per una ragazza di Manhattan che, sopra ogni cosa, sogna una gigantesca cabina armadio e una scarpiera degna di Imelda Marcos. Esegue, comunque. Al momento di andarsene, quando scocca la mezzanotte, le scarpine d’argento con la fibbia sono sparite, e non c’è alcun principe che gliele ritrovi. Orrore e litigio con l’amica, che si offre di compensarla con duecento miseri dollari. Le scarpe ne erano costate 485 (quotazioni del 2004). Erano firmate Manolo Blahnik, affettuosamente chiamate “manolos” e oggetto del desiderio - anche grazie alla serie che definitivamente le lanciò - per ogni fanciulla alla I tacchi a spillo delle “manolos” devono tutto a “Sex and the City” CITOFONARE MANCUSO MARIAROSA MANCUSO moda. In un’intervista uscita la scorsa settimana sull’Observer lo “scarparo” venuto dalle isole Canarie offre - a minor prezzo - le sue lezioni di vita. Il ritratto di un simpatico settantenne che si compiace delle sue piccole manie. Per sempre Manolo Blahnik sarà grato all’amica Elizabeth Taylor, che lo liberò dalla paura di parlare in pubblico. Era il 1990, doveva ricevere un premio dal Council Fashion Designer of America, l’idea del discorso lo terrorizzava. L’attrice gli disse: “Tranquillo, sono solo persone”. Il terrore svanì. Non crede alla creatività e neppure all’ispirazione, il successo è frutto di un duro lavoro. Dorme cinque ore per notte, e per il resto disegna scarpe. Riconosce che “Sex and the City” fu una svolta decisiva (Candace Bushnell, autrice del romanzo da cui la serie è tratta, era una sua fan), ma ormai lo trova un po’ datato: nessuno ha più tempo in cocktail e pettegolezzi sugli uomini. Ora preferisce “House Of Cards”, la serie con Kevin Spacey che a Washington trama la sua vendetta dopo la mancata nomina a segretario di Stato. È antico e fiero di esserlo. Odia le email, e su internet sfoga la sua passione per i libri antichi. Vive come un mona- co, a Bath, cittadina termale che conosciamo per i romanzi di Jane Austen. Dice di essere inadatto alle relazioni – la quotidianità lo annoia – e preferisce innamorarsi delle opere d’arte. Porta gli stessi vestiti da 40 anni, trova immorale spendere troppi soldi per vivere (del prezzo dei suoi sandali non fa parola). Non giudica le persone dalle scarpe che portano: preferisce guardarle negli occhi. Soffre di emicranie, come suo padre, e prima di rompersi un tendine andava in fabbrica per provare personalmente le manolos, assicurandosi che fossero comode (è una cortesia da bravo artigiano che avremmo voluto vedere). Parlando di scarpe, adora i tacchi a spillo e odia sopra ogni cosa le platform. Sostiene che fanno le gambe brutte anche alle donne con le gambe belle. Un rischio che le sue clienti non corrono. Domenica 30 marzo 2014 [email protected] Il Paese nel racconto popolare www.caffe.ch Il romanzo della realtà Gli eBook del Caffè La finestra sul cortile 29/ Storie di quotidianità familiare ANONYMOUS Ragazza madre svizzero tedesca. Precisa e rispettosa di ogni norma. Trentacinquenne, impiegata in un’agenzia immobiliare. Suo figlio Gabriel ha 11anni. Pensionato, vedovo e piacione. Ama le enciclopedie. Sua figlia, Giulia, divorziata, ha un bimbo di 6 anni, Nathan. Non ama gli stranieri. Milka non era gelosa I fatti e le persone narrati in queste storie sono di pura invenzione. Anche le cose pensate o sottintese non hanno alcun legame con la realtà. Ma così non sempre è per i luoghi, le circostanze e gli episodi da cui prendono le mosse i racconti. U Quarantacinquenne, divorziata da un medico. Impiegata in un grande magazzino. Bella, elegante e... con molti amanti. Maestro elementare. Sua moglie, in casa tutto il giorno, è una patita di music pop. S’è ingrassata a dismisura. Il figlio Nick ha 6 anni. Arrivano dalla Croazia. Fanno tutti e due gli assistenti di cura. Lei è disoccupata, oltre che molto sexi. ONLINE La raccolta dei racconti caffe.ch/citofoni n giorno di primavera, appena iniziata, ma capace di nebbie lattiginose. Alla sera poteva calare una coltre densa, che lasciava intravvedere appena il chiarore proiettato sulla corte da alcune finestre. La Milka, la ragazza croata che stava su al 5, l’appartamento 5 sull’ultimo ballatoio della casa di ringhiera, non ce la faceva proprio più. Erano settimane che al Petar non si sa bene se fosse veramente suo marito o il convivente, ma poco importa - gli era presa di starsene fuori la sera. Lavorava come assistente di cura in una casa per anziani e tutte le volte che aveva il turno serale, terminava alle 22, come quella sera appunto, telefonava alla Milka per dire che si sarebbe fermato a cena con gli amici. Per poi ritornare attorno alle due o le tre del mattino. Non è che la Milka fosse particolarmente gelosa, ma difronte all’evidenza, dinanzi ad alcuni chiari... indizi, beh, tacere sarebbe stato veramente stupido. Quel profumo dolciastro che aveva sulla pelle e sugli abiti, quegli strani numeri di cellulare chiamati durante il giorno che la Milka scopriva nottetempo curiosando sul telefonino che Petar lasciava in sala perché si ricaricasse... Indizi?! Macché! Vere e proprie prove di tradimento, pensava la Milka. Ormai s’era persuasa. Il Petar frequentava qualche night - com’è che li chiamano ora?, postriboli - o qualcuna di quelle prostitute che mettono sui giornali e su internet i propri numeri di cellulare. Internet? E già, pensò d’un tratto la Milka quando ormai erano le 9 della sera e la nebbia era diventata giallastra. Si era come dissolta e le luci che gli appartamenti della casa lasciavano scappare dalle tendine e dai vetri, la rendevano come gialla. Internet! Potrei verificare se quei numeri che mi sono segnata li trovo su internet o su qualche giornale. Sulle pagine delle pubblicità. Ma come faccio?, si chiese fra sè e sè la Milka (in realtà in croato, perché il suo italiano era pessimo nonostante gli anni in Ticino). Decise di scendere dal Lüis, il Luigi Vosti, quello dell’appartamento 2. Il vedovo settantenne che ogni volta che la vedeva non staccava gli occhi dal suo sedere. Tondo e sodo. Non che fosse un maniaco, tutt’altro, ma per le donne... aveva un debole, amava la conquista. Era quel si dice un “piacione”. Ma saggio, era l’oracolo della casa. Scese e suonò. «Signor Luigi, lei deve scusare me». «Milka, che sorpresa, si figuri non disturba. Di che ha bisogno?», fece il Lüis visibilmente imbarazzato. E il motivo è presto detto. Quella sera dopo mesi di insistenze, era riuscito a invitare per... un dopo cena, così lo chiamava lui, la signorina Elena. Cioè la Togni, quella meravigliosa 45enne dell’appartamento 3. Divorziata da sempre e single con amanti facoltosi, diceva il chiacchiericcio popolare. Altrimenti come avrebbe potuto permettersi, lei commessa nel reparto profumi di un grande magazzino, tutta quell’eleganza?! Ormai la frittata era fatta. Il soggiorno-cucina del Lüis dava sull’ingresso e alla Milka era bastata una rapida occhiata per vedere la si- Divorziata da sempre e single con amanti facoltosi, diceva il chiacchiericcio popolare gnorina Togni mentre con il mignolo si puliva un labbro. Non per un bacio! Nell’altra mano teneva un pasticcino. Era quello il dopo cena con il Lüis. «Ma venga Milka, non stia qui sulla porta. Stavo facendo quattro chiacchiere con la signorina Elena. Venga, mangi anche lei qualche pasticcino». Le due donne sul divano, un damascato verdone con i centrini bianchi sulle spalliere, e lui in una poltrona, damascata ma senza centrini. Dopo qualche minuto di convenevoli, la Milka prese il coraggio dal fondo del suo animo, lo spinse fuori con tutta la rabbia che aveva in corpo e raccontò dei suoi sospetti. «Capite?! Sono puttane che vengono qui a rubare nostri mariti. Rovinare nostre famiglie. Perché non stanno casa loro!?». «Milka, innanzitutto lei non è certa che suo marito, il Petar insomma, in questo momento sia... in uno di questi postriboli e poi..., insomma, sono anche loro delle povere ra- gazze costrette a...». «E no signor Luigi», intervenne la Elena accavallando e riaccavallando le gambe sopra tacchi vertiginosi, quasi fosse in un talk televisivo e nonostante quell’orribile damascato verdone. «E no, nessuno obbliga quelle ragazze a venire qui a prostituirsi. Lo fanno per scelta, consapevolmente». Beh, forse tu mia bella Elena, pensò il Luigi Vosti, tu che hai scelto di fare una bella vita, qui nel tuo Paese, alle spalle di uomini facoltosi. Forse tu fai la vita che fai, consapevolmente! Il Lüis stracciò quei pensieri e disse: «No, Elena, mi scusi, non credo proprio che quelle ragazze fanno quel che fanno per scelta». «Ah no?! Io credo sì!», fece la Milka arrossendo dalla rabbia, subito aiutata dalla signorina Elena che ad ogni svolta di conversazione riaccavallava le gambe, strette in una gonna che diventava sempre più corta. E che, oltre a turbarlo peggiorava il giudizio del Lüis sulla Elena. «Ho letto... ho letto non so più in quale giornale dove si parlava di questo scandalo, Lumino’s mi pare si chiami, ho letto una lettera...», aggiunse il Vosti. «E che diceva?», chiese la Elena in tono di sfida. Il Lüis si era nel frattempo alzato per cercare sul tavolo di cucina il giornale. «Eccola qui la pagina. Vi leggo un pezzo della lettera. ‘Sino a che una madre, dinanzi ad una figlia che gli annuncia di voler fare la prostituta, non dirà... brava, sono contenta, spero tu faccia una bella carriera... Sino ad allora sarà giusto combattere la prostituzione’». La conversazione proseguì. La Milka cercò di far capire che a lei interessava solo scoprire le serate segrete del Petar. La Elena cercò, nella sua testa e nel suo animo, di mettere diversità e distanza fra quelle puttane da postribolo e la sua scelta. Amanti e bella vita. Il Lüis fu tentato di andare a prendere in libreria l’enciclopedia degli aforismi, raccolta col Corriere della Sera, in cui un tale (era Oscar Wilde) diceva: «Una donna povera che non sia onesta è una prostituta, ma una ricca è una signora alla moda».
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